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Libro verde di Gheddafi, note a margine

Fonte: Tonino Perna - il manifesto Gioved 10 Marzo 2011 09:04 -

In questi giorni , dopo che i media lo davano ormai per spacciato, Gheddafi riapparso sugli schermi con in mano il Libro verde, ne ha letto dei passi tra lo stupore generale degli osservatori internazionali. lo stesso Libro verde che, trasformato in monumento nazionale, stato buttato gi a colpi di piccone dalle folle inferocite di Bengasi pochi giorni fa. In nessun posto al mondo ci sono stati monumenti che sono interamente dedicati a riprodurre la copertina di un libro.

Neanche il libretto rosso di Mao, pur godendo inizialmente di grandi consensi, ebbe mai questa consacrazione. Gheddafi pubblic il Libro verde nel 1975, a sei anni dal golpe che lo aveva portato al potere, e ne fece la base del suo programma politico con l'ambizione di farlo diventare una alternativa al socialismo sovietico ed al capitalismo occidentale. Il libro diviso in tre parti: la prima dedicata alla soluzione del problema della democrazia, la seconda alla soluzione del problema economico: il socialismo; la terza parte dedicata alla base sociale della Terza Teoria Universale. Innanzitutto, bisogna capire che il Libro verde stato scritto per il popolo libico composto in gran parte, negli anni '70, da popolazioni nomadi o solo da poco tempo sedentarizzate. Da qui il linguaggio semplice fino al limite del ridicolo, come quando afferma che la donna femmina e l'uomo maschio e poi aggiunge e la donna per tale ragione, dice il ginecologo, ha i cicli mestruali, ovvero, s'indispone mensilmente, mentre l'uomo, in quanto maschio, non ha cicli, per cui non s'indispone mensilmente di "consuetudine". Un passaggio decisamente esilarante, ma che diventa tragico-comico quando si passa ad affermare che la donna soggetta per natura ad un attacco di emorragia ogni mese, mentre l'uomo non soffre questi acciacchi e cos la donna che allatta per quasi due anni il che significa che ella inabile ad ogni attivit e responsabilit diretta. Infine: Questi dati naturali determinano delle differenze fisiche che impediscono all'uomo ed alla donna d'essere uguali. Una visione della donna che sar piaciuta sicuramente ai capi trib, che costituivano la base della societ libica, e che invece avrebbe dovuto preoccupare e far riflettere chi, nell'area della sinistra europea, pensava che il colonnello potesse essere considerato un progressista perch attaccava l'occidente, segnatamente gli Usa, e parlava di socialismo. Un socialismo, affrontato nella seconda parte del Libro verde in modo generico e vago, dove il nodo cruciale costituito dal passaggio da societ di salariati in comunit di soci, ma ci avverr dopo che lo sviluppo economico della Libia - guidato inevitabilmente dal profitto che il motore dell'attivit economica - avr raggiunto un livello adeguato. La sua critica alla democrazia rappresentativa lapidaria: Nessuna delega in nome del popolo: la rappresentanza un'impostura. Anche lo strumento del referendum un inganno della democrazia , in quanto coloro che dicono s e quelli che dicono no non esprimono in realt la loro volont, ma sono imbavagliati... dal riduzionismo binario: s o no. Ed ancora: La societ dilaniata dalle lotte tra partiti identica a quella dilaniata dalle lotte tra le trib e le sette. Pertanto, non serve avere una Costituzione per regolare la vita politica di un paese: Il problema della libert nell'era moderna che le costituzioni si sono piazzate come statuti della societ, e tali costituzioni non si fondano se non sulla visione degli strumenti di governo dittatoriali vigenti nel mondo, dall'individuo al partito; la prova di quanto sopra nella disparit delle costituzioni malgrado la libert dell'uomo sia una. Da queste considerazioni ne discende quella che Gheddafi chiama pomposamente la

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Libro verde di Gheddafi, note a margine


Fonte: Tonino Perna - il manifesto Gioved 10 Marzo 2011 09:04 -

soluzione del problema della democrazia: Il potere del popolo. Ed proprio in questa costruzione del potere del popolo di una politica ideale che Moammar el Gheddafi compie uno spettacolare gioco di prestigio. Vediamone la sequenza. La democrazia il controllo del popolo su s stesso. Per realizzarla i congressi popolari sono l'unico mezzo per attuare la democrazia popolare. (...) Prima di tutto si divide il popolo in congressi popolari di base ed ogni congresso si sceglie un segretariato, dalla somma dei segretariati dei congressi si formano dei congressi popolari non di base (...) fino ad arrivare al Congresso popolare generale, che si riunisce ciclicamente o annualmente, viene sottoposto ai congressi popolari ed ai comitati popolari... per l'attuazione del programma che a loro volta attiveranno i comitati popolari responsabili di fronte ai congressi popolari di base. A parte la confusione finale, possiamo dire che viene disegnato un progetto di radicale democrazia partecipativa che procede dal basso verso l'alto e viceversa in modo tale da chiudere il cerchio ed impedire la separatezza tra governati e governanti, denunciata pi volte nel testo. A pag. 40 (nella traduzione italiana) viene prodotto un disegno del sistema politico ideale: un grande cerchio che racchiude una serie di raggi che vanno dalla circonferenza al centro e tornano indietro. Ma lui dov'? Dov' il posto per il presidente, primo ministro, capo dello Stato? Non c'. E qui sta il trucco del prestigiatore Gheddafi. Lui il guardiano della rivoluzione, il custode del processo rivoluzionario che porter alla democrazia diretta in forma organizzata ed efficace. Non pu avere un ruolo specifico, una carica qualunque, perch Lui la Libia, o meglio, come ha dichiarato l'altro giorno: la famiglia Gheddafi la Libia. E se qualcuno lo attacca non pu che essere un ratto o uno scarafaggio perch un figlio non si ribellerebbe mai al padre, se non vuole andare - come dice il Libro Verde - contro natura. Un potere assoluto, non paragonabile a quello di nessun altro dittatore del secolo scorso. Questo spiega, a nostro avviso, il fatto stranissimo che il nostro presidente del Consiglio gli ha fatto il baciamano al suo trionfale sbarco in Italia. Non era mai accaduto nell'era moderna che un premier occidentale baciasse la mano ad un altro capo di stato o di governo! Non stata una gaffe, o un semplice calcolo politico o di business, ma un atto di adorazione verso un modello di potere assoluto, una visione del mondo in cui il Capo non ha vincoli se non l'affetto del suo popolo. Non a caso Berlusconi ha spesso dichiarato che il Parlamento gli fa solo perdere tempo, che la Costituzione vecchia, comunista ed un vincolo per l'azione di governo, che Lui soltanto al servizio del suo paese e della gente lo ama. Gheddafi con la sua corte di amazzoni vergini, con il suo totale disprezzo per ogni forma di legge o costituzione, con la sua profonda convinzione di interpretare i sentimenti della nazione rappresenta l'ideal-tipo di leader politico a cui aspira il nostro premier, il suo sogno segreto, impossibile.

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