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Lemma 1. Sia g una funzione continua sullintervallo [a, b] a valori in R.

Sia E linsieme
E :=
_
x ]a, b[: ]x, b]|g() > g(x)
_
.
Allora E `e un insieme aperto e quindi si pu`o scrivere come unione nita o numerabile
(eventualmente vuota) di intervalli aperti disgiunti, in formula,
E =
_
kI
]a
k
, b
k
[, Inito o numerabile, ]a
k
, b
k
[ ]a
k
, b
k
[ = se, k, k

I, k = k

(1)
e vale g(a
k
) g(b
k
) k I. (2)
Dim.
`
E immediato vedere che E `e aperto (in R), e quindi E si scrive come in (1), e questo
perche `e ben noto che ogni sottoinsieme aperto di R ha tale propriet`a. Rimane da provare
(2). Fissiamo k I. Proveremo che ssato x ]a
k
, b
k
[ si ha
g(x) g(b
k
), (3)
che, per la continuit`a di g implica (2). Per provare (3), supponiamo per assurdo (3) falsa e
poniamo x
1
= max{t [x, b
k
] : g(t) g(x)}, e proviamo che x
1
= b
k
, da cui chiaramente
segue (3). Notiamo che g(x
1
) g(x) per denizione, ma anche g(x) > g(b
k
) dato che
abbiamo supposto che (3) sia falsa. Quindi
g(x
1
) > g(b
k
) (4)
e, se si avesse x
1
< b
k
, allora x
1
]a
k
, b
k
[ E, e quindi esisterebbe
1
]x
1
, b] tale che
g(
1
) > g(x
1
), e dato che g(
1
) > g(x
1
) g(x),
1
non pu`o appartenere a [x, b
k
] per la
denizione di x
1
, quindi
1
> b
k
, e poiche per (4) g(
1
) > g(x
1
) > g(b
k
) si avrebbe b
k
E,
ma daltra parte b
k
/ E dato che b
k
non appartiene allunione in (1). Quindi aver supposto
x
1
< b
k
porta a una contraddizione e x
1
= b
k
, e questo, come detto sopra, prova (3) e
quindi (2).
Diamo ora alcune denizioni: dati f :]a, b[R, x
0
]a, b[, poniamo
f

+,s
(x
0
) = limsup
h0
+
f(x
0
+ h) f(x
0
)
h
,
f

+,i
(x
0
) = liminf
h0
+
f(x
0
+ h) f(x
0
)
h
,
f

,s
(x
0
) = limsup
h0

f(x
0
+ h) f(x
0
)
h
,
f

,i
(x
0
) = liminf
h0

f(x
0
+ h) f(x
0
)
h
.
1
Osservazione 2. Notiamo che f `e derivabile in x
0
se e solo se tali quattro valori
coincidono e sono niti. Se f inoltre `e crescente, allora tutti questi valori sono non negativi.
Osservazione 3. Per la dimostrazione del teorema `e utile notare che, se f `e crescente
da [a, b] in R, e ]a
k
, b
k
[, k I sono intervalli disgiunti contenuti in ]a, b[, con I insieme
nito o numerabile, allora

kI
(f(b
k
) f(a
k
)) f(b) f(a). Infatti dalla crescenza segue
che gli intervalli ]f(a
k
), f(b
k
)[ sono disgiunti. Infatti presi due indici diversi k
1
e k
2
, si ha
a
k
1
b
k
2
oppure a
k
2
b
k
1
, altrimenti gli intervalli ]a
k
1
, b
k
1
[ e ]a
k
2
, b
k
2
[ avrebbero punti
in comune. Se per esempio a
k
1
b
k
2
, allora f(a
k
1
) f(b
k
2
) dato che f `e crescente, e
quindi gli intervalli ]f(a
k
1
)
, f(b
k
1
)[ e ]f(a
k
2
), f(b
k
2
)[ sono disgiunti. Inoltre gli intervalli
]f(a
k
), f(b
k
)[ sono contenuti in ]f(a), f(b)[, sempre per la crescenza di f, quindi
f(b) f(a) = m
1
_
]f(a), f(b)[
_
m
1
_
_
kI
]f(a
k
), f(b
k
)[
_
=

kI
_
f(b
k
) f(a
k
)
_
.
Teorema 4. Se f `e una funzione crescente da [a, b] in R, allora f `e derivabile quasi
ovunque in ]a, b[.
Dim. Supponiamo per ora f continua. Alla ne accenner`o come si modica la dimostrazione
se f non `e continua. Proveremo che quasi ovunque (in x) valgono le seguenti
f

+,s
(x) < +, (5)
f

+,s
(x) f

,i
(x). (6)
Infatti da (5) e (6), tenendo conto di Osservazione 2, segue che quasi ovunque
< 0 f

+,s
(x) f

,i
(x) f

,s
(x) f

+,i
(x) f

+,s
(x) < +. (7)
Infatti le prime due disuguaglianze sono ovvie, la terza segue direttamente da (6), la quarta
e la sesta sono ovvie, la settima segue da (5). La quinta `e un po meno ovvia, ma si spiega
cos

i. Avendo supposto provato (6), poniamo r(x) = f(x); allora `e facile vedere che r
`e una funzione crescente da [b, a] in R. Inoltre, per (5) applicato ad r si ha r

+,s
(x)
r

,i
(x) per quasi ogni x ]b, a[. Daltra parte si vede facilmente che f

,s
(x) = r

+,s
(x),
f

+,i
(x) = r

,i
(x), da cui segue la quinta disuguaglianza. Cominciamo col provare (5).
Basta provare che, posto E

=
_
x ]a, b[: f

+,s
(x) = +
_
, allora E

`e contenuto in un
insieme di misura nulla. Fissiamo C > 0 e poniamo
E
(C)
=
_
x ]a, b[: ]x, b]|
f() f(x)
x
> C
_
.
Chiaramente E

E
(C)
. Ora, posto g(x) = f(x) Cx, si ha E
(C)
= E, ove E `e linsieme
denito in Lemma 1, rispetto a questa funzione g. Perci`o vale (1), ossia
2
E
(C)
= E :=
_
kI
]a
k
, b
k
[
ove gli intervalli ]a
k
, b
k
[ sono disgiunti, e I `e un insieme nito o numerabile di indici; inoltre
si ha g(a
k
) g(b
k
), ossia f(b
k
) Cb
k
f(a
k
) Ca
k
, o anche
f(b
k
) f(a
k
) C(b
k
a
k
),
Quindi, per Osservazione 3,
f(b) f(a)

kI
_
f(b
k
) f(a
k
)
_
C

kI
(b
k
a
k
)
e di conseguenza
m
1
(E
(C)
) =

kI
m
1
(]a
k
, b
k
[) =

kI
(b
k
a
k
)
f(b) f(a)
C
.
In particolare, m
1
(E
(n)
)
n+
0, e dato che E

n=1
E
(n)
, (5) `e provata. Ora vediamo
la dimostrazione di (6), che segue le stesse idee generali di quella di (5), ma `e molto pi u
sottile. Fissiamo t, T con T > t > 0 e poniamo
E
t,T
:=
_
x ]a, b[: f

+,s
(x) > T > t > f

,i
(x)
_
.
Dato che linsieme degli x per cui (6) non vale `e contenuto in

t,TQ,0<t<T
E
t,T
, baster`a
provare
F
t,T
E
t,T
: m
1
(F
t,T
) = 0. (8)
Infatti, in tal caso E
t,T
`e un insieme di misura di Lebesgue nulla, e siccome linsieme
{(t, T) Q
2
: 0 < t < T} `e chiaramente numerabile, allora anche
_
t,TQ,0<t<T
E
t,T
`e un
insieme di misura di Lebesgue nulla. Sia x E
t,T
; allora dato che f

,i
(x) < t esiste
[a, x[ tale che
f(x) f()
x
=
f() f(x)
x
< t. Ora usiamo una funzione g simile a
quella usata per provare (5), ma in questo caso dato che `e minore di x, per potere usare
Lemma 1, dobbiamo ribaltare lintervallo. Precisamente deniamo g : [b, a] R come
g(x) = f(x) + tx.
Quindi, se x E
t,T
, esiste [a, x[ tale che f(x) f() < t(x ), o in altri termini
g(x) < g(). Perci`o, dato un punto x E
t,T
esiste ] x, a] tale che g() >
g(x), ossia E
t,T
`e contenuto nellinsieme degli y ] b, a[ tali che esiste ]y, a]
tale che g() > g(y). Applicando il Lemma 1 a tale insieme si ha
3
E
t,T

_
kI
_
] b
k
, a
k
[
_
_
E
t,T

_
kI
_
]a
k
, b
k
[
_
_
; g(b
k
) g(a
k
), (9)
ove lunione `e disgiunta e I `e un insieme nito o numerabile di indici. Ovviamente gli
intervalli ]a
k
, b
k
[ sono disgiunti e contenuti in ]a, b[ , e dalla denizione di g segue
f(b
k
) f(a
k
) t(b
k
a
k
), per cui

kI
_
f(b
k
) f(a
k
)
_
t

kI
(b
k
a
k
). (10)
Ora ragioniamo dentro un singolo intervallo ]a
k
, b
k
[. Allora se x E
t,T
]a
k
, b
k
[, dato che
f

+,s
(x) > T esiste ]x, b
k
] tale che
f() f(x)
x
> T. Quindi ponendo g(x) = f(x) Tx,
e applicando il Lemma 1 allintervallo [a
k
, b
k
], si ha
E
t,T
]a
k
, b
k
[
_
lI
k
_
]a
k,l
, b
k,l
[
_
; g(a
k,l
) g(b
k,l
), (11)
ove gli intervalli ]a
k,l
, b
k,l
[ sono disgiunti e ovviamente contenuti in ]a
k
, b
k
[. Dalla denizio-
ne di g segue f(a
k,l
) Ta
k,l
f(b
k,l
) Tb
k,l
e quindi f(b
k,l
) f(a
k,l
) T(b
k,l
a
k,l
). Di
conseguenza
T

kI

lI
k
(b
k,l
a
k,l
)

kI

lI
k
_
f(b
k,l
) f(a
k,l
)
_

kI
_
f(b
k
) f(a
k
)
_

kI
(b
k
a
k
) t(b a).
Infatti la prima disuguaglianza segue da quanto appena detto, la seconda da Osservazione
3 (con a
k
al posto di a e b
k
al posto di b), la terza segue da (10), e la quarta segue da
Osservazione 3 con f(x) = x. Daltra parte, gli intervalli ]a
k,l
, b
k,l
[, dato che sono contenuti
negli intervalli disgiunti ]a
k
, b
k
[ e sono disgiunti per k ssato, sono tutti disgiunti tra loro.
Quindi
m
1
_
_
k,l
_
]a
k,l
, b
k,l
[
_
_
=

kI

lI
k
(b
k,l
a
k,l
)
t
T
(b a).
Deniamo ora Q la famiglia degli insiemi della forma

kI
]a
k
, b
k
[ dove I `e un insieme nito
o numerabile di indici e gli intervalli ]a
k
, b
k
[ sono disgiunti e contenuti in ]a, b[. Tenendo
conto anche di (9) e (11), quello che abbiamo provato si pu`o riformulare cos

i: E
t,T
`e
4
contenuto in un qualche J Q tale che E
t,T
J e m
1
(J)
t
T
m
1
_
]a, b[
_
. Daltra parte
possiamo fare lo stesso ragionamento su ogni intervallo ]c, d[]a, b[ e otteniamo:
]c, d[ ]a, b[ J Q : E
t,T
]c, d[ J ]c, d[, m
1
(J)
t
T
m
1
_
]c, d[
_
.
Da questo possiamo dedurre
J Q J

Q : E
t,T
J J

J, m
1
(J

)
t
T
m
1
(J). (12)
Infatti sia J =

kI
]a
k
, b
k
[ con le solite notazioni. Allora per ogni k I esiste J
k
Q
tale che E
t,T
]a
k
, b
k
[ J
k
]a
k
, b
k
[ e m
1
(J
k
)
t
T
m
1
_
]a
k
, b
k
[
_
. Allora, notando anche
che i J
k
essendo contenuti negli intervalli disgiunti ]a
k
, b
k
[, sono a loro volta disgiunti, `e
facile vedere che J

:=

kI
J
k
soddisfa (12). Usando (12) costruiamo induttivamente una
successione di insiemi J
n
Q con J
0
=]a, b[ tale che
E
t,T
J
n
J
n+1
J
n
, m
1
(J
n+1
)
t
T
m
1
(J
n
). (13)
Ora, dato che E
t,T
]a, b[ = J
0
, segue per induzione da (13) che E
t,T
J
n
per ogni n N.
Inoltre m
1
(J
n
)
_
t
T
_
n
(b a), e quindi m
1
(J
n
)
n+
0 dato che t < T. Perci`o E
t,T
`e
contenuto nellinsieme di misura nulla

n=0
J
n
. Alla ne abbiamo provato (8) da cui come
detto segue (6) e il teorema `e completamente provato nel caso f continua.
Accenno ora le modiche da fare nel caso f non necessariamente continua. Il Lemma 1
rimane valido con alcune piccole modiche: invece che g continua supponiamo che esistano
in ogni punto g(x

) := lim
yx

g(y), cosa che avviene sicuramente se g `e crescente o anche


la somma di una funzione crescente e di una funzione continua. Se x ]a, b[ poniamo
G(x) = max{g(x), g(x
+
), g(x

)}, e poniamo G(a) = g(a


+
), G(b) = g(b

). Allora il lemma
modicato in questa situazione dice che linsieme degli x ]a, b[ tali che esiste ]x, b] per
cui g() > G(x) `e un insieme aperto, unione di intervalli disgiunti ]a
k
, b
k
[, k I, con I
nito o numerabile, e si ha g(a
+
k
) G(b
k
).
5

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