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Arte e Cultura

La Cappella della Rocca, un eremo agostiniano a Graveglia


di Agnese Avena

Una lettera inviata nellanno 1709 da Prete Pietro Giovanni Della Cella, Priore di SantEufemiano di Graveglia, allArcivescovo di Genova, Monsignor Lorenzo Fieschi, attesta lesistenza di una cappella dedicata alla Madonna del Rosario, a San Domenico e a SantAnna, costruita a Graveglia su un terreno di giurisdizione della Parrocchia, in prossimit del torrente1.
Graveglia, piccola frazione del Comune di Carasco nellimmediato entroterra di Lavagna, una localit di fondovalle oggi caratterizzata dalla bianca chiesa parrocchiale che si erge a ridosso del Monte Paggi, lambita dalla sponda destra del torrente Graveglia, attorniata da case rurali sparse e da villette seminascoste da una rigogliosa vegetazione. Fin dallepoca medievale documentata la presenza in questo territorio di monaci benedettini, stanziatisi nei pressi della Prioria di SantEufemiano, gi dipendente dallimportante Abbazia di SantAndrea di Borzone 2. Molto scarse sono invece le notizie relative al piccolo edicio di culto menzionato come Cappella della Rocca nella Lettera del 1709. La cappella, completata da un soprastante vano o solaro ad uso abitativo, era stata costruita nel 1661 da don Domenico Ginocchio, Priore di SantEufemiano, su terreni di sua propriet. Il sacerdote aveva stanziato dieci lire annue per la manutenzione della nuova cappella ed altre tredici lire per garantirvi ogni anno la celebrazione di tre Messe, da parte del Priore pro tempore, in occasione delle festivit di San Domenico, della Madonna del Rosario e di SantAnna 3. Il prete suddetto pu dunque essere identicato con il committente e forse con lesecutore materiale del grandioso riquadro a bassorilievo rafgurante la Madonna del Rosario con Ges Bambino tra San Domenico e Santa Caterina da Siena che ancora oggi qualica la parete di fondo di una cappella costruita in prossimit del cimitero di Graveglia. Lopera lapidea inconsueta per tipologia nella zona trova tuttavia un precedente nellancona in ardesia policroma che il medesimo don
A fronte Ambito ligure, ne secolo XVII. Madonna del Rosario tra San Domenico e Santa Caterina da Siena, ardesia scolpita e dipinta. Graveglia (Carasco), Cappella della Rocca.

Ginocchio aveva commissionato per laltare dedicato alla Santissima Trinit, eretto nel 1639 nella Prioria di SantEufemiano4. La diversa levatura artistica delle due opere non permette per di ascriverle ad uno stesso autore. Le gure scolpite sulla lastra dardesia esposta in chiesa denotano fattezze meno ingenue rispetto a quelle delle quattro sagome che si stagliano grandiose sulla parete della Cappella della Rocca. Lignoto autore di queste ultime riuscito tuttavia a conferire vitalit alla scena narrata personalizzando le sue popolaresche gure che pur nella rigida postura frontale sembrano relazionare tra loro ed accogliere benedicendo chi varca la soglia. La Vergine in trono e Ges Bambino, entrambi incoronati, offrono corone del rosario dai grani giganteschi agli astanti, consentendo in tal modo il riconoscimento delliconograa mariana proposta. Linteressante e curioso manufatto scolpito direttamente sulla parete rocciosa doveva fungere da ancona dellunico altare presente nella cappella seicentesca citata dalle fonti. A questultimo doveva appartenere anche la pietra sacra marmorea rinvenuta allesterno dellattuale edicio, dove stata reimpiegata in epoca imprecisata. Nel 1709, tuttavia, don Pietro Giovanni Della Cella lamentava che tre religiosi Prete Gio.Batta Celle in compagnia di due secolari avevano gi da qualche tempo occupato il sito col pretesto di fare vita eremitica. I due compagni ai quali Giovanni Battista Celle aveva posto labito eremitico Luca Cassinelli di Graveglia ed un secondo personaggio identicato nel testo del 1709 come forestiero si dedicavano alla questua domandando per gli Eremitani di Graveglia, senza avere preventivamente chiesto alcun permesso allaffranto Priore5. Si tratta probabilmente dei primi tre frati Eremitani Agostiniani6 giunti ad evangelizzare le val-

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late retrostanti Chiavari e Lavagna. Gli Eremitani di SantAgostino non conducevano viva eremitica da soli ma si riunivano a piccoli gruppi composti da due o tre religiosi. Tale condizione sembra essere stata rispettata, dunque, anche a Graveglia. Da una Lettera inviata nellagosto dello stesso anno 1709 dagli Uomini di Graveglia allArcivescovo di Genova 7 apprendiamo infatti che Gio Batta Celle stava conducendo vita esemplare dedicandosi con carit, zelo e attenzione allassistenza dei poveri e dei bisognosi e che aveva ricevuto in dono dal Priore fondatore la cappella in cui si era ritirato. La notizia confermata dal Testamento dello stesso don Domenico Ginocchio redatto nel 17418, documento nel quale il sacerdote puntualizza di aver costruito la Cappella della Rocca con lo scopo specico di dare ospitalit a Prete Gio.Batta Celle perch vi potesse condurre vita eremitica insieme ad altri che parr a detto Reverendo Gio Batta vestire in abito clericale, o sia dEremita. La vita religiosa attorno alla cappella aveva dunque iniziato ad animarsi. Il nuovo arrivato, preso possesso del sito, aveva iniziato a celebrarvi Messa tutti i giorni, compresi Gioved e Sabato Santo, riutando al tempo stesso gli inviti del Priore di Graveglia a partecipare alle funzioni pubbliche della Parrocchia, quali la processione del Corpus Domini, ritenendole non idonee allo stato di vita contemplativa e ritirata che,

con i compagni, aveva abbracciato. Le fonti archivistiche consultate permettono di circoscrivere al secolo XVIII la presenza costante di alcuni sacerdoti e religiosi Eremitani nella Cappella suddetta, la cui frequentazione sembra aver avuto inizio nel 1699 per protrarsi no al 1764, come si evince dalle date riscontrate in un Libro di Conti conservato nellarchivio parrocchiale 9. Nel testo sono infatti menzionati coloro che si sono avvicendati nella cura delleremo e vi hanno dimorato, ricordati con il nome assunto in seguito alleffettuata professione religiosa. Nel frattempo, nel 1741, era deceduto Luca Cassinelli, il religioso pi citato dalle fonti. Questultimo aveva abbracciato la vita eremitica n dal suo esordio in questa valle del Levante ligure ed aveva, in seguito, provveduto a regolamentare la contrastata situazione relativa alloccupazione del sito adibito ad eremitaggio accettando il contratto di aftto propostogli dal parroco10. Assecondando le sue volont testamentarie, il Cassinelli era stato quindi seppellito nella Prioria di Graveglia, come documenta la lapide marmorea ancora conservata nella chiesa parrocchiale. In seguito allInventario redatto dal Notaio Giovanni Battista Podest dopo la morte delleremitano, erano conuiti in questultima chiesa tutti gli apparati della Cappella in esame un calice, una pianeta, alcuni camici, la Reliquia insigne cio la testa di Santa Vittoria oltre agli oggetti presenti nel Romitorio11. probabile, pertanto, che da questo momento la Cappella della Rocca fosse tornata sotto la giurisdizione del parroco di SantEufemiano, il quale come si evince dalla Relazione rmata nel 1743 dal Priore Giovanni Battista Rolandelli12 continuava a celebrarvi le tre Messe annue stabilite dal fondatore nei giorni di SantAnna, di San Domenico e della Madonna del Rosario. Gli Eremitani erano intanto riusciti ad inserirsi a pieno titolo nella vita ecclesiale locale. L11 novembre 1753 era stata infatti istituita nella chiesa di SantEufemiano, la Confraternita della Madonna della Cintura, dedicazione mariana propriamente agostiniana, con il benestare di Padre Francesco Visca Generale dellordine di SantAgostino e sotto la diretta supervisione di Padre Giacomo Novaro, allora Priore del convento agostiniano di San Nicola da Tolentino di Chiavari, previa autorizzazione del Cardinale Arcivescovo di Genova13. Due anni dopo, nel 1755, inoltre, il Libro dellAmministrazione della Chiesa 14 riporta lavvenuto pagamento di 230 per la statua di Nostra Signora fatta fare in Genova. Il gruppo scultoreo ligneo, ancora oggi esposto in chiesa, era stato quindi inserito nella nicchia dellaltare a Lei dedicato. La sinuosa scultura della Vergine avvolta in una preziosa veste dorata dai morbidi panneggi ed adorna di un manto azzurro che Le lambisce i anchi e Le incornicia il volto dai tratti delicati

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porge infatti ai fedeli, insieme a Ges Bambino, una cintura di cuoio, attributo caratterizzante liconograa agostiniana, richiamo alla sacra cintola che secondo la tradizione la Vergine avrebbe donato a SantAgostino e a Santa Monica in segno di particolare protezione. Intorno alla met del XVIII secolo la presenza agostiniana sembra dunque ormai consolidata a Graveglia. Sempre pi scarse e frammentarie diventano invece, da questo momento, le notizie relative allEremo della Rocca. In una Lettera del 1864 inviata a Genova, al Vicario Arcivescovile Monsignor Andrea Chiarella, da don Francesco Oliva, parroco di SantEufemiano, questultimo domanda il permesso di esporre il Santissimo Sacramento nella cappella in esame ora indicata distante dalla chiesa poco pi di cento passi e attigua al Camposanto15 che nel frattempo era stato costruito ma al tempo stesso manifesta lintenzione di demolirla e trasformarla in un edicio pi grande. Non abbiamo notizia di eventuali lavori effettuati da questo sacerdote. Sono chiaramente documentati, invece, i passaggi di propriet della Cappella della Rocca e del terreno ad essa legato negli anni successivi al 1870 quando il bene, conseguentemente alle leggi post unitarie, era stato incamerato dallo Stato italiano. Nel 1878, inne, Carlo Giuseppe Rivara di Graveglia16, nuovo proprietario dellimmobile, aveva provveduto a trasformarlo in cappella-sepolcreto di famiglia, salvaguardandone in tal modo liniziale funzione religiosa. I lavori di riqualicazione conclusi nel 1889, come si evince dalla data incisa sulla lastra marmorea soprastante limponente portale dingresso e su una lapide murata alla parete di controfacciata hanno determinato laspetto che oggi contraddistingue lampia aula in stile eclettico-liberty, alla quale apporti decorativi e ornamentali di pi tardo gusto novecentesco conferiscono un aspetto austero. Il anco destro delledicio era stato quindi sfondato ed allargato per permettere linserimento di loculi per le sepolture, mentre la parete di fondo era stata separata dalla roccia retrostante, preservando in tal modo dal degrado il maestoso bassorilievo ora policromato che la domina e che caratterizza ancora ai nostri giorni questo edicio ricco di storia.
Bibliograa
Libro Conti riguardanti Luca Cassinelli Eremita detto Luca del Crocisso come anche i suoi Socii, ms, 1699-1763. Lettera di Prete Pietro Gio. Della Cella Priore della Chiesa parrocchiale di S.Eufemiano di Graveglia, ms, 1709, Falcone 55, Graveglia, Archivio Curia Vescovile Chiavari. Lettera del Priore di Graveglia Francesco Oliva al Pro Vicario della Curia Arcivescovile di Genova mons. Chiarella, ms, 1864, Falcone 55: Graveglia, Archivio Curia Vescovile Chiavari. Lettera del Priore di Graveglia Francesco Oliva al Pro Vicario della Curia Arcivescovile di Genova mons. Chiarella, ms, 1865, Falcone 55: Graveglia, Archivio Curia Vescovile Chiavari. Testamento di Luca Cassinelli fu Giovanni 8 Maggio1741 Notaro Gio Batta Podest, ms, 1741, Archivio Parrocchiale Graveglia.

Lettera del Priore di Graveglia allArcivescovo di Genova, ms, 1946, Falcone 55, Graveglia, Archivio Curia Vescovile Chiavari. Amministrazione della Chiesa. Libro mastro Massari, ms, 1738-1815, Archivio Parrocchiale Graveglia. Libro dei Fratelli della Confraternite della Cintura, ms, 1753-1910, Archivio Parrocchiale Graveglia. A.Della Cella, Memorie di Chiavari, II, p. 149, ms, sec. XIX, Biblioteca Societ Economica Chiavari. A.-M. Remondini, Parrocchie dellArchidiocesi di Genova. Notizie storico-ecclesiastiche, V, Genova 1888. L.B. Tiscornia, Nel Bacino imbrifero dellEntella. Val di Graveglia, II, Recco (Genova), 2 ed. 1996.

Ringraziamenti
Un ringraziamento particolare ad Angelo e Maria Francesca Rivara.

Note
1 Lettera di Prete Pietro Gio. Della Cella Priore della Chiesa parrocchiale di S.Eufemiano di Graveglia, ms, 1709, Faldone 55, Graveglia, Archivio Curia Vescovile Chiavari. Pietro Giovanni Della Cella stato Priore di SantEufemiano di Graveglia dal 1707 al 1738. 2 La Prioria, forse risalente nella sua facies pi antica al secolo X, stata ofciata da monaci benedettini. Ledicio stato ricostruito nellOttocento (18661868) mentre il convento, riconvertito in casa dabitazione, oggi non pi riconoscibile. 3 Licenza del Cardinale Durazzo, in Atti del Notaio Cancelliere Giovanni Batta Badaracco, 19 gennaio 1661. Lettera 25 luglio 1734, ms, Archivio Parrocchiale Graveglia. Relazione della Chiesa Parrochiale di S.to Eufemiano di Graveglia posseduta dal 1738 da Gio Batta Rolandelli Sacerdote nato in Tavarone presentemente in et di anni 41, sd (1743), Archivio Parrocchiale Graveglia. Don Domenico Ginocchio stato priore di Graveglia dal 1627 al 1673. 4 Inventario, sd, ms, c 8, Archivio parrocchiale di Graveglia. 5 Lettera, cit., 1709. 6 LOrdine Agostiniano (Ordine degli Eremitani di SantAgostino, O.E.S.A., dal 1969 Ordine di SantAgostino, O.S.A.) un Ordine mendicante che trae la propria spiritualit ed il proprio ideale di vita religiosa da SantAgostino Vescovo di Ippona (secc. IV-V). LOrdine degli Eremitani di SantAgostino stato riconosciuto ufcialmente nel 1244 in seguito allunione di diversi gruppi eremitici gi esistenti. Gli Eremitani di Graveglia appartenevano probabilmente alla Congregazione genovese fondata da Giovanni Battista Poggi nel 1471. 7 Lettera degli Uomini di Graveglia, 11 agosto 1709, ms, Archivio Parrocchiale Graveglia. 8 Luca Cassinelli risulta deceduto nel 1741. La sua sepoltura nella Prioria di Graveglia documentata dalla lapide sepolcrale conservata in chiesa. Testamento di Luca Cassinello detto Eremita abitante nella stanza d.la C.lla della Rocca, 8 maggio 1741, Notaio Giovanni Battista Podest. Archivio Parrocchiale Graveglia. 9 Conti riguardanti Luca Cassinelli Eremita detto Luca del romitaggio come anche i suoi Socii, 1699-1764, ms, Archivio Parrocchiale Graveglia. 10 Cfr. nota 9. 11 Amministrazione della Chiesa. Libro Massari, a di 1 9bre 1743 in 1744, ms, 1738-1815, foglio sparso (c 15), A di 1 9bre 1743 in 1744. Archivio Parrocchiale Graveglia. 12 Relazione della Chiesa Parochiale di S.to Eufemiano di Graveglia posseduta dal 1738 da Gio Batta Rolandelli, Sacerdote nato in Tavarone presentemente in et di anni 41, sd (1743), Archivio Parrocchiale Graveglia. 13 Libro de Fratelli della Confraternita della Madonna S.S. della Cintura eretta in questa nostra chiesa di Graveglia, 1753, ms, 1753-1910, Archivio Parrocchiale Graveglia. Gli Eremitani Agostiniani, presenti a Chiavari dal 1523, dove avevano costruito chiesa e convento sulla collina di Ri, provenivano dal convento genovese di Nostra Signora della Consolazione di Artoria, non pi esistente: A.Della Cella, Memorie di Chiavari, II, p. 149, ms, sec. XIX, Biblioteca Societ Economica Chiavari. 14 Amministrazione della Chiesa. Libro Massari. 1738-1815, 1755, ms, Archivio Parrocchiale Graveglia. Lopera richiama stilisticamente alcune sculture lignee realizzate da Agostino Storace (Genova, notizie dal 1745 al 1788), artista al quale pu forse essere attribuita la Madonna di Graveglia. Le corone in argento che oggi impreziosiscono lopera, ottocentesche, sono contrassegnate dai punzoni SS.Maurizio e Lazzaro e Delno. 15 Lettera, 30 maggio 1864, ms, Falcone 55, Graveglia, Archivio Curia Vescovile Chiavari. 16 Lettera, Graveglia 29 gennaio 1946, ms, Falcone 55, Graveglia, Archivio Curia Vescovile Chiavari.

In alto Ambito ligure (1755), Madonna della cintura, legno scolpito, dipinto e dorato. Graveglia (Carasco), Prioria di SantEufemiano. A fronte sopra Ambito ligure (1639), Santissima Trinit, ardesia scolpita e dipinta. Graveglia (Carasco), Prioria di SantEufemiano. Sotto Lapide sepolcrale (1741) di Luca Cassinelli. Graveglia (Carasco).

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