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AnnoIVn.

17 / Natale2013
della comunit
della comunit
Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA
Bollettino parrocchiale a diffusione interna
Nelle pagine interne
-in seconda:
Note in margine al percorso di formazione per adulti
Cosa si pu fare di pi per la parrocchia?
Angelina ringrazia la Comunit Parrocchiale
-in terza:
In 3 domande: intervista a Don Alessandro
Sintesi dellincontro del Consiglio Pastorale Vicariale
Grazie a Tommaso Debellis il coro c!
-in quarta:
Fede, Speranza...Caritas
Langolo del D.V.: Papa Francesco parla del Difensore
del Vincolo
Voce della comunit
via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle
Redazione: don Giuseppe Di Corrado,
Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli,
Vito Giannelli,Angelina Passiatore, Giovanni Capotorto
Vieni a trovarci e a leggerci on line su
http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com
e su http://www.upgo.org/upgov1/
Pagina 1
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Miei cari,spero che in questo
Santo Natale il vostro diventi un
mormorio...di preghiera! Ma
forse sono troppo ottimista....
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La grande festa del Natale ci d lopportunit di riflettere su quel miste-
ro dellIncarnazione, che il fondatore del Movimento ecclesiale di Co-
munione e Liberazione, colto dallo stupore diceva: Incredibile ma
vero!. Dio venuto a incontrare luomo nella sua storia. Questo even-
to continua a produrre effetti prodigiosi in tutte le latitudini e longitudini
del mondo. Alcuni anni fa un amico nellaugurarmi un buon Natale mi
aveva inviato una immagine sul cui retro recava scritto: Sono venuto
per te e ti aspetto. Questo invito mi ha richiamato uno slo-
gan di Avvento: Dio ci d appuntamento!. Col Natale Dio ha mante-
nuto la parola e si presentato allappuntamento con noi. Questo mi
ha fatto sorgere una domanda: A Natale noi, cosa celebriamo? Il
compiersi o linizio dellincontro di Dio con gli uomini? Di certo, il Natale
scandisce il momento di avvio del dialogo di Dio con tutta lumanit.
Ascoltiamo le parole dellAngelo ai pastori: Vi annuncio una grande
gioia. Si tratta di un annuncio che porta con s una gioia grande. E
una notizia incredibilmente bella: Dio ha mandato suo Figlio sulla ter-
ra. Dio ha scelto la via dellumanit per salvare lumanit. Oggi ci
donato un Figlio. Non c pi posto per la sterilit, per
lincomunicabilit; tutto diviene speranza, invito ad amare, ad essere
uomini di pace, per un mondo che sta perdendo il desiderio di sperare,
che perde il senso dellamore autentico, che vede minacciati gli equili-
bri della pace anche allinterno delle stesse famiglie. Su questo mondo
sempre turbato dalla paura delle guerre, dal timore di contrarre malat-
tie inguaribili, da una politica deludente, dalle povert sempre pi nu-
merose, un raggio di luce parte dalla mangiatoia di Betlemme. Perch
un bambino che nasce un nuovo destino che si affaccia sul mondo,
una speranza che si risveglia. Egli nato dalleternit nellamore del
Padre e, oggi, nasce dalla Vergine Maria nella storia. E Figlio di Dio e
di Maria. La Scrittura dice che Egli Forte, Immortale, Invincibile; tutta-
via, un bambino, fragile, esposto alla sofferenza, come ogni essere
umano. E amico delluomo, totalmente solidale con noi. Il Natale
giustamente la storia di questo incontro, che si realizza tra Dio e gli
uomini. Una nascita che una storia damore: riguarda la vita della
famiglia umana; cos devessere letta la nascita di Cristo. In essa si
scorge la manifestazione dellamore del Padre che ha amato il mondo
fino a donare il suo Figlio unigenito. E lapostolo Giovanni scri-
ve:Guardate quale grande amore!. Quel Bambino il segno pi scon-
volgente dellamore di Dio per noi. Natale questo. E, allora, luomo e
la donna , innestati in Cristo sono inseparabili da Dio. E, oggi, noi non
possiamo che raccontare che una sola storia: quella dellincontro di
Dio con tutta lumanit. Ogni uomo e ogni donna sono in Lui. Nel Dio-
uomo noi ritroviamo luomo vero, la sua sacralit. A livello di fede non
c pi posto per la filantropia: avere sentimenti di bont, essere pi
buoni a Natale, fare dei doni ai poveri non sufficiente. Per noi, Nata-
le significa essere cristiani. Ogni incontro con i fratelli e le sorel-
le deve tradursi in un incontro con Cristo, e come Lui, essere capaci di
aprire la nostra vita agli altri, perch Dio ha rivelato il suo volto umano
nel Bambino di Betlemme. Natale non poesia, ma responsabilit di
vita, impegno, come lo stato per Cristo. Scriveva, infatti, Ra-
oul Faullerau, apostolo dei lebbrosi,: Se Cristo domani, o anche oggi,
bussasse alla tua porta, sapresti riconoscerlo?. Il Natale ci invita a
promuovere gli uomini. Con la forza dellamore, il credente unisce il
proprio impegno a quello degli uomini di buona volont per salvaguar-
dare i valori umani; e se abbiamo limpressione che essi si stiano per-
dendo, come sovente si pu constatare, non si scoraggia, ma raddop-
pia le sue forze, mettendo in atto la sua libert, la sua fantasia, le sue
qualit, la sua esperienza di fede e di umanit per risolvere i problemi
e portare la gioia del Vangelo agli uomini. Dove si trovano persone
disposte a questo, si pu cantare lannunzio degli Angeli a Betlemme:
Vi annuncio una grande gioia, oggi nato per voi il Salvatore. E il
mondo intero pu continuare il suo cammino rinfrancato, anche se
resta difficile, perch il Signore veglia su di esso.
Pag.2 Pag.3
lO 0OmO0e
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- Quali sentimenti ti hanno pervaso nel
momento culminante della tua ordina-
zione sacerdotale?
Sono gi trascorsi tre mesi dalla mia Ordi-
nazione Sacerdotale e per tutta la vita cre-
do sar impossibile cancellare o far si che
si affievoliscano i sentimenti, che mi hanno
pervaso in quel momento, in quel Giorno
direi, ma in modo particolare in quelle due
ore di Concelebrazione Eucaristica, nella
quale venivo ordinato sacerdote mediante
limposizione delle mani del Vescovo. Sen-
timenti di incredulit e di stupore soprattut-
to per quello che stava avvenendo. La
sensazione dominante era questa: mi sem-
brava di sognare ad occhi aperti. La gioia
stata ed grande, ma credo che un pizzico
di incredulit per cos grande dono ricevuto
naturale. Diceva il Santo Curato dArs: Se un sacerdote si rendesse
davvero conto di Chi rappresenta e cosa realmente accade mentre cele-
bra lEucarestia, di certo morirebbe allistante. Ecco perch spero di
non perdere mai quella sensazione di incredulit (non di chi non crede
al Mistero, ma di chi crede che qualcosa di infinitamente pi grande
della sua persona e di immenso gli sia capitato).
-Quale interpretazione intendi dare al tuo essere Alter Christus
in un mondo difficile qual il nostro?
Non facile dare uninterpretazione dellAlter Christus. Il sacerdote
altro Cristo , cio la continuazione di Lui nella storia degli uomini e
nella vita della Chiesa, attraverso il secondo grado dellordine Sacro che
gli stato conferito nellOrdinazione sacerdotale. Credo che nel mondo,
in cui viviamo, essere un altro Cristo non sia difficile quanto piuttosto
impegnativo. Si, perch in termini di coerenza che ci giochiamo tutto.
Se dobbiamo essere altri Ges, dobbiamo lasciar trasparire Lui da
tutto noi stessi, dal linguaggio e dai comportamenti. San Paolo dir: Chi
crede in Ges deve comportarsi come lui si comportato. Ecco perch,
se sacramentalmente noi sacerdoti rappresentiamo Cristo e dobbiamo
lasciar intravedere Lui dalla nostra persona, ogni cristiano non deve mai
dimenticare di non essere esente da ci: essere anchegli un alter Chri-
stus. Non a caso ad Antiochia i primi discepoli di Ges furono chiamati
cristiani, forse perch davvero assomigliavano a quel Cristo. C un
sacramento, che accomuna il sacerdote e il fedele circa lessere entram-
bi alter Christus, ed il sacramento del quotidiano. Sempre e dovun-
que dobbiamo essere quella longa manus di Cristo, quel prolungamen-
to di Lui negli ambienti di vita quotidiana.
-Secondo te di cosa ha bisogno la nostra parrocchia per essere
allaltezza della sua missione nel contesto, in cui opera?
Non ci sono ricette per dire di cosa la nostra parrocchia ha bisogno, cosi
come ogni comunit cristiana, per poter essere allaltezza della missione
di evangelizzazione nel contesto in cui vive ed opera. Per nostra par-
rocchia intendo ogni singolo e non una massa anonima di persone,
perch ogni singolo appartenente a questa porzione di popolo di Dio
deve interrogarsi su come vive la propria vocazione cristiana, dentro la
Chiesa e fuori. Dovremmo un po tutti recuperare la gioia di essere cri-
stiani, la freschezza del Vangelo, che oggi pi che mai non deve sem-
brarci un racconto lontano ma una Parola vivente, che cammina insieme
a noi, che gioisce con noi, che soffre con noi, che muore per noi, che
risorge per darci Speranza. Oltre alla gioia di essere cristiani, dobbiamo
avvertire fortemente lappartenenza alla Chiesa e alla comunit parroc-
chiale, in cui il Signore ci ha posti, sentire forte il desiderio di renderci
disponibili allinterno della famiglia parrocchiale, di dare il nostro piccolo
ma sempre indispensabile contributo in termini di tempo, di presenza, di
collaborazione, secondo le proprie disponibilit e inclinazioni. Gioia,
bisogno di sentirci parte della comunit, rendendoci disponibili, e infine
credo anche dovremmo recuperare lidea di parrocchia come famiglia.
Qualcuno ha detto che la parrocchia famiglia di famiglie, casa tra le
case. Credo non servano molte parole per commentare questa espres-
sione. E il desiderio, che spero fiorisca nel cuore di tutti, ed la testimo-
nianza pi bella che come comunit possiamo dare al mondo che ci
circonda spesso indifferente e diffidente.
Vito Buttiglione
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Il 2 dicembre scorso si tenuta presso la Parrocchia Imma-
colata di Gioia il Consiglio pastorale dellVIII Vicaria.
Si parlato della visita vicariale, che si terr a Sammichele
il 20-1-2014, a partire dalla celebrazione eucaristica delle
ore 18,00.
Sono state rivolte sollecitazioni a mettere in atto iniziative in
occasione del pellegrinaggio a Maria SS. Odegitria, patrona
della diocesi, che si svolger il 6-3-2014.
Sul terzo punto, il cammino di speranza, tema di questo
nuovo anno liturgico, sono state sollecitate riflessioni, inizia-
tive, traguardi parrocchiali e comunitari da poter condivide-
re.
Lincontro, soprattutto su questo punto, ha dimostrato una
frettolosa e incerta elaborazione, dovuta anche ai tempi
stretti con cui si arrivati alla convocazione dellincontro.
Come ha sottolineato il nostro parroco, don Giuseppe, ed
anche il sottoscritto, si sta peccando di improvvisazione,con
un lavoro a comparti stagni, privilegiando il campo dottrina-
le rispetto allimpegno concreto. Non si pu inventarsi
ogni anno un tema e pensare di esaurirlo nel corso dello
stesso, per passare lanno successivo ad un altro tema e ad
un altro lanno successivo, tacitando la propria coscienza di
essersi impegnati su diversi temi dottrinali, ma occorrerebbe
avere un filo conduttore, a partire dai bisogni dei credenti,
dai perenni bisogni e soprattutto dai nuovi bisogni della so-
ciet moderna.
E poich la nostra societ caratterizzata dal crescente
materialismo e dalla crisi della famiglia stato ribadito dal
nostro consiglio pastorale che occorre avviare una seria
riflessione sulla famiglia per intercettarne i bisogni e succes-
sivamente avviare una pastorale che coinvolga sempre pi
le famiglie nella comunit parrocchiale e cittadina.
Solo cos si potr tornare a fare Chiesa, partendo dalla ba-
se, uscendo dalle sacrestie (laici e religiosi), incontrando le
famiglie, i giovani, che si allontanano da una comunit ec-
clesiale che avvertono forse lontana da loro e arroccata su
posizioni dottrinali-teologiche non calate, poi, nella realt
quotidiana.
Occorrebbe seguire lesempio di Papa Francesco, che in
modo semplice ed efficace si fa povero tra i poveri e cerca
di aprire un dialogo con tutti, avvicinandosi ai problemi degli
uomini di oggi.
Occorrerebbe saper ascoltare ed agire conseguentemente,
manifestando al mondo che limpegno che segue allascolto
la testimonianza vivente del messaggio cristiano su cui si
fonda il nostro Credo religioso.
Francesco Giannini
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Dopo una lunga fase organizzativa il 13 novembre 2013
partito il percorso di formazione interparrocchiale "Con
Giustizia, i mercoled di AC per gli adulti"promosso dal
settore adulti di Azione Cattolica. Cinque incontri
"itineranti" aperti a tutti, ospitati di volta in volta in una par-
rocchia diversa, alternandosi nellorganizzazione. Un mo-
do per rilanciare lAzione Cattolica cittadina e la collabora-
zione tra le parrocchie, un tempo fiore allocchiello della
chiesa gioiese.
Ha aperto il primo incontro don Giosy, vice direttore dio-
cesano settore Adulti di AC che ha commentato Mt 22, 1-
14, licona biblica proposta questanno dallassociazione
con lo slogan "Invitati inviati". Nel brano si parla d un re
che festeggia le nozze, ma gli invitati non si presentano,
inventando scuse o picchiando i suoi servi. Il re allora
manda i servi agli angoli delle strade per invitare tutti
quelli che trovano.
Nella parabola Ges sottolinea che lINVITO non un
diritto, una cosa dovuta, ma dipende dalla nostra risposta.
Gli ebrei hanno perso la loro priorit di nascita, per cui la
salvezza viene offerta a ogni popolo.
Tutti siamo invitati, ma spesso un atteggiamento di chiu-
sura impedisce la crescita, dare la priorit alle nostre cose
rispetto a quelle di Dio ci rende NON DEGNI di invito. Bi-
sogna essere aperti e indossare labito nuziale ossia ri-
spondere alla chiamata, assumersi le proprie responsabi-
lit.
Nel secondo incontro Mons. Nicola Dileo, giudice presso il
Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese ha affrontato
a braccio il tema del rapporto tra Chiesa e giustizia, mi-
scelando sapientemente citazioni evangeliche e filosofi-
che con aneddoti divertenti.
Un viaggio che parte dal Discorso della Montagna in cui
le antinomie prospettano un diverso modo di intendere la
giustizia. Non pi quella degli scribi e dei farisei, basata
su regole troppo rigide, imposte solo agli altri, ma una
giustizia superiore.
Quando Dio ha creato luniverso ha dato un posto ad ogni
cosa, ad ogni creatura. Poi ha creato luomo e lo ha mes-
so al centro delluniverso, dandogli il libero arbitrio, il pote-
re di innalzarsi fino agli angeli o degradare fino alle be-
stie). Luomo ci che sceglie di essere. Anche il perdono
fa parte della giustizia che non deve essere fredda esecu-
trice delle leggi. Nessuno si salva da solo. Laltro non un
impedimento, ma diventa linterlocutore della tua anima.
Potete trovare il programma completo e un resoconto pi
dettagliato degli incontri svolti finora sul sito interparroc-
chiale UPGO (www.upgo.org).
I prossimi appuntamenti si svolgeranno:
-mercoled 15 gennaio alle ore 19.30 presso il chiostro del
Comune sul tema "Giustizia e Bene Comune"
-mercoled 5 febbraio alle ore 19.30 presso il salone della
parrocchia di Santa Maria Maggiore sul tema "Giustizia e
Famiglia"
-mercoled 12 marzo alle ore 19.30 presso il Cine Teatro
Sacro Cuore sul tema "Giustizia e Cultura"
Gianni Capotorto
LO5 5l u l|e 0l lu e| I F||OCC0l/
Di domenica mattina, quando suona la sveglia (se mi ricordo di
programmarla!), mi giro e mi rigiro e penso: me ne sto nel letto per
altri quindici minuti...tanto oggi non lavoro e mi godo qualche minu-
to in pi di questo tepore. Passano i quindici minuti previsti, suona
nuovamente la sveglia e mi viene in mente che oggi ho solo un
incombenza: la partecipazione alla Santa Messa. Dico bene alla
Santa Messa e non semplicemente alla Messa. E importante: ci
devo andare! Mi dedico poi a tutte le operazioni mattutine di routi-
ne e...comincia la drammatica sfilza di domende altrettanto di routi-
ne: cosa mi metto? far freddo? mi faccio la barba?
Quando poi mi accorgo di essere in leggero ritardo, comincio a
lamentarmi: non potrebbero celebrare la Messa un po pi tardi? o
magari di pomeriggio dopo le partite...o dopo il pisolino pomeridia-
no? Perch devo andarci proprio adesso? In realt molte volte mi
rendo conto che il mio unico problema : andare a Messa per af-
francarmi dal dovere di santificare la mia domenica da cristiano!
Ma mi rendo conto anche che forse non basta... Perch dietro a
tutto questo non c solo il parroco, ma un team di persone che
coopera e dona il suo tempo prezioso, affinch si realizzi tutto il
lavoro parrocchiale, celebrazioni in primo luogo. Nostro Signore
potrebbe cambiare gli uomini anche da solo...ma vuole aver biso-
gno di piccoli operai come noi.
Per non parlare di tutte le altre attivit importantissime, che ruota-
no attorno ad una parrocchia, che mi rendo conto sono davvero
tante. Per questo sto imparando che, prima di esigere il piatto
pronto, forse non male andare a cercarselo e magari contribuire
a cucinarlo.
Quindi, quando pensiamo che la Parrocchia carente in questa o
quella cosa, proviamo ad immaginare quello che potrebbe fare
ognuno di noi o come potremmo contribuire, affinch si realizzino
tutte le nostre aspettative: far diventare la Nostra Parrocchia non
solo un luogo di culto, ma uno spazio di condivisione. A questo
punto mi sono chiesto: cosa si pu fare di pi per la Parrocchia?
E ho deciso: tanto per cominciare provo a scrivere un articolo per
il Giornalino Parrocchiale! Dipace Matteo
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F||OCC0lIe 0l >Ol LuCl
Sento il dovere di ringraziare pubblicamente la mia, la nostra,
comunit che mi stata particolarmente vicina nei cinque mesi
pi difficili della mia vita , vissuti in gran parte nellIstituto Naziona-
le Tumori di Milano.
Quel particolarmente non formale, ma rispecchia i diversi,
originali , modi in cui questa vicinanza si manifestata, li descri-
ver ringraziando coloro che porter sempre nel cuore.
Grazie a Don Giuseppe e alle sue sorelle, con il primo ho avuto
un fitto scambio di sms che hanno incoraggiato, compreso, condi-
viso e placato dolori, paure, dubbi, le seconde con le loro preghie-
re e uno splendido vassoio di dolcezze hanno saputo lenire lo
sconforto di ritrovarsi soli intorno a un tavolo con una sedia vuo-
ta .
Grazie alle mie colleghe catechiste Enza Emi-
lia,Antonella ,Marina, Piera,Teresa, ad Antonio e don Alessan-
dro che con telefonate , messaggi scritti e orali anche su internet
e face book, mi hanno fatto sentire il calore dellamicizia nata dal-
la condivisione di una fede , grazie a tutti coloro che con preghie-
re comunitarie (Rocco, Caterina, Francesca, Maria e il suo grup-
po) o personali, e qui racchiudo i tanti che non ho citato, hanno
chiesto a Dio di esserci vicino .
Le loro preghiere non sono state vane: il mio Nicola, ha sperato
prima, ha capito poi, ha accettato e pregato infine e Dio era
con lui.
Ora entrambi hanno un grande compito: aiutare chi resta a ritro-
varli negli altri, a trovare quella consolazione che, come ha detto
don Giuseppe per il trigesimo, tanto difficile dare.
Grazie a Vito e Gianni, agli amici della redazione per avermi
concesso lo spazio sui blog e sul giornale.
Angelina Passiatore De Mattia
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- Quali sentimenti ti hanno pervaso nel
momento culminante della tua ordina-
zione sacerdotale?
Sono gi trascorsi tre mesi dalla mia Ordi-
nazione Sacerdotale e per tutta la vita cre-
do sar impossibile cancellare o far si che
si affievoliscano i sentimenti, che mi hanno
pervaso in quel momento, in quel Giorno
direi, ma in modo particolare in quelle due
ore di Concelebrazione Eucaristica, nella
quale venivo ordinato sacerdote mediante
limposizione delle mani del Vescovo. Sen-
timenti di incredulit e di stupore soprattut-
to per quello che stava avvenendo. La
sensazione dominante era questa: mi sem-
brava di sognare ad occhi aperti. La gioia
stata ed grande, ma credo che un pizzico
di incredulit per cos grande dono ricevuto
naturale. Diceva il Santo Curato dArs: Se un sacerdote si rendesse
davvero conto di Chi rappresenta e cosa realmente accade mentre cele-
bra lEucarestia, di certo morirebbe allistante. Ecco perch spero di
non perdere mai quella sensazione di incredulit (non di chi non crede
al Mistero, ma di chi crede che qualcosa di infinitamente pi grande
della sua persona e di immenso gli sia capitato).
-Quale interpretazione intendi dare al tuo essere Alter Christus
in un mondo difficile qual il nostro?
Non facile dare uninterpretazione dellAlter Christus. Il sacerdote
altro Cristo , cio la continuazione di Lui nella storia degli uomini e
nella vita della Chiesa, attraverso il secondo grado dellordine Sacro che
gli stato conferito nellOrdinazione sacerdotale. Credo che nel mondo,
in cui viviamo, essere un altro Cristo non sia difficile quanto piuttosto
impegnativo. Si, perch in termini di coerenza che ci giochiamo tutto.
Se dobbiamo essere altri Ges, dobbiamo lasciar trasparire Lui da
tutto noi stessi, dal linguaggio e dai comportamenti. San Paolo dir: Chi
crede in Ges deve comportarsi come lui si comportato. Ecco perch,
se sacramentalmente noi sacerdoti rappresentiamo Cristo e dobbiamo
lasciar intravedere Lui dalla nostra persona, ogni cristiano non deve mai
dimenticare di non essere esente da ci: essere anchegli un alter Chri-
stus. Non a caso ad Antiochia i primi discepoli di Ges furono chiamati
cristiani, forse perch davvero assomigliavano a quel Cristo. C un
sacramento, che accomuna il sacerdote e il fedele circa lessere entram-
bi alter Christus, ed il sacramento del quotidiano. Sempre e dovun-
que dobbiamo essere quella longa manus di Cristo, quel prolungamen-
to di Lui negli ambienti di vita quotidiana.
-Secondo te di cosa ha bisogno la nostra parrocchia per essere
allaltezza della sua missione nel contesto, in cui opera?
Non ci sono ricette per dire di cosa la nostra parrocchia ha bisogno, cosi
come ogni comunit cristiana, per poter essere allaltezza della missione
di evangelizzazione nel contesto in cui vive ed opera. Per nostra par-
rocchia intendo ogni singolo e non una massa anonima di persone,
perch ogni singolo appartenente a questa porzione di popolo di Dio
deve interrogarsi su come vive la propria vocazione cristiana, dentro la
Chiesa e fuori. Dovremmo un po tutti recuperare la gioia di essere cri-
stiani, la freschezza del Vangelo, che oggi pi che mai non deve sem-
brarci un racconto lontano ma una Parola vivente, che cammina insieme
a noi, che gioisce con noi, che soffre con noi, che muore per noi, che
risorge per darci Speranza. Oltre alla gioia di essere cristiani, dobbiamo
avvertire fortemente lappartenenza alla Chiesa e alla comunit parroc-
chiale, in cui il Signore ci ha posti, sentire forte il desiderio di renderci
disponibili allinterno della famiglia parrocchiale, di dare il nostro piccolo
ma sempre indispensabile contributo in termini di tempo, di presenza, di
collaborazione, secondo le proprie disponibilit e inclinazioni. Gioia,
bisogno di sentirci parte della comunit, rendendoci disponibili, e infine
credo anche dovremmo recuperare lidea di parrocchia come famiglia.
Qualcuno ha detto che la parrocchia famiglia di famiglie, casa tra le
case. Credo non servano molte parole per commentare questa espres-
sione. E il desiderio, che spero fiorisca nel cuore di tutti, ed la testimo-
nianza pi bella che come comunit possiamo dare al mondo che ci
circonda spesso indifferente e diffidente.
Vito Buttiglione
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Il 2 dicembre scorso si tenuta presso la Parrocchia Imma-
colata di Gioia il Consiglio pastorale dellVIII Vicaria.
Si parlato della visita vicariale, che si terr a Sammichele
il 20-1-2014, a partire dalla celebrazione eucaristica delle
ore 18,00.
Sono state rivolte sollecitazioni a mettere in atto iniziative in
occasione del pellegrinaggio a Maria SS. Odegitria, patrona
della diocesi, che si svolger il 6-3-2014.
Sul terzo punto, il cammino di speranza, tema di questo
nuovo anno liturgico, sono state sollecitate riflessioni, inizia-
tive, traguardi parrocchiali e comunitari da poter condivide-
re.
Lincontro, soprattutto su questo punto, ha dimostrato una
frettolosa e incerta elaborazione, dovuta anche ai tempi
stretti con cui si arrivati alla convocazione dellincontro.
Come ha sottolineato il nostro parroco, don Giuseppe, ed
anche il sottoscritto, si sta peccando di improvvisazione,con
un lavoro a comparti stagni, privilegiando il campo dottrina-
le rispetto allimpegno concreto. Non si pu inventarsi
ogni anno un tema e pensare di esaurirlo nel corso dello
stesso, per passare lanno successivo ad un altro tema e ad
un altro lanno successivo, tacitando la propria coscienza di
essersi impegnati su diversi temi dottrinali, ma occorrerebbe
avere un filo conduttore, a partire dai bisogni dei credenti,
dai perenni bisogni e soprattutto dai nuovi bisogni della so-
ciet moderna.
E poich la nostra societ caratterizzata dal crescente
materialismo e dalla crisi della famiglia stato ribadito dal
nostro consiglio pastorale che occorre avviare una seria
riflessione sulla famiglia per intercettarne i bisogni e succes-
sivamente avviare una pastorale che coinvolga sempre pi
le famiglie nella comunit parrocchiale e cittadina.
Solo cos si potr tornare a fare Chiesa, partendo dalla ba-
se, uscendo dalle sacrestie (laici e religiosi), incontrando le
famiglie, i giovani, che si allontanano da una comunit ec-
clesiale che avvertono forse lontana da loro e arroccata su
posizioni dottrinali-teologiche non calate, poi, nella realt
quotidiana.
Occorrebbe seguire lesempio di Papa Francesco, che in
modo semplice ed efficace si fa povero tra i poveri e cerca
di aprire un dialogo con tutti, avvicinandosi ai problemi degli
uomini di oggi.
Occorrerebbe saper ascoltare ed agire conseguentemente,
manifestando al mondo che limpegno che segue allascolto
la testimonianza vivente del messaggio cristiano su cui si
fonda il nostro Credo religioso.
Francesco Giannini
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Dopo una lunga fase organizzativa il 13 novembre 2013
partito il percorso di formazione interparrocchiale "Con
Giustizia, i mercoled di AC per gli adulti"promosso dal
settore adulti di Azione Cattolica. Cinque incontri
"itineranti" aperti a tutti, ospitati di volta in volta in una par-
rocchia diversa, alternandosi nellorganizzazione. Un mo-
do per rilanciare lAzione Cattolica cittadina e la collabora-
zione tra le parrocchie, un tempo fiore allocchiello della
chiesa gioiese.
Ha aperto il primo incontro don Giosy, vice direttore dio-
cesano settore Adulti di AC che ha commentato Mt 22, 1-
14, licona biblica proposta questanno dallassociazione
con lo slogan "Invitati inviati". Nel brano si parla d un re
che festeggia le nozze, ma gli invitati non si presentano,
inventando scuse o picchiando i suoi servi. Il re allora
manda i servi agli angoli delle strade per invitare tutti
quelli che trovano.
Nella parabola Ges sottolinea che lINVITO non un
diritto, una cosa dovuta, ma dipende dalla nostra risposta.
Gli ebrei hanno perso la loro priorit di nascita, per cui la
salvezza viene offerta a ogni popolo.
Tutti siamo invitati, ma spesso un atteggiamento di chiu-
sura impedisce la crescita, dare la priorit alle nostre cose
rispetto a quelle di Dio ci rende NON DEGNI di invito. Bi-
sogna essere aperti e indossare labito nuziale ossia ri-
spondere alla chiamata, assumersi le proprie responsabi-
lit.
Nel secondo incontro Mons. Nicola Dileo, giudice presso il
Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese ha affrontato
a braccio il tema del rapporto tra Chiesa e giustizia, mi-
scelando sapientemente citazioni evangeliche e filosofi-
che con aneddoti divertenti.
Un viaggio che parte dal Discorso della Montagna in cui
le antinomie prospettano un diverso modo di intendere la
giustizia. Non pi quella degli scribi e dei farisei, basata
su regole troppo rigide, imposte solo agli altri, ma una
giustizia superiore.
Quando Dio ha creato luniverso ha dato un posto ad ogni
cosa, ad ogni creatura. Poi ha creato luomo e lo ha mes-
so al centro delluniverso, dandogli il libero arbitrio, il pote-
re di innalzarsi fino agli angeli o degradare fino alle be-
stie). Luomo ci che sceglie di essere. Anche il perdono
fa parte della giustizia che non deve essere fredda esecu-
trice delle leggi. Nessuno si salva da solo. Laltro non un
impedimento, ma diventa linterlocutore della tua anima.
Potete trovare il programma completo e un resoconto pi
dettagliato degli incontri svolti finora sul sito interparroc-
chiale UPGO (www.upgo.org).
I prossimi appuntamenti si svolgeranno:
-mercoled 15 gennaio alle ore 19.30 presso il chiostro del
Comune sul tema "Giustizia e Bene Comune"
-mercoled 5 febbraio alle ore 19.30 presso il salone della
parrocchia di Santa Maria Maggiore sul tema "Giustizia e
Famiglia"
-mercoled 12 marzo alle ore 19.30 presso il Cine Teatro
Sacro Cuore sul tema "Giustizia e Cultura"
Gianni Capotorto
LO5 5l u l|e 0l lu e| I F||OCC0l/
Di domenica mattina, quando suona la sveglia (se mi ricordo di
programmarla!), mi giro e mi rigiro e penso: me ne sto nel letto per
altri quindici minuti...tanto oggi non lavoro e mi godo qualche minu-
to in pi di questo tepore. Passano i quindici minuti previsti, suona
nuovamente la sveglia e mi viene in mente che oggi ho solo un
incombenza: la partecipazione alla Santa Messa. Dico bene alla
Santa Messa e non semplicemente alla Messa. E importante: ci
devo andare! Mi dedico poi a tutte le operazioni mattutine di routi-
ne e...comincia la drammatica sfilza di domende altrettanto di routi-
ne: cosa mi metto? far freddo? mi faccio la barba?
Quando poi mi accorgo di essere in leggero ritardo, comincio a
lamentarmi: non potrebbero celebrare la Messa un po pi tardi? o
magari di pomeriggio dopo le partite...o dopo il pisolino pomeridia-
no? Perch devo andarci proprio adesso? In realt molte volte mi
rendo conto che il mio unico problema : andare a Messa per af-
francarmi dal dovere di santificare la mia domenica da cristiano!
Ma mi rendo conto anche che forse non basta... Perch dietro a
tutto questo non c solo il parroco, ma un team di persone che
coopera e dona il suo tempo prezioso, affinch si realizzi tutto il
lavoro parrocchiale, celebrazioni in primo luogo. Nostro Signore
potrebbe cambiare gli uomini anche da solo...ma vuole aver biso-
gno di piccoli operai come noi.
Per non parlare di tutte le altre attivit importantissime, che ruota-
no attorno ad una parrocchia, che mi rendo conto sono davvero
tante. Per questo sto imparando che, prima di esigere il piatto
pronto, forse non male andare a cercarselo e magari contribuire
a cucinarlo.
Quindi, quando pensiamo che la Parrocchia carente in questa o
quella cosa, proviamo ad immaginare quello che potrebbe fare
ognuno di noi o come potremmo contribuire, affinch si realizzino
tutte le nostre aspettative: far diventare la Nostra Parrocchia non
solo un luogo di culto, ma uno spazio di condivisione. A questo
punto mi sono chiesto: cosa si pu fare di pi per la Parrocchia?
E ho deciso: tanto per cominciare provo a scrivere un articolo per
il Giornalino Parrocchiale! Dipace Matteo
MOueIlO |lOu|zl I LOmuOll
F||OCC0lIe 0l >Ol LuCl
Sento il dovere di ringraziare pubblicamente la mia, la nostra,
comunit che mi stata particolarmente vicina nei cinque mesi
pi difficili della mia vita , vissuti in gran parte nellIstituto Naziona-
le Tumori di Milano.
Quel particolarmente non formale, ma rispecchia i diversi,
originali , modi in cui questa vicinanza si manifestata, li descri-
ver ringraziando coloro che porter sempre nel cuore.
Grazie a Don Giuseppe e alle sue sorelle, con il primo ho avuto
un fitto scambio di sms che hanno incoraggiato, compreso, condi-
viso e placato dolori, paure, dubbi, le seconde con le loro preghie-
re e uno splendido vassoio di dolcezze hanno saputo lenire lo
sconforto di ritrovarsi soli intorno a un tavolo con una sedia vuo-
ta .
Grazie alle mie colleghe catechiste Enza Emi-
lia,Antonella ,Marina, Piera,Teresa, ad Antonio e don Alessan-
dro che con telefonate , messaggi scritti e orali anche su internet
e face book, mi hanno fatto sentire il calore dellamicizia nata dal-
la condivisione di una fede , grazie a tutti coloro che con preghie-
re comunitarie (Rocco, Caterina, Francesca, Maria e il suo grup-
po) o personali, e qui racchiudo i tanti che non ho citato, hanno
chiesto a Dio di esserci vicino .
Le loro preghiere non sono state vane: il mio Nicola, ha sperato
prima, ha capito poi, ha accettato e pregato infine e Dio era
con lui.
Ora entrambi hanno un grande compito: aiutare chi resta a ritro-
varli negli altri, a trovare quella consolazione che, come ha detto
don Giuseppe per il trigesimo, tanto difficile dare.
Grazie a Vito e Gianni, agli amici della redazione per avermi
concesso lo spazio sui blog e sul giornale.
Angelina Passiatore De Mattia
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Pag. 4
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Abbiamo appena chiuso lAnno della
Fede che il nostro Arcivescovo ci ha
proposto una nuova Virt Teologale, la
Speranza. Come ci ha ricordato Papa
Francesco nellUdienza Generale del 4
dicembre, dalla Fede stessa che sca-
turisce ed ad essa collegata stretta-
mente.
Essa, infatti, ha il suo saldo fondamento
nella risurrezione del Signore. In
quellevento unico e irripetibile nella sto-
ria del mondo noi conosciamo la nostra
Speranza nella vita che non muore.
Sappiamo, per, che il Signore non ci
riempie di parole a buon mercato, come
siamo soliti vedere in questi nostri trava-
gliati giorni. La luce del Risorto ci impe-
gna allamore vicendevole.
ancora il Papa, nella recente Esorta-
zione Evangelii gaudium e ancora pi
chiaramente in un videomessaggio per
la Giornata della lotta contro la Fame,
ad indicarci la strada: quella della mis-
sione e della condivisione.
Il Santo Padre, in quel messaggio, ci
ricorda che Ges ci giudicher con le
parole: Ho avuto fame e mi avete dato
da mangiare ecc. e denuncia lo scan-
dalo di un miliardo di persone che anco-
ra oggi soffrono la fame.
Mentre, dunque, da un lato ci spinge
alla gioia di diffondere la parola del
Vangelo, la parola che salva e d
Speranza, dallaltro lato ci esorta alla
condivisione, allamore fraterno che
scaturisce proprio dalla parola annun-
ciata. Lamore, allora, la strada mae-
stra che ci conduce a Colui che a-
more e che ci invita allamore.
Come sappiamo la missione e la con-
divisione non coinvolgono soltanto
coloro che decidono di andare in terre
lontane, ma tutta la Chiesa e sono
rivolte a tutti gli uomini e le donne che
si trovano nel bisogno, a partire dal
vicino di casa e da chi chiede soltanto
un po di compagnia. Lo stesso Pontefi-
ce, nel documento citato, partendo dalla
contemplazione della Gerusalemme
Celeste come nostra Patria, indica nella
citt terrena il luogo proprio della dona-
zione e della testimonianza damore.
Il tempo dAvvento, lattesa trepidante e
insieme gioiosa del Signore che viene
nella nostra carne e la consapevolezza,
espressa nella SS. Eucarestia, intorno
allAltare, del suo ritorno in tuttaltro a-
spetto, tempo quanto mai favorevole
per prendere coscienza di tutto questo.
Come pi volte detto fra le pagine di
questo Bollettino, il nostro Gruppo Cari-
tas cerca di vivere questo aspetto del
messaggio di Cristo.
Chi ci segue assiduamente sa quali so-
no i nostri obiettivi e come crediamo di
muoverci nellambito del territorio della
Parrocchia, nei confronti delle varie e-
mergenze sporadiche e davanti ad im-
pegni di pi a lungo termine. I tempi non
ci consentono di essere particolarmente
di manica larga come vorremmo essere.
La penuria locale, dovuta alla ben nota
situazione di crisi e, diciamocelo franca-
mente, la scarsa rispondenza della Co-
munit a reiterati appelli alla solidariet,
rendono spesso difficili e carenti le ri-
sposte che vorremmo e potremmo dare.
I bisogni, infatti, sono tanti e, se la buo-
na volont e la generosit di alcuni com-
pensano le mancanze di molti, tuttavia
ci rendiamo conto che tutto ci sa trop-
po di burocrazia e di quella Ong che
molto spesso il Papa ha detto che non
vuole che la Chiesa sia.
L Eucar i st i a r i cevut a, dunque,
cinterpella fortemente. Consapevoli
dellumana debolezza, sappiamo che le
parole sopra riportate e la lezione del
Papa sono dirette innanzitutto a noi, che
conosciamo e mettiamo in conto anche
eventuali fallimenti (e Dio sa quanti ce
ne sono!) e, quindi, non possiamo, n
vogliamo, predicare ex cathedra, ma
vogliamo essere soprattutto testimoni
dellamore di Dio e dispensatori di gioia
e di speranza in un contesto assai pro-
blematico e osiamo lo diciamo ancora
una volta contare su quanto la Comu-
nit intera vorr metterci a disposizione
sia in aiuti materiali concreti sia in dispo-
nibilit soprattutto giovanili ed energi-
che.
Il nostro augurio natalizio , dunque,
quello di lasciarvi coinvolgere dallamore
di Dio, offrendo la vostra vita e acco-
gliendo il prossimo come Cristo ci ha
insegnato. Rocco Barbalinardo
Papa Francesco ha incontrato la plenaria (cio tutti i membri compresi i consultori) del Supremo Tribunale della Segnatura Apost olica
nello scorso mese di novembre nella Sala Clementina in Vaticano. Ebbene, egli ha sottolineato nel suo discorso il ruolo del Difensore del
Vincolo nel ricordare il contributo del Dicastero nella preparazione alla Istruzione Dignitas Connubii, la legge particolare che regolamenta
minuziosamente il processo di nullit matrimoniale. In primo luogo, il Pontefice ha ricordato che lintervento del d.v. senzaltro opportu-
na, perch la sua presenza e il suo intervento sono obbligatori per tutto la sviluppo del processo. Inoltre, Papa Francesco ha sottolineato
la solerzia che egli deve porre nel valutare i quesiti rivolti ai periti, nonch le risultanze delle stesse perizie. Non ha mancato di dare
indicazione anche su come devono essere svolte le osservazioni (latto scritto proprio del d.v.) ricordando che: non pu limitarsi ad una
frettolosa lettura degli atti, n a risposte burocratiche e generiche. In linea con il suo stile il Pontefice ha concluso ricordando ai ministri di
giustizia che il servizio alla giustizia un impegno di vita apostolica: esso richiede di essere esercitato tenendo fisso lo sguardo allicona
del Buon Pastore, che si piega verso la pecorella smarrita e ferita. I tribunali ecclesiastici rientrano quindi a pieno titolo nella azione pa-
storale della Chiesa. Vito Giannelli
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http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com
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Dal mese di novembre la
Santa Messa viene celebra-
ta nella chiesetta di San
Giuseppe a settimane al-
terne di sabato alle ore
19,30. La prossima data
prevista per la celebrazione
il 21 dicembre prossimo.

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