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LE PRIME INDAGINI: PROBLEMI PROCESSUALI

E METODICHE OPERATIVE PROPOSTI


DA VICENDE GIUDIZIARIE SIGNIFICATIVE (*)
Relatore:
dott.ssa Ilda BOCCASSINI
sostituto procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di Milano
In premessa, sar opportuno accennare brevemente alla proble-
matica della competenza funzionale (art. 11 c.p.p.) che prevede ap-
punto lo spostamento delle indagini nel distretto giudiziario territo-
rialmente pi vicino (nel fatto in esame la Procura della Repubblica
di Caltanissetta).
Nel caso di specie sono stati anche affrontati i problemi deriva-
ti da una eventuale competenza per connessione (art. 12 c.p.p.) di
altri reati quali, per esempio, lart. 416/bis c.p.
Il criterio adottato, partendo dal presupposto che fosse stata Co-
sa Nostra a deliberare e rendere esecutivo lattentato in danno dal
dr. FALCONE, stato quello di attivare indagini sul territorio.
Ci ha costituito lasse portante delle investigazioni sviluppate-
si, appunto, con servizi di osservazione, attivit dinamica sul terri-
torio, intercettazioni telefoniche e ambientali, accertamenti bancari,
esame analitico dei reperti rinvenuti, studio della documentazione
sequestrata, esame degli esposti anonimi.
In particolare stata realizzata unattivit di controllo dinamica
che ha avuto come principali epicentri il territorio di Palermo e la
zona di Capaci.
Ogni minimo dettaglio acquisito alle indagini stato analizzato
nellipotesi di una sua futura utilizzazione probatoria.
Da tale esperienza ne discende una metodologia investigativa che
deve avere necessariamente i seguenti punti cardine.
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(*) La relazione avr come oggetto la metodologia dindagine nonch i proble-
mi di natura processuale che sono stati affrontati nelle investigazioni scaturite a se-
guito dellattentato in danno del giudice Giovanni FALCONE.
1. Il potere-dovere del P.M. di essere presente sin dai primi ac-
certamenti sul luogo del fatto.
2. Una professionalit specifica del P.M. che deve culturalmente
accettarsi come parte del processo penale e, quindi, come dominus
della propulsione investigativa che dovr essere portata avanti nei
singoli casi a lui affidati.
3. Una competenza tecnica che consenta al P.M di valorizzare al
massimo limpiego della tecnologia come supporto insostituibile nel
nuovo processo penale e, in special modo, in indagini sul fenomeno
mafioso; si tratta quindi di evolvere dottrine di impiego dei materiali
tecnici audio-video al fine di impostare attivit sul territorio che con-
senta di documentare situazioni associative di cui allart. 416-bis; in
particolare vi la necessit di acquisire sistemi integrati che su ba-
se informatica consentano di analizzare ed esporre i dati assunti nel-
la prospettiva dibattimentale.
In riferimento alla strage di Capaci, per esempio, si trasporte-
ranno su piattaforma informatica le circostanze documentate con ser-
vizi di pedinamento, filmati e intercettazioni ambientali, integrando
i dati con la cartografia dei luoghi interessati allattivit.
Ci consentir di visualizzare in aula su uno stesso monitor e
contestualmente i percorsi tracciati dai soggetti indagati, le immagi-
ni filmate sugli obiettivi dinteresse e le conversazioni ambientali svol-
tesi.
Soltanto cos si potr spezzare la compartimentazione che ca-
ratterizza i comportamenti individuali degli appartenenti a Cosa No-
stra ed impedire le frammentazione dellesposizione probatoria nel-
la specifica materia, garantendo lesposizione organica e unitaria di
tematiche associative articolate e complesse con evidenti benefici per
la componente giudicante.
4. La necessit per il P.M. di avvalersi sin dallimmediatezza dei
fatti di consulenti tecnici in grado di preservare le tracce del reato
prima che queste vengano irrimediabilmente disperse da fattori uma-
ni e/o atmosferici.
Nel caso di specie, la mancanza di tale ausilio ha causato una
serie di inconvenienti durante la ricognizione sullarea dellattentato
che si possono cos sintetizzare:
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la raccolta dei reperti da parte di tutti i presenti (Carabinieri,
Polizia ed altri), senza una mappatura dellarea e senza lindividua-
zione dei punti di prelievo e delle relative circostanze, non ha con-
sentito liniziale valorizzazione degli stessi;
la mancata copertura con teli impermeabili del cratere gene-
rato dallesplosione ha consentito allabbondante pioggia, caduta su-
bito dopo, di lavare il terreno asportando buona parte delle specie
esplosive residuate dello scoppio;
la rilevazione del cratere non stata eseguita in modo detta-
gliato per cui sono state omesse alcune quote dello stesso;
non era stato individuato un responsabile dellarea dellatten-
tato cui i consulenti potessero far riferimento per organizzare ra-
zionalmente la ricerca dei reperti;
troppo presto stata ripristinata la viabilit della carreggiata
demolita;
limpiego di acqua da parte dei vigili del fuoco, per esempio
dopo la strage di via dAmelio, in luogo del CO2, polveri ecc. ha pro-
vocato un dilavamento delle strutture con conseguente asportazione
di residui esplosivi.
5. Il potere-dovere del P.M. di garantire il coordinamento di
tutte le forze investigative interessate alle indagini, coordinamento
che potr essere reso operante e concretamente produttivo soltan-
to con la partecipazione diretta del P.M. che si incontra periodica-
mente con i singoli responsabili delle strutture investigative elabo-
rando ed aggiornando con questi le metodologie dindagine che il
fatto richiede.
Nel caso di specie e avuto riguardo alla complessit delle inve-
stigazioni, si son volute coinvolgere tutte le forze di polizia (Dire-
zione Investigativa Antimafia, Carabinieri, Polizia di Stato) avendo
costituito luccisione del dr. FALCONE, nella sua inaudita gravit un
problema di carattere nazionale.
6. Limportanza fondamentale e lirrinunciabile contributo forni-
to dai collaboratori di giustizia. In tale ottica non devono mai esse-
re sottovalutate le difficolt che discendono e i pericoli che possono
derivare dalluso distorto e improprio dei soggetti collaboranti, qua-
lora manchi nel P.M. la professionalit necessaria per laccostamen-
to ad un tematica cos delicata.
13
Nel caso di specie lapporto indispensabile fornito dallindagine
tecnica c.d. pura nel momento in cui ci si potuti anche avvalere
della collaborazione dei pentiti), ha dimostrato ancora una volta che
soltanto uno studio mirato dei personaggi sul territorio in cui ope-
rano e lanalisi dei circuiti comportamentali, pu costituire un tipo
di prova che viene a integrare ed ampliare le dichiarazioni dei sog-
getti collaboranti e, al tempo stesso, costituire riscontro qualificato
circa la loro attendibilit.
A tale proposito si evidenzia che, nel caso in esame, concretez-
za allattendibilit dei pentiti venuta dallinformatizzazione e dalla
successiva elaborazione dei traffici telefonici di utenze cellulari e fis-
se in uso a tutte le persone ritenute interessanti per le indagini.
Da questa analisi sono stati estrapolati i collegamenti utili per
le investigazioni, che hanno consentito di poter allargare lo spettro
dei soggetti attenzionati.
In concreto, la risultanze documentali di tale attivit sono state
inserite in apposti hardware (macchine) dotati di idoneo software
(programma per macchine) per la gestione della notevole mole di da-
ti (master) acquisiti nel corso di questi ultimi 15 mesi.
Tali dati consistono nei traffici telefonici (destinati ad aumenta-
re) di nr. 195 utenze per un totale di 154 mila conversazioni relati-
ve a circa 17 mila utenze diverse, in riferimento alle quali sono sta-
ti svolti, per ognuna, tutti gli accertamenti di rito (anagrafici, pre-
cedenti penali e di polizia, automezzi in possesso, eventuali attivit
commerciali e di lavoro dipendente, partecipazioni in societ, ac-
certamenti fiscali, nonch eventuale possesso di titoli di polizia ecc.).
Il predetto software specificamente un c.d. data base che vie-
ne gestito da un procedura EXE la quale permette di realizzare le
seguenti funzioni:
traffico in entrata di una o pi utenze;
traffico in uscita di una o pi utenze;
traffico cronologico di una o pi utenze;
esito dei confronti dei traffici relativi ad una o pi utenze pre-
senti in archivio, al fine di evidenziare numeri chiamati o chiaman-
ti a quelle in comune.
Tale tipo di metodologia dindagine non solo si rivelata di fon-
damentale importanza nel procedimento in esame ma verr a porsi
quale patrimonio informativo di eccezionale importanza per tutte le
indagini in tema di criminalit organizzata senza la possibilit di di-
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spersione di un ingente attivit di elaborazione dati che, sicuramen-
te, potr costituire la base di ulteriori spunti investigativi in tema di
indagini collegate come, per esempio, lanalisi comparata tra questi
dati e quelli acquisiti da altre Procure per fatti analoghi (vedi atten-
tati di Roma, Firenze e Milano).
7. La puntuale attenta valutazione nellambito di indagini di sif-
fatta complessit, di depistaggi o di prospettazione di falsi obiet-
tivi che impongono, oggi pi che mai, lelevata professionalit del
P.M. e la necessit, per lo stesso, di valutare il dato non soltanto da
un punto di vista tecnico.
A ci va aggiunta la conseguente imprescindibile specializzazio-
ne del P.M. intesa sia come cognizione intrinseca in termini di fa-
miglie e mandamenti e sia, soprattutto, come studio, analisi e co-
noscenza da fenomeno mafioso nel suo complesso.
Nel caso in esame si illustreranno, sinteticamente, le difficolt
incontrate durante le investigazioni e che, in taluni casi, hanno ral-
lentato e intralciato le stesse:
la divulgazione di notizie stampa palesemente false o rivela-
trici (con notevole danno) di accertamenti in corso;
la prospettazione da parte di esponenti del mondo politico e/o
giornalistico di movimenti del tutto slegati da Cosa Nostra;
la divulgazione da parte degli organi di informazione delle me-
todologie adottate da alcune forze investigative;
il tentativo di delegittimare anche da morto la figura del dr.
FALCONE;
il tentativo di discreditare i collaboratori di giustizia;
il tentativo di delegittimazione, con lausilio dei mezzi di infor-
mazione, di appartenenti alle forze di polizia che attivamente e a
tempo pieno stavano conducendo le indagini.
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LE PRIME INDAGINI: PROBLEMI PROCESSUALI
E METODICHE OPERATIVE PROPOSTI
DA VICENDE GIUDIZIARIE SIGNIFICATIVE (*)
Relatore:
dott. Fausto CARDELLA
sostituto procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di perugia
Sopralluogo
Ha costituito il momento fondamentale delle indagini perch ha
consentito di ritrovare, tra le centinaia di reperti, tre oggetti rivela-
tisi determinanti per la individuazione di alcuni degli autori del rea-
to: un pezzo di motore di autovettura, una targa accartocciata, un
componente di apparecchiatura elettronica.
Tali reperti sono stati analizzati sotto un duplice profilo:
a) Elaborazione Tecnica
I Consulenti Tecnici, con appropriate metodologie, hanno indi-
viduato il tipo di esplosivo, ne hanno determinato la quantit, han-
no ricostruito la dinamica dellagguato, predisponendo una docu-
mentazione fotografica e televisiva che potr essere utilizzata in di-
battimento.
Analoga attivit, supportata da attivit investigativa, stata com-
piuta per verificare e documentare che la presenza delle vittime in
quel luogo ed a quellora era stata preventivamente conosciuta con
16
(*) Questa sintesi si propone di offrire ai partecipanti una traccia degli argo-
menti che verranno trattati nella esposizione orale.
una intercettazione telefonica abusiva, realizzata con mezzi arti-
gianali.
b) Elaborazione investigativa
intercettazioni telefoniche e ambientali mirate al compimento
di specifici atti di investigazione;
tecnologia informatica applicata al reperimento ed alla elaborazio-
ne di dati telefonici, collegamenti e cosiddetti Triangolazioni. Esempio:
si vuol sapere se il soggetto A ha avuto rapporti con il soggetto B.
Si inseriscono i dati telefonici noti di A e quelli di B in computer.
Questi dati, opportunamente elaborati potranno far emergere:
1) che A ha avuto contatti una o pi volte con B, oppure
2) che A non ha avuto contatti con B ma con un terzo sog-
getto, C, che, a sua volta, ha avuto contatti con B;
Accertata la identit di C possibile verificare se esiste un col-
legamento tra A e B.
Tale metodo di indagine utile anche per stabilire dove si tro-
vasse un soggetto ad un data ora di un dato giorno;
indagini dinamiche sul territorio e loro documentazione an-
che ai fini del dibattimento oltre che per lindividuazione di perso-
ne o luoghi;
geografia delle famiglie mafiose.
La conoscenza della composizione e dislocazione delle famiglie
indispensabile per orientarsi nelle indagini di mafia, per verificare
lattendibilit di notizie, per formulare ipotesi investigative, per sag-
giare il grado di conoscenza di talune fonti, ma necessario tenere
presente che non sono noti tutti i componenti della famiglia, che
vi un sostenziale ricambio, nonch una crescita di alcuni di det-
ti componenti.
Collaboratori di giustizia
Contributo fornito nel caso di specie sotto i profili di:
spunto per le indagini;
conferma e riscontro di dati gi acquisiti mediante indagini di-
namiche sul territorio.
17
Problema dei depistaggi
Buona parte di tempo e di attivit investigativa sono stati as-
sorbiti dalla necessit di verificare alcune notizie, apparentemente ri-
levanti, apparentemente gravi, ma rivelatesi, poi, del tutto infondate
e fuorvianti.
Le fonti dei depistaggi di solito sono anonime ma, talvolta, pos-
sono essere anche note.
Non necessariamente il depistaggio frutto di malafede, anzi,
spesso causato dalla buona intenzione di contribuire alla indivi-
duazione degli autori del crimine.
Pluralit di organi investigativi
Per indagini di tale vastit e complessit indispensabile ma
vorrei dire inevitabile il contributo di una pluralit di qualificate
forze investigative.
E necessario, perci, che siano quanto pi chiaramente e rigi-
damente possibile definiti i settori di intervento di ciascuna mediante
deleghe specifiche, articolate e, possibilmente, motivate.
La motivazione delle deleghe particolarmente consigliabile in
procedimenti trattati da magistrati applicati.
Ruolo del p.m.
indispensabile che il potere-dovere di direzione e coordina-
mento delle indagini, attributo dal codice al P.M., sia effettivamente
e concretamente esercitato.
Ci presuppone la professionalit del P.M. ma anche la sua di-
sponibilit e costante reperibilit.
Limpegno del magistrato deve essere massimo per un tempo de-
finito.
Opportunit del potenziamento dellistituto dellapplicazione.
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