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Istinto, Intelletto, Intuito

Published on July 1, 2013, in OSHO, PRESENZA NEL QUI E ORA = LA MENTE - IL PENSIERO - LA PAROLA.

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Scritto nel 2011 per la Academy of Light e parzialmente estratto dal suo libro La Psicologia dello Zorba, questo articolo di Arshad sintetizza un aspetto cruciale della realt interiore: la divisione tra sopra e sotto che ci frammenta.

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(http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2013/07/ArshadMoscogiuri.jpg) ISTINTO, INTELLETTO, INTUITO Cos lintuito? In latino, tuitus significa insegnato, la stessa etimologia di tutore. Dunque, in + tuitus significa insegnato dentro, un auto-insegnamento. Per i greci, si chiamava nos (tradotto malamente nel medioevo con intelletto). Il nos collocato al di l dei fenomeni sensibili (i sensi). Si trova oltre lo stesso pensiero logico-dialettico, la dianoia, che un semplice strumento: la ragione. La ragione lintelligenza, ovvero la capacit di scegliere dentro: intus + eligere. E la capacit di intendere e volere, il libero arbitrio. Un dono infinitamente prezioso, non un male. La Separazione dal s avviene quando lintelletto lunico strumento che conosciamo; questo ci impedisce di esplorare a fondo il nostro interno. Si tratta di un uso improprio, niente altro. Un uso improprio pu essere trasformato. Si pu comprendere che, per guardare se stessi, non occorre scegliere nulla, che non ci sono minacce. Si pu andare, senza giudizi e pregiudizi, alla scoperta di ci che , di quanto accade dentro. Oltre le paure, oltre le separazioni. Durante gli anni 20 del secolo scorso la psicologia, prima con il movimento della

Gestalt, poi con la psicologia cognitiva, definisce il concetto di intuito immediato e improvviso: lo chiama insight, cio vista interna. La deduzione deriva dallosservazione comportamentale degli scimpanz, e si riferisce alla capacit di riconfigurare tutti gli aspetti di un problema, arrivando alla soluzione non per gradi di ragionamento, ma attraverso unimprovvisa intuizione. In altre parole, sebbene questa forma di comprensione sia anche complementare al ragionamento, sono insight anche molte scoperte scientifiche, non solo le osservazioni soggettive. In questo modo, il leggendario Eureka! di Archimede, o le geniali rivelazioni di grandi scienziati, sono frutto di insight. Accadono quando la soluzione, non trovata guardando fuori, arriva guardando dentro. Per lesplorazione interiore, i sensi si muovono verso dentro; il s non si trova fuori. Quando non ci si ferma alla dianoia, al pensiero logico, ma si prosegue nel flusso osservante, si aprono le porte allintuito. Lintuito non una qualit superiore; una qualit unitaria, fatta dallistinto, dallintelletto e dallintuito stesso. Se listinto non fluisce, lintuito non si attiva. Lintelletto pu fungere da barriera oppure da ponte. Se si comprende che c qualcosa oltre lintelletto, questo diventa il ponte che collega istinto e intuito. Se ci si ferma allintelletto, si rimane separati dal proprio intuito, se ne resta inconsapevoli, e si combatte contro listinto. Il puro intelletto senza relazioni con istinto e intuito, semplicemente sapere, conoscenza; scientia, in latino. Il sapere fine a se stesso non ha molto valore; soltanto quando include anche il resto, la conoscenza diventa comprensione; da scienza, diventa co-scienza. La scienza senza coscienza non uno strumento, ma un pericolo; come dare una pistola carica in mano a un bambino. Il che rammenta lattuale situazione storica: interi arsenali in mano a degli irresponsabili incoscienti. Non serve molto intuito, sufficiente un po di deduzione per comprendere quali e quanti siano gli effetti non solo globali, sociali, della separazione delluomo da s, ma anche quelli individuali. Siamo lontani dalle nostre percezioni intuitive, nella stessa misura in cui lo siamo dalle nostre percezioni istintive. Eppure, ognuno ha esperienze di intuizioni; a tutti capitato di intuire, pi e pi volte. Il problema dato dallattenzione, dalla consapevolezza. Cos come listinto represso, inascoltato e pertanto inconscio, lo stesso accade con lintuito. Non siamo connessi n in basso n in alto, per cos dire, e le intuizioni passano senza che ce ne accorgiamo. Quando capita di accorgersene, ecco che diciamo di aver avuto unintuizione. Non assume importanza particolare: lintuito viene ritenuto sporadico, casuale, come se non fosse una nostra facolt, ma un dono elargito a random, che per accidente qualche volta colpisce anche noi. Qualcosa che arriva dallalto, senza il nostro intervento, come un escremento di piccione. Inoltre, le esperienze di intuizioni non ordinarie sono sottovalutate, dimenticate, non rientrano nel quadro delle nostre possibilit quotidiane. Lintuito non sembra essere qualcosa cui possiamo fare ricorso, attingendo alle nostre risorse. Il riflesso della separazione dal s ci fa apparire le qualit istintive come animali, e quelle intuitive come divine. Non siamo pronti a riconoscere come nostra nessuna delle due, inchiodati sulla croce umanoide dellidentificazione intellettuale. Listinto corpo, inconscio, animale. Lintelletto mente, conscio, non pi animale. Attraverso lintelletto si possono fare cose che nessun animale potrebbe fare, nel bene e nel male. Guarire malattie, o sterminare vite. Lintuito la coscienza, lessere interiore, il superconscio. E dove si diventa interamente umani. Coloro i quali impiegano la propria attenzione verso la trasformazione delle separazioni fondamentali, cio quelle da noi stessi, dalla natura e dagli altri, fanno presto i conti con listinto, e iniziano a scoprire un rapporto diverso con lintuito. Cominciano a notare le intuizioni, a riconoscere e ritrovare lo stato interiore in cui queste si affacciano, a dare al proprio intuito il giusto valore. Pi la frammentazione dellindividuo si ricompatta verso ununit, meglio funzionano le facolt di istinto, intelletto e intuito, fluendo in armonia. Laccesso allintuito scavalca i confini della logica binaria, del dualismo della ragione. Offre una visione inclusiva; la realt non pi fatta di categorie, di schemi, di giusto e sbagliato. Essa compresa in un insieme pi ampio, conglobato. Non unosservazione lineare, dove un pensiero segue un altro e poi un altro ancora, in una scala deduttiva. La comprensione circolare; non inspirazione ed espirazione, bens respiro. Da una visione binoculare a un occhio unico; quello che in Oriente chiamano il Terzo Occhio. Non che spunti un terzo organo della vista in mezzo alla fronte; che dentro accade ununificazione dellindividuo, che permette un diverso

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punto di osservazione della realt. Consente di accoglierla dentro, senza paura n giudizio, abbracciandola nella sua totalit. Un equilibrio che permette di percepirne ogni sfumatura, ogni gusto, ogni profumo, ogni superficie, ogni sussurro, sia interiormente che esteriormente. Un abbraccio cos vasto da diventare circolare, da comprendere tutto quello che il presente offre. Lintuito il nostro Maestro interiore, la cui voce diventa udibile quando quella della paura condizionata finalmente tace. di Arshad Moscogiuri Fonte:Osho Circl School

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