Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Adesso
utilizza le ruote per sistemare i vecchi contenitori
http://www.corriere.it/cronache/09_giugno_21/salvia_cassonetti_sbagliati_3806e3ae-5e46-11de-8c08-
00144f02aabc.shtml
Li avevano comprati un anno fa, primo blocco da 1.500 esemplari a 500 euro l’uno per un totale di
euro 750 mila a spese dell’ignaro contribuente. Dovevano consentire il recupero di carta, plastica e
vetro, risollevando Palermo da quel misero 4 per cento di raccolta differenziata che spinge la quinta
città d’Italia in fondo alla classifica nazionale. E invece si sono trasformati da contenitore per i
rifiuti in rifiuti punto a basta. Mai utilizzati, nemmeno per un giorno. Inservibili anche per sostituire
almeno una parte dei 5 mila cassonetti incendiati o danneggiati nelle ultime settimane in città,
quando la raccolta si è fermata per mancanza di soldi e i palermitani hanno cominciato a dare fuoco
ai cumuli di spazzatura che riempivano le strade. Ancora adesso sono fermi in quel piazzale di
Bellolampo, la discarica cittadina vicina all’esaurimento (ovvio) visto che senza differenziata tutta
la spazzatura finisce qui. Avvistarli non è cosa semplice: la discarica è recintata e sorvegliata.
Bisogna prendere la strada che sale verso Torretta e poi tagliare per i rimboschimenti della forestale,
armati di un buon teleobiettivo.
Chi ha sbagliato? Non la ditta che ha costruito i cassonetti e li ha regolarmente consegnati. Era
proprio l’ordine ad essere impreciso e adesso l’Amia non può rivalersi su nessuno. L’azienda ha
pure provato a rivenderli come affarone di seconda mano. Ma il salvataggio in corner non è riuscito.
Qualcuno aveva pensato di piazzarli negli Emirati Arabi, visto che lì l’Amia doveva partecipare ad
un bando proprio per la raccolta differenziata. Ma nemmeno gli arabi ne hanno voluto sapere. Di
quelle missioni a Dubai ed Abu Dhabi resta solo l’inchiesta aperta nelle settimane scorse dalla
magistratura palermitana. In 22 viaggi la delegazione guidata dall’allora presidente del consiglio
d’amministrazione Vincenzo Galioto, ora senatore del Pdl, avrebbe speso almeno 300 mila euro.
Più o meno la metà di quanto l’Amia ha pagato quei cassonetti ancora fermi sul piazzale. Cassonetti
che adesso rischiano di fare la stessa (triste) fine degli ultimi camion per la raccolta comprati
dall’Amia.
Con un debito che supera i 150 milioni di euro, l’azienda non riesce a pagare l’assicurazione dei
nuovi mezzi, che quindi restano chiusi in garage. Solo che l’Amia non riesce a comprare nemmeno i
pezzi di ricambio necessari per i camion vecchi, gli unici che circolano ancora. Non resta che
smontare i camion nuovi e prendere da lì i pezzi che servono per quelli vecchi. Anche per i
cassonetti mancano i pezzi di ricambio: solo per rimettere a posto tutte le ruote danneggiate o
sparite negli ultimi anni servirebbero 50 mila euro. Soldi che l’Amia non ha. Qualcuno in azienda
ha pensato di riciclare le ruote di quei cassonetti fermi sul piazzale, che tanto non servono a niente,
e rimontarli su quelli vecchi che zoppicano in strada. Un modo per limitare i danni ma attenzione: la
compatibilità non è stata ancora verificata. Visti i precedenti, si raccomanda prudenza.
Lorenzo Salvia
21 giugno 2009