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Abstract
Appunti scritti per il corso di Fisica 1 presso la facolta di Fisica a Pisa nellanno
accademico 2015/2016. Grazie al prof. U.Penco per aver rivisto criticamente queste
note.
~r = rer
~r = rer + re (2)
~ = m~r ~v = mr2 ez
L
Quindi:
L
= (3)
mr2
La conservazione del momento angolare permette di scrivere unaltra legge di
conservazione che vale per tutti i moti centrali.
Se consideriamo larea spazzata dal raggio vettore r in un tempo dt, essendo
il moto piano questa risulta essere:
1
dA = r rd
2
La variazione nel tempo di questa area, detta anche velocita areolare, e:
dA 1 L
= r2 = = cost (4)
dt 2 2m
Quindi la velocita areolare e una costante del moto. Questa e una delle leggi di
Keplero per il moto orbitale, ma in realta e vera per tutti i moti centrali.
Alla forza F~ e associato un potenziale U (r) tale che:
~ = U (r) er
F~ = f (r)er = U (5)
r
1
Esiste, quindi, una energia meccanica che si conserva:
1 1
E = mv 2 + U (r) = mr2 + Uef f (r) (6)
2 2
dove possiamo scrivere il potenziale efficace usando lequazione 3:
L2
Uef f (r) = + U (r) (7)
2mr2
T 2 = kr3
da cui, sostituendo:
4 2 M
F = (9)
kr2
Se questa e, ad esempio, la forza che il sole esercita sulla terra, si puo scrivere
in maniera equivalente quella che la terra esercita sul sole:
4 2 MS
FT = (10)
kS r2
Tuttavia, per il principio di azione e reazione, le due forze sono uguali in modulo,
e quindi:
M MS
=
k kS
o
kS M = kMS
Allora, ponendo
4 2
G=
kMS
si arriva a scrivere:
M MS
F~ = G 2 er (11)
r
2
Siamo arrivati a questa conclusione nellipotesi di traiettorie circolari. Newton
ha esteso questa conclusione anche alle traiettorie ellittiche arrivando a postulare
la famose legge di gravitazione universale secondo la quale la forza di attrazione
dipende dallinverso del quadrato delle distanze. Una delle verifiche sperimentali
che pote fare Newton fu la determinazione della costante g. Infatti sulla superficie
della terra la forza peso e data da F = mg, da cui:
MT
g=G (12)
rT2
3 Il potenziale gravitazionale
La forza di attrazione gravitazionale e unesempio particolare di forza centrale nella
quale il modulo della forza varia in ragione allinverso del quadrato della distanza:
Mm
F~ = G 2 er (15)
r
Ne segue, applicando eq.5, il potenziale gravitazionale vale:
GM m
U (r) = (16)
r
avendo scelto di porre uguale a 0 il valore del potenziale per r .
Il potenziale gravitazionale efficace vale:
L2 GM m
Uef f (r) = 2
(17)
2mr r
Per stimare landamento notiamo che a r piccoli comanda il primo termine, e
la funzione tende a + (' 1/r2 ), mentre per r grandi domina il secondo termine,
e la funzione tende a zero da valore negativi (' 1/r). Qualitativamente il grafico
e riportato in figura.
Si puo osservare che se lenergia meccanica totale e positiva si hanno traiettorie
limitate dal basso ma altrimenti aperte (iperboli), mentre per valori negativi le
traiettorie sono limitate (ellissi).
Attenzione: il fatto che siano limitate fra un rmin ed un rmax non implica
automaticamente che siano chiuse. In effetti nella realta esistono vari fenomeni
che provocano una lenta rotazione dellasse maggiore dellellisse (precessione del
perielio). Tuttavia per il problema gravitazionale a due corpi, le traiettorie limitate
sono effettivamente anche chiuse.
3
Figure 1: Andamento del potenziale efficace in funzione della distanza dal polo di at-
trazione per un campo gravitazionale.
Come ultima considerazione notiamo che in totale si hanno 4 integrali del moto
(le tre componenti di L ~ e lenergia) per un sistema a 3 gradi di liberta (le tre
coordinate della massa m sulla quale agisce la forza). Si ricorda che per un sistema
a d gradi di liberta esistono, al massimo, 2d 1 integrali (=costanti) del moto, ma
ne sono sufficienti d per determinare la legge oraria.
Se il numero di costanti del moto e maggiore del numero di vincoli il problema
si dice superintegrabile.
Nel caso del problema gravitazionale esiste un ulteriore integrale del moto,
chiamato vettore di Lenz:
A~ = p~ L
~ Gm2 M er (18)
Essendo p~ = m~v la quantita di moto.
Si dimostra facilmente che A ~ e costante, infatti:
~
dA ~ Gm2 M der = ( GM m er ) (mr2
= F~ L ~ ) Gm2 M er = 0 (19)
dt dt r2
Questo aggiungerebbe 3 ulteriori costanti del moto, superando il limite ammesso
di 2d 1 = 5. Tuttavia si vede facilmente che A ~ si trova sul piano dellorbita, in
~ ~
quanto L A = 0, inoltre, come vedremo piu avanti, il modulo del vettore di Lenz
e funzione di energia e impulso. Questi due vincoli riducono a 1 il numero di gradi
di integrali del moto dovuti a questo vettore. In particolare, essendo A ~ costante,
possiamo calcolarlo in un punto qualsiasi dellorbita; scegliamo il punto di massimo
avvicinamento ~rmin al fuoco. In questo punto la quantita di moto e tangenziale alla
traiettoria, per cui se chiamo em e erm i versori nel perielio:
~ = mvmin L(em ez ) Gm2 M erm = cost erm
A (20)
Ne risulta che il vettore di Lenz e diretto verso il perielio della traiettoria. Questa
legge di conservazione ha unimportante conseguenza: le orbite dovuta alla forza
gravitazionale sono orbite chiuse. Infatti il punto di massimo avvicinamento al
fuoco di una traiettoria e vincolato a trovarsi sempre allo stesso angolo polare
definito dal vettore di Lenz.
In definitiva il problema gravitazionale ha 3 gradi di liberta (nel caso semplice
in cui il corpo attraente e fisso nellorigine) e 5 costanti del moto, per cui si dice
massimamente superintegrabile.
4
4 Traiettoria del moto
Esistono vari modi per integrare la traiettoria del moto nel campo gravitazionale.
In effetti la prima derivazione di Newton, poi raffinata da Feynman, si basa so-
lamente su considerazioni geometriche. A questo link (http://www.di.unipi.
it/~fpoloni/study/files/ellissi.pdf) si trova una dimostrazione basata so-
lamente sulla geometria euclidea.
Altre dimostrazioni si basano sulle quantita conservate nel moto (lezioni del
prof.Fabri e del prof.Penco, parte 3 capitolo 1; http://www.df.unipi.it/~penco/
Astronomia/Testi/Parte_3/P3C1RF.PDF ), sulla soluzione di equazioni differen-
ziali al primo ordine partendo dalle leggi di conservazione (http://www.fisica.
uniud.it/~delpapa/corso_fisica/4.Il%20Moto%20nei%20Campi%20di%20Forza.
pdf - pag.26) ed altre tecniche ancora esistono.
Noi seguiremo un procedimento piu canonico partendo dalla legge di Newton e
risolvendo, con un piccolo trucco, una equazione differenziale del secondo ordine.
L2 GM
r = 2 (22)
m2 r3 r
Questa equazione non si risolve direttamente. Notiamo pero che a noi non
interessa trovare la legge oraria r(t), ma la traiettoria del moto in coordinate polari
r().
Notiamo che il passaggio dalla funzione r(t) alla funzione r() richiede qualche
precisazione. Abbiamo visto che la velocita angolare dipende dal momento an-
golare e dal quadrato del raggio, e quindi e sempre positiva o sempre negativa,
rispettivamente per traiettorie percorse in senso antiorario e orario. Di conseguenza
la funzione (t) puo essere invertita per ottenere t() e, con un abuso di notazione:
d2 Gm2 M
1 1
+ = (26)
d2 r() r() L2
d2 u() Gm2 M
+ u() = (27)
d2 L2
5
la cui soluzione e:
Gm2 M
u() = A cos( 0 ) + (28)
L2
Possiamo scegliere lorigine degli angoli in modo che sia 0 = 0. Sostituendo
r():
L2
1 Gm2 M d
r() = 2 = 2 = (29)
Gm M AL 1 cos
+ A cos 1 cos
L2 Gm2 M
dove abbiamo posto:
1
d=
A 2
L
d = (30)
Gm22 M
L
=
dGm2 M
La relazione:
d
r() = (31)
1 cos
rappresenta una conica in un sistema di coordinate polari, con d = distanza del
fuoco della curva dalla retta direttrice e con = eccentricita.
In particolare si nota che se < 1 langolo puo assumere qualunque valore e
la traiettoria e di tipo ellittico con perielio in = . Se invece > 1 deve essere
cos < 1/. Il che significa che la traiettoria e di tipo iperbolico ed e compresa fra
m a t = a 2 m a t = +. Langolo limite e definito da cos m = 1/ e
corrisponde agli asintoti delliperbole. Il perielio corrisponde ancora a = .
La distanza del perielio e, nel caso dellellisse, dellafelio dal fuoco si ottengono
ponendo = o = 0, rispettivamente, in eq.31:
d
rm =
1+ (32)
d
rM =
1
In particolare si puo riscrivere la seconda equazione del sistema (30) come segue:
L2 = Gm2 M rm (1 + ) (33)
4.1 Coniche
Data un retta Rd , detta retta direttrice, ed un punto F , detto Fuoco, posto ad una
distanza d da Rd , una conica e definita come il luogo dei punti P tali che il rapporto
fra la distanza del fuoco e la distanza dalla direttrice e costante:
PF
= = cost (34)
PP0
essendo P 0 la proiezione di P sulla retta Rd .
6
Per > 1 si ottiene una iperbole; per = 1 una parabola; per 0 < < 1 una
ellisse.
Si dimostra immediatamente che dalla definizione (34) segue la relazione (31).
Infatti, in un sistema polare con origine in F , se P F = r, la relazione (34) si scrive:
Applicando la traslazione X = x c e Y = y:
2 d
c= (38)
2 1
Sostituendo e raggruppando si ottiene:
(2 1)2 2 2 1 2
x 2 2 y =1 (39)
2 d2 d
che si riduce alla forma canonica
x2 y 2
2 =1
a2 b
scegliendo:
d
a=
2 1
d
b= (40)
2 1
2
d
c= 2
1
Se la conica di partenza e unellisse, la traslazione del sistema di riferimento
va fatta nellaltro senso (c c) ed al denominatore delle espressioni sopra va
sostituito (1 2 ).
7
In effetti, piu correttamente, essendo a, b, c definiti positivi, le relazioni scritte
sopra vanno modificate come segue:
d
a=
|2 1|
d
b= p (41)
|2 1|
2 d
c= 2
| 1|
espressione corretta sia per ellisse che per iperbole (ma non per la parabola, con =
1, che ha bisogno di una trattazione leggermente diversa ma facilmente ricavabile).
Si noti che i parametri a, b, c non sono indipendenti: a2 + b2 = c2 .
Le relazioni in eq.41 permettono di passare dalla rappresentazione polare a quella
cartesiana. Invertendo tali relazioni si passa dalla rappresentazione cartesiana a
quella polare:
c
=
a 2
b
d = (42)
a
2
b
d=
c
Altri appunti interessanti sulle Coniche si trovano a questo link: http://crema.di.unimi.it/ cit-
rini/GC/Coniche.pdf.
8
Viceversa, dati i parametri E e L si ricavano i parametri dellorbita. Ad esempio:
2
d = L
Gm2 M 2 (46)
2 1 = 2EL
G2 m 3 M 2
oppure:
GmM
a=
2|E|
L (47)
b= p
2m|E|
Aggiungiamo alcune relazioni utili nel caso del moto iperbolico delle sonde in-
torno ai pianeti.
Sia v0 la velocita della sonda e b il suo parametro di impatto, definito come la
distanza fra il pianeta e la retta definita da ~v0 . Il momento angolare e lenergia della
sonda sono dati da:
L = mbv0
(48)
E = 21 mv02
La direzione di uscita della sonda, dopo essere stata deviata dalla attrazione
gravitazionale del pianeta, e data da
= 2m
essendo m definito da
1
cos m = tan2 m = 2 1
Utilizzando lespressione in eq.46, langolo m e dato da:
2EL2 b2 v04
tan2 m = 2 1 = = (49)
G2 m3 M 2 G2 M 2
da cui possiamo ricavare la deflessione della sonda:
bv02
= 2atan (50)
GM
L2
A = pm L Gm2 M = mrm m L Gm2 M = Gm2 M = Gm2 M (51)
rm
Quindi il modulo del vettore di Lenz e proporzionale alla eccentricita della trai-
ettoria, a sua volta funzione dellenergia e del momento angolare.
9
5 Perturbazioni alla gravitazione
Come ben noto, le orbite dei pianeti sono chiuse solamente in prima approssi-
mazione. In realta la forza di attrazione gravitazionale e perturbata da vari effetti;
il piu importante e la presenza degli altri pianeti che modificano il carattere cen-
trale di tale forza. La conseguenza e che, ad esempio, il perielio di Mercurio non e
fisso ma ruota, o meglio, precede di circa 550 di arco ogni secolo.
Queste piccole correzioni vengono trattate in teoria perturbativa scrivendo la
forza risentita dal pianeta come:
k
F~ = 2 er + ~g (52)
r
dove k = GM m, essendo M la massa del Sole e gr2 << k.
Leffetto principale che provoca questa precessione e la perturbazione dovuta
agli altri pianeti,in primo luogo a Venere, il pianeta piu vicino, seguito da Giove, il
piu massivo, e quindi dal sistema Terra-Luna. In totale questi effetti ammontano a
circa 500 di arco per secolo. Per molti anni si e pensato che il 10% mancante
fosse dovuto ad un pianeta non ancora osservato. In realta poi questo effetto e stato
spiegato dalla Relativita Generale. Anzi, questo e stato uno dei primi successi di
questa teoria.
La trattazione generale degli effetti perturbativi e complessa, per cui qu tratter-
emo il caso del caso specifico in cui anche la perturbazione ~g e dovuta ad una forza
centrale. Naturalmente le perturbazioni dovute agli altri pianeti non sono centrali,
mentre il contributo dovuto alla Relativita Generale lo e. Sia, quindi:
~g = g(r)er
e = sin ex + cos ey
Quindi: Z 2
~ = m
A g(r)r2 ( sin ex + cos ey ) d (55)
0
10
Naturalemente, al posto di r va sostituita la funzione r(). Applicando nuo-
vamente lipotesi di piccola perturbazione, possiamo assumere che r() non cambi
rispetto a quanto scritto per la traiettoria imperturbata:
d
r() =
1 cos
Ne consegue che il termine g(r)r2 e funzione di cos , cioe e una funzione pari
rispetto a . Moltiplicando questa funzione per sin , che invece e una funzione
dispari, lintegrale sul periodo si annulla. Quindi riscriviamo ancora lintegrale come:
Z 2
~
A = m g(r(cos ))r(cos )2 cos d ey (56)
0
GM h2
VRG (r) =
c2 r3
dove M e la massa del polo attrattivo (Sole) e h e il cosiddetto momento angolare
ridotto:
L
h=
m
Nel nostro linguaggio (non in quello della Relativita Generale), possiamo de-
scrivere questo potenziale, passando attraverso lenergia potenziale (cioe un fattore
m al numeratore), come una forza perturbativa attrattiva:
~g (r) = (57)
r4
con
3GM L2
=
m
Sostituendo in eq.56 ed usando per r() lespressione della traiettoria imperturbata:
Z 2
m
A = 2 2 (1 2 cos + 2 cos2 ) cos d (58)
d 0
Lintegrale sul periodo di cos e di cos3 e nullo, per cui rimane solamente il
termine quadratico:
Z 2 Z 2
m m
A = 2 2 2 cos2 d = 2 2 2 (59)
d 0 d 0
L2
d = (61)
mk
d = rm (1 + ) = rM (1 )
11
2 3GM L2 mk 6GM
= 2 2
= 2 (62)
k c m L rM (1 ) c rM (1 )
Dividendo per 2 possiamo trovare la frazione di angolo giro della quale ha
ruotato il vettore di Lenz, e quindi il perielio:
3GM 3GM
= 2 = 2 (63)
2 c rM (1 ) c a(1 2 )
G = 6.7 1011 m3 kg 1 s2
c = 3 108 ms1
M = 2 1030 kg
a = 5.7 1010 m
= 0.2
risulta:
107 (64)
2
(si verifichi anche le dimensioni del risultato).
La rotazione e retrograda (segno negativo) e le sue dimensioni, 107 volte piu
piccola di un angolo giro, giustifica totalmente le ipotesi fatte in precedenza sulle
piccole perturbazioni.
Normalmente questo effetto di precessione e espresso in termini di secondi di
arco per secolo:
1
= 107 [360 60 60] 100 /secolo ' 50/secolo (65)
0.24
dove il primo termine fra parentesi quadre serve a passare ai secondi di arco, la
frazione e il rapporto fra lanno terrestre e quello mercuriano (langolo giro di cui
parliamo e una rotazione completa del pianeta Mercurio, quindi un anno mercuri-
ano), e lultimo fattore e semplicemente per passare al secolo.
Notare che, a causa del raggio al denominatore, la frazione di angolo solido
diventa sempre meno rilevante per i pianeti piu esterni. Inoltre, la precessione
espressa in secoli terrestre diminuisce di un altro fattore a3/2 a causa dellaumento
del periodo di rotazione (tempo necessario a percorrere un angolo giro). Tutto
questo e ovviamente legato al fatto che il contributo gravitazionale diminuisce come
r2 mentre la correzione relativistica come r4 .
Il risultato corretto della teoria della Relativita Generale e
= 42.89/secolo
6 La massa ridotta
In tutta la trattazione abbiamo assunto la massa M fissa nellorigine del sistema
di coordinate polari. In una situazione reale, la massa m esercita una forza uguale
ed opposta sulla massa M provocando, a sua volta, un moto ellittico (nel caso di
orbite chiuse) di questultima.
12
Se i due corpi sono liberi si ha un sistema di equazioni accoppiate:
m~am = GM m er
r2 (66)
GM m
M~aM = +
er
r2
dove abbiamo orientato lasse ~r dalla massa grande a quella piccola.
Considerando come centro del sistema di assi il baricentro delle due masse, le
posizioni di m e M risultano:
M
~rm = ~r
M +m (67)
m
~rM = ~r
M +m
Di conseguenza il sistema 66 si trasforma nellequazione:
GM m
r = (68)
r2
dove abbiamo introdotto la massa ridotta
Mm
= (69)
M +m
La funzione ~r() e la stessa trovata in precedenza sostituendo la massa ridotta
alla massa m, eccetto che nellespressione della costante di accoppiamento gravi-
tazionale GM m = k.
Secondo il sistema 67, le due masse si muoveranno su due coniche (ad esempio
due ellissi) le cui dimensioni sono scalate per i fattori m/(M + m) e M/(M + m),
trovandosi sempre dalla parte opposta rispetto al centro di massa.
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La prima afferma che il moto legato e di tipo ellittico, e questo e stato verificato
esplicitamente in eq.31.
La seconda legge asserisce che la velocita areolare e costante. Se il corpo muoven-
dosi lungo la traiettoria percorre in un tempo dt un angolo d, larea spazzata dal
raggio e data da:
r2 d
dA = (70)
2
La velocita areolare e:
dA r2 d L
= = = cost (71)
dt 2 dt 2m
La seconda legge risulta cos dimostrata.
La terza legge lega il periodo di rotazione alle dimensioni dellorbita. Se indichi-
amo con A larea totale dellellisse, dalla relazione scritta sopra risulta:
L A ab
= = (72)
2m T T
dove abbiamo usato la formula A = ab, che corrisponde allarea dellellisse. Uti-
lizzando leq.43 si ha: r
Gm2 M
L= b (73)
a
Sostituendo in (72)ed elevando al quadrato:
a3 GM
2
= = cost (74)
T 4 2
Risulta quindi dimostrato che il quadrato del tempo di rotazione e proporzionale
al cubo del semiasse dellorbita.
Notiamo che, introducendo la massa ridotta , e facile verificare che il risultato
precedente cambia nel modo seguente:
4 2
T2 = a3 (75)
G(M + m)
Quindi, in realta, il rapporto fra il quadrato del periodo ed il cubo del semiasse
non e costante ma dipende dalla massa del pianeta. Tuttavia il rapporto fra le masse
dei pianeti e quella del sole vale, al massimo, luno per mille, nel caso di Giove e
vale 3 106 nel caso della Terra. Correzioni non rilevabili ai tempi di Keplero.
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