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Cottolengo sotto la Torre

ANNO 2 N 1 - Febbraio 2013 PERIODICO DELLA PICCOLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA DI PISA CON ALCUNI CONTRIBUTI DELLA CASA COTTOLENGO DI FIRENZE

La Vita di S a n Gi us e ppe Co t to le n go
Continuiamo a ricordare il grandioso spirito caritatevole del nostro Santo con il libro Giuseppe Cottolengo di Piera Paltro (Ed. Messaggero Padova) che stiamo leggendo nellora di "ascolto e conversazione".

Capitolo II GRAZIE, SAN TOMMASO


Per crescere come si deve, bisogna andare a scuola, e andare a scuola una fatica non piccola quando si ha, come Giuseppino, scarsa memoria e intelligenza molto pratica, poco portata allo studio metodico.[]Il Cielo risolve tutto, e lass un santo che possa aiutarlo c, e come: san Tommaso dAquino, il grande genio teologico della chiesa cattolica; Giuseppino lo invoca ripetutamente, sicuro che il soccorso verr. E inne il soccorso arriva: qualche cosa cambia in lui, e accade come diranno dei credibilissimi testimoni- che la sua capacit intellettiva cresca tanto da farlo diventare uno dei primi.[] Eccoci al 5 dicembre 1802: nato il 3 maggio 1786, egli ha ormai 16 anni compiuti, si fatto un giovane serio, assiduo ai sacramenti e alla vita della comunit, studioso e diligente; e oggi riceve con profonda e silenziosa gioia la veste di chierico.[] Poi arrivano i ventanni, nel 1806. Giuseppe esentato dal servizio militare nellesercito napoleonico; e poich ha osservato, come volentieri dichiara il suo parroco, le prescrizioni stabilite per la vita e la santit dei chierici, si incammina verso lordinazione sacerdotale, che avviene l8 giugno 1811, nella chiesa del seminario di Torino. C una felicit straordinaria in Don Giuseppe.[]poi, nominato vicario a Corneliano, porta il suo zelo ai sofferenti, facendosi amare da quella gente; [] Ma il cammino dello studio non ancora nito: a Torino esiste la Regia universit, con la facolt di teologia; ed ecco don Giuseppe arrivare l nel 1815, per laurearsi poi lodevolmente il 14 marzo 1816. Ora la fatica conclusa, per quello che riguarda i libri. E invece tuttaltro che conclusa per la sua vera storia di santo.

Mi Presento: sono Danilo


Sono nato a Gambassi Terme (Fi) e sono entrato alla Piccola Casa di Pisa allet di 20 anni, a causa delle mie condizioni di salute che hanno reso necessaria lassistenza di una struttura come il Cottolengo. Ora ho quasi 80 anni: sono perci 60 anni che sono qui. Pur dovendo ancora avvalermi della carrozzina, posso dire di aver vissuto una vita serena, confortata dallaffetto delle suore, di Fratel Pietro, delle operatrici e degli amici. Fra gli amici, voglio ringraziare i volontari che ci accompagnano fuori e ci aiutano nella cura della persona, e in particolare lavvocato Andrea Gasperini, che mi ha portato diverse volte a Viareggio ed in altri posti. Mi piace seguire gli avvenimenti che accadono nel mondo: leggo tutti i giorni un quotidiano, che da molti anni mi viene offerto dal dott.Carlo Giacobbe, dellOrdine dei Cavalieri di Malta, che ringrazio, perch linteresse per tutto ci che succede e per la storia del nostro tempo mi aiuta a mantenermi in forma. Parlando di me, sono solito dire che, se avessi avuto la salute, sarei stato o un avvocato o un gran delinquente. Non mi mancano lo spirito mordace e la vena polemica tipici dei toscani, e anche questo mi rende simpatico, a detta degli amici. Ho avuto piacevoli esperienze anche fuori della Piccola Casa ( che rimane comunque la mia casa): ad esempio, sono andato per otto anni in villeggiatura in montagna alla Colonia cottolenghina di Vi (To). Di tutto questo, e anche delle mie sofferenze, ringrazio il Signore. La Memoria Storica di Pisa

Ciao a tutti!
Mi chiamo Maria Corvelli, sono entrata nella Piccola Casa tanti anni fa, il primo Novembre del 1947, avevo 15 anni. Anche se ero piccola ricordo di non aver avuto paura, le suore con i loro lunghi abiti bianchi mi mettevano a mio agio. Ho fatto subito amicizia con altre ospiti che oggi sono in paradiso, ricordo tra le altre Francesca, Settimia e Giuseppina. Ma se penso a tutte le ospiti che hanno diviso la stanza con me alla Piccola Casa viene fuori una squadra di calcio. Le suore mi hanno insegnato a lavorare la maglia con i ferri ma questi mi scappavano sempre dalle mani, allora hanno provato con l'uncinetto, con il quale mi trovo bene, infatti ci lavoro ancora oggi, ogni giorno, nel laboratorio con Suor Angela. Ricordo con piacere alcune suore che oggi sono in paradiso e con le quali ho condiviso sorrisi ed emozioni come Suor Vittoria e Suor Giacomina. In tutti questi anni ho sentito la Piccola Casa come una famiglia, approtto di queste righe per ringraziare tutti.

La Memoria Storica di Firenze

FESTA DI S.AGNESE (25 GENNAIO)


Nella S. Messa a lei dedicata Don Giovanni ha ricordato questa giovanissima martire, a cui dedicato uno dei nuclei della Piccola Casa di Pisa, che si sacric per difendere la sua fede e la sua purezza. Nella festa del 25 gennaio la sua immagine era circondata dai suoi ori, i candidi gigli, preparati da tutti gli ospiti.

Maria Luisa

COTTOFESTIVAL! (26 GENNAIO)


Si avvicina il Festival di San Remo, e anche noi ci siamo attivati! Non abbiamo una grande orchestra, n i ori di San Remo, n le voci, ma la musica ci d gioia e, lavorando tutti insieme, sotto la guida della nostra Arianna, abbiamo preparato le canzoni, gli addobbi, i ori di carta. stato un lavoro corale, e in coro abbiamo cantato motivi popolari legati al mare, ai monti, a varie citt dItalia, da Torino a Napoli, per nire naturalmente con La torre di Pisa. Non sono mancati i solisti, come Benita e Paolo. Paolo era anche il tastierista che afancava il nostro grande amico Cristiano, chitarrista e direttore del coro. La partecipazione stata calorosa, con tanti applausi anche per la valletta Rosanna. Grazie anche ai volontari che ci hanno aiutati. Abbiamo dimostrato che Lunione fa la forza!

GIORNATA DEL MALATO, (11 FEBBRAIO); PREGHIERA PER LA MADONNA DI LOURDES


una preghiera che invoca sollievo per le nostre sofferenze, ma che vuole anche esprimere partecipazione, alle tante sofferenze del mondo. Preghiamo quindi per tutti i nostri fratelli, i lontani, gli assenti, quelli che non hanno voce, tutti accomunati dalla pena della condizione umana. Ma in questa realt umana si incarnato e ha sofferto Ges, dandole cos una dimensione che travalica il tempo ristretto delle nostre esistenze. Aiutaci, Vergine Santa, a offrirti il nostro dolore per il bene del mondo.

Maria Luisa

Maria Luisa

CARNEVALE A VIAREGGIO (10 FEBBRAIO)


Grazie allimpegno di Giuditta, che ha voluto ripetere anche questanno liniziativa del nostro indimenticabile volontario Riccardo, abbiamo potuto godere di questa occasione di allegria e di divertimento. La giornata limpida ha reso ancora pi bello questo pomeriggio. Al ritorno, qualcuno era rosso di sole. Tutti si sono divertiti soprattutto con i coriandoli, oltre che con lo spettacolo dei carri. Sono piaciuti in particolare quelli del dinosauro e della guerra, e ha divertito tutti lidea di presentare i politici come bambini piccoli

Il Gruppo di conversazione

Ogni gioved pomeriggio parliamo con la nostra volontaria Lia di aspetti del mondo di ieri, che era un mondo pi piccolo rispetto a quello di oggi, in cui il progresso ha reso meno faticosi tanti lavori, ha allargato il nostro orizzonte, ma ha fatto perdere alcuni valori della realt che ci era familiare. Largomento delle nostre conversazioni stato allinizio la cucina, che suscita sempre il nostro interesse. Gli uomini hanno detto pi che altro cosa mangiano pi volentieri, mentre le donne, quelle di noi che sono state massaie e madri di famiglia, ricordano le loro ricette. Tutti sono concordi nel rimpiangere quei sapori genuini e decisi delle verdure, della frutta, dei pomodori nostrali che davano un gusto ormai perduto alle vivande pi semplici. Tanto per dare qualche esempio, Lidania, che viveva in campagna, parla delle sue minestre di verdure, Maria Giuseppina della zuppa di fagioli pisana, Lia dei dolci tradizionali fatti con la farina di castagne (i necci e il castagnaccio) e delle frittelle di san Giuseppe. Da qui alla rievocazione di antichi mestieri il passaggio stato naturale, e ne abbiamo parlato anche con Arianna. Fra i mestieri cambiati o perduti ci sono quelli ricordati da Licia e Lidania, i cui genitori andavano a fare i mattoni anche lontano da casa, da Paolo, il cui babbo faceva loperatore cinematograco (la maschera), da Maria Luisa, con la nonna cucitrice di bianco, da Lido, vigile a Piombino, citt dove il trafco era soprattutto di tipo industriale e le macchine private erano poche. Lidania faceva la boscaiola: lavorava a cottimo nel bosco di Montecchio. Con la pennata (5 chili di peso) faceva le fascette. Andavano a lavorare in bicicletta no a buio. Erano 20 donne e la pi anziana, Ida - noi la chiamavamo Idona perch era grossa!- controllava il lavoro al lume di luna. Gli uomini tagliavano i tronchi a pezzi, se li caricavano a spalle e li portavano vicino alla strada, dove poi erano portati con un barroccio alla fornace.

Il Gruppo di conversazione

LA CASSOEULA
Ingredienti per 6 persone Far bollire per circa unora in acqua bollente, 2 piedini del maiale tagliati a met, 100 gr di cotenne e le orecchie (le parti del maiale elencate devono essere pulite, raschiate e lavate precedentemente). In una casseruola grande, a fuoco lento, mettere 50 gr di burro e far soffriggere 100 gr di cipolla affettata. Aggiungere le costine di maiale, le orecchie e le cotenne tagliate a piccole strisce. Quindi aggiungere 100 gr di sedano e 100 gr di carote, versare del vino bianco e farlo sfumare. Aggiungere un mestolo di brodo, sale (pepe) e rimescolare il tutto. Lasciare sul fuoco molto basso per almeno unora, controllando che non si attacchi al fondo. Pulire la verza, cuocerla con poca acqua per circa 5/10 minuti. Unirla alla carne, alla lunanega (300 gr ) ed ai verzini (2). Far cuocere a fuoco moderato per altri 30/45 minuti controllando che non si attacchi.

GianBattista

BEN...(E)...DETTO
Chi vuole un bellagliaio, lo faccia di Gennaio, ma chi se ne intende lo fa di dicembre. Lido (Pisa) Dio ci liberi dal buon gennaio! I contadini di una volta dicevano che se il freddo non fosse arrivato a Gennaio, sarebbe arrivato sicuramente pi tardi, verso marzo o aprile, danneggiando per la campagna. Danilo (Pisa) "Tutto nisce, le cose buone e le cattive". "Chi ti vuol bene viene a cercarti no a casa". Nucleo di vita S. Giuseppe (Firenze)

chiacchierando come al bar...


Per la festa di S. Antonio Abate, il 17 gennaio si faceva il fascettino del eno, sandava a Messa, si faceva
benedire e si dava da mangiare agli animali per noi invece si benediva il pane; se una persona non poteva andarlo a prendere, le si dava una fetta del nostro a noi il pane ce lo benedicevano per S. Biagio, il 2 febbraio qui al Cottolengo, per tanti anni c stata la nostra carissima volontaria Clara che ci portava i panini di S. Biagio; e adesso c la nostra bravissima volontaria Gianna che ce li porta una signora mi raccontava che nel suo paesino vicino Salerno, dopo la Messa si aprivano le porte della Chiesa e gli animali che erano stati portati per essere benedetti, se entravano dentro, diventavano propriet della Chiesa

I GIOCHI DEI NOSTRI TEMPI


I nostri giochi allaria aperta erano la settimana o campana, in cui si doveva saltellare su una gamba sola lungo un percorso che si segnava per terra, oppure rimpiattino e nascondino, mosca cieca, lo sculaccione la trottola Erano giochi che non costavano niente, adatti a quei tempi difcili, cos come il fazzoletto, gara tra due squadre, ecc. Per i maschi cera il pallone, la onda, fabbricata da ogni ragazzo e personalizzata: sincideva il nome sul manico. Chi perdeva nei giochi doveva fare la penitenza (dire, fare, baciare, lettera, testamento). Si giocava a saltare con la fune, da soli o con due che reggevano la corda. I maschi giocavano con piccole pistole e fucili di legno e, utilizzando i tappini, organizzavano partite di calcio a cui partecipavano i giocatori delle gurine, grande passione di quei tempi. Giocavano sul tavolo di cucina o sulla spiaggia. Sul mare passava anche qualche venditore di giochi, e i ragazzini si affollavano interno, ma le biglie costavano troppo (allora 5 lire erano una somma), per cui ci si adattava ai tappini. Per le bambine, sono sempre esistite le bambole, ma le pi anziane di noi dicono: Altro che bambole! Dovevo star dietro ai fratellini pi piccoli... Una bambola non ce lho mai avuta. Quando cera una bambola in casa, veniva tenuta in cima allarmadio per non sciuparla o in mezzo al letto, per bellezza. Io me le facevo da me, di pezza, con un po di stoffa ripiegata. Tra le pi giovani di noi invece c il ricordo sempre vivo delle bambole regalate dai parenti o amici in tempi meno duri.

prossimi appuntamenti 10 MARZO: DOMENICA

Il Gruppo di conversazione

salutiamoci cos
La vita una cosa splendida e grande, pi tardi dovremo costruire un mondo nuovo. A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bont che avremo conquistato in noi stessi.

Pomeriggio animato dai giovani della Croce Rossa DOMENICA 17 MARZO: A S. Vivaldo con Cavelieri di Malta MARTED 19 MARZO ORE 10.00: S. Messa per festeggiare San Giuseppe

(Etty Hillesum, morta ad Auschwitz nel 1943)

VENERD 22 MARZO ORE 9.30: Festa dei compleanni e festa del nucleo S. Giuseppe SABATO 13 APRILE: Pellegrinaggio a Montenero con Cav. Malta DOMENICA 14 APRILE: Pomeriggio animato dai giovani della Croce Rossa VENERD 26 APRILE ORE 9.30: Festa dei compleanni 26, 27 e 29 APRILE ORE 17.00: Triduo di preparazione alla festa di San G. B. Cottolengo MARTED 30 APRILE ORE 10.00: S. Messa per la festa di San G. B. Cottolengo presieduta dal Vescovo di Pisa Pro manuscripto - ci ol ri circolare in interna Redazione: Via Mazzini 61, 56125 Pisa Tel. 050 23709 - Fax 050 20354 Email: cottopisanews@gmail.com www.cottolengo.org

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