Sei sulla pagina 1di 5

Costanzo Preve e Gianfranco La Grassa sono due pensatori di portata mondiale ed epocale.

Sono sicuro che il tempo render loro giustizia rispetto all'autentico silenziamento di cui sono fatti oggetto nel mefitico contesto culturale attuale, silenziamento di per se stesso indice del loro valore. Preve e La Grassa sono gli unici studiosi che in seguito al cambiamento epocale indicato con crollo del muro si sono impegnati in un ampio lavoro di ripensamento del marxismo e dell'esperienza storica del comunismo, senza rinnegare e tornare indietro rispetto a Marx, o al contrario senza cadere in una qualche forma di difesa di unideologia cristillazzata come nel caso dei tanti gruppetti di testimoni di Marx. La Grassa e Preve sono due pensatori complementari. Non un caso a mio parere che abbiano iniziato questo percorso insieme per poi prendere due stradi differenti. Esito dovuto pi che alle caratteristiche individuali alle difficolt che incontra la formazione di un nuovo indirizzo politico di opposizione dopo il marxismo. Precisiamo che questo scritto non pu essere unanalisi delle teorie di Preve e La Grassa perch dedicato alla dimostrazione della loro complementariet, per cui presuppone una certa conoscenza della loro teorie ed uno scritto rivolto ai lettori di entrambi, infatti di solito chi lettore di uno lettore anche dellaltro. Il ristretto ma combattivo gruppo sociale dei lettori di Preve e La Grassa (provenienti sia dalla destra che dalla sinistra) in nuce lunico gruppo capace di costituire unopposizione in Italia. Il carattere comunitario della filosofia di Marx emerge allo scoperto proprio dall''''assenza''' di una specifica teoria politica (comunitarismo, 172) Questo passo di Preve spiega bene il senso della revisione del marxismo che La Grassa in suo testo Oltre l'orizzonte, chiama secondo disvelamento e che sarebbe appunto la scoperta della politica, rispetto al primo disvelamento compiuto da Marx, cio lorigine del plusvalore nella societ capitalistica, rispetto al quale non intende tornare indietro. Per La Grassa lorgine vera del potere della classe dominante lambito politico in cui gruppi perseguono le strategie Pu sembrare strano dire che in Marx non c' una teoria politica visto che sulla base della sua teoria politica sono stati costruiti i partiti comunisti, tuttavia come chiariscono in questo caso concordemente sia Preve che La Grassa, i partiti comunisti sono frutto di un'elaborazione successiva effettuata da Kautsky e ripresa da Lenin, secondo cui la coscienza pu essere portata solo dall'esterno sulla base della quale nasce una teoria della rappresentanza politica del movimento operaio, soltanto che, secondo Preve, sulla base della teoria della rappresentanza salta l'utopia comunitaria di Marx perch rappresentanza vuol dire gi divisione in classi. Per Marx il conflitto di classe di per s lotta politica, la lotta di classe contro classe una lotta politica. Marx non rifiuta certo lo strumento dellorganizzazione politica, ma questi sono finalizzati alla rivoluzione e quindi alla abolizione della politica. Per questo non esiste in Marx una teoria della rappresentanza politica, perch assumere una tale teoria significa retrocedere rispetto allobiettivo della abolizione delle classi. La teoria della rappresentanza politica sorge quando ci si comincia a rendere conto che la classe operaia di per s non ha la capacit di superare la societ borghese, cosa che viene affermata esplicitamente da Lenin quando afferma che la lotta di classe non va oltre una coscienza tradeunionistica. Quando Marx parla di rivoluzione non solo politica ha in mente la rivoluzione borghese di cui fu ufiglio, che un vero cambiamento intermodale, cio trasformazione in tutti i campi, ma in realt, come ormai oltre un secolo ( sufficiente?) ha mostrato la classe operaia non aveva questa capacit (in questo La Grassa e Preve sono concordi ed uno dei punti di partenza della loro revisione del marxismo), anzi per essere pi precisi non si andava formando quellalleanza tra forze mentali della produzione e classe operaia vera e propria, che poi la vera teoria di Marx (come ha mostrato La Grassa) e non quella della sola classe operaia di fabbrica (adattamento alle condizioni politiche effettive effettuato da Kautsky). La bussola sempre la critica radicale della societ (tutto, 30)

A differenza di quello di Preve il discorso di La Grassa fornisce delle indicazioni politiche, tra le categorie sviluppate ricordiamo le principali, ricordando che per una corretta comprensione necessario il testo originale, la sintesi qui ci serve per i fini della nostra analisi. Le principali categorie sviluppate da La Grassa sono: ricorsivit tra fasi policentriche e monocentriche, priorit dello scontro tra dominanti, rivoluzione dentro e contro il capitale, infine il concetto centrale piorit dell'azione strategica rispetto ai rapporti di propriet. La Grassa accoglie la critica al marxismo da parte del suo principale avversario storico, il movimento che porter alla rivoluzione dentro il capitale (concetto lagrassiano) in Italia, ma soprattutto in Germania, cio il fascismo e il nazismo. Questo sostanzialmente giusto, infatti chi pi del suo avversario avrebbe potuto cogliere i suoi limiti? A differenza del grande esorcismo compiuto da Lukcs nel suo La distruzione della ragione bisogna capire che tutta quella corrente di pensiero sviluppatasi soprattutto in Germania e che ebbe come massimi esponenti Nietzsche, Schmitt ed Heidegger colse i limiti effettivamente i limiti del suo avversario il marxismo, principalmente nella concezione del conflitto. Il vero capostipite di tale corrente Joseph de Maistre. Riportiamo in nota un suggestivo passo che consiglio di leggere con attenzione perch esplicativo di quello che chiamo assolutizzazione del conflitto. Il punto che La Grassa finisce per adottarne la concezione senza superare il momento negativo della critica. A La storia perpetua lotta per la supremazia Il materialismo storico questo non altro In pratica si tratta di unestensione del concetto di storia come storia di lotta di classe, una lotta non pi duale come in Marx ma tra numorosi attori (Oltre, 126) Ma il punto : cosa rende alcuni gruppi dominanti. Ed qui che fallisce a mio parere tale metafisica del conflitto perch ci si spiega sempre sulla base del materialismo storico (quelo sintentizzato nella famosa Prefazione a Per la critica delleconomia politica. significativo che nellambito della storia del pensiero un pensatore come Hobbes anchegli materialista che parte invece dal presupposto contrario della natura esclusivamente conflittale dellessere umane ma in questo caso unastrazione feconda in quanto mette in luce la necessit di un potere che regoli i conflitti, fino alla capacit di sopprimerli, affinch la societ possa funzionare e andare avanti. Se lessere umano un essere sociale che riproduce la propria esistenza soltanto attraverso la collaborazione con i propri simili ( questo di fatto vero, le robinsonate come le chiamava Marx trascurano il fatto che Robinson un essere sociale che deve tutte le sue conoscenze tecniche allo sviluppo storico dellumanit, senza le quali non sopravviverebbe nellisola deserta), allora il conflitto pu essere considerato come dovuto a motivi storici accidentali superabili una volta eliminate le cause che del conflitto, in particolare determinati rapporti di propriet che determinano la divisione in classi. Se invece consideriamo la natura degli esseri umani intrinsecamente conflittuale, allora sorge la necessit di un organo che abbia la capacit di sopprimere questi conflitti proprio perch altrimenti non sarebbe garantita la cooperazione. Sia la concezione secondo cui lessere umano essenziamente un essere sociale, sia quella secondo cui invece sostanzialmente conflittali sono unilaterali. Dalla necessit di affrontare questa situazione nella sua essenza contraddittoria nacque la dialettica agli albori del pensiero greco, di cui Hegel dice di aver accolto ogni proposizione anche se la dialettica necessaria per le nostre societ molto pi complessa. Seppure quello di Marx stato definito materialismo dialettico necessario fare alcuni passi indietro rispetto a Marx e allo stesso Hegel e superare il concetto di superamento (Aufhebung) ritornado alle aporie kantiane1. Questo ritorno a Kant sorprende per primo chi 1Questo problema ad un tempo il pi difficile e quello che il genere umano impiega pi tempo a
risolvere La difficolt che gi la mera idea di un tale compito pone subito davanti agli occhi, questa: luomo un animale che, se vive tra altri esseri della sua specie, ha bisogno di un padrone. Egli infatti abusa certamente della sua libert in rapporto ai suoi simili e sebbene, come essere razionale, desideri una legge che ponga limiti alla libert di tutti, il suo egoistico istinto animale lo induce, quando pu, ad eccettuarne se stesso. Dunque egli ha bisogno di un padrone che pieghi la sua volont e lo obblighi ad obbedire a una volont universalmente valida, sotto la quale ognuno possa essere libero. Ma donde

scrive, perch Kant un filosofo che non mi stato mai molto congeniale, tuttavia bisogna riconoscere che alcune contraddizioni non sono facilmente superabili, non dico che non lo saranno in eterno, ma che non lo saranno a breve. Tradotto in termini politici, mettiamo per ipotesi che un domani si creino le condizioni per una trasformazione rivoluzioniaria della societ, unorganizzazione dedita a questo scopo per non escludendo che si possano creare le condizioni per una riduzione sostanziale dellapparato repressivo dello stato, tuttavia non deve trascurare la necessit di un apparato del genere. A onore del vero una tale impostazione non assente neanche nel comunismo, con il concetto del passaggio dal socialismo al comunismo, tuttavia assenta la concezione dello stato come regolatore dei conflitti. significativo che anche Preve assume la critica del comunismo. L'azione tesa a prevalere pervade l'intera storia dell'umanit; anzi, ancor prima, sussiste nel cosiddetto "istinto" degli animali, pur non sorretto da ci che chiamiamo ragione, pensiero, ecc. Prima di criticare questo approccio va sottolineato con la maggiore evidenza possibile che proprio questo che consente una vasta critica dei un marxismo che ha perso la presa sulla realt. Il punto cruciale che Preve non affronta la questione della comunit insieme a quella del conflitto, gli esseri umani sono esseri sociali che riproducono la loro esistenza soltanto attraverso la collaborazione degli uni con gli altri, ma allo stesso tempo sono esseri conflittuali, anzi la conflittualit sorge proprio quando si devono stabilire le modalit di questa cooperazione. Da questa situazione intrinsecamente contradditoria nacque la filosofia dialettica, a partire da Eraclito, di cui Hegel disse di aver accolto nella sua filosofia ogni singola preposizione. Marx affront la questione del conflitto insieme a quella della cooperazione, ma secondo una modalit che rimandava a dopo la soluzione delle cause del conflitto il ristabilimento di una comunit armonica universale. In tal modo seppe raccogliere tendenza storica che la religione non sapeva pi raccogliere, fu una delle cause del successo del comunismo, suscitando la fede e il sacrificio di milioni di uomini. Tuttavia fu proprio questa impostazione che all'atto pratico quando si tratt di stabilire un nuovo ordinamento in seguito alla rivoluzione sovietica, suscit la maggiore crisi, creando quella che Hegel chiama cattiva infinit, ovvero assenza di determinazione (secondo l'accezione filosofica di questo termine), in quanto nessun ordinamento riusciva a determinarsi perch sempre insoddisfacente rispetto all'ideale. Ma Marx fu tanto una creatura del comunismo (un movimento storico che raccolse alcune tendenze proprie del cristianesimo) quanto un creatore dello stesso. Nello stesso Marx vi sono spunti di una dialettica che non mira al superamento delle contraddizioni, generando l'utopia, ma a stare in mezzo al movimento suscitato dalle contraddizioni capendone la natura ciclica. valido anche per Preve quanto lo stesso dice di Marx, in effetti anche Preve manca di una teoria politica (La Grassa raccontava sul suo blog che Preve spesso per telefono gli diceva di non essere interessato alla politica), intendiamoci non diciamo affatto che la teoria sia impolitica, al contrario la teoria di Preve avendo individuato nella spinta disgregratrice dell'impero americano il nemico principale nella sua essenza politica, ma che priva di determinazioni politiche che possano essere utili per la prassi politica, al contrario di La Grassa, le cui analisi invece sono dirette principalmente a questo fine. per questo che il suo discorso si presta da un lato alla trasformazione in chiacchiera accademica ed a questo che sembra interessato il giovane Diego Fusaro, cosa di cui sembra rendersi conto lo stesso Preve che ha rivolto critiche molto pesanti allo stesso, ed questo che maggiormente infastidisce La Grassa. La scoperta della politica in La Grassa la scoperta del conflitto La questione veramente cruciale il fatto che la comunit separata dal conflitto in Preve, come il
egli prender questo padrone? Da nessun altro luogo se non dal genere umano. Ma questo padrone a sua volta un essere animale che ha bisogno di un padrone. Egli pu dunque porre mano alla cosa come vuole; ma non si riesce a vedere come gli sia possibile procurarsi un organo sovrano della pubblica giustizia che sia esso stesso giusto: e ci tanto se egli lo cerca in una persona singola quanto se lo cerca in un corpo di molte persone scelte allo scopo.

conflitto separato dalla comunit in La Grassa. In Hegel ad esempio il conflitto viene collegato allo sviluppo del genere umano, seguendo degli spunti gi avviati da Kant con la famosa metafora della foresta. Un errore che si pu compiere quando si legge Preve quello di fermarsi ad una lettura superficiale, perch un autore che si pu leggere a pi livelli. Un livello, quello pi semplice, quella della critica dell'ideologia corrente, in particolare quella sinistra. Un altro livello quello della ricerca filosofica. Preve, al di la dello stile ispirato alla semplicitas, uno studioso molto complesso, che non va semplicemente letto, ma studiato e ristudiato. Il filone principale, a mio parere, del pensiero di Preve quello che va dalla critica del nichilismo alla scoperta del comunitarismo. Il nichilismo la perdita di fondamento delle societ in seguito alla morte di Dio La comunit e la morte Provo a fare una breve esegesi del seguente fondamentale passo hegeliano. Il valore prioritario la continuit e lo sviluppo della comunit, attraverso cui si risolve il limite dell'individuo costituito dalla morte, tuttavia tali sviluppo e continuit della comunit umana si realizzano nel singolo individuo, e nei singoli raggrupamenti umani, cio famiglia, classi sociali, stati, i quali perseguendo il loro naturale fine egoistico tendono a separarsi dall'intero causando la crisi della riproduzione della comunit umana, per tale regione esplode il conflitto che riaffermando con la morte il limite del singolo ristabilisce la priorit dell'intera comunit umana. "La comunit, la legge suprema manifestamente valida alla luce del sole, ha la sua effettuale vitalit nel governo, come in ci in cui essa individuo. Il governo lo spirito effettuale riflesso in se stesso, il S semplice dell'intera sostanza etica. Questa forza semplice permette bens all'essenza di espandersi nella sua organizzazione e di dare ad ogni sua parte una sussistenza e un proprio esser per s; in ci lo spirito ha la sua realt e il suo esserci, e la famiglia l'elemento di questa realt. Ma in pari tempo lo spirito la forza dell'intiero, la quale riconduce insieme quelle parti nell'uno negativo, d loro il sentimento della loro dipendenza e le mantiene nella consapevolezza di avere la loro vita soltanto nell'intiero. La comunit pu dunque da una parte organizzarsi nei sistemi dell'indipendenza personale e della propriet, del diritto personale e reale; similmente possono organizzarsi e rendersi indipendenti i modi del lavoro per i fini in un primo tempo singoli, - quelli, cio, dell'acquisto e del godimento. Lo spirito dell'associazione universale la semplicit e l'essenza negativa di questi sistemi isolantisi. Per non lasciar loro mettere radici e irrigidirsi in tale isolamento, per non far disgregare l'intiero e vanificare lo spirito, il governo ha da scuoterli di quando in quando nel loro intimo con le guerre, ha con esse da ferire e da confondere il loro ordine consuetudinario e il loro diritto dindipendenza; e agli individui che, adagiandosi in quell'ordine e in quel diritto, si distaccano dall'intiero e anelano all'invulnerabile esser-per-s e alla sicurezza della persona, il governo deve dare a sentire, con quell'imposto lavoro, il loro padrone: la morte. Con questo dissolvimento della forma del sussistere lo spirito impedisce di scivolare dall'esserci etico nel naturale, e conserva il S della sua coscienza e lo eleva fino alla libert e alla forza. - L'essenza negativa si mostra come la potenza peculiare della comunit, e come la forza della sua autoconservazione; la comunit trova dunque la verit e il rafforzamento del suo potere nell'essenza della legge divina e nel regno delle ombre" (G. F. W. Hegel, La Fenomenologia dello Spirito)

Potrebbero piacerti anche