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SPAGNA - INGHILTERRA - FRANCIA

Il nuovo sovrano spagnolo, Filippo II(1556-98), mise la sua potenza


militare e le immense ricchezze delle colonie americane al servizio di due
traguardi: sostenere il cattolicesimo, scosso dalla Riforma protestante, e
affermare la superiorit della Spagna su tutta lEuropa. Al suo modo di
vedere, il trionfo della "cattolicissima" Spagna e il trionfo della religione
cattolica dovevano andare di pari passo. Profondamente religioso,
solitario e diffidente, Filippo visse con una dedizione vicina al fanatismo
quella che considerava la sua missione. Isolato nel grande palazzo
dellEscoriale che aveva voluto simile a un monastero, assunse tutte le
responsabilit di governo senza giovarsi dellaiuto di alcuno.Lisolamento
e il fanatismo portarono Filippo a commettere gravi errori. Per affermare
il cattolicesimo e la potenza spagnola egli dilapid enormi ricchezze. Le
tasse vennero drasticamente aumentate e gli enormi quantitativi di oro e
di argento che la flotta spagnola portava dallAmerica vennero spesi per
finanziare le guerre. In tal modo mancarono i mezzi per le attivit
produttive (agricoltura, manifatture) e si determin una grave crisi
delleconomia spagnola. Grazie alle sue disponibilit finanziarie, la Spagna
pot ottenere alcune importanti vittorie (come a Lepanto, insieme a
Venezia, contro i Turchi), ma queste non furono mai veramente risolutive.
Quando la politica religiosa di Filippo II lo mise in contrasto con i domini
nei Paesi Bassi, la Spagna si trov coinvolta in una guerra che cost
moltissimo e non riusc a evitare lindipendenza delle province di religione
protestante. Filippo II tent anche di sottomettere lInghilterra
protestante di Elisabetta I. Egli pensava, cos, di liberarsi di una nazione
che gli era nemica sia per motivi religiosi, sia per motivi commerciali: gli
Inglesi finanziavano le rivolte dei protestanti olandesi, trafficavano con le
colonie americane in contrasto col monopolio spagnolo, assalivano i
galeoni spagnoli con le loro navi corsare e li depredavano. Nellestate del
1588 una grande spedizione navale, linvincibile Armata, venne inviata
contro lInghilterra. La flotta inglese, tuttavia, riusc a tener lontane dalla
Manica le navi spagnole. Queste non trovarono riparo neppure nei porti
olandesi bloccati dai ribelli. Furono allora costrette a navigare intorno alle
isole britanniche, senza potersi rifornire e subendo gli attacchi nemici.
Molte naufragarono e la spedizione fin in un disastro. Infine, per motivi di
intolleranza religiosa, Filippo cacci dalla Spagna tutti gli ebrei e i

"moriscos" (gli arabi convertiti), che costituivano i gruppi sociali pi attivi


e intraprendenti. Artigiani abilissimi e operai specializzati, agricoltori e
mercanti furono costretti a lasciare il paese. Leconomia della Spagna sub
un duro colpo. Al termine del lunghissimo regno di Filippo II (15561598) la
Spagna era ormai un paese in decadenza.
Essa continu a esercitare un importante molo politico e militare per
tutta la prima met del 600, ma solo a costo di sacrifici sempre pi
grandi, che ormai non poteva pi permettersi.
ELISABETTA I
Alla morte di Enrico VIII lInghilterra ebbe per qualche anno una regina
cattolica: Maria I Tudor che, proprio per motivi religiosi, fu molto
impopolare. A lei segu Elisabetta I, protestante, figlia di Anna Bolena, che
regn dal 1558 al 1603.Con Elisabetta la Chiesa anglicana si afferm
pienamente. Sotto il suo governo religione protestante e sentimento
nazionale vennero a coincidere. La vittoria del 1588 sullarmata navale
spagnola rafforz questo modo di sentire. La propaganda dipinse i
cattolici (definiti con disprezzo "papisti", cio sostenitori del papa) come
servi del nemico Filippo Il. La ribellione della Scozia, guidata dalla regina
cattolica Maria Stuart, venne domata, e la stessa Maria, cugina di
Elisabetta, venne imprigionata e giustiziata. Elisabetta govern il suo
paese con abilit e saggezza e fece in modo di sviluppare leconomia e il
commercio marittimo. Per difenderlo e ampliarlo dette vita a una potente
marina da guerra (la Royal Navy), destinata nei secoli seguenti a un ruolo
davvero straordinario nella storia dInghilterra.Uno strumento di cui la
regina si serv per arricchire il suo paese rapidamente e con molta
spregiudicatezza fu la pirateria. Muniti di permessi ufficiali della regina (le
"patenti"), non solo avventurieri, ma anche nobili e gentiluomini
divennero corsari. La loro fu una vera e propria guerra condotta contro le
navi spagnole e le colonie americane della Spagna.Elisabetta I regn per
quasi 45 anni. Il periodo elisabettiano fu per la storia inglese un lungo e
fortunato momento.
Oltre a sviluppare il commercio e leconomia (in quel periodo nacquero le
celebri manifatture tessili inglesi), la regina si occup di favorire la
cultura. Elisabetta era infatti una grande ammiratrice del Rinascimento
italiano e fece della sua corte un importante centro culturale. Lautore pi

importante dellInghilterra elisabettiana fu William Shakespeare (15641616), forse il pi grande scrittore di teatro di tutti i tempi. Shakespeare
fu lautore di opere teatrali, spesso ispirate alla storia inglese o a quella
italiana, basate su una straordinaria conoscenza della natura umana, dei
sentimenti e delle emozioni. LAmleto, Giulietta e Romeo, lOtello, il
Macbeth e Riccardo III, cos come La bisbetica domata o Molto rumore
per nulla vengono rappresentate ancora oggi, con immutato successo.
LE GUERRE DI RELIGIONE IN FRANCIA
Le idee protestanti penetrarono anche in Francia, soprattutto ad opera di
Calvino. Qui i protestanti presero il nome di ugonotti.
In Francia la religione calvinista si diffuse soprattutto tra la nobilt feudale
e la borghesia cittadina, due ceti che si ritenevano danneggiati dal
crescente potere del re. Per questo motivo, gli ugonotti francesi non si
limitarono a essere un movimento religioso, ma divennero un vero e
proprio partito politico, ostile alla monarchia.
Per diversi anni ugonotti e cattolici si fronteggiarono senza grandi
spargimenti di sangue. A partire dal 1570, per, si apr una vera e propria
guerra civile. Resta tristemente famosa la cosiddetta strage di San
Bartolomeo (1572), nel corso della quale i cattolici massacrarono gli
ugonotti di Parigi, senza risparmiare n donne n bambini.
Dopo un lungo periodo di guerre e di congiure, la morte dei vari
contendenti lasci un solo erede al trono di Francia: Enrico di Borbone, di
religione protestante.
Egli si rese conto di non potersi opporre alla maggior parte della
popolazione francese, rimasta cattolica. Allora si convert solennemente
al cattolicesimo.
In cambio di questa conversione, che fu certamente un fatto politico pi

che religioso, venne riconosciuto ufficialmente dal pontefice col nome di


Enrico IV re di Francia. La dinastia dei Borbone conquist cos il trono di
Francia e lo mantenne senza interruzione fino alla Rivoluzione francese.
Lintelligenza politica fece di Enrico un re tollerante in un tempo nel quale
lintolleranza era la regola. Per unificare definitivamente il paese, con
leditto di Nantes egli concesse ai protestanti la libert di professare la
loro fede (1598).
LA RIVOLTA DEI PAESI BASSI
Col nome di Paesi Bassi si indicavano 17 province sotto il dominio della
Spagna, corrispondenti circa agli attuali Stati del Belgio e dell Olanda. Si
trattava di una regione economicamente molto florida, grazie alla pesca,
al commercio, alle fiorenti manifatture di tessuti. Citt come Anversa,
Bruges o Gand commerciavano da secoli con tutta lEuropa mentre i porti
di Amsterdam e Rotterdam avevano anch essi iniziato il loro sviluppo.Nel
corso del 500 le province del nord aderirono alla religione protestante e
chiesero ai dominatori spagnoli maggiore autonomia. Filippo Il invi
contro di loro un esercito comandato dal durissimo e determinato duca
dAlba, col proposito di ristabilire il cattolicesimo e di riportarli
allobbedienza. I ribelli trovarono in un nobile locale, Guglielmo dOrange,
un capo abile e risoluto, e nellInghilterra protestante una potenza
disponibile a rifornirli di armi. La guerra dur per circa mezzo secolo e fin
con labbandono degli Spagnoli. Nel 1609 nasceva ufficialmente lOlanda,
che raggruppava le province protestanti. La parte meridionale della

regione, allincirca il Belgio e il Lussemburgo di oggi, rimase cattolica,


sotto il dominio della Spagna.
IL SEICENTO
Nel corso del Cinquecento si erano realizzati
avvenimenti di enorme rilievo come le grandi
scoperte geografiche, la Riforma protestante,
il Concilio di Trento. Il Seicento fu forse un secolo
meno ricco di grandi eventi, ma le tendenze e i cambiamenti iniziati nel
Cinquecento si svilupparono ulteriormente. L'Europa ne usc pi
profondamente modificata, sia dal punto di vista politico sia
economico.
L'elemento forse pi importante fu la crisi della
potenza della Spagna, che si era gravemente
impoverita nel tentativo di affermarsi in Europa.
L'Italia e la Germania videro anch'esse ridursi
la loro importanza, divise come erano in piccoli
Stati. Proprio la Germania fu il teatro di una sanguinosissima guerra, che
dur trent'anni e
impover grandemente il paese.
Si svilupparono invece gli Stati che gi nel
Cinquecento avevano posto le basi del loro
successo: l'Olanda, l'Inghilterra e la Francia.
Si trattava di nazioni forti e organizzate, che tuttavia adottarono sistemi di
governo profondamente diversi.
La Francia realizz infatti una monarchia assoluta, l'Inghilterra una
monarchia parlamentare e
costituzionale, l'Olanda uno Stato federale.
Il rafforzamento di questi Stati non dipese
soltanto dai loro sistemi politici, ma anche
dallo sviluppo della loro economia. In particolare, l'Inghilterra e l'Olanda
rafforzarono i loro commerci mondiali a svantaggio della Spagna.

LA GUERRA DEI TRENT'ANNI


La prima met del Seicento europeo fu dominata dalla lunga e
sanguinosa guerra dei Trent'anni, combattuta soprattutto in Germania,
dal 1618 al 1648.
La guerra fu determinata da due motivi fondamentali,
uno religioso, l'altro politico.
Il mondo tedesco era ormai diviso tra protestanti e cattolici. Gli Asburgo
d'Austria, cattolici e sovrani
del sacro romano impero, cercarono di imporre a
tutti il ritorno al cattolicesimo, anche come mezzo per stabilire la loro
autorit di imperatori.
Contro questo tentativo si ribellarono i protestanti
della Boemia: a Praga i funzionari imperiali vennero gettati da una
finestra del castello reale. Questo fatto,
la cosiddetta defenestrazione di Praga, segn l'inizio
della guerra. A sostegno dell'Austria scesero in
campo la Spagna e i principi cattolici tedeschi.
Con la Boemia si schierarono i principi protestanti, appoggiati dalla
Svezia, dalla Danimarca e dalla
Francia: cattolica quest'ultima, ma soprattutto
nemica della Spagna e dell'Impero.
Dopo trent'anni di guerra tutti i paesi partecipanti
erano stremati, a corto di uomini e di denaro.
Si arriv cos alla pace di Westfalia (1648)
che per gli Asburgo rappresent una grave sconfitta.
L'autorit dell'imperatore fu molto ridimensionata e i principi
tedeschi videro confermata e persino allargata la loro indipendenza.
Anche la Spagna usc dalla guerra indebolita e impoverita,
tanto da dover definitivamente rinunciare ai sogni di dominio
europeo.
La guerra dei Trent'anni rest per molto tempo nel ricordo di
tutti come la pi crudele e sanguinosa mai verificatasi.

Citt e villaggi furono saccheggiati e distrutti. Il bestiame e


i viveri dei contadini furono requisiti dagli eserciti e rapinati
da torme di soldati sbandati e affamati. Le pesantissime tasse
con cui gli Stati cercarono di coprire le spese di guerra
impoverirono per lungo tempo l'economia europea.
Nel 1618 la Germania aveva circa 15 milioni di abitanti;
nel 1650 ne contava invece solo 12 milioni. Circa tre milioni
di persone erano morte in conseguenza della guerra e
della peste, che infuri al seguito degli eserciti.
Infine, dal punto di vista politico, la guerra segn l'inizio di
una lunga decadenza della Germania, divisa in 39 Stati e
citt libere, separati fra loro da motivi religiosi, da interessi
economici e da rivalit commerciali.
LA FRANCIA DI RICHELIEU E MAZZARINO
Nel 1610 Enrico IV venne assassinato da un fanatico che non gli
perdonava la sua politica di tolleranza religiosa. Poich l'erede
aveva solo nove anni, la vedova, Maria de' Medici, assunse
la reggenza. Fu un periodo difficile: l'autorit monarchica
era debole e la nobilt ne approfitt per ampliare i suoi privilegi.
Divenuto maggiorenne, il nuovo re Luigi XIII cerc di rafforzare la
posizione della monarchia all'interno del paese e il ruolo
della Francia nella politica europea.
Il suo abilissimo primo ministro, il cardinale Richelieu,
si dedic a rafforzare l'autorit monarchica contro la nobilt

e contro gli ugonotti.


Contro gli ugonotti, che si erano organizzati militarmente,
Richelieu intervenne con durezza. Con un esercito assedi e
conquist La Rochelle, la loro pi importante fortezza. Poi,
tuttavia, conferm la libert religiosa dei protestanti purch
si tenessero lontani dalla politica.
Per ridurre i poteri della nobilt Richelieu riorganizz
l'amministrazione dello Stato, inviando in tutte le province propri
funzionari, di origine borghese, che svolgevano compiti di
governo locale e riscuotevano le tasse. Il fatto che questi
funzionari rispondessero direttamente al primo ministro
rese la Francia uno Stato accentrato, dove tutte le decisioni
facevano capo al governo di Parigi.
Dopo aver rafforzato la monarchia, Richelieu intervenne nella
guerra dei Trent'anni a favore dei protestanti e contro la Spagna.
L'esercito francese, che era stato potenziato e riorganizzato,
ottenne delle splendide vittorie, mentre la marina ampli l'impero
coloniale della Francia in Senegal, nel Canada e nelle Antille.
Alla morte di Richelieu (1642) divenne primo ministro il
cardinale Mazzarino, un italiano di modeste origini,
abilissimo nella diplomazia. Mazzarino prosegu la politica
di Richelieu, ma soprattutto fu il protagonista delle
trattative che posero fine alla guerra dei Trent'anni.
L'ASSOLUTISMO DI LUIGI XIV
Mazzarino mor nel 1661, lasciando al nuovo re, il giovane Luigi XIV,
una Francia rinnovata, divenuta ormai lo Stato pi potente d'Europa.

La Spagna era infatti in forte decadenza e gli imperatori d'Austria avevano


ormai perso molto del loro potere. Per parte loro,
n l'Inghilterra n l'Olanda erano interessate al dominio militare
dell'Europa: esse preferivano infatti concentrare l'attenzione sullo
sviluppo dei commerci.
All'interno della Francia, l'opposizione dei nobili contro il re era
stata stroncata. Moltissimi entrarono a far parte della splendida
corte del sovrano, nel nuovo e lussuoso palazzo di Versailles.
Il potere era ormai tutto nelle mani del re: un potere assoluto e
senza limiti, riassunto in una sua celebre frase: Lo Stato sono io.
Anche se questa frase forse non venne mai pronunciata davvero,
esprimeva bene il significato di quella organizzazione politica.
Essa fu chiamata dagli studiosi assolutismo o monarchia assoluta,
e si realizz pienamente nella Francia di Luigi XIV.
IL"RE SOLE"
Secondo l'idea dell'assolutismo, lo Stato si identificava con la
persona del re che regnava per grazia e volont di Dio.
Tutti coloro che risiedevano nel paese erano suoi sudditi e
gli stessi ministri erano solo suoi collaboratori, dotati di poteri
che il re poteva in ogni istante cancellare. Adulato come il "re Sole"
per lo splendore della sua potenza e della sua corte, Luigi XIV si
consider davvero per la Francia come il Sole per la Terra:
il centro del sistema da cui tutto dipende.
Luigi XIV trov un grande ministro in Jean-Baptiste Colbert,
che fece in modo di sviluppare le manifatture e le fabbriche francesi.
Ingaggiati con alti stipendi, tecnici italiani e olandesi portarono

in Francia i segreti del proprio mestiere. Nacquero cos le


manifatture della seta, le fabbriche di specchi e di carrozze,
i cantieri navali, le manifatture della maiolica e della porcellana.
Luigi XIV mori nel 1714.

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