Sei sulla pagina 1di 12

Fischi di carta

Novembre 2013 Numero 11

Poesia di cinque giovani fischianti

Illustrazione di Sara Traina (sara_traina@hotmail.it) Addii, fischi nel buio, cenni, tosse e s ortelli abbassati. ! l" ora. #orse gli automi hanno ragione. $ome a aiono dai corridoi, murati% Eugenio Montale, &e occasioni, mottetti

Fischi di Carta

'ditoriale
Uomo Alta Definizione
A volte capita di pensare. Sembra banale, ma non lo pi oggigiorno se consideriamo quella che diventata la vita di ognuno di noi o, per lo meno, della maggior parte di noi. Una veloce sincronizzata spasmodica corsa alle informazioni, uno scambio continuo e famelico di idee, frasi, impegni, musiche, eventi, video, tragedie, vite, morti, miracoli e quant altro. !l tutto telecomandato dalle nuove tecnologie, touch, led, smartphone, tablet "per non parlare delle prospettive degli innesti umani# e poi ovviamente i social net$or%, che ci invischiano ineluttabilmente nella loro logica alienante e settaria "alias se non sei iscritto non sei nulla#. & innegabile che questi nuovi mezzi stanno influenzando in modo massiccio le nostre abitudini, i nostri ordini mentali, sconvolgendo spesso i nostri bioritmi e costringendoci a una velocit' di pensiero e di vita che non ci risulta poi cos( naturale, anzi fonte di notevole stress e di molte psicopatologie emerse in gran variet' e numero soltanto negli ultimi dieci)venti anni. & quindi il dato umano l unit' minima da cui partir*, perch+ a mio avviso proprio questo che si sta rischiando di perdere. ,on serve un indagine tanto approfondita, anzi, serve fermarsi anche solo alla superficie, alle apparenze, per capire. Entro in un centro commerciale. Un sacco di gente che si accalca ore intere dinanzi a sfavillanti smartphone di ultima generazione- tutti lo fanno, dai bambini di tre anni ai settantenni in pensione. .i fissano e li bramano come fossero taumaturgici specchi, o portali luminosi e corruschi in cui scrutare una breccia del proprio destino, o una felicit' gi' arrivata. Ecco, l(, in quegli istanti, vedo un po di apocalisse. /agazzini che invece di andare in piazzetta a giocare, inventarsi storie avventurose e scannarsi tra di loro, parlano, come fossero dei manager, di ultimi modelli tecnologici, s0, 12, mzbeta3444 o che altro5 Sembrano aerei da guerra5 & tutto un bellicismo bieco, sicuro e in alta definizione, un agonismo spietatamente sottile e virtuale che spinge a nascondersi, a impigrirsi, ad emulare passivamente, ad assorbire notizie di notizie, senza attingere conoscenze di fatto. Senza aver bisogno pi di dialogare, di discutere verbalmente, comunicare fisicamente, con quella forza ciceroniana della dialettica- senza pi critica costruttiva, quella antica 6789:;<, il bel parlare, chiaro e curato. =elocit' prodotto efficienza morte. ,on c pi quella giusta pausa che occorre al pensiero per assemblarsi, quell afflato meditativo che impedisce di correre troppo a pensieri e informazioni, i quali cos(, trascurati e corrivi, bruciano il terreno e le menti su cui viaggiano. >erch+ se la storia ha insegnato qualcosa che se si lascia un pensiero germinare troppo velocemente e senza controllo esso pu* rovinare come un macigno sull umanit' stessa che lo ha pensato. >erch+ l uomo certamente pensiero, idee, raziocinio, ma anche e soprattutto sentimento, passione, cuore. ?a quando in qua la nostra storia diventata storia della tecnologia@ .e nostre emozioni ormai si frammentano in asfittici dati, il nostro carisma e la nostra dignit' sono diventati un magnetismo mendace e contraffatto, pregno di simboli anacronisticamente blasfemi "mutuati da un antichit' che neanche ci curiamo di conoscere# di interfacce senza faccia, di avatar meschini e vigliacchi. E questo un insulto enorme all arte che ci ha preceduti. .e idee diventano ideologie e quindi vengono subito archiviate e date in pasto alla polvere, a studi degli studi esponenzialmente fini a se stessi. !l sublime diventato un subliminale, il sapere un coacervo di parole, menti e volti estirpati, virtuali, che si perdono nei gorghi intangibili della rete. Si diventa meri veicoli, involucri di pensieri che neanche ci appartengono. A volte ) a chi non successo ) capita di pensare una cosa e avere subito, come per forza magnetica, una serie di riscontri immediati a sostegno di quella cosa. A me successo con un articolo di giornale capitatomi tra le mani qualche mese fa. Si tratta di una lezione universitaria dell intellettuale liberal americano .eon Aieseltier. BManifesto per la resistenza umanistaB, cosi titola l articolo. ! suoi punti sono semplici, chiari e onesti. /ecuperare lo spirito che ci appartiene, la scienza dell uomo, della sua storia e delle sue radici. Si denuncia lo scientismo spasmodico dispensatore di verit' sommarie e vacue, tutte volte a velocizzare il processo consumistico, ad accaparrare dati e informazioni, riempirsi di un pericoloso, se pur fascinoso, incurabile vuoto. Un vuoto, dico, perch+ fatto di vuote pienezze, conoscenze illusorie e prospettive cos( fallaci, facili e immediate da privare le persone delle legittime facolt' umane della speranza, dell attesa e del sogno- quindi

Fischi di Carta
anche della capacit' di creare autonomamente, artisticamente. Ed qui che bisogna diventare, da pensatori automi, pensatori autonomi. & proprio qui, nel momento in cui la poesia, la Creazione per eccellenza, viene a morire, che bisogna combattere, formare questa Bcontro)culturaB di cui parla Aieseltier, questa Dresistenza umanistaE in grado di resuscitare tutte le arti e lo spirito umano pi elevato. BUsate nuove tecnologie per vecchi scopiB, cos( dice .eon. E noi Fischi di Carta, a fin dei conti, cos( facciamo e abbiamo da sempre fatto. Cerchiamo di espanderci nel mondo della rete, usiamo i social net$or% e le nuove tecnologie, ma con la consapevolezza di non farci mai irretire o schiavizzare da essi. E lo facciamo per onest' verso noi stessi e verso gli altri, lo facciamo per succhiare avidamente e ingrossare quella misera stilla di umanit' verace che eppure rimasta, Bil midollo della vitaB per dirla con Ghoreau. Anche la carta, la materia fondamentale. Spesso oggi si tocca troppo poco, nel senso che non si esperisce con la giusta consapevolezza, non si ha pi un contatto sensuale con il reale, con l arte, le parole, le pagine, o con la natura. ,on si ascolta pi tanto col cuore, ma passivamente, per clich+. ,oi fischiamo spesso ormai. E ci* vuol dire andare assieme per le strade ogni mese a distribuire i nostri fischi, ridere, parlare con la gente, leggerci le nostre poesie, leggerle da soli, in pubblico con della buona musica- stare delle ore ai nostri banchetti senza che nessuno ci consideri o magari poi sentire un qualche entusiasmo, del fervore, un complimento, vedere anche solo che qualcuno, di nascosto, ci legge. .egge, almeno. Si ferma. >ensa. E questo per me, per noi, gi' una prima inestimabile vittoria. Silvio (agnolo

Hnosi
Gra i pitosfori urino guardando la luna, la forma lampante, carnosa delle foglie non mi coglie tristezza, terrore, gioia, solo lenta vita che rovina al sonno del mio suolo sdraiandomi appassirei come fece ingenuo il passato, prima di me, di questo pensieronella villa dove giocavo, sanguinando le mie prime parole, i posti dI amore rimasti acerbi mi guardano, nelle luci notturne, gridando attraverso di me, implorano la mia assenza. Sono forse esistito.

,on accadr'
,el mattino che sbatte sul molo mi sforzo di star sveglio e immolo il mio capo alla pioggia che tra poco, penso, picchier' come tutte le cose che vengono cadendo. ,on accadr'. .a barca pesca da dentro il suo cuore. ,on accadr'. & sola nel limpido rumore del mare, traccia triangoli nellIalba gialla punteggiata lo specchio dIacqua si spezzer' di calore@ ,o, non accadr'. E vedi di non farti troppo piccolo e minuto pescatore impressionista, ch+ voglio dipingerti un momento, prima che il diluvio di luci si liberi sul vento... E cos(, fermo, il giorno, con te, non accadr'. Silvio (agnolo

Fischi di Carta

!n medio non stat


=iva la superficialit' signori miei5 viva il corpo, i capelli )poveri i calvi) i muscoli )poveri i deboli) il bello5 Ma di chi@ !l mio@ ,o signori5 !l tuo e il suo5 E tutto questo lisciume colato dai vetri, spinto su dai tacchiK )la moda sola igiene del mondo5) dicono nei salotti futuristi pensando agli africani. !o il vestito me lo strappo, ci faccio bare come un Hoto inesperto di civilia iura, discendo nella strada e turbinando mi diverto iconoclasta arrogante delle finzioni cerate che soffocano i cuori. Sputo, m+ndico e vivo !n una bottiglia di liquore scadutola mia donna si chiamava ?iana e sola ai tavolini di Milano inutilmente attendendomi andata via come la .una. Mentre io strappo, sgraffio, scoppio i cervelli come bolle, fomento un turpiloquio di fuochi fatui gi per le viscere e incito alla rivolta contro l ostinazione a volere sentire poco. Alessandro (antovani

Lallata Alfa
&ettere a (erve. M=!!

>arlare al plurale diventa vitale vuol dire cambiare quello che penso, che pensi anche tu il senso guardare il fiume il limo la noia creare la storia, ritrarre la boriadi fischi si tinge la vita di storie, cambiare mutare guardare le glorie sentire che vivere anche morire ma io vivo poeta garzone cretino, da solo ubriaco fino al mattino e cerco gli amici il viaggio il recesso del cuore pi oscuro nell occhio pi mesto non sono lo stesso da quando ho camminato titano bambino demonio prelato e sudare per vivere anche gioire sentire stupendo il nuovo partire e vivere correre anche per te, mia donna, ragazza, amore, Merve. Alessandro (antovani

Fischi di Carta

>oesia Sacra
)romontorio III*

Sono ancora qui, per questa salita, a impastarmi la vita nella saliva, sentendomi in bocca il gusto del sangue salendo a fatica e col passo pesante. !o, da quella casa, a stare e pensare preferisco fuggire fino alla chiesa. Strano che cerchi fin qui la mia quiete quando i miei passi rimbombano soli, senza che esista un ?io a accompagnare. Eppure mi trovo qui, tra i muri di pietra a camminare. ,on ho mai trovato la porta socchiusa ma ora figuro

domenicaK messa. Lambini con l ostia, il vino invecchiato, il vecchio che sosta, il chiodo inchiodato. !cone a vetrate, l immondo sfacelo che legge il buon prete dal vecchio =angelo, dicendo che tutti saranno salvati. E quando protesi puntando a quell ostia vedremo perire, col Luio, la Lestia avremo capito che l asse portante il vezzo importante chiamato Salvezza. Eppure intravvedo alla mia altezza, nel cielo pi vero, il cimitero. #ederico +hillino

)romontorio I e )romontorio II sono gi' comparse nel sesto numero dei Fischi di Carta, quello di maggio 24NJ.

Fischi di Carta

Alla stazione
!n morte di nonno Sergio

.a panchina non cambiata da quando ero un bambino. Forse un po arrugginita agli angoli, forse ha perso colore. Aspetto il treno col sorriso, fissando i vecchi binari, seduto su questo legno malconcioK passano persone di fretta con il terrore di un ritardo, gettando occhiate alle gallerie pensano ad arrivare P ma poi dove@ ,on mi muovo, m assopiscoK sono ancora qui, ho sei anni e mezzo, ancora sogno di fare il capotreno. D,on pu* farlo chi non sa viaggiare5E .a voce del nonno dal fianco sussurra lenta, quasi in dialetto, come chi sa che non tutto una meta. E allora guardo soltanto passare uno dopo l altro i treni, e rido credendo di salire, senza prenderliK si fanno per animali nuovi, di fronte a me scorrono impassibili e si lasciano studiare, compiaciutia ognuno di loro imparo a dare un nome. E leggendo i tabelloni nel vetro oppure gli orari ingialliti gioco, e mentre gioco con il nonno, viaggioK in me brillano destinazioni che non posso gi' conosceretroppo piccolo il mio cuore, sottile dice il nonno in un soffio P l anima. Cos( costruisce percorsi al mio sguardo, io leggo i nomi di altre stazioni lontane anche nel tempo, e le immagino...

Mi pare di sfiorarle con le dita Santa .ucia, e >orta ,uova, e Santa Maria ,ovella5 .a pietra e la lamiera, il fumo dei treni fermi ai binari tronchi mi trascinano in luoghi sconosciuti a cui sono porte quei nomi, da fuorime li racconta il nonno, un po stanco, DQggi Firenze, forse =enezia domani@E E mentre chiedo dell Qrient E1press oppure sento respirare vicino la Gransiberiana...scompare. Mi scuote un altra voce, meno umanaK arrivato il treno che aspettavo. /idendo, ascolto il suo fischio, il soffio delle porte che si chiudono, e vicino a quello del nonno incido sulla panchina il mio nome. >enso che non lo prender*K anche oggi ho viaggiato. 'manuele )on

Fischi di Carta

Alla =ita
Mi sono svegliato con due ninfe sdraiate di fianco a meK ho riempito il cuore di voglia di vivere. Mi sono sentito in passato orfano della giusta via, privo di riposo, scevro di consapevolezza, ma in quellIistante tutto era diverso. !ncalzato dal caldo che si insinuava nelle ossa ho rasserenato le grandi pianure che colmavano il mio cranio, ho gradito sfiorare il suo corpo di femmina proiezione rilassata dei lunghi baci notturni. So considerato anche lIaltra piccina ed immatura vagare nelle pieghe della mia mente perduta o forse prossima a venire in questo mondo di scarne verit'. AllIimprovviso pi niente e ritagliavo una parte del letto con lo sguardo, tastandolo nel buio, per capire se tutto era stato santificato dalla verit'. Mentre la visione mi scivolava via, ho sdrucito la mia sicurezza pensando alla quotidianit' che mi transitava davanti pingue di solitudine. Con il tedio dello spiraglio di luce che preannunciava il mattino, ho racimolato le poche forze per alzarmi e per cercare di catturare i pochi pezzetti di quella rilassante sensazione avuta nel sonno. So funestamente fallito. ,on ammetto che lIaccaduto sia la visione dIun ubriaco dIicastica follia. >erci* ho trovato di buon auspicio come lIesteta chiudere gli occhi e brindare alla vita. Andrea )esce

Grisobbio
?a piccino avevo lIusanza di lanciare i sassi nellIaia innanzi alla dimora dei miei avi e scagliandoli oltre una siepe esorcizzavo il timore, come un fromboliere, dellIignoto pozzo che vetusto latitava di lato alla casa. Ma ora che a colpi di vanga ho riempito di terra questa falda, mi rendo conto di aver slegato il bavaglio allo sguardo. ?a questo giorno non ho pi dato nomenclatura alla mia novella >aura. Andrea )esce

Fischi di Carta

Le poesie dei lettori


Sulla scia delle novit' inserite dal numero di settembre abbiamo deciso di arricchire la nostra rubrica5 . idea di &e oesie dei lettori nata dalle richieste di collaborazione che abbiamo ricevuto da amici, conoscenti e sconosciuti che ci hanno fatto pensare ad uno spazio dove raccogliere tutte le loro poesie. Uuindi, ringraziando coloro che senza timore si sono mostrati e si mostreranno, speriamo che la nostra idea possa farvi piacere ed invitiamo chiunque sia interessato a scriverci!

Mirko Risso nato a Henova, dove vive, e si occupa di divulgazione nell ambito storia della navigazione e cultura del mare, con particolare interesse per il Bpensiero meridianoB. Sa pubblicato un libro di versiK ()rivato), Arduino Sacco Editore, /oma, 24NN.

/icorrenza di vento
/icorrenza di vento. ?raghi dIaria montati da Aprile sulle file liete di quei ragazzi a fare festa venuti, mille vermiglie vite, sul lungomare. Sanno la prima vera vita in fronte. Gra lIarco di coriandoli a la rena sparsi, il bacio che fanno lIonde e i risi resi parchi da quelle mIaccende un dolce avaro sospetto dei sensi.
(ir,o -isso

Fischi di Carta

!l secondo autore che vi presentiamo questo mese Elisa Giumelli. Elisa ha 20 anni, studia architettura del paesaggio e le piace esprimere quello che prova scrivendo.

Mi voglio negare
Stasera mi voglio negare alla spessa galera della ragione.

.e sbarre talvolta dense, talvolta vaporose, faccio gocciolare gi dalla mie pelle. ?alla schiena colano, si deformano, cadono, si perdono. .a compressione diminuisce, si affievola, svanisce. Ai miei piedi, almeno per questa sera, la pozzanghera delle sbarre io posso calpestare.
'lisa +iumelli

Fischi di Carta

.rlo o l Angelo in Moloch


di 'manuele )on
Allen Hinsberg uno degli esponenti pi rappresentativi della cosiddetta Dbeat generationE, gruppo di poeti sorto nell area di San Francisco intorno alla met' degli anni O4. Allen nasce il J giugno del NV2R nel ,e$ WerseX, e la prima cosa di cui parlare sono i suoi genitori. !l padre, .ouis Hinsberg, era un insegnante, ma soprattutto era noto come poetaK questa sar' la prima spinta che condurr' il giovane Allen alla poesia. .a madre di Allen, ,aomi Hinsberg, era una russa emigrata in America dopo la rivoluzione del NV4O. ,aomi non elabor* mai il distacco dal suo >aese natale, e questo fin( per far venire del tutto alla luce i suoi disturbi pregressi, consistenti in quella che Freud avrebbe definito Diper)sensibilit' nervosaE. Len presto arrivarono le allucinazioni, che il piccolo Allen studiava con curiosit', allo stesso tempo impaurito e affascinato, mentre la madre Dentrava e usciva dai manicomi e dalle case di curaE "sono parole di Hinsberg#, sottoponendosi a tutte le cure Dall avanguardiaE in voga allora, a cominciare da un pressoch+ perpetuo elettroshoc%. Allen si occup* di lei fino alla fineK fu lui a firmare l autorizzazione per la lobotomia frontale che i medici praticarono a ,aomi, che mor( poco dopo. . avvenimento segn* per sempre il giovane, imprimendo nella sua anima le immagini e la vita del manicomio, che si ritrovano di continuo nella sua opera. ,el frattempo Allen ha terminato gli studi, e pu* dedicarsi all attivit' formativa per eccellenza di ogni poeta LeatK il viaggio, la vita DQn the roadE. A questo punto, dopo la necessaria premessa biografica, una precisazione, in pieno "voglio sperare5# spirito LeatK alla domanda Dche cos la beat generation@E, Hinsberg ha sempre risposto cos(K Dnon esiste la beat generation. Sono solo un gruppo di ragazzi che vogliono farsi pubblicare.E Uuesto era l atteggiamento di quel gruppo di poeti, che, rimanendo pi lontani possibile dalle idee di scuola o corrente, si sono DlimitatiE a scrivere del proprio tempo e della propria vita, di quello che accadeva intorno a loro e dunque in loro. ,on una scuola dunque, ma una semplice DgenerationEK ed proprio agli uomini del suo tempo, in nome di tutti gli uomini del suo tempo, che Allen Hinsberg fa risuonare il suo DUrloE, la poesia che lo ha reso famoso. DSo visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla follia, affamate isteriche nude...EK da qui si dipana una descrizione narrativa "o narrazione descrittiva, come preferite# a cascata, divisa in un enorme quantit' di flutti che hanno l aspetto di visioni, senza esserlo mai davvero. >erch+ Allen non si inventato niente, ha solo scritto ci* che ha visto, nel modo in cui lo ha visto, e tutto ci* che ha visto profondamente, terribilmente, ma poi meravigliosamente reale. E, come accade a tutti i grandi Autori, raccontando si raccontato a noi, anche se la sua intenzione non era questa- infatti, come lui stesso afferma, Dscrivendo .rlo ho pensato a me stessoK se avessi pensato a come meglio farla pubblicare, probabilmente non sarei mai riuscito a finirla, forse perch+ mi sarei sentito schiacciato, soprattutto da ci* che la gente non si aspettavaE. E da queste parole che possiamo capire come .rlo sia innanzi tutto un lamento interiore, che nasce per l interiorit' e ad essa primariamente si rivolge, allo stesso modo in cui quel DCanto di me stessoE che apre le DFoglie d ErbaE di Aalt Ahitman, si sarebbe potuto intitolare DCanto a me stessoE. .a citazione di Ahitman non casualeK lui infatti l unico poeta del passato a cui Hinsberg si rivolge come ad un padre ideale a spirituale, ed proprio sullo schema metrico e strofico di DFoglie d ErbaE che si impernia la composizione di Urlo. Ahitman l unico modello di Hinsberg, che lo trasforma in un eroe, e lo trasporta pi di una volta nella seconda met' degli anni O4K ed cos( che Ahitman accompagna Hinsberg in un supermercato, stando a quello che lo stesso Allen scrive in DA Supermar%et in CaliforniaE. ?unque, abbiamo un modello definito e circoscritto- ma a rendere le cose imprevedibili ci pensa l altra fonte d ispirazione principale indicata dallo stesso HinsbergK il Yazz. C un verso in Urlo che, a mio avviso, riassume l atteggiamento del poeta nei confronti della musica, e del Yazz in particolareK Dche, povert', stracci e occhi vuoti e strafatti, sedevano fumando nell oscurit' soprannaturale di appartamenti in acqua fredda che fluttuavano tra i tetti della citt' contemplando Yazz...E. !l Yazz contem lato, non ascoltatoK come se producesse visioni, o desse loro una forma definita. ?all alto dei tetti, uomini soli contemplano il YazzK in qualche modo, osservano dall esterno il ritmo della citt', che poi quello della vita, e, per Allen, che componendo i suoi versi si ispira al fraseggio e all improvvisazione tipici di questo genere

N4

Fischi di Carta
musicale, anche il ritmo della >oesia. Un movimento incessante, a volte elettrizzante ma perlopi ipnotico, capace di inglobare nella sua danza ogni cosa, una dinamicit' creata dalla vita che a sua volta crea nuova "e artificiale# vitaK Dhipsters capodangelo che bruciano per l antica paradisiaca connessione alla dinamo stellare nel meccanismo della notteE. Chi sono questi DhipstersE, chi sono Dle migliori menti della mia generazioneE@ Sono gli eroi notturni ed erotici di Hinsberg, sono gli stessi Leat, che si trascinano per le strade senza meta, con un pacchetto di sigarette e magari un sassofono, che non vogliono altro che Dsesso, e alcol, e balle e sballi senza fineE, e piangono, perch+, abbiamo detto, sono Daffamate isteriche nudeEK perch+ non possono che vivere nel Yazz della notte, nell euforia e nel ronzio dell alcol, delle droghe e del sesso sfrenato "e condannato, perch+ quasi sempre omosessualeK Hinsberg ebbe diversi amori, tra i quali anche Wac% Zerouac, ed ebbe relazioni con personaggi che ritornano in Urlo, come ,eal CassidX, da lui definito DAdone di ?enverE#, per non essere costretti a disperdersi nel magma meccanico del giorno. ,on sono anti)eroi che si lasciano vivere, ma piuttosto contro)eroi di una contro)cultura, altri eroi, la cui missione denunciare la riduzione della vita ad un insieme di meccanismi. !l mondo diventato una fabbrica, una monolitica industria, che prende il nome di Moloch, divinit' oscura che d' anche il titolo alla seconda parte del poema. Moloch Dsfinge di cementoE, Dbambini che urlano sotto trombe delle scale5 /agazzi che gemono negli eserciti5 =ecchi uomini che piangono nei parchi5E- in Moloch si soli, pazzi, si resta Dprivi d amore e senza uomo5E. Moloch l incarnazione della negativit', della vita come l uomo l ha costretta a diventare e non come per sua natura, non come avrebbe dovuto essere- le case di Moloch sono la guerra, la periferia e il manicomio. Qgni manicomio, ma specialmente quel manicomio di /oc%land dove Allen stato internato per un anno, con la diagnosi di Dscrezio paranoide e sessualit' deviata.EK ed ecco che la psichiatria ritorna nella vita del poeta. A /oc%land Allen conosce Carl Solomon, personaggio fondamentale, perch+ a lui dedicata l intera .rlo. Allen e Carl trascorrono un anno internati insieme, e Allen s innamora di questo Dimprovvisatore di paroleE, come lui stesso ebbe a definirlo. Solomon era un post)dadaista e, come tale, era incompreso negli anni O4K ed essere incompresi, negli anni O4, poteva anche voler dire essere rinchiusi e sottoposti a ripetuti elettroshoc%. ?al canto suo, Hinsberg non sub( la stessa sorteK per evitarla, DpromiseE che, in un anno, avrebbe smesso di essere omosessuale, e alla fine lo lasciarono uscire. A distanza di qualche anno, il poeta solidarizza con Carl SolomonK DAh, Carl, quando tu non sei al sicuro io non sono al sicuro, e ora sei davvero nella totale animale zuppa del tempoE. ,ella terza parte del poema, Hinsberg si sente di nuovo fisicamente a /oc%land con Carl "DSono con te a /oc%land, dove sei pi matto di me...E#, e qui scopre, e aiuta noi a scoprire, definitivamente, l Amore, ovvero il senso della vita, che pareva dimenticato. !n un mondo in preda a Moloch, il poeta svela il suo eroe pi importanteK un malato, o quello che tutta la societ' del tempo considera un malato. E allora Hinsberg torna a raggiungerlo in quel sottosuolo umano, e, almeno spiritualmente, lo aiuta a scappareK DSono con te a /oc%land, nei miei sogni tu cammini gocciolando da un viaggio in mare sull autostrada attraverso l America in lacrime alla porta del mio cottage nella notte dell Qvest.E E alla fine della poesia, da quell Urlo che l ha generata, da quello stesso lamento, si leva un canto, un inno gioioso e liberatorio all Amore. ,on c nessun ?io, sia ben chiaroK l !nferno tutto terrestre, e Hinsberg e i suoi eroi lo conoscono fin troppo bene, ch+ lo percorrono ogni giorno, e, nel Yazz, ogni notte. ,on c ?io, non ce n bisogno proprio perch+ l Amore risiede nell Uomo, e nella =itaK solo, si era smarrito, o meglio, era stato smarrito. Ed era questa la missione di UrloK trovare Dl angelo in MolochE, ritrovare lo spirito che lega gli uomini, e ritrovarlo all interno della materia e delle cianfrusaglie degli anni O4. .a vita non fatta di quelle cianfrusaglie, anche se esse non hanno fatto che accrescersi ed accatastarsi percorrendo gli anni fino ai giorni nostriK la vita sacra, santa. Eccola, la parola che forma e scandisce la DFootnote to So$lE ",ota a pi pagina ad So$l#, vera ultima parte del poemaK /0&1% ,on c nient altro da aggiungereK tutto, alla fine, semplicemente SA,GQ. Sta a noi crederlo, e capirlo. QraK sempre pi spesso mi capita di trovare "o inventare# punti di contatto tra lo spirito di Allen Hinsberg e quello di noi fischianti, e anche per questo ho voluto raccontarvi un po di .rlo, che nella mia vita ha sempre avuto un ruolo fondamentale. >erch+, almeno secondo me, un Fischio, pur essendo pi sottile, per alcuni pi debole, non poi tanto diverso da un Urlo... ?ovremmo pensarci.

NN

Fischi di Carta

Contatti
fischidicarta@gmail.com
>er lodi, insulti, consigli, proposte, domande e quant altro potete contattarci a questa mail. Usiamo un solo indirizzo in comune, perci* se qualcuno volesse contattare uno soltanto di noi deve semplicemente specificarlo. Hrazie5

www.facebook.com/FischiDi arta www.twitter.com/Fischidi arta


Gutti gli arretrati sono liberamente consultabili all indirizzo

www.scribd.com/FischiDi arta

Fischi di carta fondata ed animata daK


Federico Ghillino
autore di !i"tocchi d#ombra "/abanero, 24NN# e orrosio"e "/abanero, 24NJ#

Silvio Ma nolo
autore di $uglie di ve"to "Ibis,os 'ditrice, 24NJ)

Alessandro Mantovani
membro della %ociet& dei 'as"adieri "$$$.faceboo%.com[Societa?eiMasnadieri# autore di Dalla Parte della Notte "2oirmoon, 24NJ#

Andrea !esce Emanuele !on


membro della %ociet& dei 'as"adieri "$$$.faceboo%.com[Societa?eiMasnadieri# autore di Dalla Parte della Notte "2oirmoon, 24NJ#
N2

Potrebbero piacerti anche