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IL PRESIDENTE
del CONSIGLIO
On. Romano PRODI
SEDE ISTITUZIONALE
Palazzo Chigi
R O M A RM
da Ciancarella Mario
Cittadino ed ex Capitano A.M.I.
interessate) senza alcun rispetto di forme e di procedure, ed alla quale sembra qualcuno voglia
assolutamente che il Popolo sovrano debba comunque adeguarsi.
Non sara uno scritto breve, come e nelle caratteristiche dei miei documenti inviati alle Autorita
competenti. Anche perche, a partire dalla vicenda Speciale, dovro ripercorrere alcune vicende
criminali di cui sono stato diretto testimone e che ancora giacciono nella indifferenza delle
istituzioni. E parlo della vicenda stragista negata del Monte Serra, della vicenda Ustica su tutte, e
poi degli omicidi del T.Col. Alessandro Marcucci e del paracadutista Emanuele Scieri. Tutte
vicende che gridano vendetta al cospetto del Diritto costituzionale e invocano Giustizia e Verita dai
livelli Istituzionali, che invece se ne rimangono silenti ed inerti.
E da qui nasce il sostanziale motivo ed obiettivo della presente: chiedere e cercare di sapere se e
quanto questo Governo intenda fare per dare segnali di discontinuita con la complicita diretta o
indiretta alla impunita che viene pretesa, in simili tragiche e scellerate circostanze, dai responsabili
politici e militari, dispositivi ed esecutivi dei delitti.
Questo rendera forse improbabile che Lei possa e voglia realmente avere modo e tempo di leggere
questo scritto. Ancor meno che intenda dare segni di risposta.
Ma a volte e sufficiente, a chi come me insegue da anni le istituzioni ed i suoi rappresentanti protempore perche rispondano pienamente alla loro vocazione costituzionale e a chi come me ne
conosce i tradimenti a volte volgari e comunque sempre ignobili -, avere una documentazione che
attesti di aver in qualche modo tentato di catturare lattenzione del potere e sperato di determinarne
degli interventi efficaci e significativi. Che non si limitino cioe solo a schiaffeggiare, umiliare o
eliminare i fastidiosi bambini rei di aver gridato il Re e nudo.
E un grave segnale la vicenda Speciale, una vicenda che evidenzia con quale tipo di cultura e con
quale tipo di in-docilita alcuni settori militari ed alcuni uomini della Forze Armate intendono
relazionarsi con i referenti politici che dovrebbero essere sentiti invece come prevalenti negli
indirizzi e nei poteri di controllo e di sanzione: Una insopportabile arroganza ed una presunzione di
impunita ed insindacabilita che mal si conciliano con le regole della Democrazia ed in genere con
il funzionamento di qualsivoglia regime di Stato e di Governo.
Una arroganza tuttavia che e stata coltivata e permessa proprio da una classe politica
spesso prona ed incomprensibilmente rispettosa del mondo militare, quasi che esso
fosse dotato di una sua specie di sovranita propria ed altra rispetto alle ordinarie regole
costituzionali, e con cui sia necessario rapportarsi adottando i criteri ordinari (ed il
referente ossequio) della diplomazia internazionale e non con la consapevole
autorevolezza e fermezza che ogni governo dovrebbe avere (pretendendo con severita
ladeguamento alle proprie linee di indirizzo, laddove esse non siano palesemente in
contrasto con la legalita democratica e costituzionale) da qualsiasi apparato dello Stato.
Valga, per tutte, ricordarLe qui la sconcertante audizione in Commissione Difesa (del Senato, se ben
ricordo e nel 1995) del Generale Corcione, nominato da un Governo di Centrosinistra primo
militare ad esserlo nella storia della Repubblica quale responsabile del dicastero per la Difesa.
Egli era chiamato a dare conto di una turpe e diffusa attitudine truffaldina di militari professionisti.
Una vasta attivita criminosa realizzata da moltissimi Ufficiali e Sottufficiali sulle competenze di
missione, e rivelata da faticose indagini di un serio Magistrato della Giustizia Militare. Ebbene il
Ministro ritenne di poter affermare senza che cio innescasse alcuna reazione politico-istituzionale
- che:
"(...) si tratta di episodi che, per quanto eclatanti e vistosi, interessano un numero
limitato di persone e che, seppure dolorosamente indicativi dell'esistenza di fenomeni
di corruzione anche nelle Forze Armate, non possono essere considerati tali da
giustificare generalizzazioni. Essi costituiscono sintomo evidente del malessere
che percorre la Societ Civile, rispetto al quale difficile pensare che le F.A.
possano mantenersi del tutto estranee.
E ben facile intuire la natura inaccettabile e destabilizzante di un simile pensiero. Poiche
infatti la condizione di ordinaria cittadinanza si ottiene per nascita ed e solo nella
evoluzione successiva dei soggetti che potra individuarsi ed evidenziarsi una eventale
propensione a delinquere, innescata ed alimentata spesso da condizioni economiche e
sociali inadeguate alle garanzie ed ai diritti costituzionali tutelati (lavoro, casa, istruzione,
sanita ed ogni altro diritto originario e prevalente della nostra cultura democratica).
Ma la cittadinanza militare si ottiene per selezione, e viene mantenuta attraverso
continui controlli e costanti verifiche di perdurante rispondenza del soggetto selezionato ai
requisiti ordinariamente previsti di capacita ed intenzionalita del rispetto e della tutela
della legalita; e questo avviene allinterno di un sistema sociale fortemente garantito
(come possono esserlo le Forze Armate) e predisposto a perseguire la illegalita piuttosto
che assecondarla e favorirla.
Ed e ancora piu evidente come la individuazione nella Societa Civile di devianze e di
patologie con tendenza a delinquere, non possa comunque giustificare per questo (e per
quanto vasta sia lincidenza del fenomeno deviante) linerzia o il giustificazionismo sulla
base di condizioni sempre piu diffuse di criminalita, ne questa individuazione potra
offendere il corpo sociale in cui tali patologie emergono o ne ostacolera la persecuzione
repressiva. Sono proprio tali devianze piuttosto che attentano alla normalita della
convivenza civile di quel gruppo sociale (come una patologia tumorale che per quanto
diffusa rimarrebbe un attentato alla salute ordinaria dei cittadini e non potrebbe mai
rinunciare a interventi terapeutici incisivi). Ed e per questo che diviene necessario
predisporre sistemi ed apparati di prevenzione, riduzione e repressione dei fenomeni
devianti, secondo precisi indirizzi delle funzioni politiche, i quali ovviamente non potranno
essere comuni - quanto a precedenze, priorita ed obiettivi - nelle diverse culture che
animano opposti schieramenti politici, ma che debbono mantenere comunque il medesimo
riferimento alla cultura del Diritto e della Legalita Democratica.
Se dunque nella Societa Civile non puo valere il criterio della ordinarieta patologica
fatalisticamente subita, a maggior ragione questo criterio non puo avere cittadinanza in
una realta sociale fortemente selezionata e costantemente monitorata.
Anche i numeri che il Ministro Generale offriva a supporto delle sue dichiarazioni
smentivano le sue stesse affermazioni. Tali numeri indicavano piuttosto che a fronte di una
incidenza dei cittadini ordinari organizzati a delinquere - ed inquisiti nello stesso periodo
della emersione dei fenomeni di truffa allinterno delle Forze Armate - e per reati similari di
corruzione e truffa (circa 9000, corrispondenti ad una percentuale dello 0,015% sul totale
del popolo italiano, considerandolo pari a circa 60 milioni di cittadini) - nelle pur
selezionatissime Forze Armate, e per la sola (a quel tempo) componente volontaria, gli
inquisiti risultavano pari a circa il 6,7% di quel totale della categoria criminogena.
Pur volendo allora assecondare il gia improprio ragionamento del generale (e dunque
volendo accettare che si possa stabilire una specie di parita di condizioni sociali e
conseguentemente di identico potenziale nella tendenza a delinquere che le Forze Armate
avrebbero assimilato dalla societa civile), poiche le Forze Armate corrispondono a loro
volta allo 0,2% di quel corpo sociale che e il popolo italiano, e' dunque questa la
percentuale (lo 0,2% di quello 0,015%) che avremmo dovuto attenderci fosse, al massimo,
la incidenza degli indagati militari rispetto al totale degli inquisiti. Essa era invece del 6.7%.
E questo dice che la tendenza criminale conclamata in un corpo, che dovrebbe essere un
apparato di elite, appariva invece di 33 volte superiore a quella della realt sociale da cui
quel corpo traeva i propri esponenti selezionandoli con procedure estremamente severe.
Ed ancora che la sua potenzialit criminogena era di 33 volte superiore rispetto alla piu
vasta realta della societa nazionale, anche all'interno della sua stessa specifica identit
militare. Infatti i militari indagati per quei crimini risultavano essere lo 0,5% del personale
volontario a fronte dello 0,015% degli indagati civili rispetto al corpo sociale nazionale di
riferimento.
Ma il generale ministro, insofferente a qualsiasi razionalita e buon senso, continuava ad affermare:
D'altra parte il sistema di controlli, la disciplina e, in generale, il modo di essere
[quale? ndr], tendono a contenere il fenomeno a livelli tali da non intaccare in alcun
modo l'integrit complessiva dell'istituzione. (...)
La valutazione tratta dalla Amm.ne (...) che in molti casi il fatto di esigere dallo
Stato prestazioni sentite comunque come dovute, ma giustificate da falsa
documentazione, ha creato la mancanza di una chiara percezione della gravit di
quanto si stava commettendo, che solo la condanna e la sanzione hanno
evocato."
Per pura puntualizzazione si cita la circostanza che molti degli imputati di quelle attivita
truffaldine, condannati con rito abbreviato per patteggiamento, sono poi tornati
tranquillamente a comandare le proprie truppe, declamando certamente quei valori,
superiori ed altri (??) rispetto a quelli costituzionali, in virtu dei quali i quali il GeneraleMinistro ammoniva come fosse necessario non esercitare una umiliante persecuzione dei
responsabili di crimini eclatanti e infamanti.
Ma daltra parte cio e tornato a ripetersi anche per i livelli inferiori della gerarchia militare
laddove (si veda al riguardo un articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera si,
Vorrei allora ricordarLe qui come si comporto invece quel campione della Democrazia che
fu il Presidente Pertini, quando, dopo lincontro con la nostra delegazione della
Aeronautica (formata dal T. Col. Alessandro Marcucci ucciso poi per le sue indagini
legate alla vicenda Ustica -, dal Serg. Magg. Pasquale Totano e dallo scrivente al tempo
Capitano), egli volle intervenire per lincrescioso modo di gestire la 46^AB, di Pisa da parte
del Generale Zeno Tascio.
Egli non alzo cornette per chiedere rimozioni arroganti e supponenti, ma convoco, molto
semplicemente, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Gen. Cavaliera, al quale chiese una
seria ispezione alla base pisana della Aeronautica ed una esauriente relazione sui risultati.
Il Generale venne a Pisa, ascolto con molta attenzione chiunque del personale intendesse
colloquiare con lui ed esporre problematiche, e concluse la sua ispezione con un ordine
del giorno in cui si imponeva al Comando di segnalare lapprezzamento del CSMD per
lalto senso di responsabilita e di coscienza militare e sociale dimostrate dal personale
tutto. Un atto che smentiva clamorosamente la politica del Generale Tascio tesa a
demonizzare e criminalizzare quel personale coinvolto ormai da anni in una lotta per la
democratizzazione delle Forze Armate. La destituzione dal Comando del Gen.Tascio,
seguita immediatamente alla ispezione, aveva dunque una caratteristica ed un crisma
militari che avrebbero assolutamente impedito allinteressato ogni atto di ritorsione contro il
potere politico esercitato, correttamente, dal Presidente.
Cosa impediva, mi dica, un comportamento altrettanto rispettoso delle regole e dei ruoli,
nella vicenda del Comandante della Guardia di Finanza? Nulla se non la ambigua pratica
di commistione di interessi e di poteri, del tutto estranea ad una limpida modalita
democratica di gestione delle funzioni e dei poteri ad esse correlati. Nulla se non la
presunzione del potere che ritiene di poter disporre dei propri uffici ed apparati senza
dover seguire alcuna prassi rispettosa delle regole democratiche e della natura degli stessi
apparati. Nessuna differenza da quei generali che contrastarono la nostra azione
democratizzatrice e moralizzatrice e ci hanno qualificati ufficialmente come figli delle
Brigate Rosse.
Ed e strano che in questi giorni cosi caldi sulla vicenda Speciale nessuno degli esponenti
governativi abbia voluto ricordare che non e possibile confondere una esigenza politicoistituzionale (quale la docilita degli apparati agli orientamenti ed agli indirizzi dettati dal
Governo, salvo che in caso di ordini illegittimi e contrari alla legalita democratica) con un
supposto e lamentato (dalla destra di opposizione allattuale Governo) disprezzo della
struttura della Guardia di finanza che sarebbe stato praticato ed ostentato dal Governo,
ovvero spacciare la necessaria stigmatizzazione da parte delle funzioni politiche dei
comportamenti istituzionali del Comandante di quel Corpo Armato con un supposto (dalla
destra becera berlusconiana) disprezzo del Governo per tutti gli uomini dellArma (che altri
invece cercavano di pagare e corrompere e pubblicamente dileggiare quando indagini
fiscali si addensavano sulle proprie attivita imprenditoriali).
Cosi come non si e sostenuto che mai nessun rappresentante politico, del governo o
della opposizione del tempo, intese confondere i crimini perpetrati dai Generali Giudice e
Lo Prete nella vergognosa vicenda dello scandalo petroli, con la ordinaria fedelta ai
compiti di Istituto e della Legalita Democratica degli uomini delle Fiamme Gialle, ai quali
anzi va riconosciuto, e fu riconosciuto, il merito di aver voluto essi stessi mettere le
manette ai loro superiori fedifraghi e cialtroni.
Quando manca tutto questo lo scontro in atto rassomiglia sempre piu al conflitto che si
instaurava nella Roma imperiale tra il potere politico e gli apparati dei pretoriani, che
spesso diventavano cosi arbitri di una successione al trono con personaggi ancor piu
ambigui, squallidi e corrotti dei precedenti.
Sarebbe necessario allora, Signor Presidente, un taglio netto con pratiche e modalita
collusive che nulla hanno a che dividere con la natura democratica di questo Paese, a
partire da una seria e severa rivisitazione di tutte le circostanze stragiste o rimaste avvolte
nellombra dellimperscrutabilita o della soluzione spudoratamente artefatta.
Nessuna ulteriore garanzia e copertura andrebbero allora offerte ad apparati che hanno
organizzato lo spionaggio e la schedatura sistematica dei Cittadini, che hanno spiato a fine
di condizionarne la attivita Magistrati e Politici (e Le ricordo appena che gli apparati militari
dei servizi non sono mai e comunque autocefali, perche comunque rispondono ad un
livello politico sentito come lAutorita, sia esso nazionale con buona pace delle
smentite dellon Berlusconi o peggio una volonta extranazionale).
E tantomeno dovrebbe insistersi allora nella opposizione di un inaudito segreto di Stato
per attivita contrarie alla Costituzione, sia che si tratti di violazione dei Diritti Umani, come
nel caso di Abu Omar, sia che si tratti di accordi internazionali, come quelli sulla base di
Vicenza, che violano la sovranita nazionale e le garanzie costituzionali (sullambiente, sul
nucleare del nostro Paese e che oltretutto non avevano lavallo neppure del Congresso
statunitense. Puo essere utile allora rileggersi quel numero della rivista Limes LAmerica
e noi, in cui ad un Veltroni estasiato dallalleato statunitense, il cinico Luttwak rispondeva,
citando un altro accordo illegale, come lui stesso diceva, relativo allacquisto di missili,
poteva dire:
Tutto questo un problema di sostanza, non di immagine: o quella prostituta del
Governo italiano lascia il marciapiedi e si mette a fare la persona seria [cio si
dovrebbe decidere ad esautorare il Parlamento? ndr] oppure non c' sforzo di
relazioni pubbliche che possa risolvere la questione."
Vede, signor Presidente, io esco appena dallultima vicenda giudiziaria per una querela
formulata dal Generale Tascio, e quasi sicuramente la mia lettera, a lui indirizzata in esito
positivo di questa vicenda, mi procurera altri pregiudizi. Sono io daltra parte che da tempo
sfido il Generale a costruire condizioni giudiziarie in cui si possa finalmente discutere dei
fatti reali in cui io lo ritengo coinvolto, e dunque non mi spaventa questa prospettiva.
Ma quello che mi preoccupa e che in questo benedetto Paese per snidare i truci artefici di
crimini commessi allombra delle funzioni statali ci sia sempre bisogno del donchisciotte di
turno che si perita di porre scomodi interrogativi, di formulare accuse precise quanto
rischiose (perche ovviamente non supportate dai necessari riscontri che solo una
dietro il cruscotto il quale, esplodendo, ha creato schegge che hanno reciso mani e piedi di
quelluomo e gli hanno asportato un brano di osso temporale sinistro causando un
profondo e visibilissimo trauma (successivamente accertato e dichiarato anche da un
medico consultato inopinatamente da periti improbabili quanto approssimativi).
Una foto che certifica come il cadavere arso di quelluomo, senza mani e senza piedi e
con quel profondo trauma cranico per asportazione e non per sfondamento (come ci si
sarebbe dovuto aspettare invece per un normale incidente), giaccia ai piedi di un albero
resinoso che non reca segni ne di fumo ne tracce di incendio benche quel corpo abbia
potuto ardere fino a ridursi un tizzone; come a pochi centimetri dal suo moncherino destro
sia visibile un serbatoio alare con ancora dentro 25 litri di benzina avio (come avrebbe
dovuto accertare, suo malgrado, la stessa commissione peritale) dallaltissimo potere
detonante e che pure non sarebbe esploso mentre il fuoco, sviluppatosi a terra dopo
limpatto nella novellazione dei periti, divampava a poca distanza ed avrebbe ridotto
quelluomo cadavere ad un tizzone; come a meno di quaranta centimetri dal torace della
vittima sia visibilissimo il cuscino in gomma e gommapiuma che era sul sedile sotto le
gambe di quelluomo, un cuscino ancora intatto (e visibile persino la linguetta dello
chiusura lampo) e che appare inattaccato dal fuoco che pure si vuole si sia consumato a
pochi centimetri; come la spalliera del passeggero alloggiato posteriormente al seggiolino
del pilota (per la configurazione in tandem dei posti di quel velivolo) appaia incastrata sotto
il corpo delluomo tizzone, e dunque come cio attesti inequivocabilmente che quel
passeggero fosse stato sbalzato via dal velivolo prima dellimpatto finale. Eppure quel
passeggero fu poi ritrovato a svariati metri dai rottami con ustioni sull80 % del corpo,
mentre il fuoco avrebbe dovuto svilupparsi nella fantasiosa ipotesi dei periti solo dopo
limpatto al suolo.
Le sembra corretto che di fronte ad una simile serie di circostanze che evidenziano una
chiara azione omicidiaria ed una inaccettabile sciatteria peritale, un Magistrato
evidentemente poco curioso, se non colluso o corrotto, abbia potuto concludere
impunemente le sue indagini attribuendo al pilota (cioe a quel tizzone umano) la
responsabilita dellincidente, senza alcuna curiosita per quanto emergeva con
sconcertante evidenza anche agli occhi di un qualsiasi profano?
E la identica condizione per la quale si e definita compatibile con la probabile dinamica
della caduta la posizione finale del corpo di Emanuele Scieri, il quale pero avrebbe
dovuto effettuare uno stranissimo avvitamento innaturale per finire con la testa e parte del
torace sotto il cumulo di tavoli sotto i quali e stato rinvenuto e senza lasciare tracce sulla
irta palizzata costituita dai gambi degli stessi tavoli impilati sottosopra, e mantenendo
intatta tutta la forza della caduta per schiantare il proprio cranio al suolo in quellamgusto
andito di una quarantina di centimetri nel quale era raccolto il suo capo con forza tale da
determinarne lo sfondamento.
Ecco, provi a chiedersi allora, Sig. Presidente, cosa possa far sentire cosi sfacciatamente
sicuro il Gen. Speciale nel ricorrere ad una formale querela (se mai poi la presentera
realmente, nonostante lannuncio del funzionalissimo senatore De Gregorio), e cerchi di
chiedersi se cio non dipenda da una complicita tacita che la politica ha sempre e fin qui
richiesto e promesso ad un mondo delicatissimo come quello dei Cittadini in Armi, ai quali
e necessario imporre invece e costantemente una vera abitudine ed educazione alla
prassi democratica, se non si vuol rischiare che essi devino verso forme di
umiliata da una commistione disgustosa tra poteri e potentati, internazionali o mafiosi poco
importava pur di mantenere il potere delegato di re-cliente, in danno della nostra
popolazione.
Vede, io non so se per me contrariamente a Sandro Marcucci varra ancora la
condanna a vivere ed a vivere male (tra querele, discredito costante, e attiva e
sistematica distruzione dei miei rapporti affettivi e familiari), o se la mia costante
provocazione orientera infine i miei avversari alla soluzione definitiva di eliminarmi
fisicamente. So pero che non temo le loro soluzioni perche ormai proprio essi mi hanno
addestrato a mettere in conto qualsiasi possibilita ed essere pronto a pagarne il costo
portandone (non sopportandone) con fierezza e dignita il peso.
Ma cio che vorrei sperare e che questo Governo, tanto atteso ed augurato dopo gli
avvilenti anni del berlusconismo galoppante eppure tanto deludente su quasi tutta la linea
delle aspettative del suo bacino naturale di consenso, trovasse modo e ragione per offrire
alle giovani generazioni, prima della sua scadenza naturale o del suo prematuro
esaurimento dovuto solo a beghe di potere o a tradimenti dei suoi impegni programmatici,
motivi di fiducia in un assetto costituzionale e democratico pagato dal sangue di quei
cittadini e cittadine meravigliosi che diedero vita alla stagione della Resistenza e della
Lotta di Liberazione dal Nazifascismo. Tutta unaltra cosa, non me ne voglia ne Lei signor
Presidente ne lon Violante, dagli uomini e dalle donne della Repubblica di Salo e dei
disvalori per i quali si battevano, per quanto si voglia riconoscere loro una qualche buona
fede.
Non sarebbe poca cosa in tempi di revisionismo storico e di revanscismo fascista perche
come scriveva sulle mura di via Tasso uno dei miei riferimenti storico valoriali, il Generale
della Aeronautica Martelli Castaldi, "Quando il tuo corpo non sar pi, il tuo spirito
sar ancora pi vivo nel ricordo di chi resta. Fa che possa essere sempre di
esempio."
E, o potra apparirLe, forse una aspirazione carica di retorica delleroismo, ma e solo la
serena consapevolezza di chi e stato educato ad agire sapendo che Abbiamo una o
due volte nella vita loccasione di essere eroi. Ma tutti i giorni abbiamo lopportunita
di non essere vigliacchi, e dunque non teme la solitudine, senza con questo ambire ad
un indesiderato ed indesiderabile martirio.
Daltra parte la condizione di dover essere ripetutamente chiamato al banco degli imputati
o dover essere carcerato e violentato, essendo incolpevole dei reati contestati se non di
quello (taciuto) di disturbatore del potere e dei potenti, mi creda a volte non e meno
scomoda e pesante di colui che sia costretto a misurarsi una volta per tutte con la
dinamica della propria morte corporale.
E daltra parte il potere di una funzione politica che non sappia misurarsi con il compito
della Verita e della Giustizia dimostrerebbe indubitabilmente la propria collusione
funzionale con la devianza antidemocratica, come ha scritto Vaclav Havel, un indiscusso
campione della Liberta e della Democrazia. Egli scriveva