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Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni

Indicazioni per il PIANO SOCIALE DEL TERRITORIO VAL D'ADIGE

Settembre 2 !"

Piano sociale Territorio Val d'Adige

Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni

#$e%to la&oro ' dedicato a Paola (azzoldi stimata ed apprezzata assistente sociale del Comune di Trento

) cop*ri+,t 2 !" Ta&olo Territoriale Territorio Val d'Adi+e Com$ni di Trento- Aldeno- Cimone e Garni+a Terme Pro+etto %ociale .Citt/ 0 Com$nit/ delle relazioni1 Piano %ociale del Territorio Val d'Adi+e

Com$ne di Trento A%%e%%orato alla politic,e %ociali e pari opport$nit/ Ser&izio Atti&it/ Sociali Via Al2ieri- !3 "4!22 TRENTO

Per informazioni o copie del Piano sociale: servizio attivit sociali 0461- 884431

antonia_banal@comune.trento.it

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Indice
Pagina Introduzione Il Piano sociale come strumento di pianificazione partecipata Il processo di pianificazione partecipata in un nuovo scenario sociale, politico ed economico Il contesto normativo e le competenze locali Il profilo del Territorio Val d'Adige %ervizi e opportunit& per i cittadini Il 'uadro economico Il Tavolo territoriale Il percorso partecipativo Priorit&, obiettivi e modalit& di attuazione per aree Il disegno della valutazione +odalit& di comunicazione ,ibliografia Allegato ,ibliografia, documenti e rapporti, riferimenti normativi .ista realt& partecipanti al percorso partecipativo per aree !" #$ $# 5! 5 () *$ !#$ !#* !#5

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Rin+raziamenti /ell'impossibilit& di citare ogni partecipante al percorso ed al lavoro di stesura di 'uesto documento, si ringraziano tutti e ciascuno. .a ricc0ezza e la completezza del percorso partecipativo e dei contenuti di 'uesto documento discendono principalmente dalla volont&, dalla competenza e dalla capacit& di dialogare dei partecipanti. In particolare, ringraziamo 'uanti 0anno voluto esprimere il proprio parere, anc0e se critico, perc01 ci2 0a permesso di costruire uno sguardo pi3 completo sui problemi e sulle risorse del nostro Territorio. .'auspicio 1 c0e anc0e 'uanti non 0anno potuto o non 0anno voluto partecipare, possano e desiderino farlo da adesso in poi c0iedendosi, come 1 stato fatto durante 'uesti mesi, non solo 4cosa pu fare la comunit per me, ma cosa posso fare io per la mia comunit.5

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Il Piano %ociale come %tr$mento di piani2icazione partecipata

6uesto documento per la pianificazione sociale del Territorio Val d7Adige, frutto di un intenso percorso partecipativo, si inserisce in uno scenario economico, sociale e demografico notevolmente diverso da 'uello in cui si 1 svolto il percorso del Piano %ociale di Trento nel #))!. .a larga e profonda trasformazione c0e la nostra societ& sta vivendo, correlata con la crisi economica c0e stiamo attraversando 1 estesa, profonda e non sar& di breve durata. 8ssa 0a oggi ed avr& in futuro, riflessi importanti ed in parte sconosciuti nel tessuto sociale e nel benessere non solo materiale delle nostre comunit&. %iamo inoltre in una fase importante, nella nostra Provincia, per l'attuazione delle leggi di riforma istituzionale 9.P $:#))(; e della legge di riforma delle politic0e sociali 9.P !$:#))*;. 6ueste norme 0anno consegnato ai <omuni del Territorio Val d7Adige il compito di essere direttamente responsabili della gestione delle risorse per i servizi sociali di livello territoriale, insieme a 'uello di accompagnare, promuovere e sostenere la rete dei legami sociali presenti per costruire un welfare delle comunit. =in dal suo insediamento il Tavolo Territoriale, organismo previsto dalla .P !$:#))* per garantire la costruzione partecipata delle politic0e sociali, 0a condiviso l'idea c0e un elemento fondamentale, per costruire politic0e sociali di comunit&, fosse porre una forte attenzione alla promozione di relazioni sociali e fare in modo c0e la pianificazione sociale rispondesse ad una idea di <itt&, di <omune, di <omunit&, come ad un progetto collettivo. Per 'uesto abbiamo ritenuto importante intitolare il Piano sociale del Territorio Val d7Adige Progetto sociale: Citt-Comunit delle relazioni. %i pu2 certamente affermare c0e il percorso partecipativo 0a rinforzato la coscienza e la consapevolezza dei problemi in tutte le realt& coinvolte e 0a fatto emergere un maggiore senso di responsabilit& collettivo. 8mergono con crescente c0iarezza, proprio dal confronto con i cittadini, elementi c0e spingono a pensare a nuovi modelli di lavoro sociale, c0e invitano a focalizzare l7attenzione sul 4come5 si lavora oltre c0e su 4'uanti5 servizi si erogano. Appare sempre pi3 importante, inoltre, rendere protagonisti i cittadini nella loro ricerca di autonomia dai servizi, uscire da logic0e di assistenzialismo purtroppo ancora presenti e introdurre metodi di valutazione per ri'ualificare la spesa anc0e nel settore dei servizi sociali. Il documento raccoglie i principali risultati, racconta il processo e il metodo adottato per conoscere e decidere come affrontare insieme ai cittadini i problemi sociali emergenti della <itt& di Trento e dei <omuni di Aldeno, <imone e >arniga Terme. 6uesto percorso, a cui 0anno partecipato 'uasi duecento realt& e circa mille persone fra bambini, giovani, adulti, anziani, volontari, professionisti ed amministratori, 0a inoltre costruito ed accresciuto relazioni, conoscenze, condivisione, riconoscimento, fiducia reciproca. <i2 pu2 essere gi& letto come un aumento del 4capitale sociale4 prodotto, c0e deve essere valorizzato e mantenuto nel tempo per le necessarie restituzioni e verific0e in itinere delle azioni relative alle indicazioni emerse. 6uesta esperienza testimonia 'uanto sia possibile agire una sussidiariet& concreta c0e realizza un'alleanza tra istituzioni, privato sociale e cittadini 9nella logica dell'amministrazione condivisa!; finalizzata alla costruzione del bene comune.
1 Arena Gregorio, "Amministrazione condivisa, l'alleanza vincente fra cittadini e istituzioni" in LABSUS, 2!11",
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Il Tavolo Territoriale 0a raccolto le indicazioni e le proposte emerse dal percorso partecipativo e le consegna con gli obiettivi e le modalit& di attuazione agli organi politici dei <onsigli <omunali, delle >iunte e della <onferenza dei %indaci della >estione Associata del Territorio Val d'Adige per l'approvazione e gli indirizzi necessari alla loro implementazione concreta. Tutto 'uesto nella consapevolezza c0e investire nel sociale significa generare e rimettere in circolo risorse umane ed economic0e c0e, soprattutto nelle fasi di difficolt&, risc0iano di non essere riconosciute e rimanere inutilizzate. <onsegna inoltre una bussola ideale, con cui affrontare e guidare il necessario cambiamento delle politic0e sociali e le linee di azione prioritarie. ?na bussola con i suoi 4'uattro punti cardinali5, disposti in modo da essere sempre orientati alla persona e c0e scorrono lungo le due direzioni principali della sussidiariet& 9verso un'5amministrazione condivisa #5 dove cittadini, funzionari e amministrazioni sono alleati per la costruzione del bene comune; e della solidariet& 9in vista di un 4@elfare generativo$5 dove c0i riceve aiuto si fa generatore a sua volta di altro capitale sociale;. I 'uattro 4punti cardinali5 riguardano proprio investimenti 4relazionali5A

nei confronti del cittadino perc0B sia sempre pi3 protagonista, considerando i servizi sociali
un fatto non diretto esclusivamente all'individuo ma facente parte del suo mondo di relazioniC

nei confronti della comunit perc0B sia capace di farsi comunit& di cura delle persone c0e
le appartengonoC

nei confronti delle politiche pu

liche perc0B assumano la responsabilit& trasversale dei problemi e delle soluzioni c0e 0anno impatto socialeC necessario per lo sviluppo di una responsabilit& diffusa e di una economia solidale.

nei confronti del contesto economico e culturale perc0B investa in 'uel capitale sociale
Il percorso partecipativo si 1 rivelato inoltre uno specc0io di straordinario senso civico da parte dei cittadini c0e in pi3 occasioni 0anno offerto la loro disponibilit& a mettersi in gioco, il loro tempo, le loro capacit&, per cercare soluzioni ai problemi. >li attori politici e gli operatori tecnici coinvolti nella pianificazione sono dun'ue interpellati in modo ineludibile, ben oltre la ridefinizione della spesa per i servizi sociali e assistenziali. %ono interpellati su una idea di societ& e su una visione di futuro. .e aree di interesse e le sfide su cui lavorare sono molteA fra tutte, si pu2 affermare c0e 'uella relativa alla crescita armoniosa dei bambini e degli adolescenti e il necessario sostegno per 'uesto compito alle loro famiglie, ric0ieda oggi una speciale attenzione. .e crescenti diseguaglianze sociali infatti riguardano tutte le fasce di et&, ma gli effetti a distanza nella vita delle persone sono tanto pi3 gravi 'uanto pi3 in giovane et& 0anno affrontato privazioni affettive o discriminazioni nell'accesso alle opportunit&. Desidero esprimere riconoscimento e gratitudine a tutte le persone c0e si sono attivate 9cittadini, volontari, operatori, amministratori; e alle numerose realt& c0e sono state coinvolte e c0e 0anno donato con generosit& tempo, passione, competenza. /umerosi e straordinari riflessioni e contributi ci sono pervenuti in 'uesti mesi e sono stati pubblicati sul sito del <omune di Trento e la loro ricc0ezza non potr& mai essere tutta rappresentata in 'uesto documento. >rande collaborazione si 1 manifestata da parte dei <omuni associati, dei <onsigli
2 Arena G$ e %otturri G$, &l valore aggiunto ' come la sussidiariet( )u* salvare l'&talia, %arocci ed$ S)a, 2!1! 3 +incere la )overt( con un ,elfare generativo, -a))orto 2!12, .ondazione /$ 0ancan
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<ircoscrizionali, della <ommissione Politic0e %ociali nel seguire passo a passo 'uesto lungo itinerario di costruzione di 'uesto atto di indirizzo. Eingrazio i <olleg0i della >iunta e i numerosi responsabili e operatori dei %ervizi dell'Amministrazione comunale di Trento c0e si sono messi in gioco, con le loro competenze, nelle aree del ciclo di vita dei cittadini, frutto di una trasversalit& di intenti nel servizio alle persone. ?n ringraziamento ai componenti del Tavolo Territoriale, c0e con competenza, passione e grande generosit& di impegno 0anno condiviso la responsabilit& di seguire in prima persona 'uesto processo. %ar& importante c0e il Tavolo Territoriale e i >ruppi di regia tematici c0e sono stati attivati, possano rimanere luog0i permanenti di progettazione condivisa per l7aggiornamento e la verifica di 'uesto Piano sociale. Il percorso partecipativo 0a visto l'attenta supervisione metodologica del dott. 8nnio Eipamonti, a cui siamo grati per l'incoraggiamento a proseguire, attraverso pratic0e costanti di partecipazione, nel rinnovamento delle politic0e sociali. ?n grazie particolare alla dott.ssa Antonia ,anal c0e 0a accompagnato, sostenuto, sollecitato con grande dedizione e professionalit& numerosi gruppi di lavoro e raccolto ed elaborato i contributi per la stesura di 'uesto documento.

!ioletta Plotegher Presidente del "a#olo "erritoriale per la pianificazione sociale del "erritorio !al d$%dige

&a 'ual ( la pietra che sostiene il ponte), c0iede Fublai Fan *n ponte non ( sostenuto da 'uesta o 'uella pietra, ma dalla linea dell+arco che esse formano, risponde +arco Polo Fublai Fan rimane silenzioso, riflettendo. Poi domandaA Perch, mi parli delle pietre) - solo dell+arco che m+importa. +arco Polo rispondeA .enza pietre non c+( arco. Italo <alvino

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Il proce%%o di piani2icazione partecipata in $n n$o&o %cenario %ocialepolitico ed economico


Siamo in $na %it$azione di cri%i Il nostro territorio non 1 esente da 'uanto sta avvenendo nel resto d'Italia, seppur con modi e impatti diversi. /on 1 'uesta la sede per trattare i significati o le caratteristic0e di una crisi c0e sta avendo un forte impatto sull'economia, si vuole per2 porre attenzione sul fatto c0e 'uesta investe, sia in forma diretta e indiretta, tutto il sistema dei servizi socioGassistenzialiA in forma diretta per la graduale riduzione delle risorse disponibili, umane e economic0e, con cui fronteggiare i bisogni dei cittadiniC in forma indiretta per le difficolt& economic0e delle persone e delle famiglie, con conseguente maggior ric0iesta di aiuti. 6uanto emerge in modo evidente dal percorso partecipativo 1 una crisi pi3 profonda c0e coinvolge la 'uantit& e 'ualit& delle relazioni dei cittadini, le ridotte, rispetto al passato, capacit& dei bambini e la solitudine degli anziani, passando per la crisi degli adulti senza lavoro c0e, oltre a rappresentare una forma di reddito, 1 anc0e identit& individuale per ognuno di noi. .a crisi del sistema lavoro risc0ia di trasformarsi anc0e in crisi di identit& personale e collettiva. <onseguenza di ci2 1 una crisi di credibilit& e fiducia verso l'5altro5 e ancor pi3 verso le istituzioni. ?na crisi c0e, come emerge dalle pagine c0e seguono, pu2 essere collegata anc0e alla mancanza di responsabilit& individuali.

(eno com$nit/ e pi5 2rammentazione I dati demografici ci dicono c0e i trentini sono sempre meno e sempre pi3 vecc0iA la crescita demografica 1 dovuta solo alla presenza della popolazione immigrata. A fianco di 'uesto cambiamento va evidenziato il costante aumento dei nuclei familiari uniGpersonali. %ulla base di proiezioni provinciali, nel !-*! i nuclei uniGpersonali erano circa #).))), oggi sono poco pi3 di (5.))), mentre si prevede c0e per il #)"! saranno vicini ai -).))) ", cio1 ben #5.))) persone sole in pi3 di oggi. Il Territorio Val d'Adige non fa eccezione e pertanto si trover& ad affrontare un significativo aumento di persone sole.
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Proiezioni %ervizio %tatistica Provincia autonoma di Trento

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?na popolazione, la nostra, composta sempre pi3 da persone anziane, con un conseguente ed evidente aumento di bisogni assistenzialiA gli ultraGsessantacin'uenni nel !-(! erano il !)H della popolazione provinciale, oggi sono circa il #)H, fra #) anni saranno circa il $)H5. Ancora pi3 significativo il dato sull'indice di vecc0iaia ( c0e 1 triplicato dal 7(# ad oggi, passando dal "$H al !#5HC nel #)$# sar& probabilmente arrivato oltre il !-)H per 'uanto concerne il territorio provinciale*. Dal percorso partecipativo 1 emerso c0iaramente come tali cambiamenti siano ben percepiti dai territori e dai cittadiniA sono stati evidenziati meno senso di appartenenza e coesione 9e 'uindi anc0e maggiore paura e senso di insicurezza;, maggior solitudine 9c0e emerge sia negli adolescenti c0e nelle famiglie e negli anziani; e, di conseguenza, crescente ric0iesta di spazi di incontro e relazione.

Pi5 &$lnerabilit/ .'immediato collegamento con i due punti precedenti 1 con l'aumento della vulnerabilit&, in particolare di alcune categorie di persone. /onostante emerga dall'analisi svolta c0e il risc0io 1 aumentato per tutti 9principalmente per l'incertezza del mercato del lavoro;, appare evidente c0e le maggiori condizioni di solitudine sono un indicatore importante e trasversale. 6uesto indicatore deve pertanto interessare prioritariamente le politic0e sociali del futuroA c0i vive condizioni di solitudine relazionale 1 esposto ad una maggior probabilit& di non riuscire a fronteggiare gli eventi critici della vita con conseguente prevedibilit& di peggioramento e di accesso ai servizi pubblici per ric0ieste di aiuto in situazioni ormai estremamente critic0e. Tale condizione appare trasversale alle varie et& della vitaA 1 stata rilevata una maggior vulnerabilit& degli adolescenti con conseguente risc0io di comportamenti devianti, delle famiglie nell'assolvere ai compiti educativi, degli anziani soli con bisogni assistenziali. Problemi e bisogni diversi con un unico denominatoreA la presenza di reti informali di sostegno c0e a volte, per2, non sono sifficienti.

# 1 2

Proiezioni %ervizio %tatistica Provincia autonoma di Trento <ostruito rapportando il numero degli anziani 9di (5 anni ed oltre; al numero dei giovani 9fino a !" anni compiuti; <i2 significa c0e mentre nel 7(# per ogni nonno c7erano pi3 di due nipoti, ora ci sono pi3 nonni c0e giovani e fra trent7anni ci saranno da due a tre anziani per ciascun giovane, rendendo probabilmente pi3 facile l7assistenza all7infanzia, ma sempre pi3 problematica l7assistenza agli anziani.

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Pi5 bi%o+ni e problemi- meno ri%or%e6 e ora7 .a crisi comporta anc0e una riduzione 9a livello nazionale e locale; delle risorse pubblic0e destinate al @elfare socioGassistenziale. Eiduzione c0e 0a gi& avuto inizio e c0e, 'uasi certamente, proseguir& negli anni a venire. Tale riduzione si manifesta in due modiA

riduzione di risorse economic0e destinate all'erogazione di prestazioni socioGassistenziali5


riduzione di risorse umane dedicate ad affrontare i problemi dei cittadini. +eno professionisti e meno prestazioni disponibili, 'uindi, con una ric0iesta di pi3 prestazioni da erogare e di problemi da affrontare. .a situazione 1 evidentemente preoccupante e diverse possono essere le scelte per affrontare 'uesto momento.

.a strada c0e viene indicata in 'uasi tutti gli ambiti 1 'uella di un diverso rapporto fra i cittadini e le Pubblic0e Amministrazioni, c0e ponga al centro la realizzazione di una partners0ip, traducibile in maggior partecipazione e corresponsabilizzazione, in grado di rispondere alle 'uestioni emergenti c0e riguardano il bene comune e di generare apprendimento reciproco ed evoluzione. Dal 2are per al 2are con8 8' uno dei passaggi importanti c0e emerge dal percorso partecipativoA il coinvolgimento diretto di cittadini e utenti nelle politic0e sociali, nelle azioni di programmazione e di realizzazione e successiva valutazione degli interventi e l'attenzione alle competenze c0e si organizzano spontaneamente sul territorio. I processi volti alla maggiore inclusione dei cittadiniGutenti nella costruzione e gestione delle politic0e pubblic0e presentano infatti diversi e ormai riconosciuti vantaggi-, tra i 'ualiA la possibilit& di comprendere i fenomeni e i bisogni in modo pi3 approfondito. %e i cittadini vengono coinvolti, leggendo i processi di programmazione e gestione dei servizi attraverso la lente della loro esperienza, del loro vissuto personale e delle loro aspettative, possono portare nelle organizzazioni visioni diverse, contribuendo a tali processiC la costruzione di capitale sociale e di maggior senso civico, riducendo il risc0io di deG

3Eipamonti 8., <ollaborare I metodi partecipativi per il sociale, <arocci, #)!! >. ,ertin e .. =azzi, .a governance delle politic0e sociali in Italia, <arocci =aber, #)!), p.! 5G! (
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responsabilizzazione dei cittadini nei confronti del bene pubblico. 6uesto induce a pensare c0e si tratti 'uindi uno strumento di democraziaC un maggior adattamento dei servizi ai cambiamenti dei bisogni delle persone, c0e avvengono oggi sempre pi3 rapidamente. Inoltre, tramite la comunicazione e il confronto diretto con i problemi dei cittadini, le decisioni prese, a livello politico e di programmazione, vengono legittimate e maggiormente accettateC una maggiore attenzione da parte delle istituzioni verso le attese e le esigenze della societ&, c0e contribuisce a creare con i cittadini relazioni di maggior fiducia, collaborazione e legittimazione. Pu2 esistere una relazione collaborativa tra professionisti esperti e cittadiniGutenti, i 'uali apprendono gli uni dagli altri, nella convinzione c0e il ene pu nascere dalle relazioni sociali costituti#e degli stessi pro lem/0. Il sapere in 'uest'ottica, assume un significato pi3 ampioC non 1 infatti solo 'uello c0e si impara attraverso lo studio accademico 9oggettivo e tecnico;, ma 1 anc0e 'uello c0e deriva dall'esperienza, cio1 il sapere esperienziale, c0e deve essere valorizzato. 6uesto pu2 avvenire solo grazie a una collaborazione reciproca. 8' nella relazione c0e 'uesti due saperi, di chi possiede la parziale scienza e di chi possiede la parziale esperienza diretta // si incontranoA entram i sono necessari, ciascuno senza l$altro pu risultare insufficiente /1. <i2 1 possibile solo riconoscendo e valorizzando le risorse delle persone, rendendole attive nelle scelte c0e riguardano la loro vita.

Do&e e come7 I tre principali ambiti dove la partners0ip pubblicoGprivatoGcittadini pu2 essere applicata e divenire strumento per dare risposte efficaci ai problemi dei cittadini sono!$A

l'ambito del policJGmaKing 9cio1 nei processi decisionali c0e portano alla definizione
delle strategie attuate dal sistema sociale;5

la gestione di progetti e attivit& all'interno dei servizi 9dalla programmazione alla


valutazione, passando per la realizzazione;5

la collaborazione in interventi specifici rivolti ai singoli casi o alla comunit&, promossi dai
servizi$
1! 11 12 13
=. =olg0eraiter %aggi di LelfareA 6ualit& delle Eelazioni e %ervizi %ociali, 8ricKson, #))- p.") 8lena Van Lestern0out, 8manuela <avagnini e +arcella Distaso, introduzione di =. =olg0eraiter, Incrocio di saperiA empo@erment e servizio sociale, 8riKson, p.!) Eenzo de %tefani e 8lena %tanc0ina, .'onda del fareassieme, una barca di matti attraverso l'Atlantico, 8ricKson p.!# >. ,ertin e .. =azzi, .a >overnance delle politic0e sociali in Italia, <arocci =aber

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Nel %e+no della contin$it/ Dieci anni fa il Piano sociale della <itt& di Trento indicava prioritario l'avvicinamento ai cittadini e lo sviluppo del lavoro di comunit&. <osM 1 stato, con la realizzazione di un grande lavoro sui territori di coinvolgimento dei cittadini 9si vedano in proposito le relazioni annuali del servizio sociale cittadino;. Tale obiettivo poggiava per2 su due punti importanti c0e oggi non sono pi3 attualiA l'adeguata disponibilit& di risorse economic0e ed umane ed un forte processo di cambiamento organizzativo, in parte agevolato dalla disponibilit& di risorse. Nggi la sfida 1 pi3 difficile, considerato l'aumento, costante e fisiologico, della complessit& sociale e la contemporanea riduzione delle risorse, ma il modello di lavoro individuato da professionisti e cittadini nel percorso partecipativo 1 ancora 'uello del coinvolgimento e della partecipazione, in una visione di bene comune c0e appartiene a tutti.

Condi&idere per arricc,ir%i 8 $n pa%%o a&anti per il bene com$ne /egli ultimi anni si 1 svolto un importante lavoro di comunit& c0e 0a coinvolto le <ircoscrizioni e i Poli sociali nei progetti di 'uartiere e nei sobborg0i. A fronte della costante presenza di nuovi problemi e bisogni, sembra ora opportuno c0e Istituzioni pubblic0e, organizzazioni private e associazioni, condividano maggiormente le risorse a disposizioneA le ric0ieste emerse dal processo partecipativo ci dicono c0e la 'uasi totalit& dei soggetti coinvolti auspica pi3 coinvolgimento e partecipazione, con ric0iesta di maggiore disponibilit& a condividere luog0i e spazi. Per riuscire in 'uesto percorso 1 necessario c0e gli obiettivi da perseguire siano condivisi da tutti, attraverso processi partecipati, c0e certamente ric0iedono tempi pi3 lung0i nella fase di progettazione, ma 0anno il vantaggio di concentrare le risorse verso temi sentiti e riconosciuti dalla comunit& e di ridurre le potenziali conflittualit& 9sul modello della democrazia deliberativa!";. <i2 significa c0e ogni realt& dovrebbe a mettere a disposizione le proprie risorse per il raggiungimento degli obiettivi comuniA professionisti, organizzazioni private ed associative, cittadini, rappresentanti politici possono scegliere di mettersi a disposizione l'uno per gli altri.

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Democrazia deliberativaA teoria, processi e sistemi, A. =loridia, <arocci, #)!#

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Cambiamento .ono le azioni che contano. 2 nostri pensieri, per 'uanto uoni possano essere, sono perle false fintanto che non #engono trasformati in azioni. .ii il cam iamento che #uoi #edere nel mondo. 1 una frase del politico e filosofo indiano +o0andas Faramc0and >and0i, c0e voleva orientare un processo delicato come 'uello c0e port2 l'India all'indipendenza. +a potrebbe adattarsi bene anc0e al nostro contestoA nel processo partecipativo sono emerse ric0ieste di cambiamento reciproc0e tra servizi, organizzazioni e cittadiniGutenti con aspettative sugli esiti. In 'uesto particolare momento una delle possibili e diverse soluzioni pu2 essere proprio 'uella di cambiare le nostre azioni ed il nostro modo di operare.

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Il conte%to normati&o e le competenze locali

Conte%to normati&o .a .P !( giugno #))(, n. $ 9/orme in materia di governo dell7autonomia del Trentino; nel ridisegnare il pi3 generale assetto istituzionale provinciale individua 9art.!; anc0e nel 4...processo di riorganizzazione delle istituzioni pro#inciali e locali ispirato ai principi di sussidiariet, differenziazione e adeguatezza5 il sostrato sul 'uale innestare 9art.! comma c; 4... il maggior numero possi ile di funzioni amministrati#e ai comuni, enti pi3 #icini agli interessi dei cittadini, anche mediante le forme pi3 appropriate di esercizio associato delle funzioni.5 .a legge di cui sopra, oltre c0e al complessivo ridisegno istituzionale, 0a portato, in particolare, all'avvento di altre importanti leggi di riforma c0e 0anno coinvolto i settori delle Politic0e sociali 9.P #* luglio #))*, n.!$; e della Tutela della salute 9.P #$ luglio #)!), n.!(;. A livello locale, per i <omuni di Trento, Aldeno, <imone e >arniga Terme, il nuovo ordinamento, con la riforma dei servizi socioGsanitari e delle funzioni socioGassistenziali di livello provinciale e livello locale, 0a avviato una profonda rivisitazione assistenziali. A partire dalla messa a regime, in ambito socioGassistenziale, della gestione associata fra i <omuni di Trento, Aldeno, <imone e >arniga Terme, si 1 dato avvio alla costruzione, 'uale strumento di programmazione delle politic0e sociali del territorio, del Piano sociale di <omunit&. 6uesto, conseguentemente, 0a portato all'attivazione dei processi di partecipazione previsti dalla norma 9in particolare il Tavolo Territoriale e i Tavoli tematici;. in tema di servizi socioG

Le competenze pro&inciali e locali A conclusione del percorso di riforma 44e funzioni in materia di assistenza e eneficenza saranno pertanto esercitate dai comuni mediante le comunit... 9.P !$:#))* art. !;5 rimanendo in capo alla Provincia Autonoma di Trento, tra le pi3 significative, le funzioni di programmazione provinciale di indirizzo e coordinamento, autorizzatoria e di accreditamento. <on la completa applicazione delle nuove norme la struttura delle funzioni socioGassistenziali si articoler& pertanto su un livello provinciale e su un livello locale 9in linea generale, le funzioni locali si rivolgono ad un'utenza integralmente o in massima parte afferente al territorio della <omunit&, nel nostro caso del Territorio Val d'Adige; superando in maniera definitiva il passato regime di delega a favore di un nuova responsabilizzazione degli enti locali fondata sulla titolarit& delle competenze.

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Il dettaglio delle funzioni locali dei servizi sociali e socioGassistenziali riferite all'anno #)!$ 1 il seguenteA Inter&enti del Ser&izio %ociale pro2e%%ionale sostegno psicosociale, intervento di aiuto per l7accesso ai servizi, interventi di tutela affidamento familiare parentale dei minori e accoglienza di minori presso famiglie o singoli accoglienza di adulti presso famiglie o singoli intervento educativo a domicilio e spazio neutro assistenza domiciliare, servizio pasti a domicilio e servizio pasti presso strutture, telesoccorso e telecontrollo educativa di strada centro diurno per minori e centro aperto per minori centro di aggregazione giovanile centro occupazionale per adulti laboratorio per l7ac'uisizione dei prere'uisiti lavorativi per adulti centro di servizi per anziani centro socioGeducativo per disabili, centro occupazionale per disabili e laboratorio per l7ac'uisizione dei prere'uisiti lavorativi per disabili centro servizi a rete per disabili centro diurno socioGassistenziale riabilitativo per disabili centro di socializzazione al lavoro per giovani appartamenti semiGprotetti per adulti alloggi protetti per anziani, casa di soggiorno per anziani comunit& alloggio per disabili, alloggi in autonomia servizi di accoglienza temporanea, di sollievo o tregua per adulti e anziani autosufficienti contributo a favore di famiglie e singoli per il mantenimento del soggetto accolto e affidato contributo a favore di istituzioni private c0e perseguono senza scopo di lucro finalit& socioG assistenziali intervento di sostegno alle organizzazioni di volontariato assunzione oneri relativi alle attrezzature speciali intervento economico straordinario reddito di garanzia 9per la parte di competenza degli enti locali; rimborso ticKet sanitari
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Ser&izi inte+rati&i e %o%tit$ti&i di 2$nzioni proprie del n$cleo 2amiliare

Ser&izi a carattere %emire%idenziale

Ser&izi a carattere re%idenziale

Inter&enti di %o%te+no economico

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prestito sull'onore assegno di cura 9in esaurimento; anticipazione dell'assegno di mantenimento a tutela dei minori assegno per nucleo familiare e assegno per la maternit& segretariato sociale e unit& di strada progetti di promozione e progetti di prevenzione, inclusione sociale misure per favorire l7integrazione dei gruppi sinti e rom residenti in Provincia di Trento mediazione familiare progetti di attivit& innovative o sperimentali nuclei territoriali per disabili distretto di economia solidale

Inter&enti di %e+retariato e %portelli Inter&enti di promozione- pre&enzione e incl$%ione

Inter&enti per pro+etti inno&ati&i

Le 2$nzioni pro&inciali .e funzioni provinciali fanno riferimento a servizi e utenti di livello territoriale pi3 ampio e, comun'ue, difficilmente circoscrivibili al territorio di una singola <omunit&. /el #)!# parte di tali funzioni sono state transitoriamente svolte ancora dalle <omunit& e dal <omune di Trento su delega provinciale c0e, a fronte di uno specifico finanziamento, 0a operato anc0e a favore dei <omuni di Aldeno, <imone e >arniga Terme. =anno inoltre capo alla Provincia alcune attivit& di indirizzo, coordinamento e controllo, legate a funzioni di livello locale.

Le 2$nzioni dell'area %ocio0%anitaria .'area socio sanitaria comprende le funzioni c0e prevedono il coinvolgimento sanitario e sociale per soddisfare i bisogni di salute della persona c0e necessita dell7erogazione congiunta 4di prestazioni sanitarie e di azioni di protezione sociale 9.P #$ luglio #)!#, n. !(; . In 'uesto contesto normativo lo strumento utilizzato 1 l'?nit& Valutativa +ultidisciplinare 9?V+;. %i tratta di uno strumento operativo per la valutazione di bisogni complessi di natura socioGassistenziale e sanitaria di una persona e, in relazione a 'uesti, l7individuazione di un progetto assistenziale appropriato, all7interno della rete di offerta di servizi disponibili sul territorio.

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Per l'attuazione della legge sulla salute si 1 lavorato con il Distretto sanitario per costituire le cin'ue aree ad alta integrazione socio sanitaria 9maternoGinfantile, anziani, disabilit&, salute mentale e dipendenze; ed attualmente anc0e il personale del %ervizio Attivit& sociali opera all'interno delle cin'ue ?nit& di valutazione multidisciplinari 9?.V.+.;. Il <omune di Trento, nell'ambito della gestione associata, continua a svolgere le funzioni di 4service5 a favore dell'A.P.%.%. 9Azienda Provinciale %ervizi %anitari; per l'operativit& amministrativa delle attivit& passate all'area socio sanitaria. A fine #)!# personale amministrativo e sociale del %ervizio 1 stato coinvolto per dare attuazione alla nuova disciplina dell'assegno di cura 9..p. !5:#)!#; c0e, pur essendo di competenza sanitaria, ric0iede l'intervento dei servizi sociali. /ell'estate #)!$ 1 stato inoltre costituito il <omitato di coordinamento per l'integrazione sociosanitaria, previsto dalla .P #$ luglio #)!), n. !( 4Tutela della salute in Provincia di Trento5. A norma di legge in ciascuna <omunit& 1 costituito il 4<omitato di coordinamento per l'integrazione sociosanitaria5, con il compito di individuare le modalit& organizzative e operative per l'attuazione a livello locale delle finalit& e degli strumenti di integrazione socioGsanitaria. /el Territorio Val d'Adige, il <omitato 1 presieduto dall'Assessore alle Politic0e sociali e pari opportunit& del <omune di Trento, su delega della <onferenza permanente dei %indaci. /el <omitato 1 inoltre prevista la presenza del Direttore del distretto sanitario, di un medico di medicina generale o di un pediatra di libera scelta convenzionato con il servizio sanitario provinciale, designato dai medesimi medici operanti nel territorio della comunit&, del responsabile dei servizi sociali della comunit&, di un rappresentante degli enti affidatari di servizi socioGsanitari operanti nel territorio della <omunit&, di un responsabile degli enti gestori delle residenze sanitarie assistenziali situate nel territorio della comunit&, di un farmacista convenzionato con il servizio sanitario provinciale, designato dai farmacisti operanti nel territorio della comunit&. Nltre a 'uesta composizione 4obbligatoria5 ogni <omitato pu2 integrare la propria composizione invitando i soggetti c0e possano utilmente concorrere al suo funzionamento. In 'uesta direzione si muover& anc0e il <omitato istituito sul nostro Territorio. 8' anc0e auspicabile l'interazione con l'analogo <omitato <omunit& Valle dei .ag0i e 'uindi la possibilit& di integrazione dei Piani sociali delle <omunit& in un Piano sociosanitario per il benessere del Distretto <entro /ord c0e li riunisca.

La +e%tione a%%ociata delle 2$nzioni %ocio0a%%i%tenziali Dal !O gennaio #)!# il <omune di Trento 0a assunto la titolarit& delle funzioni socioG assistenziali precedentemente esercitate su delega provinciale, nonc0B di 'uelle gi& esercitate dal <omprensorio della Valle dell7Adige in materia di assistenza a favore dei <omuni di Aldeno,

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<imone e >arniga Terme. Tali funzioni sono ora gestite in forma associata. Dopo la stipula, il #* settembre #)!!, della convenzione fra i <omuni di Trento, Aldeno, <imone e >arniga Terme per l'organizzazione dei servizi e l'esercizio delle funzioni per le materie per le 'uali 1 obbligatorio l'esercizio associato, due specifici Protocolli, approvati dalla <onferenza permanente dei %indaci, 0anno disciplinato gli aspetti operativiA il 4Protocollo operativo per la gestione associata in materia di assistenza e beneficenza pubblica5, sottoscritto il !- gennaio #)!#C il 4Protocollo operativo per l'istituzione ed il funzionamento del tavolo territoriale5 previsto dall'art. !$ della .P #* luglio #))*, n. !$ 94Politic0e sociali nella provincia di Trento5;, sottoscritto il #( luglio #)!#. Il Protocollo operati#o per la gestione associata in materia di assistenza e eneficenza pu lica 0a definito il 'uadro gestionale delle funzioni socioGassistenziali di livello locale nell'ambito del Territorio Val d'Adige. In particolare 0a stabilito c0e le funzioni ed i servizi socioG assistenziali di livello locale siano gestiti dalle strutture organizzative del <omune di TrentoC ad oggi, dal %ervizio Attivit& sociali. I <omuni di Aldeno, <imone e >arniga Terme sono stati associati all'ambito del Polo sociale competente per i 'uartieri di %an >iuseppe, %anta <0iara, Eavina e Eomagnano. Pertanto, la gestione associata 1 stata integralmente inserita nel contesto organizzativo e professionale del %ervizio Attivit& sociali del comune capoluogo. /egli ultimi mesi del #)!! 1 stato svolto un lavoro preparatorio per rendere possibile il pieno avvio della gestione associata, in attuazione della convenzione e del protocollo operativo. Il lavoro 0a riguardato l'estensione delle convenzioni gi& attive nel <omune di Trento, per assicurare la continuit& dei servizi ai nuovi territori, e la gestione dei relativi aspetti organizzativi e professionaliC l'adeguamento delle procedure informatic0e sui servizi erogati, la presa in carico dei procedimenti amministrativi attivi, le comunicazioni agli utenti, l'avvio delle revisioni delle 'uote di compartecipazione da parte dei nuovi utenti, l'organizzazione della gestione associata in carico al Polo sociale. I servizi socioGassistenziali sono stati impostati e la loro erogazione 1 stata avviata sulla base di 'uanto disposto dalla <onvenzione e dalle disposizioni delle leggi di settore, garantendo ai cittadini continuit& rispetto alla gestione precedente e parit& di condizioni fra tutti gli utenti del territorio della gestione associata. Particolare attenzione 1 stata rivolta alla gestione dei rapporti con gli utenti, attraverso la verifica individuale delle loro posizioni, la cura delle comunicazioni personali a cominciare dalle informazioni preventive relative alle novit& della nuova gestione.
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8' stata garantita la continuazione dell'attivit& professionale del servizio sociale per 'uanto riguarda l'utenza in capo all'eP <omprensorio <5. A 'uesto scopo tutti gli utenti sono stati presi in carico dal %ervizio sociale professionale del Territorio e il <omune di Trento 0a assorbito nella propria struttura organizzativa gli assistenti sociali in servizio sul Territorio dei <omuni di Aldeno, <imone e >arniga Terme. 8' stato inoltre gestito con congruo anticipo il passaggio del servizio domiciliare dal <omprensorio al <omune. Infine, per semplificare gli adempimenti amministrativi, sono stati effettuati degli incontri fra gli utenti ed il personale amministrativo del %ervizio.

Il Ser&izio Atti&it/ %ociali del Com$ne di Trento .'attuale struttura organizzativa del %ervizio Attivit& sociali del <omune di Trento nasce con il Piano sociale del #))! e dall'impulso, espresso dal Piano stesso, verso la territorializzazione dei servizi. <on tale scelta l7Amministrazione comunale 0a inteso agevolare i percorsi di accesso dei cittadini alle informazioni e ai servizi, la collaborazione con le reti sociali della comunit& nell7analisi dei bisogni e progettazione di interventi locali, la partecipazione ai processi di produzione sociale del benessere promossi dai territori. Per meglio corrispondere a 'ueste finalit&, il %ervizio 1 pertanto organizzato su 'uattro ?ffici le cui funzioni e attivit& risultano fortemente integrate.
Polo sociale >ardolo +eano Polo sociale <entro storico Piedicastello ,ondone Polo sociale %. >iuseppe %. <0iara Eavina Eomagnano Aldeno <imone e >arniga Terme

Ser&izi alla per%ona

Territorio Val d'Adige


Ge%tione e promozione %ociale

%8EVIQIN ATTIVITA' %N<IA.I D8. <N+?/8 DI TE8/TN

Poli %ociali

Polo sociale Nltrefersina +attarello Ser&izi %ociali non decentrati Polo sociale Argentario Povo Villazzano Attivit& socioGassistenziali di livello provinciale

Attivit& dell'area socioGsanitaria

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.7922icio Poli %ociali viene costituito nel #))" contestualmente all7avvio dei primi Poli sociali. .7?fficio 0a una funzione di coordinamento e di supporto alle attivit& istituzionali dei 5 Poli %ociali e collabora con gli altri uffici per la gestione degli interventi socioGassistenziali e per la promozione di percorsi e progetti di promozione e prevenzione sociale. Il Piano sociale 0a attribuito ai Poli sociali un mandato legato allo svolgimento delle funzioni diA

erogazione dei servizi a livello territoriale5 analisi dei bisogni del territorio5 attivazione delle reti territoriali e collaborazione tra servizi e territorio5 progettazione di interventi sul territorio5 informazioni, orientamento e promozione$ .'922icio Ser&izi %ociali non decentrati, costituito anc0'esso nel #))", 1 la seconda

struttura del %ervizio cui fanno capo gli interventi del servizio sociale professionale. In particolare, cura tutte le funzioni e compiti attinenti il servizio sociale c0e non 0anno uno specifico collegamento con gli ambiti e le funzioni di competenza dei Poli sociali e riguardano pertanto indistintamente il territorio cittadino. ?nitamente all7?fficio Poli sociali cura i rapporti con gli enti pubblici e privati c0e operano nel settore sociale 9sanit&, magistratura, privato sociale, scuola, ecc.;, definendo le modalit& di collaborazione ed integrazione. >estisce in particolare le funzioni di natura socioGassistenziale nell7ambito del consultorio per il singolo, la coppia e la famiglia, compiti inerenti all7adozione dei minori, la promozione e sostegno dell7accoglienza familiare, funzioni di coordinamento, in collaborazione con gli altri ?ffici, delle politic0e a favore dell7inserimento lavorativo attuate dal %ervizio e funzioni relative all7area dell7inclusione sociale 9le funzioni riguardanti la popolazione sinta e rom, gli italiani senza fissa dimora, adulti e nuclei stranieri senza fissa dimora, ric0iedenti asilo politico, rifugiati politici, il fenomeno della prostituzione, gli eP carcerati;. .'922icio Ge%tione e promozione %ociale coordina e promuove l7associazionismo volontario in funzione dello sviluppo della solidariet& di rete, gestisce i finanziamenti a favore di enti c0e operano interventi socio assistenziali secondo 'uanto previsto dalla normativa provinciale e, anc0e in collegamento con gli altri ?ffici, gestisce progetti di prevenzione e promozione sociale. Predispone inoltre le convenzioni con i soggetti pubblici e privati e segue le gare di appalto per la gestione dei servizi, coordina gli affari amministrativi del %ervizio, supportando gli altri uffici nell7adozione dei provvedimenti amministrativi pi3 complessi. %egue inoltre gli adempimenti relativi alla predisposizione del bilancio di previsione e sue variazioni.

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.'922icio Ser&izi alla per%ona cura, in stretta collaborazione con i Poli sociali e i %ervizi sociali non decentrati, le procedure amministrative relative all7attuazione degli interventi socioG assistenziali e svolge 'uindi una funzione di supporto e di attuazione di tutti i servizi erogati. >estisce, in particolare, le procedure amministrative relative all7erogazione degli interventi socioGassistenziali di aiuto e sostegno, degli interventi socioGassistenziali integrativi o sostitutivi di funzioni proprie del nucleo familiare, degli interventi socioGassistenziali a carattere residenziale. .'?fficio segue, inoltre, le problematic0e relative all7informatizzazione del %ervizio e alla raccolta dei dati sull7utenza, sugli interventi e sulla 'ualit& dei servizi erogati.

Gli %tr$menti di +e%tione delle atti&it/ A supporto dell'attivit& professionale e della gestione amministrativa ed economica dei servizi, il %ervizio Attivit& sociali utilizza un sistema informativo 9realizzato dal %ervizio %istema informativo e dal %ervizio Attivit& sociali; volto a rilevare gli interventi professionali di tutela e sostegno erogati dal servizio sociale e i bisogni della comunit&. .a <artella %ociale Informatizzata 9<%I; 1 uno strumento c0e viene impiegato dalla totalit& degli assistenti sociali in servizio e dal #)!# 1 stato esteso anc0e al lavoro svolto sui territori dei <omuni di Aldeno, <imone e >arniga Terme. Allo stesso modo 1 stato definito un sistema informativo per la gestione delle procedure amministrative, creando cosM un'unica base dati integrata fra informazioni professionali e dati amministrativi, ora estesa ai tre <omuni associati. Tali strumenti consentono di disporre di un supporto gestionale e di controllo aggiornato in modo continuativo. 8' in corso un lavoro con la Provincia per l'estensione di 'uesti supporti ad altre <omunit&, in vista della costruzione di un sistema informativo provinciale delle politic0e sociali, previsto dalla .P !$:#))*.

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Il pro2ilo del Territorio Val d'Adi+e


5ell$impossi ilit di comparare le tendenze pluriennali dei 'uattro Comuni, #engono presentati i dati riferiti ai Comuni singolarmente, aggregati solo se compara ili o somma ili, o al solo Comune di "rento. Ci #iene segnalato di #olta in #olta.

I 2enomeni c,e in2l$i%cono %$lla &ita dei cittadini e dei territori Il Territorio Val d'Adige 1 formato dai <omuni di Trento, Aldeno, <imone e >arniga Terme. Il <omune di Trento, inoltre, 1 articolato in !# <ircoscrizioni. .a popolazione del Territorio Val d'Adige 1, al !O gennaio #)!#, di !#$.#!( abitanti. .a popolazione anagrafica del <omune di Trento al $! dicembre #)!# 1 pari a !!*.!5! persone.

Principali 2enomeni %tati%tici a rile&anza %ociale !: In&ecc,iamento della popolazione- a$mento dei n$clei 2amiliari con $na per%ona anziana ;in ma++ioranza donne< con problematic,e le+ate ad $na parziale o totale non a$to%$22icienza: ?no dei dati di maggior rilevanza demografica in Trentino 1 il progressivo invecc0iamento della popolazione!5. Anc0e a livello nazionale il rapporto percentuale tra anziani e giovani !( 0a assunto proporzioni notevoli, raggiungendo, al !O gennaio #)!#, 'uota !"*,#!* 9i valori oltre il !)) indicano lo s'uilibrio nel rapporto fra anziani 9oltre (5; e giovani 9)G!" anni;. Il Trentino 9!# ,$; si colloca fra le Eegioni pi3 giovani preceduto solo da %icilia, Provincia di ,olzano e <ampania. Il valore assunto da 'uesto indice nel <omune di Trento nel #)!# 1 pari !"",*, in sensibile aumento rispetto al #)!) 9!$*,(; anc0e se con situazioni molto diversificate a seconda della <ircoscrizione presa in esameA %an >iuseppe:%. <0iara 9#" ,!;, Nltrefersina 9!-!,5;, >ardolo 9-5,*; e +eano 9* , ;! . Per 'uanto riguarda i tre <omuni annessi si riporta c0e l'indice di vecc0iaia ad Aldeno 1 pari a !)), mentre a <imone -"," e a >arniga Terme !5) . In ogni caso, secondo i dati del #)!# del 4Profilo di salute5, il Distretto %anitario <entro nord!- risulta essere il pi3 4anziano5 dell'intera Provincia.
1# 6uesto dato viene anc7e ri)ro)osto dal 8rofilo di salute del 9istretto %entro :ord c7e ; formato territorialmente dal <erritorio +al d'Adige e la %omunit( +alle dei Lag7i, fonte= 8$A$<$ e Azienda 8rovinciale )er i Servizi Sanitari >8rofilo di salute della 8rovincia di <rento 2!12? 11 Statisticamente definito >&ndice di vecc7iaia? 12 2!12, -a))orto :oi &talia 2!12 13 .onte= Servizio Svilu))o economico, studi e statistica del %omune di <rento 14 &l distretto sanitario %entro@nord ; com)osto dal <erritorio +al d'Adige e dalla %omunit( +alle dei Lag7i
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%i conferma un fenomeno#) gi& noto in passato c0e vede la crescita delle persone in fascia d'et& "5G(" e oltre ai (5 anniA la percentuale di persone in 'ueste due fasce costituisce il "-,#H del totale. /el #))# tale dato era pari al "5,#H. Per contro si evidenzia un continuo decremento della popolazione in fascia d'et& $)G"" anniA si passa dal #",5H del #))# al #), H del #)!#. .e persone con pi3 di (5 anni sono al #), H e gli ultra ottantenni sno il (,"H del totale. .a crescita dei nuclei familiari e la contemporanea riduzione della loro numerosit& costituiscono ormai una tendenza consolidata anc0e a TrentoA nell7arco di !) anni le famiglie totali sono cresciute del !*,#H, ma le famiglie uniGpersonali rappresentano una 'uota sempre pi3 consistente sul totale delle famiglie 9$$,5H nel #))# e $ ,*H nel #)!#;. Approfondendo l7analisi per 'uesta tipologia di nucleo ed incrociando le variabili relative all7et&, al sesso e allo stato civile, si nota c0e i masc0i c0e vivono soli presentano valori percentuali maggiori nella fascia d7et& da $) a "- anni mentre tra le femmine c0e vivono da sole si 0anno valori percentuali pi3 elevati nella fascia d7et& da (5 a - anni. /el <omune di Aldeno nel #)!# le famiglie unipersonali rappresentano il $),#H, nel comune di <imone il #-,#H e a >arniga Terme il "(,$H 9di cui il #!H ultrasettantacin'uenni;.

Proiezioni ISTAT al 2 3= Al #)!) la popolazione italiana 0a superato i () milioni di abitanti. .e proiezioni I%TAT al #)(5 mostrano c0iaramente come l7andamento possa essere profondamente differente a seconda dello scenario socio economico e a fattori non del tutto prevedibili. .e proiezioni I%TAT propongono tre ipotesi. .o scenario pi3 probabile, nel 'uale i vari indicatori seguono l7andamento degli anni passati senza alcuno s0ocK, mostra come la popolazione crescer& sino a raggiungere i (" milioni attorno al #)"), e poi inizier& inesorabilmente a scendere. .o scenario 4alto5 9alta immigrazione, bassa mortalit& e alta fecondit&; vede la popolazione sfiorare i *) milioni nel #)(5. .o scenario 4basso5 9decremento della fecondit& e dell7immigrazione, stabilit& della mortalit&; vede un7inversione di tendenza al #)## con l'inizio di un trend di diminuzione demografica c0e al #)(5 si attesterebbe a 5" milioni di persone. %econdo 'uesto scenario, il pi3 probabile, la 'uota dei minori di !" anni subir& un lieve calo, stabilizzandosi attorno ai (,5 milioni nel #)(5. .a fascia della forza lavoro 9!5G("; raggiunger& i ") milioni per poi iniziare a calare dal #)$), raggiungendo i $" milioni nel #)(5. >li anziani, (5G " anni, continueranno a crescere sino al #)"5, per poi iniziare a calareA resteranno comun'ue ampiamente sopra l7ammontare degli under !". Eisulta invece impressionante la
2! & dati si riferiscono al solo %omune di <rento
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crescita della fascia

5R, i cosiddetti grandi anziani, c0e si avvicina sempre pi3 al livello degli

under !" 9(,5 milioni; al #)(5#!. 6ueste osservazioni sono confermate anc0e per le realt& della Provincia e del <omune di Trento, come risulta dal recente rilevante lavoro sul caso della popolazione anziana nel contesto demografico, sociale e socioGassistenziale trentino fino al #)$) 9 5adio 6elai, cur., %nziani 7 continuit assistenziale. 2ndi#iduare una strategia condi#isa di medio periodo per le condizioni della non autonomia, 8ranco %ngeli, 10/19. Il solo dato 'uantitativo sulla popolazione anziana 9over (5; da oggi al #)$) dimostra c0e 4l'incremento percentuale, rispetto al #)!!, 1 pari al R##H sull'intero territorio trentino per il #)#) e al R" H per il #)$)C mentre per la realt& specifica del <omune di Trento l'incremento risulterebbe un po' pi3 marcato 9R#5H nel #)#) e R5)H nel #)$);5A

Popolazione >3= anni Provincia di Trento <omune di Trento

2 !! !)#.! " #$.!"(

2 2 !#".55( # .-5$

2 " !5!.!(! $".*5!

8onte: 5adio 6elai :cur.9, %nziani 7 continuit assistenziale. 2ndi#iduare una strategia condi#isa di medio periodo per le condizioni della non autonomia, 8ranco %ngeli, 10/1.

2: Il mondo dei bambini- de+li adole%centi e dei +io&ani6 &i&ere ed ed$care in $na %ociet/ .m$ltic$lt$rale e indi&id$ali%ta1: .a vita media in Italia 1 molto elevata e il tasso di fecondit& 1 ben al di sotto del livello di sostituzione delle generazioni, anc0e se la Provincia di ,olzano e 'uella di Trento sono le due aree con il tasso di natalit& pi3 elevato a livello italiano. /el Territorio Val d'Adige il mondo giovanile si sviluppa come una realt& complessa, sia per le caratteristic0e delle varie aree 9periferia, area urbana, sobborgo, area montana; c0e per il modo in cui 'uesto 1 vissuto dai giovani 9attrattivit& della citt& rispetto ai sobborg0i:paesi; sia per l'intrecciarsi delle realt& di giovani residenti con 'uelle di ScitJ usersS, tra cui studenti delle scuole superiori e studenti universitari. A ci2 si somma l7aumento dell7incidenza di giovani stranieri sul totale della popolazione minore e giovanile. /el <omune di Trento al $! dicembre #)!! la popolazione residente fra i ) ed i #- anni era formata $5.$!5 unit& 9$),!$H;. /el Distretto <entro /ord, nel #)!# sono stranieri il !-H dei
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#)!#, Eipensare lo sviluppo del @elfare locale, <ittalia =ondazione A/<I Eicerc0e

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bambini entro i 5 anni e il !"H della popolazione entro i !" anni.

Alc$ni dati per 2a%ce d'et/ I posti disponibili nei nidi di infanzia del <omune di Trento sono passati dai - del #))* ai !.!#! del #)!# con una soddisfazione della domanda teorica del $#,*H. Eispetto invece alla soddisfazione della domanda effettiva la percentuale in 'uesti ultimi anni si attesta intorno al **H. .e %cuole materne## provinciali ed e'uiparate presenti nel Territorio Val d'Adige sono "$ e dai dati emersi da una rilevazione interna#$ la presenza di bambini con ,isogni 8ducativi %peciali#" 9,.8.%.; si attesta sull'!, G!,-H su un totale di $.$*# bambini iscritti nell'a.s. #)!#G#)!$, con un'incidenza maggiore rispetto al restante comparto delle scuole dell'infanzia 9incidenza media provinciale dell'!,$!H;. .a percentuale di bambini con cittadinanza non italiana presente nell'ultimo triennio nelle scuole di infanzia dei 'uattro <omuni pu2 essere cosM riassuntaA per 'uanto riguarda il <omune di Trento il trend 1 in continua crescita 9dal !$, H nel #)!)G #)!! al !(,-H dell'a.s. #)!#:#)!$; nella scuola d'infanzia del <omune di Aldeno la percentuale oscilla dal ( al !)H, in 'uella di <imone si 1 passati dal #,-H del #)!)G#)!!, all'attuale )H 9a.s. #)!#:#)!$; I dati confermano alcune tendenze generali del processo immigratorio c0e vede una sempre maggiore stabilit& dei nuclei familiari nei vari territori e la presenza sempre maggiore delle cosM dette 4seconde generazioni5. .e prime tre aree di provenienza dei bambini con cittadinanza non italiana iscritti alle scuole materne sono la Eomania 9!#,(H;, l'Albania 9!!, H; e il PaKistan 9-, H;, seguite a distanza sempre maggiore da altre * zone di provenienza europea ed ePtra europea. >li Istituti comprensivi nel Territorio Val d'Adige sono * a cui si sommano altre cin'ue istituzioni. 6ueste realt& scolastic0e 0anno accolto un totale di 5." ! alunni di cui $.)") femmine e #. )! masc0i, con una percentuale di iscritti con cittadinanza non italiana c0e va dal !), H dell'a.s. #))*:#)) al !#, H dell'a.s. #)!!:#)!#. >li Istituti superiori e tecnici ed i .icei sono complessivamente !! di cui # a carattere non pubblico per un totale, riferito all'a.s. #)!!:!#, di .(#- iscritti 9"." dell'a.s. #))*:#)) all' H dell'a.s. #)!!G#)!#.
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Dati forniti dall'?fficio Infanzia della P.A.T. Provincia Autonoma di Trento, %ervizio Istruzione, ?fficio Infanzia Lp n. 5:#))( 4%istema educativo di Istruzione e =ormazione del Trentino e relativo regolamento n. 17/124 Leg. Del 2008

femmine e ".!"! masc0i;. .a

percentuale degli stranieri iscritti 0a registrato nel corso degli anni un aumento c0e va dal 5,-H

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I <entri di formazione professionale #5 sono #))*:#)) al #$,5H dell'a.s. #)!!:#)!#.

con un totale di !.*5! iscritti di cui **-

femmine e -*# masc0i con una percentuale di studenti stranieri c0e 1 variata dal #!,5 dell'a.s.

.e =acolt& universitarie presenti sul territorio sono anc0'esse

e propongono <orsi di

.aurea in 8conomia, >iurisprudenza, Ingegneria, .ettere e filosofia, %cienze matematic0e, fisic0e e naturali, %ociologia, %cienze cognitive, Interfacolt& I %cuola di studi internazionali. Il totale dei laureati:diplomati registra un trend in crescita passando da #.)(- 9-*) masc0i e !.)-- femmine; del #))" a #.(($ 9!.#! masc0i e !.""5 femmine; del #)!!. %ul totale degli iscritti, nel #)!!, pi3 della met& proviene dalla Provincia di Trento 9!."$ ;, i restanti dal Veneto 9( *;, dalla Provincia di ,olzano 9#$*; e dalla .ombardia 9!)$;. /el #)!! si sono laureati e diplomati $ stranieri, mentre ne risultano iscritti " ) su un totale di !5.$*#.

": ?are 2ami+lia in $na %ociet/ comple%%a /el mondo, nel #)!# il numero di rifugiati e sfollati interni 0a raggiunto i livelli pi3 alti degli ultimi !
#(

anni con "5 milioni di persone coinvolte, di cui buona parte minori 9circa il "(H del

totale; . Il tema dell'immigrazione, 'uindi, rimane nell'agenda mondiale come fenomeno importante e carico di sofferenza. Anc0e in Trentino, come nel resto d'Italia, a causa del persistere della crisi economica la dinamica di crescita del numero dei cittadini immigrati 1 notevolmente rallentata #* soprattutto per 'uanto riguarda i nuovi flussi migratori dall'estero. In particolare si 1 passati da un'immigrazione principalmente di uomini soli ad una situazione c0e coinvolge interi nuclei familiari. /el Territorio Val d'Adige vivono !$.**$ stranieri # 9il #*,#H degli stranieri in Provincia di Trento; con un'incidenza sui residenti dell'!!,"H e, nel Distretto <entro /ord si vrifica un'incidenza del !-H dei bambini entro i 5 anni. .'indice di vecc0iaia della popolazione straniera 1 molto contenuto e ci2 significa c0e essa produce un significativo 4effetto ringiovanimento5 della popolazione generale. Per 'uanto riguarda le famiglie, nell'Annuario statistico comunale del #)!! sono evidenti tipologie di famigliaA uniGpersonali, coppia coniugata con o senza figli, coppia 9conviventi di sesso diverso c0e abbiano compiuto ! anni; con o senza figli, madri sole con figli, padri soli con figli e altro 9si tratta di una categoria residuale c0e comprende tutte le tipologie famigliari non riconducibili a 'uelle precedenti;.
2# 21 22 23
Per macro areeA abbigliamento grafico, industria e artigianato, legno, servizi alla persona e terziario Dati Alto commissariato delle /azioni unite per i rifugiati 9?n0cr; #)!#, .'immigrazione in Trentino, rapporto annuale I dati 'ui riportati sono stati tratti da 4Immigrazione in Trentino5 G Eapporto annuale #)!#, P.A.T. %ervizio Politic0e sociali e abitative, <entro Informativo per l'Immigrazione 4<informi5

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Ad oggi, la coppia coniugata con figli 1 ancora la categoria con il peso percentuale maggiore ma nel corso del tempo 'uesto 1 diminuita notevolmente 9dal $",!H del #))) al #(,"H del #)!);, mentre crescono, come gi& descritto precedentemente soprattutto le famiglie formate da un solo componente. Il dato dei divorzi 0a visto, nel decennio #)))G#)!), un incremento del ($,-H. Occ$pazione .a crisi socioGeconomica c0e 0a investito il nostro Paese 0a prodotto anc0e a livello locale un andamento purtroppo negativo dell'occupazione e, probabilmente, non imputabile a fattori di stagionalit&. Il recente rapporto sull7occupazione in Provincia di Trento redatto dall7Agenzia del lavoro relativo all7anno #)!! e al primo semestre del #)!# 0a messo infatti in luce come dalle rilevazioni relative ai 'uarti trimestri degli ultimi cin'ue anni, il #)!! sia stato il peggiore sia come tasso di disoccupazione c0e come tasso di occupazione.#- Il mercato del lavoro c0e, sempre rispetto al #)!!, presenta un saldo occupazionale tra assunzioni e cessazioni prossimo allo zero, non 1 stato in grado di esprimere alcun incremento significativo di opportunit& occupazionali per contenere la crescita dei disoccupati. Il -#H dei nuovi rapporti di lavoro instaurati nel #)!! sono stati a termineC il vero fenomeno sembra pertanto essere rappresentato dal lavoro a c0iamata c0e nel nostro territorio 1 cresciuto con una variazione del R#!,(HA senza il sostanziale incremento di 'uesta tipologia contrattuale, nel #)!! la dinamica locale delle assunzioni rispetto all7anno prima sarebbe stata negativa. Il modesto aumento degli avviamenti al lavoro 9R),*H; 1 da attribuirsi alla manodopera straniera$). I giovani sono pi3 penalizzati, con un7offerta di lavoro c0e per loro si contrae per effetto di una maggiore scolarizzazione e c0e deve subire in 'ualc0e modo anc0e la concorrenza dei segmenti di lavoratori pi3 anziani c0e, a seguito delle recenti riforme pensionistic0e, sono costretti a rimanere pi3 a lungo nel mercato del lavoro. .7indicatore della disoccupazione locale appare meno significativo in relazione all7et& passando dal !",5H dei !5G#"enni, al ", H dei #5G""enni, fino al #,$H dei "5enni e oltre$!. All7interno di 'uesto panorama un problema rilevante 1 rappresentato dai cosiddetti soggetti deboli e svantaggiati c0e, al di l& dei cicli congiunturali negativi, faticano a trovare un7occupazione perc0B superati da soggetti ritenuti pi3 appetibili rispetto a elementi 'uali l7et&, livello di scolarizzazione, competenze tecnicoGprofessionali e il fatto di non essere portatori di disabilit&.
24 3! 31
Dati estratti dal #5O rapporto sull7occupazione in Provincia di Trento I #)!#, a cura dell7Nsservatorio del mercato del lavoro dell7Agenzia del .avoro della Provincia Autonoma di Trento, ed. =ranco Angeli ibidem ibidem

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Eispetto a 'ueste persone gli strumenti a disposizione del servizio sociale del Territorio sono 'uelli previsti dalle norme nazionali e dal piano provinciale triennale per l'occupazione, in particolare l'Intervento !- 9i cosiddetti 4lavori socialmente utili5; e le clausole sociali. Pare opportuno evidenziare, per2, c0e lo sforzo profuso dal servizio sociale dell'Amministrazione per promuovere l'inserimento di persone svantaggiate, per 'uanto significativo, incide poco su un problema di ben altre dimensioni. /ella tabella c0e segue sono evidenziate le persone, segnalate dal servizio sociale, c0e 0anno trovato occupazione attraverso gli strumenti descritti negli ultimi 'uattro anni.

2 Intervento !- 9lavori socialmente utili; in ambito <omune di Trento o AP%P Intervento #).$ I 9progetti individualizzati; <lausola sociale I <omune di Trento %ettore del verde Pulizie I posti indicativi Incarico custodia e pulizia bagni via ,elenzani Progetto 4Dante e Dintorni5 G sicurezza urbana I ore laG voro per persone senza dimora I persone coinvolte <ollaborazione sperimentale per inserimento lavorativo stagionale di persone svantaggiate in azienda privata #( $ $" )

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TOTALE PERSONE COINVOLTE

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8' inoltre importante rilevare c0e il termine 4persone svantaggiate5 fa riferimento a c0i si rivolge al servizio sociale dell'Amministrazione per poter beneficiare di interventi di natura socioG assistenziale o di un progetto di aiuto e sostegno finalizzato allo sviluppo dell'autonomia, in una prospettiva il pi3 possibile emancipatoria. /egli ultimi tempi, peraltro, la condizione di svantaggio si 1 modificata a fronte dei cambiamenti di natura sociale e economica indotti dall'attuale congiunturaA non si rivolgono ai servizi sociali solo persone in condizione di grave disagio ma anc0e c0i si trova senza lavoro e c0e per 'uesto motivo 0a forti difficolt& a garantire adeguata cura e sostentamento alla propria famiglia. Eispetto al tema della perdita o precariet& del lavoro si sottolineano le conseguenze emotive, psicologic0e e relazionali della situazione di incertezza e preoccupazione c0e vanno a crearsi in un nucleo familiare c0e, se non prese in considerazione, risc0iano di trascinare la
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persona ed i suoi familiari in una situazione di pesante sofferenza. A completamento di 'uesta analisi si evidenzia la necessit& di valutare nuovi strumenti di 4ingaggio lavorativo5, strumenti non ancora presenti nel panorama legislativo c0e possano riconoscere e gestire la crescente fascia di persone c0e c0iedono contemporaneamente 4assistenza e impegno lavorativo5 e c0e faccia uscire dalla dicotomia in cui le persone sono costrette ad entrare o come 4assistiti5 o 4lavoratori non atipici5. Promozione della %al$te e %tili di &ita Anc0e nei paesi pi3 ricc0i le persone meno fortunate sono pi3 colpite dalle malattie e 0anno una speranza di vita significativamente pi3 breve rispetto agli altri. I determinanti della salute sono i fattori la cui presenza modifica in senso positivo o negativo lo stato di salute di una popolazione 9abitazioni igienic0e e ben esposte, un ambiente di vita non conflittuale, adeguata nutrizione, con risc0i sia in eccesso sia in difetto, possibilit& di accedere ad attivit& lavorativa;. ?n grande significato per la definizione della 'ualit& della vita assumono poi i parametri di giustizia ed e'uit& sociale, laddove ovviamente il tema diventa anc0e 4politico5 nella migliore accezione del termineA e'uit& nella gestione della salute implica c0e il conseguimento del benessere delle popolazioni siano l7elemento di traino per mettere in atto gli interventi atti a rispondere ai bisogni delle stesse. 8' ormai un dato di fatto c0e i 4determinanti sociali5 influenzino la salute in maniera importante 9ad esempio nell'ambito del Distretto sanitario <entro /ord $# risulta fortemente associata la situazione di difficolt& economica con la presenza di sintomi di depressione;. Anc0e accreditati studi internazionali, citati dalla stessa organizzazione +ondiale della %anit& per indicare le buone politic0e per la salute, sono giunti ad una stima 'uantitativa dell'impatto di alcuni fattori sulla longevit& delle comunit&, utilizzata come indicatore indiretto dello stato di saluteA secondo 'ueste ricerc0e i fattori socioGeconomici e gli stili di vita contribuiscono per il ")G5)HC lo stato e le condizioni dell'ambiente per il #)G$)HC l7eredit& genetica per un altro #)G $)H, e i servizi sanitari per il !)G!5H. 6uesti dati rinforzano ulteriormente la necessit& di rendere organica la collaborazione fra tutti i soggetti promozione di stili di vita corretti. %ul fronte dei comportamenti personali 1 da sottolineare la presenza, a livello di Distretto sanitario <entro /ord, di circa $5 G $(.))) fumatori e di circa di 5.))) adulti c0e consumano abitualmente alcol in modo elevato. Tra le cause di morte vi sono i traumatismi, c0e diventano la prima causa di morte se si prendono in considerazione solo i decessi in giovane et&. In particolare i traumatismi nelle fasce
32 +edi &l )rofilo di salute 9istretto sanitario %entro@:ord, 2!12
3! Piano sociale Territorio Val d'Adige

proprio in un'ottica integrata di prevenzione e

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d'et& giovanili sono causati soprattutto da incidenti stradali e circa met& sono prevenibili con comportamenti corretti e stili di vita adeguati. In tal senso colpisce il rapporto del Distretto sanitario <entro /ord c0e evidenzia come l' H dei guidatori metta a risc0io la propria vita e 'uella degli altri guidando sotto l'effetto dell'alcol. Tra i problemi sociali c0e suscitano preoccupazione si pone in evidenza anc0e il fenomeno del gioco d'azzardo patologico 9si stimano, con riferimento alla sola Provincia di Trento, *.# " soggetti dipendenti da gioco o di risc0io moderato e altrettanti soggetti a risc0io basso nella fascia d'et& !5:(" anni;. .a complessit& di fondo nell'affrontare la problematica risiede nel fatto c0e si tratta di un fenomeno multifattoriale, costituito da varie dimensioni 9personale, familiare, sociale, sanitaria, educativa, legale, patrimoniale,...;, c0e ric0iede un approccio globale e modalit& di intervento a livelli diversi 9c0e spaziano dalla conoscenza e studio, all'informazione e sensibilizzazione degli operatori economici, alla prevenzione, fino al supporto e cura individuale, a partire dalla scuola;. .a capillarit& delle opportunit& e la differenziazione delle forme di gioco d'azzardo 9sempre pi3 diffuso il gioco onGline; ric0iedono inoltre c0e il problema venga affrontato in senso preventivo attraverso un Sapproccio di popolazioneS 9prevenzione di tipo universale; piuttosto c0e con un approccio esclusivamente indirizzato ai gruppi a risc0io. Dal punto di vista finanziario le cifre esorbitanti spese nel gioco d'azzardo comportano un'indubbia distorsione del sistema economico nel momento in cui una consistente parte delle risorse monetarie a disposizione va nell'azzardo. Da sottolineare c0e a livello nazionale si 4ferma5 nel gioco circa un punto percentuale del PI. 95 miliardi di reddito direttamente e indirettamente speso nel gioco; a scapito di ac'uisti negli altri settori 9con evidenti ripercussioni sulla filiera produttiva e di commercializzazione;.

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Ser&izi e opport$nit/ per i cittadini

Il panorama dei %ervizi e delle opportunit& per i cittadini del Territorio Val d'Adige 1 estremamente complesso. ?na delle caratteristic0e c0e lo distinguono dalle offerte presenti in altri territori 1 'uella c0e riguarda l'intreccio di ruoli e compiti di soggetti diversi c0e concretamente realizzano il sistema dei %ervizi. %e per i %ervizi erogati, secondo la normativa vigente, esiste una direttiva organica c0e li classifica, descrivere il panorama delle opportunit& rivolte ai cittadini del Territorio Val d'Adige all'interno del contesto di un Piano sociale risulta pi3 complicato. Innanzitutto 1 difficile proporre la distinzione fra funzioni locali e provinciali perc0B molte realt&, formali ed informali, pur avendo sedi all'interno del Territorio Val d'Adige, operano anc0e a livello provinciale o sovra provincialeA risulta 'uindi riduttivo presentarle come opportunit& rivolte solo ai cittadini del Territorio. Eisulta a volte inefficace anc0e la distinzione per destinatari 9bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani;, perc0B un destinatario pu2 collocarsi contemporaneamente in un sistema di aree trasversali c0e incidono sull'accesso alle differenti opportunit&. Anc0e il percorso partecipativo 0a evidenziato il tema della numerosit& e specificit& delle offerte a livello territoriale e cittadino e della necessit& di organizzare in un 'uadro organico tutte le offerte per non disperdere la ricc0ezza dell'offerta. ?lteriore elemento di complessit& riguarda il livello territoriale 9<omuni, <ircoscrizioni e Poli sociali territoriali;. %oprattutto grazie alla spinta ideale e metodologica offerta dal Piano sociale #))!, molte opportunit& offerte ai cittadini sono nate attraverso un'analisi congiunta fra Poli, <ircoscrizioni e associazioni collocate territorialmente, c0e 0anno dato vita ad una serie di iniziative gestite attraverso collaborazioni locali fra soggetti privati, enti, associazioni e gruppi di cittadini, c0e vanno a rispondere a bisogni specifici sui vari territori. ?na parte dei progetti di promozione sociale e di sviluppo di comunit& viene realizzata direttamente dagli operatori dei servizi ed uffici della Pubblica Amministrazione, ma una parte consistente viene realizzata in collaborazione con numerose realt& del privato sociale e di associazioni di volontariato, attraverso strumenti 'uali convenzioni, finanziamenti a bilancio, sostegno economico e logistico da parte delle <ircoscrizioni e collaborazioni dirette con gli operatori dei territori. Infine, per come risulta impostato il modello di @elfare sviluppato dal #))! attraverso il
32 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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Piano sociale della <itt& di Trento, non risulta possibile far afferire solo al %ervizio Attivit& sociali l'erogazione dei servizi offerti ai cittadiniA altri %ervizi dell'Amministrazione comunale, ma anc0e le agenzie educative come la scuola e le strutture sanitarie, concorrono alla costruzione del sistema di offerta di servizi e opportunit& per i cittadini. Per 'uesti motivi verr& proposta di seguito una descrizione del 'uadro d'insieme, rimandando l'approfondimento delle specific0e offerte ai vari documenti gi& prodotti, 'uali le relazioni annuali dei Poli sociali, il 46uaderno dei cantieri di coesione sociale5 e il rapporto sociale 4.'esperienza di attuazione del Piano sociale della <itt& di Trento #))!G#)!!5 9'uesti ultimi due documenti scaricabili dal sito del <omune di Trento;. In 'uesta sede, 'uindi, verranno inizialmente presentati i servizi socioGassistenziali a cui possono accedere tutti i cittadini residenti secondo i criteri stabiliti dalla normativa, mentre nella seconda parte verranno brevemente illustrati 9per aree; le principali opportunit& di aiuto e sostegno presenti sui vari territori.

I %er&izi %ocio0a%%i%tenziali ero+ati ai cittadini


In 'uesta sezione del Piano sono illustrati i servizi socio I assistenziali c0e il Territorio Val d'Adige eroga ai cittadini. In parte prevalente 'uesti servizi possono essere considerati trasversali alle singole aree tematic0e, e 'uindi vengono illustrati in modo autonomo. Tali servizi sonoA servizi di assistenza domiciliare servizi residenziali e semiGresidenziali interventi di assistenza economica

A%%i%tenza domiciliare .e diverse prestazioni erogate nell7ambito dei servizi di assistenza domiciliare sono l7assistenza domiciliare in senso stretto, il telesoccorso e telecontrollo, i pasti a domicilio e i soggiorni climatici protetti. .7assistenza domiciliare viene, attualmente, effettuata direttamente dall'8nte pubblico $$ o in convenzione avvalendosi di soggetti privati, mentre i servizi di telesoccorso e telecontrollo e di consegna pasti a domicilio vengono erogati tramite soggetti terzi. .7organizzazione di soggiorni climatici protetti viene svolta invece direttamente dal %ervizio Attivit& sociali.

33 La gestione diretta dell'assistenza domiciliare ; in fase di dismissione


33 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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.'assistenza domiciliare comprende gli interventi di cura e aiuto alla persona, il governo della casa e l'attivit& di sostegno relazionale.

A%%i%tenza domiciliare p$bblica Nre erogate ?tenti Indice di utilizzo

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.a riforma dei servizi sociosanitari dal #)!# 0a disposto il passaggio all'A.P.%.%. dell'assistenza domiciliare integrata e cure palliative. Personale con formazione sociale del Territorio Val d'Adige partecipa comun'ue a 'ueste funzioni sociosanitarie nell'ambito delle ?nit& di valutazione multidisciplinari 9?V+;. Al <omune di Trento, inoltre, come alle altre <omunit&, 1 stata assegnata una funzione temporanea di 4service5 per la gestione amministrativa di tali attivit&.

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Con2ezionamento e tra%porto pa%ti Tra i servizi di assistenza domiciliare rientra anc0e la consegna dei pasti a domicilio i cui destinatari sono persone c0e necessitano di sostegno, temporaneo o continuativo, nella preparazione del pasto in 'uanto incapaci di provvedere direttamente al confezionamento del cibo e:o al bisogno di una alimentazione corretta. A 'uesti si aggiunge anc0e il servizio pasti erogato in strutture 9mense; disponibili pressoA la AP%P <ivica di Trento con i due punti mensa 9uno presso la sede di Via +alpensada ed uno in Via +olini; e la %P8% presso la residenza di Via V. Veneto e la <asa famiglia di Via ,orsieri. %ono attive anc0e le mense presso i <entri %ervizi per anziani di >ardolo, Povo e <larina.

Pa%ti a domicilio Pasti consegnati ?tenti +edia pasti per utente

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Tele%occor%o e Telecontrollo I servizi di telesoccorso e telecontrollo si attuano attraverso il collegamento telefonico dell7utente ad una centrale operativa funzionante #" ore su #" per tutti i giorni dell'anno, immediatamente allertabile da un apparecc0io in dotazione personale, consentendo l7intervento tempestivo e mirato in caso di necessit& ed il monitoraggio della condizione personale dell7utente attraverso il contatto diretto telefonico.

Tele%occor%o e telecontrollo ?tenti

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Ser&izi re%idenziali e %emi0re%idenziali I servizi a carattere semiGresidenziale e residenziale sono rivolti all'accoglienza di persone i cui bisogni di cura, tutela e educazione non possono trovare adeguata risposta, anc0e in via temporanea, nell'ambito familiare. In particolare, gli interventi educativi a domicilio sono finalizzati a sostenere lo sviluppo e a favorire il recupero delle competenze educative della persona o del nucleo famigliare. Tali percorsi sono anc0e finalizzati, ove possibile, a prevenire il peggioramento di situazioni a risc0io ed il verificarsi di situazioni di disagio. I servizi a carattere semiGresidenziale sono finalizzati a contribuire al processo formativo, all7apprendimento di competenze e abilit& sociali, alla costruzione di un positivo rapporto con l'esterno, sia attraverso un sostegno educativo e relazionale, sia offrendo occasioni di aggregazione. I servizi a carattere residenziale fanno invece fronte a bisogni c0e non trovano adeguata risposta attraverso gli altri interventi integrativi e sostitutivi. 6uesti servizi sono diretti ad adulti, disabili e minori.

Ser&izi per ad$lti

Ser&izi %emi0re%idenziali e re%idenziali per ad$lti Interventi educativi a domicilio 9interventi; %ervizi semiGresidenziali 9interventi; %ervizi residenziali 9interventi; Totale inter&enti Totale utenti 9contati una volta;

2 !2

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/el #)!# 'uesti servizi sono stati gestiti dal <omune di Trento in 'uanto di competenza locale e in delega perc0B di competenza provinciale. 6uesta particolarit& non 0a avuto alcun effetto concreto sul servizio erogato al cittadino.

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Ser&izi per di%abilit/

Ser&izi %emi0re%idenziali e re%idenziali per di%abili Interventi educativi a domicilio 9interventi; %ervizi semiGresidenziali 9interventi;

inter&enti 2 !2 !A !4B ! ! utenti

%ervizi residenziali 9interventi; servizi residenziali $ <entri 9interventi;$" Totale inter&enti Totale utenti 9contati una volta;

B3 3! ""4 #)5

Ser&izi per minori

Ser&izi %emi0re%idenziali e re%idenziali per minori Interventi educativi a domicilio 9interventi;

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2 2 #)) utenti

%ervizi semiGresidenziali 9interventi;

33 (" utenti

.er#izi residenziali :inter#enti9 :dal 10/1 di competenza P%"9 %pazio neutro 9interventi;

93 -5 utenti "4 $$ utenti

Totale inter&enti Totale utenti 9contati una volta;

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34 9al 1 gennaio 2!11, con deliAera della Giunta )rovinciale n$ 3124 del 3!$12$2!1!, le )restazioniBattivit( legate all'affido di soggetti disaAili ai tre centri residenziali )er disaAili con sede in )rovincia %entro 9on 0iglio, %oo)$ Sociale +illa Caria, Anffas <rentino onlus @ %asa Serena" sono assoggettate ad un diverso criterio c7e disci)lina la co)ertura delle s)ese= la Duota eccedente la com)arteci)azione da )arte dell'utente della tariffa ; a carico dell'Azienda sanitaria .ondo )er l'integrazione socio sanitaria"$
32 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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/el #)!# il <omune di Trento 0a gestito su delega PAT gli interventi residenziali per minori.

%ulla base di specifica disciplina provinciale l'Amministrazione comunale eroga finanziamenti a pareggio di bilancio a enti del privato sociale c0e svolgono attivit& di prevenzione e promozione sociale e c0e, per le caratteristic0e dell'attivit& svolta, non offrono servizi a domanda individuale 9per cui possa essere rilevata individualmente la prestazione offerta;. il <omune di Trento 1 stato delegato ad erogare a 'ueste realt& contributi a bilancio sulla base dei risultati della gestione. .'Atto di indirizzo con cui vengono definite competenze e risorse per il #)!$ 0a disposto una ridefinizione delle competenze locali e provinciali in 'uesto ambito di funzioni. 6uesta ridefinizione comporta un aumento delle competenze locali. /ello specifico, sono trasferite al Territorio Val d'Adige, a valere dall'! gennaio #)!$, le funzioni di sostegno finanziario ad enti e associazioni c0e operano, in base alla .P $5:!- $, nell'ambito del contrasto all'emarginazione sociale. Parimenti, sono trasferite alla Provincia funzioni di sostegno economico a enti e associazioni c0e si rivolgono ad un'utenza prevalentemente provinciale. Avendo assunto la titolarit& delle funzioni di livello locale, il <omune di Trento, all'interno della gestione associata, 0a avviato un percorso diretto a svolgere un'approfondita valutazione sulla coerenza delle attivit& sostenute con le finalit& programmatic0e dell'Amministrazione comunale. 6uesto percorso di valutazione e indirizzo si inserisce, nel corso del #)!$, nel lavoro di costruzione del Piano sociale di <omunit&.

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TIPOLOGIA DEL SERVICIO 2inanziato a bilancio %er&izi per minori e +io&ani <entri aperti:diurni centri di aggregazione progetto educativa di strada centro di aiuto allo studio per minori:giovani centri di socializzazione al lavoro per minori:giovani

/.

5 ! ! $

%er&izi per di%abili servizio di residenzialit& temporanea per disabili centro servizio a rete per disabili laboratorio per ac'uisizione preGre'uisiti lavorativi per disabili interventi individuali e di gruppo di musicoterapia ! ! ! !

%er&izi per ad$lti e 2ami+lie spazi di ascolto e promozione per famiglie centri occupazionali I laboratori per ac'uisizione preGre'uisiti lavorativi appartamento semiGprotetto progetto unit& di strada per persone senza fissa dimora centro servizi a rete # # ! ! #

Inter&enti di a%%i%tenza economica

.7attivit& di assistenza economica comporta l7erogazione di sussidi a sostegno di situazioni di disagio per ridurne l7impatto sui nuclei familiari. 6uesti interventi sono volti a garantire il soddisfacimento di bisogni a favore dei singoli o del nucleo familiare e sono attuati in modo coordinato con eventuali altri tipi d'intervento.
34 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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<onsistono in un'erogazione monetaria temporanea, rapportata alle specific0e esigenze dei beneficiari. Per c0iarezza, nella successiva tabella vengono illustrati anc0e gli interventi gestiti su delega PAT nel #)!# e diventati di competenza locale dal #)!$.

2 !2 A%%i%tenza economica Eeddito di garanzia %ussidio straordinario Assegno di cura


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Inter&enti # * 5" -$ !-# " !)# !(# *-

N$clei !** $($ -# ! ( (" !)! !(# 5-

Spe%a "5#.5"( #(*.#-) (5".* # $!(.#)( -.-*) $!(.)() #(".5$" GGG

Spe%a media ;arrotondamento< !.5** " *.)"! !.("( !!$.)!.($# GGG

Assegno per il nucleo familiare Eimborso ticKet sanitari Anticipazione assegno di mantenimento Assegno di maternit& Attestazione re'uisiti gratuit& servizi

Reddito di +aranziaA dal !O ottobre #))- sostituisce il sussidio ordinario 9minimo vitale;A

consiste in un7erogazione monetaria mensile ad integrazione della condizione economica del nucleo familiare valutata insufficiente rispetto ai bisogni generali della vita. .7intervento 1 volto al soddisfacimento di bisogni generali sia di persone c0e lavorano, o sono comun'ue in grado di assumere o riassumere un ruolo lavorativo, sia di persone non idonee ad assumere un ruolo lavorativo. Il reddito di garanzia pu2 essere erogato con due modalit&A
in 4automatismo5, da parte dell'APAPI 9Agenzia Provinciale per la Previdenza e l'AssiG

stenza Integrativa;, ai nuclei familiari in cui ci sono persone c0e lavorano, c0e 0anno perso il lavoro o solo persone non idonee al lavoro, ad es. invalidi o anzianiC
da parte dei %ervizi sociali a nuclei familiari c0e non possono accedere all7autoG

matismo, c0e presentano problematic0e sociali complesse o c0e sono senza fissa dimora, o c0e sono inseriti in strutture residenziali sanitarie, socio sanitarie o socio assistenziali. In tutti 'uesti casi vi 1 una determinante valutazione dei servizi soG
3# &ntervento in esaurimento
4! Piano sociale Territorio Val d'Adige

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ciali, in 'uanto l'erogazione del beneficio 1 strettamente collegata alla necessit& di conG dividere un progetto con la persona interessata.

S$%%idi %traordinariA sono interventi 4una tantum5 a favore di nuclei di adulti, anziani e di

famiglie con minori, allo scopo di sopperire a situazioni di emergenza individuale o familiare. Eecentemente la Provincia 0a rivisto la disciplina di 'uesto intervento rinforzando il carattere di eccezionalit& dell'aiuto economico.

S$%%idio economico per l'a%%i%tenza e la c$ra a domicilio 9assegno di cura;A viene .P (:- ; in base alla situazione sanitaria, sociale ed economica della persona non

erogato mensilmente a c0i presta assistenza in ambito familiare a persone non autosufficienti 9eP art. autosufficiente nonc0B della situazione economica del suo nucleo familiare. 6uesto intervento 1 stato soppresso ed 1, 'uindi, in esaurimento. Il sussidio, introdotto con la .P #" luglio #)!#, n. !5, 1 di competenza sociosanitaria. Alla sua gestione concorrono i %ervizi sociali in raccordo con il personale sanitario, attraverso lo strumento dell'?nit& Valutazione +ultidisciplinare.

A%%e+no per il n$cleo 2amiliareA viene erogato, sulla base di 'uote mensili

periodicamente aggiornate, a sostegno delle famiglie con almeno $ figli minori in base a parametri ministeriali definiti annualmente e legati al reddito familiare 9eP art. (5 .. "" :- ;.

Rimbor%o ticDet %anitariA si tratta di un sostegno a copertura di spese per assistenza

sanitaria specialistica, ambulatoriale e altre cureC l'esenzione 1 stabilita in base ad opportuni accertamenti sul reddito. Per i minori in affidamento familiare ed ai soggetti adulti accolti presso famiglie e singoli, l'esenzione 1 rilasciata d'ufficio.

<ome previsto dal regolamento provinciale di attuazione dell7art. #

bis della .P !":-!

vengono inoltre erogate anticipazioni dellEa%%e+no di mantenimento a tutela dei minoriA consistono nell7erogazione mensile per un anno di somme destinate al mantenimento dei minori corrisposte dal genitore obbligato nei termini e alle condizioni stabilite dall'autorit& giudiziaria.

A%%e+no di maternit/A si tratta di un sostegno economico mensile 9periodicamente

aggiornato; per madri di neonati, c0e 0anno un reddito inferiore a parametri ministeriali definiti annualmente 9eP art. (( .. "" :- ;.

fra gli interventi di assistenza economica, disciplinati dalle norme provinciali, rientrano

anc0e le dic0iarazioni della sussistenza delle condizioni per lEacce%%o +rat$ito ai servizi pubblici, nei casi in cui il %ervizio sociale riscontri la presenza di particolari situazioni nel nucleo familiare. Per completezza si segnala c0e l'erogazione, in base all7art. #5 bis della .P !":-!, del pre%tito %$llEonore, un prestito in denaro concesso senza interessi per un periodo di tempo concordato 9non superiore a cin'ue anni;, a famiglie e persone in situazioni temporanee di gravi
41 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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difficolt& finanziarie. I beneficiari nel #)!# sono peraltro stati ", tutti residenti nel <omune di Trento, per una spesa di #.("! euro.

L'acce%%o ai %er&izi e le modalit/ della ri%po%ta alla domanda

In merito all'accesso ai servizi e alle modalit& della risposta alla domanda, si osserva c0eA

in massima parte l'accesso ai servizi socio assistenziali avviene attraverso l'incontro del

nucleo o della persona con l'assistente socialeC per alcuni servizi vi 1 un'erogazione economica in base alla dic0iarazione di presupposti di

carattere amministrativo 9anticipazione dell'assegno di mantenimento, assegno al nucleo familiare e assegno di maternit&;C

per i servizi socio assistenziali alla persona : al nucleo familiare, la 'ualit& della risposta

deve essere intesa come risultato della valutazione condivisa in relazione al problema: bisogno della persona o del nucleoC

una volta effettuata la valutazione e definito il bisogno da parte del %ervizio sociale

professionale 9individuale e in B'uipe; vengono effettuate le verific0e amministrative ed economic0e, condizione per la concreta erogazione del servizioC

se la ric0iesta 1 accolta, entro lo specifico termine del procedimento viene erogato il

servizio o l'utente viene inserito in una lista di attesaC al $) giugno #)!$ esiste una lista d'attesa solo per il servizio di aiuto domiciliare. %i tratta

di una lista dinamica, nel senso c0e l'utente viene collocato in lista non in ordine di presentazione della domanda ma in base ad un punteggio costituito da indici sociali e economiciC

nei casi di gravi ed effettive urgenze gli interventi vengono attivati nel minor tempo

possibile. 8' importante sottolineare come le prospettive legate all'andamento delle risorse economic0e a disposizione e della domanda sociale potranno rendere necessaria la creazione di ulteriori liste di attesa relative a pi3 tipologie di servizi e sar& 'uindi indispensabile la costruzione partecipata di criteri di e'uit& e di gravit& per l'inserimento delle domande.

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Le opport$nit/ per aree del ciclo di &ita

Area 2ami+lie

Informazione I promozione

<orsi formazione .uog0i di incontro:confronto Informazione e sensibilizzazione Progetti territoriali Tavoli di lavoro

%ervizi educativi

/idi d'infanzia <entro genitori e bambini %pazio >ioco %ervizio Tagesmutter %cuole d7infanzia Animazione estiva $G( anni

Affido e adozione

Adozione nazionale e internazionale Progetto %crigno Affidamento familiare Promozione dell7accoglienza familiare %portello Affetti %peciali <onsultorio familiare Progetto Pinocc0io Progetto Domino e Domino #

Intercultura

+ediazione culturale <orsi di italiano per donne straniere con servizio gratuito di babJGsitting Tavolo 4Tante culture5 Altri tavoli di lavoro

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Aera bambini- adole%centi e +io&ani Interventi di tutela del minore Interventi di tutela, assistenza e sostegno Interventi integrativi delle funzioni familiari Prevenzione e disagio Progetti di comunit& 8ducativa di strada 8ducativa a domicilio Promozione Tavoli di lavoro Protocollo d7intesa <ittaGscuola %ostegno per il passaggio al mondo adulto +omenti formativi rivolti a figure educative +omenti formativi dedicati agli insegnanti Passaggio all7et& adulta I avvicinamento al mondo del lavoro Aggregazione e protagonismo <onsulte bambini e giovani Piani giovani di Qona %pazi G<entri d7arte <entri >iocastudiamo <itt& a misura di bambino %ervizio civile Volontariato e <ittadinanza attiva <omunicazione : informazione Area ad$lti 6ualit& della vita urbana <asaGcitt& .aboratorio urbano di Trento Tavoli locali 8venti:tavole rotonde Azioni contro l7emarginazione e la povert& Progetti territoriali Tavoli di lavoro Interventi per persone senza fissa dimora e in condizione di marginalit& sociale Affidi eteroGfamigliari Politic0e abitative =unzioni svolte dal %ervizio <asa Interventi di accoglienza Progetti di accoglienza per persone con disagio

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psic0ico 8sperienze di convivenza <onvivenze autonome Inserimento e:o reinserimento sociale e lavorativo Inserimento lavorativo Tavolo di lavoro sull7occupazione e l7occupabilit& Assistenza economica Interventi a favore di persone con disabilit& Vittime di tratta Interventi a persone recluse in carcere Interculturalit&, comunit& territoriali socializzazione e +ediazione culturale Eealizzazione di progetti ed interventi di sviluppo di comunit& <orsi di italiano per stranieri Tavoli di lavoro partecipazione dei cittadini immigrati nelle

Area anziani

Promozione del ruolo e della partecipazione degli anziani alla vita sociale

<ircoli anziani e pensionati <entri %ervizi Anziani ?niversit& della terza et& Tavoli di lavoro >iardino per la memoria

%ostegno e coordinamento del volontariato

Progetto Persone Insieme per gli Anziani <ontributi ad associazioni c0e operano a favore della popolazione anziana

%ostegno ai prestatori di cura

%ervizi domiciliari integrativi delle funzioni di cura Interventi residenziali <entri diurni in strutture semiGresidenziali e

%icurezza

Progetto 4<on te contro i piccoli reati5

4#

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%perimentazione

di

nuove

forme

di =ormazione congiunta con operatori cooperative Progetto turnazione operatori a domicilio Alloggi protetti <asa %oggiorno Eesidenze sanitarie assistenziali

residenzialit& assistita e comunitaria Eesidenzialit&

Il la&oro di promozione %ociale %$i territori


Il metodo a%%$nto >razie al Piano sociale del #))! nell7esperienza del <omune di Trento si 1 andato via via definendo un metodo di lavoro sociale c0e 1 stato definito lavoro sociale integrato. 8sso consiste in un insieme di pratic0e professionali c0e mirano a far convergere obiettivi e risorse del lavoro con i cittadini e le loro famiglie con gli obiettivi e le risorse del lavoro di sviluppo di comunit&. 6uesto tipo di interventi si caratterizzano per essere 4pratic0e partecipate sia da soggetti interni c0e esterni della Pubblica Amministrazione in un continuo dialogo5. ;uesta premessa metodologica spiega la possibilit& partecipativa concreta c0e il Territorio Val d'Adige si 1 trovato a realizzare nel percorso di costruzione del nuovo Piano sociale. ?no degli obiettivi metodologici indicati nel #))! era 'uello di ricercare un metodo di lavoro c0e permettesse il passaggio dalle 4problematic0e dei singoli casi5 al cercare di fare sintesi dei 4problemi sociali di un territorio5. >li strumenti utilizzati posso essere cosM brevemente riassuntiA il lavoro d7B'uipe interprofessionaleC

l7analisi del Polo sociale e l7analisi partecipata con il territorio5 i tavoli ed i gruppi di lavoro5
i progetti di sviluppo di comunit&A dall7analisi del caso, alla definizione del problema, alle alleanze per affrontarloC

il lavoro di rete e partners0ip con le <ircoscrizioni e le realt& dei territori$


/el tempo 'uesto metodo si 1 strutturato in un ciclo progettuale c0e evidenzia le seguenti fasiA emersione ed analisi di bisogni a livello individualeA aumento situazioni di un certo tipo, segnalazioni da cittadini o volontari del territorio 9dal caso al problema; e analisi dei bisogni

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a livello di territorioC attivazione di reti, gruppi di lavoro o tavoli di lavoro composti da soggetti 9istituzionali e non, formali ed informali; c0e abbiano interesse nel problema trattato 9staKe0olders;C progettazione partecipata di interventi territoriali attraverso l7assunzione, da parte dei soggetti coinvolti, di vari livelli di responsabilit& e compitiC valutazione partecipata 9a vari livelli;.

Gli %tr$menti di la&oro6 i ta&oli di la&oro Durante gli anni di applicazione del Piano sociale molte sono state le esperienze c0e 0anno perseguito l7obiettivo di aprire spazi di responsabilit& e partecipazione ai cittadini nella costruzione delle politic0e sociali. ?no degli strumenti pi3 usati ed efficaci 1 stato il tavolo di lavoro c0e pu2 essere definito come uno strumento di partecipazione in 'uanto, attra#erso un processo di socializzazione del pensiero, definisce confini condi#isi dei temi trattati, offrendo spunti di soluzione dei pro lemi che indi#idualmente non si produrre ero.

Il tavolo tende ad assumere funzioni operative 'uando i soggetti c0e lo compongono trovano e identificano obiettivi condivisi e risorse coordinate. Ta caratteristic0e di coalizione, contenitore e di reteGprocesso. /el caso gli obiettivi esplicitati e condivisi vengano perseguiti concretamente dai soggetti del tavolo, esso diventa tendenzialmente pi3 operativo e viene, 'uindi, definito gruppo di lavoro. ?n tavolo di lavoro pu2 avere come parti integranti vari gruppi di lavoro. Il %ervizio Attivit& sociali stimola e mantiene rapporti con la societ& civile, oltre c0e con il lavoro diretto degli operatori, anc0e attraverso la gestione o la partecipazione a numerosi tavoli di lavoro c0e abbracciano numerose problematic0e sociali spesso emergenti o c0e necessitano di particolare attenzione, monitoraggio o costruzione di nuove risposte. .e principali funzioni c0e i tavoli di lavoro si pongono possono essere definite inA funzioni informativeA conoscenza fra soggetti interessati alla tematica, scambio di informazioni sul tema e:o sulle risorse esistentiC analisi dei bisogniC condivisione di analisi gi& effettuate dai vari soggetti, realizzazione di analisi condiviseC attivazione di retiA programmazione di incontri periodici, condivisione di finalit& generaliC progettazioneA condivisione di obiettivi comuni, suddivisione di compiti per la realizzazione

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degli obiettiviC valutazioneA definizione di criteri di valutazione dei progetti e dei percorsi, realizzazione della valutazione, ecc.

") tavoli di lavoro gestiti dal %ervizio Attivit& .e tematic0e sociali 9al dicembre #)!!; G minori 9adolescenza, preadolescenza, disagio minorile, tutela minorile; G famiglie 9relazioni familiari, genitorialit&, ed

problematic0e affidamenti;

educative,

adozione

G anziani 9autonomia, cura; G immigrazione 9interazione fra culture,

protezione stranieri per motivi umanitari, salute, tratta esseri umani; G adulti, disabilit&, problematic0e psic0ic0e G occupazione femminile G inclusione sociale.

I pro+etti di la&oro di com$nit/ Nltre ad offrire servizi alla persona, il %ervizio Attivit& sociali si occupa della comunit& rispetto alla sua capacit& di aver cura delle situazioni di fatica, esclusione, povert&, ponendosi, attraverso i Poli sociali, in collaborazione con le <ircoscrizioni, come strumento di mediazione e ponte di incontro tra gli attori di un territorio, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed educativo. 6uesto comporta l7implementazione di relazioni di aiuto nei territori e lo sviluppo di relazioni per mettere in comunicazione pi3 mondi al fine di promuovere la partecipazione e la costruzione di un benessere sociale collettivo. =ondamentale dun'ue la rete c0e in 'uesti anni 1 stata costruita con le realt& istituzionali, associative e di volontariato attive nelle varie zone della citt& c0e permettono di rilevare in sinergia i bisogni e le aspettative delle famiglie, degli anziani, dei giovani e dei bambini e di provare a

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realizzare assieme proposte e soluzioni adeguate al continuo mutamento del territorio e della popolazione. I progetti promossi direttamente dai Poli sono 5- $( a cui vanno ad aggiungersi circa !5 progetti attivati da altri soggetti a cui i Poli 0anno offerto appoggio e collaborazione sia a livello di progettazione c0e di realizzazione. Difficile 'uantificare il totale delle persone coinvolte in 'uesti progetti in 'uanto la maggior parte operano a livello di volontariato semiGorganizzato ed altre ricevono benefici indiretti 9ad esempio, le famiglie delle persone c0e usufruiscono dell7amicizia dei volontari;. I dati sono comun'ue aggiornati per ogni singolo progetto 9si rimanda 'uindi alle relazioni annuali dei Poli sociali;. In ogni caso, si pu2 dire c0e ogni anno fruiscono di 'uesti progetti pi3 di !.#)) cittadini e c0e i Poli sociali promuovono la collaborazione di pi3 di 5)) realt& formali 9enti ed istituzioni;, semiGformali 9associazioni e gruppi di volontariato sociale o culturale; ed informali 9cittadini in forma privata; alla realizzazione dei vari percorsi di sviluppo sociale. .avorare a stretto contatto con le realt& del territorio significa venire a conoscenza e affrontare le problematic0e cosM come le percepiscono ed affrontano 'uotidianamente i cittadini, c0e non sempre si caratterizzano per appartenenza ad una categoria di bisogno. >li operatori dei servizi sociali sono impegnati sempre pi3 in progetti rivolti alla promozione di reti comunitarie e di volontariato mutuale a carattere circoscrizionale o di 'uartiere, c0e 0anno principalmente l7obiettivo di sostenere o costruire, laddove inesistenti, legami sociali fra le persone e famiglie, partendo dai bisogni espressi nei propri ambienti di vita.

Il la&oro con le com$nit/ e i territori .'esperienza di attuazione del Piano sociale e di costruzione del Piano sociale del Territorio Val d'Adige testimonia c0e il lavoro di promozione delle comunit& e del volontariato risulta essere produttore di valore sociale ed economico in 'uanto sviluppa il capitale sociale, produce benessere e coesione sociale e stimola l'assunzione di ruolo e compiti da parte dei cittadini nella gestione e cura delle attivit& di interesse comune andando a rimettere in circolo risorse umane ed economic0e c0e spesso rimangono inutilizzate. .e alleanze fra istituzioni e cittadini sono state in molti casi mediate dal lavoro degli operatori di territorio dei Poli sociali e delle realt& di privato sociale c0e 0anno saputo offrire 'uell7azione di 4empo@erment5 e di sviluppo c0e 0anno permesso la crescita di esperienze di autoG gestione di spazi e di attivit& da parte di comuni cittadini residenti in risposta a bisogni di loro
31
I dati si riferiscono al giugno #)!$

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concittadini Inoltre, nelle numerose esperienze di progettazione partecipata le realt& del privato sociale 0anno un avuto un ruolo c0e 1 andato in parte modificandosi man mano c0e direzioni e metodo cambiavano a seconda dei problemi affrontati nei vari territori. Per molti problemi si 1 potuta abbandonare almeno parzialmente la strada della sola assistenza proprio perc0B il privato sociale 1 stato capace di innovare modalit& di intervento e di progettazione delle proprie azioni sui territori. 8' tuttavia evidente c0e promuovere il volontariato e coordinare gruppi di lavoro misti 9livello politico, tecnico e volontariato; ric0iede capacit& e competenze specific0e c0e vanno ac'uisite e diffuse fuori e dentro al capitale umano dell'Amministrazione. 6uesta indicazione si inserisce coerentemente anc0e all'interno di 'uanto consigliato dalle 4Indicazioni per lo sviluppo del @elfare provinciale a partire dai Piani sociali di <omunit&5 della Provincia. %i propone, 'uindi, di ipotizzare un percorso formativo intersettoriale 9politico, tecnico, volontariato; sui temi della sussidiariet&, del @elfare relazionale, generativo e dell'autoGmutuo aiuto, tutto ci2 anc0e al fine di promuovere il necessario scambio di informazioni fra settori ed il coordinamento dell'offerta di opportunit& ai cittadini.

#!

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Il #$adro economico

<ome illustrato nelle pagine precedenti, il settore dei servizi socioGassistenziali 1 stato interessato dalla riforma dei servizi socioGsanitari, delle funzioni socioGassistenziali di livello provinciale e di livello locale e si 1 dato avvio alla gestione associata fra i <omuni di Trento, Aldeno, <imone e >arniga Terme. 6ueste riforme 0anno esercitato ed esercitano effetti economici diretti sul 'uadro finanziario del settore socioGassistenziale.

Gli Atti di indirizzo e coordinamento della Gi$nta pro&inciale Il dettaglio delle attivit& afferenti all7area sociosanitaria, le attivit& socioGassistenziali di livello provinciale e le attivit& socioGassistenziali di livello locale 1 contenuto negli Atti di indirizzo e coordinamento con cui la >iunta provinciale definisce il finanziamento delle attivit& socioG assistenziali di livello locale e i criteri e le modalit& d'esercizio delle funzioni socioGassistenziali.

In particolare, il budget #)!$ per il Territorio Val d'Adige 1 stato determinato in #(.*)*.(5) euro. Tale importo 1 superiore di circa " milioni di euro rispetto al budget #)!# in 'uanto dal #)!$, con l'Atto di indirizzo 9deliberazione #" maggio #)!$, n. !)!$; la Provincia 0a attribuito, similarmente alle altre <omunit&, nuove funzioni al Territorio Val d'Adige. 8' da sottolineare come, al netto delle variazioni di competenze fra Territorio e Provincia, il budget #)!$ subisca in realt& una riduzione rispetto all'anno precedente pari a circa il #H. Il calo di risorse si accompagna ad un aumento della spesa socioGassistenziale del Territorio Val d'Adige dovuta all'inserimento, nelle competenze locali, di alcuni interventi di assistenza economica esigibili sulla base del possesso da parte dei cittadini di alcuni re'uisiti oggettivi e c0e 'uindi devono essere necessariamente erogati.

La +e%tione economica delle 2$nzioni locali %ocio0a%%i%tenziali a%%ociate nel 2 !2 <ome gi& illustrato, dal #)!# ogni <omunit& dispone di un insieme di risorse da destinare alle funzioni sociali di livello locale.

#1

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Anc0e la spesa sostenuta dal <omune di Trento per la gestione associata delle funzioni socioGassistenziali nel #)!# 1 stata finanziata con un 4budget5 provinciale sul fondo socioG assistenziale. ?na 'uota di entrate deriva dalla compartecipazione degli utenti al costo dei servizi. Ad oggi, le 'uote di compartecipazione degli utenti ai servizi socioGassistenziali sono definite dalla Provincia di Trento, riservando alle <omunit& e al <omune di Trento esclusivamente la possibilit& di ridurle, senza per 'uesto poter accedere a maggiori finanziamenti sul fondo socioGassistenziale provinciale. Peraltro, al momento, l'incidenza delle 'uote versate dagli utenti supera di poco il -H delle entrate totali.

RISORSE ,udget 8ntrate da compartecipazioni Totale ri%or%e

2 !2 #$.!55.()( #.!5(.#!" 2=:"!!:42

.e risorse sono state interamente utilizzate per lo svolgimento delle funzioni socioG assistenziali nel Territorio Val d'Adige.

In particolare, la spesa complessiva 1 composta per l' !H da servizi, il cui dettaglio 1 illustrato nelle pagine successive. Il !(H della spesa 1 dato dal costo del personale riconosciuto sul fondo socioGassistenziale. Il #,-!H circa 1 dato da spese gestite da altre strutture dell'Amministrazione per il funzionamento dei servizi socioGassistenziali 9affitti, utenze, manutenzione impianti ed edifici..; e lo ),)-H 1 costituito da altre spese. Il dettaglio della spesa dei principali servizi erogati nel #)!# 9corrispondenti a circa l' !H della spesa complessiva; 1 il seguenteA

Se&izi %ocio0a%%i%tenziali di li&ello locale Assistenza domiciliare <onfezionamento e trasporto pasti Eette per servizi residenziali e semiGresidenziali adulti Eette per servizi residenziali e semiGresidenziali disabili Eette per servizi semiGresidenziali minori =inanziamenti a pareggio di bilancio per servizi per i minori

Spe%a 2 !2 5.*"*.)-# (-5.))) $"$.#-# *.*#5.* !.$").!5! !.5#$.!("

Incidenza # ,$ H $,"$H !,(-H $ ,!5H (,5"H *,5#H

#2

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=inanziamenti a pareggio di bilancio per servizi integrativi e sostitutivi del nucleo familiare =inanziamenti a pareggio di bilancio per interventi di prevenzione e promozione sociale <entri di servizi Eeddito di garanzia %ussidio straordinario Eimborso ticKet sanitari <ontributi per l'affido parentale di minori e l'accoglienza di adulti >estione alloggi semiGprotetti per persone in fase di reinserimento sociale Telesoccorso e telecontrollo Totale

-)*.*5* "-#.$(( 5*!.(*! "5#.5"( #(*.#-) -.-*) ! *.-$! ! 5."$( "5.))) 2 :A@A:A=A

"," H #,"$H #, #H #,#$H !,$#H ),)5H ),-$H ),-)H ),##H ! F

.a spesa sopra descritta 1 composta in parte prevalente 9 (H; dal costo di servizi a domanda individuale. .a parte rimanente 1 composta da costi per il finanziamento a pareggio di bilancio di servizi per i 'uali non 1 possibile il pagamento a retta. Altri interventi di assistenza economica sono divenuti di competenza locale dal #)!$ mentre nel #)!# gli stessi sono stati gestiti dal <omune di Trento, per l'attivit& associata, su delega provinciale. In tal senso gli importi erogati nel #)!# sono statiA

A%%i%tenza economica di competenza locale dal 2 !" Assegno di cura


$*

Spe%a dele+ata 2 !2 (5".* # $!(.#)( $!(.)() #(".5$" !:==!:=43

Assegno per il nucleo familiare Anticipazione assegno di mantenimento Assegno di maternit& Totale

Per 'uanto riguarda invece l'ambito dei servizi residenziali e semiGresidenziali per adulti il <omune di Trento 0a gestito, nel #)!#, spese di competenza locale e in delega provinciale. .a spesa complessivamente gestita in 'uesto settore 1 stata di 5-".#!! euro cosM ripartitiA

Spe%a comple%%i&a impe+nata per la +e%tione a%%ociata ;rette< %pesa %ervizi semiGresidenziali e residenziali per adulti 9competenza locale; %pesa %ervizi semiGresidenziali e residenziali per adulti 9nel #)!# su delega PAT;

2 !2 $"$.#-# #5).-!-

32 Intervento in esaurimento
#3 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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:ell'amAito dei servizi )er minori, oltre alla s)esa di com)etenza locale, nel 2!12 il %omune 7a gestito su delega 8A< anc7e le risorse )ari a 2$13!$!!!,!! euro )er gli interventi residenziali )er minori$

Pro%petti&e %$lla %pe%a %ocio0a%%i%tenziale .e prospettive in merito alla sostenibilit& della spesa per i servizi socioGassistenziali nell'ambito della gestione associata del Territorio Val d'Adige dipenderanno in massima parte dalle scelte di finanza locale c0e saranno adottate dal governo provinciale. Attraverso i Piani sociali di comunit& le autonomie locali sono comun'ue c0iamate a individuare le priorit& di intervento, c0e dovranno poi essere coordinate e rese compatibili con le reali disponibilit& di risorse umane ed economic0e. Nltre alle prospettive esclusivamente 'uantitative legate alle risorse, in una riflessione complessiva sulle politic0e socio assistenziali dovrebbero essere anc0e considerati i costi 9sociali ed economici; c0e ricadono sulla collettivit& a seguito di una riduzione o a diverse allocazioni degli interventi sociali. =ra 'uesti, ad esempio, i costi per i caregivers, i costi sanitari o 'uelli c0e la letteratura economica definisce come intangibili, legati alle conseguenze personali e familiari causate dalla non assistenza, difficili da 'uantificare ma sicuramente esistenti in un contesto sociale e demografico come l'attuale. Eitenendo garantito dalla nostra <ostituzione, al pari del diritto alla salute, il diritto della persona a interventi di tutela e di sostegno della sua dignit& sociale 9art. $;, la nostra Amministrazione locale 0a sempre cercato di non rinunciare alla presenza di un adeguato sistema di servizi socioGassistenziali in grado di rispondere ai momenti di fragilit& della vita in cui ciascun cittadino si pu2 trovare. .o 0a fatto anc0e in 'uesti anni di riduzione delle risorse, con precise scelte di bilancio e intende continuare a farlo cercando in ogni modo di mantenere servizi di 'ualit&, cercando di 'ualificare la spesa sociale in modo partecipato con il terzo settore e con i cittadini destinatari dei servizi. I criteri di assegnazione del budget per i servizi sociali di livello locale da parte della Provincia al Territorio Val d'Adige sono ripartiti oggi per2 secondo una formula c0e vede un progressivo ridursi della spesa storica e l'assegnazione di una percentuale, crescente negli anni, delle risorse in base a criteri di intensit& dei bisogni sociali c0e non tengono conto di alcune specificit& presenti nel territorio urbano. /ella <itt& di Trento si concentrano in realt& fenomeni e problemi sociali c0e necessitano di una forte attenzione sia in termini di prevenzione c0e in termini di assistenza.

#4

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Ad esempio, la presenza di una popolazione anziana c0e in alta percentuale vive da sola, le numerose famiglie monoGgenitoriali, la concentrazione in alcuni 'uartieri di cittadini immigrati, crescenti fenomeni di emarginazione sociale e abitativa, il disagio legato alle dipendenze, la presenza di numerosi nuclei di popolazione sinta e rom.... sono situazioni c0e impegnano in modo importante l'attivazione di specifici interventi, di adeguate professionalit& e l'organizzazione stessa dei servizi. Interventi e servizi c0e, in una situazione di crescente vulnerabilit& sociale, si confrontano con la contrazione delle risorse a disposizione. %enza la definizione di criteri di assegnazione del budget c0e siano pi3 congruenti rispetto alla realt& dei problemi e dei bisogni da affrontare risc0iamo di intaccare le risorse destinate alle attivit& di promozione e prevenzione, spesso realizzate anc0e con la collaborazione del volontariato e attraverso le politic0e di comunit& e, soprattutto, di dover concentrare le risposte dei servizi sociali sulle situazioni di maggior gravit&. Il territorio urbano in particolare risc0ia cosM di affrontare nei prossimi anni una concentrazione di conflittualit& sociali, soprattutto in alcuni 'uartieri, difficili da governare. .a non corrispondenza dei criteri di assegnazione del budget con la presenza dei problemi sociali da affrontare pu2 penalizzare anc0e le <omunit& di Valle del territorio Provinciale c0e non da meno affrontano specificit& e criticit& sociali ben descritte nei rispettivi Piani %ociali di <omunit&. Proponiamo allora c0e nella predisposizione dei prossimi provvedimenti provinciali si

affronti con maggiore c0iarezza il tema dei criteri per la determinazione delle risorse da assegnare ai territori per governare insieme, nella necessaria collaborazione c0e non deve venire meno, la riduzione delle risorse a disposizione, in una virtuosa sussidiariet& verticale e orizzontale.

Lo %&il$ppo delle 2$nzioni %ocio0a%%i%tenziali e la collaborazione con la Pro&incia

Nltre agli aspetti strettamente legati alle risorse economic0e, risulta, pi3 in generale, particolarmente importante mantenere l'attuale collaborazione fra Territorio Val d'Adige ed il livello provinciale. .a rilevanza del nostro Territorio nel panorama delle <omunit& di Valle 9rilevanza in termini 'uantitativi ma anc0e di problematic0e complesse e di prospettive per il futuro; impone infatti di proseguire e di rinforzare il lavoro comune c0e 1 ispirato ad una reciproca volont& di collaborazione e di confronto, al fine ultimo di costruire un sistema complessivo di politic0e sociali migliore ed adeguato ai tempi. 8' da sottolineare come la positiva e costruttiva relazione con la Provincia costituisca un

##

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valore aggiunto non solo per il Territorio ma per il sistema complessivo delle politic0e sociali in Provincia di Trento. 6uesta relazione va alimentata soprattutto in 'uesta delicata fase c0e vede tutte le realt& responsabili di funzioni socioGassistenziali affrontare con fatica la sfida di rendere compatibili domanda sociale e risorse disponibili. Vi sono alcune tematic0e particolarmente significative per il sistema socioGassistenziale complessivo c0e, nei prossimi anni, conoscer& fasi di trasformazione, riforma e attuazione c0e vale la pena di sottolineare. %u di esse il confronto costruttivo con la Provincia, c0e rimane l'ente competente, dovr& essere sempre pi3 stretto. In modo estremamente sintetico si possono ricordareA

l'attribuzione ai Territori delle funzioni socioGassistenziali 9la 4devoluzione5 delle funzioni


sociali;. <ome gi& illustrato in 'uesto documento, la riforma istituzionale 0a disegnato il nuovo assetto di competenze socioGassistenziali fra Provincia, Territori e %anit&. In linea generale, risulta evidente c0e l'attuazione della devoluzione, pur essendo sostanzialmente delineata, non 1 un passaggio cristallizzato ma, al contrario, 1 sottoposta ad una revisione costante. <i2 appare assolutamente opportuno perc01 l'efficacia della riorganizzazione complessiva delle funzioni deve essere misurata e adeguata sulla base dei risultati concreti c0e produce e delle criticit& c0e emergonoC

le funzioni di programmazione e sviluppo di servizi di livello sovra territoriale. 6uesta


particolare tematica rientra nel percorso generale di attuazione della devoluzione, accennato al punto precedente, ma assume una rilevanza specifica per i singoli Territori. /el confronto con la Provincia viene infatti segnalata, da parte nostra, la necessit& c0e le funzioni di programmazione e finanziamento di servizi erogati a favore di utenza diffusa su tutto il territorio provinciale, siano organicamente mantenute in capo ad un ente sovraordinato alle <omunit&, 'ual 1 la Provincia. /on risulterebbe infatti logico affidare compiti di programmazione e di sviluppo di tali servizi ad una sola <omunit& mentre gli effetti delle scelte si ripercuotono inevitabilmente sull'utenza di territori pi3 ampi e variabiliC

le modalit& di erogazione delle prestazioni. .a piena attuazione della .P !$:#))* coinvolge


i Territori anc0e per ci2 c0e riguarda la messa a regime del sistema complessivo dell'erogazione delle prestazioni ai cittadini. 6uesta tematica 1, ad oggi, in fase di costruzione ed 1 estremamente ampia, interessando i criteri di autorizzazione e accreditamento dei soggetti c0e erogano servizi sociali, la definizione delle modalit& attraverso cui procedere alla concreta erogazione dei servizi, il convenzionamento fra gli enti affidanti ed i soggetti affidatari di prestazioni, la valutazione dei servizi socioG assistenzialiC

il livelli essenziali di assistenza. In attuazione del disegno di riforma delle funzioni socioG
#1 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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assistenziali, la Provincia 0a introdotto una prima definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, basandosi essenzialmente su criteri standard. .a prospettiva 1 'uella di una progressiva evoluzione del sistema dei livelli essenziali, anc0e in relazione alle particolarit& dei singoli TerritoriC

la valutazione della situazione economica delle famiglie. I criteri c0e 0anno disciplinato la
compartecipazione degli utenti al costo dei servizi sono in fase di revisione. .a prospettiva 1 'uella di rendere coerente 'uesto tema con i criteri c0e disciplinano la massima parte dei servizi pubblici, basati sul sistema I<8=, anc0e per realizzare una semplificazione degli adempimenti a carico di cittadini e operatori e garantire maggiore e'uit&C

la partecipazione dei cittadini alla spesa socioGassistenziale. Il coinvolgimento degli utenti


nella copertura dei costi dei servizi 1 in stretta correlazione con la riforma dei criteri di valutazione delle condizioni economic0e delle famiglie. Anc0e in 'uest'ambito i criteri fino ad oggi vigenti vanno riformati, coerentemente con le nuove prospettive sul fronte delle risorse disponibili. Anc0e il nostro Territorio dovr& collaborare con la Provincia all'adozione di scelte c0e, pur garantendo e'uit&, rendano pi3 flessibile il sistema della compartecipazione ai costi, con una maggiore responsabilizzazione dei cittadiniC

il sistema informativo socio assistenziale. Il <omune di Trento si 1 dotato di un sistema


informativo a supporto della programmazione e della gestione delle politic0e socioG assistenziali, costituito dalla cartella sociale informatizzata, dal sistema gestionale amministrativo e dal controllo di gestione. 6uesti supporti sono in continuo aggiornamento e miglioramento e, come gi& accennato, sono in fase di estensione ad altre <omunit&. Anc0e la Provincia di Trento sta costruendo, in attuazione della .P !$:#))*, un sistema informativo provinciale delle politic0e sociali c0e, oltre a divenire uno strumento indispensabile per la programmazione e il controllo degli interventi, dovrebbe favorire la razionalizzazione degli adempimenti a carico delle <omunit&.

#2

Piano sociale Territorio Val d'Adige

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Il Ta&olo Territoriale del Territorio Val d'Adi+e

Il Tavolo Territoriale 1 un organo tecnico I operativo di consulenza e di proposta per le politic0e sociali locali, cosM come previsto dalla .P !$:#))*. Eaccoglie le istanze del territorio nel settore delle politic0e sociali e contribuisce all7individuazione e all7analisi dei bisogni e formula la proposta del Piano sociale di comunit&. Il Tavolo territoriale del Territorio Val d'Adige 0a individuato aree tematic0eA famiglie,

comunit& territoriali, bambiniGadolescentiGgiovani 9)G#- anni;, adulti, anziani, occupazioneG vulnerabilit&, promozione della salute e del benessere, nuove cittadinanze. Per ogni area 1 stato costituito un gruppo di regia con il compito di individuare soggetti da coinvolgere, modalit& e strumenti di raccolta delle priorit& e di promuovere la massima partecipazione informata delle realt& formali ed informali gi& presenti sul territorio della Val d'Adige e gi& coinvolte nel processo di pianificazione precedente. %i 1 incontrato * volte 9la prima nel luglio del #)!#; e ogni membro del Tavolo Territoriale 0a partecipato ai gruppi di regia costituiti per il percorso di pianificazione. Ta organizzato 5 momenti pubblici di presentazione del percorso e dei risultati, 0a intrattenuto rapporti, attraverso alcuni rappresentanti, con la <ommissione pari opportunit&, politic0e sociali e abitative del <omune di Trento.

(embri del Ta&olo territoriale

<N+?/8 DI TE8/TN

Ass. Politic0e sociali e pari opportunit& G Violetta Ploteg0er Presidente

<N+?/8 DI A.D8/N <N+?/8 DI <I+N/8 <N+?/8 DI >AE/I>A T8E+8

Vicesindaco e ass. Politic0e sociali Ass. <ultura e Politic0e sociali

Alida <ramerotti 8milio Qanotelli

Ass. Politic0e sociali, cultura, sport e %erena Eomeo turismo

EAPPE8%8/TA/T8 <IE<N%<EIQIN/I

Presidente <ircoscrizione <entro %torico G +elc0iore Eedolfi Piedicastello

#3

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PENVI/<IA A?TN/N+A DI TE8/TN %8EVIQIN I%TE?QIN/8 EAPPE8%8/TA/T8 PAETI %N<IA.I EAPPE8%8/TA/T8 DI%TE8TTN %A/ITAEIN EAPPE8%8/TA/T8 T8EQN %8TTNE8

Direttore ?fficio Infanzia

+iriam Pintarelli

<.>.I...

<laudia .oro

Direttore Primarie

dell'?nit&

Nperativa

<ure %imona %forzin

<oord. /azionale <omunit& di Accoglienza +auro Tommasini I Trentino 9<./.<.A.;

EAPPE8%8/TA/T8 T8EQN %8TTNE8 EAPPE8%8/TA/T8 T8EQN %8TTNE8 EAPPE8%8/TA/T8 T8EQN %8TTNE8 EAPPE8%8/TA/T8 T8EQN %8TTNE8 EAPPE8%8/TA/T8 T8EQN %8TTNE8 %8EVIQIN ATTIVITA' %N<IA.I %8EVIQIN ATTIVITA' %N<IA.I %8EVIQIN ATTIVITA' %N<IA.I

A.P.P.+.

/icoletta Tomasi

Anffas Trentino onlus

+assimiliano Deflorian

<on.solida

%ilvano Deavi

=NE?+ A%%. =A+I>.IAEI

.ucia =ronza <repaz

PEN/TN P.I.A. 9Persone Insieme per gli +arco Depaoli Anziani; Dirigente <oordinatrice Polo sociale Eeferente Pianificazione sociale Paolo =renez +onica =errari Antonia ,anal

#4

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Il percor%o partecipati&o

Preme%%a /ell'affrontare la nuova stagione di pianificazione sociale il Territorio Val d'Adige si 1 avvalso di una decennale esperienza di pianificazione sociale maturata all'interno del <omune di Trento attraverso prassi e strumenti c0e nel corso del tempo si sono affinati e consolidati. %i 1 voluto 'uindi partire dall'esperienza e dalle competenze ac'uisite individuando un metodo c0e riconoscesse e valorizzasse il bagaglio di esperienza e conoscenza esistente 4sul campo5 avvalendosi, in primo luogo, del capitale professionale presente all'interno della struttura comunale e di 'uello rappresentato dai cittadini e dagli operatori c0e, in forme e modalit& diverse, sono impegnati in ambito sociale. >li obiettivi del percorso partecipativo 'uindi si sono posti su due livelliA di contenutoA far convergere conoscenze e competenze naturali, professionali e politic0e verso una definizione condivisa di problemi, priorit& e proposteC di processoA contaminare e orientare mondi diversi per ruoli e compiti verso il conseguimento di un bene comune ridefinito durante il processo pianificatorio. Nvviamente il percorso non finisce 'ui. In un certo senso si pu2 invece affermare c0e cominci proprio con l'atto formale di consegna da parte del Tavolo Territoriale di uno sforzo sintetico di definizione dei problemi, delle priorit& e delle proposte al livello politico affinc0B, nel farlo proprio, lo arricc0isca e ne legittimi il valore.

Son pagine !este scritte dalle cose e da t!tti noi" # Danilo Dolci

1!

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#$alc,e n$mero del percor%o partecipati&o

PERCORSO PARTECIPATIVO6 PERIODO GENNAIO 8 APRILE 2 !" <NI/VN.TIA !@3 realt/ 9istituzioni, cooperative e associazioni di privato sociale, associazioni e gruppi di volontariato;, circa !: per%one fra famiglie, bambini, giovani, adulti italiani e stranieri, anziani, volontari, operatori di varie istituzioni 9per il dettaglio vedere A..8>ATN A;
.e dodici <ircoscrizioni 0anno prodotto un documento comune e alcuni documenti $ singolarmente. .e <ircoscrizioni Argentario, Povo e Villazzano 0anno prodotto un documento congiunto di analisi e di indirizzo riguardante il territorio della <ollina est. I <omuni di Aldeno, <imone e >arniga, 0anno svolto percorsi di analisi partecipata in collaborazione con il Polo di riferimento. >li operatori degli uffici del %ervizio Attivit& sociali 0anno contribuito al percorso producendo documenti suddivisi per area, attraverso incontri ad 0oc, organizzati sia per gruppi di lavoro 9anc0e territorialmente collocati come le 1'uipe dei Poli sociali; c0e a livello centrale 9plenaria;. Tanno contribuito anc0e operatori dei %ervizi all'Infanzia, Istruzione e %port, del %ervizio <ultura, Turismo e Politic0e giovanili, del %ervizio Eesidenze e case protette, del %ervizi Demografici e Decentramento e del %ervizio %viluppo 8conomico %tudi e %tatistica attraverso la partecipazione ai gruppi di regia e la scrittura di documenti.

%VN.TI <IE<A !B I/<N/TEI <N+PI.ATI "A" G$e%tionari onGline 4 GR9PPI DI REGIA con compiti di6 individuazione dei soggetti da coinvolgere, predisposizione strumenti, raccolta e organizzazione dei contenuti emersi. I gruppi di regia si sono incontrati almeno tre volte. .8 DN+A/D8 #$ali problemi7 In G$ali priorit/ li po%izionere%te7 Con G$ali criteri7 #$ali propo%te7

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I sette documenti prodotti sono scaricabili dal sito del <omune di Trento I area tematica Politic0e sociali abitative

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Il metodo

DALL'ANALISI DEI HISOGNI ALLA DE?INICIONE CONDIVISA DEI PROHLE(I

Ra+ionare per problemi6 il G$adro di ri2erimento Il processo di pianificazione del Territorio Val d'Adige trova collocazione entro le previsioni normative della .P !$ del #))* 9Politic0e sociali nella Provincia di Trento; c0e, al comma $ dell'articolo !#, identifica i contenuti dei Piano sociali di comunit&. /el merito la norma parla di 4bisogni riscontrati e risorse del territorio5, mentre il processo di costruzione di 'uesto documento muove i suoi passi dall'analisi dei problemi. 6uesta scelta rimanda ad uno sc0ema interpretativo apparso pi3 idoneo a dar conto degli aspetti relazionali e sistemici della realt& sociale. $- ?n approccio c0e 1 apparso utile per uscire dalla pura elencazione e descrizione dei bisogni c0e sovente delega ad un soggetto terzo il compito di rispondere ad una lista, spesso infinita, di bisogni. I problemi c0e una persona o una famiglia affrontano permettono di centrare la logica di intervento non tanto sulla riparazione dell'individuo o del nucleo familiare, ma sul potenziamento delle sue abilit& e delle sue reti di relazione. Allo stesso modo, l'analisi dei problemi sociali permette di impostare gli interventi contando sulle risorse del contesto sociale e non concentrandosi solo su ci2 c0e manca. In prima battuta, 'uindi, alle persone coinvolte 1 stato c0iesto di esplicitare 4'uali fossero i problemi emergenti5 c0e le famiglie, i bambini, gli adulti, gli anziani, incontrano in 'uesta particolare fase storica. Da 'uesto percorso 1 innanzitutto emersa la capillare e approfondita conoscenza dei problemi. %i 1 consapevoli c0e 'uesta conoscenza 1 dovuta in molta parte alle indicazioni metodologic0e indicate dal Piano sociale del <omune di Trento c0e poneva come primo cardine 4l'analisi della domanda collocata5 territorialmente. %ono numerose le realt& c0e, nel loro agire, 0anno assunto anc0e compiti di raccolta di informazioni e di dati. Eaccontare i problemi 1 stato un primo passo per arrivare ad un 'uadro organico e
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#)!$, .etture e proposte relative i fenomeni c0e interessano la popolazione minorile e giovanile della citt& di Trento, materiale prodotto dalla <ooperativa .a ,ussola

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coerente, ovviamente non esaustivo, ma c0e 0a permesso di individuare delle piste di lavoro ben precise.

DALLA LISTA DEI PROHLE(I ALLE PRIORITA' S9 C9I LAVORARE

Indi&id$are le priorit/

.'atto di scegliere, generalmente, costringe le persone nella scomoda posizione di dover rinunciare a 'ualcosa. In effetti 1 'uesta la parte del processo c0e 1 risultata pi3 difficile da affrontare e realizzare. Per contro, laddove 'uesto passaggio 1 stato attuato, i problemi individuati come priorit& 0anno ac'uisito maggiore forza e peso all'interno del 'uadro generale delle 'uestioni emergenti. 8splicitare i criteri per i 'uali si fa una scelta 1 stato utile per riflettere sulle urgenze reali e per confrontarsi con i criteri utilizzati. <osa 'uesta c0e 0a posto ulteriormente le basi per una collaborazione futura pi3 consapevole e responsabile. Diverse realt& 0anno vissuto 'uesta fase di confronto anc0e come una interessante provocazione per confrontarsi al proprio interno rispetto alla scelta dei criteri di priorit&. I principali criteri emersi riguardanoA

la rile&anza del problemaA in termini 'uantitativi 9'uante persone sono gi& interessate al
problema o 'uante risc0iano di esserle se non si interviene; e in termini 'ualitativi 9'uali conseguenze se non si interviene, 'uindi anc0e in ottica preventiva;. 6uesto tipo di criterio, ad esempio, 0a portato a decidere di trattare l'area )G#- anni come un continuumC

po%%ibilit/ di inter&ento nella rid$zione del problemaIinci%i&it/A alcune riflessioni


0anno riguardato il grado di possibilit& di intervento in modo da evitare di porre come priorit& problematic0e difficilmente affrontabili a livello di Territorio Val d'Adige con gli attuali strumenti previsti dalla normativa;

e%i%tenza o meno di %er&izi- pro+etti e atti&it/ +i/ dedicate al problema A lo scambio di


informazioni avvenuto all'interno dei gruppi 0a anc0e consentito la definizione di una panoramica dell'esistente nei termini di risposta ai problemi. Da un 'uadro pi3 completo e condiviso della situazione di servizi:interventi:progetti e azioni sono emerse indicazioni
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riguardanti la necessit& di riGorentare i servizi, di rendere maggiormente efficace ed incisiva l'informazione, o di attivare nuovi interventiC

territorializzazione dei problemi6 1 da premettere c0e alcuni problemi sono stati


riconosciuti come peculiari del Territorio Val d'Adige. Ad esempioA l'alta concentrazione di anziani soli in tre delle <ircoscrizioni della citt& o la maggiore densit& di presenza di stranieri a Trento /ord rispetto anc0e al dato provinciale. /el corso dei lavori dei Tavoli pi3 volte 1 stato sottolineato c0e il ruolo della citt& capoluogo come polo di attrazione provinciale in molti casi acuisce le problematic0e. Eimangono sullo sfondo, ma sono comun'ue considerati cruciali, alcuni criteri universalmente riconosciuti c0e inaspriscono le diseguaglianze sociali. %i pensi a indicatori legati al reddito, alla composizione del nucleo familiare, all'istruzione, al genere, ecc. Eispetto a 'uesto tipo di indicatori emergono diseguaglianze soprattutto nell'area delle nuove cittadinanze e delle 4seconde generazioni di stranieri5 9trovare casa e lavoro essendo stranieri 1 ancora fonte di diseguaglianza e, in una famiglia straniera c0e vive in una cultura diversa dalla propria, cosM come nei nuclei monoGgenitoriali in particolare con genitore femminile, possono acuirsi le fragilit& educative o di cura emerse nel mondo delle famiglie in generale;. Durante il percorso 0a colpito il livello di consapevolezza e responsabilizzazione delle realt& coinvolte c0e, non solo 0anno compreso la necessit& di fissare dei criteri per mettere in priorit& i problemi, ma 0anno auspicato un ruolo sempre pi3 importante di verifica e di orientamento delle politic0e sociali da parte della Pubblica Amministrazione proprio a partire dai criteri di priorit&. <i2 0a posto le basi per la costruzione di un modello di valutazione c0e viene introdotto brevemente in 'uesto Piano nel capitolo dedicato alla valutazione e c0e prevede una sperimentazione nel #)!".

DAI PROHLE(I ALLE PROPOSTE

Indicazioni e propo%te

?no degli obiettivi del percorso 1 stato 'uello di rendere maggiormente consapevoli i soggetti incontrati della necessit& di uscire dallo sc0ema logico e lineare 'ualcuno ha dei isogni e chiede. *n altro ha le risorse e d. .'idea 1 'uella di promuovere un sistema c0e veda ogni soggetto 9formale ed informale; assumersi parti di responsabilit& rispetto a problemi riconosciuti di interesse comune e collettivo. 6uesto modello 1 gi& in parte implementato dall'azione dei Poli

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sociali c0e, in collaborazione con le <ircoscrizioni, 0anno sperimentato progetti di 'uesto genere sui territori. .'indicazione c0e emerge da 'ueste esperienze 1 'uella di portare 'uesto modello progettuale a livello di Territorio in modo da stimolare l'assunzione di responsabilit& rispetto ai problemi sociali anc0e da parte del mondo economico, del livello provinciale, ecc. Per le realt& associative ed i cittadini partecipare 0a significato non solo portare analisi dei problemi, ma anc0e interpretazioni e possibili soluzioni, a partire da disponibilit& ad assumersi compiti concreti a seconda della propria motivazione 9per 'uanto riguarda i cittadini; e del mandato 9per 'uanto riguarda le organizzazioni;. /on deve stupire, 'uindi, se proposte ed indicazioni sono arrivate a tutti i livelliA sono state fornite indicazioni metodologic0e, semplici suggerimenti organizzativi e pratici, ecc. <i2 1 dovuto soprattutto al fatto c0e sono state molte le competenze naturali, professionali e politic0e c0e si sono messe in moto e intrecciate.

ANALISI PROHLE(I- PRIORITA' E PROPOSTE PER AREE

Indi&id$azione delle aree .e .inee guida per la costruzione dei Piani sociali individuano alcune aree all'interno delle 'uali indagare per la definizione dei bisogni e delle priorit& su cui il Piano sociale andr& a fissare i propri obiettivi. Per 'uanto riguarda il Territorio Val d'Adige il Tavolo Territoriale 0a definito tali aree considerando alcune direttriciGguidaA

la presenza di aree gi& definite dal Piano sociale del <omune di Trento in vigore dal #))!5 la presenza di aree trasversali emerse dal lavoro diretto degli esperti di settore nei !) anni
di implementazione del Piano sociale del capoluogo5

la rilevanza 'uantitativa e 'ualitativa di problemi sociali c0e interessano gruppi di cittadini5


la disomogeneit& urbanistica, storica e sociale dei territori ai 'uali si sono aggiunti i <omuni di Aldeno, <imone e >arniga TermeC la condizione per cui il <omune di Trento 1 di fatto naturale polo di attrazione per 'uanto riguarda lavoro e servizi per gli abitanti delle valli limitrofe e per tanta parte dell'immigrazione interna e straniera c0e coinvolge il territorio provinciale.

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%ono state di conseguenza identificate le seguenti areeA

Aree relazionali Aree )er ciclo di vita

.amiglie <erritori BamAini, adolescenti e giovani Adulti Anziani

Aree trasversali

:uove cittadinanze Eccu)azione e vulneraAilit( 8romozione della salute e del Aenessere

U/otaA Per 'uanto riguarda l'area 4,ambini, adolescenti e giovani5, sono stati individuati due sottogruppi per le fasce d'et& )G( anni e *G#- anni, mentre all'interno dell'area 4Promozione del benessere e della salute5 si 1 sviluppato un focus sul tema della persona con disabilit&.

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I conten$ti

IL PROGETTO SOCIALE CO(E H9SSOLA I G$attro p$nti cardinali del Pro+etto %ociale .Citt/0com$nit/ delle relazioni1

Preme%%a ?no dei principali risc0i della crisi attuale 1 'uello di amplificare le disparit& sociali

rendendo 'uindi vulnerabili persone un tempo al riparo da rovesci economici e sociali. Parallelamente per2 la crisi pu2 essere un'occasione per ridefinire 'uali sono le priorit& c0e le persone esprimono ed intendono porsi. In 'uesto senso 0a favorevolmente colpito il livello di consapevolezza c0e i cittadini 0anno espresso rispetto alla necessit& di una ridefinizione di obiettivi e priorit&. Il percorso partecipativo 0a rappresentato pertanto la risposta ad una domanda c0e era presente gi& da tempo nelle riflessioni delle realt& del Territorio ed 0a avuto una funzione di legittimazione di scelte a volte anc0e difficili ma c0e, se condivise, possono essere meglio percepite nella loro necessit& e correttezza. Il cambiamento, spesso repentino, dei problemi sociali suggerisce inoltre di mantenere 'uesta modalit& di pianificazione attraverso i nuovi strumenti c0e il Piano propone.

Priorit/ +enerali tra%&er%ali alle aree di ri2le%%ione Per la definizione delle priorit& e degli obiettivi di lavoro per i prossimi anni sono state individuate alcune aree, precedentemente descritte ed analizzate, sulle 'uali 0anno lavorato i gruppi di regia. Parallelamente a 'uesto lavoro sono per2 state individuate alcune indicazioni trasversali, c0e valgono per tutti gli ambiti e c0e si ritiene debbano essere di riferimento per l'agire socialeA

a22rontare i problemi %ociali in $n'ottica relazionale A l'isolamento e il disorientamento


delle famiglie e degli individui nella nostra societ& 1 evidente, cosM come lo 1 la necessit& di affrontare i problemi sociali come compito e responsabilit& collettivi e condivisi. .'obiettivo 1 c0e tutti i cittadini possano diventare protagonisti di una sfida complessa, ma possibileC

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a22rontare i problemi %ociali tra%&er%almenteA essere consapevoli c0e ogni azione


intrapresa a 'ualun'ue livello 9politico, amministrativo, sociale, sanitario ed economico; 0a un'influenza sul benessere:malessere sociale, ric0iede luog0i e strumenti c0e rendano trasversali le politic0e pubblic0e in modo da affrontare i problemi sociali in maniera pi3 integrata e conseguentemente pi3 efficaceC

&alorizzare le ri%or%e $maneA le associazioni ed il mondo dell'aiuto informale,


indispensabile motore di benessere sociale, 0anno bisogno di nuova linfa, con cittadini c0e possano sperimentare fin da giovani l'esperienza della cittadinanza attiva e possano contribuire, in partners0ip con le istituzioni, a promuovere un territorio accogliente, e'uo e solidaleC

in&e%tire nel capitale %ocialeA in un contesto c0e vede diminuire le risorse economic0e
con il conseguente risc0io di ripercussioni sul benessere della popolazione, una concreta alleanza fra mondo economico, politico e sociale pu2 promuovere una nuova coesione sociale.

I G$attro p$nti cardinali

.e priorit& trasversali c0e sono emerse dal percorso partecipativo possono 'uindi tradursi in punti di riferimento concreti e definiti, su cui lavorare con la partecipazione di tutti gli interessatiA

Il ricono%cimento della di+nit/ e del &alore di cia%c$no in $n'ottica relazionale Il modello di risposta individuale ai bisogni non 1 pi3 sufficiente ma va integrato con nuovi

modelli c0e affrontino i problemi in forma ampia e condivisa e con un'ottica di responsabilit& diffusa. .a scelta dell'ottica relazionale si fonda sul riconoscimento della dignit& e del valore di ciascunoA il cittadino 1 il soggetto protagonista portatore di risorse e non solo di problemi da risolvere, non destinatario passivo di risposte, ma coGresponsabile anc0e nella valutazione e
13 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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nell'orientamento delle politic0e sociali.

La tra%&er%alit/ delle politic,e p$bblic,e per co%tr$ire bene%%ere per le per%one e le

2ami+lie .'intreccio di varie azioni pubblic0e, non solo di carattere sociale 9urbanistic0e o economic0e, ad esempio; incide in misura significativa sul benessere sociale. 6uesta consapevolezza viene sottolineata in particolare dalle <ircoscrizioni c0e evidenziano la necessit& di esplicitare l'influenza delle misure e delle azioni pubblic0e sul benessere sociale. Tali ricadute devono 'uindi essere considerate nella costruzione delle politic0e pubblic0e.

In&e%tire nella com$nit/- i problemi %ociali %ono $n compito colletti&o .e forme di cittadinanza attiva realizzano un importante lavoro di prevenzione e rinforzo di

reti e vanno sostenute, valorizzate e promosse laddove non ancora presenti. .a solidariet& fra le persone 1 principalmente spontanea e volontariaA i servizi e la Pubblica Amministrazione possono per2 intervenire per sostenerla cosM come sancito dalla <ostituzione italiana all'art. $") e all'art. !! c0iederlo.
"!

. %ono infatti significativi e diversificati gli esempi di gruppi informali

di giovani, di adulti, di senza fissa dimora, di famiglie c0e decidono di offrire aiuto e non solo di

La c$ra del capitale %ociale e la co%tr$zione di conte%ti di economia %olidale 8' interesse di tutti promuovere il rilancio di 'uesta societ& c0e esprime preoccupazione

per il presente e per il futuro. Appare, infatti, auspicabile e opportuno c0e anc0e le forze economic0e del Territorio esplicitino la loro funzione sociale, come dimostrano alcune esperienze gi& attive sul territorio. <ompito dell'Amministrazione pubblica 1 promuovere le azioni in 'uesta direzione, anc0e alla luce delle indicazioni della .P !$:#))* c0e prevede espressamente lo strumento del Distretto dell'economia solidale. %i conferma, infine, trasversalmente, la percezione di un aumento non solo 'uantitativo dei problemi sociali ma della loro complessit&, con il conseguente risc0io di concorrere ad aumentare
4! 41
V compito della Eepubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, c0e, limitando di fatto la libert& e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. %tato, Eegioni, <itt& metropolitane, Province e <omuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attivit& di interesse generale, sulla base del principio di sussidiariet&.

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il numero delle 4tipologie di problemi5 c0e restano escluse dagli interventi pubblici, a maggior ragione in 'uesta fase di contrazione delle risorse. I %ervizi alla persona non possono essere visti solo come fonte di spesa ma come investimento per favorire l'attivazione delle risorse socialiA per 'uesto vanno orientati verso il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini nel processo di gestione dei determinanti della loro salute e del loro benessere 9cosM come anc0e indicato dalla <arta di Ntta@a, Nrganizzazione +ondiale della %alute, !- (;.

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Obietti&i e modalit/ di att$azione


.a parte attuativa di 'uesto documento non pu2 essere completamente esaustiva,

soprattutto per 'uanto riguarda le azioni da intraprendere per affrontare 'uanto emerso dall'analisi dei problemi e delle priorit&. 6uesto perc01 l'attuazione dovr& essere costruita nel tempo. Infatti, la 4soluzione migliore5 sar& necessariamente una soluzione condivisa e passer& proprio attraverso una percorso di costruzione e collaborazione con i gruppi di regia e con gli altri gruppi gi& esistenti nel sistema delle politic0e sociali del nostro Territorio. A conclusione del percorso partecipativo il Tavolo territoriale si 1 impegnato a tradurre problemi e priorit& in obiettivi e 0a cercato di coniugare le proposte emerse dai gruppi con il sistema esistente, per identificare modalit& di attuazione concrete. Vengono 'ui sinteticamente presentati, suddivisi in tre colonne 4priorit&, obiettivi e modalit& di attuazione5, i contenuti di 'uesto documento di indirizzo riguardanti tutte le aree del Piano sociale, partendo da un'area trasversale a tutte c0e riguarda finalit& generali e modalit& di attuazione 4di sistema5. A 'ueste tabelle manca una colonna 4immaginaria5 c0e andr& costruita assieme ai soggetti c0e 0anno partecipato al percorso e ad altri c0e vorranno contribuire, c0e definisca nello specifico soluzioni c0e possono essere pensate e realizzate solo a livello micro tenendo conto delle sfaccettature espresse dai soggetti e dai territori.

Dalle priorit/ alla modalit/ di att$azione Priorit/ tra%&er%ali Il riconoscimento della dignit& e del valore di ciascuno in un'ottica relazionale Obietti&i %viluppare abilit& e competenze personali nei partecipanti alla realizzazione delle politic0e sociali (odalit/ att$ati&e Eicerca, costruzione e sperimentazione di un modello di presa in carico condivisa tra le realt& interessate ai vari problemi 9utenti, professionisti, volontari; c0e miri a sviluppare azioni di empo@erment personale e comunitario Individuazione e sperimentazione di

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Eiorientare i servizi alla persona verso un modello di @elfare generativo .a trasversalit& delle politic0e pubblic0e per costruire benessere per le persone e le famiglie <ostruire e rafforzare politic0e pubblic0e trasversali

soluzioni innovative alla luce dei problemi prioritari contenuti in 'uesto Piano a partire dalle risorse presenti Eicerca di strumenti c0e possano orientare le politic0e pubblic0e rispetto al loro impatto sociale Eafforzamento delle prassi di lavoro sociale integrato, a partire dalle risorse presenti

.'investimento nella sono un compito collettivo

Promuovere comunit&

<onsolidamento del metodo e degli strumenti del lavoro di sviluppo di comunit& Eealizzazione di azioni formative intersettoriali

comunit&, i problemi sociali resilienti

.a cura del capitale sociale Promuovere un ambiente e la costruzione di contesti socioGeconomico di economia solidale del benessere dei cittadini

Eicerca e sperimentazione di modalit& di coinvolgimento della societ& nell'ottica

favorevole alla promozione dell'economia solidale

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Priorit/- obietti&i- e modalit/ di att$azione per aree

2ami+lie territori bambini adole%centi e +io&ani ad$lti anziani n$o&e cittadinanze occ$pazione promozione della %al$te e del bene%%ere

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AREA ?A(IGLIE

Anc0e nell7ambito del Territorio Val d7Adige la visione della famiglia oggi mette in luce una sorta di 4situazione sc0izofrenica5"#A accanto ad alcuni rilevanti indicatori c0e segnalano una situazione di crisi e fragilit& 9bassa natalit&, diminuzione dei matrimoni, aumento dei divorzi;, altri dati, forse meno conosciuti, parlano di una sostanziale tenuta del reticolo familiare, vissuto come generatore e manutentore di relazioni. <ertamente la composizione sempre pi3 articolata delle comunit& e fenomeni generali 'uali la globalizzazione e la crisi economica corrodono il senso di appartenenza e l'adesione a valori condivisi e riconosciuti, proponendo per contro un relativismo sociale c0e rende meno visibili regole e modalit& condivise di convivenza 9il cosiddetto patto sociale;. Difficile, se non impossibile, al giorno d'oggi, definire i contorni della famiglia. In 'uesto momento, dun'ue, se la capacit& di risposta della famiglia si assottiglia a causa di fenomeni di frammentazione e disgregazione"$, non sfuggono all'analisi elementi positivi come le reti parentali allargate e i nuovi gruppi di famiglie. A conferma di ci2, anc0e per il Trentino possiamo citare 'uanto riportato dal recente Eapporto sul Lelfare del =orum del Terzo %ettore"", c0e 0a messo a confronto l7ammontare G in numero medio di ore annue G delle prestazioni di cura tra le diverse generazioni in diversi Paesi europei. Da 'ui emerge in modo eclatante c0e in Italia le reti familiari intervengono in misura superiore c0e negli altri contesti nazionali, tanto poter parlare di 4@elfare familiare5 come particolarit& italiana. In virt3 di 'ueste caratteristic0e, all7interno del percorso di definizione di 'uesto Piano sociale si 1 scelto di porre la famiglia non come un singolo tema tra gli altri, ma come un orizzonte di cui tenere conto nell'affrontare le politic0e sociali nel territorio. %i tratta di un approccio per cui il rapporto tra Amministrazione e cittadini 1 assunto come
42 43 44

incontro tra relazioni per affrontare

Dipartimento di %ociologia e Eicerca %ociale <rescere a Trento G Indagine sui servizi socioGeducativi per la prima infanzia 6uaderno (! G 0ttpA::@@@.unitn.it:sociologia: *)!:'uaderniGdelGdipartimento #)!#, Donati, .a famiglia in Italia, %fide sociali e innovazioni nei servizi, Vol. !, <arocci 6uale futuro per il @elfareW .e politic0e sociali tra delega assistenziale e prospettive di sviluppo. ?n7analisi partire dai dati, Eoma, dicembre #)!!.

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problemi e scoprire opportunit&.

Le 2$nzioni 2amiliari Il percorso partecipativo attuato per la costruzione di 'uesto Piano sociale, confermando i fenomeni generali a carattere nazionale, porta al centro le funzioni familiari c0e 9a prescindere dalla forma c0e assume la famiglia; sono direttamente correlate al benessere individuale e collettivo sui territori. In particolare sono segni positiviA la funzione educativa, 'uale patto intergenerazionale intrinseco alla famigliaC la funzione di cura ed assistenza, c0e vede nella famiglia il primo e necessario soggetto c0e si prende carico del destino della personaC la funzione di condivisione delle risorse economic0e e degli stili di vita, c0e permette alle famiglie di sentirsi parte di una comunit& e di aumentarne la 'ualit& delle relazioni.

I PROHLE(I

Dall'analisi svolta emerge come le famiglie manifestino oggi maggiori sentimenti di isolamento, solitudine, disorientamento e sovraccarico rispetto al loro progetto familiare ed ai loro compiti tradizionali. Vengono evidenziati, in particolare, alcuni problemiA la funzione educativa 1 messa in crisi da una societ& pi3 individualista rispetto al passatoA se da una parte ci2 pu2 essere visto positivamente perc0B forse consente di valorizzare le inclinazioni di ognuno, dall'altra 1 possibile c0e le famiglie percepiscano un sistema di valori poco condiviso, c0e lascia una sensazione di solitudine ed isolamento rispetto ai problemi educativi e di crescita dei figliC

in 'uesto contesto anc0e la funzione di cura e assistenza 1 vissuta individualmente e


con faticaC anc0e gli aspetti legati all'occupazione e, conseguentemente, al reddito e all'abitazione sono particolarmente rilevanti e, rispetto al passato, i problemi economici emergono con pi3 forza.

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LE PRIORITA'

Il processo partecipativo del Piano sociale 0a evidenziato la presenza di un potenziale inespresso di solidariet& sociale delle famiglie e degli individui c0e potrebbe garantire una nuova presa in carico dei bisogni. Tutti i soggetti c0e 0anno partecipato al percorso, infatti, si sono detti disponibili a collaborare nel lavoro di orientamento delle politic0e sociali, in particolare con un'indicazione di metodo e altre proposte c0e nei prossimi anni si potranno realizzare. %ono 'uindi state individuate le seguenti priorit&A individuazione di finalit& condivise a livello territoriale nell'ambito delle funzioni educative c0e fanno capo, oltre c0e alle famiglie, a istituzioni, soggetti del privato sociale e realt& associative impegnate nel compito educativoC sostegno alle funzioni di cura e di assistenza delle famiglie e degli adulti. Il sistema di assistenza prevede forme di aiuto e sostegno per le situazioni gravi e conclamate dal punto di vista socioGsanitarioA a fronte della limitatezza delle risorse e dell7aumento del numero di persone bisognose di cura 9disabili, adulti e anziani parzialmente autosufficienti;, 1 importante affrontare il tema del sostegnoC disagio economico, lavorativo, occupazionale e di conciliazione. .'area comprende argomenti correlati ma diversiA la mancanza, la precariet& o la perdita del lavoro, la debolezza sul fronte del reddito, la presenza di tempi lavorativi tali da mettere in difficolt& la conciliazione fra gli impegni familiari e lavorativi 9il tema dell7occupazione 1 affrontato nell'area specifica;.

LE PROPOSTE

In collaborazione con il Tavolo Territoriale, individuare e realizzare un <oordinamento cittadino dedicato alle politic0e familiari con la funzione di orientare i soggetti e coordinare le iniziative rivolte alle famiglie, coerentemente con le priorit& definite dal Piano sociale. Tutto ci2 avvalendosi dei contributi delle <ommissioni consiliari, dei Poli sociali, del =orum delle associazioni familiari, delle organizzazioni del Terzo settore e delle Nrganizzazioni
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sindacali ed imprenditorialiC

aumentare le forme di sostegno alle funzioni familiari 9educative e di cura; attraverso


sperimentazioni di accompagnamento al ciclo di vita con la collaborazione delle associazioni familiari e di famiglie esperte, integrate con le iniziative proposte a livello territorialeC

sostenere e promuovere il lavoro sociale orientato all'attivazione di reti, formali ed informali


9dislocate sui vari territori;, c0e si occupino di sostenere la famiglia, anc0e attraverso la gestione mista di spazi pubblici e urbani per migliorare i circuiti di solidariet& 9per gli aspetti educativi, la cura e l'assistenza; e accrescere le opportunit& di incontroC

rispetto al tema delle difficolt& economic0e i partecipanti al percorso del piano sociale
0anno proposto, come gi& emerso in altre sedi"5, c0e vengano valutati interventi di tipo economico c0e possano incidere in maniera positiva sulla vita delle famiglieC pensare a nuove forme di sinergia fra cittadini e servizi rendendole una proposta organica e stabile, cosM come indicato dal <onsiglio comunale c0e indica di agire per la 4valorizzazione e lo sviluppo dell'associazionismo locale e delle organizzazioni del Terzo settore, riconoscendo la loro capacit& di risposta ai bisogni del territorio e di promozione della coesione sociale5.

LE (ODALITA' DI ATT9ACIONE

PRIORITA' Indi&id$azione di 2inalit/ condi&i%e a li&ello territoriale nell'ambito delle 2$nzioni ed$cati&e c,e 2anno capo a i%tit$zioni-

OHIETTIVI Nrientare i soggetti e coordinare le iniziative rivolte alle famiglie, coerentemente con le priorit& definite dal Piano sociale

(ODALITA' DI ATT9ACIONE Istituire un coordinamento"( cittadino dedicato alle politic0e familiari, riunendo i rappresentanti delle <ommissioni consiliari, dei Poli sociali, delle associazioni familiari, delle organizzazioni del Terzo settore e delle parti sociali

4#

#)!#, 4Per la realizzazione di politic0e familiari locali nel <omune di Trento5, =orum delle associazioni familiari del Trentino

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%o++etti del pri&ato %ociale e realt/ a%%ociati&e impe+nate nel compito ed$cati&o So%te+no alla 2$nzione ed$cati&a- di c$ra e di a%%i%tenza delle 2ami+lie e de+li ad$lti Aumentare le forme di sostegno alle funzioni familiari e favorire l'orientamento per l'accesso ai servizi

Eealizzare momenti di formazione congiunta avvalendosi del contributo del =orum delle Associazioni =amiliari

Eafforzare il coordinamento fra %ervizi di protezione dei minori e di supporto alla famiglia 9servizi sanitari ed educativi, servizi ospedalieri e territoriali dell'Azienda sanitaria, pediatri, consultorio familiare, asili nido, scuole per l'infanzia, elementari, medie e servizi sociali territoriali, servizi di mediazione familiare;, integrandoli con le iniziative proposte a livello territoriale %perimentare forme di accompagnamento nelle fasi critic0e del ciclo di vita, con la collaborazione delle associazioni familiari e di famiglie esperte Nrganizzare momenti di conoscenza, coordinamento e formazione congiunta fra i vari enti per 'uanto riguarda l'orientamento all'accesso ai servizi delle famiglie in difficolt& e per le prassi di intervento %ostenere l'attivit& di Punto =amiglie in particolare per promuovere azioni c0e prevedano la partecipazione

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attiva delle associazioni familiari e delle famiglie nell'organizzazione del sostegno alla genitorialit&, in un'ottica di corresponsabilit&, auto mutuo aiuto e lavoro di comunit& Eafforzare la funzione educativa delle famiglie e prevenire il disagio socioG educativo %perimentare nuove modalit& di lavoro c0e favoriscano l'ascolto ed il coinvolgimento delle famiglie e dei minori in tutte le fasi del percorso di aiuto c0e li coinvolge. <onsolidare attivit& di promozione delle capacit& educative e di prevenzione del disagio minorile <onsolidare la collaborazione e il lavoro di rete fra %ervizio sociale professionale e servizi del territorio per le attivit& consultoriale, di affidamento familiare e adottiva, per progetti di promozione delle competenze genitoriali, per l'affiancamento nei ruoli educativi %perimentare progetti innovativi a sostegno della genitorialit& delle famiglie di origine in caso di affidamento familiare 9in collegamento con le realt& c0e si occupano del tema gi& in essere; %ostenere e promuovere il lavoro sociale orientato all'attivazione di reti, formali ed informali 9dislocate sui vari %viluppare forme di collaborazione innovative nei rapporti fra i vari soggetti c0e si occupano di famiglia 9come, ad esempioA Punto famiglie,

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territori;, c0e si occupano di sostenere la famiglia

Foin1, <entro >enitori ,ambini, %portello 4Affetti speciali5, percorsi formativi per coppie;

Promuovere la solidariet& tra famiglie

Promuovere l'accoglienza familiare dei minori favorendo ove possibile la vicinanza territoriale fra famiglia naturale e famiglia accogliente Ampliare la collaborazione del Tavolo della formazione alle relazioni familiari nei percorsi di formazione per le coppie con lo 4%portello accoglienza5 Einforzare il lavoro di prevenzione e promozione sui territori attraverso i gruppi di lavoro dei Poli sociali con le realt& locali 9<ircoscrizioni, associazioni, gruppi di famiglie, volontariato, istituti scolastici, privato sociale, consulte di genitori; in particolare per l'accoglienza di nuove famiglie nella zona

Di%a+io economicoocc$pazionalela&orati&o e di conciliazione

Pensare a nuove forme di sinergia fra cittadini e servizi, rendendole una proposta organica e stabile

Verificare la possibilit& di individuare attivit& di interesse collettivo all'interno delle 'uali possano essere coinvolti attivamente gruppi di famiglie, ad es. attraverso l'attivazione delle ,anc0e del tempo o di >ruppi di Ac'uisto %olidale nei 'uartieri e 4condominio solidale5

41

Vedi Deliberazione n !)! del <onsiglio comunale con oggetto 4Per una citt& c0e scommette sulle famiglie5, del $ luglio #)!$, prot. (-"-$:#)!$

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<oncorrere alla sperimentazione di nuove forme di conciliazione

So%te+no al bene%%ere e %tili di &ita ade+$ati

%ostenere percorsi di formazione per la gestione del bilancio e dell'economia della famiglia

#$e%tionari compilati on0line 8 Hre&e report /el periodo febbraio I maggio #)!$ 1 stato pubblicato sul sito del <omune di Trento un breve 'uestionario ideato dal gruppo di regia dell'area famiglie, con l'obiettivo di offrire un'opportunit& in pi3 di partecipazione ai cittadini c0e, non appartenendo ad associazioni o gruppi organizzati, non avevano avuto modo di essere interpellati. I 'uestionari compilati sono stati $"" e, in 'uesta sezione, vengono presentati i principali risultati. Nltre ai dati anagrafici e di provenienza le domande principali sono stateA indic0i, tra le seguenti relazioni, 'uali 0anno pi3 bisogno di supporto in 'uesta fase della sua famiglia 9massimo due scelte; secondo lei 'ual 1 l'ambito in cui si dovrebbe intervenire per aumentare il benessere delle famiglie nel nostro territorio, da parte delle istituzioni comunaliW segnali un'iniziativa:servizio c0e manca o c0e 1 da migliorare per promuovere la 'ualit& di vita delle famiglie segnali un esempio concreto di intervento:iniziativa 9gi& attivo o da attivare; c0e secondo lei supporta il benessere relazionale delle famiglie. Il 'uestionario 0a ottenuto $"" risposte. Tanno risposto !#" masc0i e ##) femmine , tutti maggiorenni, appartenenti nel ")H dei casi alla fascia d'et& compresa fra i $5 ed i "" anni, nel #*H dei casi all'et& fra i "5G5" anni, nel ! H all'et& fra #5G$" anni, nel !)H fra i 55G*), nel $H oltre i *) e nell'!H dei casi fra i ! G#" anni. Il (-H degli intervistati 0a dic0iarato di essere sposato, il !$H convivente, il !)H libero, il (H separato o divorziato e l'!H vedovo:a.

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I cittadini c0e 0anno compilato il 'uestionario provengono per il ($H da una delle circoscrizioni della citt&, mentre per il $"H da Aldeno, il #H da <imone e l'!H da >arniga Terme. Per 'uanto riguarda le risposte alle domande, il "*H risponde c0e, come prima scelta, 1 la relazione con i figli 'uella c0e 0a maggiormente bisogno di supporto nella propria famiglia, seguita al !(H da 'uella lavorativa e al !5H da 'uella con il coniuge o convivente. .' H dic0iara c0e la relazione c0e 0a bisogno di supporto 1 'uella con i genitori:suoceri e l' H dic0iara c0e nessuna relazione 0a bisogno di supporto. <ome seconda opzione al ##H si trova la relazione in campo lavorativo, al #!H nessuna relazione, al !(H 'uella con il coniuge:convivente e al !5H 'uella con i figli. In 'uest'area sale al -H la relazione con i vicini di casa. Alla domanda 4in 'uale ambito si dovrebbe intervenire per aumentare il benessere delle famiglie nel nostro territorio5, il 5#H risponde nell'ambito economico 9tariffe, sconti, ecc.;, il "$H nell'ambito dei servizi per le famiglie 9interventi per gli anziani e per i bambini; e il ")H nell'ambito della conciliazione 9flessibilit& degli orari di lavoro e dei servizi, ecc.;. Il #*H risponde nell'ambito della socializzazione 9spazi di incontro, iniziative nei 'uartieri, ecc.;, il !(H propone l'ambito formativo e il !$H la sicurezza dell'ambiente. Per 'uanto riguarda le domande c0e 0anno come tema iniziative o servizi c0e mancano o da potenziare, le risposte sono varieA si spazia da attivit& svolte nei 'uartieri e nelle circoscrizioni come, ad esempio, l'Argentario DaJ o le feste di 'uartiere, o proposte per creare spazi sportivi attrezzati nei giardini di Piazza Dante. Vengono proposte anc0e iniziative come la <arta famiglia, la sperimentazione di socialG0ousing, della coresidenza e del co0ousing o gestione da parte delle famiglie di orti in comune. Viene ripresa la necessit&, gi& espressa in altri contesti del percorso partecipativo, di gestire e poter usufruire di spazi di incontro, autoGmutuo aiuto e di scambio di servizi vicini alla zona di residenza. Per 'uanto riguarda il tema della conciliazione viene ribadita la ric0iesta di dare l'opportunit& alle mamme c0e lo desiderano di rimanere a casa con i figli anc0e come misura complementare o alternativa ai buoni di servizio. In generale, vengono confermate le indicazioni emerse dal lavoro degli altri gruppi di famiglie. Il gruppo regia, nel prosieguo del lavoro, avr& modo di rivedere le numerose proposte emerse, verificarne la fattibilit& ed eventualmente promuoverne la realizzazione.

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AREA TERRITORI

I territori possono essere considerati luog0i di vita e di relazioni o semplici dimensioni amministrative dove si sviluppano processi emarginanti o positive occasioni di integrazioneA dove viviamo, dove possiamo sentirci collocati di passaggio o dove possiamo sviluppare processi di costruzione di identit& e di appartenenza"*. I territori, attraverso i documenti elaborati dalle <ircoscrizioni 9tutti scaricabili dal sito del <omune di Trento nell'area dedicata a 'uesto piano; e le analisi prodotte dai <omuni, offrono una panoramica ampia e articolata della situazione delle comunit& c0e costituiscono il Territorio Val d'Adige. Innanzitutto le <ircoscrizioni 0anno sottolineato l'efficacia del lavoro di analisi dei bisogni sociali condotto in 'uesti anni in collaborazione con i Poli sociali. Tale lavoro del Territorio; ed i loro veloci cambiamenti. I progetti di sviluppo di comunit& realizzati territorialmente vengono inoltre considerati efficaci strumenti di intervento, c0e propongono risposte e mobilitano risorse spesso inaspettate, e concreti promotori di cittadinanza attiva"
$

permette di

monitorare costantemente i principali fenomeni sociali della citt& e dei sobborg0i 9e ora dei <omuni

I PEN,.8+I

9na %ociet/ c,e cambia


42 43
V. 4>ardolo #)!#, tematic0e sociali5, documento della <ommissione Politic0e sociali di >ardolo V. il 46uaderno dei progetti di coesione sociale5, pubblicazione scaricabile anc0e dal sito del <omune di Trento

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+olte delle riflessioni emerse dai documenti prodotti dalle <ircoscrizioni riprendono le dinamic0e socioGeconomic0e gi& descritte in generale e la situazione delle famiglie descritta nell'area dedicata, si rimanda 'uindi ai singoli documenti per gli approfondimenti territoriali. In generale, si pu2 dire c0e il mutamento della composizione della popolazione dei territori 0a subito, negli ultimi dieci anni, significativi cambiamenti ed in alcune situazioni "- 0a assunto la forma di un mutamento radicale di luog0i5), abitudini, rapporti fra cittadini, anc0e di culture diverse. %eppure con intensit& diverse nei <omuni di Aldeno, <imone e >arniga Terme e nelle !# <ircoscrizioni del <omune di Trento 1 percepito e segnalato l'allentamento del senso di appartenenza e l'aumento del senso di diffidenza fra le persone. Prioritaria, alla luce di 'uesto 'uadro, 1 la trasversalit& delle politic0e pubblic0e 5!, peraltro gi& sperimentata nel precedente Piano sociale, c0e deve essere costantemente implementata anc0e attraverso l'adozione di soluzioni nuove.

I cambiamenti nel mondo del &olontariato <ambiano la composizione della comunit&, la vita per le famiglie e per i cittadini e, conseguentemente, anc0e il modo di impegnarsi nella vita sociale. Tutti i territori riportano il fenomeno della mancanza di ricambio generazionale nelle associazioni e la difficolt& di trovare persone c0e assumano incaric0i di responsabilit&5#. Viene evidenziato inoltre il problema della pesantezza burocratica per le associazioni e della rigidit&5$ delle forme di gestione di spazi e strutture pubblic0e.

La ric,ie%ta di l$o+,i e %pazi ?n altro aspetto c0e emerge dai contributi del percorso partecipativo riguarda gli spazi di incontro 9libero o informale; a disposizione delle famiglie, dei giovani e degli anziani. Tali luog0i sono molto apprezzati dove esistono e ric0iesti dove mancano5". Viene proposto di pensare a misure per cui i cittadini possano usufruire di spazi in cui incontrarsi, confrontarsi ma possano anc0e impegnarsi, collaborare e sostenersi a vicenda. %i pu2 osservare come i territori siano alla ricerca di una solidariet& propria e di un sostegno 4naturale5, 'uindi meno mediato dalle istituzioni
44 #! #1 #2 #3 #4
%i pensi, ad esempio, alla <ircoscrizione di >ardolo c0e 0a visto passare dal 5 al #)H la percentuale di presenza straniera a fronte del dato cittadino dell'!!H e provinciale del -H 9dal documento della <ommissione Politic0e sociali di >ardolo, 5 marzo #)!#; V., ad esempio, al complesso il +agnete della <ircoscrizione <entro %toricoGPiedicastello Documento a supporto ed integrazione del verbale n.!! riguardante l'elaborazione del percorso per la revisione del piano sociale d'ambito, <ircoscrizione Nltrefersina Documento relativo all'espressione di un parere riguardante l'aggiornamento del percorso di costruzione del Piano sociale della <itt& di Trento, <ircoscrizione +eano Documento relativo all'espressione di un parere riguardante l'aggiornamento del percorso di costruzione del Piano sociale della <itt& di Trento, <ircoscrizione +eano %egnalato in particolare dalla <ircoscrizione <entro %toricoGPiedicastello

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ma favorito e promosso dall'8nte pubblico.

LE PRIORITA'

Eafforzare l'impegno nella promozione della coesione sociale come opera collettiva e non demandabile solo agli enti pubbliciC rafforzare il sostegno al mondo dell'associazionismo, del volontariato e della cittadinanza attivaC

recuperare la corresponsabilit&55 rispetto all'utilizzo di luog0i:non luog0i e spazi comuni.

LE PROPOSTE

%tudiare e sperimentare nuove forme di collaborazione fra soggetti pubblici e privati per la
gestione di attivit& e spazi5( anc0e attraverso condivisione di compiti 9ad es. nel campo della piccola manutenzione e della valorizzazione ambientale, come gi& sperimentato in alcune <ircoscrizioni;C studiare e sperimentare soluzioni c0e consentano il recupero di risorse finanziarie da parte delle associazioni e individuare forme di semplificazione amministrativaC sostenere il coinvolgimento delle associazioni di stranieri presenti sul nostro territorio.

## #1

Verso il Piano sociale di ambito #)!$, contributo <ircoscrizioni Argentario, Povo e Villazzano V. anc0e Documento avente ad oggetto il Piano sociale d'ambito del <omune di Trento I approvazione, verbale di approvazione n.*-, <ircoscrizione <entro %toricoGPiedicastello

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LE (ODALITA' DI ATT9ACIONE

PRIORITA' Ra22orzare l'impe+no nella promozione della coe%ione %ociale come opera colletti&a e non demandabile %olo a+li enti p$bblici Ra22orzare il %o%te+no al mondo dell'a%%ociazioni%model &olontariato e della cittadinanza atti&a

OHIETTIVI =avorire una professionalit& diffusa capace di promuovere percorsi di progettazione partecipata

ATT9ACIONE Proporre percorsi formativi misti sui temi della sussidiariet&, del @elfare relazionale e sullo sviluppo di comunit&

%ostenere il coinvolgimento delle associazioni di stranieri presenti sul nostro territorio

+antenere e ampliare le esperienze in atto in alcuni territori 9ad es. <ircoscrizioni di >ardolo e Nltrefersina; in cui viene valorizzata la partecipazione di persone straniere Allargare le esperienze in corso interessando, oltre ai singoli residenti stranieri, le associazioni di stranieri presenti sui territori anc0e in collaborazione con <informi 9le associazioni posso essere coinvolte, ad esempio, nella progettazione di percorsi formativi a sostegno della genitorialit& in collaborazione con la scuola;

Incentivare soluzioni c0e consentano il recupero di risorse finanziarie da parte delle associazioni e individuare forme di

Proseguire nel lavoro attualmente in corso in collaborazione con la Provincia e con il Terzo settore, tenendo conto dei vincoli normativi esistenti, diretto a favorire una

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semplificazione amministrativa

maggiore autonomia finanziaria alle associazioni c0e operano nel settore socio assistenziale Individuare in 'uali fasi, all'interno delle procedure amministrative c0e coinvolgono le associazioni operanti nel sociale, siano possibili semplificazioni compatibili con le prescrizioni normative attuali

Rec$perare la corre%pon%abilit/ ri%petto alla 2r$izione di l$o+,iInon l$o+,i e %pazi com$ni

%tudiare e sperimentare nuove forme di collaborazione fra soggetti pubblici e privati per la gestione di attivit& e spazi

<ontinuare a sostenere le autonome iniziative di cittadini singoli ed associati per lo svolgimento di attivit& di interesse generale, alla luce del fatto c0e nei territori sono gi& presenti gruppi di giovani, di adulti e di anziani disponibili a prendersi carico della gestione di spazi e di attivit& di interesse comune. A tal fine 1 opportuno continuare a valorizzare le risorse gi& presenti sui territori 9<ircoscrizioni e Poli sociali; e la metodologia di lavoro sociale fin 'ui utilizzata 9progetti di sviluppo di comunit&, azioni di sensibilizzazione e formazione, auto mutuo aiuto; Verificare la possibilit& di sperimentare nuove modalit& di organizzazione di spazi comuni c0e rinforzino le opportunit& di aggregazione, anc0e intergenerazionali

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AREA HA(HINI- ADOLESCENTI E GIOVANI

Il gruppo di regia 0a scelto di mantenere l'area )G#- anni, anc0e se molto ampia, per sottolineare l'aspetto di continuit& dell'intervento educativo e formativo, c0e inizia alla nascita e si conclude dopo l'entrata del giovane nel mondo adulto. Il gruppo di lavoro c0e 0a operato su 'uest'area 0a rilevato c0e uno dei principali risc0i per i cittadini in 'uesta fascia d'et&, 1 legato alle possibili diseguaglianze sociali rese ancora pi3 evidenti in 'uesto periodo di crisi economica e di riduzione delle risorse disponibili. Ad aggravare il problema delle disparit& sociali si ritiene sia la concomitanza di fattori economici ed occupazionali c0e stanno intaccando anc0e nuove categorie di cittadini. %i tratta pertanto di un fenomeno rilevante c0e aumenta il divario fra c0i 0a risorse 9denaro, cultura, opportunit&, salute; e c0i ne 0a meno, in un processo c0e la crisi sta ragazzi. Il gruppo di lavoro, incontrando i soggetti e le realt& coinvolte in 'uesto ambito, propone di suddividere l'analisi in tre fasce d'et&A dai ) ai ( anni 9in cui l'influenza delle dinamic0e familiari 1 ancora preponderante; e dai * ai ! , in 'uanto ancora et& di tutela, con un'attenzione, per2, all'et& fino ai #- anni, in cui si considera mediamente raggiunto un livello di autonomie sufficienti, con l'ingresso a tutti gli effetti nel mondo adulto. accelerando. 6uesta situazione preoccupa per la possibile incidenza sulle fasi evolutive e di crescita di bambini e

I PROHLE(I ; 03 ANNI<

Per 'uanto riguarda la fascia d'et& )G( anni, un approfondito ed organico contributo di analisi e proposta viene dal lavoro svolto da educatori e pedagogisti dei /idi d'infanzia del <omune di Trento e, per le scuole dell7infanzia, dall'?fficio Infanzia della Provincia Autonoma di Trento in stretta collaborazione con .a =ederazione provinciale scuole materne e l'associazione

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<o.8.%.I. %ono stati coinvolti i servizi per la prima infanzia del territorio e #5) persone fra insegnanti, genitori, coordinatori pedagogici e bambini di /. #5 scuole dell7infanzia. In particolare alcuni contributi 0anno messo in luce l'aumento di segni di disagio 5* e difficolt& dei bambini, talvolta associati a situazioni di fragilit& familiare legate a difficili situazioni economico, sociale, lavorativa dei genitori o alla 'ualit& delle relazioni esistenti nel nucleo familiare. .e difficolt& si manifestano prevalentemente nei seguenti ambiti di sviluppoA sfera affettivoGemotivaGrelazionale sfera cognitivoG linguistica sfera delle autonomie

Eimangono inoltre aperte alcune problematic0e legate alla comunicazione con le famiglie di cittadinanza non italiana e la connessa necessit& di pensare a nuove modalit& per creare aggregazione e vicinanza nel territorio. <omplessivamente, dai contributi sono emerse le seguenti priorit&A

necessit& di un accompagnamento continuativo alle famiglie nell'arco dell'infanzia in

un'ottica di alleanza tra servizi educativi, scuole e famiglie necessit& di condividere la responsabilit& educativa attraverso la partecipazione delle

famiglie alla vita delle comunit&, iniziando dall'aggregazione, la costruzione di reti informali, la condivisione di compiti nella gestione 'uotidiana delle famiglie un'attenzione sempre maggiore al tema della conciliazione fra i tempi di vita e di lavoro necessit& di migliorare il raccordo tra i diversi soggetti della rete territoriale dei servizi, pure

presente 9 servizio:polo sociale I coordinamento pedagogico:scuole dell7infanzia I azienda sanitaria; ai fini di un sostegno alle famiglie in situazione di disagio . Npportuna una regia c0e definisca obiettivi, procedure, organizzazione per mettere in campo iniziative 9valorizzando 'uelle gi& ben funzionanti; coordinamento e orientamento rispetto alle attivit&, iniziative e servizi rivolti alle famiglie sostegno a percorsi di conoscenza, mediazione e interazione multiculturale

#2

.a casistica del disagio 1 circoscritta dall7?fficio Infanzia della P.A.T. in base a $ criteriA caso noto 9segnalato;, caso sostanziato da un intervento 9 la scuola 0a attivato particolari strategie e attenzioni educative specific0e;, caso persistente 9non risolto entro $ mesi con un intervento;

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I PROHLE(I ;B02@ ANNI<

Per 'uanto riguarda la fascia d'et& *G#- anni, attraverso il percorso di confronto fra le realt& interessate a 'uest'area, svolto in stretta sinergia con i %ervizi sociali, le Politic0e giovanili e il %ervizio %ervizi all'Infanzia, istruzione e sport del <omune di Trento, sono state individuate sostanzialmente tre aree di problemi

Pro+etto di &ita6 identit/ 0 a$tonomia Tutti i soggetti coinvolti riportano la necessit& c0e il mondo adulto si occupi dell'apprendimento di competenze da parte dei bambini e dei giovani rispetto al tema della capacit& di soluzione concreta di problemi 9pro lem sol#ing;. /on ci si riferisce, in 'uesto caso, a minori con disturbi specifici dell'apprendimento, ma all'aumento 'uantitativo di bambini c0e fin dalla prima infanzia manifestano disagi legati alle sfere emotivoGcomportamentali, cognitive e di autonomia5 e c0e nella crescita vedono evolvere 'ueste problematic0e. In particolare le realt& c0e si occupano di minori evidenziano un 4impoverimento delle abilit& culturali di base di una 'uota crescente della popolazione in et& evolutiva5.<= .'esasperazione delle istanze individuali() e la presenza sempre pi3 massiccia del mondo virtuale nella vita dei bambini, degli adolescenti e dei giovani, rendono ancora pi3 importante lavorare sulla creazione di opportunit& di relazione, tra pari e intergenerazionali, reali e concrete. Per i bambini e per gli adolescenti il tempo passato da soli 9in casa o in strada; aumenta a causa degli impegni lavorativi dei genitori e la contemporanea diminuzione del numero dei nonni a disposizione. Il tempo viene speso spesso in attivit& al computer o davanti alla televisione. 6uesta solitudine legata ad uno stato di 4non occupazione5, cosM com'1 stata definita dai partecipanti al percorso, pu2 creare adolescenti e giovani in balia delle possibilit& c0e si presentano loro per riempire il vuoto, aprendo a volte la strada a comportamenti a risc0io, all'uso di sostanze e di alcol, alla piccola criminalit&. .a diminuzione di relazioni concrete in cui spendere le proprie attitudini e capacit& fa emergere una diffusa incapacit& di riconoscere e gestire le emozioni.
#3
Definizione di disagio c0e si rifa a criteri definiti dal %ervizio Istruzione della P.A.T.A disagio noto 9segnalato;, disagio sostanziato 9la scuola deve attivare particolari strategie per gestire la situazione;, disagio persistente 9non risolto entro $ mesi con un intervento;. I disagi si riferiscono a difficolt& nel riconoscimento e controllo delle emozioni, difficolt& relazionali, difficolt& di attenzione e concentrazione, problematic0e legate ai pasti, rifiuto del cibo e controllo degli sfinteri .etture e proposte relative ai fenomeni c0e interessano la popolazione minorile e giovanile a Trento, #)!$, <ooperativa sociale 4.a ,ussola5 %u 'uesto vedasi l'osservatorio del progetto 8ducativa di strada 4I panc0inari e...5, fenomeni e disagi degli adolescenti di Trento #)!$, <ooperativa sociale 4Arianna5

#4 1!

4!

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Anc0e in 'uest'area non sembrano mancare iniziative, azioni e attivit& rivolte ai bambini, agli adolescenti ed ai giovaniA 'uello c0e appare migliorabile 1, piuttosto, un disegno organico e coerente delle offerte. ?ormazione 0 orientamento0occ$pazione In 'uest'area sono stati segnalati i problemi riguardanti il percorso formativo dei ragazzi, c0e presenta alcune criticit& c0e, brevemente, vengono 'ui riassunteA problemi legati all'abbandono scolastico precoce 9rilevante per gli stranieri, ma in crescita nella popolazione giovanile italiana; e conseguente aumento di ragazzi c0e, pur non fre'uentando la scuola, non trovano un'occupazioneC aumento delle diseguaglianze nel campo delle attivit& ePtra scolastic0e per ragioni economic0e e per ragioni culturaliC collegamento poco organico fra il mondo della formazione e del lavoro.

Sen%o ci&ico0relazioni0&ita com$nitaria Anc0e in 'uesto ambito il gruppo di lavoro 0a evidenziato nel mondo adolescenziale 4forme di solitudine e isolamento date dalla mancanza di relazioni significative, di capacit& di riconoscimento dell'altro da sB come possibilit& di crescere5.>/ In particolare appaiono sempre pi3 ridotte le relazioni intergenerazionali sia per 'uanto riguarda bambini e giovani italiani c0e stranieri. Vi sono ragioni ormai note come la frammentazione dei nuclei familiari e la distanza fra le famiglie e le famiglie d'origine c0e non aiutano lo scambio intergenerazionale nella 'uotidianit& della vita. Da tutti i gruppi interpellati la domanda di spazi di incontro risulta prioritariaA la ric0iesta riguarda luog0i in cui possano incontrarsi, anc0e solo per brevi tratti, i vari mondi 9adulti, anziani, famiglie, volontari, ecc...;. Appare inoltre prioritario accrescere la capacit& di presenza sociale dei giovani sul territorio stimolandone la positiva curiosit& verso gli altri, la socievolezza, il desiderio di essere e sentirsi utili, la capacit& di formulare progetti e di realizzarli per imparare a percepirsi non una risorsa potenziale ma una risorsa attuale.

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Nsservatorio del progetto 8ducativa di strada 4I panc0inari e...5 G =enomeni e bisogni degli adolescenti di Trento #)!$

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LE PRIORITA'

Eidefinire e rendere organica l'offerta di sostegno alla funzione educativa 9v. anc0e area
famiglie;5 promuovere lo sviluppo dell'identit& e l'autonomia attraverso l'offerta di esperienze attive concrete a bambini, adolescenti e giovani, in collaborazione con adulti significativiC promuovere il senso civico e l'appartenenza sociale e comunitariaC rivolgere attenzione alle diseguaglianze dovute a fattori di appartenenza familiare e provenienza.

LE PROPOSTE

Eicomporre la frammentazione degli interventi, delle figure e dei soggetti c0e si occupano di bambini, adolescenti e giovaniC

rinforzare l'alleanza fra scuola, famiglia e territorio5


individuare forme di utilizzo di spazi, territorialmente distribuiti, in cui coinvolgere direttamente bambini, adolescenti e giovaniC realizzare percorsi di cittadinanza attiva con destinatari minori e giovani sotto forma di iniziative di sensibilizzazione e di formazione esperienziale.

LE (ODALITA' DI ATT9ACIONE

PRIORITA' Ride2inire e rendere or+anica l'o22erta di %o%te+no alla

OHIETTIVI %uperare la frammentazione degli interventi, delle figure e dei soggetti c0e si occupano

(ODALITA' DI ATT9ACIONE +antenere il gruppo di regia di 'uest'area con la finalit& di razionalizzare l'attivit& e le proposte

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2$nzione ed$cati&a

dell'educazione di bambini, adolescenti e giovani

dei tavoli gi& esistenti

Istituire un Tavolo di lavoro del Territorio Val d'Adige 9eventualmente suddiviso in due sottogruppi; c0e si raccordi con i gruppi di lavoro gi& esistenti, con l'obiettivo di orientare e coordinare le attivit& rivolte a 'ueste fasce d'et& secondo i problemi e priorit& individuate nel Piano sociale, e c0e rappresenti il raccordo oltre c0e delle funzioni presenti nell'Amministrazione 9%ervizi all'Infanzia, istruzione e sport, Politic0e giovanili, %ervizi sociali; anc0e con Dipartimento Istruzione della Provincia, Azienda %anitaria, 8nti del Terzo settore, privato sociale, associazionismo Eendere pi3 coordinata e organica l'offerta delle iniziative, attivit& e servizi per minori Diffondere in modo organico e coordinato l7offerta di iniziative, attivit& e servizi 9con un'attenzione particolare alla fascia )G! ; utilizzando gli strumenti di comunicazione gi& esistenti o forme di comunicazione condivisa Prom$o&ere lo %&il$ppo dell'identit/ e l'a$tonomia attra&er%o l'o22erta di opport$nit/ di Individuare forme di organizzazione autonoma di spazi, territorialmente distribuiti, in cui coinvolgere direttamente bambini, Individuare la possibilit& di usufruire di luog0i flessibili e poco formalizzati dove minori e giovani possano intrecciare relazioni anc0e intergenerazionali e vivere

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%perimentazione concreta ai bambiniadole%centi e +io&ani in collaborazione con ad$lti %i+ni2icati&i

adolescenti e giovani

esperienze, secondo il metodo dei progetti di sviluppo di comunit& Eealizzare collaborazioni su progetti concreti fra i %ervizi dell7Amministrazione comunale interessati, le societ& sportive, gli scout, le parrocc0ie, le associazioni e il privato sociale

Promozione del %en%o ci&ico e dell'appartenenza %ociale e com$nitaria

Eealizzare percorsi di cittadinanza attiva c0e coinvolgano bambini, adolescenti e giovani

Proseguire nei progetti volti a valorizzare la 4dimensione del fare5 9come ad es. consulte giovanili, piani giovani di zona, servizio civile, centri d'arte, centro musica, centro teatro, summerXobs...; Progettare percorsi di protagonismo e di formazione esperienziale di bambini, adolescenti e giovani 9ad es. progetto a piedi sicuri, bambini cittadini attivi...; in collaborazione con i soggetti dei vari territori +antenere e, ove possibile, rinforzare il lavoro di prevenzione e promozione sui territori attraverso i tavoli e i gruppi di lavoro dei Poli sociali con adolescenti e giovani e con le realt& locali 9<ircoscrizioni, associazioni, volontariato, istituti scolastici, privato sociale;

Attenzione alle di%e+$a+lianze do&$te a 2attori di

%viluppare azioni rivolte a bambini, adolescenti e giovani a risc0io

+antenere azioni di prevenzione e progetti in relazione ai fenomeni di disagio c0e si manifestano nel

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appartenenza 2amiliare e pro&enienza

disuguaglianza

percorso di crescita dei ragazzi 9come ad es. l'educativa di strada o altre forme di sostegno;

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AREA AD9LTI

Il Piano sociale della <itt& di Trento del #))! prevedeva di 4favorire la responsabilizzazione sociale agendo sugli ambiti riguardanti il lavoro, la casa e le reti sociali5. Dall'analisi odierna tali ambiti risultano essere ancora di forte attualit& anc0e in considerazione dei sempre maggiori risc0i riguardanti la perdita dell'occupazione, la perdita dell'abitazione e l'emarginazione sociale per segmenti di popolazione fino a 'ualc0e anno fa non toccati da 'uesti problemi. Tali situazioni sembrano riguardare principalmente gli adulti soli e, tra 'uesti, una parte degli stranieri(# c0e faticano maggiormente a trovare lavoro o casa. A 'ueste dinamic0e si aggiungono temi trasversali all'area famiglie per 'uanto riguarda i caric0i di cura rispetto a genitori anziani 9soprattutto per il genere femminile; e l'aumento della sensazione di scoraggiamento e depressione legata alle difficolt& economic0e 9soprattutto per il genere masc0ile;. 6uesto dato 1 confermato, oltre c0e dalle realt& c0e 0anno partecipato al percorso, anc0e dal Profilo di salute del Distretto %anitario <entro /ord c0e afferma c0e ci che per risulta essere associato con l$essere in difficolt economica ( il presentare sintomi di depressione e, in maniera fortemente significati#a :molto pi3 che negli altri 6istretti9, il percepire di essere in catti#a salute. I temi della solitudine e dell'isolamento, pur essendo all'attenzione degli operatori gi& da 'ualc0e anno($, continuano a manifestarsi con forza, acuiti dalla crisi economica e sociale.

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Dall'analisi di <informi ci2 riguarda prevalentemente i masc0i, ma 1 segnalata tale condizione di risc0io anc0e per le donne %i vedano le relazioni dei Poli sociali e i numerosi progetti rivolti agli 4adulti soli5 promossi da Poli sociali e <ircoscrizioni

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LE PRIORITA'

Tralasciando in 'uesta sezione le problematic0e gi& evidenziate nelle altre aree, le realt& coinvolte 0anno indicato, come aree prioritarie su cui lavorare, le seguentiA %ostegno nell'affrontare i problemi di occupazione e reddito attraverso il potenziamento della stabilit& abitativa, in particolare relativamente ai costi di mantenimento di un'abitazioneC promozione dell'incontro fra bisogni di assistenza e cura con risorse umane inutilizzate perc0B in attesa o senza occupazioneC prevenire situazioni di disagio e promuovere l'uscita di persone non occupate dall'isolamento e situazioni di solitudine, con conseguente aumento del risc0io di emarginazione sociale.

PROPOSTE

In considerazione del collegamento di alcune proposte a 'uelle di altre aree, parte di 'uanto emerso in 'uest'area 1 stato incluso nelle linee di intervento riguardanti l'area famiglie, l'area dedicata ai territori, l'area anziani e l'area occupazioneGvulnerabilit&. %i specificano comun'ue di seguito alcune proposte emerse ed affrontate riguardanti la popolazione adulta pi3 vulnerabile. Per affrontare i problemi dell'abitare e della solitudine si propone di promuovere e rafforzare esperienze di coabitazione e di accoglienza partendo da alcuni progetti gi& in corso di sperimentazione come 4<asa solidale5 e 4Accoglienza adulti in difficolt&5C si propone di studiare forme di condizionalit& del reddito di garanzia, collegandone l'erogazione a un'attivit& lavorativa o occupazionale. %i potrebbero impiegare persone c0e percepiscono il reddito di garanzia in attivit& di vario tipo di utilit& sociale. 6uesta sollecitazione emerge da tempo dall'esperienza degli assistenti sociali di molte <omunit& ed 1 stata anc0e fatta propria, recentemente, dal <onsiglio comunale di TrentoC sviluppare ed ampliare la modalit& di lavoro dei gruppi di autoGmutuoGaiuto per affrontare periodi critici e rinforzare la stima, la cura di sB e ricercare nuove relazioni.

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LE (ODALITA' DI ATT9ACIONE

PRIORITA' So%te+no nell'a22rontare i problemi di occ$pazione e reddito attra&er%o il potenziamento della %tabilit/ abitati&a- in particolare relati&amente ai co%ti di mantenimento di $n'abitazione

OHIETTIVI Promuovere e rafforzare esperienze di coabitazione e di accoglienza anc0e nell'ottica di ottimizzare l'utilizzo delle risorse

(ODALITA' DI ATT9ACIONE <onsolidare alcuni progetti in via di sperimentazione come 4<asa solidale5 e 4Accoglienza adulti in difficolt&5

Individuare con la Provincia le modalit& di ampliamento e miglioramento del progetto, alla luce dei buoni risultati ottenuti in risposta ai problemi dell'abitare e della carenza di reti di relazione Proseguire il rapporto con i %ervizi sanitari per supportare e supervisionare le accoglienze <onsolidare il lavoro di individuazione e partecipazione attiva di utenti del servizio sociale

Promozione dell'incontro 2ra bi%o+ni di a%%i%tenza e c$ra con ri%or%e

%tudiare forme di applicazione del principio di condizionalit& del

Verificare e sperimentare con la collaborazione della Provincia la fattibilit& di condizionare l'erogazione del reddito di garanzia allo svolgimento

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$mane in$tilizzate perc,J in atte%a o %enza occ$pazione

reddito di garanzia

di attivit& di vario tipo di utilit& sociale, come da tempo proposto dai servizi sociali, tenendo conto dei vincoli normativi attuali

Pre&enire %it$azioni di%a+io ed emar+inazione %ociale e prom$o&ere l'$%cita di per%one non occ$pate dall'i%olamento e %it$azioni di %olit$dine

Promuovere la partecipazione al servizio anc0e delle persone c0e attraversano momenti di difficolt&, sia per valorizzarne le risorse c0e per favorirne il coinvolgimento nelle reti comunitarie <ontrastare il senso di isolamento e solitudine, con conseguente aumento del risc0io di emarginazione sociale

Valorizzare la disponibilit& delle persone, anc0e in situazione di difficolt&, ad adoperarsi in servizi e compiti di aiuto, di assistenza, di servizio alla comunit&

Aumentare, in accordo con la Provincia, i progetti secondo il modello dell'autoG aiuto a favore di persone c0e attraversano momenti di difficolt& 9ad es. problemi lavorativi, separazioni, disoccupazione, ecc; +antenere e, ove possibile, rinforzare i progetti, tavoli e i gruppi di lavoro dei Poli sociali e dell'area Inclusione sociale con le realt& locali 9<ircoscrizioni, associazioni, volontariato, sanit&, privato sociale;

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AREA ANCIANI

>li elementi e le caratteristic0e emerse dalle riflessioni in 'uest'area si collegano ai principali fenomeni gi& descritti nell'area famiglie. In particolare si conferma l'aumento dei problemi legati alle situazioni di parziale o totale non autosufficienza, all'allentamento delle relazioni di prossimit& ed all'alta incidenza di anziani soli in determinate zone della citt&, c0e talvolta vivono in abitazioni non pi3 adatte alle proprie condizioni di salute. 8merge, anc0e in 'uest'area, la condizione di sovraccarico delle famiglie e di adulti soli 9non coniugati, divorziati, ecc.; c0e devono gestire situazioni di genitori anziani talvolta non autosufficienti o parzialmente autonomi.

I PROHLE(I

Dal confronto nei gruppi di lavoro, sono emersi i seguenti problemiA maggiore diffusione di situazioni di anziani soli. .a persona anziana tende infatti ad isolarsi, sia per mancanza di rete familiare o di riferimenti esterni, sia per ricerca della solitudine o per disturbi psic0ici. Eispetto a tale aspetto 1 da segnalare come non vi sia ancora un'attenzione significativa nei confronti degli aspetti emozionali e psicologici e alle conseguenze di eventi criticiC maggiore difficolt& delle famiglie a corrispondere al bisogno di assistenza. A fronte di un crescente numero di anziani non autosufficienti sono segnalati in aumento problemi di tipo economico c0e non permettono l7assunzione di assistenza privata. %ono inoltre segnalati come problema i tempi d'attesa per l'accesso ai serviziC offerta non sufficiente di periodi di sollievo dal lavoro di assistenza, per sgravare famiglie o assistenti familiariC aggravamento delle condizioni di salute:prolungamento della vita in condizioni di non

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autosufficienza con conseguente aumento delle ric0ieste di intervento di tipo sanitario. 8' stato inoltre evidenziato un bisogno di informazione 9per gli anziani e per i familiari; rispetto ai servizi presenti sul territorio e la necessit& di essere guidati nei percorsi e nelle modalit& per accedervi. Il risc0io c0e viene anc0e sottolineato 1 c0e i sostegni ed i sussidi si concentrino sulle situazioni conclamate anc0e dal punto di vista sanitario a sfavore di iniziative e azioni a carattere preventivo e di promozione della salute.

LE PRIORITA'

.e priorit& individuate dal gruppo di lavoro sono riassumibili nei tre punti c0e seguonoA <oordinare e rafforzare le forme di sostegno alla rete familiare messa in difficolt& dal carico di cura, fornendo alle famiglie informazioni coordinate ed accompagnamento nel percorso di attivazione dei servizi alla persona 9sovraccarico di impegni, fragilit&, affaticamento;C promuovere azioni di rafforzamento della rete di prossimit& e vicinato in collaborazione con i servizi socioGsanitariC promuovere l'invecc0iamento attivo e il ruolo sociale degli anziani e prevenire l'isolamento sociale.

LE PROPOSTE

.e proposte individuate sono stateA +igliorare il coordinamento della rete di servizi esistente, con conseguente maggiore informazione ed accompagnamento delle famiglie e di sostegno ai 4care givers5C sviluppare forme di partecipazione di familiari esperti in attivit& e negli accompagnamenti alle famiglieC promuovere, in collaborazione anc0e con l'Azienda sanitaria, azioni formative rivolte ai cittadini su tematic0e legate all'assistenzaC sperimentare modalit& integrative di aiuto domiciliare c0e consentano di soddisfare una maggiore domanda.

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LE (ODALITA' DI ATT9ACIONE

PRIORITA' Coordinare e ra22orzare le 2orme di %o%te+no alla rete 2amiliare me%%a in di22icolt/ dal carico di c$ra ;%o&raccarico di impe+ni- 2ra+ilit/a22aticamento<

OHIETTIVI Diffondere la conoscenza degli interventi rivolti agli anziani ed alle loro famiglie

(ODALITA' DI ATT9ACIONE Eealizzare attivit& di informazione sulle iniziative organizzate dai soggetti gi& operanti e dalla rete di volontariato esistente

%viluppare nell'ambito delle attivit& socio G sanitarie, la funzione dell'orientamento e l'accompagnamento delle famiglie nel percorso d'aiuto

%perimentare forme di accompagnamento alle famiglie pi3 fragili organizzate dai soggetti gi& operanti e dalla rete di volontariato esistente in partners0ip e collaborazione %perimentare azioni c0e vedano il coinvolgimento di familiari c0e 0anno gi& vissuto, o stanno vivendo, situazioni con caric0i di cura di familiari anziani 9famiglie esperte;

<ollaborare con l'Azienda sanitaria per promuovere azioni formative rivolte ai cittadini su tematic0e legate all'assistenza. Prom$o&ere azioni di ra22orzamento della %viluppare forme di partecipazione di Individuare, assieme a tutti i soggetti gi& operanti, i possibili spazi di

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rete di pro%%imit/ e &icinato in collaborazione con i %er&izi %ocio0%anitari

familiari esperti in attivit& e negli accompagnamenti alle famiglie

collaborazioneA accompagnamento, informazione ma anc0e programmazione e valutazione dei servizi. <ontinuare a sostenere l'esperienza del Progetto Pronto PIA 9Persone Insieme per gli Anziani; Promuovere iniziative 9informative, formative e organizzative; congiunte fra associazioni appartenenti alla rete %perimentare un modello formativo organico rivolto ai volontari delle associazioni coGgestito anc0e per ottimizzare le risorse disponibili

Prom$o&ere l'in&ecc,iamento atti&o e il r$olo %ociale de+li anziani e pre&enire l'i%olamento %ociale

%ostenere, compatibilmente con le risorse disponibili ed in collaborazione con l'Azienda sanitaria, il coinvolgimento attivo degli anziani +antenere e, ove possibile, rinforzare il lavoro di prevenzione e promozione sui territori

<oordinare le attivit& dei <ircoli pensionati e anziani nell'ambito della promozione dell'invecc0iamento attivo e sano, rinforzando le opportunit& culturali, di socializzazione e di solidariet&

<onsolidare i tavoli e i gruppi di lavoro dei Poli sociali con la partecipazione di cittadini anziani e con le realt& locali 9<ircoscrizioni, associazioni, volontariato, privato sociale;

%perimentare modalit& integrative di aiuto alla domiciliarit& c0e consentano di

Valutare, anc0e in collaborazione con soggetti del terzo settore, nuove soluzioni organizzative ad integrazione del servizio tradizionale di assistenza

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soddisfare una maggiore domanda

domiciliare. Einforzare il ruolo sociale delle E%A come punto di riferimento di servizi a sostegno della domiciliarit&

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AREA N9OVE CITTADINANCE

All'anagrafe del <omune di Trento, alla data del $! dicembre #)!#, risultano residenti !$.(*) stranieri, pari al !!,*H della popolazione totale. <onsiderato c0e nel #))# la presenza degli stranieri incideva per il $,-H sul totale, l'aumento, nel corso di !) anni, 1 significativo, anc0e in termini di impatto sociale. A seconda del loro progetto di immigrazione, i problemi affrontati dai cittadini stranieri sono simili a 'uelli affrontati dai cittadini italiani e sono in gran parte ascrivibili alle seguenti areeA occupazione:reddito:abitazioneC difficolt& di convivenza, riconoscimento e rispetto delle differenze culturaliC isolamento sociale e scarsa presenza di reti di supporto. <i2 c0e rende diversi i problemi affrontati dalla popolazione straniera 1 l'acuirsi delle disuguaglianze sociali e delle condizioni di fragilit& e risc0io dovute soprattutto aA pregiudizi culturali c0e possono trasformarsi in maggiori difficolt& di accesso ad alcune opportunit& da parte dei cittadini stranieriC stili di vita ed approcci culturali diversi da 'uelli maggioritari, c0e rappresentano, a volte, una criticit& soprattutto nel rapporto fra le famiglie e le agenzie c0e si occupano di minori. Alcuni indicatori evidenziano inoltre come la popolazione straniera sia in condizione di maggiore fragilit& e risc0io sui parametri di reddito, di livello di istruzione dei propri componenti, di numerosit& del nucleo familiare e di assenza di rete parentale e amicale di supporto.

I PROHLE(I

/el confronto con le realt& interessate emerge c0e la popolazione straniera 1 in gran parte composta, soprattutto nella fase iniziale dei progetti migratori, da persone sole giunte in Italia con
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l'obiettivo di guadagnare un reddito per inviarlo nel proprio Paese di origine. Tale condizione si connota di conseguenza per l'assenza di significative reti familiari o amicali di supporto. Di conseguenza, gli eventi critici della vita 9problemi di reddito, occupazione, salute, abitazione; causano spesso conseguenze molto forti, con 'uasi immediata ric0iesta di accesso ai servizi pubblici. %pesso tali criticit& sono da ascriversi a diversit& di tipo culturale, alla carenza di reti di supporto nella gestione di momenti problematici e alla maggior complessit& del contesto locale 9e 'uindi alla necessit& c0e le famiglie dispongano di competenze elevate per rispondere ai bisogni 'uotidiani;. All'interno di 'uesta area 1 da evidenziare come nuovo fronte di attenzione 'uello delle seconde generazioni. %i evidenzia, inoltre, l'opportunit& di promuovere azioni di contrasto al pregiudizio.

PRIORITA'

Eispetto al complesso mondo dell'immigrazione, i gruppi di lavoro 0anno individuato le seguenti priorit&A affrontare in modo organico e pi3 efficace i problemi di reddito, occupazione, abitazione, saluteC in collaborazione con il Distretto %anitario <entro nord, promuovere riflessione e confronto sulla dimensione della salute e dell'utilizzo dei servizi per garantirne la curaC promuovere confronto e scambio fra famiglie italiane e immigrate su temi educativi in particolare nell'ambito dell'interazione con le agenzie educative istituzionali. 6uesta priorit& risulta strettamente correlata al tema delle seconde generazioni, cio1 dei i figli nati in Italia da genitori immigrati.

PROPOSTE

Affrontare in modo organico e pi3 efficace i problemi di reddito, occupazione, abitazione, salute, c0e sono particolarmente rilevanti per le nuove cittadinanze e c0e coinvolgono vari attoriC

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ipotizzare e promuovere occasioni di conoscenza e confronto fra nuclei familiari c0e presentano bisogni abitativi o di reddito e nuclei familiari c0e 0anno bisogni di cura e assistenzaC promuovere e sostenere la nascita di occasioni di incontro:confronto fra famiglie italiane e straniere sui temi riguardanti l'educazione dei figli, il rapporto in particolare con la scuola 9anc0e su tematic0e specific0e come lo studio, i compiti, ecc.; e sul tema della salute.

LE (ODALITA' DI ATT9ACIONE

PRIORITA' A22rontare in modo or+anico e pi5 e22icace i problemi di redditoocc$pazioneabitazione- %al$te

OHIETTIVI Promuovere l'istituzione di un gruppo di lavoro misto c0e metta a sistema le collaborazioni gi& in atto fra le realt& c0e si occupano di immigrazione nel Territorio Val d'Adige %uperare la frammentariet& degli interventi rivolti alla popolazione immigrata

(ODALITA' DI ATT9ACIONE Nrganizzazione momenti di lavoro con gli uffici provinciali competenti in materia di immigrazione(" e con tutte le realt& significative presenti sul territorio e definizione dei compiti del gruppo di lavoro

<reazione di occasioni di partecipazione dei rappresentanti delle associazioni di immigrati per la rilevazione dei principali problemi della popolazione immigrata residente 9v. anc0e area Territorio;

Promuovere forme di incontro e confronto fra famiglie immigrate e italiane

Proseguire nello sviluppo di progetti di integrazione della popolazione straniera 9corsi di italiano per donne straniere, progetti di sensibilizzazione nei 'uartieri; anc0e in collaborazione con le

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Cinformi

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realt& del territorio 9privato sociale, =ondazione <omunit& %olidale, ATA%, Villa %ant'Ignazio, <informi; +antenere e, ove possibile, rinforzare il lavoro di prevenzione e promozione sui territori attraverso i tavoli e i gruppi di lavoro dei Poli sociali e dell'area Inclusione sociale 9<ircoscrizioni, <informi, associazioni, volontariato, privato sociale; Valorizzare il ruolo della mediazione culturale Ipotizzare e promuovere spazi di incontro e scambio per i nuclei c0e presentano bisogni abitativi e:o di reddito simili Promuovere, in analogia con 'uanto gi& in essere, spazi di incontro e scambio destinati a persone e nuclei c0e presentano analog0i bisogni, riconosciuto c0e la carenza di spazi di incontro 1 uno dei principali problemi dalla popolazione straniera 9e ne 1 evidente indicatore l'uso della piazza pubblica 'uale luogo d'incontro; In collaborazione con il Di%tretto Centro Nord- prom$o&ere ri2le%%ione e con2ronto Ipotizzare progetti di promozione di stili di vita adeguati alla promozione della salute <ollaborare alle iniziative ipotizzate con il Distretto %anitario <entro /ord Proseguire, come gi& sperimentato positivamente, nella promozione di esperienze di convivenza, coabitazione, sostegno reciproco, nella logica della condivisione di risorse e del mutuo aiuto

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%$lla dimen%ione della %al$te e dell'$tilizzo dei %er&izi per +arantirne la c$ra Prom$o&ere con2ronto e %cambio 2ra 2ami+lie italiane e immi+rate %$ temi ed$cati&i in particolare nell'ambito dell'interazione con le a+enzie ed$cati&e i%tit$zionali- con particolare attenzione al tema delle co%K dette %econde +enerazionicio' i 2i+li nati in Italia da +enitori immi+rati

e del benessere

Promuovere e sostenere la nascita di occasioni di incontro:confronto fra famiglie italiane e straniere sui temi riguardanti l'educazione dei figli e del rapporto, in particolare, con la scuola 9anc0e su tematic0e specific0e come lo studio, i compiti, ecc.;

<ontinuare a promuovere 'ueste soluzioni come gi& avviato recentemente in alcune realt& 9come ad esempio a <anova e +adonna ,ianca;

Individuare ulteriori proposte, all'interno delle attivit& di promozione c0e vengono svolte nei 'uartieri, coinvolgendo le circoscrizioni, le realt& informali ed associative Proseguire le attivit& di mediazione fra scuola e famiglie sinte

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AREA OCC9PACIONE E V9LNERAHILITA'

I 4problemi di lavoro5 sembrano oggi riguardare tutte le categorie di lavoratori ed in 'uesta fase socioGeconomica 1 molto difficile trovare criteri utili a definire 'uali siano le categorie di 4persone con problemi di occupazione5 a cui dare priorit&. Pur riconoscendo c0e le competenze specific0e dell'Amministrazione comunale rispetto al tema del lavoro non sono dirette, 1 comun'ue evidente l'importanza di considerare il lavoro non solo come mezzo di sussistenza, ma anc0e di 4produzione di bene comune5, anc0e considerate le dirette conseguenze sulle persone e sulle famiglie imputabili direttamente alla mancanza o alla precariet& dell'occupazione. .a mancanza di lavoro e:o la precariet& dell'occupazione, non solo incidono da un punto di vista economico, non garantendo alle persone coinvolte una vita libera e dignitosa ma 0anno delle ripercussioni emotive e psicologic0e sul singolo e sulla sua famiglia (5 c0e arrivano fino a pregiudicarne l'identit&, le relazioni e le competenze educative. In particolare ci si riferisce a 'uelle situazioni in cui l'inattivit& e la disoccupazione risc0iano di cronicizzarsi. All7interno di 'uesto panorama un problema rilevante 1 rappresentato dai cosiddetti soggetti deboli e svantaggiati c0e al di l& dei cicli congiunturali negativi, faticano sempre molto a trovare un7occupazione perc0B le persone c0e non 0anno disabilit& sono favorite rispetto a elementi 'uali l7et&, il livello di scolarizzazione, le competenze tecnicoGprofessionali.

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V. anc0e verbale incontro con le associazioni organizzato dalla <ircoscrizione EavinaGEomagnano 9* amrzo #)!$; pubblicato sul sito del <omune di Trento nella sezione dedicata al Progetto sociale <itt&Gcomunit& delle relazioni

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LE PRIORITA' Approfondire il tema delle ripercussioni sugli e'uilibri personali e familiari dei problemi legati alla precariet& ed alla mancanza di lavoro o occupazione sia dal punto di vista economico c0e psicologico, relazionale e sociale, in collaborazione con gli enti prepostiC porre attenzione alla dinamica di aggravamento del processo di espulsione dal mercato del lavoro rispetto alle categorie svantaggiateC =avorire un approccio economico alle problematic0e sociali.

LE PROPOSTE

In considerazione di 'uanto sopra esposto, della significativit& del problema e della necessit& di promuovere azioni organic0e e di sistema in grado di fronteggiare con modalit& adeguate la situazione, si propongono le seguenti azioniA

la sperimentazione dell'utilizzo dello strumento del 4Distretto dell'economia solidale5


indicato dalla ..p. !$:#))*C ci2 implica prioritariamente un ripensamento anc0e culturale dei modelli organizzativi alla base del mondo produttivo e soprattutto la realizzazione di 'uella c0e viene definita S.a responsabilit& sociale dell'impresaS.

la promozione i progetti inter#ento /= 'uale formula gi& positivamente sperimentata di


coinvolgimento delle persone in difficolt&C la sperimentazione di forme di utilizzo del principio di condizionalit& nell'erogazione del reddito di garanzia c0e potrebbe trasformarsi, cosM come ipotizzato, in un 4reddito di partecipazione5 se collegato ad attivit& 4socialmente utili5 9in coincidenza con 'uanto proposto dal gruppo adulti;C mantenere l'attenzione dell'Amministrazione riguardo ai re'uisiti connessi all'occupazione nell'affidamento di appaltiC sviluppare azioni di contrasto all'emarginazione e alla povert&C rendere pi3 efficaci le funzioni svolte nell'ambito dell'occupazione, per 'uanto di competenza dell'Amministrazione comunale ed in raccordo con gli altri 8nti coinvolti.

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Piano sociale Territorio Val d'Adige

Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni

LE (ODALITA' DI ATT9ACIONE

PRIORITA' Appro2ondire il tema delle riperc$%%ioni %$ll'eG$ilibri 2amiliari dei problemi le+ati alla precariet/ ed alla mancanza di la&oro o occ$pazione %ia dal p$nto di &i%ta economico c,e p%icolo+icorelazionale e %ociale in collaborazione con +li enti prepo%ti:

OHIETTIVI Eendere pi3 organic0e le funzioni svolte nell'ambito dell'occupazione Promuovere l'utilizzo del principio di condizionalit& nell'erogazione del reddito di garanzia

(ODALITA' DI ATT9ACIONE Proseguire il lavoro del gruppo di regia istituito per la costruzione del Piano sociale sul tema del lavoro

Verificare e sperimentare, con la collaborazione della Provincia, la fattibilit& di condizionare la percezione del reddito di garanzia allo svolgimento di attivit& di vario tipo di utilit& sociale, come da tempo proposto dai servizi sociali, tenendo conto dei vincoli normativi attuali 9v. area adulti;

%viluppare azioni di contrasto all'emarginazione e alla povert&

Proseguire nella sperimentazione del 4=are assieme5 9coinvolgimento degli utenti esperti; nei progetti di accoglienza persone in condizione di marginalit& sociale, progetti di coabitazione e accoglienza <onsolidare il percorso dell'Nsservatorio sulla povert& alimentare Proseguire con le iniziative e le attivit& del 4Tavolo per l'occupazione e l'occupabilit& femminile5 +antenere le azioni, in collaborazione con le =orze dell'Nrdine, di contrasto

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Piano sociale Territorio Val d'Adige

Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni

alla tratta Porre attenzione alla dinamica di a++ra&amento del proce%%o di e%p$l%ione dal mercato del la&oro ri%petto alle cate+orie %&anta++iate Promuovere i progetti inter#ento /= 'uale formula gi& positivamente sperimentata di coinvolgimento delle persone in difficolt& Verificare, d'intesa con la Provincia, le eventuali possibilit& di sviluppo dell'intervento, sia in relazione agli ambiti di lavoro c0e alla 'uantit& delle persone coinvolgibili Promuovere il =ondo di solidariet& <itt& di Trento e collaborare alla sua gestione Implementare le azioni proposte dal Tavolo di lavoro per la solidariet& responsabile, ricercando il coinvolgimento della popolazione ?a&orire $n approccio economico alle problematic,e %ociali Promuovere e sperimentare nuovi strumenti e forme di promozione dell'occupazione %perimentare nei 'uartieri la nascita di una 4filiera5 economica, c0e veda protagoniste le aziende presenti sul territorio, con l'obiettivo di favorire l'occupazione, con particolare attenzione alle situazioni pi3 fragili +antenere l'attenzione dell'Amministrazione riguardo ai re'uisiti connessi all'occupazione nell'affidamento di appalti Verificare l'efficacia delle clausole sociali gi& previste e valutarne l'eventuale potenziamento e:o diverse applicazioni. %perimentare e sviluppare esperienze secondo le indicazioni della .P !$:#))* 9Distretto dell'economia solidale;

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AREA PRO(OCIONE DELLA SAL9TE E DEL HENESSERE .'Nrganizzazione +ondiale della %anit&(( afferma c0e 4le disuguaglianze nella salute nascono dalle condizioni della societ& in cui le persone nascono, crescono, vivono, lavorano e invecc0iano... e c0e il gradiente sociale nella salute vuol dire c0e lo stato di salute diventa progressivamente migliore col migliorare delle condizioni socioeconomic0e degli individui e:o delle comunit&. Pertanto, le disuguaglianze nella salute riguardano tutti...5 I fattori economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici possono favorirla come lederlaA in 'uesta logica la promozione della salute non 1 responsabilit& esclusiva del settore sanitario ma 1 opportuno c0e veda coinvolti e partecipi settori di diversi ambiti c0e influiscono sulla salute con l'obiettivo di migliorare lo stato di benessere della popolazione. 8' 'uindi ormai convinzione consolidata c0e la salute costituisca un aspetto fondamentale della 'ualit& della vita degli individui, ma anc0e un bene essenziale per lo sviluppo sociale ed economico della societ&. 6uest'area risulta essere particolarmente importante e significativa perc01 coinvolge numerose professionalit& e competenze c0e possono incidere concretamente nella 'ualit& della vita delle persone. Anc0e nel percorso partecipativo per la redazione del Piano %ociale 1 emersa c0iaramente la ric0iesta di lavorare sulla promozione e non solo sulla 4riparazione5 dei problemi sociali nonc0B, in considerazione delle numerose esperienze di collaborazione fra figure sanitarie e sociali, su progetti a carattere promozionale sui territori. .a recente legge provinciale di riforma sanitaria evidenzia inoltre alcune aree considerate a forte integrazione socioGsanitaria 9maternoGinfantile, disabilit&, salute mentale, dipendenze, non autosufficienza nell'et& anziana; con la necessit& 'uindi di continuare a lavorare, anc0e nell'ambito
11 9ic7iarazione )olitica di -io sui determinanti sociali della salute 2!11"
114 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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del territorio Val d'Adige, alla costruzione di nuovi modelli di lavoro. Il sistema dei servizi socioGsanitari sta vivendo infatti un momento di cambiamento e ridefinizione 9attuazione della .p !$:#))* e della .p !(:#)!); ed in particolareA la .P !(:#)!) prevede c0e presso ciascuna <omunit& e Territorio sia costituito un <omitato di coordinamento per l'integrazione socioGsanitaria e c0e siano attivati i Punti ?nici di AccessoC

1 in via di svolgimento il percorso multiprofessionale 4+igliorare la salute della popolazione.


Principi teorici ed esempi pratici5, a cui anc0e il Territorio Val d'Adige partecipa, c0e porter& alla stesura dei Piani per la salute distrettuali. In 'uesto contesto, molte sono le esperienze operative di collaborazione fra operatori sociali e sanitari c0e vanno inserite nel 'uadro di riferimento organico c0e si sta andando a delineare.

LE PRIORITA' 6uanto emerso dal lavoro del gruppo di regia e nei gruppi di confronto c0e 0anno lavorato in 'uest'area risulta coerente con alcune delle aree prioritarie individuate anc0e dalla stessa N+%(* e c0e 'ui brevemente vengono riportateA

promuovere la salute e il benessere dei cittadini, implementando le collaborazioni con le


realt& socio caregiverC promuovere la corretta informazione e l'accompagnamento delle famiglie con disagi socioG sanitari nell'accesso ai serviziC Affrontare in modo organico e innovativo il tema della residenzialit& adulta 9l'area di riflessione c0iamata 4dopo di noi5;C Ad integrazione delle priorit& sopra elencate, va posta particolare attenzione a due aree trasversaliA sanitarie gi& in atto anc0e a livello territoriale 9compatibilmente con le competenze del Territorio Val d'Adige; ed investendo sull+empowerment delle persone e dei

Dipendenze ;alcol- %o%tanze %t$pe2acenti- internet e +ioco d'azzardo< e &iolenza di22$%a /ell'attuale fase socioGeconomica, tra i problemi sociali c0e suscitano maggiore
12 Erganizzazione Condiale della Sanit( ECS", %omitato -egionale /uro)eo Sessantaduesima sessioni, Calta 1!@13 settemAre 2!12
11# Piano sociale Territorio Val d'Adige

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preoccupazione, 1 da evidenziare il fenomeno delle dipendenze. Il tema 1 all'attenzione degli operatori anc0e perc01, come gi& sottolineato in precedenza, le conseguenze psicologic0e, emotive e relazionali delle difficolt& economic0e possono favorire comportamenti legati alle dipendenze. .'attenzione in 'uesto senso 1 rivolta sia al mondo adulto c0e al mondo di adolescenti e giovani in un'ottica educativa e preventiva. Per 'uanto riguarda il gioco d'azzardo patologico, si stimano, con riferimento alla sola Provincia di Trento, *.# " soggetti dipendenti da gioco o di risc0io moderato e altrettanti soggetti a risc0io basso 9nella fascia d'et& !5:(" anni;. .a popolazione pi3 colpita sembra essere 'uella con reddito medioGbasso. Vanno inoltre ricordati tutti i problemi, non solo medici ma familiari, lavorativi e sociali, c0e possono colpire c0i fa uso di bevande alcolic0e e le altre manifestazioni patologic0e c0e vengono evidenziate dagli operatori anc0e sul nostro territorio. Il fenomeno della violenza sulle donne ed in generale il senso di insicurezza dei cittadini sono noti. %i ritiene, 'uindi, importante continuare a promuovere momenti di riflessione e di progettazione di azioni atti ad affrontare 'ueste tematic0e, coerentemente con l'impulso offerto recentemente dal decreto legge contro il femminicidio e la violenza sulle donne, approvato recentemente dal <onsiglio dei ministri, e diretto a prevenire la violenza di genere, proteggere le vittime e punire severamente i colpevoli.

La G$alit/ della &ita nella di%abilit/ in $na pro%petti&a li2e %pan .7invecc0iamento nelle persone con disabilit& non pu2 essere considerato solo all7interno di una prospettiva puramente medica, infatti, le pur evidenti compromissioni della funzionalit& organiG ca 0anno ricadute sull7integrazione sociale del soggetto, sulle sue possibilit& di vita autonoma e sul suo benessere psicologico 9=avell, !--(;. Il concetto di 6ualit& di Vita 96dV; pu2 rappresentare un valido 'uadro di riferimento all7inG terno del 'uale interpretare i diversi contributi sull7invecc0iamento e progettare percorsi riabilitativi multidimensionali c0e dovrebbe diventare al contempo sia l7obiettivo di 'ualsiasi intervento 9mediG co, psicopedagogico, ecc.; sia il parametro attraverso il 'uale verificare l7efficacia e l7efficienza delG le varie azioni terapeutic0e e riabilitative 9EomneJ, ,ro@n e =rJ, !--";. +a, come correttamente osserva >iorgio Albertini 9.a +alfa e al., #))-;A 4Per migliorare la 'ualit della #ita ( necessario un approccio multidisciplinare che coin#olga famiglia e am ino, centrato su una prospetti#a di ciclo di #ita.
111 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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%ulla base delle stime epidemiologic0e LTNGADI report del #)!#, l7Italia sar& tra i Paesi con un maggiore numero di persone affetta da sindrome demenziale, ed 1 riconosciuto c0e, sebbene le persone con Disabilit& Intellettiva 9DI; siano affette da demenza allo stesso livello degli adulti facenti parte della popolazione generale 9Qigman e al., #))"C YanicKi e Dalton, #))); alcuni di essi possono ammalarsi in pi3 giovane et& e con tassi di incidenza maggiori. 6uesto aspetto include gli adulti con %indrome di Do@n 9%D;, molti dei 'uali rientrano negli adulti con un esordio della malattia ad un et& inferiore ai (5 anni. Per gli adulti con %D, gli studi dimostrano come almeno il #5H sar& interessato da demenza dopo i ") anni, ed il 5)G*)H di essi sar& affetto da demenza dopo i () anni di et& 9,raddocK e al., #)!!C Alz0eimer7s Association, #)!!;. /ei prossimi anni, circa !5 milioni di persone con disabilit& diventeranno anziane in 8uropa e 'uindi nel rispetto della loro diversit& G e com71 avvenuto in passato per la cura ed il supporto a favore di bambini e ragazzi con disabilit& G si dovranno accettare molte sfide simili a 'uelle affrontate dalle persone anziane in generale, con modelli di cura e procedure di assessment e di trattamento efficaci c0e dovranno essere proficuamente e attentamente applicate anc0e ai futuri anziani con DI 9<arulla e al., #)!);. 8ssendo l7indice di vecc0iaia del Trentino pari a !$!, 9%ervizio %tatistica della Provincia Autonoma di Trento, Agosto #)!$; e dato c0e la popolazione adulta anziana con disabilit& tripliG c0er& nei prossimi #) anni, risulta importante prevedere modelli di sostegno c0e vadano incontro a 'uesta condizione con politic0e di respiro pluriennale.

APPRO?ONDI(ENTO AREA DISAHILITA'

Preme%%a /el #)!! 1 stato sottoscritto un Patto di collaborazione, denominato 4<antiere disabilit&5, fra il <omune di Trento e !" associazioni dell'area disabilit&, per mettere al centro dell'azione collettiva i diritti della persona con disabilit&, intesi come pari opportunit& rispetto alla generalit& dei cittadini, ed essere laboratorio di iniziative innovative, per rendere la citt& accessibile a tutti i cittadini non solo dal punto di vista urbanistico ma anc0e culturale. Al 4<antiere disabilit&5 aderiscono realt& c0e si occupano in varie forme e livelli dei problemi legati alle disabilit&. Assieme a loro, all'interno del percorso di costruzione del Piano sociale, si sono prodotte le seguenti riflessioni.

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PRIORITA'

.e priorit& emerse dai gruppi lavoro possono essere cosM riassunteA G promuovere un'analisi territoriale organicaA 1 auspicata un'analisi della condizione delle persone con disabilit& e delle loro famiglie nel Territorio Val d'Adige, sia di tipo 'uantitativo:demografico 9dato attualmente aggregato a livello provinciale; c0e relativa alle condizioni di vitaC G promuovere l'orientamento nel panorama dei servizi e delle opportunit&. I servizi e le opportunit& dedicate alle famiglie ed alle persone con disabilit& risultano essere molto numerosi e diversificatiC 1 'uindi ritenuta prioritaria un'azione c0e renda pi3 organico e coordinato il 'uadro di attivit&, interventi e serviziC G promuovere e'ue opportunit& di accessoA si sottolinea c0e se, da una parte, le risorse rispetto a 'uest'area sono rilevanti, la possibilit& di accedere agli aiuti pu2 essere determinata dalla zona in cui si vive o dal tipo di famiglia o dalla capacit& di ac'uisire informazioni e di orientarsi nel vasto panorama dei servizi. G promuovere azioni in grado di affrontare in maniera organica e innovativa il tema della

progettualit& di vita della persona con disabilit&, c0e comprenda tutto il ciclo di vita, con particolare urgenza alla residenzialit& adulta in assenza o carenza di rete familiare.

PROPOSTE

Per 'uanto riguarda le proposte emerse dal percorso si riportanoA la necessit& di rispondere alla frammentariet& di informazione, orientamento e accompagnamento delle famiglie all'interno del variegato e complesso sistema dei servizi e delle opportunit& presenti sul territorio, anc0e attraverso la valorizzazione di familiari di persone con disabilit& debitamente formati la necessit& di affrontare i problemi legati all'ampio tema della residenzialit& adulta o 9definito dai familiari delle persone disabili il tema del 4Dopo di noi5;, ancora pi3 critico in mancanza di un'analisi dei bisogni dell'utenzaC il coordinamento fra enti:soggetti diversi attraverso il confronto rispetto alle buone prassi anc0e mediante percorsi formativi c0e portino all'uso di criteri di valutazione condivisi e scientificamente validati l'opportunit& di favorire il confronto con le istituzioni ed i soggetti interessati attraverso un
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percorso utile alla risoluzione dei problemi relativi al tema del trasporto delle persone con disabilit&.

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(ODALITA' DI ATT9ACIONE

/otaA .a tabella contiene, integrati, priorit&, obiettivi e modalit& di attuazione emersi dal lavoro del gruppo di regia Promozione della salute e dell'approfondimento con le realt& della disabilit&.

PRIORITA' Prom$o&ere la %al$te ed il bene%%ere dei cittadiniimplementando le collaborazioni con le realt/ %ocio %anitarie +i/ in atto anc,e a li&ello territoriale ;compatibilmente con le competenze del Territorio Val d'Adi+e<

OHIETTIVI <oncorrere all'attuazione delle politic0e di integrazione socioGsanitara

(ODALITA' DI ATT9ACIONE <oncorrere ed assicurare il funzionamento del <omitato di coordinamento per l'integrazione socioGsanitaria, previsto dalla .p #$ luglio #)!), n. !( 4Tutela della salute in Provincia di Trento5 <ontribuire alla definizione del Piano di salute distrettuale <entro /ord in collaborazione con .a <omunit& Valle dei lag0i, ad una programmazione congiunta fra servizi sociali e sanitari, al funzionamento delle ?nit& Valutative +ultidisciplinari ed al funzionamento del Punto ?nico di Accesso Definire ulteriori modalit& di formazione congiunta fra operatori sociali e sanitari ed in collaborazione con le realt& di volontariato.

Verificare i rapporti e protocolli di collaborazione con l'Azienda per i servizi sanitari al fine di migliorali e individuare ulteriori spazi di integrazione <ollaborare in particolare alla realizzazione dei nuovi modelli di

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lavoro previsti dalla .p !(:#)!) sull'integrazione socioGsanitaria Prevenire e contrastare comportamenti patologici 9dipendenze, gioco d'azzardo, alcolismo, violenza, disagio psic0ico, disagio socioGeducativo; Prom$o&ere l'acce%%o alle delle di%a+i nel in2ormazioni 2ami+lie percor%o e con di l'accompa+namento %ocio0%anitari Promuovere incontro e confronto fra le realt& c0e si occupano di persone con disagi socioGsanitari Promuovere il lavorare insiemeA creare valore aggiunto attraverso i partnerariati e la collaborazione dei cittadini Eafforzare i momenti di incontro e confronto fra i servizi c0e si occupano delle varie problematic0e Promuovere, in collaborazione con l'azienda sanitaria, momenti di scambio di buone prassi e di progettazione condivisa <ontinuare la realizzazione di progetti di prevenzione e promozione della salute, coordinando le attivit& con 'uelle previste dal Piano di salute distrettuale <entro /ord

acce%%o ai %er&izi

<oinvolgere nel percorso di accompagnamento delle famiglie associazioni e gruppi di volontari anc0e a carattere territoriale

Eealizzare, in collaborazione con l'Azienda sanitaria, proposte organic0e sui territori di informazione sui servizi esistenti e sulle modalit& di fruizione rivolte ai cittadini e alle associazioni

Promuovere l'orientamento l'accompagnamento delle famiglie di persone e

+antenere ed implementare il lavoro del coordinamento 4<antiere disabilit&5 Individuare, compatibilmente con le risorse esistenti ed in sinergia con le altre realt& coinvolte, iniziative di

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con disabilit& e anziani

valorizzazione dei familiari di persone con disabilit& o degli anziani debitamente formati

A22rontare in modo or+anico e inno&ati&o il tema della pro+ett$alit/ di &ita della per%ona con di%abilit/- c,e comprenda t$tto il ciclo di &ita- con particolare $r+enza alla re%idenzialit/ ad$lta in a%%enza o carenza di rete 2amiliare

Promuovere un'analisi organica della situazione delle famiglie con disabilit&

%viluppare, in collaborazione con il Distretto sanitario <entro /ord, un'analisi sulla realt& della disabilit& nel Territorio Val d'Adige

Valutare e sperimentare, anc0e in collaborazione con il Terzo settore e con soggetti informali, nuove soluzioni organizzative servizio domiciliare domiciliarit& e ad integrazione di esperienze o del di tradizionale delle assistenza semiG

autonoma

autonoma gi& attuate

=avorire un percorso utile alla risoluzione dei problemi relativi al tema del trasporto delle persone con disabilit&

Promuovere un confronto con la Provincia, riconosciuto il fatto c0e la tematica non 1 prettamente di competenza del Territorio Val d'Adige

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Il di%e+no della &al$tazione


Il Piano sociale dei territori di Trento, Aldeno, <imone e >arniga Terme contiene analisi e decisioni c0e si traducono in azioni dirette a rispondere ai bisogni sociali dei territori. Il Piano indica anc0e i passi del processo c0e 0anno portato a costruire 'ueste analisi e ad adottare le conseguenti decisioni. 8lemento fondamentale del documento 1 la valutazione c0e deve essere coerente con l'impostazione metodologica 9pianificazione partecipata; data al processo di costruzione del Piano sociale, e deve rispettare le indicazioni normative provinciali e l'indirizzo dei <omuni del Territorio Val d'Adige. .a valutazione dovr& 'uindi avere alcune caratteristic0e c0e vengono di seguito brevemente descritte.

Preme%%a metodolo+ica6 l'obietti&o della &al$tazione nella piani2icazione partecipata .a conoscenza utile alla decisione, in campo sociale, non 1 solo 'uella scientifica, in base alla 'uale il decisore risulta essere in grado di mettere a fuoco tutti gli elementi per prendere la decisione 4migliore5. /ella pianificazione e progettazione sociale( vengono in genere assunti modelli di lavoro c0e prospettano la decisione come risultato di accordi tra i diversi attori presenti nelle fasi del processo di pianificazione. /el campo sociale, 'uindi, lo scopo fondamentale dell7attivit& valutativa (- diventa 'uello di apprendereA eP anteA 'uale possa essere il modo migliore di configurare una policJ in relazione ad una situazione problematicaC in itinereA cosa stia o non stia funzionando nell7implementazione di una policJC ePGpostA 'uali siano i risultati, o nel pi3 lungo periodo, gli impatti, di un7azione e in 'uale misura i risultati siano riconducibili alla policJ, in relazione al contesto considerato. Da ci2 emerge la rilevanza di tutti gli attori coinvolti nel processo di valutazioneA 'uesti attori sono infatti depositari, pur da punti di vista e con livelli di responsabilit& differenti, ma rilevanti, dell7informazione inerente all7oggetto della valutazione. Il valore formativo del processo valutativo 1 ormai generalmente riconosciuto ma 1
13 La )rogettazione sociale )revede cinDue fasi= analisi dei Aisogni, ideazione, )rogettazione, realizzazione e valutazione$ 6ueste fasi vanno a costituire il ciclo della )rogettazione c7e si riferisce a tre modelli con diversi gradi di coinvolgimento degli attori interessati alla )ianificazione$ Leone 8$, 8rezza C$ >%ostruire e valutare )rogetti nel sociale?, Angeli, Cilano, 1444 14 %7icco Stefano, La valutazione nel lavoro sociale, Studi 0ancan n$ #B2!!3
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Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni

evidente c0e tale valore risiede soprattutto nel grado di condivisione da parte degli attori interessati, c0e tende crescere in modo direttamente proporzionale alla loro inclusione nel processo. A 'uesto si fa riferimento 'uando si considera, come prodotto della valutazione, l+accrescimento del capitale sociale disponi ile per l+azione. .a valutazione partecipata, in 'uesto senso, pu2 contribuire ad accrescere la consapevolezza degli attori rispetto alle modalit& e conseguenze del loro agire e miglioramento dell7azione collettiva nei cicli successivi di promuovere il decisioneGprogrammazioneG

implementazione, aspetto fondamentale tenuto conto della fase socioGeconomica attuale. Per 'uanto riguarda il mandato del %ervizio Attivit& %ociali, la valutazione si articoler& su due livelliA la funzione di erogazione di servizi alla persona e la funzione di promozione e prevenzione sociale.

Le indicazioni normati&e .a legge provinciale n. !$:#))* c0e prevede espressamente la funzione di valutazione 9articoli da #" a $);. In particolare, all'articolo #" vengono indicati i criteri del percorso valutativoA

'ualit& della prestazione5 congruit& dei risultati5 efficacia dell'utilizzo delle risorse impiegate$
%empre secondo la norma la valutazione deve essere finalizzata a verificare l'impatto dei servizi socioGassistenziali sul territorio e sulla collettivit&. ?n'ulteriore indicazione viene dallo %tatuto del <omune di Trento c0e, all'art. *", recitaA 4I servizi pubblici sono organizzati in modo da rilevare e soddisfare le esigenze degli utenti, renderli effettivamente accessibili, garantire standard 'ualitativi delle prestazioni conformi agli obiettivi stabiliti. 8ssi devono informare pienamente gli utenti sui loro diritti e sulle condizioni e le modalit& di accesso permettere il controllo e la modifica del loro funzionamento in base a criteri di efficacia e di efficienza5. Il documento*) del <omune di Trento 4+issione, Visione e <arte dei Valori5 indica, tra i valori cui l'azione della Pubblica Amministrazione deve ispirarsi, l'orientamento al servizio, ovvero il fatto di 4mettere i singoli cittadini e la collettivit& al primo posto 'uali destinatari del proprio lavoro5.

Di%e+no att$ati&o della 2$nzione di &al$tazione Il Territorio Val d'Adige 0a sentito la necessit& di costruire, attraverso un percorso prima
2! Linee guida )er la redazione e l'aggiornamento della %arta della Dualit( dei servizi, %omune di <rento
124 Piano sociale Territorio Val d'Adige

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interno e poi condiviso con le realt& di privato sociale c0e 0anno collaborato fino ad ora alla realizzazione delle attivit& socioGassistenziali, un modello valutativo coerente con il metodo assunto dal processo di pianificazione sociale, c0e offra degli elementi significativi per orientare le politic0e sociali territoriali. In coerenza con 'uanto esposto precedentemente, nel #)!$ si 1 costituito un gruppo di lavoro misto pubblicoGprivato c0e si 1 proposto di concentrare la riflessione primariamente sugli aspetti legati alla misurazione dei risultati nell'ambito delle attivit& c0e prevedono un finanziamento diretto da parte del %ervizio Attivit& %ociali, per realizzare nel #)!" una concreta sperimentazione di un modello di valutazione 4partecipato5 capace di 4orientare la realizzazione delle attivit& socioGassistenziali.

I criteri I criteri guida del disegno della valutazione del Piano sociale del Territorio Val d'Adige sarannoA

rilevanza rispetto alla lettura condivisa dei problemi sociali5 incisivit&5 sostenibilit&$

Per rilevanza si intende la capacit& di un intervento fronteggiare bisogni o problemi c0e presentano un grado di priorit& in termini diA

diffusione 9numero di persone interessate, concentrazione per area;5 gravit& 9es.A livello di non autosufficienza;5
risc0io riferito ai possibili esiti se non si intervieneC coerenza con gli indirizzi e le priorit& delle linee di programmazione sociale contemplate dal Piano sociale. Per ciascuna delle 'uattro dimensioni di analisi 9diffusione, gravit&, risc0io, coerenza; dovranno essere identificati indicatori*! ed indici*# di valutazione della rilevanza dell'intervento. Per incisivit& si intende la capacit& di un intervento di essere efficace *$ e di generare ricadute stabili e rilevabili rispetto ai suoi destinatari. .e dimensioni su cui dovrebbe fondarsi la rilevazione dell'incisivit& si riferiscono aA esiti generati direttamente da un intervento 9i risultati rilevabili 'uale conseguenza del
21 .attore c7e 7a ca)acit( di ra))resentazione, di norma indiretta, di un fenomeno$ 22 /ntit( di carattere Duantitativo c7e, attraverso l'aggregazione di indicatori di norma in forma di ra))orto", )ermette di fornire informazioni sintetic7e su un fenomeno$ 23 9ove )er efficacia si intende il grado di raggiungimento degli oAiettivi riferito ai risultati ottenuti dall'intervento $
12# Piano sociale Territorio Val d'Adige

Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni

corso di azione realizzato;C

impatto inteso come ricaduta nel medioGlungo periodo rispetto agli individui o alle
popolazioni target. Per sostenibilit& si intende la capacit& di un intervento di realizzare una composizione ottimale tra risorse e risultati raggiunti 9efficienza; e di generare processi autonomi di sviluppo di iniziative 9empo@erment:generazione capitale sociale;.

I %o++etti In merito al tema della valutazione viene investito il Tavolo Territoriale 'uale garante della partecipazione. 8sso potr&, attraverso la partecipazione ai gruppi di regia e o istituendo momenti dedicati, monitorare la realizzazione di proposte, azioni ed attivit& indicate nel Piano sociale del Territorio Val d'Adige.

Gli %tr$menti >li strumenti da utilizzare per la valutazione sono molteplici e in buona parte sono gi& presenti nel lavoro del %ervizio Attivit& sociali e dell'Amministrazione comunale di Trento. =ra 'uesti, a titolo di esempio, si possono citare i dati presenti nel sistema del controllo di gestione, i dati gestiti nella cartella sociale informatizzata e nel gestionale amministrativo, le griglie utilizzate dai Poli sociali e i criteri di valutazione per il sostegno economico del privato sociale. Per la valutazione della efficacia delle risposte ai problemi sociali 1 sempre pi3 importante anc0e la dimensione 'ualitativa della relazione dei cittadini con i servizi. 6uesta dimensione verr& sviluppata ulteriormente avviando, in alcune aree e per alcune problematic0e specific0e, momenti di valutazione partecipata da parte dei cittadini insieme agli operatori del settore pubblico e del privato sociale.

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Piano sociale Territorio Val d'Adige

Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni

(odalit/ di com$nicazione
Da un punto di vista istituzionale, il percorso di approvazione del Piano sociale prevede c0e il documento venga proposto e condiviso con gli organi dei <omuni del Territorio. Peraltro, lo stretto legame collaborativo, c0e 0a permesso la realizzazione del percorso partecipativo, pone le basi per l'organizzazione di azioni comunicative c0e vadano oltre la sfera puramente informativa di cui si d& conto in 'uesta parte. .a comunicazione e la condivisione di priorit&, obiettivi ed azioni saranno affidate in primo luogo agli strumenti gi& in essere 9incontri, tavoli e gruppi di lavoro, internet e intranet, pubblicazioni, ecc.;. >razie all'?fficio stampa e alla <omunicazione e rete civica, i documenti e gli step del percorso partecipativo sono stati puntualmente pubblicizzati e pubblicati sul sito del <omune di Trento. 6uesto tipo di pubblicizzazione continuer& anc0e nelle fasi di attuazione e valutazione del Piano sociale. Il Tavolo territoriale, anc0e attraverso i gruppi di regia, avr& il compito di promuovere eventuali ulteriori iniziative in modo c0e l'informazione e la comunicazione siano adeguatamente assicurate in modo efficace. ,revemente, comun'ue, si intende promuovere azioni comunicative atte a rendere concreta la realizzazione delle linee emerse nel Piano, su 'ueste direttrici principaliA

Informazione collettivit&

pubblicizzazione

verso

la G %ito del <omune di Trento, Trento Informa, pubblicazioni a livello territoriale 9<ircoscrizioni e <omuni; G <ollaborazione con le realt& c0e 0anno partecipato al percorso, per la pubblicizzazione del Piano sociale e delle relative attivit&

<omunicazione alle realt& interessate

G sono gi& stati organizzati # seminari di restituzione, per 'uanto riguarda i contenuti del percorso partecipativo, per le aree famiglie e anziani G il Tavolo territoriale, in collaborazione con i

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Piano sociale Territorio Val d'Adige

Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni

gruppi di regia, collaborer& alla realizzazione di momenti di restituzione anc0e a livello territoriale 9<omuni e <ircoscrizioni; e all'organizzazione di momenti seminariali c0e favoriscano l'integrazione fra le realt& e gli 8nti coinvolti

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Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni

Hiblio+ra2ia

A.A., 9a cura di;, Imprese sociali per nuovi modelli di residenzialit&, in Animazione sociale,, gennaio #)!$ A.A., 9a cura di;, 8' ancora pensabile un futuro del lavoro socialeW, in Animazione sociale, gennaio #)!# A.A., 9a cura di;, Per una citt& c0e non abbandona, in Animazione sociale, dicembre #)!# Alz0eimer7s Association.9#)!!;.Alz0eimer7s disease facts and figures. Alz0eimer7s Z Dementia, *9#;, !G($ Arena >. e <otturri >., Il valore aggiunto I come la sussidiariet& pu2 salvare l'Italia, <arocci ed. %pa, #)!) ,ezzi <., Il disegno della ricerca valutativa, =. Angeli, seconda edizione, +ilano, #))!

,raddocK, D., Temp, E., Eizzolo, +.<., Taffer et. al. 9#)!!;. T0e state of t0e states in developmental disabilitG
ies. Las0ington, D<A AAIDD.

<arulla, ..%., ,alot, Y., Leber, >. et. al. 9#)!);. T0e ,arcelona declaration on bridging Kno@ledge in longGterm
care and support, ,arcelona 9%pain;, +arc0 *, #))-. International Yournal of Integrated <are, -. Delai /., Anziani e continuit& assistenziale, Angeli, #)!# Demetrio D., .avoro %ociale e competenze educative I +odelli teorici di intervento, .a /uova Italia %cientifica, !- Donati P., 9a cura di;, .a famiglia in Italia I %fide sociali e innovazione nei servizi, Eapporto biennale #)!!G #)!#, Vol I, <arocci Donati P., 9a cura di;, .a famiglia in Italia I %fide sociali e innovazione nei servizi, Eapporto biennale #)!!G #)!#, Vol II, <arocci Donati P., 9a cura di;, .a relazione di coppia oggi I una sfida per la famiglia, Eapporto famiglia <.I.%.=., 8ricKG son, #)!# =avell Y.8. +easuring and increasing t0e 0appiness of people @it0 profound mental retardation and p0Jsical 0andicaps. ,e0avioral Interventions, !--( =azzi .., <ostruire politic0e sociali, =. Angeli, +ilano, #))$ =azzi .., %caglia A., Il governo della citt& nella trasformazione del @elfare I l'esperienza del Piano sociale della citt& di Trento, Angeli, #))! =loridia A., Democrazia deliberativaA teoria, processi e sistemi, <arocci, #)!# =olg0eraiter =., =ondamenti di metodolgia relazionale I .a logica sociale dell'aiuto,8ricKson, #)!! =olg0eraiter =., %orella crisi, la ricc0ezza di un @elfare povero, 8ricKson, #)!# =ondazione 8. Qancan, Vincere la povert& con un @elfare generativo G .a lotta alla povert& Eapporto #)!#, Il +ulino, 9#)!#; Tu0man E., .avoro sui casi o lavoro di comunit&W, in .avoro sociale, vol. -, n.$, #))YanicKi, +.P. e Dalton, A.Y. 9#)));. Prevalence of dementia and impact on intellectual disabilitJ service. +ental Eetardation, $ 9$;, #*(G# .

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Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni .a +alfa >., .assi %., ,ertelli +., Albertini >., Dosen A., 8motional development and adaptive abilities in adults @it0 inG tellectiual disabilitJ. A correlation studJ bet@een t0e %c0eme of Appraisal of 8motional Development 9%A8D; and VineG land Adaptive ,e0avior %cale 9VA,%;, Ees Dev Disabil.#))- /ovGDecC $)9(;A!")(G!#. 8pub #)) +anouKian =.N., Eeimmaginare il lavoro sociale I appigli per una nuova prospettiva, in I >eKi di Animazione sociale, #))5 +artini 8.E., 9a cura di;, Partecipazione e sviluppo di comunit&, +artini associati Nrdine degli assistenti sociali I <onsiglio /azionale, Atti del convegno .'avventura comunitaria I processi soG ciali e intervento professionale, #)!) Eaineri +..., .o sguardo dei %ervizi, in .avoro sociale, vol. , n. $, #)) Eiccioni I., ,olzano, citt& di frontiera I ,ilinguismo, appartenenza, cittadinanza, <arocci, #)!# Eipamonti 8., Anziani e cittadinanza attiva I Imparare per sB, impegnarsi con gli altri, ?nicopli, #))5 Eipamonti 8., <ollaborare I metodi partecipativi per il sociale, <arocci, #)!! Eipamonti 8., %viluppo di comunit& e progettazione partecipata, in %Kill n. $!:#))( EomneJ D.+., ,ro@n E.I., =rJ P.%. 9!--";. Improving t0e 'ualitJ of lifeA recommendations for people @it0 and @it0out disabilities. Dordrec0tA Flu@er Academic %acco P..., Qamagni %., 9a cura di;, Teoria economica e relazioni interpersonali, Il +ulino, #))( %copel V., >overnare il cambiamento nella pubblica amministrazine I l'esperienza del Piano sociale del <omuG ne di Trento, Angeli, #))* %tudi Qancan, Politic0e e servizi alle persone, Ta un futuro il volontariatoW novembre:dicembre n. ( 9#))*; %tudi Qancan, Politic0e e servizi alle persone, Piano di sviluppo sociale, %ettembre:ottobre n. 5 9#))$; %tudi Qancan, Politic0e e servizi alle persone, %trumenti di valutazione del bisogno sociale, novembre:dicembre n. ( 9#))5;

Qigman, L.,., %c0upf, /., DevennJ, D. et al. 9#))";. Incidence and prevalence of dementia in elderlJ adults
@it0 mental retardation @it0out Do@n sJndrome. American Yournal on +ental Eetardation, !)-, !#(G!"!.

Doc$menti e rapporti
Ambrosini +, ,occagni P., Piovesan %., 9a cura di;, .'immigrazione in Trentino I Eapporto annuale #)!#, <inG formi, P.A.T. ,azzanella A., 9a cura di ;, Indagine esplorativa sulla devianza giovanile in Trentino e il ruolo del gruppo, IpraG se, P.A.T., #)!$ <enc0 A., 9a cura di;, Eeport 4<itt& a misura di bambine e bambini5 G %intesi dei dati relativi alle attivit& per bam G bine e bambini da ) a !) anni realizzate e:o finanziate dal <omune di Trento nel periodo #)!):#)!!, <omune di Trento /ucleo valutazione e verifica investimenti pubblici 9a cura di;, ?n altro @elfareA esperienze generative, Eegione 8milia Eomagna Nsservatorio per la salute, Dipartimento .avoro e Lelfare, P.A.T., 9a cura di;, Profilo di salute della provincia di 13! Piano sociale Territorio Val d'Adige

Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni Trento, #)!# Presidenza del <onsiglio dei +inistri, Dip. Per le politic0e della famiglia, Piano nazionale per la famiglia I .'alG leanza italiana per la famiglia, #)!# Provincia autonoma di Trento, .inee guida per la costruzione dei Piani sociali di comunit&, #)!) %ervizio Attivit& %ociali I <omune di Trento, Eapporto sociale #))!G#)!! 4.'esperienza di attuazione del Piano sociale della <itt& di Trento5, <omune di Trento, #)!# %ervizio Attivit& %ociali, <omune di Trento, 6uaderno dei cantieri di coesione sociale #))$G#)!$, <omune di Trento %ervizio Attivit& %ociali, <omune di Trento, Vicini al cittadino e alla comunit&. .'esperienza dei Poli sociali, anG nuale %ervizio Attivit& %ociali, <omune di Trento, Eeport %ervizi sociali non decentrati, annuale %ervizio %viluppo 8conomico, <omune di Trento, 9a cura di;, Annuario statistico comunale, #)!! %ervizio %viluppo 8conomico, <omune di Trento, 9a cura di;, Tendenze demografic0e a Trento, #)!# Direzione >enerale, <omune di Trento, Eapporto di gestione, annuale

Ri2erimenti normati&i

Deliberazione >.P. $).!#.#)!), n. $!*-, 4Verbale di deliberazione della giunta provinciale I Atto di indirizzo e di coordinamentoA approvazione delle .inee guida per la costruzione dei Piani sociali di comunit&

.P !# luglio !--!, n. !", 4Nrdinamento dei servizi socioGassistenziali in Provincia di Trento5 .P !( giugno #))(, n. $, 4/orme in materia di governo dell'autonomia del Trentino5 .P #* luglio #))*, n. !$, 4Politic0e sociali in Trentino5 .P #$ luglio #)!), n. !(, 4Tutela della salute in provincia di Trento5 .P # marzo #)!!, n. !, 4%istema integrato delle politic0e strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalit&5 o 4.egge provinciale sul benessere familiare5

<onvenzione per la gestione in forma associata delle funzioni amministrative e dei servizi svolti nell'ambito dei <omuni di Trento, Aldeno, <imone e >arniga Terme d.d. #* settembre #))!

Protocollo operativo in materia di assistenza e beneficenza pubblica previsto dall'art. 5, comma !, lettera b della convenzione per la gestione in forma associata delle funzioni amministrative e dei servizi svolti nell'ambito dei comuni di Trento, Aldeno, <imone e >arniga Terme d.d. !-.)!.#)!#

Protocollo operativo per l'istituzione ed il funzionamento del Tavolo territoriale previsto dall'art. !$ della ..p. n. !$:#))*

Per tutti i riferimenti riguardanti 'uesto documento ( possi ile #isitare il sito del Comune di "rento www.comune.trento.it area tematica Politiche sociali - Progetto sociale Citt-comunit delle relazioni

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Alle+ato

REALTA' PARTECIPANTI AL PROCESSO DI COSTR9CIONE DEL PIANO SOCIALE TERRITORIO VAL D'ADIGE .PROGETTO SOCIALE CITTA'0CO(9NITA' DELLE RELACIONI1

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(etodo di coin&ol+imento Ad ogni ente, realt&, e gruppo 1 stata indicata la possibilit& accedere al materiale di revisione dello stato di attuazione del Piano sociale #))!G#)!!. Ad ogni ente, realt& e gruppo 1 stato presentato e:o inviato il materiale riguardante i contenuti e il percorso partecipativo di costruzione del Piano sociale. Ad ogni ente, realt& e gruppo 1 stata consegnata la griglia per la raccolta delle informazioni. Per visionare tale materialeA @@@.comune.trento.it 9area tematica politic0e sociali ed abitative; .a maggior parte degli enti, realt& e gruppi coinvolti 0a organizzato uno o pi3 incontri con i propri associati 9famiglie, anziani, adulti, immigrati, bambini e ragazzi, cittadini volontari; e sono stati organizzati momenti di incontro e confronto collettivo fra realt& per area. %I EI<NEDA <T8 A T?TT8 .8 P8E%N/8 <NI/VN.T8 /8. PEN<8%%N 8' %TATN <TI8%TN DIA 8VID8/QIAE8 .8 T8+ATI<T8 8+8E>8/TI 9per area; +8TT8E.8 I/ PEINEITA' 8%P.I<ITAE8 I <EIT8EI P8E <?I V8/>N/N +8%%8 I/ PEINEITA' I/DI<AE8 +8TNDI 8 %N.?QIN/I A/<T8 I//NVATIV8 P8E TEATTAE8 .8 %?DD8TT8 T8+ATI<T8 8+8E>8/TI $!tto !esto nella consapevolezza dell%impossi&ilit di a!mentare i costi e la spesa per la realizzazione di tali sol!zioni'

AREA ?A(IGLIE Intrecci in citt/ ;operatori e 2ami+lie< ! # PuntofamiglieGascolto e promozione Foin1 I spazio incontro genitoriGbambini

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$ " 5 ( *

<asa +amma ,ambino <asa dell'arcobaleno I Povo Donne al centro 9ass. <arpe diem; I >ardoloa +amme insieme I +attarello %os /eo+amme I Argentario .'ac'ua c0e balla

!) !! !# !$ !" !5 !(

<arpe diem <0ineticamente I +attarello <0iacc0iere in musica %pazio famiglia associazione A.D.A.+. Pane e marmellata I <ognola Il +elograno 9centro informazione maternit& e nascita; >ioKoteca I Eomagnano <entro genitoriGbambini

Ta&olo della 2ormazione alle relazioni 2amiliari ;%oci e 2ami+lie< !* ! !#) #! ## #$ Associazione =amiglie Insieme 9# soci; Associazione famiglie nuove Associazione per l'accoglienza =orum delle associazioni familiari del Trentino 9$5 associazioni; ?.<.I.P.8.+. <onsultorio familiare dell'azienda sanitaria A...=.I.D.

#"

=ondazione <rosina %artori

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Il +r$ppo di re+ia ,a prodotto $n bre&e G$e%tionario %caricabile dal %ito del Com$ne di Trento a c$i ,anno ri%po%to "A" cittadini:

AREA TERRITORI CIRCOSCRICIONI I <omuni di Aldeno, <imone >arniga Terme e le <ircoscrizioni sono state coinvolte nel percorso con l'obiettivo di mantenere una lettura territoriale delle tematic0e emergenti e per individuare strategie condivise fra le varie realt& dei territori. %ono stati prodotti - documenti scaricabili dal sito del comune di Trento di cui uno prodotto in collaboraizone fra le <ircoscrizioni della <ollina 8st della citt& 9<ircoscrizioni Argentario, Povo e Villazzano. %ono stati organizzati incontri con i <onsigli circoscrizionali, con le varie <ommissioni e:o le associazioni e:o le famiglie dei vari territori a seconda delle esigenze dei territori. 8' stato, inoltre, prodotto un documento comune sottoscritto da tutte le !# <ircoscrizioni di Trento. I <omuni di Aldeno, <imone e >arniga Terme 0anno organizzato momenti di confronto con la popolazione e prodotto, in collaborazione con il Polo sociale di riferimento analisi e ipotesi progettuali future. #5 #( #* # #$) $! $# $$ $" $5 <omune di Aldeno <omune di <imone <omune di >arniga Terme <ircoscrizione >ardolo <ircoscrizione +eano <ircoscrizione ,ondone <ircoscrizione EavinaGEomagnano <ircoscrizione Argentario <ircoscrizione Povo <ircoscrizione Villazzano <ircoscrizione Nltrefersina
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Progetto sociale Citt Comunit delle relazioni

$( $* $ $-

<ircoscrizione <entro %toricoGPiedicastello <ircoscrizione +attarello <ircoscrizione %ardagna <ircoscrizione %an >iuseppeG%. <0iara

") "! "# "$ "" "5 "( "* " "5) 5!

<ommissione %mile <ommissione Politic0e sociali <ommissioni varie Associazione 8rre Associazione Tandem Pro .oco >ruppo A./.A. A.c.l.i. A.V.I.%. Associazioni Associazioni Associazioni

<ircoscrizione >ardolo <ircoscrizione <entro %toricoGPiedicastello <ircoscrizione ,ondone <ircoscrizione EavinaGEomagnano <ircoscrizione EavinaGEomagnano <ircoscrizione EavinaGEomagnano <ircoscrizione EavinaGEomagnano <ircoscrizione EavinaGEomagnano <ircoscrizione EavinaGEomagnano <ircoscrizione Argentario <ircoscrizione Povo <ircoscrizione Villazzano

AREA HA(HINI0ADOLESCENTI E GIOVANI ; 02@ ANNI< Politic,e +io&anili Com$ne di Trento 9operatori, volontari e bambiniGgiovani; 5# 5$ 5" 55 >ruppi di lavoro interniA operatori e volontari Eagazzi in servizio civile ,ambini e ragazzi dei <entri >iocastudiamo >iovani delle associazioni dei Piani di zona

Ser&izio Nidi- I%tr$zione e Sport Com$ne di Trento

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5(

>ruppo misto servizi educativi per la prima infanzia a gestione diretta 9educatrici e coordinatrici interne dei nidi d'infanzia, servizio integrativo <entro genitori e bambini;

5*

Tavolo di coordinamento pedagogico comunale 9con restituzione delle griglie elaborate dai nidi in affidamento alle tre cooperative <itt& futura, Pro.ges, .a <occinella;

TAVOLO 0!4 allar+ato alle realt/ c,e %i occ$pano di minori a Trento e dintorni 5 5() (! (# ($ (" (5 (( (* ( %i +inore onlus A.P.P.+. >ruppo Nasi <adine <oop. Progetto '-# <oop. Arianna A.D.A.+. Ass. Periscopio Villaggio %N% Faleidoscopio Ass. Prodigio <on8ducaAzione

Altre realt/ (*) *! *# *$ <oop. .a ,ussola <omunit& +urialdo 8pi<entro Fosa nostra <onsulta bambini e giovani EavinaGEomagnano

SC9OLE S9PERIORI 9insegnanti e studenti;

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*" *5 *( ** * *) ! #

Istituto >rafico Artigianelli .iceo Eosmini .iceo .inguistico Istituto geometri .iceo Da Vinci Arcivescovile ?.P.T. %acro <uore

Liceo 8rati

ISTIT9TI CO(PRENSIVI 9insegnanti; $ " 5 ( * I< T/ ! I%TIT?TN A.D8/NG+ATTAE8..N I< T/ * AE<IV8%<NVI.8 I< T/ 5 I< T/ # +aria %% ,ambina

Ser&izio I%tr$zione Pro&incia A$tonoma di Trento ;bambini- +enitori e in%e+nanti< 922icio In2anzia ?ederazione Pro&inciale Sc$ole (aterne ;?:P:S:(:< Com$nit/ ed$cati&e Sc$ola In2anzia ;Co:E:S:I:< %oggetti privilegiati ai fini della raccolta di testimonianze sulla base della >riglia di domande propostaA -) -! -# -$ I genitori dei bambini 9complessivamente n. 5) rappresentanti I bambini stessi 9complessivamente circa n. #5) bambini; Il personale insegnante 9complessivamente n. 5) rappresentanti; I coordinatori pedagogici 9 n. ";

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Sc$ole pro&inciali dell'in2anzia coin&olte ;n:!2<6 -" -5 -( -* -!)) !)! !)# !)$ !)" !)5 >ianni Eodari Piedicastello %. +artino Il girasoleG +elta di >ardolo +.E. >io.,atta PartelloniG +eano ,iancaneve G >ardolo Paludi Torrione +aso >inocc0io Piccolo +ondoG<larina Albero del soleG+adonna ,ianca +attarello ArcobalenoG+artignano

Sc$ole a%%ociate alla ?ederazione pro&inciale Sc$ole materne6 !)( !)* !) !)!!) !!! !!# !!$ !!" Aldeno >ardolo e >0iaie Povo %opramonte Trento <anossiane Trento <risto Ee Trento .a <larina Trento Pedrotti Trento %acro <uore

Sc$ole a%%ociate a Coe%i6

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!!5 !!( !!*

%. Don& %. Antonio Qanella

AREA AD9LTI 0 OCC9PACIONEIV9LNERAHILITA' !! !!!#) !#! !## !#$ !#" !#5 !#( !#* !# !#!$) !$! !$# A.<...I. Agenzia del .avoro <entro salute mentale 9Azienda provinciale sanitaria; %ervizio %viluppo 8conomico del <omune di Trento <aritas diocesana <on.solida <.>.I...G<.I.%...G?.I... Ass.<asa Tridentina della giovane Punto d7Incontro Villa s. Ignazio =ondazione <omunit& solidale =ondazione italiana Nrganismi per persone senza fissa dimora onlus A.P.A.%. +aso Pez Tavolo 'ualit& 9operatori, volontari e persone senza fissa dimora;

AREA ANCIANI Circoli anziani 9presidenti e direttivi; !$$ !$" !$5 <oordinamento Provinciale <ircoli anziani e pensionati <ircolo di ,aselga <ircolo di Nltrefersina 4.a <asota5
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!$( !$* !$ !$!") !"!

<ircolo di Villazzano <ircolo di +eano <ircolo di Eavina <ircolo di +attarello <ircolo di %. >iuseppe <ircolo di <risto Ee

Pro+etto Pronto P:I:A: 9anziani e volontari; !"# !"$ !"" !"5 !"( !"* !" !"!5) !5! !5# !5$ !5" !55 !5( !5* !5 !5!() Auser Anteas Trento Associazione Telefono d7Argento dell7Argentario Avulss >ardolo Avulss Trento Telefono d7Argento dell7Nltrefersina <aritas Parrocc0iale Duomo <aritas Parrocc0iale %anta +aria +aggiore <aritas Parrocc0iale %an Pietro <aritas Parrocc0iale <risto Ee <aritas Parrocc0iale Piedicastello <aritas Parrocc0iale %antissimo %acramento <aritas Parrocc0iale %an Pio [ <aritas Parrocc0iale %posalizio <aritas Parrocc0iale %an ,ernardino <aritas Parrocc0iale %an .eonardo >ruppo carit& di Povo >ruppo <aritas di Villazzano Volontari 'uartiere di %an >iuseppe

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!(! !(# !($ !(" !(5 !(( !(* !( !(!*)

>ruppo anziani simpatizzanti di <anova Volontari di Eavina Eomagnano >ruppo 4+ani d7Argento5 Nsservatorio dei bisogni <entro %ervizi Anziani di via ,elenzani <entro %ervizi Anziani di Povo I +. >razioli <entro Diurno di >ardoloI cooperativa Faleidoscopio <entro Diurno 4Il girasole5 G cooperativa Il Delfino <entro Diurno Eavina G cooperativa =AI <entro Diurno %empreverde G cooperativa %AD

!*! !*# !*$ !*"

AP%P <IVI<A DI TE8/TN AP%P ,8ATN D8 T%<TID8E8E 9gi& istituto arcivescovile per sordi; <NNP8EATIVA %P8% AP%P +AE>T8EITA >EAQIN.I

!*5 !*(

=.a.p. I A<.I A.T.I.

N9OVE CITTADINANCE Cor%i di italiano per donne %traniere 8 Poli %ociali ;&olontarie e donne %traniere< !** " volontarie in rappresentanza di !# volontarie e circa ") donne straniere <orso prmosso dal Polo >ardoloG+eano !* " volontarie, una corsista, in rappresentanza di circa !5 donne straniere <orso promosso dal Polo <entro %toricoGPiedicastello:,ondone:sardagna !*$ volontarie e una corsista, in rappresentanza di circa !5 donne straniere <orso promosso dal Polo NltrefersinaG+attarello

!*) ! !

<ooperativa <itt& Aperta <informi


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! # ! $ ! " ! 5 ! ( ! *

%ettore comunicazione Atas <entro Astalli Patto <asa <.I.=. Promo care

AREA PRO(OCIONE HENESSERE E SAL9TE ! ! Azienda provinciale %ervizi %anitari <onsultorio familiare

?oc$% di%abilit/ 9operatori, diretti interessati e famiglie; !-) !-! !-# !-$ Anffas Trentino onlus <ooperativa .a Eete <ooperativa .a Euota Associazione Prodigio Tandicrea A.I.P.D. Astrid Tavolo disabilit&

!-" !-5 !-( !-*

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