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Giunto alla met del cammino della vita umana (circa 35 anni, secondo le concezioni del tempo dellautore

e della Bibbia), Dante si ritrova in una selva oscura, immagine del peccato e del male diffusa nella letteratura classica (la selva dellentrata dellAverno nel VI libro dellEneide di Virgilio) e in quella medievale (lo smarrimento nella selva allinizio del Tesoretto di Brunetto Latini, il maestro di Dante). Levento narrato, come si desume da altri riferimenti sparsi nella Commedia, si colloca nel venerd santo del 1300, lanno del grande Giubileo indetto da Bonifacio VIII, e presuppone il concetto, anchesso biblico, della vita come viaggio verso Dio, in cui luomo pu perdersi per i propri errori. Si tratta dunque di un evento storico, collocato in un preciso tempo, ma che riceve anche un valore universale, oltre la storia, dai numerosi richiami biblici e in particolare da Isaia, 38, 10 (a met della mia vita me ne andr alle porte degli Inferi, detto in riferimento allintervento salvifico di Dio per strappare un uomo alla morte). Lo smarrimento e la paura del poeta sono grandi, ma sopraggiunge la vista confortante di un colle ricoperto, alla sua sommit, dai raggi del sole. Limmagine del colle simboleggia la felicit umana, raggiungibile attraverso le virt morali e intellettuali, e distinta (secondo la dottrina esposta nella Monarchia III, XV,7-8) dalla felicit celeste raggiungibile solo attraverso la grazia divina. Limmagine del sole, associata alla prima, rimanda, invece, a Dio paragonato al sole in tutta la letteratura cristiana e , in particolar modo nella Commedia. Riavutosi dalla paura, Dante procede verso il colle, in un terreno in leggera salita (piaggia diserta) e dunque fa appoggio sul piede pi basso, come tutti coloro che camminano in salita (si che il pi fermo sempre era il pi basso v.30), dove da intendersi un non ben precisato significato allegorico forse collegato alla metafora agostiniana dei piedi come simbolo degli affetti dellanima che la dirigono verso il bene e il male: il piede pi basso, e pi saldo, sarebbe allora il sentimento rivolto alle cose terrene, mentre il piede pi alto quello rivolto al bene e pi esitante). Ma al cominciare del colle gli si fa avanti una lonza (un felino dal pelo maculato come la pantera o il leopardo) che gli impedisce il cammino e lo spinge indietro. Tuttavia lora del giorno (tempera dal principio del mattino / v. 37; con il complemento di luogo introdotto da dal) e la stagione primaverile in cui il sole si trova in congiunzione con lAriete (cos come nel momento della creazione, quando in Dio mise in moto i corpi celesti) inducono Dante a ben sperare di quella fiera: e l sol montava n su con quelle stelle (Ariete) cheran con lui quando lamore divino (la creazione infatti conseguenza dellamoredivino) / mosse di prima (per la prima volta) quelle cose belle (i corpi celesti) ; / s cha ben sperare mera cagione/ di quella fiera a la gaetta (francesismo da caiet = screziato, maculato) pelle La speranza ben presto, per, svanisce davanti a un leone rabbioso e, soprattutto, davanti a una lupa magrissima. Limmagine delle tre belve della sacra scrittura (Ier. 5,6) ed spiegata, secondo lesegesi biblica, come simbolo dei tre peccati fondamentali delluomo ricordati nellEpistola di Giovanni (la superbia per il leone, lavarizia per la lupa, la lussuria per la lonza). Altri hanno inteso le tre belve come lincontinenza, la malizia e la bestialit rifacendosi alletica aristotelica e alla suddivisione dellInferno come indicata dal canto XI (le tre disposizion che l ciel non vole vv. 81-83). Altri ancora hanno indicato la superbia , linvidia e lavarizia, le tre faville channo i cuori accesi, come viene detto in Inferno VI 74-75. C stata anche uninterpretazione politica (la lonza = Firenze; il leone = il re di Francia; la lupa = la Curia romana). La pi accreditata fra le diverse spiegazioni sembrerebbe la prima (quella dei primi commentatori) la quale non esclude, per, la terza (quella politica), vista la stretta affinit presente nella Commedia fra etica (la corruzione morale dei suoi tempi) e politica (la corruzione politica dei suoi tempi) e fra piano individuale (il traviamento privato di Dante) e piano pubblico (il traviamento della societ tutta). Quello che Dante ci ha voluto fin qui descrivere , in sintesi, una condizione drammatica personale (diDante in quanto singolo individuo) e universale (del suo tempo e di tutti gli uomini): limpossibilit di una vita umana condotta secondo i principi del bene (il colle illuminato dal sole) a causa del prevalere del male (le tre belve).

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