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Operette morali/Il Parini, ovvero Della Gloria/Capitolo quarto - Wiki our!

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Giacomo Leopardi - Operette morali (1827)

Il Parini, ovvero Della Gloria


Capitolo quarto

Il Parini, ovvero Della Gloria - Capitolo Il Parini, ovvero Della Gloria - Capitolo terzo quinto

A fine poi che tu non pre u!a che le pre"ette "ifficolt#, con i tenti nell$ani!o "ei lettori non %en "i po to, occorrano ra"e volte e fuor "ell$u ato& con i"era che niuna co a ' !a((ior!ente u ata, che il venir !ancan"o nell$uo!o coll$an"ar "ell$et#, la "i po izione naturale a entire i "iletti "ell$eloquenza e "ella poe ia, non !eno che "ell$altre arti i!itative, e "i o(ni %ello !on"ano) Il quale "eca"i!ento "ell$ani!o, pre critto "alla te a natura alla no tra vita, o((i ' tanto !a((iore che e(li i fo e a(li altri te!pi, e tanto pi* pre to inco!incia e" ha pi* rapi"o pro(re o, pecial!ente ne(li tu"io i, quanto che all$e perienza "i cia che"uno, i a((iun(e a chi !a((iore a chi !inor parte "ella cienza nata "all$u o e "alle peculazioni "i tanti ecoli pa ati) Per la qual co a e per le pre enti con"izioni "el viver civile, i "ile(uano facil!ente "all$i!!a(inazione "e(li uo!ini le larve "ella pri!a et#, e eco le peranze "ell$ani!o e colle peranze (ran parte "ei "e i"erii, "elle pa ioni, "el fervore, "ella vita, "elle facolt#) +n"e io piutto to !i !aravi(lio che uo!ini "i et# !atura, "otti !a i!a!ente, e "e"iti a !e"itare opra le co e u!ane, ieno ancora ottopo ti alla virt* "ell$eloquenza e "ella poe ia, che non che "i quan"o in quan"o elle i trovino i!pe"ite "i fare in quelli alcun effetto) Perciocch, a%%i per certo, che a" e ere (a(liar"a!ente !o o "al %ello e "al (ran"e i!!a(inato, fa !e tieri cre"ere che vi a%%ia nella vita u!ana alcun che "i (ran"e e "i %ello vero, e che il poetico "el !on"o non ia tutto favola) -e quali co e il (iovane cre"e e!pre, quan"o anche appia il contrario, finch, l$e perienza ua propria non opravviene al apere& !a elle ono cre"ute "ifficil!ente "opo la tri ta "i ciplina "ell$u o pratico, !a i!e "ove l$e perienza ' con(iunta coll$a%ito "ello peculare e colla "ottrina) Da que to "i cor o e(uire%%e che (eneral!ente i (iovani fo ero !i(liori (iu"ici "elle opere in"irizzate a "e tare affetti e" i!!a(ini, che non ono (li uo!ini !aturi o vecchi) .a "a altro canto i ve"e che i (iovani non acco tu!ati alla lettura, cercano in quella un "iletto pi* che u!ano, infinito, e "i qualit# i!po i%ili& e tale non ve ne trovan"o,

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"i prezzano (li crittori/ il che anco in altre et#, per i!ili cau e, avviene alcune volte a(l$illetterati) 0uei (iovani poi, che ono "e"iti alle lettere, antepon(ono facil!ente, co!e nello crivere, co 1 nel (iu"icare (li critti altrui, l$ecce ivo al !o"erato, il uper%o o il vezzo o "ei !o"i e "e(li orna!enti al e!plice e al naturale, e le %ellezze fallaci alle vere& parte per la poca e perienza, parte per l$i!peto "ell$et#) +n"e i (iovani, i quali enza alcun fallo ono la parte "e(li uo!ini pi* "i po ta a lo"are quello che loro appari ce %uono, co!e pi* veraci e can"i"i& ra"e volte ono atti a (u tare la !atura e co!piuta %ont# "elle opere letterarie) Col pro(re o "e(li anni, cre ce quell$attitu"ine che vien "all$arte, e "ecre ce la naturale) 2on"i!eno a!%e"ue ono nece arie all$effetto) Chiunque poi vive in citt# (ran"e, per !olto che e(li ia "a natura cal"o e ve(liato "i cuore e "$i!!a(inativa, io non o (eccetto e, a" e e!pio tuo, non trapa a in olitu"ine il pi* "el te!po) co!e po a !ai ricevere "alle %ellezze o "ella natura o "elle lettere, alcun enti!ento tenero o (enero o, alcun$i!!a(ine u%li!e o le((ia"ra) Perciocch, poche co e ono tanto contrarie a quello tato "ell$ani!o che ci fa capaci "i tali "iletti, quanto la conver azione "i que ti uo!ini, lo trepito "i que ti luo(hi, lo pettacolo "ella !a(nificenza vana, "ella le((erezza "elle !enti, "ella fal it# perpetua, "elle cure !i ere, e "ell$ozio pi* !i ero, che vi re(nano) 0uanto al vol(o "ei letterati, to per "ire che quello "elle citt# (ran"i appia !eno far (iu"izio "ei li%ri, che non a quello "elle citt# piccole/ perch, nelle (ran"i co!e le altre co e ono per lo pi* fal e e vane, co 1 la letteratura co!une!ente ' fal a e vana, o uperficiale) 3 e (li antichi reputavano (li e ercizi "elle lettere e "elle cienze co!e ripo i e ollazzi in co!parazione ai ne(ozi, o((i la pi* parte "i quelli che nelle citt# (ran"i fanno profe ione "i tu"io i, reputano, e" effettual!ente u ano, (li tu"i e lo crivere, co!e ollazzi e ripo i "e(li altri ollazzi) Io pen o che le opere ri(uar"evoli "i pittura, cultura e" architettura, are%%ero (o"ute a ai !e(lio e fo ero "i tri%uite per le province, nelle citt# !e"iocri e piccole& che accu!ulate, co!e ono, nelle !etropoli/ "ove (li uo!ini, parte pieni "$infiniti pen ieri, parte occupati in !ille pa i, e coll$ani!o connaturato, o co tretto, anche !al uo (ra"o, allo va(a!ento, alla frivolezza e alla vanit#, rari i!e volte ono capaci "ei piaceri inti!i "ello pirito) +ltre che la !oltitu"ine "i tante %ellezze a"unate in ie!e, "i trae l$ani!o in (ui a, che non atten"en"o a niuna "i loro e non poco, non pu4 ricevere un enti!ento vivo& o (enera tal aziet#, che elle i conte!plano colla te a fre""ezza interna, che i fa qualunque o((etto vol(are) Il i!ile "ico "ella !u ica/ la quale nelle altre citt# non i trova e ercitata co 1 perfetta!ente, e con tale apparato, co!e nelle (ran"i& "ove

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(li ani!i ono !eno "i po ti alle co!!ozioni !ira%ili "i quell$arte, e !eno, per "ir co 1, !u icali, che in o(ni altro luo(o) .a non"i!eno alle arti ' nece ario il "o!icilio "elle citt# (ran"i 1 a con e(uire, e 1 !a((ior!ente a porre in opera la loro perfezione/ e non per que to, "a altra parte, ' !en vero che il "iletto che elle por(ono quivi a(li uo!ini, ' !inore a ai, che e(li non are%%e altrove) 3 i pu4 "ire che (li artefici nella olitu"ine e nel ilenzio, procurano con a i"ue vi(ilie, in"u trie e ollecitu"ini, il "iletto "i per one, che olite a rivol(er i tra la folla e il ro!ore, non (u teranno e non piccoli i!a parte "el frutto "i tante fatiche) -a qual orte "e(li artefici ca"e anco per qualche proporzionato !o"o ne(li crittori)

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