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Indice:

Introduzione. 5
1. La vita personale di Alberto Moravia............................................ 6
1. 1. 1907-1929.. 6
1. 2. 1929-1990.. 7
2. La vita professionale di Alberto Moravia.. 8
2. 1. Romanzi 8
2. 2. Racconti 14
2. 3. Teatro 14
2.4. Saggi e scritti di viaggio 14
2. 5. Giornalismo.. 14
3. La noia........................................................................................... 15
3. 1. La trama... 15
3. 2. Dino... 23
3. 3. Cecilia............ 31
3. 4. La madre... 36
3. 5. Balestrieri..37
4. Il ruolo dellerotismo40
Conclusione 43
Bibliografia.45
5
Introduzione:
La presente tesi di laurea si propone di presentare ai lettori uno dei temi
principali trattati nellopera di Alberto Moravia: il tema del sesso, il ruolo dellatto
sessuale nel romanzo prescelto.
Alberto Moravia fu uno scrittore molto prolifico: scrisse numerosi romanzi,
novelle, saggi; si dedicava anche al giornalismo, agli scritti di viaggio e al teatro;
partecip, sia passivamente, sia attivamente agli avvenimenti politici. Nel primo
capitolo viene presentata la sua vita personale, assai lunga e interessante; e nel secondo
capitolo viene presentata la sua vita professionale, abbastanza ricca e varia.
Per il numero grande delle opere letterarie moraviane, fissiamo la nostra
attenzione sopra lopera romanzesca, per essere pi precisi; sopra La noia, uscito nel
1960. Il motivo per cui trattiamo proprio tale romanzo chiariamo ancora pi tardi.
Ci poniamo la domanda che ruolo abbia lerotismo, molto presente nelle opere
dello scrittore, vogliamo sapere perch il romanziere sinteressa al tema del sesso
insieme ai temi dellindifferenza, della noia e del denaro.
Vogliamo analizzare allinterno i personaggi maggiori, i protagonisti relevanti
per largomento; qual la differenza tra i protagonisti, e al contrario, qual il loro
elemento comune; e tramite tale analisi vogliamo ricavare una conclusione, una risposta
alla domanda rappresentata dallargomento della presente tesi di laurea.
Abbiamo scelto il tema trattato per linteresse personale per lo scrittore e per la
sua opera narrativa e, dopo aver letto alcuni romanzi e qualche novella, vogliamo
cercare il motivo e la funzione dellerotismo che attraversa quasi lintera opera dello
scrittore. E anche perch Alberto Moravia ben noto nella Repubblica Ceca grazie alle
traduzioni di tutti i suoi libri, apparse soprattutto negli anni 60. Le sue opere degli anni
70 e 80 sono uscite solo allinizio degli anni 90, non a causa delle analisi socio-
politici, ma proprio a causa dellerotismo bizzarro, ispirato a Freud, che dava fastidio al
regime comunista.



6
1. La vita personale di Alberto Moravia
1. 1. 1907 1929
Alberto Moravia nacque sotto il nome di Alberto Pincherle il 28. 11. 1907 a
Roma in una famiglia borghese benestante.
Il padre, Carlo Pincherle, di Venezia, era architetto
1
e pittore. La madre, Gina de
Marsanich, proveniva da Ancona. Ebbe due sorelle pi anziane di lui, Adriana ed
Elena e nel 1914 nacque il fratello Gastone che mor in guerra. Alberto Moravia
ebbe una prima infanzia normale, ma allet di 9 anni si ammal di tubercolosi ossea
che si prolung fino ai suoi 17 anni (1916 1925).
Tutto questo era peggio che sgradevole, e certamente incise sulla mia
sensibilit in maniera determinante.
2

stato il fatto pi importante della mia vita.
3

A causa della malattia studi irregolarmente e soprattutto a casa. Frequent il
ginnasio Tasso a Roma ma solo per un anno, perch fu costretto a letto.
Limmobilit lo spinse a leggere. Dai classici per esempio Dostojevskij, il quale lo
influenz tanto, poi Manzoni, Joyce, Ariosto, Dante; dai drammatici soprattutto
Goldoni, Molire, Shakespeare; poi dai surrealisti francesi Rimbaud; e non
possiamo dimenticare Freud, gli studi psicanalitici del quale lo influenzarono molto,
tent di ricercare la sua identit psicologica, di fare lautoanalisi.

1
Interessante che Carlo Pincherle (1860 1942) fu larchitetto cha ha progettato lattuale Ambasciata
della Repubblica Ceca a Roma.
2
Cit., Siciliano, Enzo, Moravia, Longanesi, Milano, 1971, p. 23.
3
Cit., Sanguineti, Edoardo, introduzione a Moravia, Alberto, Gli indifferenti, Tascabili Bompiani,
Milano, 1949, p. 35.
7
Per una cura sbagliata il suo stato di salute si aggrav e and a curarsi nel
sanatorio Codivilla a Cortina dAmpezzo dove scrisse i racconti Cortigiana stanca e
Inverno di malato. Nel 1925 lasci il sanatorio e si trasfer per la convalescenza a
Bressanone dove cominci a scrivere il suo primo romanzo Gli indifferenti.
4
Lo
scrisse senza punteggiatura, senza alcun piano preciso.
Durante molti anni avevo letto moltissimi romanzi e opere teatrali. Mi ero convinto che
lapice dellarte fosse la tragedia. Daltra parte mi sentivo pi attratto dalla composizione
romanzesca che da quella teatrale. Cos mi ero messo in mente di scrivere un romanzo che
avesse al tempo stesso le qualit di unopera narrativa e quelle di dramma.
5


Luscita del romanzo caus un grande interesse da parte dei lettori comuni ma
anche da parte della critica, e il suo conflitto con il Fascismo cominci. Delle altre
attivit letterarie parleremo nel capitolo sucessivo.
1. 2. 1929 1990
A causa del regime fascista Moravia, incominci a viaggiare allestero. Dal 1930
al 1931 fu a Londra, nello stesso anno viaggi a Parigi. In Italia la vita peggior, a
causa del regime, allora nel 1934 and negli Stati Uniti, a New York dove trascorse
8 mesi e partecip a conferenze sul romanzo italiano, poi viaggi in Messico, nel
1936 per 2 mesi in Cina e nel 1938 per 6 mesi in Grecia.
Nel 1941 spos Elsa Morante,
6
una scrittrice poverissima e Alberto Moravia
doveva guadagnare, ma era sulla lista della polizia come sovversivo e non poteva

4
Usc presso la casa editrice Alpes, Milano, 1929, a proprie spese.
5
Cit., Moravia, Alberto, Luomo come fine, Bompiani, Milano, 1964, p. 63.
6
Elsa Morante, narratrice italiana, nacque a Roma nel 1912 ed ivi mor nel 1985. Trascorse la sua
infanzia nel popolare quartiere del Testaccio e per tutta la vita disprezzava il mondo borghese e piccolo-
borghese. Negli anni 1935 1940 pubblic una serie di articoli saggistici, nel 1941 usc Le straordinarie
avventure di Caterana qi scritti tra il 1924 ed il 1925, Gioco segreto, racconti morali e psicologici, per
Menzogna e sortilegio uscito nel 1948 ottenne premio Viareggio. Anche lei, come suo marito, tratta il
tema di alienazione del mondo borghese. Nel 1957 usc il romanzo surreale, simbolico e mitico Lisola di
Arturo, per il quale ottenne premio Strega. Nel 1958 pubblic Alibi, raccolta di liriche. Nel 1974 usc il
8
scrivere sotto il suo nome. Dal 1939 vissero sullisola di Capri ad Anacapri ma l8
settembre nel 1943
7
dovettero partire verso Napoli e furono costretti a fuggire sulle
montagne a SantAgata, e fu una esperienza molto importante, la quale Moravia
sfrutt per la sua professione di romanziere.
Nel 1952 tutti i suoi libri furono messi allindice dal SantUffizio.
Dopo lera di neorealismo italiano venne la crisi culturale e nel 1962 anche la
crisi con Elsa Morante. Moravia incontr la giovane scrittrice Dacia Maraini, fecero
numerosi viaggi allestero, p. e.: in Russia, in Cina, in Corea, in Giappone, in India e
in Africa.
Il 27. gennaio nel 1986 Moravia spos Carmen Llera, giovane spagnola,
impiegata presso la Bompiani.
Il 26. settembre nel 1990 Alberto Moravia mor nella sua casa romana.

2. La vita professionale di Alberto Moravia
Il secondo capitolo vuole presentare ai lettori le attivit dello scrittore, per a
causa del numero immenso delle sue opere
8
, solo in breve e solo quelle pi
importanti per largomento della tesi.
2. 1. Romanzi
Gli indifferenti, il romanzo uscito nel 1929, il primo romanzo, che rese famoso
il nome di Moravia, e nello stesso tempo il pi apprezzato dai critici. Si tratta

romanzo neorealista La storia, nel 1982 il romanzo famigliare Aracoeli. Cfr.: Ghidetti, Enrico, Dizionario
critico della letteratura italiana del Novecento, Editori Riuniti, Roma, 1997.
7
L8 settembre venne annunciato larmistizio con gli alleati; firmato il 3 settembre.
8
18 romanzi, 18 raccolte di racconti, 7 testi teatrali, 4 scritti di viaggio e molte raccolte di saggi.
9
dellanalisi di una famiglia borghese romana e dellindifferenza dei protagonisti.
Moravia espresse il suo odio verso il mondo borghese da cui lui stesso proveniva.
I personaggi principali sono cinque e ognuno rappresenta un tipo diverso di
indifferenza; Mariagrazia, la madre, indifferente rispetto agli eventi attorno a lei, un
simbolo dello snobismo, della borghesia corrotta e superficiale. Non capisce che non
pi bella, n giovane, n ricca, non saccorge che il suo amante la tradisce con la
figlia Carla della quale. Mariagrazia non vuole sapere della povert, solo del
divertimento. Leo Merumeci, luomo daffari, un simbolo degocentrismo, della
borghesia corrotta, della libidine superficiale. Sinteressa solo del sesso e del
denaro, allora rovina economicamente la sua amante Mariagrazia e comincia
unavventura con Carla. Carla, vuole cominciare una vita nuova diventando
lamante di Leo ma, naturalmente, non ci riesce. Michele, il fratello di Carla,
indifferente nei suoi sentimenti; non riesce ad amare neanche a odiare, tenta di
rivoltarsi ma anche lui non ci riesce. Lisa unamica di famiglia, lex amante di
Leo, innamorata di Michele. Vuole di nuovo diventare giovane con lui. Lisa
rappresenta il tentativo fallito di Michele di smettere di essere indifferente.
Gli indifferenti ci mostrano il declino della borghesia del tempo, lultima perdita
della sua nobilt, la superficialit, il rapporto tra il denaro e il sesso in cui si
definiscono tutti i personaggi protagonisti.
Il tema principale, che traversa tutte le attivit letterarie dellautore lincapacit
delluomo di trovare il senso dellesistenza, di vivere una vita normale, mantenere
un sincero autentico rapporto amoroso.
10
Ne Gli indifferenti e in generale in Moravia la realt agisce secondo meccanismi
elementari di stimolo e risposta. Se qualcosa decide Carla, assecondare prontamente i
disegni di Leo. Il modello a cui vien fatto di pensare non sociologico e psicologico, ma
biologico. I personaggi non fanno scelte; non sono agenti: su loro agiscono determinazioni
interne come il sesso o esterne come il denaro escludendo ogni margine di
autonomia, e quindi ogni possibilit di dramma. Quello che accade doveva accadere.
Nessuna trasformazione ha luogo nel personaggio.
9


Le ambizioni sbagliate: il romanzo uscito nel 1935. Si tratta della critica del
costume borghese e della societ nel secondo decennio del regime fascista, per
poco riuscita.
Ho lavorato 6 anni a Le ambizioni sbagliate ha detto Moravia forse non
dovevo scrivere niente.
10

Dalla trama della vicenda appare chiara la determinazione di Moravia di affidare
allintreccio la sostanza di una critica sociale che risulta per viziata dalla eccessiva
preoccupazione della concatenazione esterna dei fatti, da una programmaticit che
costituisce la struttura vera e propria dellopera, ma che alla resa espressiva ha scoperto
definitivamente i limiti costanti della narrativa moraviana.
11


La mascherata, un romanzo uscito nel 1941, in cui Moravia critic il regime
fascista
12
. Ma purtroppo lo scopo satirico del romanzo, a causa del quale Moravia
doveva scrivere sotto lo pseudonimo Pseudo, fall per troppe svolte nella trama.
Agostino, il primo dei romanzi brevi, uscito nel 1945 e si tratta dellanalisi
psicologica di un ragazzo borghese che sta maturando e non riesce a inserirsi tra i
ragazzi proletari tra i quali cerca la sua identit.
Lestraneit diventa in lui coscienza della propria esclusione in un mondo che
lo umilia di continuo e in cui dominano solo le leggi della forza, del sesso e del
denaro.
13


9
Cit., Guglielmi, Guido, La prosa italiana del Novecento, Einaudi, Torino, 1998, p. 30.
10
Cit., Siciliano, Enzo, Moravia, Longanesi, Milano, 1971, p. 41.
11
Cit., Pandini, Giancarlo, Invito alla lettura di Alberto Moravia, Mursia, Milano, 1973-1977, p. 67.
12
Il protagonista, un dittatore centroamericano fu ispirato a Musolini.
11
Tipico di Moravia che la iniziazione sessuale legata allincontro con unaltra
realt sociale.
La Romana, il romanzo neorealistico del 1947, con la protagonista Adriana che
proviene dal popolo e a causa delle circostanze comincia a prostituirsi.
La disubbidienza un altro romanzo breve, uscito nel 1949, che critica la societ
borghese. Il protagonista, il giovane borghese Luca, si rassegna a tutto ci che
amava, anche alla sua vita. La novit che Luca vuole vivere pienamente la sua
estraneit, non solo accettarla, subirla. La svolta comincia con liniziazione sessuale
con uninfermiera pi vecchia di lui.
Lamore coniugale, il terzo romanzo breve, uscito nel 1949. Il protagonista, lo
scrittore Silvio, sta scrivendo un romanzo sul proprio amore coniugale. Per poter
concentrarsi sul romanzo, ha smesso di fare lamore con la sua amata moglie. Ma
poi ha saputo che il romanzo non riuscito e la moglie lo tradisce con un barbiere.
Con Il conformista, romanzo del 1951, si ritorna nel periodo fascista. Il
protagonista Marcello, crudele fin dallinfanzia, per essere normale si integra nel
fascismo e uccide per essere come gli altri. Dopo la caduta del regime avverte che
vive in un mondo delle menzogne dal quale non possibile scappare.
Il disprezzo, uscito nel 1954, fu scritto a causa della crisi coniugale con Elsa
Morante. Il protagonista, il critico cinematografico Riccardo, per guadagnare pi
soldi e quindi accontentare sua moglie, diventa sceneggiatore ma poi saccorge che
il denaro ha causato il fallimento di ogni tentativo di comunicazione con la moglie
che lo disprezza.

13
Cit., Luperini, Romano, Il Novecento, apparati ideologici, ceto intellettuale, sistemi formali nella
letteratura italiana contemporanea, Loescher editore, Torino, 1985, p. 522.
12
La ciociara, romanzo uscito nel 1957, rispecchia lesperienza personale di
Moravia relativa alla seconda guerra mondiale. lultimo romanzo in cui i
protagonisti appartengono al popolo che non hanno nessun problema con la
communicazione con il mondo come i protagonisti borghesi. Due donne, figlia e
madre, scappate da Roma verso le montagne di Ciociaria, sono sottoposte a due tipi
di violenza; uno la guerra e laltro lo stupro della figlia durante il ritorno, alla
fine della guerra, nella vita normale. Tale trauma da linizio al solito meccanismo
autodistruttivo moraviano; come se il sesso fosse lunica possibilit di contatto con
la vita.
Lattenzione del 1965 la storia di un giornalista che decide di aprire gli occhi,
cio dessere attento, sulle cose che si svolgono intorno a lui. Ha sposato una donna
del popolo che gli sembrava autentica per ha smesso di amarla subito dopo il
matrimonio quando diventata una signora qualunque.
Io e lui, romanzo del 1971, la libera continuazione tematica di Lamore
coniugale. Il protagonista, il regista Rico, lascia la moglie per poter lavorare in pace
e senza sesso su un film.
Lassunto freudiano [...] si snoda attraverso la teoria della sublimazione, per la quale
le pulsioni sessuali sono deviate dal loro corso naturale verso una meta non sessuale, verso
unattivit (artistica, intellettuale, creativa) socialmente valorizzata, con un forte ritiro
della libido sullIo, che rende possibile la desessualizzazione.
14


Ma personificazione del suo membro grande parlante lo disturba e gli impedisce
di concentrarsi. Il fallimento della sublimazione e del film lo salva dal fallimento
della sua dissociazione e Rico torna a casa.

14
Cit., Pandini, Giancarlo, Invito alla lettura di Alberto Moravia, Mursia, Milano, 1973-1977, p. 108.
13
La vita interiore, romanzo del 1978, come una summa dei temi moraviani.
La protagonista Desideria proviene dalla borghesia e vuole liberarsi dalla classe
prostituendosi, facendo sesso di gruppo, partecipando al terrorismo, ascoltando la
propria Voce interiore, la proiezione del super-ego freudiano, che dirige il suo
comportamento.
Luomo che guarda, romanzo uscito nel 1985, di nuovo riprende il tema della
borghesia e il rapporto con la realt. I protagonisti, un padre e un figlio, amano la
stessa donna, la moglie di questultimo. Il figlio, il cui rapporto con la realt
abbastanza passivo, un voyeur e vede sua moglie come una madonna innocente;
invece il padre, che ha il rapporto con la realt attivo, un esibizionista, vede nella
moglie di suo figlio la sua animalit.
Il viaggio a Roma, romanzo del 1988, riprende il tema della crisi di una famiglia
borghese. Il romanzo pieno di immagini freudiane.
La donna leopardo, romanzo uscito postumo nel 1991, di nuovo tratta il tema
delluomo-voyeur e della donna-realt.
Bisogna constatare che gli ultimi romanzi moraviani non portano pi niente di
nuovo, il romanziere solo riprende i suoi temi maggiori e meccanicamente li
inserisce in trama del romanzo. Anche lerotismo non pi pieno di desiderio, di
piacere e di mistero.




14
2.2. Racconti
Il tema della presente tesi tratta i romanzi di Alberto Moravia, allora solamente
elenchiamo le altre attivit dellautore. In tale parte del capitolo elenchiamo le
raccolte dei racconti, che in maggior parte trattano i temi uguali ai romanzi.
La bella vita (1935), Limbroglio (1937), I sogni del pigro (1940), Lamante
infelice (1943), Lepidemia (1944), Due cortigiane (1945), Racconti romani (1954),
Nuovi racconti romani (1959), Lautoma (1962), Una cosa una cosa (1967), Il
paradiso (1970), Boh (1976), Cosma e briganti (1980), La donna nella casa del
doganiere (1981) Racconti surrealistici e satirici (1982), La cosa (1983).
15

2. 3. Teatro
Beatrice Cenci (1958), La mascherata (1958), Il mondo quello che (1966), Il
dio Kurt (1969), La vita gioco (1969), Langelo dellinformazione e altri testi
teatrali (1986).
16

2. 4. Saggi e scritti di viaggio
La speranza (1944), Franco Gentilini (1952), Un mese in URSS (1958), Luomo
come fine (1963), La rivoluzione culturale in Cina (1967), A quale trib appartieni?
(1972), Al cinema (1975), Impegno controvoglia (1980), Lettere dal Sahara (1981),
Inverno nucleare (1986), Passeggiate africane (1993).
17

2. 5. Giornalismo
Alberto Moravia collabor intensamente a molti giornali, sia maggiori, sia
minori, e a riviste dove pubblicava i suoi racconti, saggi e opinioni.

15
Cfr.: Ghidetti, Enrico, Luti, Giorgio, Dizionario critico della letteratura italiana del Novecento, Editori
Riuniti, Roma, 1997, pp. 525-526.
16
Cfr.: Ivi, p. 526.
17
Cfr.: Ivi, p. 526.
15
Nel 1929 incontr Corrado Alvaro
18
e cominci a collaborare alla rivista 900
dove pubblicava i suoi racconti. Nello stesso anno cominci a collaborare al
giornale Interplanetario, nel 1930 a Pegaso, dal 1938 faceva il segretario di
redazione presso la rivista Prospettive e collabor a La Stampa e alla Gazzetta del
Popolo. Nel 1943 inizi una intensa collaborazione a Il Mondo, a LEuropeo e al
Corriere della Sera, per il quale scriveva le corrispondenze giornalistiche
dallestero. Nel 1953 fond la rivista Nuovi argomenti dove pubblic i suoi saggi e
dove pubblicavano anche altri scrittori come p. es. Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini
ecc. Nel 1957 collabor a LEspresso dove curava una rubrica di critica
cinematografica.
Nel 1984 fu eletto deputato del Parlamento Europeo come indipendente delle
liste del PCI e da Strasburgo cominci a scrivere Diario europeo pubblicato sul
Corriere della Sera.
19


3. La noia
La noia un romanzo del 1960.
3. 1. La trama
Il romanzo comincia con un prologo, in cui il protagonista, il pittore Dino,
spiega come abbia smesso di dipingere; lacer la tela del quadro su cui lavorava da due
mesi, con un coltello. Dino, soffriva, e aveva sofferto da sempre, della noia, ma solo
quando era gi adulto, aveva trentacinque anni, poteva spiegarsi, che cosa era
precisamente la noia della cui soffriva.

18
Alvaro, Corrado, 1895-1956, lo scrittore a lamico di Alberto Moravia.
19
Cfr.: Pandini, Giancarlo, Invito alla lettura di Alberto Moravia, Mursia, Milano, 1973-1977, pp. 8-25.
16
Per molti la noia il contrario del divertimento; e divertimento distrazione,
dimenticanza. Per me, invece, la noia non il contrario del divertimento; potrei dire, anzi,
addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca
distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me
propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsit della realt.
20


Gi da dieci anni abitava da solo, in uno studio dove dipingeva ma gli ultimi sei
mesi si annoiava a dipingere.
...sentivo che i miei quadri non mi consentivano di esprimermi, ossia di illudermi di
avere un rapporto con le cose, cio, in una parola sola, non mi impedivano di annoiarmi. Ora, in
fondo, io avevo cominciato a dipingere proprio per fuggire alla noia. Se continuavo ad
annoiarmi, perch allora dipingere?
21


Erano gi dieci anni che aveva lasciato la villa di sua madre credendo che si
annoiava perch era ricco. Odiava la villa e la madre ma sempre accettava un po di
soldi al mese da lei. Avevano stabilito un certo rapporto tra loro e Dino andava a
visitarla una volta al mese. Ci venne anche nel giorno del suo compleanno e annunci
alla madre che non dipingeva pi allora lo studio non gli serviva pi e torn a vivere
con lei come sempre voleva. Per la madre non parlava che di come erano ricchi e che
Dino doveva interessarsi degli affari familiari e gli regal una macchina carissima e
Dino cap che non gli era pi possibile vivere con lei e dopo la colazione scapp dalla
villa nella sua vecchia macchina. La mattina dopo cera molta gente nella casa dove si
trovava il suo studio. Era morto un suo vicino Balestrieri, un vecchio pittore ed
erotomane che Dino aveva conosciuto solo di vista. Era morto facendo lamore con la
sua giovane amante, la modella Cecilia. Dino la incontr nel corridoio, non sembrava
triste affatto, sorrise a Dino ma lui non amava avventure facili e amava le donne fatte e
Cecilia pareva una ragazza di quindici anni per cominciarono a vedersi regolarmente,

20
Cit., Moravia, Alberto, La noia, Bompiani, Milano, 1960, p. 7.
21
Cit., ivi, p. 19.
17
sempre alla stessa ora, gli incontri duravano lo stesso tempo e si svolgevano allo stesso
modo; facevano lamore. Secondo Dino, Cecilia aveva il carattere insignificante, si
annoiava con lei e non poteva capire come mai Cecilia era stata cos amata da
Balestrieri o da qualsiasi persona.
<<Tu non sei una donna che possa ispirare una passione di questo genere,
almeno cos mi sembra.>> <<Sembra anche a me.>>
22

Dino le faceva delle inteviste in maggior parte sul loro rapporto con Balestrieri
ma Cecilia non era capace di spiegare niente.
Cecilia dava continuamente limpressione non tanto di mentire quanto di non
essere capace di dire la verit; e questo non perch fosse bugiarda ma perch dire la
verit sarebbe stato gi avere un rapporto con qualche cosa e lei non pareva aver
rapporti con niente.
23


Dino si decise di lasciare Cecilia perch si annoiava con lei, era convinto che la
possedeva completamente che lei lamava e faceva sempre quello che lui voleva, allora
dopo due mesi and dalla madre, prese i soldi per comprare una borsa per Cecilia come
laddio. Ma tale giorno, in cui voleva lasciarla, Cecilia non venne allappuntamento
anche se era stata sempre puntualissima.
Compresi che, mentre finora Cecilia, come ho gi detto, non era stata niente per
me, il suo ritardo la faceva diventare qualche cosa.
24

Non chiam, neanche la mattina dopo e Dino cominci a dubitare se Cecilia
lamava come aveva pensato. Cecilia divent reale e Dino cercava di non pensare a ci
perch sempre voleva lasciarla. Lei chiam solo il pomeriggio che si sarebbero visti alla
solita ora e che il giorno prima aveva avuto da fare. Dino and fuori e per caso incontr

22
Cit., ivi, p. 114.
23
Cit., ivi, p. 113.
24
Cit., ivi, pp. 143-144.
18
Cecilia; la seguiva e vide come si incontr con un uomo che le compr un mazzo di
viole.
...improvisamente mi ero accorto che mai mi era sembrata cos reale come
adesso che avevo intenzione di separarmi da lei;
25

Dino ne soffr, divenne geloso.
Capivo infatti che, fino a quando avessi sofferto, non avrei potuto separarmi da Cecilia
come tuttora desideravo. E capivo pure che con Cecilia non potevo che annoiarmi o soffrire:
finora mi ero annoiato e avevo desiderato, di consequenza, di lasciarla; adesso soffrivo e sentivo
che non avrei potuto lasciarla finch non mi fossi di nuovo annoiato.
26


Poi Dino cap che non era successo niente e che Cecilia non lo tradiva e che era
sempre noiosa e irreale: perci voleva lasciarla. Ma quando Cecilia venne nello studio
disse che non si potevano pi vedere ogni giorno ma solo due volte la settimana perch
in casa sua brontolavano che prendeva lezioni di disegno da un uomo di trantacinque
anni, non di sessantacinque anni come nel caso di Balestrieri, e Dino sentiva che non
voleva lasciarla e non gli bastavano le visite due volte la settimana. Prima non la
credette, pensava che fosse cos a causa delluomo, lattore Luciani, con cui, Dino,
laveva vista e con cui Cecilia lo tradiva, ma Cecilia cambi opinione che potevano
vedersi ogni giorno per dovevano fare attenzione ai genitori. Di nuovo divent noiosa
ma da quel giorno tutto cambi:
Di solito il possesso fisico non era che la ripetizione di un possesso mentale
precedente, ossia confermava la noia che mi rendeva Cecilia irreale e assurda. Ma questa volta,
come sentii subito, il possesso pareva confermare, invece, la mia incapacit di possederla
davvero: per quanto la malmenassi, la stringessi, la mordessi e la penetrassi, io non possedevo
Cecilia e lei era altrove, chiss dove.
27



25
Cit., ivi, p. 154.
26
Cit., ivi, p. 157.
27
Cit., ivi, p. 168.
19
Da quel giorno voleva sapere tutto di lei perch prima aveva creduto di sapere
tutto possedendola attraverso il rapporto amoroso. And a vedere i suoi genitori. Si
parlava anche di Balestrieri. Il padre di Cecilia, molto malato, non aveva voluto bene a
Balestrieri perch sapeva del loro rapporto. Cecilia aveva proposto a Balestrieri di fare
la corte alla mamma per nascondere la loro relazione ma il padre li aveva visti che si
erano baciati ma la madre non ci aveva creduto. Forse perch Balestrieri gli aveva
aiutato. Poi i genitori se ne andarono e Dino voleva sapere se si sarebbero visti il
pomeriggio. Cecilia non lo sapeva perch doveva chiamare un produttore. Dino non ci
credeva, pensava che lo tradiva con Luciani. Dino cominci a spiarla ma non ci
riusciva, non era capace a riflettere chiaramente, non vide mai Cecilia come usciva dalla
casa di Luciani. Da Cecilia sapeva che anche Balestrieri laveva spiata, si era rivolto
anche a unagenzia professionale. Dino si sentiva in un certo senso collegato con la
situazione di Balestrieri, anche lui aveva sentito unossessione per Cecilia per al
contrario, Dino non riusciva a dipingere.
La tela era vuota, pensai ancora confusamente, perch Cecilia mi sfuggiva; la mente
era vuota perch la realt mi sfuggiva. Realt e Cecilia erano le due parole che sempre pi
fiocamente mi echeggiavano nella testa; evocando due operazioni diverse che, per, sentivo
collegate da un nesso indubitabile. Mi pareva di capire che il nesso era la smania di possedere e
che tutte e due le operazioni naufragavano nellimpossibilit del possesso.
28


Una volta veramente vide Cecilia uscire insieme a Luciani da casa sua e prov
quasi lo svenimento anche se aveva immaginato tale situazione mille volte. Dino voleva
sapere tutto di Cecilia e Luciani. Voleva averla solo per s allora Cecilia non voleva
incontrarsi pi per Dino le offr ventimila lire e facevano lamore. Poi Cecilia voleva
sapere se Dino voleva continuare nel loro rapporto anche se non era lunico amante e

28
Cit., ivi, p. 239.
20
doveva fare a met con Luciani. Cecilia amava tutti e due e voleva continuare. Anche
Dino lo voleva.
Ricordavo tutte le volte che avevo dato del denaro a delle prostitute e mi dicevo che se
Cecilia era davvero venale, alla fine avrei provato per lei lo stesso sentimento che provavo per
quelle donne che le avevo pagate: un senso di possesso scontato e sovrabbondante, di riduzione
della persona che aveva ricevuto il denaro ad oggetto inanimato, di svalutazione completa
dovuta, appunto, alla valutazione mercenaria. Da questo alla noia che mi avrebbe liberato di
Cecilia e del mio amore per lei, non cera che un passo. Era certamente una maniera avvilente di
possedere, cos per chi era posseduto come per chi possedeva; e avrei senza dubbio preferito un
altro genere di possesso che mi avrebbe permesso di separarmi da Cecilia come da qualche cosa
che ormai conoscevo troppo bene, ma non disprezzavo; ma io dovevo ad ogni costo placare la
mia angoscia. S, preferivo sempre Cecilia mercenaria piuttosto che misteriosa; poich saperla
mercenaria mi avrebbe dato un senso di possesso che il mistero mi negava.
29


Ma Cecilia si comportava sempre nello stesso modo anche se ricevette
cinquemila o trentamila lire anche quando non ottenne niente. E al contrario, anche se
ricevette i soldi non voleva fare lamore. Su tale comportamento cadde lintenzione di
Dino di possedere Cecilia attraverso il denaro. Cecilia non guardava ai soldi, le bastava
un poco. Dino dovette andare dalla madre per i soldi. Lei gli offr tutto se volesse
abitare con lei. Anche lei voleva possedre Dino attraverso il denaro. Ma tutti e due non
ci riuscivano.
...Cecilia mi sfuggiva nella misura stessa in cui la pagavo; e pi la pagavo, meno mi
pareva che fosse mia. Daltra parte, adesso, allangoscia di non possederla, si aggiungeva
langoscia di sospettare che, forse, lei si lasciava possedere dal mio rivale. Sempre pi, infatti,
mi tormentava il pensiero che Luciani riuscisse a possedere sul serio Cecilia e proprio attraverso
quel semplice atto sessuale che per me si era rivelato tanto insufficiente. Temevo, insomma, che
lattore, meno intellettuale e pi istintivo di me, fosse riuscito l dove invece io ero fallito.
30


Luciani era disoccupato e Cecilia spesso gli dava i soldi ricevuti da Dino. Dino
sempre di pi sentiva una certa somiglianza tra il suo rapporto con Cecilia con quello di
Balestrieri con lei. E tale sentimento aument dopo lincontro della moglie di
Balestrieri. Anche Balestrieri aveva dato tutti i loro soldi a Cecilia che li aveva spesi con

29
Cit., ivi, p. 253.
30
Cit., ivi, p. 269.
21
un altro, un certo Tony. Lei sapeva anche che Cecilia era lamante di Dino e gli disse di
fare attenzione con lei. Tony era stato il fidanzato di Cecilia. Erano stati fidanzati dai
suoi quattordici anni, un anno prima di conoscere Balestrieri. Balestrieri non era stato
geloso di Tony. Aveva saputo che aveva dato i soldi anche a lui. Si era sentito
superiore;
Come con me, insomma, Cecilia, era riuscita, distinto, a tener separati i due mondi del
denaro e dellamore. Balestrieri ed io avremmo potuto certo affermare che le avevamo dato del
denaro; ma lei, del canto suo, avrebbe potuto sempre dimostrare che non era stata pagata. E la
mia condotta con Cecilia tendeva sempre pi ad assomigliare a quella di Balestrieri; con questa
differenza, per, che il vecchio pittore era andato pi in fondo di me. In compenso, la mia follia
era maggiore della sua; perch lui non aveva avuto alcun predecessore a fargli da specchio, e
cos, si poteva quasi capire che non si fosse fermato. Io, invece, avevo lui ad avvertirmi ad ogni
passo di quello che rischiavo, e ciononostante ripetevo i suoi stessi errori, e, anzi, quasi mi
compiacevo di commetterli.
31


Anche Dino cercava di non essere geloso di Luciani. Cecilia lo vedeva ogni
giorno ma Dino si consolava che Luciani non sapeva di lui e che Cecilia gli dava i suoi
soldi; allora Cecilia tradiva Luciani non lui ma quando cera un altro amante non poteva
possederla completamente. Cecilia credeva che a Dino non desse fastidio che aveva un
altro amante e parlava liberamente di lui, non nascondeva morsi da Luciani o macchie
sul vestito;
Ma soffrivo. E, pian piano, attraverso la sofferenza, si fece finalmente strada in me
unidea estrema che mi stupii di non avere avuto prima: forse la sola maniera di liberarmi di
Cecilia, ossia di possederla davvero, e, conseguentemente, annoiarmi di lei, era sposarla. Non
ero riuscito ad annoiarmi di Cecilia avendola per amante, ero quasi sicuro che mi sarei annoiato
di lei una volta che fosse diventata mia moglie.
32


Immaginava come, con i bambini, nella villa insieme a sua madre e alla sua
societ avrebbe cominciato ad annoiarsi con Cecilia. Un giorno fece con Cecilia una
gita e disse che voleva sposarla e farla signora e mamma. Cecilia voleva pensarci un

31
Cit., ivi, p. 290.
32
Cit., ivi, p. 293.
22
po. Parlava della noia. Lei, fino a dodici anni, aveva vissuto tra le monache, la
religione, le preghiere e si annoiava ma non era capace di spiegare che cosa era la noia.
Dino, al contrario, lo sapeva benissimoe disse tra s:
La noia linterruzione di ogni rapporto. E io voglio sposarti per annoiarmi di
te, per non soffrire pi, per non amarti pi e, insomma, far s che tu per me non esista
pi, proprio come per te non esistono la religione e tante altre cose;
33

Andarono dalla madre di Dino, le mostrava tutto ci che avrebbe potuto essere
loro. Ma Cecilia non voleva sposarlo. Per lei andava bene cos. Non voleva lasciare
Luciani, anche se era sposato, voleva essere libera e il giorno dopo sarebbe partita con
Luciani per Ponza per due settimane. Dino le offr un mezzo milione di lire perch non
andasse a Ponza ma lei voleva solo ventimila lire per la gita con Luciani. Dino
finalmente cap che non poteva possedere Cecilia neanche attraverso il denaro.
...nel nostro rapporto, era lei a possedermi ed io ad essere posseduto,
34

Dino si arrabbi e la strinse il collo ma poi laccompagn a casa. Sedeva nella
macchina davanti alla sua casa ma poi la voleva ancora vedere ma Cecilia era gi uscita
con una valigia, and da Luciani. La sua mamma piangeva perch Cecilia se ne and
anche se il padre stava morendo. Disse che Cecilia non era affezionata a nessuno. Dino
allora and da Luciani ma non cerano pi. Inconsapevolmente chiam una ruffiana
che voleva una ragazza. Credeva, impazzito, che fosse Cecilia.
...pensai che la ragazza che adesso mi accingevo a visitare era il contrario giusto di
Cecilia: essa era a mia completa disposizione per una somma di denaro e io lavrei posseduta
intieramente, senza margini di autonomia e di mistero, grazie, appunto, a quel denaro.
35


33
Cit., ivi, p. 309.
34
Cit., ivi, p. 330.
35
Cit., ivi, p. 338.
23
Dino era in stato danimo furente, scapp via dalla ragazza che non era Cecilia,
and in macchina e pensava alla morte. Non era stato capace di uccidere Cecilia, allora
decise di uccidere se stesso come un disperatamente innamorato qualsiasi. Ma proprio
tale banalit della sua situazione gli ispir una rabbia distruttiva e sorpassando un
camion diresse la macchina contro un platano.
Moravia conclude il romanzo con un epilogo, in cui Dino, trovandosi in una
clinica e guardando e contemplando un cedro del Libano, provava un sentimento di
disperazione totale, ma calma. Aveva dimostrato a se stesso che non voleva pi vivere
come era vissuto e che aveva preferito di morire. Non voleva pi possedere Cecilia, non
voleva pi annoiarsi, voleva provare dipingere di nuovo ma dentro la clinica, quando
Cecilia era lontano, non sapeva se la crisi era finita e se cera davvero un nesso tra il
rapporto con Cecilia o no. Doveva aspettare che tornasse.
Mi domandai se per caso, rinunziando a Cecilia, avessi anche cessato di amarla, di
provare cio per lei quel sentimento sempre illuso e sempre deluso che avevo provato finora e
che, in mancanza di termini pi appropriati, dovevo pure chiamare amore. Mi accorsi che quel
genere di amore era morto; ma che lamavo lo stesso, per di un amore nuovo e diverso.
Questamore poteva accompagnarsi con il rapporto fisico, ma non ne dipendeva e, in certo
modo, non ne aveva bisogno. Quando Cecilia fosse tornata, avremmo ripreso i nostri rapporti di
un tempo oppure non li avremmo ripresi; ma io, in tutti i casi, non avrei cessato di amarla.
36


3. 2. Dino
In tale parte del capitolo cerchiamo di fare unanalisi del protagonista principale.
Vogliamo scoprire la sua psicologia, lo sviluppo dello stato danimo.
Dino aveva 35 anni e era pittore e raccontava la storia in prima persona.
Era figlio unico, cresceva solo con presenza di sua madre o meglio, del suo
denaro.

36
Cit., ivi, p. 346.
24
Sono nato nel 1920, la mia adolescenza pass, dunque, sotto linsegna nera del
fascismo, ossia di un regime politico che aveva eretto a sistema lincomunicabilit cos del
dittatore con le masse come dei singoli cittadini fra di loro e con il dittatore. La noia, che
mancanza di rapporti con le cose, durante tutto il fascismo era nellaria stessa che si respirava; a
questa noia sociale, bisogna aggiungre la noia dellottusa urgenza sessuale che, come avviene a
quellet, mimpediva di comunicare con quelle stesse donne con le quali credevo di sfogarla.
37


Per quel che riguarda laspetto fisico, Dino era alto, atletico, con gli occhi
azzurri, calvo e non proprio bello. Si vestiva sempre come un pittore di poco successo
perch abitava in un quartiere popolare e non voleva essere considerato un borghese e
anche perch lui infatti proveniva dalla borghesia e voleva liberarsi dalla classe sociale.
Prese a odiare sua madre credendo che si annoiava perch era ricco. Sentiva un
sospetto ossessivo che ci fosse un nesso tra la noia, di che soffriva fin dallinfanzia, e il
denaro. Si trasfer dalla madre in uno studio dove dipingeva perch allinizio la pittura
gli sembrava una soluzione di noia costringendolo a guardare le cose, cio, avere un
rapporto con esse, con la realt. Ma presto avvertiva che non funzionava cos e sapeva
che era a causa del suo essere borghese, della famiglia ricca, e, soprattutto, della madre
che lo teneva con s grazie al denaro.
Riconobbi nel mio animo il costernato orrore che mi assaliva ogni volta che andavo a
visitare mia madre. Un orrore come di chi si accinga a commetere un atto contro natura, quasi
che imboccando il viale, fossi in realt rientrato nel ventre che mi aveva partorito.
38


Dal brano possiamo riconoscere che la fuga via dalla villa di sua madre non era
fuga da una classe sociale ma proprio dal rapporto morboso con la madre. Dunque,
Dino sapeva benissimo, come spesso i personaggi di Moravia, la sua condizione,
conosceva le cause ma non sapeva come uscirne.
Il taglio sulla tela, la prima scena del romanzo, con cui smise di dipingere,
esprimeva la sua impotenza creativa, limpossibilit di dipingere nel quadro la realt

37
Cit., ivi, pp. 11-12.
38
Cit., ivi, p. 25.
25
circostante. Il rapporto tra la realt e Dino era tutto di inerzia, di abulia. E tale rapporto
sembrava proteggere Dino dai guai della vita normale ma in effetti gli impediva di
avere un rapporto normale con il mondo. Tale rapporto si verificava e peggiorava
quando conobbe Cecilia. Prima non capiva come Balestrieri aveva potuto provare quasi
ossessione per lei, Dino non voleva avere alcun rapporto amoroso con lei neanche
cominciare unavventura sessuale.
lei si offre a me come si offre qualsiasi oggetto. Prendiamo un esempio materiale:
quel bicchiere, l sulla tavola non ha degli occhi belli come i suoi, n quel seno magnifico n
quei fianchi rotondi, se accettassi la sua offerta non mi bacerebbe n abbraccerebbe, eppure si
offre n pi n meno di lei. Si offre, dico, senza pudore, senza reserve, senza malizia, senza
calcoli, proprio come lei. E io debbo rifiutarlo, come rifiuto lei, perch, come lei, quel bicchiere
niente per me.
39


Se non provo niente per lei, cio non ho rapporti con lei, come potrei far
lamore? Sarebbe un atto meccanico, esterno, del tutto inutile e del tutto noioso.
40

Per Dino e Cecilia diventarono amanti. Nei due mesi successivi si vedevano
ogni giorno, Cecilia veniva, facevano lamore e poi Cecilia se ne andava. E Dino si
annoiava;
non era Cecilia che era noiosa, ero io che mi annoiavo, pur riconoscendo in cuor mio
che avrei potuto benissimo non annoiarmi se, per qualche miracolo, fossi riuscito a rendere pi
reale il mio rapporto con lei che sentivo, invece, allentarsi e vanificarsi ogni giorno di pi.
41


Dino voleva di separarsi da Cecilia. Non voleva amarla e credeva che lei fosse
innamorata di lui perch gli permetteva di disporre del suo corpo quanto voleva, ogni
volta che voleva e in tutti i modi che voleva. Dino credeva che la possedesse
42

completamente e di non amarla affatto. Tale sentimento rimaneva fino a quando Cecilia

39
Cit., ivi, pp. 98-99.
40
Cit., ivi, p.100.
41
Cit., ivi, p.117.
42
Il verbo possedere ne La noia usato in un doppio senso; per primo rimanda alla capacit di avere un
rapporto con la realt e poi dipingerla, per secondo rimanda al possesso fisico di Cecilia che non reale
possesso.
26
non veviva allappuntamento e non aveva neanche bisogno di chiamare come aveva
fatto fino ad allora. Offese cos la vanit di Dino e nello stesso tempo divent meno
noiosa. Dino non voleva pi lasciarla, si convinceva che non era innamorato di lei ma
che era solamente curioso e voleva sapere tutto di lei. La spiava. Con il sospetto che
Cecilia lo tradiva aumentava la neccessit di possederla.
Il geloso soffre di un senso eccessivo di propriet, sospetta continuamente che altri
voglia impadronirsi della sua donna, lossessione di questo sospetto gli ispira immaginazioni
stravaganti e pu anche spingerlo fino al delitto. Io invece soffrivo di amare (poich damore,
ormai, si trattava) Cecilia; e miravo, spiandola, ad accertarmi che mi tradisse, non gi per
punirla e comunque per impedirle di portare avanti il tradimento, ma per liberarmi del mio
amore e di lei.
43


Dino tenta di possederla eroticamente per pi grande era il suo desiderio pi
Cecilia sallontanava, pi intensa era lindifferenza di lei. Gli mentiva, gli sfuggiva e
perci diventava reale e attraente.
e cos mi accanivo a ricercare nel possesso fisico, che pur sapevo illusorio, quel
possesso reale di cui avevo un cos disperato bisogno. Forse, gettandomi sul corpo compiacente
di Cecilia, mi pareva di rivalermi, in quelle due ore di fallace presenza, dellassenza degli altri
giorni; forse, cercavo nella sua docilit inalterabile un motivo di noia e dunque di liberazione.
Ma il corpo di Cecilia non era Cecilia e quel che fosse Cecilia io non riuscivo a saperlo. Quanto
alla docilit, essa non mi ispirava adesso pi alcuna noia, bens una diffidenza profonda, come
una specie di trappola della natura nella quale avevo messi i piedi e di cui non riuscivo pi a
liberarsi.
44


Cos, in Dino, nacque un desidero sadico, voleva far soffrire Cecilia attraverso il
rapporto erotico: la mordeva, le tirava i capelli e cos via ma Cecilia ne era contenta.
Ma il sadismo pu facilmente trasformarsi in masochismo, cio nel suo
opposto.
45


43
Cit., Moravia, Alberto, La noia, Bompiani, Milano, 1960, p. 207.
44
Cit., ivi, p. 229.
45
Cit., Bazzocchi, Marco, Antonio, Corpi che parlano, Il nudo nella letteratura italiana del Novecento,
Bruno Mondadori, Milano, 2005, p. 50.
27
Quando Dino vide Cecilia con Luciani sulla porta di casa, quasi svenne dal
dolore, dalla sofferenza:
In realt io ero svenuto in tutta la persona salvo che nel punto in cui, come se la mia
intera vitalit vi fosse accorsa, io non soltanto non ero svenuto ma presente a me stesso in
maniera eccessiva. E di questo, appunto, soffrivo: di sentirmi mancare dappertutto, eccetto che
in quel punto acerbo.
46


Lerezione di Dino accennava un certo tipo di masochismo. Dino era eccitato
vedendo Cecilia con Luciani anche se ne soffriva. Lo possiamo dedurre anche dal fatto
che, Dino, consapevole dellamore ossessivo di Balestrieri per Cecilia, non si separ da
lei. Sapeva che Cecilia era stata inafferrabile anche per Balestrieri, che ne aveva sofferto
anche lui e che gli aveva piaciuto soffrire come lo piaceva a Dino. Gli piaceva soffrire e
nelle domande a Cecilia su Balestrieri tentava di far rivivere il vecchio pittore morto
quasi desiderasse trovare in lui il proprio destino futuro. Analizza se stesso in relazione
al modo di agire di Balestrieri e scopre che il pittore che amava Cecilia
ossessionalmente, voleva inconsapevolmente stabilire un rapporto con la realt, fino al
punto di uccidersi lentamente, esaurendo la sua ricerca nellatto sessuale. Anche il fatto
che faceva lamore molte volte al giorno era un certo tipo di ricerca di un rapporto
normale, autentico, con il mondo. Per, Dino, al contrario di Balestrieri, tentava nel
rapporto una forma di conoscenza.
Dino intuisce unequivalenza di base tra la sua incapacit di dipingere e
lincapacit di possedere realmente, non solo fisicamente, Cecilia;
Pensavo che la tela era vuota perch non riuscivo a prendere possesso di una realt
qualsiasi, allo stesso modo che era vuota la mia mente nei confronti di Cecilia che mi sfuggiva e
non riuscivo a possedere. E il rapporto fisico con cui milludevo sovente di possedere Cecilia,

46
Cit., Moravia, Alberto, La noia, Bompiani, Milani, 1960, p. 242.
28
equivaleva alla pittura pornografica di Balestrieri, cio non era possesso, come quella non era
pittura.
47


La tela era vuota, perch Cecilia gli sfuggiva, la tela era connessa alla realt, cos
come la mente di Dino era connessa a Cecilia. La mente era vuota perch la realt gli
sfuggiva, la tela si trovava in rapporto con Cecilia, la mente con la realt. Un sogno di
Dino dimostrava tale problema: lui stesso doveva dipingere una modella che posava
nuda davanti a lui. Apparentemente Dino riusciva a dipingerla ma alla fine scopr che la
tela fu vuota. Dimproviso comparve Balestrieri, vestito in costume da bagno come
Picasso in una foto famosa, e riusc a dipingere. Dino, arrabbiato, tagli la tela
48
ma in
effetti fer la modella.
49

Mentre Balestrieri, pur schiavo di un delirio erotico, riesce a dipingere, Dino
non dipinge, o meglio dipinge il vuoto.
50

Dino non riusciva a dipingere il corpo nudo perch vedeva nel nudo la
rappresentazione della realt in assoluto. Quando dipinge un nudo un pittore lo pone
come un oggetto.
Linafferrabilit di Cecilia, della realt, riportava Dino al suo trauma
dellinfanzia, allincapacit di affrontare il mondo. Dino soffriva di noia fin
dallinfanzia e spiegava la sua malattia come inadeguatezza della realt nei propri
conforti.
51


47
Cit., ivi, p. 139.
48
Come nella prima scena del romanzo.
49
Moravia non scrisse quasi mai della violenza fisica esplicita. Di solito preferiva violenza negli atti
sessuali ma, in tale scena, lincapacit di dipingere vuol dire limpotenza sessuale, si trasforma in
violenza fisica.
50
Cit., Bazzocchi, Marco, Antonio, Corpi che parlano, Il nudo nella letteratura italiana del Novecento,
Bruno Mondadori, Milano, 2005, p. 45.
51
Cit., Moravia, Alberto, La noia, Bompiani, Milano, 1960, p. 8.
29
Quando Dino non riusciva a possedere Cecilia attraverso il sesso, tentava di
comprarla e possederla attraverso il denaro. Cos Cecilia sarebbe diventata di nuovo
noiosa, comune, come qualsiasi prostituta. Anche Dino cerca, come sua madre di
impadronirsi di una persona per mezzo del denaro. Come qualsiasi borghese da Moravia
criticato.
pensavo, alla Cecilia inafferrabile e misteriosa, dalla quale non riuscivo a staccarmi,
si sarebbe in breve tempo sostituita una Cecilia afferrabilissima e priva affatto di mistero. Ma
questa trasmutazione non avvenne. Si verific, semmai, il contrario: non fu il denaro a far
cambiare il carattere a Cecilia, fu invece Cecilia, evidentemente la pi forte tra i due, a far
cambiare il carattere al denaro.
52


Dino allora vedeva lunica possibilit di annoiarsi di Cecilia nel matrimonio.
Voleva sposarla, farla signora e mamma, vivere con lei nella villa di sua madre dove
sarebbe diventata sicuramente una signora qualunque, noiosa, posseduta. Per attirarla,
prese Cecilia con s nella villa delle madre perch vedesse la ricchezza che sarebbe
potuto essere sua. Si vantava del denaro che disprezzava, le mostrava gli odiati
conoscenti della madre perch anche Cecilia avrebbe potuto essere ricca come lo sono
loro. Ma in realt voleva solo annoiarsi di Cecilia per non odiarla. Lamava troppo per
desiderare di liberarsi da lei al prezzo di sua trasformazione in una danarosa arpia
53

come sua madre. Per Cecilia non voleva sposarlo.
Un altro tentativo miserevole di Dino era ricoprire il corpo di Cecilia con le
banconote della madre e possederla proprio sul letto materno. Si ispirava a un quadro
prezioso nella camera da letto di sua madre. Il quadro rappresentava Danae e la pioggia
doro. Danae vi era raffigurata distesa su un letto e guardava contenta al grembo sul
quale cadeva la pioggia di monete, nella quale Giove si era trasformato. Il quadro

52
Cit., Moravia, Alberto, La noia, Bompiani, Milano, 1960, p. 256.
53
Cit., ivi, p. 314.
30
rappresenta un desiderio erotico, la pioggia doro metafora di un rapporto sessuale che
per ha perso il proprio significato simbolico: il corpo della donna ricoperto di denaro
non attraente, non comunica pi con luomo, lo esclude dalla creazione naturale.
Proprio come Cecilia; distesa sul letto guardava le banconote che la trasformavano in
puro oggetto mercenario che non parla. Lei non accett quel denaro, non si fece
possedere.
Dopo di tentare il suicidio che, come tutte le decisioni di Dino, fall, si risvegli
in una clinica rasserenato ma rassegnato. Seppe che il suo rapporto con Cecilia era il
simbolo del suo rapporto con la realt e trov luscita della sua crisi: non potendo
possedere Cecilia poteva almeno guardarla, la realt non poteva essere posseduta n
capita ma solo contemplata. Si rassegnava allazione, preferiva latteggiamento
contemplativo.
54

Dino un altro personaggio intellettuale borghese di Moravia, parallelo a quello
di Michele de Gli indifferenti:
Dino fallisce non solo a causa della noia e dellindifferenza, ma anche per
limpossibilit di preservare noia e indifferenza. Fallisce anche dove Michele era
riuscito.
55

Dino verifica nella sua noia limmaturit della sua vita sessuale che scaturisce
dallinfluenza dellambiente sia sociale sia familiare. Si trova in una condizione di
rifiuto: cerca di abbandonare la sua classe, di fuggire dallinfluenza della ricca madre e
del suo denaro, ma resta estraneo alla realt e tale incapacit di vivere pienamente si

54
Nei romanzi successivi latteggiamento contemplativo si trasforma in un atteggiamento passivo di
voyeurismo.
55
Cit., Guglielmi, Guido, La prosa italiana del Novecento, Einaudi, Torino, 1998, p. 33.
31
trasforma in incapacit di dipingere. Tenta di possedere la realt (Cecilia) e
naturalmente, provenendo dalla borghesia ed essendo influenzato dalla madre, con gli
strumenti della sua classe dorigine. Avere un contatto autentico con la realt (con
Cecilia) pu significare per lui soltanto cercare di realizzare la categoria tipicamente
borghese del possesso: il denaro e il sesso sono gli unici mezzi che Dino pu utilizzare
nel tentativo di possedere Cecilia. Senza risultato.
...io avevo definitivamente rinunziato a Cecilia; e, strano a dirsi, proprio a
partire da questa rinunzia, Cecilia aveva cominciato ad esistere per me.
56

3. 3. Cecilia
Cecilia Rinaldi il secondo protagonista del romanzo, ma non meno importante,
che, al contrario di Dino che stava fuori dal mondo, viveva una vita naturale. un
centro sia visivo sia psicologico del romanzo e anche di Dino.
Laspetto fisico, pi importante di quello di Dino, descritto minuziosamente e
le caratteristiche sono distribute nel romanzo via via insieme alla conoscenza di Dino.
Cecilia aveva 19 anni ma pareva di 15 e faceva la modella. Era figlia unica,
abitava con i suoi poveri genitori ed era stata educata dalle suore.
La sua caratteristica era la duplicit; aveva il volto rotondo quasi bambina ma
una bambina cresciuta troppo in fretta e iniziata troppo presto alle esperienze
muliebri.
57
Era pallida con i capelli bruni, la bocca piccola e con gli occhi grandi e
scuri, sguardo senza innocenza, indiretto, incerto ma i suoi occhi in realt non
vedevano nulla. Cecilia non osservava il mondo, era ignorante di s e degli altri. La sua
duplicit si rivelava pienamente spogliandosi:

56
Cit., Moravia, Alberto, La noia, Bompiani, Milano, 1960., p. 346.
57
Cit., ivi, p. 68.
32
Aveva infatti un seno magnifico, pieno solido e bruno, che per discordava e pareva,
per cos dire, quasi staccato dal busto il quale era, invece, quello gracile e magro di una
adolescente. La vita era anchessa quella di una fanciulla, incredibilmente snella e flessuosa; ma
nei fianchi, compatti e forti, riappariva il carattere adulto che si notava nel seno.
58


Il suo seno magnifico contrasta con laspetto adolescente, la parte superiore
(busto gracile, vita snella) contrasta con la parte inferiore (fianchi compatti e forti) del
corpo.
Cecilia ha un corpo pieno di fisicit, Cecilia soprattutto un corpo ma
assolutamente vuoto, come sono di solito i corpi di modelle. Ma per Dino il suo corpo
inconoscibile.
La sua voce era priva di qualsiasi accento e non era possibile riconoscere il
luogo o la classe da cui proveniva. Era una voce incolore neutra, come insomma tutto in
Cecilia.
In tutto il racconto indossava o un vestito estivo da ballerinetta, o un vestito
invernale. il segno della sua povert, non solo materiale;
ma anche della sua estrema uniformit psichica, di fronte alla quale Dino non
sembra arrendersi.
59

Anche Cecilia provava la noia ma non ne soffriva come Dino. Ne era
indifferente. Indifferente di fronte a ogni angoscia e a ogni gioia della vita. Aveva una
totale mancanza di immaginazione, provava solamente lindifferente disinteresse. Era
indifferente anche verso la sua famiglia:
Cecilia stava nella sua famiglia allo stesso modo che una sonnambula tra i
mobili nella propria casa, ossia escludendola della propria coscienza.
60


58
Cit., ivi, p. 85.
59
Cit., Bazzocchi, Marco, Antonio, Corpi che parlano, Il nudo nella letteratura italiana del Novecento,
Bruno Mondadori, Milano, 2005, p. 34.
33
Non era troppo affezionata verso i suoi genitori; era partita per una gita con
Luciani per due settimane anche se lo stato di salute del padre aggrav.
Non era capace di descrivere n una persona, n il suo carattere n
larredamento di una stanza; tuto le sembra privo di caratteristiche. Si sarebbe detto che
lei non sera mai fermata a guardarsi intorno, a osservare se stessa e il mondo
circostante, non fermava mai la sua attenzione sulle cose e le persone che stavano
attorno a lei. Descriveva anche la sua stanza come una stanza qualsiasi e poi Dino
vedeva che era davvero una stanza nuda. Non di una casa povera ma proprio una tana.
Era in grado di pensare a una cosa pi vicina, passato e futuro per lei non esistevano;
soltanto il presente pi immediato; anzi, addirittura il momento che fuggiva, le
pareva degno di considerazione.
61
Non aveva progetti, era solo un corpo che si esprime
nellerotismo. Il sesso era la sua lingua, ma anche essa vaga:
Cecilia, cos esperta nel rapporto sessuale, non sapeva baciare. Forse il bacio un
contatto, per cos dire, simbolico, nel quale il piacere pi psicologico che sensuale e la
psicologia [] non era il forte di Cecilia; o forse [] Cecilia non sapeva baciare me, cio la
nostra relazione non era di quelle che si esprimono col bacio.
62


La maniera con la quale Cecilia si comportava nellamore, rispecchiava il
contrasto tra le sue due nature. Cecilia non era duplice solamente nel corpo ma anche
nel comportamento, nellespressione; era casta nella maniera in cui faceva lamore,
quasi come se sognasse, come se lo facesse automaticamente. I movimenti durante il
sesso avevano la regolarit di un meccanismo, segnavano unabitudine, mostravano
lindifferenza. Pareva che non avesse una vera sessualit o sentimento, aveva solo un
appetito del sesso e pareva che facesse lamore soltanto per soddisfare tale appetito ma

60
Cit., Moravia, Alberto, La noia, Bompiani, Milano, 1960, p. 197.
61
Cit., ivi, p. 259.
62
Cit., ivi, p. 105.
34
daltra parte era sempre pronta per soddisfare Dino, Luciani o Balestrieri; le piacevano
tutti i loro modi di far lamore ma era evidente che per lei era indifferente con chi lo
faceva:
Per un attimo, quasi immediatamente dopo che io ero uscito da lei, Cecilia mi
sorrideva [] pur sorridendomi, Cecilia non mi guardava o meglio non pareva neppure
vedermi; cos che pareva sorridere non tanto a me quanto a se stessa; come se fosse stata
piuttosto grata a se stessa per aver provato il piacere, che a me per averglielo fatto provare. []
Lindifferenza di Cecilia verso di me, subito dopo lamore, era semplicemente una mancanza
completa di rapporti molto simile a quella che mi faceva tanto soffrire e che io chiamavo noia;
soltanto che Cecilia, al contrario di me, non soltanto non ne soffriva affatto, ma anche non
pareva neppure esserne consapevole.
63


Anche lamore fisico si rivelava un tipo di rapporto falso, assurdo. Quello che
dovrebbe essere un atto naturale, diventava un meccanismo deumanizzato, astratto.
Anche per Dino Cecilia rimaneva astratta. Era simbolo della realt che gli sfuggiva,
come era sfuggita a Balestrieri perch in tutti e due i rapporti si trattava piuttosto di un
rapporto fisico che di una reale comprensione. Cecilia era immagine della realt che non
poteva essere comprata n tanto meno posseduta da un legame mercenario. Cecilia
trasformava il valore del denaro:
Cos, quello stesso denaro che, finch lavevo in tasca, poteva sembrarmi il
simbolo del possesso, appena passava nella borsa di Cecilia diventava, invece, il
simbolo dellimpossibilit di quel medesimo possesso.
64

Il denaro fortemente connesso con lerotismo e con i sentimenti. Nel rapporto
tra uomo e donna, il denaro trasforma la donna in oggetto, ma Cecilia non si lasciava
possedere. Era sfuggente come la realt, era un oggetto che non si abituava ai significati
attribuitigli da Dino e non perch fosse troppo complicata ma proprio perch era

63
Cit., ivi, pp. 110-111.
64
Cit., ivi, pp. 260-261.
35
semplice, naturale, istintiva. La realt e Cecilia corrispondono perch tutte e due sono
sottoposte alla stessa fallimentare azione di Dino.
Cecilia invece una realt dietro la realt, una figura dellinnocenza.
unimmagine di vita non mediata. E liberare dalla mediazione della societ (del denaro)
che la rende sordida, le pulsioni scoprono il volto dellinnocenza.
65

Cecilia era sfuggente anche perch non sapeva esprimersi, la verit e la
menzogna erano per lei la stessa cosa. Non poteva dire la verit perch non aveva un
rapporto con niente. Cos non poteva soddisfare Dino che le spesso rivolgeva domande
sulla sua vita.
Tanto che, sovente, guardandola mentre mi stava accanto sul divano, dopo lamore,
supina e con le gambe aperte, io non potevo fare a meno di confrontare la fenditura orizzontale
della bocca con quella verticale del sesso e di notare, meravigliato, quanto la seconda fosse pi
espressiva della prima, appunto nella maniera tutto psicologica che propria a quei tratti del
viso nei quali si rivela il carattere della persona.
66


Cecilia, un personaggio cos complesso nella sua semplicit, era la femme fatale di
Dino. La bellezza insieme alla perversione; era perversa nel suo parere una cosa e nellessere
unaltra: sembrava una bambina ma era una donna, sembrava innamorata ma era indifferente,
sembrava un corpo concreto ma era un corpo inafferrabile.
67


Moravia anche Cecilia, come Dino, utilizza come un modello altre protagoniste
dei suoi romanzi; con la sua indifferenza costituisce un parallelismo con Carla de Gli
indifferenti ma come abbiamo gi spiegato, Cecilia, della sua noia o dellindifferenza,
non cercava cambiarsi come era. Con il suo essere popolana e modella promiscua fa una
parallela con Adriana, la protagonista de La Romana;

65
Cit., Guglielmi, Guido, La prosa italiana del Novecento, Einaudi, Torino, 1998, p. 35.
66
Cit., Moravia. Alberto, La noia, Bompiani, Milano, 1960, p. 174.
67
Cfr.: Guglielmi, Guido, La prosa italiana del Novecento, Einaudi, Torino, 1998, p. 36.
36
lidea di una vitalit primordiale e naturale che gi si era realizzata
epicamente nella Romana, ed era stata implicita in Carla, torna a realizzarsi nel
personaggio antagonista, nel personaggio femminile (in Cecilia)
68

3. 4. La madre
La madre di Dino proiezione dellavversione di Moravia verso il mondo
borghese, che sopravviveva assurdamente nel Novecento e che si proteggeva con i suoi
gesti teatrali e con lattaccamento di pregiudizi.
69

Era piccola, magra, con la testa grossa sul lungo collo nervoso, aveva i capelli
biondi e crespi e sempre ondulati, aveva gli occhi azzurri e naso lungo e stretto.
Indossava sempre i migliori vestiti e amava i gioielli vistosi, soprattutto la sua grande
collana di perle.
Era vedova, donna daffari e sinteressava solamente dei pianti e della sua
ricchezza e si controllava sempre. Ecco un esempio di conversazione tra lei e Dino:
<<Ti prego, [] non parlare di interessi in presenza della servit.>> <<Perch no?
Capirei se avessi parlato di oscenit. Ma di interessi? Sono forse osceni gli interessi? [] Ma tu
non vorresti mai che si parlasse di interessi neppure quando siamo soli. Fai una certa faccia, si
direbbe che ti scandalizzi, come se, invece di soldi, parlassi di cose sessuali.>>
70


Da tale brano possiamo intuire il grande disprezzo di Dino verso la madre ma
anche il nesso tra il sesso e il denaro.
Dino odiava sua madre ma doveva tenere un rapporto con lei perch qualche
volta aveva bisogno dei suoi soldi. Era lunico legame che li univa. Non lamore ma il
denaro. Era anche lunico mezzo a sua disposizione con cui la madre tentava di
recuperare laffetto di Dino. Lultimo progetto di Dino era di usare tale denaro per avere

68
Cit., Guglielmi, Guido, La prosa italiana del Novecento, Einaudi, Torino, 1998, p. 32.
69
Cfr.: Peln, Ji, Kapitoly z francouzsk a italsk literatury, Torst, Praha, 2000.
70
Cit., Moravia, Alberto, La noia, Bompiani, Milano, 1960, p. 48.
37
Cecilia. La tecnica era la stessa che utilizzava sua madre; soldi al posto dei sentimenti.
Dalla madre, con la sua logica borghese, Dino aveva imparato che ogni oggetto aveva il
suo valore. La madre influenzava molto, in senso negativo, Dino; con i soldi aveva
stabilito in lui una forma di dipendenza, perch desiderava disperatamente il suo affetto,
ma che lo aveva reso incapace di una vita autonoma e di un amore maturo.
capii ad un tratto che fra me e lei cera, in fondo, quasi lo stesso rapporto che tra me
e Cecilia: anche mia madre, cercava, per mezzo del denaro, di impadronirsi di me. Ma qui si
fermava la somiglianza, perch io non ero simile a Cecilia, e soprattutto mia madre non era
simile a me. Infatti, quello stesso denaro, che fra me e Cecilia, a causa della nessuna importanza
che ambedue gli attribuivamo, ciascuno per motivi diversi,
71
pareva non essere pi veramente
denaro ma una parte del nostro rapporto amoroso, tra me e mia madre, appunto perch per mia
madre non era n avrebbe potuto essere che denaro, conservava intatto il suo carattere
originario. In altri termini mia madre, certamente mi amava; ma non era affatto disposta a darmi
del denaro a fondo perduto, cio soltanto per il bene che mi voleva, ossia a fare la sola cosa che
potesse togliere al denaro stesso il suo consueto significato.
72


La famiglia borghese, ne La noia rappresentata dalla madre e dalla villa, luogo
costante in Moravia. Per lui, la famiglia era uno blocco che poi causava limpossibilit
dellindividuo borghese di stabilire un rapporto con la realt, di agire realmente. La
famiglia borghese, che tradizionalmente cercava la sua certezza nellaccumulazione del
denaro, nel Novecento passava una crisi e difficilmente cercava un rapporto immediato
con la vita.
73

Anche la madre di Dino presenta dei parallelismi con altre madri di Moravia,
evidentemente simile a Mariagrazia de Gli indifferenti.
3. 5. Balestrieri
Balestrieri era un vecchio pittore di 65 anni, era il vicino di casa di Dino.

71
Cecilia era indifferente e Dino era ricco.
72
Cit., ivi, p. 262.
73
Cfr.: Siciliano, Enzo, Moravia, Longanesi, Milano, 1971, p. 82.
38
Era piccolo, aveva le spalle larghissime, i piedi grandissimi, i capelli bianchi, il
volto rosso, le sopreciglia nere, il naso prominente e la bocca grande.
Era erotomane e dipingeva solo per poter attirare le donne nel suo studio,
dipingeva soprattutto il nudo femminile ma era un pessimo pittore.
Era un collezionista di avventure che tirava pi alla quantit che alla qualit.
74

Circa tre anni prima della sua morte aveva cominciato ad avere pi donne del
consueto, erano donne pi giovani e molto simili. Inconsapevolmente si era fissato su
un tipo di donna, laveva trovata e aveva lasciato tutte le altre.
Trov Cecilia e mor facendo lamore con lei.
questamore, poi, non era stato un amore normale, intendo per normale latto che
porta alla procreazione, bens una deformazione o specialit erotica, di modo che, piuttosto che
dallamore, Balestrieri era stato ucciso, diciamo cos, dalla maniera con la quale lo aveva
fatto.
75


Lo aveva fatto molte volte al giorno, si era lasciato tormentare da Cecilia. Prima
dellamore le aveva detto che lei non cessasse di tormentarlo anche se poi, durante
lamore, lo avrebbe voluto.
Dino sentiva che cera un nesso tra la crisi della sua pittura e la relazione con
Cecilia; tra lincapacit di dipingere la tela e quella di possedere Cecilia; come cera
stato un nesso tra la qualit cattiva della pittura di Balestrieri e il carattere del suo
rapporto con Cecilia:
ero morto anchio e in maniera forse pi definitiva del vecchio pittore il quale, lui
almeno, non aveva mai avuto dubbi sulla propria arte e aveva dipinto, per cos dire, fino
allultimo respiro. Io, invece, [] ero gi morto alla pittura prima ancora di incontrare
Cecilia;
76


74
Cit., Moravia, Alberto, La noia, Bompiani, Milano, 1960, p. 66.
75
Cit., ivi, p. 72.
76
Cit., ivi, p. 277.
39
Dino, interrogando Cecilia sul suo passato e su Balestrieri, si accorse di
interrogarla sul proprio futuro e su di s nello stesso tempo. E, infatti, Dino, cos
disperato della sua incapacit di possedere Cecilia, per poco non mor.
Insomma, tutto il romanzo costruito sulla somiglianza dei due destini.

La noia ha unimportanza centrale nella produzione di Moravia perch mostra il
grande livello di coscienza dellinutilit della cultura da parte di Dino e del personaggio
stesso, dellintellettuale borghese. Il nodo del racconto sta nel legame che collega latto
della rappresentazione artistica e latto del possesso. Il possesso, nel romanzo, significa
avere il corpo dellaltro e avere la libera soggettivit dellaltro attraverso il suo corpo. E
proprio la volont di Dino di possedere unaltra persona la causa della sua crisi di
rapporto con la realt, che provoca la crisi del rapporto tra Dino e amante, in seguito
quella del rapporto tra artista e materia, e poi tra soggetto e oggetto.
La noia storia di un personaggio che passa da uno stato di indifferenza, di noia
o di nausea agli accessi della passione, che si sente escluso dalla vita reale. La noia di
Dino causava incomunicabilit, incapacit di adeguare i fatti alle parole, gli impediva di
convivere con la realt; causava lalienazione, lisolamento senza sbocco.
Il denaro non serviva ad acquisire il senso delle cose, persino lo impediva. E
Dino ne era ben consapevole.
il denaro non consentiva il divorzio dal denaro, perch chi ricco non pu far finta
di non esserlo; io capivo, una volta di pi, che anchio, sia pure mio malgrado, facevo parte di
questa societ
77
di ricchi e che era proprio il denaro, al quale avevo rinunziato senza riuscire a
disfarmene, che aveva provocato la crisi della mia arte e, in genere, della mia vita.
78


77
Dino si trovava nella villa di sua madre quando cera un cocktail e molti conoscenti della madre.
78
Cit., Moravia, Alberto, La noia, Bompiani, Milano, 1960, p. 315.
40
Ma unazione non era una soluzione, per Dino significava quasi la sua morte,
i valori complicavano soltanto il suo comportamento, la sua arte non lo accontentava
pi, non poteva mantenere un contatto diretto con le cose. la contemplazione passiva
pu sembrare a Moravia, alla fine di La noia [] lunico modo per sopravvivere
ancora.
79


4. Il ruolo dellerotismo
Se vogliamo scoprire il ruolo del fatto sessuale nei romanzi di Alberto Moravia
dobbiamo prima pensare allepoca in cui i romanzi sono nati; dopo un periodo di
censura della sessualtit durante lepoca romantica, alla fine dellOttocento era stata
fondata , da Sigmund Freud
80
, la psicoanalisi
81
.
Le scoperte della psicoanalisi avevano provocato la caduta dei tab sessuali,
avevano permesso di affrontare largomento senza vergogna e con lo svelarne il
mistero, avevano permesso di trattarne poeticamente in modo esplicito e dettagliato.
Leffetto di Freud sullarte era lobiettivit nel fatto sessuale;
il sesso diventa materia di poesia senza che ci sia bisogno di ricorrere ai puntelli dei
simboli, alle mascherature della metafora, per la prima volta dopo molti secoli oggi si pu

79
Cit., Luperini, Romano, Il Novecento, apparati ideologici, ceto intellettuale, sistemi formali nella
letteratura italiana contemporanea, Loescher editore, Torino, 1985, p. 527.
80
Sigmund Freud, 1856-1939.
81
La psicoanalisi affronta lanalisi dei processi mentali inconsci, soprattutto sulla base delle libere
associazioni e dei sogni. Le nevrosi e le altre alterazioni psichiche diventano la manifestazione di un
universo dotato di significato e agitato da simboli interpretabili alla luce della razionalit coscente. LEs,
costituisce il polo pulsionale della personalit e i suoi contenuti sono inconsci, per una parte ereditati e
innati, per laltra rimossi e acquisiti. LIo, listanza mediatrice tra Es e Super-io e rappresenta nel
conflitto nevrotico eminentemente il polo defensivo, in gran parte inconscio, della personalit. Il Super-io,
svolge il ruolo di istanza censora nei confronti dellIo, una sorta di autorit interna pi o meno
corrispondente alle leggi e ai valori imposti dallorganizzazione sociale. Molti desideri che non possono
essere soddisfatti perch incompatibili con le esigenza della collettivit, familiare e civile, vengono
respinti dalla sfera cosciente e rimossi: il risultato di tutte le rimozioni linconscio. Cfr.: Zaccaria,
Giuseppe, Benussi, Cristina, Per studiare la letteratura italiana, Bruno Mondadori, Milano, 2002.
41
rappresentare direttamente, esplicitamente, realisticamente e poeticamente in unopera letteraria
il fatto sessuale ogni volta che lopera stessa lo renda necessario.
82


E le opere di Moravia lo rendevano necessario molto spesso. Lesibizione della
sessualit e non la sua censura sono una delle caratteristiche dellet moderna. Moravia
stesso scrisse in uno dei suoi saggi che del sesso non era necessario parlare come non
era necessario parlare di questioni sociali o di avventure africane. Il sesso non era pi
tab e Moravia paragon il non parlare del sesso al non parlare di politica dopo la
caduta della dittatura.
Nel mondo moderno, sesso sinonimo di amore e lamore un argomento molto
frequente nelle letterature. Lamore si trasformava in sesso, senza metafore, perch le
cadute dei tab e dei divieti
che troppo spesso determinavano, in maniera artificiosa, false idealizzazioni del fatto
erotico. [] Il fatto sessuale effettivamente qualche cosa di pi alto, di pi misterioso e di pi
completo dellamore; specie se sinterpreta lamore come il semplice rapporto fisico-
sentimentale tra luomo e la donna.
83


Moravia disse di s che era stato freudiano prima di averlo letto, prima di
conoscerlo, attraverso esperienze che lo avevano convinto della grande importanza,
nellarte, del fatto sessuale. Per non contava tanto il sesso, il quale esiste da sempre,
ma piuttosto la consapevolezza della sua importanza.
La vita di ogni uomo dominata da due principi in lotta tra loro: listinto di vita,
(la sessualit) e listinto di morte; e cos anche noi possiamo considerare un testo
letterario come un sogno a occhi aperti, visto che il sogno linguaggio dellinconscio e
trattarlo come se fosse un caso clinico con un trauma nascosto dallautore. Il trauma
di Dino era la noia, la realt, Cecilia indifferente; e attraverso il sesso e il denaro

82
Cit., Moravia, Alberto, Luomo come fine e altri saggi, Bompiani, Milano, 1964, pp. 357-358.
83
Cit., ivi, pp. 358-359.
42
cercava di possederla, ma se prendiamo lattegiamento di Moravia verso i suoi
personaggi protagonisti, dobbiamo vedere che si tratta di un rapporto di estraneit. Non
c nessun sentimento pi intimo tra lautore e Dino o Cecilia. Indifferenza e noia sono
piuttosto attributi del romanziere che dei personaggi. Confrontando pi testi di Moravia
possiamo svelare le sue metafore ossessive per noi, nella presente tesi non
analizziamo lautore ma i suoi personaggi.
Allora ci resta ancora di chiedere, come chiede Marco Antonio Bazzocchi, se
tale enunciato quotidiano della sessualit riesce ancora a parlarci realmente, se dal
momento che molte barriere sono cadute, la rappresentazione della sessualit riesce a
dire qualcosa che ancora ci coinvolge, ci mette di fronte a tale parte di noi che altrimenti
cercheremmo di non conoscere.
84

Ma si va spesso dagli psichiatri, dagli psicanalisti dai sessuologhi per chiedergli
la propria sessualit, per confessare la propria sessualit come si vede alla televisione,
nelle pubblicit, al cinema e nella pornografia diffusa. Con la propria sessualit si va
alla confessione scientifica dai sessuologhi e tale fenomeno dellet moderna
accompagnato con il fenomeno dellalienazione, cio la crisi del rapporto con la realt,
e fenomeno dellindifferenza, vuol dire la distanza negativa del personaggio da se
stesso; i temi spesso anche essi trattati nei romanzi di Alberto Moravia.





84
Cit., Bazzocchi, Marco, Antonio, I corpi che parlano, Il nudo nella letteratura italiana del Novecento,
Bruno Mondadori, Milano, 2005, p. 176.
43
Conclusione:
Abbiamo cercato di svelare ai lettori il ruolo che abbia il fatto sessuale nei
romanzi di Alberto Moravia, con un esempio di uno, La noia, dei suoi 18 romanzi
pubblicati. Abbiamo scelto proprio tale romanzo perch ci mostra, forse troppo
esplicitamente, il rapporto sesso-realt-denaro.
Lerotismo dei personaggi di Moravia un mezzo per arrivare alla realt, un
mezzo di conoscenza per luomo moderno, ma, come abbiamo visto, Dino non ne era
riuscito a causa della sua malattia di noia. Cos si torna il tema de Gli indifferenti, de
Lamore coniugale o de Il disprezzo; il tema dellalienazione, della solitudine,
dellisolamento senza sbocco, di un intellettuale borghese e la sua incapacit di
convivere con la realt.
Dopo due capitoli introduttivi, in cui abbiamo avvicinato ai lettori la vita
personale e professionale dello scrittore, abbiamo cercato di fare lanalisi dellopera, dei
personaggi e della loro psiche, fissando lattenzione su due protagonisti principali: Dino
e Cecilia, collegati tra loro da una relazione particolare, da un rapporto amoroso, ma
piuttosto dal punto di vista fisico, e cos abbiamo potuto vedere come il sesso, in cui la
natura delluomo si manifesta pi direttamente, veniva usato come strumento di rivolta
contro la realt inautentica basata sul potere del denaro, e lo strumento del confronto
delluomo con lesistenza, motivo che Moravia tratta anche per esempio ne La vita
interiore.
Per, ne La noia, il sesso non serve pi a chiarire il senso delle cose, non figura
pi come una forza naturale come era ne La Romana o ne La disubbidienza, latto
44
sessuale nella societ moderna perde la sua innocenza e si trasforma nel mezzo di
possesso, si degrada a denaro.
Nella presente tesi di laurea abbiamo prestato la nostra atenzione sul tema
dellerotismo che presente, pi o meno, in tutte le opere dellautore, dello scrittore, sia
lodato, sia criticato; e speriamo di essere comprensibili ai lettori della nostra tesi.


















45
Bibliografia:

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Hrabk, Josef, ten o romnu, Sttn pedagogick nakladatelstv Praha, Praha, 1981.
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