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L'ALBERO DEL GIARDINO AD ORIENTE

Fonte: http://www.fuocosacro.com/pagine/cabala/alberogiardino.htm CONSIDERAZIONI INIZIALI La Qabbalah implica la restaurazione con il mondo del mito e con la dimensione onirica dellessere. Dimensione onirica perch una delle porte daccesso, o se si vuole di irruzione della sfera del mito nella nostra esistenza il sognare o, comunque, stati di coscienza che sono porte che consentono un dialogo con le dimensioni sottili dellessere. Lo Scholem sulla base del ritrovamento del manoscritto di una sorta di diario mistico di Rabby Mordekay Ashkenazi ( Furth 1701 ) ha potuto dimostrare come il suo libro Eshel Avraham stato redatto sulla base di rivelazioni avute in sogno. Unaltro esempio MenaCHnem Recanati che essendo di corto intelletto moltiplicava le pratiche ascetiche affinch il cielo aprisse il suo cuore e la mente, un giorno, in sinanagoga, nemtre pregava si addorment ed ecco gli apparve un uomo che lo svegli e gli diede da bere dellacqua mentre beveva di quellacqua luomo scomparve. MenaCHmen si rec quindi a studiare e scopr che si era trasformato in unaltro uomo e che il suo intelletto era chiaro e terso. La Qabbalah tende a rettificare la tranquillizzante spiegazione della realt partorita, in occidente, da una mente razionale-empirica che in s stessa trova la sua misura. Restaura (Tikkun) una continuit fra gli stati di esistenza iperfisici, relegati dalla visione scientista della vita alle terre del mito, al sogno, in ultima analisi alla sfera del fantasticare, e la sfera della coscienza di veglia. In tal modo schiude locchio della intuizione spirituale a una visione a cui si ha accesso a contatti con gli abitanti e le regioni delle terre del mito, una visione per che pu essere terrifica e inquietante in quanto distruttiva del paradigma interpretativo del reale attualmente dominante. La dimensione adamitica, precaduta, secondo alcuni, consiste proprio nella custodia da parte di Adam dellunit del mondo delle sephiroth ovvero dellunit delle sfere del reale. Adamo invece di custodire lunitariet del reale espressa dalla radice in comune dellalbero della vita e della conoscenza oper una scissura onorando esclusivamente la Shekin, ovvero la periferia del cosmo vita. Questa scissura fra la Shekin e il resto dellalbero della vita vien detta esilio della Shekinah. Suturare, per, la sfera della coscienza di veglia con la sfera dei mondi sottili o iperfisici non lunico scopo della Qabbalah. Se la coscienza di veglia e lanalisi di essa, ad opera della mente empirica, porta a una indefinita espansione dello scibile che si esprime in paradigmi che vengono, man mano che questa indefinita crescita si attualizza, sostituiti da altri reputati pi prossimi a una realt che, per sua natura, non pu essere cristallizzata perch in perenne divenire, la conoscenza della sfera sottile dellesistenza ancor pi sfuggente e indefinita di quella di veglia. La Qabbalah non solamente un sentiero, un paradigma conoscitivo, che ci concede di approcciarci alla conoscenza del divenire nella sua totalit di stati grossolani e sottili dellesistenza. La Qabbalah <<cognitio Dei experimentalis>> e oltre a ricercare il Dio celato nella manifestazione, nella creazione, postula un Deus absconditus, un Ente che totalmente altrove e altro, insomma la Qabbalah conosce lInfinito per eccellenza, lAssoluto metafisico, lAin Soph Aur, Luce senza fine, che, proprio perch pertinente alla metafisica, cio a ci che trascende la materia, in qualsiasi forma essa possa sussistere, trascende lintero cosmo ed il Mistero dei misteri. La conoscenza del mondo empirico e di quello sottile non ci pu dare vera pace e compiutezza. Se la conoscenza fosse solo qualcosa che noi possiamo acquisire apprendendo saremmo condannati a ricercare qualcosa che il mondo nella sua interezza non potrebbe mai darci, saremmo condannati ad approssimarci perennemente al vero. La Qabbalah, come la Gnosi, come lo Yoga svela un sentiero che porta alla sperimentazione di uno stato in cui conoscenza e coscienza coincidono e quindi uno stato in cui essere e per ci stesso conoscere, uno stato in cui la conoscenza non conoscenza di un dato evanescente, sempre mutevole, ma conoscenza di s stesso, conoscenza della propria perenne natura essenziale. Solo questa conoscenza di s, che diviene conoscenza di Dio, pu dare vera pace e compiutezza. << la conoscenza del proprio io>>, scrive lo Scholem << viene indicata senzaltro come una delle vie pi sicure verso Dio, che appunto si manifesta nel profondo dellio, per usare proprio una locuzione preferita specialmente dai neoplatonici (Gershom Scholem Le grandi correnti della mistica ebraica, il Saggiatore, pag 36)>>. IL MONDO DELLE SEPHIROTH <<Io sono colui che ha piantato questo albero, affinch tutto il mondo ne tragga diletto; ho fissato tutto in esso, e lho chiamato tutto, giacch da esso tutto dipende e da esso tutto deriva (Sepher Bahir)>>. Che cosa un piano esistenziale? E semplicemente un piano della manifestazione che sotto un certo punto di vista ci pare omogeneo, possiamo dire un regno della natura, natura non intesa semplicemente come sfera della materia sensibilmente percettibile. La prima divisione nella sinergia della manifestazione quella che rigurarda il sensibilmente percettibile rispetto alla nostra interiorit. I nostri cinque sensi offrono tale divisione naturalmente. Ci che sensibilmente percettibile, cio ci che visto, udito, sentito, toccato, annusato e assaggiato la sinergia di queste sensazioni il mondo, o sfera grossolana, secondo il linguaggio della Qabbalah Malkuth. Nella sfera del sensibilmente percettibile possiamo fare delle ulteriori classificazioni ... possiamo procedere a delle distinzioni basate su particolari punti di vista. Possiamo

distinguere il regno animale, il vegetale e quello degli elementi ... poi a qualcuno magari viene in mente che bene distinguere anche il regno umano. Immediatamente contrapposto al regno del sensibilmente percettibile c la nostra spazialit psichica ... la sfera della materia sottile, sottile perch non percepibile con i sensi grossolani quelli cio con cui percepiamo la sfera di veglia. Un pensiero, un sogno non sono percettibili con gli organi di senso ma non sono un inesistente, come le corna della lepre o il figlio di una donna sterile. La dimensione sottile dellesistenza non omogenea ... Prendiamo i pensieri .. i pensieri sono fatti di parole ma anche da immagini e poi c la gamma delle sensazioni ... il pensiero pu essere di natura razionale o intuitiva, anche le immagini possono sorgere come una costruzione di tipo razionale o essere di tipo intuitivo. Notiamo che il pensiero razionale pu essere influenzato dalla sfera delle emozioni. Anche il pensiero di tipo intuitivo pu essere un eco di una sensibilit olistica o invece obbedire a istanze che risiedono nella sfera delle emozioni. Se ci piace crederci delle persone etiche diciamo che il pensiero di tipo intuitivo a un livello esistenziale pi alto del pensiero analitico e questultimo a un livello pi alto della sfera delle emozioni. La sfera grossolana poi proprio ... lestrema periferia del cosmo vita. Ma questo solo un possibile punto di vista ... Qualcuno pu obiettare che in realt la sfera grossolana la sfera pi alta in quanto il pensiero intuitivo quello analitico e la sfera della emotivit sono semplici epifenomeni della sfera di veglia o grossolana e sussistono fino a quando essa sussiste. E scritto nel Sepher Yetzirah: <<La loro misura dieci ma sono infinite, la loro fine fissata nel loro inizio e il loro inizio nella loro fine, come la fiamma unita al tizzone. Devi sapere, calcolare, immaginare :il Signore unico e Colui che forma uno e non ha secondo. E prima delluno, cosa conti>>? <<Dieci sefiroth senza determinazione: frena il tuo cuore si che non pensi, la tua bocca si che non parli; e se il tuo cuore corre via, che ritorni l donde era partito>> <<Tutti i cabbalisti sono concordi nel ritenere la via mistica verso Dio come linverso della via per la quale procediamo da Dio. Chi conosce le tappe della via attraverso la quale si realizzata la creazione, conosce per ci stesso anche le tappe del suo ritorno alle radici di tutto lessere. In tal senso il Maase Bereshith (opera della creazione) - la dottrina esoterica della creazione - costituiva da tempo immemorabiile un capitolo fondamentale nelle concenzioni dei mistici ebrei. A questo riguardo la Qabbalah si avvicina moltissimo al pensiero neoplatonico, del quale giustamente stato detto che in esso progresso e ritorno insieme significano un unico movimento, la Diastol-Sistol, che compone la vita delluniverso. parimenti questo lintendimento dei Qabbalisti (Scholem op. cit. pag 38)>>. Ecco dunque che il simbolo principale della Qabbalah lEtz CHayyim, lAlbero della vita, non esprime altro che il micromacrocosmo e per ci stesso il sentiero che dal punto principiale, noumenico conduce allestrema periferia del cosmo vita e dallestrema periferia del cosmo vita riconduce alla sua sorgente. <<LAlbero sephirotico rappresenta un mandala, un simbolo in cui sono compendiate le indefinire possibilit espressive del micromacrocosmo. Lesatta sua lettura svela, quindi il significato del mondo dei nomi e delle forme, la comprensione delle energie grossolane e sottili, e la possibilit di captarle. Pu essere meditato a livello metafisico, ontologico, teurgico e psicologico. Essendo un mandala completo contiene la Realt noumenica ( Raphael La Via del Fuoco secondo la Qabbalah, Vidya, pag 9)>> . Gi da queste prime battute si potrebbe intuire quel che il glifo simboleggia luomo, innanzi tutto, e la conoscenza mistica del cosmo. Ma il Glifo non che una realt di tipo transeunte, un uomo, una stella, un universo hanno un principio, una durata e una fine, sono sempre dati relativi. LEtz CHayyim una realt peritura, ci che immutabile, eterno, senza fine, Ain Soph, oltre lalbero della vita, anche se, paradosso, lalbero della vita pervaso ed immerso nella Luce senza fine di Dio. Le volgarizzazioni, meglio i fraintendimenti, di essa ad opera di un certo occultismo fanno sembrare che la Qabbalah sia una sorta di insieme di corrispondenze armoniche, sistematizzate intorno al glifo dellalbero della vita, che diverrebbe in tal modo una sorta di artificio mnemotecnico per classificare le relazioni analogiche fra le cose. Una tradizione dice che nel TANAK (sigla mnemonica di Torah, Legge, Nabim, Profeti, ve, e, Ketubim, agiografi) non si fa menzione dell Ain Soph Aur ovvero nel canone biblico si parla solo del manifesto, del cosmo, mentre per la visione metafisica occorre far capo alla Qabbalah. Questo troverebbe riscontro in una lettura Qabbalistica di Genesi 1.1. <<be reshit barah Elohim et ha shamaim ve et ha arets>>. La lettura tradizionale da alla particella <<be>> un valore temporale e quindi si ha la lettura <al principio>>, in quanto reshit, che appartiene alla radice rsh -testa, principio, inizio, primo, ha un senso di inizio, di principio delle cose ... Secondo una lettura ... pi riservata, a be vien dato il valore strumentale e quindi la lettura diventa: Con reshit cre Elohim il cielo e la terra ... Reshit quindi , secondo questa lettura, Kether ... la prima sephira ... appunto il principio e la fine di ogni cosa. Reshit in quanto suono o numero fondamentale, alcuni parlano di Uno che contiene in s i molti,

lUovo cosmico con cui sia il cielo, stati essenziali, noumenici dellessere, sia la terra, sfera grossolana son stati fatti. Esiste una immagine mitologica che vede luovo cosmico allatto dello spezzarsi dar luogo, la parte superiore ai cieli, e la parte inferiore alla terra. Comunque sia ... il TANAK parla appunto del cielo, della terra e di quel che si situa fra essi laria ovvero i mondi sottili, cio parla del manifesto, del dispiegamento polare di Reshit, ovvero Kether ... ma non dellAformale, dellAin Soph Aur (cfr. cfr pag 29 Scholem Le grandi correnti della mistica ebraica). <<Devi sapere che vi una luce superna, in alto, oltre ogni limite, detta En Soph; il nome dimostra che non pu essere compresa, con la mente, n, affatto con la riflessione. E indefinita e distante da qualsiasi pensiero, e precede tutte le emanazioni, le creature, le formazioni e le realizzazioni: non vi in essa tempo dinizio n principio, giacch sempre esistita e sar in eterno; non ha n capo n fine. DallEn Soph deriv poi lessenza del grande lume, detto luomo primordiale, pi antico di ogni altro In verit in tale emanazione dellUomo primordiale, e negli altri mondi posti sotto di lui, vi un capo e una fine; la loro esistenza e la loro emanazione hanno un inizio nel tempo, a differenza di quanto avviene per lEn soph, come si gi spiegato(Etz CHayyim di Chayyim Vital, pag. 564 di Mistica Ebraica a cura di Giulio Busi ed Elena Loewenthal Enaudi 1955)>>. Nella tradizione Qabbalista si dice che nel seno dellAin soph Aur emerse Kether. In termini mumerici potremmo dire che dallo Zero metafisico emerge luno che contiene in s i molti. Kether lo stato di coscienza indifferenziata in cui il soggetto e loggetto di conoscenza giacciono in potenza ma non ancora separati. Secondo questa lettura il soggetto della frase quindi non sarebbe Elohim ma il Mistico Nulla, lAin Soph che essendo il pi sottile del sottile vien detto Nulla o Non essere. <<Ha pi essere di ogni altro essere nel mondo, ma poich semplice, e tutte le altre cose semplici sono complesse se paragonate alla sua semplicit, in confronto chiamato nulla (David b. Abraham ha Lavan, Masoreth ha Berit)>>. Elohim quindi diventa dal soggetto della frase, secondo la lettura tradizionale, loggetto. Elohim vien quindi visto come un nome di Dio composto dalle due parole ebraiche Eleh ed Mi. La struttura consonantica delle due parole essendo la stessa. Per noi che siamo abituati a una parola cristallizata nella forma scritta e alla sua univoca resa la polisemia che una lingua a struttura struttura consonantica rende possibile difficilmente comprensibile. Non possibile qui scendere nei particolari, ma, lebraico recepisce nella scrittura solo le consonanti quindi il testo ebraico pu essere letto diversamente a seconda del flusso vocalico che si sovrappone alla struttura consonantica. Eleh un pronome dinostrativo che significa <<questi, quelle>>, Mi un pronome interrogativo che significa <<chi?>>. Ecco come questo <<processo>> che dallaformale e immanifesto Ain Soph, dallUno senza secondo conduce alla sfera principiale dellUno con secondo trovi il suo riferimento nella sacra scrittura, mediante una interpretazione resa possibile anche dalla particolare struttura della lingua ebraica. Keter che contiene in s, in potenza, come il seme contiene in potenza lalbero, ledificio micro-macrocosmico, si polarizza nella diade Binah-CHokmah. Binah, la madre cosmica, la Materia Primordiale, possiamo chiamarla Prima Materia, che vien pervasa da CHokmah o la Luce di Dio, la Sapienza che era accanto a Dio, fin dal principio, quando Egli port a campimento il mondo, la Sapienza la Luce che illumina il cammino. LAcqua tenebrosa su cui Ruach Elohim, il respiro di Dio, aleggiava. Binah, le acque immote e tenebrose, vengono impulsate al movimento da Chokmah. In altri termini si potrebbe dire che Binah riceve linformazione viene ordinata, strutturata da CHokmah. Da questa inseminazione di Binah da parte di CHokmah, mediante il suo seme luminoso, si spiega ledificio del Cosmo. La sostanza o Prima Materia quindi si inspessisce, dalla sua purezza e sottigliezza primordiale in una serie di armoniche, di frequenze, vieppi grossolane, fino allestrema periferia del Cosmo-Vita Malkuth, il mondo grossolano, della coscienza di veglia. Reshith, il punto primordiale, a volte vien detto Sorgente. Leterno quando volle piantare il suo albero per prima cosa si preoccup di trovare una sorgente che lo adacquasse. Nel seno dellAin Soph emerse quindi Reshit (Kether) che il tizzone da cui scaturisce la fiamma delle dieci sephiroth, che poi non sono affatto dieci ma in numero indefinito. Lo Scholem cita Shelley per esprimere il rapporto fra lAin Soph e le sephiroth: <<La vita, come una cupola di vetro multicolore, tinge il candido splendore dellEternit>>. Kether la manifestazione nel suo complesso. La manifestazione il trillio delle note che il Divino musico suona sulla tastiera del tempo. Ma lo scorrere della musica implica lesistenza del tempo e dello spazio. In Kether il tempo e lo spazio non ancora dispiegato quindi la manifestazione potenzialmente presente gelata nellimmobilit dellonnisciente occhio divino. E il piano causale, Briah. Se ogni cosa una cobinazione di lettere dellalfabeto ... obbero un suono che nel tempo spazio ha un inizio, una durata e una vita e il susseguirsi dei suoni costituisce la sinfonia della vita universa, Kether ascolta la sinfonia nel suo complesso in un eterno essere presente a s stesso. LEtz CHayyym non altro quindi che luomo visto nel suo complesso spirituale-psichico-materiale e il riflesso del cosmo che egli esperisce mediante i vari veicoli espressivi. Siamo noi lEtz CHayyim, questa realt complessa poi ha trovato espressione in un glifo, in un simbolo, che secondo il linguaggio orientale, abbiam gi detto, vien detto mandala. Sembra quasi, ascoltando qualcuno, che lEtz CHayyim sia solo il disegnino di quei dieci cerchietti collegati tra loro. Si dimentica che il cerchietto non altro che un nostro aspetto e che i dieci cerchietti siamo <<noi>> visti sotto laspetto manifesto. Occorre adesso esaminare in sintesi il simbolo dellalbero della vita, dellEtz CHayyim. Ci

che rappresenta lo abbiamo gi detto. Indica il manifesto, ovvero il mondo della sostanza, della materia. Topograficamente possiamo distinguere la triade suprema, Kether, Chokmah, Binah di cui si gi detto, una triade mediana Chesed, Geburah, Tiphereth e una triade inferiore NezaCH, Hod, Yesod, oltre a una decima sephirah, Malkuth, si possono distinguere un pilastro centrale detto della Freccia o Via del Fuoco e due laterali. Balza immediatamente allocchio che la sephira Tiphereth il cuore dellalbero sephirotico. Da un altro punto di vista possiamo considerare Tiphereth il governatore del quaternario inferiore NezaCH, Hod, Yesod, Malkuth. Tiphereth , occorre dirlo fin da adesso, Thipereth la sfera del S, della coscienza-conoscenza. <<... meta immediata delliniziando qabbalistico levocazione della sephirah Tiphereth e dellintelligenza Raphael che presiede a tale sephirah. ( Raphael Triplice Via del fuoco, Vidya, pag 58)>>. Da un certo punto di vista, il quaternario inferiore, malkuth, yesod, nezach e hod sono, a livello microcosmico, la compagine del corpo umano sia sotto laspetto grossolano (malkuth) che quello pranico-energetico (yesod), che quello mentale-psichico (hod-nezach). Generalmente quello che si spaccia per Qabbalah si limita a delle ritualit che si fermano a livello di yesod ( magia sessuale) e tuttal pi al livello di hod ( magia manasica) ma che in ogni caso sono sempre a livello dellio o al livello del prepersonale. La Qabbalah non questo ... ma un sentiero che porta a una rottura del livello dellio empirico localizzato nel quaternario inferiore per risvegliarci alla consapevolezza di Tiphereth, il Testimone, che un, diciamo, riflesso di luce-sonora di Kether ... nella Qabbalah cristiana si direbbe che Tiphereth la cd. Coscieza Cristica, quella presa di consapevolezza della propria reale natura che fa dire a Paolo: <<non sono pi io che vivo ma Cristo che vive in me>>. Occorre avere sempre presente leggendo lalbero che le sephiroth sono come un sistema di contrappesi che si pu avere un << effetto>> su una sfera agendo su unaltra. Occorre cio sempre avere presente il principio della bilancia. Malkuth la sfera di veglia, lestrema periferia del cosmo vita, il luogo dei precipitati ... non solo ... la Vita dellAlbero scorre da Kether che lattinge dallAin Soph, per cos dire, fino a Malkuth e poi per questa Vita ritona a Kether nel flusso e riflusso dellAmore cosmico. Malkuth o la sfera di veglia ha un aspetto microcosmico, il nostro corpo fisico, e un aspetto macrocosmico il mondo in cui il corpo immerso e agisce. Quindi il corpo non solo una parte di Malkuth ma anche un <<mezzo>> di contatto, una finestra tramite cui, il principio di <<coscienza>> Tiphereth <<conosce>> Malkuth. Cos per le altre sephiroth, (numerazioni, sfere del reale, principi). La sefhira Hod non solo, in noi, si esprime come la mente empirica razionale, il mondo delle forme pensiero, ma nel contempo una <<finestra>> mediante cui siamo permeabili allastrale inferiore, il suo aspetto macrocosmico. Purificare quindi la sephira Hod mediante un retto pensare ci <<sintonizza>> con aspetti del basso astrale vicini alle sfere paradisiache invece che alle sfere infere. LAlbero, che solo uno dei modi con cui possibile descrivere il micro-macrocosmo quindi una realt dinamica e, secondo alcuni, ha anche un riflesso nei centri sottili. Ragion per cui oltre a un aspetto di <<intervento>> diretto su una sephirah, il retto pensiero pu essere un <<metodo>> espressione di un sentiero etico tipo karma-yoga, pu esserci un aspetto effetto di una opportuna <<stimolazione>> del centro sottile corrispondente alla sephirah nezaCH ... che in diretta relazione con la sephirah hod, secondo alcuni nezah corrisponde al manipur cacra. Chiaramente una rettificazione della diade Hod NezaCH ha un riflesso sulla sephirah Yesod e un precipitato su Malkuth. La triade suprema il piano di Briah. Reshit ha diversi aspetti, diverse sephiroth. Non c differenza fra Reshith, Chokmah e Binah, come non c differenza fra ChoCHmah-Binah e Daath. Dal punto di vista di Briah tutto resta involuto non dispiegato. nel momento in cui si oggettivizza la separazione fra lUno e i molti e sorge quindi lio, il tu e legli, cio sussiste la distinzione fra il soggetto e loggetto e rivolgiamo la nostra intuizione intelleggibile alla sfera causale essa appare come il cielo puro della mente cosmica punteggiata dagli archetipi celesti delle cose ... Daath, ma siamo gi sul piano non solo del manifesto, anche Briah per quanto involuto, germinale, manifesto, ma su quello formativo, Yetzirah, che il livello esistenziale corrispondente alla triade mediana. La triade inferiore viene considerata come il mondo degli effetti Assiah. La Qabbalah occorre infine dire, almeno nella versione propugnata da Avraham Abufalia assomiglia molto allo yoga. Scholem lo dice chiaro e tondo:<< Ma ci non deve trarci in inganno sulla natura del suo insegnamento, che in ultima analisi non altro che una rielaborazione, con concetti e metodi ebraici, di quellantica tecnica spirituale, la cui espressione classica la disciplina yoga ... Egli prescrive>>, sta parlando di Abufalia, << esattamente determinate posizioni del corpo, combinazioni di consonanti e vocali da pronunciare in una sola emissione di voce, e determinate forme di recitazione, sicch talune parti del suo libro la Luce dellintelletto danno realmente limpressione di un trattato yoga ebraico (pag 195 Le grandi correnti della mistica ebraica)>>. Addirittura arriva a postulare che Abufalia conobbe lo Yoga mediante contatti con i Sufi. E come lo yoga il Fine della Qabbalah percorrere la via della reintegrazione nella sorgente dellEssere. AIN SOPH In alcune pagine delle <<Grandi Correnti della Mistica ebraica>> si narra di come un seguace di Boehme, un certo Oetinger chiede al qabbalista, nel 1700, Koppel Hecht di Francoforte sul meno come poteva fare per comprendere la Qabbalah e lui di rimando dice che i cristiani avevano un libro che parlava di Qabbalah ancor pi chiaramente dello Zohar e, alle ulteriori domande, questo qabbalista fece il nome di Jacob Boehme. Lo Sholem (pag 319) dice << ... fra tutti i mistici cristiani Jakob Boehme quello il cui pensiero, nei suoi motivi pi originali rivela la pi stretta affinit con la Qabbalah ... Egli scopr da s - se cos si pu dire - ancora una volta il mondo delle Sefiroth; e certamente si pu

ritenere che in seguito, dopo la sua illuminazione, quando da amici dotti apprese qualcosa sulla Qabbalah, deliberatamente assimilasse elementi del pensiero qabbalistico ... >. Ho citato questo luogo di quella che unopera ormai diventata un classico del nisticismo ebraico, perch giunto il tempo di fare una considerazione ... legittimo parlare di Qabbalah e poi nel proseguio dire, come far, che lAin Soph indentico al Saccidananda del Vedanta Advaita o che Kether-Tiphereth, sono lequivalente del Cristo e parlare di una tecnica ascetica come la preghiera del cuore della tradizione esicasta? La risposta che io d semplice. Siamo abitanti dellEtz Chayyim e ognuno di noi lo descrive secondo il proprio angolo visuale, secondo il proprio linguaggio. Occorre dire che la Qabbalah non un alcunch di unitario, esistono diverse scuole qabbalistiche, scuole che danno risposte diverse, a volte anche in constrasto fra di loro. Bench quindi esiste un patrimonio di valenze simboliche e dottrinali in comune ogni corrente qabbalistica d la sua propria colorazione alla luce incolore dellAin Soph. Non posso quindi che nellaccingermi a parlare dellAin Soph essere consapevole che quello che vado a dire non che il proiettare il velo colorato dei miei pensieri sullIneffabile, Inafferabbile, Mistero dei Misteri. <<Sappi che prima del prodursi delle emanazioni e prima che le creature fossero create, la luce pura dellAltissimo riempiva tutta la realt , n vi era alcun luogo libero, vuoto, vacuo e cavo; tutto era infatti pieno di tale luce pura, ovunque eguale chiamata appunto luce dellEn Soph. Quando la sua pura volont concep di creare i mondi e produrre le emenazioni, per fare uscire alla luce la perfezione delle sue azioni, dei suoi nomi e dei suoi titoli ... allora lEn Sof si concentro nel punto di mezzo, posto al centro esatto della sua luce. La luce si concentr e si ritrasse tuttattorno a quel punto centrale: proprio dal punto di mezzo rimase allora uno spazio libero, vuoto, vacuo e cavo (CHayyim Vital Etz Chayyim) >>. In qualsiasi modo lo si chiami, per comodit dialogica, possiamo dire che <<esiste> la sfera propria dellAssoluto, Misterium Magnum, di cui non lecito parlare o tentare con la mente di afferrarlo. Quando parliamo di Lui e gi usare il Lui una concessione al linguaggio sempre meglio dire ci che non ... perch dire ci che non , diciamo, lecito ... dire ci che significa dire stupidaggini, oppure tradirlo sicuramente possiamo dire che il mondo delle sephiroth non lassoluto e su questo non c possibilit di errore, i Qabbalisti dicono Dio tutto in tutti ma il tutto non Dio. Dire qualcosa di Dio o, se vogliamo usare un termine asettico e filosofico. dellAssoluto sempre dire il falso. Lassoluto cos ... assoluto che con il nostro linguaggio non pu che esprimere un eco sbiadito di Lui ... alcuni preferiscono parlare addirittura di Esso e si lamentano che i nostri moderni linguaggi, semplificandosi e specializzandosi dalla loro comune origine indoeuropea, abbiano perso la qualificazione neutra delle cose. In sanscrito, il linguaggio delle citt celesti degli dei, per indicare lassoluto si usa il pronome dimostrativo neutro di 3 persona singolare <<TAT>>, <<Quello>>, e a molti parlare di Lui come <<Quello>> sembra possa bastare ed essere adeguato. Nella Qabbalah si dice che lAin Soph Or, << Luce senza fine>>, riempiva di s, s stesso sicch non vi era nulla che non fosse egli stesso. La sua traboccante energia volle esprimere la creazione e per farlo fece spazio in s stesso, per cos dire, avvenne lo tzimtzum una contrazione della Luce, che pur restando identica a s stessa e Infinita cre lo spazio come luogo geometrico in cui Egli, per puro atto di traboccante Amore creativo, esprime e sostiene la manifestazione. Eppure, si affrettano a dire i qabbalisti, la contrazione della Luce Infinita, che si ritrasse per permettere al manifesto di avere un luogo dove attuarsi, non rese orba la manifestazione dellAmore di Dio, della sua santa e luminosa presenza ... Cos, come quando vuotiamo una fiala di profumo e in essa resta unaroma dellessenza, la manifestazione pervasa dallaroma del Santo. Da un certo punto di vista possiamo dire che Dio, lAssoluto, lo schermo, il luogo, in cui il film degli eventi si staglia ... il sostrato di tutto ci che . Un esempio di scuola vedantica dice che luomo una brocca immersa nellEtere o Akasha, lo spazio infinito della divina coscienza. Noi come brocche quindi siamo vuoti, come unanfora nellaria o, se vogliamo, pieni come una anfora nell oceano. LEtere nella brocca pu essere oscurato dal ci con cui riempiamo la brocca ma come puro spazio adimensionale permane identico a s stesso. Quando la brocca vien meno letere nel vaso resta identico a s stesso. Letere nel vaso vien detto Atma o Spirito, la Luce e la Vita in noi il nostro sostrato eterno, lEtere fuori dal vaso vien detto Brahman, Dio, che differenza c fra letere nel vaso e quello aldifuori del vaso ? Noi Etere onnipervadente <<crediamo>> di essere la brocca, questo il senso dellio e del mio, tutto lo yoga vedanta si basa appunto sulla discriminazione fra la brocca e letere (atmavikara o viveka) e la rinuncia alla identificazione con la brocca ( vairagya) ... Adesso possiamo conprendere, intuitivamente, che quando Cristo dice <<io (Etere nel vaso) sono nel Padre ( Etere fuori nel vaso), Il Padre (Etere fuori del Vaso) in me ( Etere nel vaso) io ( in quanto Etere nel vaso identico essenzialmente allEtere fuori del vaso) sono in voi ( Etere nel vaso identico essenzialmente allEtere fuori del vaso) e voi (Etere nel vaso identico essenzialmente allEtere fuori del vaso) siete in me ( Etere nel vaso identico essenzialmente allEtere fuori del vaso)>> non fa che esprimere lidentit suprema ovvero la meta dello yoga vedanta cristo aveva quindi realizzato il << Tat Tvam Asi>>, << Tu sei Quello>>, almeno cos abbiamo compreso. Il Cristo-Tiphereth sempre presente nel cuore di ogni essere senziente come Etere, identico al Padre, e Maestro interiore ... In fondo San Paolo cosa dice? << non sono pi io che vivo ma Cristo in me vive>>.

Questa nostra identit segreta e Suprema di essere cio figli della stessa natura essenziale del Padre celeste la Perla che abbiamo nella nostra mano, nel nostro cuore, che continuamente cerchiamo aldifuori di noi. Giovanni 1:1 In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 1:2 Egli era in principio presso Dio: 1:3 tutto stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente stato fatto di tutto ci che esiste. Giovanni 1:4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 1:5 la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non lhanno accolta. Lasciando da parte tutte le questioni riguardandi la cosmologia Giovannea qui basti dire che Giovanni indica con chiarezza chi Cristo, secondo laspetto che predilige ... ovviamente. Nella Qabbalah si parla dellAin Soph Aur, o Zero Metafisico, lInfinito, lincommensurabile. Dal senso dellInfinito Emerge un Suono, un Numero, il seme causale della manifestazione polare. Il Seme per quanto sia una unit indifferenziata gi ha in se potenzialmente i molti e perci la prima Sephira, Kether, lUno che contiene in s i molti. LAin Soph, il Santo, contiene in s indefiniti numeri, indefinite modalit esistenziali. Questo mondo qua un aspetto sonoro di Kether. Cristo secondo Giovanni Kether che sintetizza in s tutte le indefinite sephiroth o aspetti polari dellUno-molti. Lunico suono manifesto si polarizza in CHokmah, lo Spirito e Binah la materia primordiale e cosmogonica. Hokmah il suono luminoso che feconda e stimola Binah la sostanza ad oggettivizzare il mondo dei nomi e delle forme. Quindi noi come enti abbiamo due aspetti polari che sono un riflesso della polarizzazione della Triade suprema della Santa Qabbalah. Tutto ci che sostanza, il corpo grossolano, il corpo sottile ci viene da Binah, il Suono Luminoso ci viene da CHokmah. La Luce in noi quindi una armonica di CHoCHmah della coscienza che pervade la manifestazione. Questa Luce, quindi, che illumina il paesaggio quale aspetto polare di Kether la scala, il filo darianna da seguire per giungere alla sorgente del nostro essere. Scholem ( pag 357 delle grandi correnti della mistica ebraica) riporta che dei Qabbalisti hanno portato la dottrina dello TzimTzum di Luri fino a far dello TzimTzum qualcosa di assai simile alla dottrina dei mayavadin, << se lo tzimtzum solo una specie di velo di maja - come alcuni cabbalisti posteriori cercarono di provare- che nasconde lessenza divina nella coscienza delle creature, e d ad esse lillusione di unautocoscienza, con la quale possono riconoscersi distinte da Dio, allora necessario solo un piccolo mutamento perch il cuore avverta lunit della sostanza divina in tute le cose. Tale mutamento libererebbe dallillusione della realt dello tzimtsum, che potrebbe suscitare la convinzione che possa esistere qualcosa di diverso da Dio>>. Esiste quindi un sentiero nella Qabbalah adatto agli amanti della non-dualit ed detto la via della freccia, il sentiero che da Malkuth porta a yesod, poi a Tiphereth a Kether e infine allestinzione del Tizzone Ardente nelle gelide acque del Ain Soph.

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