Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Lavatra dellUomo-leone
Abstracta, Roma, lxii (nov. 1989), p. 18-25
NARASIHA
LAVATRA DELLUOMO-LEONE
di
Paolo Magnone
Il Signore beato si foggi una forma di uomoleone fulgida al pari del sole dai mille raggi, simile
a una montagna doro circonfusa di fiamme, rutilante come il Fuoco della Cavalla
1
nelloceano
delle armate titaniche, nube arrossata dal crepuscolo, saldo nelle sue vesti verde-turchino come
il monte Meru
2
ammantato di pinete. Le fauci fitte di zanne a mezzaluna somigliano al mare
dorato pieno di perle lucenti, le zampe mandano bagliori dagli artigli corallini, granfie iraconde
foriere di rovina per il signore dei titani. Squassando la criniera ricciuta, fulva come la cuspide
della fiamma, lo Spirito universale sembra una montagna in preda allincendio; nelle sue fauci a
tratti spalancate la lingua lampeggia come la guizzante liana della folgore nella nube che
consuma luniverso al tempo della fine
3
.
Il titano Hirayka (Occhio dOro) morto, ucciso dal Cinghiale
4
, ma gli di liberati dal suo
giogo esultano per poco. Suo fratello Hirayakaipu (Drappo dOro) ne raccoglie leredit,
riaccendendo la guerra perpetua tra di e titani, metafora dellirriducibile guerra metafisica tra i
contrari in cui si polarizza il regno della manifestazione.
LUomoleone, che incarna in modo esemplare eroi e strategie di questa guerra, non ha
ascendenti cos illustri come il Cinghiale, che abbiamo visto allopera gi nella cosmogonia arcaica.
Le sue prime cristallizzazioni mitiche non risalgono pi indietro del periodo epicopuranico.
LUomoleone si affaccia bens fugacemente in un mantra vedico della Taittirya rayaka: O.
Conosciamo Nsiha, meditiamo sul dio dagli artigli adamantini: a ci ci ispiri il Leone
5
, dove
1
. Il vavnala il fuoco della conflagrazione cosmica, che cova nelloceano in forma di testa di cavalla che ne
beve incessantemente le acque senza mai potersi estinguere, fino alla fine delleone, quando si unir alla
settemplice vampa solare per lolocausto universale.
2
. Il Meru la montagna centrale della cosmologia mitica puranica, simbolo dellaxis mundi.
3
. Viudharmottara Pura 1, 54, 34-40.
4
. V. P. MAGNONE, Varha. Lavatra del Cinghiale, Abstracta 37, p. 14-21.
5
. Taittirya rayaka 10, 1, 31: O Nsihya vidmahe / vajra-nakhya dhmahi / tan na siha pracodayt. Si tratta
della nsiha-gyatr, esemplata sulla sacra gyatr di g Veda 3, 62, 10: O tat Savitur vareya / bhargo devasya
dhmahi / dhiyo yo na pracodayt (O. Meditiamo sul quella desiderabile luce del dio Savit: possa egli ispirare i
nostri pensieri), che ancor oggi per milioni di hindu il cuore della sadhy, la preghierameditazione del
crepuscolo mattutino e serale.
possiede gi i temibili artigli che avranno una parte essenziale nella sua vicenda futura
6
. Un mantra
della Nsihatpanya Upaniad aggiunge altri tratti: Adoro il prode e formidabile Grande Viu
circonfuso di fiamme, lo splendido e terribile Nsiha, morte della morte
7
: Nsiha ormai
esplicitamente un aspetto di Viu, di cui il leone sottolinea i connotati igneo-solari e regali,
aggiungendovi il riflesso inquietante della violenza distruttrice.
Tuttavia malgrado queste anticipazioni lUomoleone essenzialmente una creazione
puranica, e appunto la mancanza di una cospicua eredit mitica pi arcaica concede al bardo
puranico lopportunit di inventarne il mito in piena rispondenza alla propria tematica delezione.
LUomoleone (a differenza del Cinghiale) esaurisce il proprio compito nellorizzonte del daivsura
8
,
di cui esprime paradigmaticamente lideologia.
Nel teatro del cosmo primordiale, ancora deserto di attori, il demiurgo Brahm si arrovella in
solitudine per creare gli esseri viventi. allapparenza un travaglio penoso, aleatorio nei metodi e
fitto di tentativi frustrati o tralignati: una creazione che cresce per prove ed errori. Ma piuttosto,
una creazione che errando prolifera nelle mille forme dellillusione, in cui lerrore ha lo stesso
rilievo della riuscita, perch non c alcun modello alla cui stregua giudicare che quanto stato fatto
buono
9
, eccetto un criterio tutto immanente: la capacit della creazione di proliferare su s
stessa. Nel gioco divino, nel divino delirio della creazione c posto per tutto, e nulla ha bisogno di
essere rinviato ai guasti di una caduta o alle perfidie di un maligno.
Luce e tenebra, potenze uranie e potenze ctonie si originano dunque a un tempo, da un unico
capostipite: Kayapa, uno dei Signori delle creature cui Brahm ha commesso la propagazione della
creazione, genera con due delle sue mogli, Aditi e Diti, le stirpi degli di e dei titani, che ricevono
rispettivamente potest sulle sfere superne e sulle regioni infere. Ma i titani non si accontentano
della loro sorte, e invidiano ai fratellastri il regno celeste. Il senso della loro rivolta incessantemente
rinnovata ci occuper meglio in altra occasione; ora vogliamo rivolgere la nostra attenzione al suo
metodo pressoch invariabile, che lepisodio di Hirayakaipu illustra in maniera tipica.
Il fulcro della ribellione la potenza, e il ricettacolo della potenza si era manifestato agli
antichi veggenti nel fuoco e nellardore: dallardore incandescente venne lOrdine e la Realt,
dallardore la notte, dallardore il flutto delle acque
10
. Quando i sacerdoti brahmanici
sistematizzando coagularono le entit astratte delle rapsodie visionarie in una persona creatrice,
lardore metafisico sospeso nel caos primordiale si trasfuse nellardore che infiamma limpulso
creativo di Prajpati, il Signore delle creature: Prajpati desider: che io possa generare! che io
possa moltiplicarmi!. Egli arse lardore, e cos cre questi mondi
11
. Lenergia creativa del calore
corporeo nota a molte culture; in ambito indoeuropeo, la mitologia nordica conosce la nascita
della coppia umana primordiale dal sudore del gigante di ghiaccio Ymir
12
; e nella tradizione iranica
Ahura Mazda crea il primo uomo provocando il sudore di Gaymard
13
. In India, questa formula
tapo tapyata, arse lardore ritorna in una schiera di cosmogonie brahmaniche e upanishadiche
14
,
connotando simultaneamente il fervore del desiderio e lintensit dello sforzo. Ardore, volont e
dolore si fondono insieme nella nozione di tapas come ascesi ed energia generata dallascesi.
6
. Probabilmente non possiede ancora, invece, la tipica figura ibrida di uomoleone: n (o nara) ha qui il
significato arcaico di dio (piuttosto che quello poi corrente di uomo), e n-siha (nara-siha) vale quindi
piuttosto dio-leone, o fuor di metafora possente eroe divino.
7
. Nsihaprvatpanya Upaniad 1, 4-7.
8
. Cfr. il primo saggio di questa serie: Avatra: la discesa del Signore, Abstracta 32, p. 25-27 a proposito del
significato della rappresentazione mitica del daivsura, [contesa cosmica] tra di e demoni.
9
. E Dio vide che era buono (wayyar
e