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Tango Musica: Fioravanti di Ciccio / Hctor Artola Letra: Carmelo Santiago Mil amores tuve yo y en ninguno yo encontraba la dulzura

que so, Ya que en cambio slo hall la falsa despreciable que mi alma endureci. A la vida retorn cuando tu carita de ngel, en mi vida se cruz Y encauzaste mi existencia, por la senda que jams ya dejar. Fue que tu amor,Dulzura y fe! retrajo a m, las ansias de vivir En paz con Dios!... Paz que tanto ambicionaba sol de afectos que anhelaba, y que fue cancin triunfal de amor, que en su esplendor, toma formas de meloda que, mi corazn con frenes, canta feliz. Mille amori ho avuto io e in nessuno ho trovato la dolcezza che sognavo. Perch in cambio solo incontrai la falsit disprezzabile che la mia anima indur. Alla vita ritornai quando il tuo piccolo viso d'angelo la mia vita incroci E deviaste la mia esistenza per il sentiero che mai ora lascer. Fu che il tuo amore, dolcezza e fede! riport a me le ansie di vivere, in pace con Dio! Pace che tanto ambivo sole di affetti che anelavo e che fu una canzone trionfale di amore, che nel suo splendore, prende la forma di melodia che, il mio cuore, con frenesia, canta felice.

La melodia del corazn il tango perfetto, ideale per tutti coloro che vogliono ballare ci che ascoltano. E' un brano denso, da interpretare con il cuore, con passaggi che ci suggeriscono esattamente cosa fare: la lentezza nei movimenti, il ritmo scandito e infine la melodia che inequivocabilmente ci conduce con la sua dolce mano sonora. Il pi grande interprete di questo brano stato Edgardo Donato che lo incise per la RCA Victor nel 1940 con la voce di Romeo Gavioli. Facendo qualche ricerca risulta alquanto strano che un piccolo gioiello musicale comeLa melodia del corazon abbia un passato con cos poche referenze. Tra i compositori di questo tango solo di Hctor Artola si conosce qualcosa mentre gli altri due creatori sono pressoch sconosciuti. Fu registrato da Edgardo Donato con un cantante che incise con lui solo tre canzoni da solista, ma soprattutto oltre questa incisione solo Francisco Canaro pens di riproporlo qualche mese pi tardi con risultati, a parere di chi scrive, non molto convincenti. A parte le stranezze incontestabile che nelle mani di Donato questo brano prende vita e, come la quasi totalit delle sue musiche, guadagna un posto di primo piano nelle scelte di tutti gli appassionati. Anche il testo presenta qualche anomalia rispetto alla normalit de las letras de tango. Solitamente quando cerchiamo di capire il senso delle parole di un brano che ci piace siamo infatti abituati a trovarci di fronte a terribili frasi che parlano di tristezza straziante, disinganno e inguaribili

sofferenze per tradimenti e abbandoni. Ascoltando i testi dei tanghi siamo talmente avvezzi a questi infausti sentimenti che quasi quasi ci abbiamo fatto l'abitudine, come un dottore che guarda con indifferenza la frattura multipla e scomposta del suo paziente. Ne La melodia del corazon invece sorprendono parole fresche di ringraziamento, il ringraziamento che sarebbe bello ogni tanto fare alle persone che sono nel nostro cuore. Questo brano ci permette di ammirare una particolarit dello stile di Edgardo Donato. La sua ritmica chiara e sempre presente, ricordando un po' il piglio di Juan D'Arienzo. Con El Rey del compas per la scansione del tempo cos penetrante ed invasiva che immancabilmente si impossessa con la sua forza del ballerino trascinandolo per tutta la pista. Con Donato invece c' sempre un'altra scelta, quella melodica, che permette alla creativit di esprimersi come meglio ritiene. Ascoltiamo ora laltra versione disponibile, quella di Francisco Canarocon la voce di Francisco Amor. Risulta chiaro dalle prime battute come la pasta del brano sia di consistenza completamente diversa rispetto alla interpretazione di Donato. E tutto molto ritmico e deciso, frizzante e staccato, forse non proprio in sintonia con una musica che dovrebbe venire dal cuore. Una piccola chicca che sorprende lillustre fonte di ispirazione di questo bellissimo brano. La melodia del corazn stata infatti ispirata da un meraviglioso studio di Chopin, in Mi maggiore, Op. 10 n. 3.

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