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ROMA NU Nel Om @nuIAN MUNICIPIO ROMA 6 OUARTIERT NTS Vil= Vill XX1 GUIDA TURISTICA Presentazione Questa guida, agile ed essenciale, ai siti pit importanti del ‘Municipio Roma 6, promossa da aleuni consiglieri e realiz= zata con il contriburo fondamentale di alcuni appassionart di archeologia e di storia del territorio, si rivolge soprattut- 10 ai turisti che, non accontentandosi di conoscere la Capitate con le necessarie e doverose visite al Centro stort co, vogliono allargare le loro conoscenze anche al di la delle Mura Aureliane, nella zona che separa la citta storica dall’estrema periferia. Anche in questa fascia, e in partico- lare nel nostro territorio municipale, sono presenti emer- genze archeologiche di primaria importanza, alcune anco- ra oggetto di campagne di scavo che vedono impegnati stu- diosi di chiara fama, nazionali ¢ internacionali. Tra i pit importanti monumenti che ospita il nostro territorio e che, da qualche anno, si contendono il rwolo di “immagine-sim- bolo” sulle copertine delle varie pubblicazion’ dedicate alla storia e alle memorie dei nostri quartieri, vorrei ricor- dare il Mausoleo di Sant’Elena, il Mausoleo di Villa Gordiani (detto anche il “panettone”), UAcquedotto Alessandrino, il Torrione, le stupende e poco note Catacombe dei Santi Marcellino ¢ Pietro, e altri ancora sliatt all’estremo limite del territorio, come ta Basilica neo-pitagorica e la stessa Porta Maggiore con il Sepolero del fornaio Eurisace. Ognuno di essi contiene in sé una sto- ria (sociale, civile, culturale, religiosa) che merita di es re indagata e resa nota a tutti. Non solo i turisti, quindi sono destinatari di questa pubblicacione, ma anche gli stes- si cittadini del nostro Municipio (ma anche dellintera citta), a partire dai giovani e dai giovanissimi. fo spero che questa guida sia ta prima di una serie di pubblicazioni. anche di carattere monografico, volte ad approfondire la ricerca relativa alle diverse emergenze archeologiche, ma anche destinate alla storia pitt generale del territorio, dal- Vantichita fino ai nostri giorni. Certo, non si parte da zero, altre pubblicazioni sono apparse in passato (anche nel recente passato), ma é a tutti noto come la ricerca storica ‘sia un processo allinfinito, un cammino sempre pit appros- simato alla certezza, ma mai coneluso una volta per tutte. Il Presidente del Municipio Roma 6 Teodoro Giannini Questa guida, grafica- mente e con fa fantasia, é Un viaggio nelle grandiose memorie storiche e archeologiche del VI Municipio di Roma. Un territotio urbano compre- : so tra l'antica via Labicana = lodierna Casitina - e la Via Prenestina, coinciden- Villa dei Gordiani - Caffi te con la proprieta impe- riale Ad Duas Lauros, 0 ‘Sub Augusta, gia citata da Tertulliano (160 - 220 d.C.) e nel Liber Pontificalis (314-315) che ne attesta lappar- tenenza imperiale e i confini tra la Porta Sessoriana (Porta Maggiore) fino alla via Latina e a sud fino a monte Cayo. Il contesto storico in cul ci si muove & molto ampi (III - V sec. d.C.) con prevalenze monumentali dell'eta Costantiniana. Tra le memorie storiche pili eminenti qui i, accanto al tratto pit! elevato dell’Acquedotto Alessandrino (IV sec. d.C.), cé 'area archeologica Ad Duas Lauros, nei pressi di Villa De Sanctis, ritenuta di "enorme interesse storico... per il riferimento storico-cul- turale, colte da studiosi e da artisti e del massimo inte- resse_ storico-archeologico" (Cons.Stato, sez. VI, 4429/2002), tra cui due grandi del Settecento: Giovanni Battista Piranesi e Giuseppe Vasi. I complessi monumen- tali testimoniano quindi il trapasso fra la Roma imperiale € quella paleo-cristiana, con limponente Mausoleo S. Elena, madre dellmperatore Costantino, del III sec. d.C, e le annesse Catacombe SS. Marcelino e Pietro, terze per estensione fra le 35 di Roma con 18 Km. di tracciato, autentica pinacoteca sotterranea dell'ar- te pittorica romana e cristiana. Di non minore rilevanza archeologica la Villa dei Gordiani sulla Via Prenestina, dello stesso periodo, con uno splendido mausoleo, este- si resti di terme ed edifici sacri. LA VIA LABICANA E VIA PRENESTINA Cosi detta poiché collegava Roma con Labici (attuale Colonna) appartiene al grup- po delle strade pit: antiche della citta, quelle che prendo- 1 il nome dalla localité termina le del percorso. La via ricalca un percorso gid esistente in eta protostorica e arcaica poi rego- larizzato e prolungato fino alla confluenza con la Via Latina nella localita ad Bivium, al XXX miglio, poco oltre Artena. La strada usciva dal circuito delle mura repubblicane dalla Porta Esquilina (Arco di Gallieno) e dal circuito delle Mura Aureliane dalla Porta Maggiore; nel primo tratto oggi il per- corso @ di fatto coincidente con quello della Via Caslina. Tratti della pavimentazione sono stati accertati in diversi unti a vari liveli, secondo 'andamento del terreno. Come tutte le vie consolari essa é fiancheggiata senza soluzione di continuita, da mausolei, monumenti funerari e catacom- be di cui rimangono notevoli resti Nelfimmagine qui sopra @ visibile il basolato antico della Via Labicana, visible sotto Porta Maggiore, dove inizia anche la Via Prenestina. Questa strada in origine si chiamava Gabina (per Gabii), oi Prenestina (perché portava a Praeneste), ma & noto secondo I'Itinerarium Antonini che proseguiva fino alla sta~ to Sub Anagnia. La strada da Palestrina consentiva accesso alle strade che ‘conducevano verso la Campania in un periodo anteriore alla costruzione della via Appia e Latina. La strada risale allepoca repubblicana e fu probabilmente restaurata nel II secolo a.C. ed in epoca imperiale, La Via Prenestina nel primo tratto era unita alla via Labicana, ma poi uscite dalla Porta Esquilina delle mure Serviane (Arco di Gallieno), le due strade si separavano prima di Porta Maggiore. Tl.suo tracciato inizia da Porta Maggiore o Porta Prenestina, che si caratterizza per il contiguo sepolcro di Eurisace e per il fatto che sopra passava l’Aqua Claudia e lAnio Novus. PORTA MAGGIORE ‘Appena fuorl dal territo- rio municipale, ma ben visibile e connessa ai suoi antichi acquedotti Porta Maggiore, & la monumentalizzazione dell’Acquedotto Claudio nel |uogo dove esso sor- passava le vie Labicana € Prenestina. Delle tante acque che fornivano la vecchia citta di Roma per qualunque uso, sette scorrevano qui, alcune all'aria aperta, altre sotto terra, come conferma il trattato di Frontino (I sec. d.C,), "De aquae- ductibus Urbis Romae commentarius’, curatore impe- riale delle acque. Gli acquedotti di Roma percorrevano un tracciato particolare che permetteva loro di evitare le opere murarie sopra terra e di tenere una pendenza costante. La zona dove sorge Porta Maggiore era quindi il punto in cui convergevano quasi tutti gli acquedotti di Roma ed era il luogo piti elevato il che rendeva pit faci- le la distribuzione delle acque nella citta. Caligola (37-41 d.C.) e Claudio (41-54 d.C.) portarono a Roma due Auove acque, la Claudia e 'Anio Novus (cio® Aniene Nuovo, per distinguerlo dall’Anio Vetus), anche i loro archi andarono a collocarsi vicino ai primi. In seguito importanti restauri furono compiuti dagli_ imperatori Vespasiano (69-79 dC.) e Tito (79-81 d.C.), comparve- ro iscritte citazioni evocative accanto a quelle originali dell’Anio novus. Coi secoli poi opera si trasformo pid volte, fino a divenire opera di difesa militare per poi arri- vare al'attuale configurazione.

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