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Dispense di Filosoa della Mente

Vittorio Morato VI Settimana

Introduzione

Lo scopo di questa lezione ` introdurre i temi e problemi che in losoa della e mente si sono sviluppati intorno al fenomeno della coscienza. Grossomodo, il fenomeno della coscienza ` quella sorta di sensazione che sempre ci accompagna e quando siamo vigili e che consiste in una speciale consapevolezza dei nostri stati mentali. Il fenomeno della coscienza sembra essere un aspetto cruciale della nostra vita mentale o, se non altro, della vita mentale di noi umani. Provate a pensare quanto diversa sarebbe la nostra vita mentale se avessimo tutti gli stati mentali che abbiamo (esperienze, atteggiamenti, etc. ma senza quel particolare tipo di consapevolezza che ci ` fornita dal fatto di essere creature coscienti. e Ciononostante, la coscienza rimane un grandissimo mistero sia da un punto di vista losoco che scientico. Da un punto di vista linguistico ` bene notare che laggettivo cosciente si e applica sia a persone e organismi che a stati mentali di persone e organismi. Si pu` parlare quindi di stati che sono coscienti e stati che non lo sono o che lo sono o solo a volte (il dolore, di solito, ` considerato uno stato sempre cosciente, alcuni e atteggiamenti, come le credenze, sono considerati stati che a volte possono non essere coscienti). A seconda che si prediliga un uso piuttosto che un altro, a seconda, cio`, che si consideri la coscienza come una propriet` globale di un e a soggetto o come una propriet` locale degli stati, teorie diverse della coscienza a possono risultare.

Aspetti della coscienza

La coscienza non ` un fenomeno che si presenta in maniera monolitica; ese so ` piuttosto un amalgama (altri direbbero un coacervo) di fenomeni distinti e sebbene collegati da alcune relazioni. Il cosiddetto problema della coscienza consiste quindi nellavere una teoria unitaria di tutti questi aspetti distinti.

2.1

Coscienza fenomenica

Il fenomeno della coscienza fenomenica si riferisce alle particolari caratteristiche qualitative dei nostri stati mentali (il particolare modo in cui vediamo il rosso di un pomodoro, il particolare modo in cui gustiamo il sapore del pomodoro, etc.). Di solito, le propriet` qualitative delle nostre sensazioni sono quelle che a ci permettono di distinguerle e categorizzarle in un certo modo. Il nome che ` e stato dato a queste propriet` qualitative delle nostre esperienze ` qualia. Un a e 1

quale (singolare di qualia) ` quella propriet` che ci permettere di capire quel e a che si prova ad avere una certa sensazione. Non sono solo le sensazioni ad essere accompagnate da qualia; anche stati mentali un po pi` complessi sono a volte accompagnati da propriet` quau a litative di un certo tipo. Quando si ` arrabbiati, c` qualcosa che si prova e e mentre siamo arrabbiati che non sembra essere riconducibile allo stato mentale solamente; questo qualcosa `, per lappunto, laspetto qualitativo (il quale) e dellarrabbiatura. Certo ` che mentre nel caso delle sensazioni, laspetto qualitativo che le e accompagna ` usato per categorizzarle, nel caso di emozioni e stati mentali e pi` complessi il quale, se c`, non ` usato per identicarli. Essere invidiosi u e e ` spesso accompagnato da un certo stato qualitativo ma per caratterizzare e e riconoscere linvidia ` necessaria una spiegazione pi` complessa e non basta e u ` menzionare leventuale propriet` qualitativa che la accompagna. E possibile a che anche stati mentali pi` complessi delle emozioni, come le credenze, desideri u etc., siano accompaganti da qualche aspetto qualitativo me questo ` dicile da e stabilire (quale sarebbe la particolare sensazione che si prova quando si crede, si desidera o si conosce qualcosa?) Da notare che se ` vero che i qualia sono ci` per mezzo di cui riconosciamo e e o categorizziamo le sensazioni come sensazioni di un certo tipo, nel caso credenze e desideri non siano accompagnati da qualia non ` chiaro come possano essere e riconosciuti e categorizzati come stati mentali del tipo giusto. Cos` che fa di e una credenza una credenza e non un desiderio? Gli stati mentali possono essere quindi suddivisi in questo modo: stati mentali consci stati mentali inconsci stati mentali consci accompagnati da qualia stati mentali con qualia individuati per mezzo dei loro qualia stati mentali con qualis non individuati per mezzo dei loro qualia stati mentali consci non accompagnati da qualia Il fenomeno della coscienza, quindi, non ` esaurito dal fenomeno dei quae lia, perch` vi sono molti stati mentali di cui siamo coscienti che non sono e accompaganti da alcuna propriet` qualitativa. a

2.2

Soggettivit` epistemica a

Spesso la coscienza ` identicata con la soggettivit`; la soggettivit` ` spesso ine a ae tesa in senso epistemico ed ` quel fenomeno per cui un dato soggetto psicologico e ha un accesso privilegiato ai propri stati coscienti. Sembriamo, cio`, essere ime mediatamente consapevoli dei nostri stati mentali. Ci sono due caratteristiche di questo particolare tipo di conoscenza: ` una conoscenza diretta: non si devono fare delle inferenze o delle invee stigazioni di qualche tipo per sapere che si ` in un certo stato mentale; se e credo qualcosa e questa credenza ` conscia, allora so immediatamente che e sto credendo qualcosa (le credenze che non sappiamo di avere sono, per lappunto, credenze inconscie). 2

la conoscenza dei propri stati mentali ` autorevole, nel senso che la nostra e conoscenza di avere proprio quello stato mentale non pu` essere messa in o dubbio (se non in casi particolari) da qualcunaltro. Il particolare tipo di autorit` in gioco ` detta autorit` della prima persona. Lunica persona a e a che conta per sapere se voi provate dolore siete voi stessi. Il fatto che si abbia un accesso epistemico privilegiato ai propri stati mentali consci non signica n` che si sia infallibili n` che i nostri stati mentali non e e siano mai accessibili agli altri. Il fatto che la nostra conoscenza sia diretta implica solamente che essa non sia mediata, inferita da qualcosaltro ma non che essa sia necessariamente vera. Il fatto che sia autorevole signica solamente che il soggetto che ` in uno stato e mentale ` in un situazione migliore di altri soggetti. e Ci potrebbero essere casi in cui un soggetto ` perfettamente consapevole e dei propri stati mentali ma a causa di un disturbo linguistico non ` in grado di e riportarli correttamente oppure, per altri tipi di disturbi, non ` in grado di come portarsi in modo conseguente ai propri stati mentali (ci sono persone che, pur riconoscendo le proprie credenze, non sono in grado di verbalizzarle correttamente, ci sono persone che provano dolore ma non lo manifestano in alcun modo: ` come se il contenuto dei loro stati mentali non fosse disponibile a quelle aree e della loro vita mentale che regolano il linguaggio o il comporatmento).

2.3

Soggettivit` prospettica a

Gli stati mentali consci sono spesso identicati per il fatto di presentare le vita mentale da un particolare punto di vista. Il motivo fondamentale per cui la coscienza non pu` essere ridotta alle scienze naturali ` quindi che in unanalisi o e scientica della mente scomparirebbe questa propriet` prospettica dei fenomeni a coscienti. Gli aspetti soggettivi del mentale possono essere colti solo dal particolare punto di vista del soggetto che li prova, mentre ci` che ` sico pu` essere o e o colto da numerosi punti di vista (questa, in soldoni, ` la posizione di Nagel). e Questo aspetto dei fenomeni coscienti ` collegato con il fatto che i fenomeni e coscienti abbiano delle propriet` qualitative. Quel che si prova provando un a certo dolore ` proprio quel che prova un certo soggetto dal suo punto di vista. e

La coscienza come percezione o pensiero di secondo livello

Due modi, piuttosto simili, in cui si ` tentato di spiegare i vari aspetti della e coscienza sono i seguenti: Coscienza come percezione di secondo livello: la coscienza ` un particoe lare modo di percepire altri stati mentali. La coscienza ` quindi un mece canismo che serve a monitorare i propri stati mentali interni. Uno stato mentale, quindi, ` uno stato conscio se c` una percezione di esso di see e condo livello. Essere coscienti signica avere queste percezioni di secondo livello. Il vantaggio di questo approccio ` che esso sembra rendere compatibile la e coscienza con una spiegazione funzionalista. Cos` come le percezioni di primo 3

livello ricevono una spiegazione funzionale per mezzo della specicazione del loro ruolo causale, cos` le percezioni di secondo livello potrebbero ricevere un analogo trattamento. Il ruolo causale di queste percezioni di secondo livello ` e denito relativamente alle sensazioni di primo livello e ad altri stati mentali. Una spiegazione funzionalistica della coscienza di questo tipo potrebbe magari spiegare perch` riusciamo a coordinare miriadi di percezioni diverse in maniee ra unitaria e potrebbe spiegare il ruolo della coscienza in fenomeni evolutivi importanti come lattenzione. Il problema di questo approccio ` che esso sembra incompatibile con il punto e di vista soggettivo che caratterizza la coscienza. Pu` essere plausibile pensare o che un dolore ` cosciente quando lo si percepisce. Ma cosa si percepisce quando e si prova un dolore. Per la visione funzionalista provare dolore vuol dire essere in un certo stato funzionale (essere in uno stato tale che ` causato dal dannege giamento dei tessuti e provoca altri stati mentali o comportamenti). Secondo la visione funzionalistica della coscienza, per`, essere coscienti del dolore vorrebbe o dire essere coscienti di un certo stato funzionale. Ma essere consapevoli di essere in un certo stato funzionale non sembra essere una cosa molto accessibile o immediata. Quando proviamo dolore proviamo la sua dolorosit`, non il suo a ruolo causale. Un secondo approccio, molto simile, ` il seguente: e Coscienza come pensiero di secondo livello: un certo stato mentale ` cone scio nel caso ci sia un pensiero di secondo livello secondo cui il soggetto sia consapevole che egli ` in quello stato mentale e Secondo questa concezione la coscienze implica la capacit` di avere pensieri a metapsicologici, ossia pensieri che riguardano altri pensieri. Dato un certo stato mentale M , la forma del pensiero metapsicologico che rende questo stato uno stato cosciente ` della forma io sono nello stato mentale M . e Uno dei problemi di questo approccio ` che richiede il possesso del concetto e di io ed il possesso del concetto di stato mentale M : non ` chiaro quali e capacit` cognitive ci vogliamo per avere questi due concetti; ad esempio, non a ` chiaro se i bambini ce li abbiano. Secondo questa visione, infatti, per avere e in maniera cosciente una certa credenza bisogna possedere anche il concetto credenza. In particolare, sembra che ci siano numerosi animali (i pipistrelli di Nagel, ad esempio) che si rappresnetino in maniera qualitativa il cosa si prova ad essere coscienti, senza che essi abbiano alcuna concezione del S`. e

La coscienza sopravviene sulle propriet` sia che

C` un senso in cui alcuni desgli aspetti della coscienza possono essere spiegati e da una prospettiva sicalista. Almeno in linea di principio sembra che la soggettivit` possa essere spiegata per mezzo della postulazione di un meccanismo a che monitora gli stati mentali di un soggetto. Il fatto che la propriet` di esa sere cosciente di un certo stato ci appaia come immediata e diretta potrebbe dipendere dal fatto che questo meccanismo lavora insieme ai meccanismi che sovrintendono luso del linguaggio. Lassimetria tra punto di vista in prima persona ed in terza persona potrebbe dipendere dal fatto che il meccanismo 4

che monitora ` quello del soggetto che riconosce i propri stati mentali come e coscienti e non quello di un altro soggetto. Se questa ` la storia, allora la coscienza pu` ricevere un trattamento di tipo e o funzionalista compatibile con il sicalismo. Quello che non sembra spiegabile da un approccio simile, comunque, sono gli aspetti qualitativi della coscienza. Il problema potrebbe essere presentato in questo modo: Tesi della sopravenienza: se un organismo ` in un certo stato mentale M a e t, allora ` necessario che ci sia uno stato sico P tale che lorganismo ha e M a t e ogni organismo che ` in P in un qualsiasi istante ` anche in M in e e quellistante Ora domandiamoci: Assumete che sia vero che provate dolore nel caso le vostre C-bre vengano stimolate. Segue da ci` che ` necessario che nel caso le o e vostre C-bre vengano stimolate voi provate dolore? Un altro modo per presentare questa domanda ` il seguente: e Assumete che ci sia un individuo del tutto simile a voi dal punto di vista neurobiologico (un vostro replicante sico): ` necessario e che egli provi dolore nel caso le sue C-bre vengano stimolate? Non potrebbe esistere (in un qualche pianeta lontano . . .) un organismo sicamente identico a voi ma tale non avere nessun stato mentale con aspetti qualitativi come il dolore? Molti loso pensano che la situazione descritta sopra sia possibile. Ad esempio, un losofo di nome Saul Kripke sostiene che se si dovesse immaginare quel che per creare il fenomeno del dolore come stimolazione delle c-bre, Dio avrebbe dovuto fare due cose: creare delle creature con le c-bre e fare in modo che queste creature provassero dolore nel caso le loro c-bre fossero stimolate. Limpossibilit` di spiegare come i qualia sopravvengano sulle propriet` siche a a si spesso giusticata sulla base dei seguenti argomenti: Zombies: poich` non c` una connessione concettuale tra i concetti di e e dolore e quello di stimolazione delle c-bre allora ` possibile concepire e casi in cui esistano degli organismi simili a noi sicamente ma che o non provino dolore nel caso vengano stimolate le c-bre, che non provino aatto dolore, o che provino dolore ma senza che questo stati sia accompagnato da qualia (zombies). Spettro invertito: ` plausibile immaginare un caso in cui quando io vedo e qualcosa di verde associ a questa mia visione il qualia del rosso ma associ al qualia del rosso la parola verde. In questo caso, la mia esperienza sarebbero funzionalmente indistinguibili ma i qualia invertiti. Ci` vuol o dire che i qualia non sono spiegabili da una teoria sicalista. Argomento della conoscenza: cfr. larticolo di Jackson Ci` che Mary o non sapeva.

La posizione che un sicalista pu` assumere rispetto ai qualia ` di due tipi: o e o si riuta lesistenza dei qualia o si cerca comunque di dare a queste entit` una a sistemazione di qualche tipo nel mondo sico. La strada del riuto sembra non molto plausibile; un modo conveniente per spiegare i qualia in modo sicalista ` tentare di farlo per mezzo della nozione di e sopravenienza (vedi sopra); la tesi della sopravenienza implica che una volta si siano descritti tutti i fatti sici di un certo organismo si siano ssati tutti i fatti che riguardano lorganismo in questione, anche i qualia; ci` non rende i qualia o un fenomeno sico ma li rende almeno dipendenti dal sico. Inoltre fornire una spiegazione di come i qualia sopravvengano al sico, signica anche fornire una spiegazione di come essi possano ricoprire un certo ruolo causale; magari non si potr` spiegare la loro ecacia causale ma almeno si potr` spiegare la loro a a rilevanza causale. Il dilemma che ci pongono i qualia comunque, potrebbe essere esemplicato cos` : se i qualia sopravvengono sul sico, rimane un mistero perch` essi soe pravvengano, se invece non sopravvengono devono essere considerati come dei fenomeni al di fuori del regno sico.

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