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Voci dai territori occupati

1 giugno 2012

www.bocchescucite.org

numero 150

Dimenticare nostro patrio dovere


Pensate che l'unica democrazia del Medioriente l'unica democrazia al mondo che vieta ai suoi cittadini di...ricordare un evento storico. Con BoccheScucite ci abbiamo provato 150 volte e non sempre i nostri titoli sono riusciti a comprimere in un articolo la nakba incontenibile che da decenni continua a ripetersi con violenza distruttiva e perversa sistematicit nella terra di Palestina, a causa dell'occupazione israeliana. Leggo soprattutto l'editoriale di BS -ci confida un lettore- perch sono cos angosciato e incazzato per la copertura occidentale dei crimini dello stato d'Israele, che non riesco pi a digerire n le lunghe analisi politiche n i resoconti delle quotidiane violazioni di Israele. Le parole sono pietre, si dice di un discorso che come un macigno si abbatte su chi legge. E' il risultato dei titoli che Amnesty International ha scelto per denunciare le responsabilit di Israele nel suo Rapporto Annuale 2012: una raffica di fatti elencati uno dopo l'altro, senza nessuna enfasi, come per dire basta la parola: Blocco su Gaza e crisi umanitaria; restrizioni in Cisgiordania; Diritto all'alloggio e sgomberi forzati; Uso eccessivo della forza; Impunit; Detenzione senza processo; Condizioni carcerarie, visite dei familiari negate e processi iniqui; Tortura e altri maltrattamenti. E la dimostrazione che anche dei titoli cos scarni abbiano fatto centro tutta nella scandalizzata reazione dei siti italiani amici d'Israele. Per esempio Miriam Bolaffi, ricercatrice di un'organizzazione per i diritti umani, afferma: mai Amnesty stata cos faziosa elencando stereotipi e menzogne che accusano Israele. Parla di posti di blocco e barriere protettive come se fossero angherie verso gli arabi quando invece sono misure di sicurezza e di legittima difesa. Parla di diritto allalloggio come se fossero gli israeliani a dover garantire gli alloggi agli arabi che occupano il territorio israeliano e di uso eccessivo della forza come se ci fosse un modo moderato di usare la forza. Condanna poi le detenzioni abbinate alla detenzione amministrativa e critica il fatto che ad alcuni prigionieri (tra i peggiori terroristi) venga impedito di vedere i famigliari per ragioni di sicurezza. Insomma, chi legge il rapporto di Amnesty International -conclude la Bolaffi- si fa una idea completamente sbagliata, quella di uno Stato d'Israele che commette una infinit di violazioni dei Diritti Umani. (www.secondoprotocollo.org). Decisamente pi lucido un altro israeliano, Uri Avnery, che ricorda lo slogan pi indovinato: Una terra senza popolo per un popolo senza terra. Certamente i padri fondatori del sionismo sapevano bene che la terra non era vuota ma i sionisti erano europei di fine 800, perci sinceri

colonizzatori che ritenevano che qualsiasi persona non bianca ma marrone, nera, gialla o rossa non fosse da ritenere un essere umano. D'altra parte quando Theodor Herzl pensava a fare uno stato ebraico non ce l'aveva direttamente con gli arabi, visto che il titolo di un suo libro era: Palestina o Argentina? E l'obiettivo che sottost a tutta la storia d'Israele in realt semplice: fare uno stato ebraico in tutta Eretz Israel. Per questo inutile insistere con questa storia dei palestinesi e magari di un loro stato, (che confermerebbe l'esistenza di un popolo palestinese arabo). Questo il nostro principio-guida, afferma Avnery. Questo l'eterno slogan sionista che nessuno al mondo deve permettersi di oscurare e che si conferma in tutte le scelte di ieri e di oggi, in particolare nella colonizzazione totale degli insediamenti. Pensate che l'unica democrazia del medioriente l'unica democrazia al mondo che vieta ai suoi cittadini di...ricordare un evento storico. Abbiamo pensato ad una apposita legge per proibire solo di pronunciare la Nakba e lo scorso 15 maggio sono state vietate riunioni nelle universit e in tutto il paese. Dimenticare un dovere nazionale. Peccato che sia impossibile dimenticare ci che domina la nostra vita da 65 anni, tutti i giorni. Per questo, nel suo piccolo, anche BoccheScucite sa bene che il suo servizio potrebbe anche oggi titolarsi: per non dimenticare. E se si rinnova l'immagine e la praticit di questa quindicinale denuncia, dal sito alla newsletter, dalla propria mail a quella dell'infinit di amici a cui inoltrarla, si ripete l'amara e mai sopita consapevolezza: Importa ricordare quando. Ma importa soprattutto dire che stato. Che . Che non vorremmo, ma che purtroppo, se la situazione non cambia, sar. Ancora e ancora. (Voglia di normalit, finestre di resistenza nonviolenta palestinese, Edizioni Paoline) BoccheScucite

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Israele, due pesi e due misure


di Desmond Tutu passato gi un quarto di secolo da quando andavo di paese in paese nelle zone rurali degli Usa esortando gli statunitensi, specialmente gli studenti, ad esercitare pressioni a favore del boicottaggio in Sudafrica. Oggi, purtroppo, il momento di intraprendere unazione simile per obbligare Israele a porre fine alla sua lunga occupazione del territorio palestinese e ad estendere luguaglianza di diritti ai cittadini palestinesi vittime di circa 35 leggi discriminatorie. Sono arrivato a questa conclusione in maniera lenta e penosa. Sono consapevole del fatto che molti nostri fratelli e sorelle ebrei, il cui contributo stato tanto decisivo nella lotta contro lapartheid sudafricano, non sono ancora disposti a guardare in faccia il regime di apartheid stabilito da Israele e dal suo attuale governo. Sono enormemente preoccupato che il fatto di porre tale questione possa creare malessere ad alcuni rappresentanti della comunit ebraica con cui ho lavorato strettamente ed efficacemente per decenni. Ma non posso ignorare la sofferenza palestinese a cui ho assistito, n le voci dei coraggiosi ebrei preoccupati dalla deriva discriminatoria di Israele. Negli ultimi giorni, circa 1.200 rabbini statunitensi hanno firmato una lettera programmata in maniera che coincidesse con le risoluzioni della Chiesa Metodista Unita e della Chiesa Presbiteriana (Usa) per chiedere ai cristiani di non unirsi alla campagna di disinvestimenti selettivi nei confronti di certe compagnie i cui prodotti sono utilizzati da Israele. Sostengono che una prospettiva unilaterale relativa al disinvestimento, anche quello selettivo di compagnie che si avvantaggiano delloccupazione, come nella risoluzione di metodisti e presbiteriani, pregiudichi la relazione tra ebrei e cristiani costruita lungo decenni. Per quanto siano senza dubbio benintenzionati, credo che i rabbini e altre persone che si oppongono al disinvestimento commettano purtroppo un errore. La mia voce si alzer sempre in appoggio dei legami tra cristiani ed ebrei e contro lantisemitismo, detestato e temuto da ogni persona sensibile. Ma questa non pu essere una scusa per non fare nulla e restarsene ai margini mentre i governi israeliani che si succedono continuano a colonizzare la Cisgiordania e a promuovere leggi razziste. Ricordo bene le parole del reverendo Martin Luther King Jr. nella sua Lettera dal carcere di Birmingham, nella quale confessa ai suoi fratelli cristiani ed ebrei di sentirsi profondamente defraudato dai bianchi moderati che rispettano molto pi lordine che la giustizia; che preferiscono la pace negativa che presuppone assenza di tensioni alla pace positiva che implica la presenza della giustizia; che dicono costantemente sono daccordo con te riguardo agli obiettivi che persegui ma non posso trovarmi daccordo con i tuoi metodi di azione diretta; che credono, in maniera paternalista, di poter stabilire il calendario per la libert umana degli altri. Le parole di King descrivono con precisione la ristrettezza di vedute di 1.200 rabbini che non si stanno unendo ai coraggiosi palestinesi, ebrei e internazionalisti nelle comunit isolate della Cisgiordania per protestare pacificamente contro il furto della terra palestinese operato da Israele al fine di costruire insediamenti illegali e il muro di separazione. Non possiamo permetterci di nascondere la testa sotto la sabbia mentre unincessante attivit colonialista annulla la possibilit della soluzione dei due Stati. Se non riusciamo a realizzare questo in un futuro prossimo, arriver il giorno in cui i palestinesi smetteranno di lottare per la creazione di uno Stato proprio separato e rivendicheranno il loro diritto a votare per il governo in Israele, in un unico Stato che garantisca la democrazia. Israele ritiene inaccettabile tale opzione e, tuttavia, sta facendo di tutto perch si realizzi. Molti sudafricani neri si sono recati nella Cisgiordania occupata e hanno provato orrore di fronte alle strade costruite solo per i coloni ebrei e su cui i palestinesi non possono mettere piede e di fronte alle colonie per ebrei edificate sulla terra palestinese in violazione del diritto internazionale. Molti sudafricani neri e altre persone di tutto il mondo hanno letto il rapporto 2010 di Human Rights Watch che descrive il sistema di leggi, norme e servizi di due pesi e due misure con cui opera Israele per le due popolazioni in zone della Cisgiordania sotto il suo esclusivo controllo, offrendo servizi preferenziali, sviluppo e benefici per i coloni ebrei e imponendo invece le pi dure condizioni ai palestinesi. Questo, secondo la mia opinione, si chiama apartheid. Ed indifendibile. E abbiamo un bisogno disperato che altri si uniscano ai coraggiosi rabbini di Jewish Voice for Peace per parlare in maniera chiara della dominazione di Israele sui palestinesi in corso ormai da tanti decenni. Queste sono le parole pi dure che abbia mai scritto. Ma rivestono unimportanza vitale. Israele non solo sta danneggiando i palestinesi, ma si sta anche facendo del male. Pu essere che a questi 1.200 rabbini non piaccia sentire quello che ho da dire, cio che arrivata lora che si tolgano la benda dagli occhi e prendano chiaramente coscienza del fatto che Israele sta diven-

Arriver il giorno in cui i palestinesi smetteranno di lottare per la creazione di uno Stato proprio separato e rivendicheranno il loro diritto a votare per il governo in Israele, in un unico Stato che garantisca la democrazia.

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tando uno Stato di apartheid, come lo era il Sudafrica, negando luguaglianza di diritti ai palestinesi, e che non si tratta di un pericolo futuro, come hanno indicato i tre ex primi ministri Ehud Barak, Ehud Olmert e David Ben Gurion, ma di una realt di oggi. Questa dura realt sofferta da milioni di palestinesi richiede persone e organizzazioni di coscienza che boicottino compagnie come, per esempio, Caterpillar, Motorola Solutions e Hewlett Packard che traggono vantag-

gio dalloccupazione e dalla sottomissione dei palestinesi. Tale azione porta con s unenorme differenza rispetto allapartheid sudafricano, perch pu creare un futuro di giustizia e di uguaglianza tanto per i palestinesi quanto per gli ebrei in Terra Santa. da "Tampa Bay Times" 1 maggio 2012 e "Adista", 22 maggio 2012

Libert di uccidere
un messaggio chiaro ai soldati israeliani: Basta semplicemente sostenere di sospettare che un o una palestinese sia un terrorista e nessuno sar ritenuto responsabile della sua morte. Il mio caro marito Ziad Jilani stato assassinato dal poliziotto di frontiera israeliana Maxim Vinogradov il giorno 11 giugno 2010. Ci sono incontestabili evidenze sul fatto che mio marito fosse sdraiato a terra disarmato e ferito, non causava nessuna minaccia quando Il poliziotto di frontiera Maxim Vinogradov gli ha sparato a bruciapelo un colpo in testa. Nonostante le diverse contraddizioni, revisioni e le sfacciate bugie nella testimonianza del soldato che lo ha ucciso, smascherato dall'autopsia, le autorit israeliane hanno chiuso il caso contro Maxim Vinogradov e il suo comandante Shadi Kheir Al -Din. La chiusura del caso contro l'assassino di Ziad un messaggio chiaro ai soldati israeliani: Basta semplicemente sostenere di sospettare che un o una palestinese sia un terrorista e nessuno sar ritenuto responsabile della sua morte. Io e mia figlia ci siamo appellate alla Corte Suprema Israeliana affinch il procuratore dello stato israeliano condannasse per le loro responsabilit criminali l'assassino di Ziad e il suo comandante. Cerchiamo supporto internazionale, non solo per chiedere giustizia per Ziad ma anche per salvare le vite di potenziali vittime future mandando ai soldati israeliani un messaggio, e cio che verranno ritenuti responsabili per l'uccisione di vittime innocenti. Aiutateci a cambiare questo messaggio, firmate la petizione chiedendo che il procuratore di stato israeliano metta sotto accusa gli assassini di Ziad. Manda una mail a killingwithoutconsequence@gmail.com e se puoi organizza un memorial per Ziad nella tua citt l'11 Giugno. L11 Giugno 2010 inizi come qualsiasi altro giorno, a parte il fatto che prima di uscire Ziad menzion che non avevamo ancora portato da nessuna parte le nostre tre bambine dopo che avevano finito gli esami. Pensava che meritassero una gita dove volessero. Dopo avermi dato un bacio di salute si gir un ultima volta per ricordarmi di parlare con loro affinch decidessero dove andare. Ziad mi disse di farci trovare pronte per partire, quando avrebbe suonato il clacson avremmo dovuto prendere le nostre cose, scendere gi e salire sul suo furgone. Sfortunatamente non ritorn mai a casa. Quella fu lultima volta che vidi mio marito Dovemmo investigare da sole per sapere come mor mio marito. Lalternativa era la propaganda che fosse un terrorista. Partimmo per provare non solo linnocenza di mio marito, ma anche per svelare le bugie che venivano prodotte dai media. Facemmo appello ad un giudice israeliano affinch riesumasse il corpo di Ziad, tre settimane dopo averlo seppellito. Dopo che il giudice accolse la nostra richiesta per unautopsia Maxim Vinogradov e Shadi Kheir Al-Din cambiarono bruscamente le loro testimonianze, ricordando pi fatti schiaccianti. Poich la polizia israeliana decise di non interrogare nessun testimone a parte i soldati implicati, ci appellammo a qualsiasi testimone indipendente che potesse andare dalla polizia.

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Linvestigazione successiva concluse che Ziad stesse ritornando a casa dalla moschea Aqsa per la preghiera del venerd, che si trova a Wadi Jouz, un quartiere di Gerusalemme Est. La corsia per Wadi Jouz era chiusa dallesercito israeliano e dalla polizia di frontiera, mentre la corsia opposta era piena di macchine in fila una dietro laltra. Un masso, possibilmente da una dimostrazione vicina, colp il vetro di Ziad e lui salt fuori dalla macchina sulla strada dove un gruppo di agenti di frontiera stava camminando. Dodici giorni prima che Maxim Vinogradov uccidesse mio marito, gli israeliani avevano fatto un incursione sulla Mavi Marmara, una nave turca che portava aiuti a Gaza, mentre in acque internazionali, uccidendo nove passeggeri. In quel giorno, Vinogradov rispose su facebook ad un messaggio di un suo amico, Avi Yaacobov, che diceva in ebraico Sterminare i turchi e gli arabi dal mondo. Vinogradov rispose Sono con te fratello mio ed io con laiuto di Dio inizier. Il suo amico replic, E tu, toccando ferro, ne sei capace. Questo solo uno dei molti simili messaggi nei quali Maxim esprime opinioni propugnando la morte degli arabi. Maxim incoraggiato a praticare le sue convinzioni razziste dallimpunit garantitagli dalle autorit israeliane.

FIRMATE LA PETIZIONE Ecco unaltra storia tragica, per la quale bisogna fare qualcosa. Abbiamo invitato Moira in Italia per far conoscere solo una delle tante e tante storie di violazione di diritto, di crimini contro cittadini palestinesi compiuti dall'esercito israeliano. Moira non resta in silenzio, noi siamo con lei. FIRMA E FA FIRMARE. Luisa Morgantini,

www.assopacepalestina.org

Il suo furgone apparentemente colp qualche soldato causando ferite lievi. Solo un soldato fu portato allospedale per aver subito degli sgraffi. La polizia di frontiera apr immediatamente il fuoco su Ziad e il suo furgone. Gli spari colpirono altri veicoli ferendo una piccola bambina seduta su una macchina vicina. Ziad fugg dalle pallottole, cercando rifugio in un vicolo a fondo chiuso nella quale viveva un suo zio. Tre poliziotti di frontiera corsero avanti sparando dentro il vicolo. Ziad quindi salt dalla macchina e corse verso la casa di suo zio. Gli spararono alle spalle e cadde ferito a terra.

Il poliziotto di frontiera Maxim Vinogradov si avvicin a mio marito, punt il suo M16 alla testa di Ziad, e spar tre colpi. Secondo un testimone, Maxim Vinogradov teneva il suo stivale sul collo di mio marito e gridando qualcosa in ebraico gli spar.

Mio marito amava la vita e godeva di ogni suo momento a pieno, amava le persone e gli animali e amava noi, la sua famiglia, con passione. Non era un terrorista. La mia cittadinanza americana non ha significato niente per le autorit israeliane e troppo poco per il governo americano. Mi piacerebbero delle risposte e vedere che ai soldati dal grilletto felice ed ai poliziotti che servono la polizia militare e di frontiera israeliana non sia consentito uccidere persone innocenti. Per ulteriori informazioni vai su

http://killingwithoutconsequence.com

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La speranza che dalle carceri israeliane annunciava con soddisfazione l'accordo raggiunto in seguito al lunghissimo sciopero della fame, ci aveva fatto dedicare l'intero numero 149 di BoccheScucite a questa resistenza nonviolenta di popoli. Ma conoscendo da anni la repressione e l'impunit di cui gode lo stato d'Israele, quella buona notizia non poteva durare pi di una settimana...

Prigionieri palestinesi, accordo violato


di Marta Fortunato Le autorit israeliane hanno rinnovato la detenzione per altri sei mesi di Natshe. E Israele aveva promesso di non estendere la detenzione di Houssam. Cos facendo ha negato laccordo siglato il 14 maggio che ha posto fine allo sciopero della fame di oltre 1600 prigionieri politici. L'Alta Corte Israeliana ha rinnovato per altri sei mesi l'ordine di detenzione amministrativa del parlamentare di Fatah Hussam Khader. Una grave violazione dell'accordo siglato a maggio da Israele, accusa il Club dei Prigionieri Politici Palestinesi Gi nel momento in cui stato siglato laccordo per porre fine allo sciopero della fame dei prigionieri politici palestinesi, subito stato chiaro che le concessioni strappate ad Israele non rappresentavano una vittoria piena per i detenuti nelle carceri israeliane. Lobiettivo principale dello sciopero, la fine della pratica della detenzione amministrativa, non era stato raggiunto. Il 14 maggio 2012, alla vigilia delle celebrazioni del 64 anniversario della Nakba, lIsraeli Prison Service (IPS) ha firmato un patto con il Comitato dei Prigionieri in cui Israele si impegnava a porre fine alla pratica dellisolamento per lungo periodo per motivi di sicurezza, a reintrodurre la possibilit per i prigionieri provenienti dalla Striscia di Gaza di ricevere le visite dei loro familiari e a formare un comitato per facilitare gli incontri tra lIPS e i prigionieri con lo scopo di migliorare le condizioni allinterno delle carceri israeliane. Inoltre, laccordo prevedeva che non sarebbero stati rinnovati gli ordini di detenzione amministrativa per 308 prigionieri politici che si trovavano in carcere senza processo n accusa, in mancanza di nuove informazioni riguardo alla loro incarcerazione che si aggiungessero ai file segreti su cui si basa la detenzione amministrativa in possesso delle autorit israeliane. Tuttavia nessuna misura era stata presa per risolvere definitivamente la problematica applicazione israeliana della detenzione amministrativa, che in violazione del diritto internazionale. A sole due settimane dalla firma del patto, le associazioni per i diritti umani e per il sostegno ai detenuti accusano Israele di non aver nemmeno rispettato le clausole che aveva siglato. Ieri infatti lAlta Corte Israeliana ha rifiutato lappello per porre fine alla detenzione amministrativa di Hussam Khader, parlamentare di Fatah, di Mohammed Natshe, parlamentare di Hamas e di Hussein Abu Kweik. Khader, che ha passato pi di nove anni in carcere, detenuto dallo scorso giugno senza accusa n processo e avrebbe dovuto essere liberato il 1 giugno 2012, allo scadere della detenzione amministrativa. Invece ieri, domenica 27 maggio, le autorit israeliane hanno rinnovato la sua detenzione per altri sei mesi. Anche Natshe si visto allungare il suo arresto per quattro mesi. Israele aveva promesso di non estendere la detenzione di Houssam ha dichiarato Jawal Boulos, del Club dei Prigionieri Politici (PPC) Cos facendo ha negato laccordo siglato il 14 maggio che ha posto fine allo sciopero della fame di oltre 1600 prigionieri politici. Ed oltre alla violazione di questi termini dellaccordo, il PPC accusa Israele di non aver ascoltato molte altre richieste fatte dai prigionieri politici palestinesi come ad esempio il permesso per la famiglie di Gaza di far visite ai propri cari rinchiusi nelle carceri israeliane e la fine della pratica dellisolamento. Secondo quanto testimoniato dal PPC, molti prigionieri, proprio per aver partecipato allo sciopero della fame, sono stati soggetti a multe e ad altre misure punitive come la proibizione di ricevere visite dai propri parenti. Inoltre a molti detenuti, in particolar modo a coloro che hanno rifiutato il cibo e che ora soffrono di forti emicranie, nausea e dolori allo stomaco, viene negata lassistenza medica di base. Intanto continua lo sciopero della fame dei due prigionieri politici di Gaza che si trovano nellospedale della prigione di Ramle, Mahmoud al-Sarsak, 25 anni, giocatore di calcio nella nazionale palestinese, e Akhram Rikhawi. Sarsak ha iniziato a rifiutare il cibo il 23 marzo scorso ed ha oggi iniziato il suo 71 giorno di protesta. Le sue condizioni di salute sono gravi, e nonostante sia soggetto a continui svenimenti ed a problemi di vista, continua a rifiutare sali minerali e zucchero. Rikhawi, che si trovava gi prima dello sciopero in precarie condizioni di salute, entrato oggi nel suo 48 giorno di protesta. A loro si unito un terzo detenuto, Mohammaed Abel Aziz. Nena News, 28 maggio 2012

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Per resistere, come se fosse normale...


Nandino Capovilla Betta Tusset, Voglia di normalit finestre di resistenza non violenta in Palestina Ed. Paoline un libro da leggere, si legge in un fiato, perch ha dentro la vita. un libro che dovrebbe essere obbligatorio per chi va pellegrino in Terra Santa, perch in poco pi di cento pagine, racconta con passione e partecipazione, entrando con discrezione nelle case, la normalit di vita di un popolo, che dal 48 ad oggi, resiste quotidianamente ad una situazione di reale oppressione. Unoppressione che si pu anche non vedere, se non si hanno occhi e cuore aperti e mente libera da pregiudizi. Ma unoppressione che si consuma ogni giorno in modi diversi in tutto la Terra Santa, l dove lacquisizione della terra altrui, in nome della sicurezza o della razionalit del territorio, per farne le proprie case o per creare i propri parchi, la costruzione del muro di separazione che soffoca la vita e toglie lacqua, il continuo espandersi delle colonie, insediamenti illegali, la pesante, asfissiante occupazione militare da parte dellesercito israeliano, privano un popolo dei suoi diritti pi elementari. Gli autori entrano nelle case, sono accolti nelle case, viene loro offerto il t, condividono momenti di intimit domestica, ripercorrendo, negli incontri con i protagonisti, avvenimenti collocati in diversi momenti storici della loro vita e della vita del loro paese, dalla Nakba del 1948, alla guerra dei sei giorni del 1967, alla costruzione del muro di apartheid, fino alla tragica operazione piombo fuso. Raccontano come si vive in una casa occupata dai soldati o con ordine di demolizione, come si sta con il muro ad un metro dal cancello; come si ricorda una casa evacuata sessantanni prima, come si sopravvive in una casa accerchiata dalle colonie, come si resiste sotto le bombe o sotto una tenda perennemente abbattuta dallesercito che dovrebbe garantire la sicurezza. Unoppressione che si pu anche non vedere, se non si hanno occhi e cuore aperti e mente libera da pregiudizi. Ma unoppressione che si consuma ogni giorno in modi diversi in tutto la Terra Santa.

E nonostante tutto ci, continuano a non disperare, continuano tenacemente a resistere, a coltivare una speranza ai nostri occhi impossibile, con pazienza, con creativit, nonostante loccupazione che invade e pervade ogni ambito della loro vita. Violette, Omar, Ahmed, Amal, Nura, Bilal, ..e tutti gli altri che si incontrano, nomi che diventano volti, diventano storie incredibili di resistenza nonviolenta in contesti dove il sopruso e la violenza sono quotidiani, ma dove la vita con la sua voglia di normalit, ostinatamente prevale. di Rosanna Tommasi

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Quando le parole non bastano


Chi tornato dalla Palestina sa bene che pi dei discorsi contano le immagini e i volti per raccontare un popolo che resiste fiero alla sua distruzione. Anche l'Alternative Information Center di Betit Shaour, esperto nel condensare in articoli e testi il dramma quotidiano dell'occupazione, sempre pi spesso ci offre preziose gallery, con cui scegliamo di comporre la nostra rubrica pi veloce, IN BREVE. FOTOGALLERY: demolizioni a Fasayil, Valle del Giordano. Nuove demolizioni nel villaggio palestinese di Fasa'il al-Wasta, a 20 km a nord di Gerico, nella Valle del Giordano. 20 persone, di cui 15 bambini, si son visti demolire sopra le loro teste le tende dove vivevano. http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/11-aic-projects/3610-fotogallerydemolizioni-a-fasayil-valle-del-giordano

Se hai uno smartphone verrai rimandato direttamente al sito...

FOTO: Torna la vita nel villaggio di Um Fagarah. Il 19 maggio il Popular Struggle Coordination Committee e il Comitato Popolare delle colline a Sud di Hebron hanno organizzato la prima azione della campagna a sostegno del villaggio di Um Fagarah. Obiettivo della campagna la costruzione di case di mattoni per permettere ai palestinesi di vivere sulle proprie terre, sottolineando lesistenza e la presenza continua del villaggio nel corso degli anni. http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/hebron/3600-foto-torna-la-vita-nelvillaggio-di-um-fagarah

FOTOGALLERY: Israele celebra la Giornata di Gerusalemme. Nel calendario ebraico domenica 20 maggio il giorno in cui Israele celebra la "riunificazione" di Gerusalemme e l'occupazione israeliana della Citt Vecchia nel giugno 1967. http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/jerusalem/3599-fotogallery-israelecelebra-la-giornata-di-gerusalemme

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