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Operette morali/Il Parini, ovvero Della Gloria/Capitolo quinto - Wiki our!

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Giacomo Leopardi - Operette morali (1827)

Il Parini, ovvero Della Gloria


Capitolo quinto

Il Parini, ovvero Della Gloria - Capitolo Il Parini, ovvero Della Gloria - Capitolo quarto sesto

Ma ci sia detto co e per inciden!a" #ra tornando in via, dico c$e %li scritti pi& vicini alla per'e!ione, $anno questa propriet(, c$e ordinaria ente alla seconda lettura piacciono pi& c$e alla pri a" Il contrario avviene in olti li)ri co posti con arte e dili%en!a non pi& c$e ediocre, a non privi per di un qual si sia pre%io estrinseco ed apparente* i quali, riletti c$e sieno, cadono dall+opinione c$e l+uo o ne avea conceputo alla pri a lettura" Ma letti %li uni e %li altri una volta sola, in%annano talora in odo anc$e i dotti ed esperti, c$e %li otti i sono posposti ai ediocri" #ra $ai a considerare c$e o%%i, e!iandio le persone dedite a%li studi per instituto di vita, con olta di''icolt( s+inducono a rile%%ere li)ri recenti, assi e il cui %enere a))ia per suo proprio 'ine il diletto" ,a qual cosa non avveniva a%li antic$i* atteso la inor copia dei li)ri" Ma in questo te po ricco delle scritture lasciateci di ano in ano da tanti secoli, in questo presente nu ero di na!ioni letterate, in questa eccessiva copia di li)ri prodotti %iornal ente da ciasc$eduna di esse, in tanto sca )ievole co ercio 'ra tutte loro* oltre a ci, in tanta oltitudine e variet( delle lin%ue scritte, antic$e e oderne, in tanto nu ero ed a pie!!a di scien!e e dottrine di o%ni aniera, e queste cosstretta ente connesse e colle%ate insie e, c$e lo studioso . necessitato a s'or!arsi di a))racciarle tutte, secondo la sua possi)ilit(* )en vedi c$e anca il te po alle pri e non c$e alle seconde letture" Per qualunque %iudi!io vien 'atto dei li)ri nuovi una volta, di''icil ente si uta" /%%iun%i c$e per le stesse cause, anc$e nel pri o le%%ere i detti li)ri, assi e di %enere a eno, poc$issi i e rarissi e volte pon%ono tanta atten!ione e tanto studio, quanto . di )iso%no a scoprire la 'aticosa per'e!ione, l+arte inti a e le virt& odeste e recondite de%li scritti" Di odo c$e in so a o%%id- viene a essere pe%%iore la condi!ione dei li)ri per'etti, c$e dei ediocri* le )elle!!e o doti di una %ran parte dei quali, vere o 'alse, sono esposte a%li occ$i in aniera, c$e per piccole c$e sieno, 'acil ente si scor%ono alla pri a vista" 0 possia o dire con verit(, c$e ora ai l+a''aticarsi di scrivere per'etta ente, . quasi inutile alla 'a a" Ma da altra parte, i li)ri co posti, co e sono quasi tutti i oderni, 'rettolosa ente, e

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ri oti da qualunque per'e!ione* ancorc$1 sieno cele)rati per qualc$e te po, non possono ancar di perire in )reve2 co e si vede continua ente nell+e''etto" 3en . vero c$e l+uso c$e o%%i si 'a dello scrivere . tanto, c$e e!iandio olti scritti de%nissi i di e oria, e venuti pure in %rido, trasportati indi a poco, e avanti c$e a))iano potuto (per dir cos-) radicare la propria cele)rit(, dall+i enso 'iu e dei li)ri nuovi c$e ven%ono tutto %iorno in luce, periscono sen!+altra ca%ione, dando luo%o ad altri, de%ni o inde%ni, c$e occupano la 'a a per )reve spa!io" Cos-, ad un te po edesi o, una sola %loria . dato a noi di se%uire, delle tante c$e 'urono proposte a%li antic$i* e quella stessa con olta pi& di''icolt( si conse%ue o%%i, c$e antica ente" 4oli in questo nau'ra%io continuo e co une non eno de%li scritti no)ili c$e de+ ple)ei, soprannuotano i li)ri antic$i* i quali per la 'a a %i( sta)ilita e corro)orata dalla lun%$e!!a dell+et(, non solo si le%%ono ancora dili%ente ente, a si rile%%ono e studiano" 0 nota c$e un li)ro oderno, e!iandio se di per'e!ione 'osse co para)ile a%li antic$i, di''icil ente o per nessun odo potre))e, non dico possedere lo stesso %rado di %loria, a recare altrui tanta %iocondit( quanta da%li antic$i si riceve2 e questo per due ca%ioni" ,a pri a si ., c$e e%li non sare))e letto con quell+accurate!!a e sottilit( c$e si usa ne%li scritti cele)ri da %ran te po, n1 tornato a le%%ere se non da poc$issi i, n1 studiato da nessuno* perc$1 non si studiano li)ri, c$e non sieno scienti'ici, insino a tanto c$e non sono divenuti antic$i" ,+altra si ., c$e la 'a a durevole e universale delle scritture, posto c$e a principio nascesse non da altra causa c$e dal erito loro proprio ed intrinseco, ci non ostante, nata e cresciuta c$e sia, oltiplica in odo il loro pre%io, c$e elle ne diven%ono assai pi& %rate a le%%ere, c$e non 'urono per l+addietro* e talvolta la a%%ior parte del diletto c$e vi si prova, nasce se plice ente dalla stessa 'a a" 5el qual proposito i tornano ora alla ente alcune avverten!e nota)ili di un 'iloso'o 'rancese* il quale 617 in sostan!a, discorrendo intorno alle ori%ini dei piaceri u ani, dice cos-" Molte cause di godimento compone e crea lanimo stesso nostro a se proprio, massime collegando tra loro diverse cose. Perci bene spesso avviene che quello che piacque una volta, piaccia similmente unaltra; solo per essere piaciuto innanzi; congiungendo noi collimmagine del presente quella del passato. Per modo di esempio, una commediante piaciuta agli spettatori nella scena, piacer verisimilmente ai medesimi anco nelle sue stanze; perocch s del suono della sua voce, s della sua recitazione, s dellessere stati presenti agli applausi riportati dalla donna, e in qualche modo eziandio del concetto di principessa aggiunto a quel proprio che le conviene, si comporr quasi un misto di pi! cause, che produrranno un diletto solo. "erto la mente di ciascuno abbonda tutto

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giorno dimmagini e di considerazioni accessorie alle principali. #i qui nasce che le donne $ornite di riputazione grande, e macchiate di qualche di$etto piccolo, recano talvolta in onore esso di$etto, dando causa agli altri di tenerlo in conto di leggiadria. % veramente il particolare amore che ponghiamo chi ad una chi ad altra donna, & $ondato il pi! delle volte in sulle sole preoccupazioni che nascono in colei $avore o dalla nobilt del sangue, o dalle ricchezze, o dagli onori che le sono renduti o dalla stima che le & portata da certi* spesso e!iandio dalla 'a a, vera o 'alsa, di )elle!!a o di %ra!ia, e dallo stesso a ore avutole pri a o di presente da altre persone" 0 c$i non sa c$e quasi tutti i piaceri ven%ono pi& dalla nostra i a%inativa, c$e dalle proprie qualit( delle cose piacevoli8 ,e quali avverten!e quadrando otti a ente a%li scritti non eno c$e alle altre cose, dico c$e se o%%i uscisse alla luce un poe a u%uale o superiore di pre%io intrinseco all+Iliade* letto anc$e attentissi a ente da qualunque pi& per'etto %iudice di cose poetic$e, %li riuscire))e assai eno %rato e en dilettevole di quella* e per tanto %li restere))e in olto inore esti a!ione2 perc$1 le virt& proprie del poe a nuovo, non sare))ero aiutate dalla 'a a di ventisette secoli, n1 da ille e orie e ille rispetti, co e sono le virt& dell+Iliade" 4i il ente dico, c$e c$iunque le%%esse accurata ente o la Gerusale e o il 9urioso, i%norando in tutto o in parte la loro cele)rit(* provere))e nella lettura olto inor diletto, c$e %li altri non 'anno" ,aonde in 'ine, parlando %eneral ente, i pri i lettori di ciascun+opera e%re%ia, e i conte poranei di c$i la scrisse, posto c$e ella otten%a poi 'a a nella posterit(, sono quelli c$e in le%%erla %odono eno di tutti %li altri2 il c$e risulta in %randissi o pre%iudi!io de%li scrittori" Note
1" Montesquieu, 'ragment sur le (o)t; de la sensibilit"

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