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l'T~l

VOLGARI
DI

GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTE SU
I

TESTI A PENNA

EDIZIONE PRIMj
VOL.
XII.

'^

^.

FIRENZE
PER
I G,

M OU T I E R

MDCCCXXXII.

9 Col heni<rno Sovrano rescritto Moutier gno 1 826,/u conceduta ad Ignazio

del d

Giu-

stampa laiJnv'atis^aperanni otto della


le

deU
.

Boccaccio Opere volgari di Giovanni

ij

(a

IMPRESSO CON
DELLA

TORCHI

STAMPERIA MAGHERI

o\nmi0
SOPRA LA COMMEDIA

DI

GIOVANNI BOCCACCIO
KUOVAMENTE CORRETTO SOPRA
PENNA
tJH

TESTO

TOMO m.

PER

IG.

MOUTIER

1832

(BUIPISDILD

DlSdSItllII)

Ora sen va per un

segreto calle ec.

eseguendo
dico che
in questo
il

il

cominciato
si

modo
continua
1'

di procedere
al

presente canto
,

precedente

modo
,

che avendo

autore nella fine del

canto superiore descritta la qualit del luogo piena


di sepolcri

e chi dentro a quegli tormentato

nel

principio di

questo mostra
si

come

dietro a
,

Virgilio

per lo detto luogo

mettesse ad andare

e quello
in questo
il

che nelP andar

gli

avvenisse.

fa

V autore

canto quattro cose; primieramente ne dice

suo proa Vir:

cedere per lo luogo disegnato, appresso


gilio

muove
solve
dell'

alcun dubbio

il
,

quale Virgilio

gli

oltre

a questo ne mostra

come con alcuna

anime

dannate in quel luogo lungamente parlasse: ultima-

mente dice

come

tornato a Virgilio
:

dove con

lu

seguitandolo pervenisse

la

seconda comincia quivi


1

COM. DI DANTE T.

III.

COMENTO DEL BOCCACCI O virt somma la terza quivi, O Tosco


a
:

la

quarta

quivi

Indi

s'

ascose. Dice adunque


del

1'

autore, conti-

nuando

al fine

precedente canto, che,

Ora,
,

cio in quel

tempo che

esso era in questo viaggio


,

sen va per un segreto calle

cbiamalo segreto

dimostrare che pochi per quello andassero, avendo per


avventura altra via coloro
i

quali dannati lgiruina-

vano

e per dimostrare quella via


la
li

non
per

essere usitata

da gente
sentieri

chiama

calle

il

quale propriamente
,

quali sono per le selve


,

li

boschi

triti

dalle pedate delle bestie

cio delle greggi


,

e degli
cal-

armenti

e perci son chiamati calle

perch dal
fatte
,

lo de' piedi degli animali son


il

premute e
,

Tra
cio
gli

muro della
,

terra

di Dite

e gli martirj

tra' sepolcri

ne' quali martirii e

pena sostenevano

eretici

Lo mio maestro , ed
comincia
le
la

io

dopo
.

le spalle

cio appresso a lui seguendolo

O virtii

somma Qui
e Vir-

seconda parte di questo canto, nella qua-

autore

muove
:

a Virgilio alcun

dubbio
virtii

gilio gliele solve

dice
1'

adunque
quale tra

somma ,

nelle quali parole


la ragion naturale

autore intende qui per Virgilio


la
le

potenze dell* ani,


,

ma
i

somma

virt

che per gli empi giri


,

cio per

crudeli cerchi

dell' inferno

Mi
era
,

volvi
,

menancio

domi, cominciai, coni a


mai
dal suo volere partito

te
s'

piace

perciocch

non

Parlami,
,

rispondimi,

satisfammi temici di siri


:

cio a

quello che io desidero di sapere


fioggiugne dicendo
,

il

che di presente

La

gente che per

li

sepolcri giace

SOPRA DANTE
cio
fii

3
volendo dire che

gli eretici,

Potrebbesi veder?

dovrebbon poter vedere,


copercu
,

seguita, gf/
,

son levati Tut*

ti i

delle sepolture

e cosi mostra che tutti

erano aperti, e per questo segue, e nessun^ che ne'sepolcri sia,

guardia face, per non


che dubitare
:

essere veduto: e q

queste parole par piuttosto


potergli vedere
,

domandar
se vedere

del
si

modo da
possono o
Vir-

Ed
,

egli

a me
in

qui comincia

la risposta di

gilio
dell'

la

qual non pare ben convenirsi alla


,

domanda
che
e Virgilio

autore

quanto colui domanda


vedere
si

se quegli
,

sono dentro
gli

a' sepolcri
,

possono

risponde

che

essi

saranno serrali

tutti
,

dopo

il

di

del giudicio
esso
il

Ma
e

Virgilio gli dice questo


il

acciocch

comprenda
,

presente tormento degli eretici e


,

futuro

il

quale sar molto maggiore


i

quando
,

ser-

rati

saranno

sepolcri
il

che ora che aperti sono


pii ristretio
,

per:

ciocch quanto

fuoco

pi cuoce

nondimeno mostratogli questo


tici

e chi sleno gli ere,

che in quella parte giacciono


:

gli

risponde alla
,

domanda
sti

dice
i

adunque

tutti

saran serrati
,

que-

sepolcri

quali tu vedi ora aperti


valle

Quando di
nella qual si
,

Josaff , cio della


catori

di JosafT
,

legge che al di del giudicio


,

tutti
,

quivi
ci

giusti e pec-

rivestiti de'

corpi nostri
5

raguneremo ad
i

udire P ultima sentenza

e di quindi

giusti
,

insieme
i

con Ges Cristo


nali

se

ne saliranno in cielo
:

dan-

discenderanno in inferno
,

e chiamasi quella
,

valle di Josaff

poco fuori

di

Gerusalem

da un re
,

chiamato JosaiF, che fu

sesto re de'
,

Giudei

il

qua,

le in quella valle fu seppellito

qui torneranno

Coi corpi die

lass,

hanno

lasciati

4
presi
.

COMENTO DEL BOCCACCI


li

quando morirono,

quali risurgendo
cio sua sepoltura
:

avranno

ri-

Suo cimitero

ed questo
,

nome d* alcun luogo dove molte sepolture sono come generalmente veggiamo nelle gran chiese
le quali

sic-

nel-

sono alcuni luoghi da parte


corpi de' morti
,

riservati

per sepsi

pellire

e queste colali parti


,

chia-

mano

cimitero

quasi communis terra

perciocch
il

quella terra pare esser

comune
,

a ciascuno

quale

in essa elegge di seppellirsi

da questa parte hanno


,
.

Con Epicuro
Che r anima
venerabile
nia
,

tutti i suoi

seguaci

col corpo

morta fanno
di
:

Epicuro fu solennissimo

filosofo, e

molto morale e

uomo

a'

tempi

Filippo re di Macedo
il

e padre d' Alessandro

vero che egli ebbe

alcune perverse e detestabili opinioni, perciocch egli

neg del

tutto

eternit

dell'anima, e tenne che


,

quella insieme col corpo morisse


degli animali bruti
;

come fanno quelle


altri

e cosi

ancora pi

filosofi
:

variamente e perversamente dell' anima stimarono


tenne ancora che
tazioni carnali
sensibile
,

somma
le
agli
essi

beatitudine fosse nelle diletall'

quali sodisfa cessero

appetito

siccome

occhi era

sommo
,

bene poter

vedere quello che


ceva di vedere
;

desideravano
agli

e che loro pia,

cosi

orecchi d' udire

e alle

mani
molti

di toccare, e al gusto di mangiare.


,

Ed

estimano

che questo filosofo fosse ghiottissimo

uomo

la quale estimazione

non vera

perciocch nessuno
egli

altro fu

pi sobrio di lui;
,

ma

acciocch

sentisse

poneva che era il sommo bene sosteneva lungamente la fame, o vogliam piutil 'quale molto tosto dire il desiderio del mangiare
quello diletto
,

nel quale

SOPRA DANTE
portato adoperala
dell*
,

5
,

che non che

il

pane

ma

le radici
,

erbe salvaliche maravigliesamente piacevano


si
,

con desiderio

mangiavano
i

e cosi sostenuta lunga-

mente
ancora

la sete

non che

deboli vini,

ma V acqua
si

la

non pura piaceva, appetitosamente

bevea;

e similmente di ciascuna altra cosa avveniva; e perci

non fu ghiotto

come

molti credono

n fu perci

la

sua sobriet laudevole, in quanto a laudevole fine non

P usava

adunque per queste opinioni

separate del

tutto dalla verit,

siccome eretico mostra l'autore


,

lui in questo luogo esser dannato


loro
i

e con lui lutti co

quali le sue opinioni seguitarono


;

Poi seguita
t'

P autore

Per

cio per quello che detto


gli

ho

che

da questa parte son

epicuri
s

alla

dimanda che
cio tra queste

mi Jaci f
sepolture
gilio dire
,

cio se yeer
,

possono quelle anime che


,

nelle sepolture sono

Quinc^ entro
,

satisfatto sarai tosto

quasi voglia Vir-^

perciocch tra questi epicuri sono de* tuoi


i

cittadini

quali sentendoti passare


fia satisfatto al
,

ti

si
,

faranno

vedere

di

che

desiderio tuo

Ed
il

al disio ancor

che tu

mi

taci
,

quale disio taciuto dall* autore


di sapere

vogliono alcuni

che fosse

perch ? anime dannate mostra-

no di sapere
sappiano
Farinata
dovesse
,

le cose future, e le presenti

non par che

la

qual cosa
io

gli

mostra appresso messer


gli si

Ma

non so perch questo desiderio


;

esser

venuto

conciosiacosach niun altro


,

\aticino per ancora avesse udito


detto gli fu da Ciacco
essergli nato
,

se

non quello che

salvo se dir

non volessimo
disse le cose
,

da questo

che Ciacco

gli

future

e Filippo Argenti noi conobbe

essendo egli

6
presente
:

COMENTO DEL BOCCACCI


ma
questa non pare assai conveniente ca,

gione da doverlo aver fatto dubitare

conciosacosa-

ch

come Ciacco
bene qual
si
,

il

vide

il

conoscesse,

come

davanti

appare; e per che che


assai

altri si

dica

io

non discerno
,

potesse essere quel disio

il

quale

Virgilio dice qui

che
,

1'

autore

gli

tace

Ed io

buon duca
,

ji te mio dir

se

non legno nascosto non per dicer poco ,


;

per non noiarti col troppo

E tu m' hai
la citt
canto
,

non pur
di

mo
la

ci disposto

ammonendomi
.

non dir troppo.

Tosco, che per


del presente
in

Qui comincia

terza parte

nella quale con alcune dell'

anime dannate
:

questo lungamente parla V autore

nella qual

ter-

za parte V autore fa sette cose: primieramente descri-

ve

le

parole uscite d' una di quelle arche


Virgilio
gli
il
:

appresso

come
con
il

nominasse e mostrasse messer Fa:

rinata, e a lui

sospignesse

susseguentemente

come
:

lu parlasse

oltre a questo
,

come un'

altra

anima
sue

domandasse

d' alcuna cosa

ed

egli le rispondesse

poi mostra parole


gli

come messer Farinata continuando


predicesse alcuna cosa:
a

le

dopo questo

scrive,

come movesse un dubbio


gliele solvesse:

messer Farinata, ed egli

ultimamente come imponesse a mesche


ali*
,

ser Farinata quello

anima caduta dicesse


el

la
:

seconda comincia quivi


la terza quivi
,

Ed

mi

disse

volgiti

Com^

io al pie: la quarta quivi,


:

lor surse alla vista

la

quinta quivi
se riposi
:

Ma

Al' quelVaU
cosi,

tro: la sesta quivi

Deh
.

la

settima quivi,

Allor come di mia

Dice adunque nella prima

Tosco: diuomina qui colui che queste parole

dice,

SOPRA DANTE
1'

autore della proTncia

forse ancora
,

non avendo
e chiamalo
se

tanto

compreso
,

di qual citt lo stimasse


:

Tosco

cio

Toscano

intorno

al

qual

nome

noi

vorremo alquanto riguardare,


re a render grazie a

forse

conosceremo ave-

Dio

ohe Toscani piuttosto che


,

di molte altre nazioni essere ci fece delle Provincie


,

se la nobilt
,

come

alcuni voglion credere

puote

alcuna particella di gloria aggiungere a quegli che


d* esse sono provinciali.

E
,

adunque Toscana una non


,

delle

meno

nobili provincie d' Italia


il

dal levante ter-

minata dal Tevero fiume

quale nasce in Appenni-

no

e mette in

mare poco

sotto la citt di

Roma
le

di verso tramontana e di ponente chiusa tutta dal

monte Appennino, quantunque


da diversi
posti diversi

vicino al

mare

sieno

termini^ perciocch alcuni

dicono quella essere dalla foce della Macra divisa da


Liguria
essere al
di quegli
5

altri la

stringono e dicono

suoi termini

Motrone

sotto a Pietrasantaj e sono ancora


,

che vogliono

lei finita essere

da un piccolo
;

fiumicello chiamato Ausere, propinquissimo a Pisa

Pisani

medesimi,

forse pi nobile cosa

estimando

esser Galli
la di ver

che Toscani, hanno alcuna volta detto, quel-

ponente esser chiusa dal fiume nostro d'Ar:

no

il

quale mette in mare poco sotto Pisa


tutta chiusa dal

di verso
il

mezzod
i

mare Mediterraneo,

quale

Greci chiamano Tirreno: e questa terminazione seil

condo
si

presente

tempo 5 perciocch anticamente


il

essa

stendeva passato
:

monte Appennino,
i

infino al

mare
pr-

Adriano

ma

di
i

quindi

Galli
,

quali seguir Bren-

no

cacciarono

Toscani

e mutaron

nome

alla

, ,

8
vincia
,

GOMENTO DEL BOCCACCI


e chiamaronla Gallia
.

fu Toscana

seconabitata
i

doch alcuni antichi scrivono, primieramente


da
certi

popoli

quali

si

chiamarono Lidi
,

quali

partendosi d' Asia minore


nobili giovani
,

di dietro a

due
1'

fratelli

chiamati

V uno Lido

altro Tire-

no, in quella vennero, e fu la provincia chiamata Lidia


,

da Lido

il

mare fu chiamato
:

il

mar Tlreno
il

dall' altro fratello

non solamente quello


,

quale

bagna

termini di Toscana
,

ma

cominciandosi dal

Fare

di Messina
,

infino alla foce del

Varo
:

tra

Niz-

za e Marsilia

tutto fu
i

chiamato Tireno
.

e cosi an-

cora

il

chiamano

Greci

Poi cambi

la

provincia

il

nome
quale

dall* esercizio generale di tutti


alli

quegli d' essa


loro iddi,

intorno all'alto del sacrificare


essi

nel
5

furono pi che

altri
i

popoli ammaestrati

perci usarono lungo tempo


de' lor pi nobili giovani a

Romani

di

mandare
,

dimorar con loro


;

per

apprendere da loro
essi
,

il

rito del sacrificare

e perocch

quasi tutti

lor sacrlficii facevano


si

con incenso

e lo incenso in latino

chiama Thus , furon chia-

mati Tusci
ni
:

quali per volgare son chiamati Toscail

e da questo diriv
.

nome

il

quale noi ancora


si

serviamo

Ed

come

assai chiaro

vede

Toscana

piena di notabili citt in


to della citta di

s, tra l'altre

contenendo tan-

Roma

quanto di qua dal Tevere se


,

ne vede
za
,

e appresso questa nostra citt

cio Fioren-

la
il

quale tanto sopra ogn' altra eminente, quan-

to

capo sopra

gli altri

membri
,

del corpo; e per


citt

meritamente pot V autore

il

quale di questa

fu natio, esser da messer Farinata chiamato Tosco;

SOPRA DANTE
seguita poi
citta di
,

9
,

che per la citt del foco


,

cio per la
,

Dite

ardente tutta d' eterno fuoco


,

P^ivo ten* vai cos parlando onesto


cio reverentemente
,

come poco

avante faceva par-

lando a Virgilio

Piacciati di ristare in questo loco


quasi voglia dire
sati
,

tanto che io

ti

possa vedere, e pos-

parlare

La
esser

tua loquela tifa manifesto


,

Di

quella nohil patria

cio di

Fiorenza

natio.

Alla qual forse fui troppo molesto


Guarda
ste

colui che parla di dover piuttosto per que-

parole ritenere l'autore,


;

come

davanti

il

pre,

ga

conciosia cosa che

volentieri
1'

ne' luoghi

strani
,

sogliauo

V un

cittadino
,

altro voler vedere

e an-

cora volere udire

quando da alcuna singular cosa


faceva quella anima
di-

son soprappresi

come qui

cendo

forse essere stato alla citt dell' autore troppo


;

molesto

e dice avvedutamente qui questo sprito

forse f perciocch
stato

se assertive avesse detto s essere


alla

troppo molesto
,

sua

citt

si

sarebbe

fiera-

mente biasimato
alla sua citt

in

quanto alcuno non dee contro


;

adoperare, se non tutto bene

concio,

siacosach noi nasciamo al padre e alla patria

il

biasimare s medesimo atto di stolto; e perci disse


lo
spirito
,

forse
,

suspensivamente parlando
,

vo-

lendo questo

forse

s'

intenda per
al

1'

esser paruto a

molti lui essere molesto,

giudicio de'quali per aval

ventura non era da credere, siccome


fi
,

giudicio de'guel-

siccome di nemici , non parea da dover credere

COMENTO DEL BOCCACCI


nondimeno come molesto
,

contro al ghibellino:
alla patria sua e

fosse

nostra

costui nelle cose segurnli


,

apparir

Subitamente questo suono

cio questa

voce; e pone questo vocabolo suono improprio, perciocch propriamente


dalle cose insensate
,

suono quello che procede


quello della

come
,

campana.,
,

del tuono e simlglianti


le quali

uscio

D' una
,

dell* arche

eran quivi
,

per m' accostai

Temendo

Ed el

^ un poco piii al duca mio . mi disse , Qui comincia la seconda


,

particella
gli

della parte terza principale

nella quale Virgilio


;

mostra messer Farinata e sospignelo ad esso

dice arca

adunque
onde usci

Ed
il

el

mi
,

disse

volgiti

inverso

suono

che fai cio come fuggi tu?


cio l'anima di messer Farinata

Vedi l Farinata,
degli liberti
,

che

s'

e dritto

nella
y
1'

sepoltura nella
cio da quella

quale giacca

dalla cintola in su

parte della persona sopra la quale


la

uom

si

cigne

quale non era tanta parte quanta quella che


si

oggi

vedrebbe

;
i

perciocch

gli

uomini solcano an-

dar cinti sopra


natiche
:

lombi

oggi vanno cinti sopra le


cintura istrumento oppor-

e soleva essere
la

la

tuno, a tenere ristretta


ne' giovani d' oggi

larghezza de\estmenti, ove


d' assai
vii
,

ornamento superfluo
;

parte del corpo loro


essi

perciocch in luogo di cinture


;

fanno ricchissime corone

e
la

come per
fronte
,

addietro
delle
.

delle

corone
si

si

solca

ornar
:

cos

presenti

coronan

le natiche

tutto il vedrai

Per

le quali parole di Virgilio, l'autore

prestamente ver-

so quel luogo rivoltosi, cominci a riguardare questo

messer Farinata, e per segue

lo avea

il

mio

viso

SOPRA DANTE
cio la

ii

mia
y

virt visiva
,

nel suo

,
:

viso cio negli oc-

chi suoi

fitto
,

fiso

riguardando

Ed
,

el
s^

cio
,

mescio

ser Farinata

il

quale io riguardava
,

ergea
,

surgea

levandosi da giacere
,
i

ed ergevasi

col petto

e con la fronte
innanzi
,

quali

1'

uomo

levandosi mette
,

il

che messer Farinata faceva

Come

avesse

inferno in gran dispitto ,


:

cio a vile e per niente

e in questo vuole

P autore
di

mostrare messer Farinata essere stato

uomo

gran-

de animo, n averlo potuto

vivendo

piegare

rompere alcuna

fatica, pericolo
le

o avversit*
essere

E Vani'
animose
il
,

mose man
quando

diciamo allora

mani

elle

son pronte e destre all''o6cio

quale

esse vogliono

o debbon fare

del duca e pronte


,
il

Mi pinser
ma
lui

tra le sepolture a lui

non da credere che violentemente


fecero

sospignessero

un

alto

il

quale colui che bene intende

prende per sospignere, cio per essere animato da coche


fa

sembiante di sospignere ad andare


:

Di'
,

cendo ,
tu

in quell' atto
,

le

parole tue sien conte

cio

composte

e ordinate a rispondere^ quasi voglia dire,


.

non

vai a parlare ad ignorante


la terza particola di

Come

al pie

Qui comincia
principale
,

questa terza parte

nella quale dimostra l'autore

come con
oltre si

messer Farinata parlasse: dove, avanti che pi

proceda

da mostrare chi

fosse

messer Fariuala
Firenze
,

Fu
d'

adunque messer Farinata

cittadino di
gli liberti

una nobile famiglia chiamata


il

cavaliere

secondo

temporal valore da molto, e non solamente

fu capo e maggiore della famiglia degli liberti,

ma

esso

fu ancora capo di parte ghibellina in Firenze, e quasi

COMENTO DEL BOCCACCI


Toscana
,

in tutta
to
,

si

per lo suo valore

si

per

Io sta-

il

quale ebbe appresso P imperador Federigo


il

secondo,

quale quella parte manteneva in Toscana,

e dimor^iva allora nel


zia
,

Regno ^

si

ancora per

la

gra-

la

quale morto Federigo ebbe del re Manfredi


,

suo figliuolo

con V aiuto e col favore del quale


dell' altra
,

tei

neva molto oppressi quegli


guelfi
:

parte

cio

e secondoch molti tennono


,

esso fu dell'opicol cor-

nione d* Epicuro

cio che
,

1'

anima morisse
la

po

e per questo tenne

che

beatitudine degli uo;

mini

fosse tutta ne' diletti temporali

ma non
,

segui

questa parte nella forma che fece Epicuro

cio di

digiunar lungamente, per aver poi piacere di mangiar del

pan secco
,

ma

fu desideroso di

buone

e di
la

dilicate vivande

e quelle eziandio senza

aspettar

fame us^ e per questo peccato dannato come co in questo luogo Dice adunque 1' autore,
.

ereti-

Cora io al pie della sua tomba fui appare qui che quelle arche non erano
levate in alto,

In terra

ma

Guardomm un poco ,
,
,

forse per ve-

dere se

il

conoscesse

e poi quasi sdegnoso , quei

sto atto d'

uomini arroganti

quali quasi ogn' altra


,

persona che s avendo in fastidio

con isdegno

ri-

guardano

altrui

Mi domand :
cio
gli

chifur
:

li

maggior

tui ?

antichi tuoi
,

e questo per ricordarsi se co-

gnosciuti gli avesse

posciach lui non ricognoscea

Io

, eli

era d' ubbidir disideroso ,


,

Non

gliel celai
gli

ma

tutto gliele apersi

dicendo che

antichi suoi erano stati gli

Alighieri
,

onorevoli cittadini di Fireaze, e antica famiglia

sic-

SOPRA DANTE
come pi
Paradiso
,

i3

distesamente

narrer nel canto

XV.

del

Ond'

ei

lev le ciglia un poco in soso


gli
si

sogliono fare questo atto

uomini quando odono


conformi bene col piail

alcuna cosa
cere loro
,

la

quale non

quasi in quello levare


si

viso in su
,

di ci

che odono
di

dolgono con Domeneddio


:

si

dolgano

Domeneddio
disse
:

Poi

fieramente furo
,

av\fersi

cio contrarii e nemici

perciocch guelfi erano

A
,

me,

in siogularit
,

e a^ miei
,

primi,

cio a' miei


detto

passati

e a

mia parte

era,

come

di sopra
si

la parte di costui quella

che ancora

chiama parte

ghibellina, della qual parte, e della opposita, e della


loro origine
,

par di necessit di parlare alquanto diftratter in


s'

fusamente, acciocch poi dovunque se ne


questo libro appresso
tenda
. ,

senza avere a replicare


in Italia gi

in-

Sono adunque
,

lungo tempo

perseverate

con grandissimo danno e disfacimento


,

di molte famiglie

e citt e castella, due parti


parte guelfa e
1'

delle

quali

V una
,

chiamata
si

altra
l'
,

ghi-

bellina

e hannosi
,

fervente odio portato

una
il

all' altra

che n

gittare le
il

proprie sustanze

perder

gli stati,

metter s medesimi a pericolo


si

e a morte pare che curati

sieno

e questi

due nomesser

mi

secondoch recitava
,

il

venerabile

uomo

Luigi Gianfigliazzi

il

quale affermava averlo avuto


,

da Carlo quarto imperadore


l

vennero della Magna


,

dove dice nacquero in questa forma


dugento anni
,

Fu

in Italia,

gi son passati

una nobile donna e

di

grande animo, e abbondantissima di baronie e delle

COMRNTO DEL BOCC ACCI


ricchezze
,

mondane
delle cui

chiamala

la

conlessa

Matelda
si

laudevoli operazioni dislesamenle

dir

nel Canio

XXYllI.
:

del Purgatorio
lei

la
,

quale accioccerc di vo-

ch alcun cerio erede di


lersi

rimanesse

maritare

e non trovando in Italia alcuno che

assai le paresse

conveniente a s

mand
,

nella

Mafu
il

gna

e quivi trovatosi

un barone
,

il

cui

nome
,

duca Gulfo, ovvero Guelfo

e costui parendole e per

nobilt di sangue e per grandigia convenirlesi

fece

con

lui trattare

il

matrimonio

la

qual cosa sentendo

un parente

di questo
la

Gufo

il

cui

nome

fu Ghibelli-

no, e udendo

maravigliosa dota che a costui dovea


,

da questa donna esser data

divenne invidioso della

sua buona fortuna, e occultamente cominci a cercar


ve per le quali questo

potesse sturbare; e

ullima-

mente
ci,
il

s'

avvenne ad alcuna persona ammaestrata in

quale adoper con sue malie, e con sue mal,

vage operazioni

cose per le quali questo Gulfo fu

del tutto privato del potere con alcuna

femmina

gia-

cere

per lo qual maleficio


,

essendo dato opera alle


in Italia
,

sponsalizle

Gulfo venuto

e cercato pi
del matrimo-

volte di dare opera al

consumamento
5

nio

non avendo mai potuto


,

tenendosi la donlui
il

na schernita da lui

con poco onor di

man-

via

n poi volle marito giammai. Gulfo torna,

tosi a
gli

casa

o che Ghibellino sospicasse non questo


,

venisse che fatto avea agli orecchi


gli portasse,
il

o per altro

odio r.he

fece avvelenare, e cosi

mori

ma
ta

questa seconda malvagit di Ghibellino conosciula

manifest ancor

prima, per
si

le quali cose assai

no-

bili

uomini della Magna

levarono a dover questa ini-

SOPRA DANTE
sussidio
di Ghibellino^

i5

quith vendicare; e cos molti ne furono in aiuto e in


e tanto procedette la cosa
,

avanti
questi

che quasi

tutta

Alaraagna in divisa

e sotto

due nomi Guelfo


stette
,

e Ghibellino guerreggiaroa'

no.

questa maledizione contenta

termini
,

della
la

Magna

ma

trapass la

fama

d' essa in Italia

quale udita dalla contessa Matelda^ e conoscendo

la

innocenza di Gulfo, eia iniquit di Ghibellino, in


aiuto
di

quelli

che vendicar voleano


,

la

morte di

Gulfo mand grandissimo sussidio

nel quale furo-

no molti

nobili

uomini

italiani

e perciocch per av-

ventura in

Italia

erano similmente delle divisioni,


fossero
,

quantunque senza alcun notabile nome


sai di

as-

quegl' Italiani
i

che d* altro animo erano che


a
,

coloro

quali erano andati

vendicar Guelfo

an-

darono dalla parte avversa


che
se avvenisse agli

mossi da questa ragione


loro d'aver bisogno
essi

avversarli
,

d' aiuto contra di loro

pareva loro

con

1'

avere

aiutata

la
,

parte di

Guelfo aver dove

ricorrere,* e
ri-

perci

acciocch a loro similmente non fallasse


,

corso se bisognasse
lino
:

andarono
e
1'

nell* aiuto

di

Ghibelqua, ne

e poi

Puna parte

altra tornatisene di
,

recarono questi soprannomi


della parte di

cio quelli che in aiuto


si

Guelfo erano andati

chlamaron

guelfi,

gli altri ghibellini.

Ed

essendo questa pestilenza per


citt potentis-

tutta Italia dislesa,

divenne nella nostra


fatta

sima; e per la uccisione stata


re,

d'un nobile cavalie-

chiamato messer Bondel monte, mise maravigliosale

mente

corna fuori; e quegli che co' parenti del casi

valiere ucciso teneano


li

chiamaron
,

guelfi

de' qua-

furon capo

Bondelmonli

e la parte degli uccidi-

GOMENTO DEL BOCCACCI


si

lori

cliiam ghibellina

e furonne capo gli liberti;

e questa quella parte alla quale raesser Farinata


dice
,

che
,

gli

antichi

dell'autore
i

furono fieramente
,

avversi

siccome uomini

quali erano guelfi


a'

e con

quella parte teneano contro

ghibellin
,

S che per due fiate gli dispersi


cio
fi :

gli

cacciai di Firenze insieme

con

gli altri

guel-

e questo fu la prima volta essendo


d' ogni

V imperador
da In-

Federigo privato

dignit imperiale
,

nocenzio papa e scomunicalo


bardia

e trovandosi in
le

Lomdella

per

abbattere e

indebolire
in

parti

chiesa in Toscana,

mand

Firenze suoi ambascia-

dori

per opera de' quali fu racceso

antico furore
citt
,

delle

due

parti

guelfe e ghibelline nella


le

cominciaronsi per
e sopra le torri
,

contrade di Firenze, alle sbarre


allora e'

le

quaU
a

erano altissime

combattere insieme, e
te: e

danneggiarsi gravissimamen-

ultimamente

in soccorso della parte ghibellina


;

mand Federigo
la

in Firenze milleseicento cavalieri


i

venuta de' quali sentendo

guelfi

n avendo
i

al-

cun
te
s'

soccorso, a di 2 di febbraio nel usciron della


si

248

di not-

citt

e in diversi luoghi

per lo

contado
t.

ricolsono, di quegli guerreggiando la citla

vero che poi venuta

novella in Firenze,
in Puglia
i
,

come
lev
ri-

lo
il

imperador Federigo era morto


popolo della
citt
,

si

e volle che
,

guelfi fossero
d

messi in Firenze e cosi furono

7 di gennaio
,

i2 5o. La seconda
per l'aiuto che

volta ne furon cacciati

quando

Fiorentini furono sconGtti a


i

Monte Aperti da'Sanesij


,

Sanesi ebbero dal re Manfredi


,

per
la

opera di messer Farinata

il

quale avea mandata

SOPRA DANTE
in parte

17

piccola masnada avuta da Manfredi con la sua insegna,

che

tutti

erano

stali tagliati a

pezzi

e la in,

segna ec.

La qual
guelfi

novella
i

come fu

in Firenze
le
,

sen-

tendo
re

che

ghibellini

con

masnade del
senza aspet-

Manfredi ne venieno verso Firenze


,

tire alcuna forza


di settembre
1

con
,

tutte le famiglie loro, a di

i3
il

260

se

ne uscirono: e poi avendo


,

re Carlo
di
,

primo avuta

vittoria
i

e ucciso

il

re

Manfre-

lutti vi
j

ritornarono, e

ghibellini se n' uscirono

fuori

de' quali

mai poi per sua virt o operazione


:

non ve ne ritorn alcuno


tore
,

per

la

qual cosa dice l'au-

Se

e' fuT cacciali


,

, i

miei antichi da voi, e'tor^


si

nar d* ogni parte


Risposi lui
,

dove che
,

fossero

e V una

altra fiata
:

^
,

come

di sopra stato mostrato


i

Ma i vostri
i

cio gli

liberti,

quali Cju

gli altri

ghibellini furon cacciati

quando
ciocch

la

seconda volta

vi

ritornarono

guelfi

non

appreser ben quelV arte^ cio del ritornare, per-

come

detto

mai non

ci

tornarono
.

n per

quel che appaia sono per ritornarci

Allor surse

Qui comincia
tra

la

quarta particella di questa terza par-

te principale, nella

quale l'autore mostra


,

come

un'al,

anima surgesse
gli

e dimandasselo e per dice


,

d'

alcuna cosa
,

rispondesse
,

Allor

mentre
,

io

rispondea
si

come

detto

a messer Farinata

surse ,

lev

alla vista scoperclata, cio iufno a quella


,

parte della sepoltura non coperchiata

della qual

si

poteva veder di fuori

Un ombra
non
si

lungo questa

insino al

mento : a

lev diritta in pie,


III.

come

s'era levato roes-

COM. DI DANTE T.

,,

COMENTO DEL BOCCACCI


,

ser Farinata

ma
s'

tanto che

dal

mento

in su

si

ve

dea

Credo , che

era inginocchion levata


,

,
,

e cosi dovea essere

poich pi non se ne vedea


,
,

D' intorno mi guard come talento


cio volont

Avesse di veder

s' altri

era meco;
tutto spento
,

Ma poi che il sospicciar fu


Piangendo
Carcere ,
carcere
,

cio poich vide che io era solo

disse

se per questo cieco


,

dell' inferno

il

quale meritamente chiama

perciocch alcuno che v' entri mai uscir


:

non ne puote
sia
,

e chiamai
il

cieco

non perch cieco


attitudine

perciocch

luogo

non ha
,

nluna

di poter vedere n d' essere cieco


a far cieco chi v' entra
,

ma

perciocch ha
tenebroso
,

in

quanto
si

egli

e ne' luoghi tenebrosi non

pu veder lume

vai

per altezza d' ingegno , avendo per quella saputo


trovar via e
sa
,

modo

per lo quale senza ricevere offe,

o doverci rimanere
,

tu ci vai
?

Mio figlio ov

perche non el teco

quasi voglia dire, conciosiacosach egli


raviglioso ingegno dotato
:

sia cosi di

ma-

Ed io
cio

a lui : per V altezza d'ingegno che

come sia tu da me stesso non vegno


in

me

sia

Colui

che attende l, e mostr Virgilio , per qui mi mena,


cio per questo luogo
gliuolo
, ,

Forse cui Guido vostro ,

fi-

ehhe a disdegno

tu vai per altezza

Le sue parole cio se d' ingegno come non mio figlio


,

teco? e

'l

modo

della pena

cio vederlo dannato

SOPRA DANTE
tra gli altri epicurii
,

19
,

M' avevan
nome,
cio

di costui

che mi
fatto colu,

parlava, gi detto il

m* avevan
,

noscere chi egli era


cos

Fera fa la risposta

mia a
non

piena , senza mostrare


.

in alcuna cosa di

in,

tenderlo

qui adunque da sapere che costui

il

quale qui parla con V autore, fu un cavalier fiorentino

chiamato messer Cavalcante de' Cavalcanti


,

leg-

giadro e netto cavaliere


ro,

e segu

l'

opinion d' Epicula

e non credette che l'anima dopo


vivesse
,

morte del corfosse

po

e che

il

nostro

sommo hene

ne' di-

letti

carnali; e per questo siccome eretico dannato.

fu questo cavaliere padre di


,

Guido Cavalcanti
;

uomo costuma tissimo


nostro cittadino
:

e ricco

e d' alto iugegno


,

seppe molte leggiadre cose fare

meglio che alcun

e oltre a ci fu nel suo


,

tempo

re-

putato ottimo lolco e buon filosofo

e fu singularls-

simo amico

dell'

autore

siccome esso medesimo mo


,

stra nella sua Vita

nuova
la

e fu

buon

dicitore in ri,

ma ma
:

perciocch

filosofia gli
la

pareva
,

siccome

ella

da molto pi che
.

poesia

ebbe a sdegno

Virgilio e gli altri poeti

perciocch messer Ca,

valcante conosceva

1'

ingegno del figliuolo


1*

e la sin,

gulare usanza la quale con


sciuto prestamente

autore avea

ricono-

V autore
,

senza alcuna premesgli

sione d' altre parole

nella
si

prima giunta
.

fece la

domanda che
e dice
,

di sopra

disse

Poi seguita V autore


la ri-

che

attristatosi
,

messer Cavalcante per

sposta udita

Di

subito drizzato
,

f
il

grid
che
si

come

Dicesti

egli ebbe!

suol dire delle persone

lo
ancora

COMENTO DEL BOGGACOf


,

passate di questa vita


t

e per segue

non

visf'

egli

Non
quanto

fiere gli occhi suoi lo dolce

tome ?

del sole,
i

percioccb
corporali

gli
,

occhi de' morti non sono


cio

feriti

illuminati da alcun

lume. Quando s'accorse, aspettando,

d^

alcuna

dimora
Ch' io faceva dinanzi alla risposta
cio
,

non rispondea
il

cosi

subitamente, Supin ricadde


,

segno di pena

cader supino
essergli
,

la
,

quale assai bene

si
il

pu comprendere
figliuolo fosse

venuta
1*

estimando che
gli

morto

poich
gli
la

autore non

rispon-

dea cosi tosto

perciocch
,

uomini sogliono sopraconoscono dovere esser


a colui che
.

stare alla risposta


tale
la
,

quando

che

ella
,

non debba piacere


e pii

ha

fatta

domanda

non parve fuor a

Puossi nelle
de' pa-

predette cose comprendere quanto sia


dri ne' figliuoli
flizione
,
,

Pamor
non

quando vegglamo che


i

in tanta afgli

in quanta

dannati sono
la

essi

di-

menticano, e accumulano
loro

pena loro quando di


,

odono o auspicano alcuna cosa avversa


.

Ma

queW altro magnanimo

Qui comincia
,

la

quinta

particella della terza del presente canto

nella quale
,

poich V autore ha mostrato quale


s'

come
,

quello spirito

il

era in glnocchie levato


,

era nella sepoltura


,

ricaduto

ne dice come messer Farinata


,

continuan-

do

le

sue parole
:

gli

annunzia alcuna cosa di sua


:

vita futura

dice

adunque

Ma
,
,

queir altro magna,

nimo

cio messer Farinata


,

a cui posta
in

cio a
,

cui richiesta

Restato m' era

quel luogo

non

SOPRA DANTE
mut aspetto
collo
,

ai
,

per cosa che detta fosse

Nh
j

mosse

volgendosi in gi alle parole di messer Caval-

cante

ne pieg sua costa


(^

cio suo lato

E se
r arte
le

continuando al primo detto )


,

cio a quello che di sopra avea detto


volte cacciati
,

d' avere

due

passati dell' autore

Egli han quel

del tornare
,

d'onde

cacciati sono, disse,


in

ma-

appresa

in

quanto non tornano

Firenze
,

Ci mi tormenta pi che questo


cio
cio
J
,

letto

che questo sepolcro acceso nel quale

io giac-

Ma

non cinquanta volte fia raccesa La faccia della donna che qui regge ,
sapere
,

a dichlarazion di queste parole da


altra volta stato detto
,

come
tal-

Proserpina esser moglie di


:

Plutone e reina d' inferno


volta

e questa Proserpina
,

da intendere per una cosa


altre cose
,

e tal per un' altra:

e tra

1'

per
la

le quali
,

poeti la

prendono
si

alcuna volta per


gere in inferno
,

luna

la
la

quale per

dice reg-

perciocch

sua potenza grandis,

sima appo questi corpi inferiori


delle cose superiori
si

quali per rispetto

posson dire essere in inferno^


,

e per intendendosi per la luna


d sua natura

da sapere
,

la

luna

non avere alcuna luce


ecclissi
,

siccome noi
ne' quali ella

possiamo vedere negli

lunari

non

veduta dal sole della terra tra


'1

per

la Interposizione
lei
,

del cor-

po

sole e
,

rimane un corpo
il

rosso senza alcuna luce

e cosi facendo
,

suo corso

quanto pi dal

sol

si

dilunga

pi vcgglamo del cor-

po suo lucido,

insino a tanto che perviene alla quin-

ai
tadecima
,

COMRNTO DEL BOCCACCI


e quivi allora
;

veggamo
si

tutto

il

corpo suo

luminoso e bello
sa
,

e cosi

mostra a noi essere racce:

cio ralluminata la faccia sua


tutta la

poi dal luogo

dove
il

veggiamo

partendosi, e tornando verso


il

sole, continuamente par diminuisca

lume suo

in quanto a'nostri occhi apparisce

meno

di quello

che

dal sole veduto

',

e cosi se ne va continuamente di-

minuendo,

infino a tanto

che

ell' entrata sotto

raggi

del sole; e di sotto a quegli uscendo, comincia,

come

dinanzi ho detto
sa
,

a divenire ogn' ora


5

pii

lumino-

infino alla quintadecima


si

e brevemente in
tutta

354

di ella
volte
,

raccende

cio

si

vede

accesa dodici

perch possiam dire che in quattro anni, e


ella
si

pochi di pi,

raccenda

cinquanta volte;
,

per vuol qui vaticinando dire messer Farinata

egli

non saranno quattro anni


rienza
ciato
, ,

Che
,

tu saprai

per especac-

quanto
,

queW
,

arte

del tornare chi

^e^a

cio grave;

volendo per queste pa-

role annunciargli

che avantich quattro anni fos,

sero

esso sarebbe cacciato di Firenze


i

il
i

che avven-

ne avantich fossero
nel dolce

due

o poco pi
il

E se tu
cio

mai

mondo ,

cio in questo,
sia
,

quale quantun,

que pieno d'amaritudine


vole
,

dolce
,

dlette-

a rispetto dell' inferno

regge
cio
,

cio torni

Dimmi :
renze
,

perch quel popolo


s

cittadini di

Fi-

empio
,

cio crudele

Incontr' a' miei ,

cio agli Uberti


li,

in ciascuna sua legge? delle qua,

poich cacciati furono

mai alcuna non


si

se

ne

fece,

nella quale alcun beneficio

concedesse
,

a' cacciati

d Firenze

se alcuna se

ne fece mai

che da quel

SOPRA DANTE
cotal beneficio

gj
gli

non fossero eccettuati


.

liberti ge1'

neralmente
e dice
:

tutti

Ond'
,

io

lui

risponde

autore

lo strazio

e'I crudo scempio ,


in rosso
,

Che fece V Arhia colorata


Tali orazion
{sim\^\Si
,
,

cio composizioni contro alla vostra

fa far nel
il
,

nostro tempio
si

coh nel nostro

senato

nel luogo dove

fanno

le

riformagioni, e gli

ordini e le leggi;

quale chiama tempio, siccome


i

facevano
pio
il

Romani

quali chiamavano talvolta tem-

luogo dove

le loro deliberazioni
s'

facevano

acciocch pienamente
sta

abbia

l'

intelletto della rispoil

che

1'

autore

fa

da sapere che avendo

comun

di Firenze guerra col

comun
,

di

Siena

si

fece per

opera di messer Farinata


di Firenze
,

il

quale allora era uscito

che

il
il

re

Manfredi mand in aiuto del

comun
deschi,

di Siena
i

conte Giordano con ottocento Te-

quali avendo, tenne messer Farinata trattato


,

con pi

cittadini ghibellini e altri


,

co' quali

compose
.

quello che poi segui


astuzia
,

come

si
,

dir appresso

Poi con

mandati

frati

minori

con

falsa

informazio-

ne data
di

loro, agli anziani di Firenze, e loro

per parte
,

coloro che luogo di


di

comun
i

teneano in Siena

mostrando
ad oste
v'

dover dar loro una porta di Siena se


;

andassero

trassono
,

Fiorentini con ogni

loro sforzo fuori della citt


fornire Monte-alcino
aperti in Valdarbia
,

sotto titolo d'

andare a

e pervennero infino a
all'

Montetutti,

dove contro
i

opinion di

usciti loro all' incontro

Sanesi co' Tedeschi del re


,

Manfredi

e molti dell' oste de' Fiorentini

secondo*
partitisi

che con messer Farinata erano in concordia,


dell' oste de' Fiorentini
,

entrarono in quella de'Sane-

4
si
:

COMP.NTO DEL BOCCACCI


di

che quantunque sbigottissero


fatte
;

Fiorentini

nondimeno
ciata

loro scVilere

s'

avvisarono con

la

gente de' Sanesi


,

ed essendo gi
,

la battaglia

comin-

messer Bocca Abati

il

quale era di quegli


,

che con messer Farinata sentiva

accostatosi a messer
,

Iacopo del Vacca de' Pazzi di Firenze


tava la insegna del

il

quale por,

comune

levala la spada

feri

il

detto messer Iacopo e tagliogli la

mano

di
i

che con-

venne

la

insegna cadesse, per

la

qual cosa

Fiorentini

del tutto rotti (i), senza segno e senza consiglio furono


sconfitti, e

molta gran quantit di loro e di loro ami^

ci

furono in quella sconfitta uccisi

il

sangue dei

quali

n'and

infino in
a di

un fiume

ivi

vicino chiamato

Arbia^ e ci fu

4 di settembre 126*0 : la qual cosa saputa poi pienamente per tutti fu ed cagio,

ne

che tornati
degli

guelfi in

Firenze
si

mai

della fami,

glia

liberti

alcuna cosa

volesse udire
:

se

non

in disfacimento e distruzion di loro

e per quefatte, dice

ste cose state

per opera di messer Farinata


1'

autore

che fece

Arbia colorata
seguita
,

in rosso del

san-

gue de' Fiorentini.


,

Poi eli* ebbe sospirando , il capo scosso come color fanno i quali minacciano
,

ci

non
al

fu' io sol , disse y cio

a far questi trattati contro


,

comun
tro alla

di

Firenze

quasi voglia dire


s'

comech con-

mia famiglia
,

adoperi o procuri ogni disfaaltri

cimento

e non contro agli

che ad adoperar

questo fur

meco ; n

certo
,

Senza cagion con gli


mosso
,

altri , che a ci tennero

sarei

a dover fare

(1) Il codice

ha

del tutto

ritti.

SOPRA DANTE
quel che
il

a
,

fece
di

vogliendo per questo intendere


,

che

comune
,

Firenze

il

quale

il

teneva fuori di casa

sua

gli
si

dava giusta cagione


poteva
,

d'

adoperare ci che
:

per lui
segue

per dover toruare in casa sua

poi

Ma fu
a quello

io sol col
,

dove

sofferto

cio acconsentito

Fu per
si
,

ciascun
,

>

Fiorentino

che

ragionamento

trov

di torre via Fioren*

za

cio di disfarla

Colui die la difesi a


che
dire
essa
,

v.'so
:

aperto

non

fosse disfatta

volendo per questo atto


esser cari
altri

che

egli e' suoi

dovrebbono sempre
,

e a grado al
cittadini
.

comun
il

di Firenze
,

pii
i

che alcuni

E
i

vero

che poich

ghibellini

furono

tornati in

Firenze per

la sconfitta

ricevuta a Monte,

aperti

guelfi partitisi di quella

si

ragunarono ad
tutte
le

Empoli ambasciadori
ghibelline di Toscana
ghibellini
,

e sindachi di
,

terre

molli

altri

nobili

uomini

cosi

ancora pi gran cittadini di Fi-

renze, per dover riformare lo stato di parte ghibelli-

na

e far lega e

compagnia insieme

a dover con-

trastare a

chiunque contro

a quella volesse

adopera-

re

e tra

V altre
Firenze

cose che in quello ragunamento

furono in bene
la citt di

di parte ghibellina
si

ragionate

fu che

disfacesse
si

e recassesi a borghi,
di

acciocch ogni speranza

togliesse a' guelfi

mai

dovervi ritornare: e ci era generalmente per tulli


consentito, e ancora per
i

Fiorentini che v'erano, fuor


,

solamente per uno

;
,

e questi fu messer Farinata

il

quale levatosi ritto

con molte ornate parole con-

Iradisse a questo^ dicendo nella fine di quelle,

che se

2i6
altri

COMENTO DEL BOCCACCI


non
fosse

che ci

vietasse, esso

sarebbe colui, che


il

con

la

spada in

mano mentre

la vita gli bastasse


le

vie-

terebbe a chi far lo volesse: per

quali parole, aven,

do riguardo
alla

all'

autorit di tanto cavaliere


,

e ancora

sua potenza
.

fu

il

ragionamento di ci lasciato

stare

Deh

se riposi mai.

Qui comincia
questo canto
,

la sesta

par-

ticella della terza parte di

nella

quale

l'autor

muove un dubbio
:

a messer Farinata, ed egli


cosi
,

gliele solve

dice

adunque

Deh
cio
i

se riposi

mai vostra semenza^


:

vostri discendenti

e in queste parole alquanto


,

catta la benivolenza
piti

di messer Farinata
gli

acciocch

benivolamente

sodisfaccia di quello di

che

intende di domandarlo

Prega^
cio quel

io lui

solvetemi quel nodo


,

dubbio

Che
cio
il

qui ha inviluppata

mia sentenza
io

mo giudicio

intanloch

non ne posso

ve-

der quello che

io desidero.
,

El par

che voi, cic


,

anime dannate

reggiate

se

ben odo

quello che

voi m'avete detto, e

comprendo quello

di che messer

Cavalcante mi domand, veggiate. Dinanzi, cio pre"veggiate,

quel che

'l

tempo seco adduce,

nel futuro

E nel presente,
to

tempo, tenete altro modo, in quanle

non par che cognosciate n veggiate


,

cose pregli

senti: e questo dice

perciocch messer Farinata


,

avea detto

che avanti che quattro anni fossero


,

egli

sarebbe cacciato di Firenze

in

che

si

dimostra loro
1'

veder

le cose future

e messer Cavalcante

avea do-

mandatOi

se

il

figliuolo vivea, in

che

si

dimostra che

SOPRA DANTE
essi

27
e messer Fari*

non conoscono
gli

le

cose presenti

nata

risponde

Noi veggiam , come


Le cose
,

quei e ha

mala
;

luce

disse

che ne san lontano

suole questo vzio avvenire agli uomini

quando venvicinanza

gono invecchiando
cerebro
5

per omori
nell'
,

quali vengon dal


,

ed essendo

occhio

per

la

loro alla virt visiva


alla vista delle cose

alquanto
:

1'

occupano intorno
la

propinque
,

ma come
vede
:
,

virt vi-

siva

si

stende pi avanti

e lontanasi

dall'

adombrae con pi

zion dell'
sincerit

omore

tanto

men mal
obette

riceve le

forme

cosi

adunque

dannati offuscati dalla propinquit della caligine infernale


,

non posson

le

cose propinque vedere

ma

ficcando con la meditazione l'acume dell'intelletto

per

le

cose superiori

veggion
,

le

pi lontane: e

come
dove

queste possan vedere o n

quello che per Tullio se


,

ne tiene dimostrato nel precedente canto

V autore induce Ciacco


deve della
odi
,

predire quello che esser


,

citt partita

e seguita
_,

Cotanto

,
,

quanto
il

ancor ne splende
,

cio presta di luce

som*

mo

duce

cio Iddio, senza la grazia del quale alcusi

na cosa non
cose future
,

pu

fare

Quando

s^

appressan

le
,

n' e del tutto i^ano

Nostro intelletto
:

in quanto ninna cosa ne

conosciamo

e
,

s'

altri
ci

demonio o anima che


porta ^ vegnendo
novelle

tra noi

discenda
,

non

ap*

dell' altra vita

e di quella ci dica

Nulla sapem di
puoi , da
ci eh' io

vostro stato
si

umano
.

cio di cosa che lass


ti

faccia
,

Per comprender
'

dico

che tutta morta

, ,

aS

COMENTO DEL BOCCACCI

Fia nostra conoscenza da quel punto , Che del futuro fia chiusa la porta y
cio dal di del giudlcio innanzi
^

percioccli allora sa-

ranno serrate

tutte quelle arche


,

con

loro coperchi beati

e non saranno pi uomini

se

non o dannati o
all' altro 5

de' quali niuno far transito l'uno

si

faranno sopra
eziandio
li

la

terra

alcune operazioni,

le

quali
;

spiriti

dannati possano laggi riportare


i

anzi secondo tengono

santi,

gli

spiriti

maladetti,
,

de' quali tutto questo caliginoso

aere pieno

sa-

ranno
ferno
.

lutti richiusi

e serrati nel profondo dell' inla


,

Allor
1'

come di mia. Qui comincia

set-

lima particula di questa terza parte principale


la

nel-

quale

autore scrive
,

quello che a messer Fari-

nata dicesse

che dicesse a quello spirilo caduto: e

dice

Allor come di mia colpa compunto cio pentuto di ci che io non aveva prestamente
, ,

risposto

a messer

Cavalcante

che

il

figliuolo vt-

vea

Diss* io
cio a

or dicerete a quel caduto

messer Cavalcante,
Cavalcanti
,

Che

^l

suo nato , cio

Guido

tra^ vivi, di questa mortai vita, e perci ancora vive


'y

ancor congiunto
dianzi , quando
to
,

s'

io fu^

me

ne domand, alla risposta mu-

cio in quanto tacendo


ei

non

gli risposi

Fat'

saper che

^l

fei perche pensava

Gi nelV

error che
.

m' avete soluto

qui poco di sopra

E gi il maestro mio mi richiamava

SOPRA DANTE
Perch* io pregai lo spirito
,

29
pi

di messer Farinata,

ay accio

pi tosto

Che mi
in

dicesse chi con lui si stava

queir arca
:

Dissemi
arca

qui con pi di mille giaccio


infiniti
:

, ,

quasi voglia dire con


st'
,

Qua
,

dentro

in que-

// secondo

Federigo

questo Federigo fu
,

figliuolo d' Arrigo sesto

imperadore

e nepoto di Fe-

derigo Barbarossa;
d* alcuni suoi amici

il

quale Arrigo per introdotto


,

essendo senza donna

prese con
,

dispensazion della chiesa per moglie Gostanza


gliuola che fu del

fi-

buon
,

re

Guglielmo

di Sicilia

la
;

quale era monaca

e gi d' et d cinquantasei anni

ed ebbene

in dota
,

il

reame

di Sicilia

il

quale allora

teneva Tancredi

il

quale fu de' discendenti del re


la chiesa
5

Ruggieri

ed era male in concordia con

dopo

lui
,

rimase ad un suo figliuolo chiamato


contro al quale and
,

Gu-

glielmo

il

detto
,

Arrigo im-

peradore

e per tradimento
',

il

prese

e rimase libege-

ro signor del reame

e nella delta Gostanza

ner un figliuolo

il

quale fu quel Federigo del


la

qual diciamo

morendo
e
1*

detta Gostanza

pola,

chi anni appresso la


sci nelle braccia

nativit

del figliuolo

lui

nella

guardia della chiesa


:

la

quale con diligenza

allev

come ad

et perfetta

divenne
lia^ e
il

gli

diede

la

possessione del
di

reame

di Sici-

non pass guari

tempo, che
.

fattolo eleggere,

coron imperador di

Roma

Divenne costui ma-

raviglioso so
:

uomo

e in molte cose eccellente e virtuoin concordia con


la
:

ma non

dur guari

chiesa

per lo volere usurpare

le ragioni

di quella

poi ve-

3o
nulo
in

GOMENTO DEL BOCCACCI


concordia con
,

lei
il

siccome ne'

patti della

pace par che fosse

fece
,

passaggio oltre
la
:

mare

nel
il il

quale essendo occupato

chiesa

gli

fece tutto
,

reame
papa

di Sicilia ribellare

e oltre a ci

scrisse

al

soldano
;

la via la

quel dovesse tenere a faril

lo di l morire

le quali lettere
all'

soldano
,

non per

amor che

portasse

imperadore

ma

per seminar
,

zizzania e malavoglienza tra lui e la chiesa

accioc,

ch esso potesse pi sicuro vivere dello


mostr
allo
,

stato suo
egli

imperadore

le

quali

come
,

vide e

conobbe
cora

concordatosi col soldano


la chiesa gli

e sapendo anil

come

avea ribellato
se

reame, occul-

tamente e con poca compagnia

ne torn di qua, e fu

ricevuto, secondoch alcuni raccontano, in Benevento;

e brevemente in piccolissimo spazio di

tempo

recu-

per tutto senza alcuna arme


dispetto della chiesa

il

reame suo ; e per


una

mand

Tunisi per una gran


citt

quantitct di saracini, e diede loro per istanza


stata
i

lungamente

disfatta,

chiamata Lucer, come che

volgari la chiamino Nocera, nel

mezzo quasi
1'

di

Pula

glia

piana; ed egli per s dall'una delle parti,


altra
,

quale alquanto pi rilevata che


mirabile e bello e forte castello
pie
:
,

vi

fece

un

il

quale ancora in
terra
disfatta fe

e' saracini nel le lor case


il
,

compreso

della

cero

come

ciascun pot meglio


,

Ed

es,

sendo

paese ubertoso

volentieri vi
,

dimorarono
essi

multiplicarono in tanta quantit


tutta la Puglia

che

correvano
.

quando

voglia

ne venia loro

Oltre
i

a ci in
diti

Lombardia

e in

Toscana indeboli

forte

sudloro,

la

parte della chiesa, e gran guerra


,

men

e molti danai fece

non lasciando

nel suo regno usa-

SOPRA DANTE
re alcuna sua ragione alla chiesa
.

3i
gran letterato
, ,

Fu

e nella

Magna

fu reputato da molto
lui
.

e g' infedeli

avevan gran paura d


pi
figliuoli, de*

Ebbe? di diverse femmine

quali cos de^nou legittimi,


:

come

dei

legittimi, fece da cinque o vero sei re


stato

ed essendogli
egli

da un suo astrolago predetto che

morreb-

be

in Fiorenza,

sempre

si

guard

di venire in questa
,

citt: poi

avvenendo che
allora

egli

inferm in Puglia
,

da

Manfredi

prenze di Taranto

suo figliuolo na-

turale, e da altri suoi baroni,

ne fu cos infermo portato

in

una

terra in Puglia la
la

quale ha
,

quivi crescendo
se
SI
;

infermit

nome Fiorenza 5 e domand dove egli fos,

ed essendogli risposto che egli era in Fiorenza


si

dolse forte, e subitamente


.

giudic morto
infermit
1'

e cosi

disse a' suoi


forte
,

Poi comech

la

aggravasse

vogliono alcuni, che l'ultima notte che fece in

terra
il

che

il

prenze Manfredi
gli

per desiderio d' avere


la

mobile suo,

ponesse un primaccio in su

bocca,

e facessel morire: e cos scomunicato e in contumacia


di santa chiesa
fini in
,

Fiorenza

giorni suoi

e per^

ciocch

egli

vivendo

in assai cose aveva mostrato te-

nere, che

P anima insieme

col corpo morisse,

il

pone

P autore
rii
,

in questo luogo esser dannato con gli epicu,

chiamandolo Federigo secondo

perciocch fu
,

il

secondo imperadore che avesse

nome Federigo

E'I

Cardinale
tore
,

par qui che

tutti

s'accordino che Fau,

il

qual non nomina questo cardinale

voglia in;

tendere del cardinale Ottaviano degli Ubaldini

perciocch
glia

egli fu

uomo

di singulare eccellenza
s'

vo-

che dicendo semplicemente cardinale


,

intenda
,

di lui

il

quale

secondoch alcuni scrivono

tenne

32

COMENTO DEL BOCCACCI


che chericale
si
;

vita piuttosto signorile

n fu alcuno al-

tro egli

che tanto fosse e


,

mostrasse ghibellino quanto


altri

in tanto

che senza curarsi che papa o


,

se ne avvedesse

fieramente favoreggi
;

ghibellini

neaiici della chiesa


zi

avendo senza guardarsi innani

aiutati in ci

che potuto avea sempre

ghibellini,

e in

un

solo bisogno trovandosi da loro abbandonato, e


,

di ci dolendosi forte

tra

1'

altre parole del

suo rami

marichio disse
bellini
:

se

anima

perduta

1'

ho per

ghilui
il

nella qual parola fu

compreso per molti


fosse
,

non aver creduto che anima


corpo vivesse
:

la

qual dopo
,

per la qual cosa l'autore dice

lui

con

epicurii fj altri eretici

essere in questo luogo dan-

nalo
le

e degli altri

mi

taccio

quasi voglia dire

io

ne potrei molti
la

altri

contare

Indi

s^

ascose

Qui

comincia
to
,

quarta parte principale del presente can1'

nella quale

autore dice

come

tornato a Virgi^
,

lio,

dove con
,

lui seguitandolo pervenisse

dice aduns*

que

Indi , cio poich


,

cosi

ebbe detto
:

ascose

nella sua arca

riponendosi a giacere

ed

io inver
lui

r antico Poeta
ripensando
,

volsi

passi

tornandomi a

A quel parlar
Ma
Egli ^

che

mi parca nimico
gli

,
,

cio a quel che messer Farinata

avea detto

non cinquanta

volte fia raccesa ec.

cio Virgilio, si mosse, veggendo

me

tornare:

e poi cos

andando ,
:

Mi

disse

perche

se'

tu

smarrito ?

cio sbigottito

Ed

io gii satisfeci al suo

dimando

SOPRA DANTE
dicendogli quello che
di Firenze

33

A mio

dovere esser cacciato


.

aveva udito da raesser Farinata


fi

La mente tua conservi quel e udito Hai conLra le , mi comand quel saggio

Ed
z

ora attendi qui, a quel eh'


dito
y

io

ti

vo' dire, e driz

quasi disegnando,
le lor

come fanno

coloro che

pi vogliono
dell'uditore,

parole imprimere nell' intelletto

Quando
il

sarai dinanzi al dolce raggio


,

cio alla chiara luce

Di

quella
il

cio di

Beatrice

cui helV occhio


,

,
il

cio

santo e divino intelletto,


,

tutto vede

cio

preterito

il

presente e

il

fu-

turo

Da
cio

lei

saprai di tua vita


ella

il

viaggio

come

dee andare e
Virgilio
,

che riuscire

e vuole

in queste parole

per confortar
il

autore

mostrare non sempre dire


delle cose che sono avvenire

vero P anime dannate


e per questo vuole
si

conforti

quasi

dicendo esser possibile non dover

cosi avvenire;

ma

che quando sar

in cielo

da Beatri-

ce
il

la

quale in Dio vede

la verit d'
gli
,

ogni cosa, sapr

vero di ci che avvenir

dee
il

Appresso volse
:

a
il

man sinistra ,
murOf

piegandosi

piede

Lasciammo
inver

della terra, dilungandocene, e

gimmo
,

lo

mezzo , della citt dolente Per un sentier , eh' ad una


,

valle Jiede

cio riesce

Che

*nfin lassiijacea spiacer suo lezzo

cio suo

puzzo
allegoria alcuna
.

Questo canto non ha

COM. DI DANTE T.

Ili,

34

GO MENTO DEL BOGCAGGI

PITOL

UNDEG IMO
ec.

In su V estremit d^ un alta ripa

[ontinuasi

V autore

nel principio di questo can,

to alla fine del precedente

come

usato infno a
,

qui di fare, e dimostra dove, seguendo Virgilio


venisse
,

peril
.

il

quale di sopra detto

che lasciando
lo

muro

della terra,
il

cominci ad andare per


:

mezzo

dividesi

presente canto In sette parti


il

nella

pri-

ma

descrive

luogo

dove pervenuti
;

si

fermarono

e quel che vi trovarono

nella seconda descrive l'au-

tore distintamente tutta la esistenza dell'inferno, e an-

cora la

qualit
:

de' peccatori
nella terza

quali deono proce1'

dendo trovare

muove
i

autore

un dub-

bio a Virgilio, perch pi

peccatori che ne' se-

guenti cerchi sono sieno puniti dentro alla citt di

Dite

che quegli de' quali di sopra ha parlato


la

nella

quarta Virgilio, dimostrandogli


il

cagione,

gli solve

dubbio

nella quinta
:

muove T

autore un altro
il
l'

dubbio a Virgilio
bio mossogli
:

nella sesta Virgilio solve

dub-

nella settima Virgilio sollecita


la

autore

a seguitarlo.

E comincia
:

seconda quivi
:

Lo
la

nostro
quarta
,

scender
quivi
:

la terza quivi
:

Ed io

maestro
:

Ed egli a me
la sesta

la

quinta quivi
:

sol

che
;

sani

quivi

Filosofia
n

la

settima

quivi

Ma

seguimi oramai

Cominciando adunque

alla

SOPRA DANTE
prima
,

35
nella

dice cbe pervennero

andando come
,

fine del precedente canto

ha detto

In su

r estremit
,

d' un' alta ripa

,
,

ripa , o artificiale o naturale che ella sia

o terreno
al

o pietre
so
,

la

quale da alcuna altezza discenda

bas-

si diritta

che o non

presti

o
al
si

presti

con difGculth

la scesa

per s di quell'altezza

luogo nel quale essa

discende, siccome in assai parti


tuosi naturalmente essere
5

vede ne'luoghi mon-

o come per fortificamento

delle castella e delle citt gli


te

uomini artificiosamen,

fanno

e poi seguita

Che

questa alta ripa

fa*

cevan gran pietre rotte in cerchio^ e per appare che

non era
rulnata
5

artificialmente fatta

ma
,

per accidente era


cerchio
,

ed erano

le pietre rotte in

per la

qualit del luogo eh' rilondo


stato dimostrato
,

siccome pi volte
1'

Venimmo , dopo
:
,

essere alquanto

andati

sopra pi crudele stipa

intende qui

V au-

tore per stipa le cose stipate

cio accumulata mente

poste

siccome

naviganti le molte cose poste ne' lor


:

legni dicono stivate

da questo modo
,

di parlare
s'

prendendo V autore qui forma


che sotto
il

vuol che

intenda

luogo dove pervennero, erano stivate ^^an-

dlsslme moltitudini di peccatori in pi 1 crudel pena

che quegli

quali infno a quel luogo reduti avea


^

E quivi per V orribile soverchio


acciocch

Del puzzo che 7 profondo abisso , -cio gitta , svaporando in su. Ci raccostammo

inferno

indietro,
diritta-

men
,

lo sentissimo
s'

che standovi

mente sopra

e dice

accostarono

ad un

coperchio

D' un grand' avello ,


cerchio degli eretici
,

perciocch ancora erano nel


quali di sopra

mostra essere

36

COMENTO DEL BOCCACCI


,

seppelliti in grandissime sepolture ardenti


al
si

oi^e

cio

quale avello

io vidi
,

una

scritta

siccome veder

suole nelle sepolture


:

Che diceva
quasi

Anastasio papa guardo ,


Anastasio
trasse

avello parlasse in dimostrazione di chi v* era


,

seppellito

Lo qual
:

Fotin

deU
il

la

{fia

dritta

dove da sapere che questo Anasta-

sio fu di

nazione

Romano

e figliuolo
,

d'

uno

quale fu chiamato Fortunato e negli anni di Cristo 499 ^^ eletto papa , ma poco tempo visse nel

papato

e avendo costui

singolare
,

familiarit

con

uno

il

quale fu chiamato Potino


stato

e che primiera,

mente era

diacono di Tessaglia
,

e poi fu
in

fat-

to vescovo di Gallo-Grecia

una contrada

Asia

molto rimota dal mare

fu

adunque da questo Po,

tino corrotto e tratto dalla cattolica fede

e cadde in

una abbominevole
amico

eresia

della

quale era stato in,

ventore e seminatore uno chiamato Acazio


lare
di Potino
:

singu,

ed era l'eresia questa

che
fi-

questo Acazio affermava Cristo non essere stato


gliuol di

Dio

ma

di
la

Giuseppe

e che esso carnal-

mente giacendo con


stato
5

Vergine Maria l'aveva acquila

e cosi

non era vero che


il

Vergine Maria fosse


il

vergine innanzi
tolici cristiani

parto e dopo

parto

come

cat-

fermamente credono; per


,

la

quale ere-

sia

il

detto Potino fu dannato

e rimosso dalla co-

munione
stasio

de' cristiani

volendolo questo papa Ana,

riducere nella comunione cristiana


,

essendosi

contro a ci levati molti santi padri

e a questo resi^

stendo

avvenne che, essendo

il

detto papa seduto gih


al

un anno,

e undici mesi e ventitr di, andato

segreto

SOPRA DANTE
luogo dove
le superfluit del
,

87
si

ventre
tutti

dipongono

per
si

divino giudici

siccome per

universalmente

credette, per le parti inferiori gitt e

mand

fuori del

corpo

tutte le interiora, e cosi

miseramente nel luogo

medesimo
dimostra

spir: e per questo l'autore estima, lui essere

slato eretico di quella eresia

che detta

, e

perci qui

il

tra gli altri eretici esser

dannato; dicendo lui

essere stato da Potino predetto tratto della via diritta,

cio della fede cattolica

dalla quale n' mostrato


la diritta

credendola siam menati per

via

la

quale

ne perduce in
Qjen

vita eterna
la

Lo

nostro scender con-

Qui comincia
1'

seconda parte di questo canto,


la

nella quale

autore descrive distintamente


,

esisten,

za delF inferno

e ancora la qualit de' peccatori


,

quali deono procedendo trovare

e dice

Lo

nostro

scender

alle parti inferiori

convien che sia tardoy

cio adagio^ e dimostra la ragion

perch, dicendo,
vi

che
il

s'

ausi in
,

prima

che noi
,

giugnamo
,

un
ri-

poco

senso
,

dell'

odorato

^l

tristo ficto
,

cio

puzzo; e poi

che adusato sar alquanto

non fia

guardo,
assuetis
,

cio

non bisogner
.

di

molto curarsene, quia


e' si

non jt passio

nel vero
,

vuole a

cos fatte cose


sai gi

andar con discrezione


alterazioni

perciocch asricevute per lo

hanno gravissime
perciocch

entrar sul)ito in luoghi o molto odoriferi o mollo


fetidi
1*
;

uno e T

altro offende

il

cerebro
essi

forte

quando
,

il

senso di colui che entra in


:

non

familiare
stro
,

o degli odori o de' puzzi


:

Cos

il
,

mao'

supple disse
,

ed
,

io

alcun compenso

Dissi lui

truova

che

'l

tempo non passi

PerdutOt questo fu ottimamente detto, e in ci ciascu-

, .

38

COMENTO DEL BOCCACCI


,

no dovrebbe a suo potere dare opera

non tempo ^ perciocch secondocb a Seneca piace, perder di quante cose noi abbiamo nella presente vita solo
cio di
,

il

tempo
,

nostro

tutte

1'

altre cose

sono della fortu-

na

e perci con gran sollecitudine

rare che egli

non
^

ci passi tra

le

dobbiamo adopemani perduto : ed

egli

viscose
si

parole
vio

vedi y eh' a ci penso Nelle quali pu comprendere la circospezione del sail

uomo,

quale mai alle cose opportune non aspet5

ta d' esser sollecitato

e fattagli la risposta

tantosto
,

seguita quello che nel pensiero gli venuto di fare

per non dover perder tempo, e dice

Figluol mio
1

dentro da cotesti sassi

quali tu puoi veder di sotto da te

Cominci poi a dir y son


cio
il

tre cerchietti
il

settimo

e l'ottavo e

nono

e chiamagli cer-

chietti,

perciocch sono di circuito piccioli a rispello


,

di quegli di sopra

Di grado
1'

in grado, cio discensi

dendo

V uno appresso
,

altro

trovano

come ,
.

tro,

vati hai

quei che lassi , di sopra da noi


,

Tutti

questi tre cerchietti

son pien di

spirti

maladetti

cio dannati

Ma perch poi
cio
11

ti

basti

pur la
essi

vista

vedergli

quando ad

perverremo
,

Intendi come e perche son costretti


gli spirti

maladetti che dentro vi sono


,

/)*

ogni malizia eh' odio in cielo acquista

malizia di due maniere , o malizia mentale


malizia corporale
le noi
:

o qua-

malizia corporale quella

la

generalmente chiamiamo infermith o difetto


'y

di corpo

e questa

pu

essere ancora nelle

cose in-

SOPRA DANTE
sensibili
,

Bg

quando

in esse naturalmente alcun difetil

to

siccome alcuna volta in uno albero,


o con alcuna
la

quale namerita-

sce torto o noderoso,

altra cosa
:

mente biasimevole secondo


lizia d'

sua qualit

o ma-

anima

la

quale propriamente perversit di


:

pensiero e di desiderio che nelle nostre anime sia

questa pessima spezie di malizia

perciocch d' essa

mai
ci

altro

che male non nasce

n pu nascere^ e per-

r autore mostra
,

di fare questa distinzione nelle

sue parole

in

quanto dice d' ogni malizia eh' odio


;

in cielo acquista

intendendo di questa ultima

per,

ciocch

la

prima alcuno odio non acquista in


ella sia in terra in

cielo

quantunque

odio a colui che

la pali-

sce^ e per tanto dice odio,

perch Toperazloni

le quali

seguono della malizia delle nostre menti, sono malvagie


e dispiacciono a Dio,
il

quale dimora in cielo^ e quin,

di perduta la sua grazia


le

meritiamo V

ira sua, la

qua-

perseverando noi nel male adoperare diventa odio,

se in esso

male adoperare senza penterci moiamo


il fine
,

Ingiuria

perciocch quante volte

nstri

maliziosi pensieri
si

si

mettono ad esecuzione, mai non


fare
,

mettono
;
,

se

non per

ingiuria ad alcuna peral-

sona

e ogni fin cotale

cio di fare ingiuria ad


,

cuno

con forza

,
,

o con frode altrui


contrista
,
,

cio colui

che riceve P ingiuria

affligge e noia;
i

mo-

strando in queste parole

due

essere

modi

ne' anali

per

la

malizia della nostra mente

si fa

altrui ingiuria,

cio o violentemente o fraudolentemente,

questo di-

mostrato

ne chiarisce in qual d questi due modi


,

pi

s'

offenda Iddio

dicendo

Ma perche frode

e dell*

uom

proprio male

4
cio che

COMENTO DEL BOCCACCI


in'

esso

si

crea

nasce e dllibera

e in questo

proprio male dell'uomo, Pii spiace a Dio, die non


spiace la forza, la quale non proprio male dell'uomo,

conciosiacosach molte cose esteriori siano


di necessit per dovere potere usar
li

all'
,

uomo
qua-

la
si

forza

le

se

1'

uomo non
:

le si sentir
,

non

metter a do-

verla usare

e per per
la

che

la

fraude spiace pi a Dio


,

che

la forza
,

ragion detta

staji

di sutto Gli
,

fvodolenti
sono di

nell' ottavo e nel

nono cerchio

quali

sotto al settimo, nel quale intende dimostrare


i

esser posti e dannati coloro,

quali per forza fanno in-

giuria ad altrui, e, perciocch essi stanno ne'cerchi pi

n^eron

pili

dolor gli assale, cio sono oppressi


.

da maggior tormenti

detto questo viene alla

pri-

ma

parte della sua distinzione, cio a dimostrare in


si

quanti modi e a quante persone


ingiuria altrui
,

possa fare per forza

e questi

modi
il

e persone dimostra es-

sere trej e cosi dimostra


stinto in tre parti

settimo cerchio esser di.

come

apparir
i

Dice adunque

Di

violenti

cio di coloro
,

quali con forza fanno


tutto
,

altrui ingiuria

il

primo cerchio
,

cio

il

pri-

mo

cen:ho de* tre


,

quali mostra essere sotto quei

sasti

il

quale nel numero de' cerchi dell'inferno


il

settimOi e dice, tutto, perciocch


detto

distingue

come
parti

in tre parti
i

le

quali tutte e tre son piene


tre

di violenti
il

e mostra la ragione perch in


:

distingua dicendo

Ma perch si Ja forza
in s

tre

persone
,

medesime

diverse e separate

come
,

apparir

In

tre gironi distinto e costrutto


.

questo primo cerchio

detto questo

mostra quali

SOPRA DANTE
sleno le tre persone
si
,

4i
o fanno o
il

alle quali

violenti

sforzan di fare ingiuria, dicendo, -^

Dio ,

quale

noi

dobbiamo amare
,

e onorare sopra ogni altra cosa,


1'

e lui solo adorare

e questi

una persona
a

medesimo, cui
pi che alcuna

noi

dobbiamo, appresso
,

a se , Dio, amare
,

altra cosa
il

e questo la seconda per-

sona, al prossimo,

quale noi dobbiamo amare

come

noi medesimi, t vero che in questo prossimo ha


differenza da
lutti gli
si

un prossimo ad un
,

altro
,

perciocch a

uomini
,

di cie
la

che

setta

di

che che naziou


,

siano

secondo
lutti

legge naturale slam prossimi


,

perciocch

da un principio
per
si

cio da' primi pa-

renti pro(jeduti siamo, e

lutti ci

dobbiamo ama-

re

ma
,

a questa generalit

prepone una partlculai

ril

perciocch noi dobbiamo amare pi


altre sette; conciosiacosach noi
,

cristiani

che V

siamo da una

medesima legge
gli
l'

da una medesima dottrina, da quecostretti


.

medesimi sacramenti

insieme, dove daloltre a questa, pare

altre sette noi

slam separati

ancora che questa partlcularit riceva alcuna divisione, In


lui

quanto pare che ciascun debba pi amare coche un altro pi lontano di paren-

che con congiunzione di pi prossimana consangui,

nil congiunto
tela

amare; e

cosi potrebbe seguire,

che quanto alcun


altro,

dee pi strettamente amare un che un

pi gra-

vemente pecchi
violenza
:

se in colui cui
si

pi dee amare fa
presente
:

ma
si

questo
,

rimanga

al

si
,

puapre

ne, cio
pi
la

puote

Far forza ,
,

e detto questo

sua intenzione dicendo, dici in loro, cio nel-

le proprie

persone de' detti tre

ed in lor cose
.

Coin udirai con aperta rasione

4B

COMENTO DEL BOCCACCI


cosi di tre paion
si

divenute
j

sei

quelle cose nelle


,

quali far

pu

violenza
si

e quali queste cose sieno


,

e in che maniera

possa in esse far violenza

distin-

gue e dichiara
dice che
tello
,

cosi,

cominciando dal prossimo, e


,

Morte per forza


,

come
,

uccidere col col-

col veleno
,

col capestro

col fuoco
,

o in
si

altra

maniera

le quali

son morti violente


,

che

possono

nel prossimo dar per forza

e ferule dogliose

Nel

prossimo

si

danno ,

cio nella propria persona del

prossimo: e quinci dimostra quello che violentemente


s'

adopera, o pu adoperare nelle sustanze del prossi-

mo

dicendo

e nel suo avere


,

cio nelle sue posses-

sioni e ricchezze

Buine

come

disfargli le case

incenda, come
lette
Ja

ardergliele ardergli le biade, e toiil

dannose , come
,

rubargli le sue cose

torgli

moglie

la figliuola

il

bestiame e simili sustanze?

e questo dimostrato, pi parlicularmente narrandogli,

dimostra in qual de'

tre gironi tormentati sieno dicen-

do, Odj

cio coloro che odio portano al prossimo,


s'

volendo per questo

intendano coloro in questo me,

desimo luogo
ste violenze

esser dannati
,

quali quantunque que-

non facciano

le

farebbono volentieri se
,

potessono
il

e perch pi non possono


,

hanno

in odio

prossimo

omicida , e ciascun che mal fiere ,


,

dice mal fiere

a distinguere da questi cotali coloro ,


,

quali posti per esecutori della giustizia

giustamente
in-

uccidono e feriscono. Guastatori , come sono


cendiari! e simili corsari
,

uomini

e predon
,

cio rubatori

e tiranni e simigliant
,

tutti

tormenta
,

Lo

giron primo
gli
,

di questo

primo cerchio e tormenta,

per diverse schiere

volendo che per questo

SOPRA DANTE
s'

43
e

Intenda

questi colali
,

peccatori

esser pi

men
.

tormentati

secondoch hanno pi e
l

meno

offeso

siccome apparir

dove tormentati
si

gli

descrive

mostrato della violenza che


e nelle sue cose
fare in s
,

pu

fare nel
1*

prossimo

dimostra quello che


nelle sue cose
,

uom pu

medesimo e
,

e quello che di

ci gli segua

e dice
s

Puote uomo avere in


hanno
gi fatto

man

violenta
,

uccidendosi col coltello o col capestro


,

come molti
j

E e' suoi beni


penta
,

giucando quegli

e per nel secondo Giron, destre predetti, convien,


che senza pr
menti.
si

sostenendo gravissimi tor-

E questo

detto, s

medesimo dichiara con pi

aperto parlar dicendo

Qualunque priva
uccidendosi

se del vostro

mondo ,
,

come

detto ,

Biscazza
la

e fonde

con,

suma

la sua facultade , cio


,

sua ricchezza

per conseguente

E piagne,
,
.

d'aver cosi fatto, l

dove esser dee giocondo


vate

avendole guardate e ser,

come
1*

si

convenia

mostrato della violenza

la

quale
cose
,

uomo pu
si
,

fare in s

medesimo e
,

nelle sue

e quello che di ci gli segua

viene a dimo-

strare

come

possa far violenza a


,

Dio e

alle cose

sue , e dice

Puossi , da violenza

far forza nella

deitade ,

Col cuor negando e bestemmiando quella , come molti o adirati o per mostrar di non temere
,

Iddio

non che

altrui,

fanno
,

appresso

si

pu

far

forza nelle cose di Dio

bontade

spregiando natura e sua cio adoperando contro alle naturali leggi


,

come

assai

bestialmente fanno

E per lo minor

gt-

44
rop
,

GOMENTO DEL BOGCACCI


de' tre predetti
,

ne* quali

il

primo cerchio
,

di-

stinto

suggella Del segno suo

cio de' tormenti

che

in quel sono, e

Soddoma
i

e Caorsa, e vuole V au-

tore per questi

nomi
,

di queste

due

citta

intendere due

spezie d'

uomini

quali offendono o fanno violenza


,

a Dio nelle cose sue


Je quali
1'

cio nella natura


,

e nell'arte

sono sue cose


:

siccome appresso mostrer

autore

e intende per

Soddoma

coloro

quali conlus-

tro alle leggi della natura con sesso

non debito

suriosamente adoperano
usurai
e al
,

e per Caorsa intende gli

quali fanno violenza alle leggi della natura


dell' arte.
1'

buon costume

Ed
si

acciocch pi mani,

festamente appaia

autore intender questo

da sa,

pere che

Soddoma
tutti

secondo

legge nel Genesi

fu

una

citt vicina di Jerico in Soria, la


i

quale fu abbonla

dantissima.di

beni temporali^ per


di

quale ab-

bondanza

cittadini
,

quella in tanta viziosa vita

trascorsone

che u legge divina n umana seguiva,

no

e ogni vizio quantunque detestabile fosse

era a

ciascuno, secondoch piii gli piacea, licito d* esercitare^


tra
gli altri

era in tutti generalmente

il

soddomitlco

per
di

lo quale, e s
5

ancora per

gli altri,

meritaron

ira

Dio

il

quale essendo disposto a volerla insieme

co'ciltadini sovvertere,
il

prima

il

manifest ad Abraam,
a'

quale

il

preg che non volesse fare


le

buoni

soste-

ner pena per

colpe de' malvagi


a'

e promettendo

Iddio di perdonare

malvagi per amor de' buoni, se

alquanti vi se ne trovassono, non sapendo

Abraam

tro,

vare quantit alcuna di quelli che dimandati avea

fu

contento

al

piacer di Dio

per
,

la

qual cosa Iddio

mand due

suoi angeli a Lot

nepofe d*

Abraam

il

SOPRA DANTE
quale abitava in quella
to
la
,

45
quella

ed era buono e onesto e san-

uomo j

e per loro gli


si

comand che
,

di

con

sua famiglia

dovesse partire
.

manifestandogli
i

quello che Dio fare intendeva

Erano
,

due angeli
forma
di

quando

alla

casa di Lot pervennero


,

in

due

speziosissimi giovanetti
ti ,

quali da* Soddomiti vedu-

incontanente corsono alla casa di Lot,


d'

addomari-

dando

aver questi giovani

Lot
gli

il

quale siccome
,

messi del suo Signore ricevuti


lor dare
ria
,

avea

non

gli

volle

ma
,

per sodisfare alP impeto della lor lussu-

e per servare

V onore

de' giovani che a casa gli

eran venuti

volle lor dare

due sue belle


:

figliuole

vergini, le quali in casa avea

ma

essi

non volendole,

e volendo far impelo nella casa, subitamente per divin giudicio tutti divennero ciechi. Lot con la famiglia sua poi usc della citt,
fattogli, e

secondo

il

comandamento

incontanente senti di dietro a s grandissima


,

tempesta
le quali

e orribili tuoni
e'

e folgori cader da cielo',


,

Soddoma
tutte

suoi cittadini

e alcune altre ter-

re le quali in simiglianti vizii peccavano, arsono e

consumaron
bile

lasciando

nondimeno,

in detestaa tutti

memoria
i

di s, questo

infame soprannome

coloro
sa

quali in vizio contra natura peccano, Caorcitt in

una
si

Proenza, ovvero in Tolosana


si

secon-

doch
ra
,

racconta,
In quella

del tutto data al prestare a usu n

che

non

uomo
,

n femmina

vecchio n giovane, n piccolo n grande che a ci

non intenda non che


il

e non che

altri

ma
,

ancora

le serventi*,

lor salario,

ma

se d'altra parte sei

o otto

denari venisser loro alle mani

tantosto gli dipongo^


5

no

e prestano ad alcun

prezzo

per

la

qual cosa

i6

COMENTO DEL BOCCACCI


mas,

tanto questo lor miserabile esercizio divulgato, e

simamente appo noi

che come V
cosi
s'

uom

dice

d' alcu-

no

egli
.

Caorsino
,

intende che egli sia usu-

raio

Seguita poi

E chi spregiando Iddio


perciocch in questo
altro
fa

col cuor favella


,

violenza alla divinit


si

che In

non pu; perciocch andar non

pu

in cielo

a far violenza a
in quel

Dio
,

nella persona

fassi
,

adunque qui

che

si

pu

bestemmiandolo
,

dispettandolo
.

avvilendolo e negandolo

come
.

d sopra detto

La

frode

ond' ogni coscienza


all'

Poich Virgilio ha
i

pienamente mostrato
cerchio
,

autore

gironi del

primo
,

e ancora quegli che in essi son tormentati


la

che sono

prima spezie d' uomini, che a


,

fine di fare

ingiuria usano violenza


la

ed esso diviene a dimostrare


i

seconda spezie

la

quale esso chiama

fraudolenti,

che non con violenza manifesta, come i sopraddetti, ma

con fraude e occultamente


ingiuria dice

s'

ingegnano di fare altrui


sia

adunque , La frode ^ che cosa

frau-

de

si

mostrer appresso nel principio del diciassette,

simo canto

onde ,
,

dalla quale

ogni coscienza
,

morsa ,

cio offesa

Pu V uomo usare
1'

intende qui

l'autore di dimostrare, essere due spezie principali


di fraude
,

delle quali dice^


si

una

essere quella fraui l'

de
si

la

quale

commette contro a coloro


che

quali non

fidano di colui che poi con fraude


l'

inganna

e
i

altra essere quella


si

si

commette contra

coloro,

quali

fidano di colui che poi fraudolentemente

g'

inganna, e perci vuole queste due spezie di frau-

dolenti ne'

due seguenti
^

cerchi,

quali sono
,

due

ul-

timi dell' inferno

e vuole nel superiore

il

quale

SOPRA DANTE
il

47
non
si

secondo de'
i

tre predetti

sien

puniti que' fraudofida

lenti

quali ingannano chi di lor


, il i

nell' inferiore

quale

il

pi profondo
i

dell' infer-

no
re

sien puniti
si
,

fraudolenti

quali ingannano chi


,

di loro
,

fida

e per dice
,

Pu V uomo
,

usa'
si

fraude

in colui
1'

cio contra colui


la

che
,

fi'

da y^

questa

una spezie e

peggiore

puol-

la ancora usare, in quello

che fidanza non imborsa

cio contra clui


lente
.

il

quale non ha fidanza nel fraudodietro, cio d' ingannare chi


cio offenda
, ,

Questo
fida
,

modo di

non

si

par che uccida ,

Pur

lo vinco d'

amor ,
amare

che fa natura

cio quel legame col quale la natura tutti

ci lega e

costrigne a dovere

in
,

quanto

tutti

siamo ani-

mali

d*

una medesima spezie


,

e discesi da un mede-

simo principio

Onde,

cio per la qual cagione, nel

cerchio secondo , de' tre di sopra dimostrati, che


dice che son sotto quei sassi
,

s^

annida ,
il

cio
,

1'

dato per istanza

siccome
,

all'

uccello

nido

Ipocrisia

lusinghe

e chi affattura ,
,

Falsit
Rujffian

ladroneccio e simonia

baratti e simile lordura


si
si

,
,

delle quali tutte partltamente

dir

dove appresso
.

de' tormenti ad es&Q attribuiti

tratta

Per V altro

modo , cio per 1' usar frode in colui che d' altrui si fida queW amor s' oblia , cio si mette in non car lere Che fa natura , del quale poco dinanzi det, ,

to

e, obliasene, quel
,

amore,
,

eli

poi aggiunto,

al naturale

o per amist
,

o per beneficii ricevuti, o


cio delle quali cose, la

per parentado

Di
cria

che
,

fede speziai

si

cio la singularc e iutera con-

48

GOMENTO DEL BOCCACCI


1'

tdenza che

uno uomo prende


:

dell' altro

per sn,

galare amicizia congiuntogli

Onde ,
unii^erso

cio, e perci
,

nel cerchio minore

de' tre

sopra detti
,

Oi^"*

il

punto y
tutto
li

cio

il

centro
,

DelV

pi volte s'

di sopra detto
il

il

centro della terra essere centro di

mondo

cio del cielo ottavo e degli altri cie,

e degli elementi tutti


1'

in su die

Dite siede , foni

data siccome tutte


ti

altre citt e edificii,

fondamen-

delle quali

se
,

con

diritta linea si tireranno al cen-

tro della terra

tutti si
:

troveranno sovra quello essere

fondati o fermati
il

o puossi intendere per lo Lucifero,


i

quale ha quel medesimo nome, secondo


la citta sua, cio Dite,
si
,

poeti,

che

ha

il

quale

come

nella fine del

presente libro

vedr

dimora

si in

sul centro della


in su farsi,
in

terra bilanciato

che

egli
;

non pu n pi
il

n pi
v'

in gi scendere

perciocch

pi

gi non

: adunque secondoch l'autor vuole in questo


,

cerchio ultimo

(Qualunque trade

cio fraudolenlui si fida


,

temente adopera contro a colui che di


eterno consunto
,

in

cio tormentato.

E
i

cos

ha

ottii

mamente

1'

autore distinti e dichiarati

tre

cerchi,
,

quali Virgilio dice essere sotto a quei

sassi

quali

presente a s

gli

dimostra.

Ed

io: maestro.

Qui

comincia
le
1'

la terza

parte del presente canto, nella quaa Virgilio


,

autore
i

muove un dubbio
peccatori
,

domandan,

do perch

che ne' seguenti cerchi sono


Dite
,

sieno puniti dentro alla citt di

che quegli

de' quali di sopra ha parlato

e primieramente con-

cede

assai

bene essere

stato dimostrato
,

da lui quello
,

che detto de'

tre cerchi inferiori


,

dicendo

Ed io

maestro

assai chiaro procede

SOPRA DANTE
La
le il

^9
il

tua ragione

nel diujostrnre
,
,

ed assai ben diqua,

stingue Questo baratro


da quinci in gi
'l
,

cio questo inferno,

similmente distingue bene


t

popol che

possiede
.

cio

peccatori

quali in

esso sou tormentati

Ma dimmi
tati nella

quei de^la palude pingue


,

cio g* iracundi e gli accidiosi

quali son tormen-

palude di Stige
Ja

la

quale cognomina pinil

gue per

sua grossezza del loto e del fastidio


,

quai
',

le \' dentro, e quegli

Che mena
cio
,

il

vento , cio

lussuriosi

che

son di sopra nel


,

secondo cerchio, e
i

quegli

che batte la pioggia

golosi
,

quali

sono di sopra nel terzo cerchio

*, quegli
gli

che s^in

contran con
ghi
,

aspre lingue, cio

avari e' prodi,

quali sono nel quarto cerchio: e dice


s

s^

in*

contran con
to

aspre lingue

cio mordaci, in quan-

dicono V un contro alT


?

altro,

Perche

tieni, e per-

che burli

Perche non dentro della citt roggia


cio rossa per lo fuoco
te
,

il

quale facendola roven-

la fa di

nera divenir rossa,

Son

e^ puniti
,

co-

me
non

son costoro de* quali tu


se

mi

ragioni

se

Dio
7

gli

ha in ira? cio
gli

Dio adirato contro


,

a loro

E se

ha,

in ira

perch sono a tal foggia

? cio

puniti,

me
to
la
,

come di sopra abbiam veduto. Ed egli a Qui comincia la quarta parte del presente canper
egli

nella quale Virgilio mostrandogli la ragione,

quale quello avviene di che


il

domanda

gli sol-

ve

dubbio mossogli

dice adunque,

Ed

egli a me,

supple rispose, alquanto commosso e dicendo; per-

che tanto delira


COM.. DI

DINTE T.

III.

5o

COMENTO DEL BOCG ACCI


,

Disse

lo 'ngegno tuo

da
il

quel

ci

e'
,

suole f pi che non


il

cio perch esce tanto della diritta via

suole

Lira lirae

si

solco

il

quale
,

bifolco

arando mette
deliro delira s

diritto co* suoi


, il
,

buoi

e quinci

\iene

quale tanto viene a dire quanto

uscire del solco

e perci

metaphorice parlando

in

ciascuna cosa uscendo della dirittura ^ della ragione,


si

pu

dire e dicesi delirare


,

e cos qui vuol

Virgilio

dire air autore

tu suogli nejle cose cosi dirittamente

giudicare, questo perch avviene ora che tu


giudichi cosi?
delle

non

E perch
,

questo suole avvenire dall'una


il

due cose

cio

non giudicar dirittamente


d* altro pensiero

delle cose, e per

muoverne dubbio, o per ignoranza


,

o per V aver V animo impedito


per segue
,

Ovver

la

mente, Ina, dove altrove


,

mira
esso

? e questo dettogli

gli

ricorda quello di che


noi?

si

dovea ricordare, ed essendosene ricordato,


il

avrebbe mosso

dubbio

e dice

Non
Con
elica
sofia

ti

rimembra di quelle parole ,


,

quai la tua etica pertratta un libro il quale Aristotile compose


le

in

tlo.

morale,
,

il

quale Virgilio dice qui all'autore


fosse
,

esser suo

non perch suo

come

detto

ii

familiarisper darne a vedere che questo libro fosse Simo air autore , e ottimamente da lui inteso ; e trat-

disposizioni, e ta Aristotile in pi luoghi di queste tre

massimamente nel settimo e quinci segue Le tre disposizion , d* uomini che il del non mole , cio
:
, ,

recusa, siccome reprobi e malvagi, e quinci dimostra

quali quelle disposizioni sieno dicendo, Incontinenza,

questa

Tuna per

la

qual noi dagli appetiti naturali

SOPRA DANTE
inchinati e provocati
,

5i
,

non polendo contenerci

pec

chiamo

e offendiamo Iddio,
il

malizia, questa l'ahra

disposizione la quale

ciel

non vuole
,

e questa

noQ
d' a-

procede da operazion naturale

ma
alle

da iniquit
virili
,

nimo
sta

ed dirittamente contro

secondoin que-

che Aristotile mostra nel

sesto dell'etica:

ma

opera intende V autore questa

malizia esser gra,

vissimo vizio e opposto alla boni divina


appresso apparir
,

come
que^

e la matta Bestialitade f e que-

sta la terza disposizione

che

*1

ciel

non vuole

sto ad ietti vo

m.atta
,

pose qui V autore pi in servin' avesse


si

gio della rima


stialit,

che per bisogno che

la

be-

perciocch bestialit e mattezza

posson

dire essere una


bestialit

medesima cosa

adunque questa

similmente vizio

deli'

anima opposto

se-

condoch piace ad
divina sapienza
di tenere
zia
, , ,

Aristotile nel settimo dell'elica, alla

il

quale, secondoch l'autor mostra


di

non ha tanto

gravezza quanto la mali:

siccome nelle cose seguenti apparir

come
le

incontinenza

Men Dio

offende

che non fanno

due predette
i

e pi biasimo accatta ? negli uomini,

quali
,

il

pi giudicano delle cose esteriori e appale

renti

perciocch

intrinseche e nascose sono loro

occulte, e per questo non le posson cosi biasimare e

dannare

e
,

peccati

quali noi

commettiamo per
serrati

in-

continenza

son quasi

tutti negli

occhi degli uomini,


nelle

dove

gli altri

due
li

il

pi stanno
,

ment

di coloro che

commettono

quantunque poi pure

appaiono^ e sono oltre a ci pi rade volle commessi,

che quegli degli appetiti carnali

quali continua-

mente ne

infestano

5a
Se tu

COMEN TO DEL BOGCAGGI


riguardi ben questa sentenza
incontenenza offenda
,

cio elle la

meno

Iddio cho

altre

due
quelli
,

E rechiti alla mente chi son


Che su di fuor ,
nitenza
,

della citt di Dite

sostengon

pe-r

per

le

colpe commesse
,

Tu

vedrai ben perch da questi felli


,

cio malvagi

Sien dipartiti

perciocch tu conor
ti

scerai questi cotali de' quali io

dico

che di fuor
,

di Dite son puniti

tutti esser
,

peccatori

quali han-

no peccato per incoatinenza


(^

e perch

men cruo

data

La

divina giustizia
e dice

li

martelli

cio tormenti

parlare

il

men ; costume umano

crucciata
il

imitando nel

quale quanto pi di
il

cruccio porta \erso alcuno


batte.

tanto pi crudelmente
la

O sol

che sani* Qui comincia

quinta

par-

te d questo

canto, nella quale l'autor


,

muove un

dubbio a Virgilio

prima
,

catta la

benlvolenza sua

con una piacevole laude

la

quale

gli
,

da dicendo

O
sono

sol che sani ogni luce turbata


le nostre luci
,

alcuna volta turbate dalle tenebre

notturne

perciocch stanti quelle alcuna cosa veder


:

non possiamo

sono oltre a questo turbate da' vapor


terra
,

grossi surgenti dalla

quali impediscono

il

riguardo di quello
tano
:

e non lasciano andar molto lon,

sono ancora impedite e turbate dalle nebbie


il

da
ga
,

simili cose, le quali tutte

sole

rimuove e pursua luce

perci col suo salire nel nostro emlsperlo esso


la

caccia le tenebre notturne^ e cosi pare per


essere agli occhi nostri restituito
il

beneGcio del ve-

SOPRA DANTE
dre
,

53
:

il

quale turbato avea

la

notturna tenebre

poi

co' suoi raggi esso ogni vapore e ogni nebbia risol-

ve

e con questo ne sta

il

cielo espedito a potere in

ciascuna parte liberamente guardare, quanto alla virili

visiva possibile

e cosi pare aver sanata

cio

nella sua propria virt rivocata ogni luce turbata da al-

cuno
per

de' predetti accidenti


,

cosi

adunque, metapho"
,

rce parlando

dice

1'

autore a Virgilio

intendendo

la chiarit delle

sue dimostrazioni
il

cessarsi della

mente sua ogni dubbio,


se
la

quale offuscasse o impedis,

luce dell' intelletto

e per segue

Tu mi
me

contenti

s ,

quando

tu solvi
,

cio apri e dimostri la ragion delle cose

le

quali a

occulte

mi son cagion

di dubitare,

Che non men che 7


per udir
le

saver, dubbiar

m' aggrata,

tue chiare dimostrazioni:

ancora un poco
Dissalo, e questo

indietro
fa'

ti

rivolvi ,

acciocch tu

mi

dichiari, l
;

dove
la

di* eh* usura

off^ende
,

La divina bontade
quivi dove dice
e

qual cosa ha detta di sopra


,

Del segno suo


e
1'

e
,

Soddoma
cio
il

Caorsa
il

H groppo

svolvi
,

dubbio

quale mostrava

autor d' avere

in

quanto non discernea perch


la

1'

usuraio offendesse
,

natura e

1*

arte

le
.

quali son

come dimostrato di sopra Filosofia mi disse Qui comincia la sesta parte del presente canto nella quale 1' autore mostra come da Virgicose di Dio
. , ,

lio gli sia soluto

il

dubbio mosso dicendo: Filosofia,


,

mi
te

disse , Virgilio
,

a
in

chi la 'ntende

Nota ,
,

cio

dimostra
,

non pure

una sola parte ma

in

mol-

Come

natura, qui da sapere che, secondo pia*

54
ce
a* cavi
,

COMENTO DEL BOCCACCI


,

egli

natura n atura ns ^ e questa Ide questa


,

dio
tore

il
,

quale d' ogni cosa stalo creatore e produt,

ed natura naturata
,

T operazlon
per la quale

de' cieli

potenziata e creata da Dio


si

ci che quaggi

produce nasce j e
,

di questa secon-

da intende qui
naturata
,

l'

autore

dicendo che questa natura


intellet'

lo suo corso

prende Dal dwino


,

to

in

quanto pi non adopera

se

non quanto cono-

sce essere della intenzion di Dio; e perciocch essa

prende quindi

il

suo movimento all'operare, cosi


,

ancora da quello, in quanto puote


dell'

prende

la

forma

operare

per
del
,

la

qual cosa V autor dice, e


intelletto

da sua
;

arte:

arte

divino

il

producere
e
;

ogni cosa perfetta

e a certo

e determinato fine
la

in questo s'ingegna

quanto pu

natura d'imitarla

e fallo secondo

la

disposizione della materia suggetta,

la quale, percioc<?h finita,

non pu

ricevere intera
la

perfezione

come

riceve

la

materia sopra

quaje

s'esercita la divina arte, che se ricevere la potesse la

natura naturata, producerebbe cosi


petui
y

nostri corpi per1'

come

1'

arte divina

produce

anime

nondia cer-

meno

essa ogni cosa la quale produce,


;

produce

to e determinato fine

ma non
,

questo fine della

qualit,

che

il

fine al
la

quale Iddio produce le cose


perciocch
il

le quali esso fa

con

sua arte
cose
la
,

fine

al

quale Iddio produce


ad essere eterne
;

le

le quali esso
le

compone,
al

ma

natura

produce
cosi

fine

di dovere alcuna volta venir

meno,

come
lei

veggia^
:

mo

che fanno
l'

tutte le cose prodotte

da

segue

dunque

autore

fi se tu ben la tua fisica note

, ,

SOPRA DANTE
cio riguardi e tieni a

55
,

mente

e dice
,

la tua fisica

,
,

come
non
sica

di sopra

fece dell' etica

perciocch Aristotile
il

l'autore, fu quegli che


,

compose

libro della

fi-

Tu
y

troverrai
,

esser

dimostrato,

molte carte
vostra

nel secondo libro di quella,

non dopo Che l'arte


in

cio quella che


la

appo voi mortali s'esercita,


^

quella, cio

natura, quanto puote Segue


le forze
il

quanto, secondoch ne bastano


e'

dell'ingegno,

ingegnamo

nelle cose

nelle quali

naturale esem-

plo ricevono, fare ogni cosa simile

alla natura; inten-

dendo per questo che


effetti

esse

abbiano quegli

medesimi
,

che hanno

le

cose prodotte dalla natura


in

e se

non quegli, almeno

quanto

si

pu

simili a quegli

siccome noi possiam vedere


canici
s
,

in alquanti esercizii
la figura

mecda

sforzasi

il

dipintore che

dipinta

la

quale non altro che un poco di colore con


,

certo artificio posto sopra una tavola


in quello atto eh' egli la fa
a

sa
la

tanto siaiile
la

quella

quale

na-

tura ha prodotta
si

e che naturalmente in quello atto


gli
,

dispone

che essa possa

occhi de' riguardanti

in parte o in tutto
ella sia quello

ingannare
ella
il

facendo

di s

credere

che

che
:

non ; similmente colui


,

che far una statua

calzolaio
,

quanto

pili

con-

forme

far la scarpetta al piede

miglior maestro

reputato; intendendo sempre in questo, che medianll

questi esercizii, e le forze degl'ingegni, seguiti quel

frutto all'artefice, che a noi seguita dell* operazioa


della natura
,

la

quale in ogni sua operazione per


istru menti a ci alti
1*

al-

cuni mezzi
tuosa
;

siccome per

frut-

e perci aggiugne
,

autore le parole seguenti


la

dicendo

1*

arte nostra

seguire

natura

come

il

5tf

COMENTO DEL BOGGAGGI


il

maestro fa
maestro
;

discente , cio

come
,

Io

scolare fa

il

perch dice Virgilio

S che vosir' arte a Dio quasi e nepote ,


cio figliuola della figliuola
figliuola di
,

perciocch la natura
,

Dio

in q\ianto

sua creatura
,

e l'arte nosforza di
;

stra figliuola della natura

in

quanto
il

si

somigliarla

come

il

figliuolo somiglia

padre

ma
per-

dice quasi, e questo dice, perocch propriamente dir

non

si

pu

la nostra arte esser

nepote di Dio

ciocch conviene che


a' suoi predecessori
si
,

la

successione sia simigliante

il

che della nostra arte dir non


molte cose

pu, in quanto

ella in

difettiva

dove
,

Iddio in tutte perfettissimo

questo detto

per

esemplo dimostra
detto dicendo
arte
,
,

cosi

dovere essere come di sopra ha

Da
il

queste

due ,

cio da natura e
,

da

se tu

ti

rechi

bro
del

il

quale
,

a mente Lo Genesi quello liprimo della Bibbia dal principio,


,

mondo

conKfiene,

all'

umana

generazione, Preu'

der sua
ciocch
di terra re
,

{^ita, dall'

un

di questi, cio dall* arte; per,

Adam,
,

secondo alcuni vogliono

fu lavorator

e cosi Caino suo figliuolo, e Abel fu pasto-

e per doversi poter neli' opportunit sostentare ^


arti
;

preson queste
stiame
,

e cosi mediante la terra e

il

beil

della fatica e dello ingegno loro traevano


si

frutto del quale

sostentavano,

ed avanzar la gen-

te

prendendo questa parte


le

dalla natura, la quale

mediante
Diine
cosi
,

congunzion de' maschi e delle femgli

produce

animali secondo

la loro spezie la

ad

Adam

e ad
,

Eva convenne per

lor congiun-

zione avanzare
te
.

cio producere e multiplicar la gen,

Ma perch /' usuriere

chiamasi usuriere

per-

SOPRA DANTE
doccile vende
tura
1*

57
de' danari

uso della cosa


,

la

quale di sua na,

non pu

fare alcun frutto


,

cio

al'

tra via tiene

in

quanto

fa
,

quello che detto , cio


i

che

denari faccian frutto

quali di sua natura in


,

alcuno atto far non possono


via che

e perci tiene
,

ahra

non

fa la

natura o
,

1^

arte
,

appare

assai

ma,

nifestamente che esso

Per

se

cio dall' una parte


,

natura

supple dispregia e ha a vile


,

e per la
arte la

cio

dall' altra parte


,

sua seguace
,

cio

1'

quale
,

come

di sopra mostrato
,

seguace della natura

Dispregia

e cosi offende le cose di


,

Domeneddio

poich in altro pon la spene

cio in altra spezie

d'avanzare e d'accumulare danari.

Ma

seguimi

oramai

Qui comincia
,

la

settima e ultima parte del


1'

presente canto

nella quale

autore descrive per due


del di
Isa
il
.

dimostrazioni

1'

ora del

tempo o

Dice adun-

que
gli
,

Viri^ilio

poich dichiarato
,

dubbio ujosso,

Ma

seguimi oramai
che

quasi voglia dire

assai
,

abbiam

parlato sopra la materia del tuo dubbio


,

ag-

guguendo ancora
piacergli
stra
1'

gir

mi piace
,

e soggiugne

andare per

1'

ora che era

la
,

qual dimoqual descri-

primieramente dal luogo del sole

il

ve esser propinquo air orizzonte orientale del nostro

emisperio

e cosi essere in sul


,

fai-si

e dimostralo
,

per questa descrizione

Che

pesci guizzan

cio

quel segno del cielo

il

quale noi chiamiamo pesci

Ad

evidenza della qual descrizione da sapere che


i

tra gli altri cerchi,

quali gli antichi filosoG

imma-

ginarono
lo
,

e per esperienza compresero essere in cieil

n'

uno

quale

si

chiama zodiaco; ed detto


,

xodiaco da zoas, quod est vita

in

quanto da' pia-

&8
net!
,

COMENTO DEL B0GC4CCT


i

quali di quel cerchio movendosi non escono


vita tutte le cose mortali
al diritto del cielo
;

prendon
chio
,

ed questo cer-

non
si

ma

alla schisa, in
il

quanquale

to egli

leva dal cerchio chiamato equante,


il

divide egualmente

cielo in

due

parti verso

il

polo ar-

tico ventitr gradi e

un minuto, e
il

altrettanto dalla parte

opposita declina verso

polo antartico; e questo cerdodici parti eguali


,

chio divisero

gli

antichi in

le

quali chiamaron segni^ perciocch in

essi spazii figu-

rarono con

la

immaginazione

certi segni o figure,

con-

tenuti e distinti da certe stelle da lor conosciute^in

quel luogo
quegli

e quegli nominarono e conformarono a


quali pi inchinevole quella parte
5

effetti, a'

del cielo a producere qua gi tra noi cognobbono


il
il

primiero nominarono ariete, e


terzo gemini
il
,

il

secondo tauro

e cosi susseguentemente infino al do-

dicesimo,

quale nominaron pesci


contrario del
,

il

vero che
del

essi

gli descrissero al

movimento

cielo

ottavo

e questo fecero
tutti gli altri

perciocch
insien)e
,

tavo con

cieli

come il cielo otsi muove natu,

ralmente da levante a ponente


l'

cosi quegli segni

o
;

ordine di quegli procede da ponente a levante


,

perciocch per esso cerchio


gni seno descritti
neti
,
,

nel quale

predetti sesette
i

fanno lor corso

tutti e

pia;

e naturalmente vanno da ponente a levante

per

la

qual cosa segue


,

che essendo

il

sole nel segno

d' ariete

e surgendo dall' emisperio inferiore al su-

periore

si
1'
i

lever

prima
:

di lui

il

segno de' pesci

e in

esso sar

aurora
pesci
1'
,

e cos vuol qui

V autore dimo,

strare per

quali dice che guizzano


,

cio

^urgono su per

orizzonte orientale

dimostrare la

SOPRA DANTE
prossima elevazion del sole
si
,

09
il

e cosi essere in su

farba-^

di:

ma

perciocch questa dimostrazione non


,

stava a dimostrare questo tanto pienamente

e la rasta-

gione
to in su

perch

il

segno de' pesci potrebbe essere

orizzonte occidentale, e cosi dimostrerebbe


far notte
,
,

esser \icino di doversi


la

aggiugne

1'

autore
il

seconda dimostrazione
,

la

quale stante non pu


1'

segno de' pesci


altro
,

essendo in su
sole esser

orizzonte, dimostrare

se
'J

non

il

propinquo a doversi levare


i

sopra

nostro emisperioj e avendo detto


l'

pesci guiz

zan

su per
1'

orizzonta

cio su per quel cerchio


dall' altro

che divide

uno emisperio
,

il

quale

si

chiama orizzonte
possiamo

che tanto vuol dire quanto


,

finito-

re del nostro vedere


,

perciocch pi oltre vedere noa

dice
il

E 'l
ad

cafro tutto sovra

coro giace

intelletto della
il

qual dimostrazione da sapere,


sia altro

che comech
spirito
,

vento non

che un semplice
fredde
tanti

creato d' esalazioni della terra e da


esistenti nell' aere
,

nuvole

egli

ha nondimeno
si

nomi
esser

quante sono
,

le regioni dalle quali

conosce
il

mosso

e quinci

molti per molti

nomi

no-

minarono:
vicanti
,

ma

ultimamente pare per

l'autorit de'na-

quali pi con essi esercitano la loro arte,

essere rimasi in otto


venti, de'quali
il

nomi

e cosi dicono essere otto


settentrione

primo chiamano

o vero

tramontana
spira verso

perciocch da quella plaga del

mondo

il

mezzod
,

il

seguente chiamano vulturno


'1

o vero greco
il

il

quale tra

settentrione e levante:
,

terzo

chiamano euro o levante


:

perciocch di le-

vante spira verso ponente

il

quarto chiamano euro

6o
zod

GOMENTO DEL
,

BOCCACCI
tra levante e

austro o vero scilocco


:

il

quale

mez-

il

quinio chiamano austro o vero mezzod


soffia

perciocch dal mezzod


sesto
tra
*1

verso tramontana:
,

il

chiamano
mezzod
e

libeccio o vero gherbino


'1

il

quale

ponente

il

settimo chiamano zef-

firo

o vero ponente, perciocch di ver ponente spira

verso levante: l'ottavo chiamano coro o vero maestro


,

il

quale

tra

ponente e tramontana
il

e chiamasi

coro perciocch compie


essere in
lo
il

cerchio,

il

quale viene ad

modo

di coro

cio di quella spezie di bal^

quale chiamato corea

adunque dice
,

1'

auto-

re

sopra questo coro giacere allora


il

cio esser tutto

riversato

carro; la qual cosa


di
,

mai

in quella stagione,

cio del

mese

marzo, ad alcuna ora avvenir non


se

pu n avviene
versi levare
^

non quando

il

sole vicino a do-

e cos questa dimostrazione ne fa aver


pri-

certa fede di quello che intenda l'autore per la

miera
sai

ed questo carro un ordine di


,

sette stelle as-

chinre e belle

le

quali

si

giran col cielo,

non

guari lontane alla tramontana; e perci sono chiamate

carro
ta
,

perch

le

quattro son poste in figura quadra

modo che

un carro

e le tre son

poi distese
:

nella guisa che

il

timone del carro fuori del carro

e sono queste sette stelle poste nella figura d' uno ani-

male

il

quale

gli

antichi tra pi altri figurarono,


.

immaginando
re
,

essere in cielo

chiamato Orsa maggio,

a differenza d' un^ altra Orsa


,

la
5

quale

ivi

prodella
tra*

pinqua

e chiamasi Orsa minore


stella

nella coda

quale quella

la

qual
gli

noi

chiamiamo

montana.
itioni

poich Virgilio

ha per queste descri,

mostrato che egli vicino al di

donde noi p*

SOPRA DANTE
Siam comprendere
gi
',

6i
mosse

V autore
nel

essere stato in inferno


si

presso di dodici ore


far

perciocch egli

in

sul

della notte

come
per
la

principio del
gli

secondo
soggiugne
gli pia-

canto del presente libro appare^ ed egli


un'altra cagione
,

quale Tandare ornai


,

ce

dicendo
f
,

E 7 balzo
,

di questa ripa
,

^ia l

oU

tre
sto

lontan di qui

si

dismonta
pi
,

volendo per que-

che non

sia

da

star

poich molta via resta

ad andare

In questo canto non cosa alcuna che oascuadu


allegoria

CAPITOLO DODICESIMO
Era
lo loco
,

ove a scender la riva ec.

lontinuasi

il

presente canto

al

precedente assai

evidentemente

perciocch avendogli mostrato Vi|>


disposizione dell^ inferno
il
,

gilio davanti la universal

e sollecitandolo a continuare
gli
il

cammino^

e mostrato-

balzo lontano a loro smontarsi, qui ne dimostra


a quello

come
il

luogo pervenuti

qual fosse

la

qualit

del luogo per lo quale a scendere aveano:

e dividesi

presente canto in
,

sei parli: nella

prima, come detto

dimostra
,

la qualit del

luogo per lo quale aveano


:

a scendere

e cui sopra quello trovassero


,

nella se*

conda pone come scendessero

e alcuna cosa che di

ciucila scesa gli ragiona "Virgilio: nella terza descrive

&k come
come
che gente

COMENTO DEL BOCCACCI


Virgilio gli mostrasse

un fiume
:

di sangue

e
,

d' intorno v' andasse

nella quarta mostra

Virgilio parlasse a' Centauri


,

che

'1

fiume
;

cp-

cuivano

e fossenegli

un conceduto per guida


il

nella

quinta dice,

come seguendo

Centauro
e

esso
:

dimonella

slrasse loro le
sesta e ultima,

pene de' tiranni

de' ruba tori

come avendo

il

Centauro passato l'au,

tore dall' altra parte del fiume


tro
:

se
:

ne tornasse indie-

la

seconda comincia quivi


quivi
:

Cos

prendemmo
:

via:
quivi

la terza
:

Ma ficca
:

gli occhi

la
:

quarta

fedendoci calar
:

la

quinta quivi

Noi

ci

mo^*emmo

la sesta e
,

ultima qui; Poi si rivolse

Dice adunque
cos ordinare
:

Era lo loco : ove la lettera si vuole Lo loco ove venimmo a scender la


,

riva
ripa

,
j

era alpestro

dice la riva intendendo per la

e questo dico perciocch molti fanno distinzio^

ne

tra riva e ripa


gli

chiamando
o ancora
alto
:

riva quella del fiume,

e ripa

argini

che sopra
,

le fosse si

fanno

o din,

torno alle castella


i

In luoghi
si

declivi
al pii

per
bas-

quali d' alcun luogo

scende

so,

come

era in questo luogo


,

e dice questo luogo es-

sere alpestro
via
,

cio senza alcuno ordinato sentiero o


il

siccome noi

pi veggiamo
:

trarupi dell' al,

pi e de' luoghi salvatichi

e oltre a ci dice

che

tal

per quel
,

eh' ivi er^

anco

cio per lo

Minos

tauro

che in quel luogo giacca come appresso


,

dimostra

Che ogni
.

vista

ne sarebbe schiva ,
la

do-

verlo riguardare

per pi aprirne
,

qualit del

luogo

mi
,

dimostra per un esemplo

e dice che egli


'

era tale

QaaV

quella ruina

che nel fianco

SOPRA DANTE
Di
l

6i
,

da Trento V ridice percosse


,

questa una ruina

la

quale
,

si

trova

andando da
1'

Trento
dice
,

citta di

Lombardia

verso Tiralli su per

la

quale dalla sommit d' un monte discende

tutta in su la riva dell'

Adice

e la cagione di questa
1'

ruina del monte pare essere stata

una

delle tre cose,

o r

essere stato
,

il

monte percosso

nel lato dall'impeto

del fiume

il

quale scendendo dalle montagne prone"*

pinque, viene

tempi delle piove con velocissimo


,

e impetuoso corso

e cosi percotendo
,

il

monte,

il

quale non di molto tenace terreno

il

fece

minare

come
te

si

vede; o veramente cadde parte del detto mon,

per alcun tremuoto che fu nella contrada

come

assai

ne caggion per lo
di sostegno
.

mondo

o cadde per mancaterra caverno,

mento
sa
,

in assai parti la

e in queste caverne quasi

sempre acqua

la

quale evaporando, e umettando


le

le parti

superiori del^

caverne

sempre

le

rodono e iu'lebollscono

per-

ch avvien talvolta che premute molto dal peso superiore


,

non potendolo pi

sostenere, cascano, e cosi


:

casca auel che di sopra v' era

e quinci talvolta pro-

cedono

le

voragini, le quali

abbiamo
pone

udite o lette es-

sere in alcun luogo avvenute: e


tor detto
,

avendo adunque Tau1'

V Adice percosse
,

altre
,

due

ca-

gioni per le quali pot avvenire dicendo

O per tremuoto

11

o per sestegno

manco :
,

tremuoto causato da aere rinchiuso nel ventre


,

della terra

il

quale essendo molto

e volendo uscir

del luogo nel quale racchiuso, con tanta forza alcu-

na volta
i^erna
,

si

muove

dall'

una parte

all' altra

della ca-

che

egli fa tutte le parti circunstanti tremare;

64
cadere

COMENTO DEL BOCCACCI


il

ed talvolta

tremito di tanta potenza


e le citt
,

che

egli

fa
.

gli edificii

alle quali egli

vicino

Seguita poi l'autore


chiara
la qualit del

a farne

quel che intende, cio


e dice
,

luogo

Che da cima
si

cio dalla

sommit

del monte onde

mosse, quel-

la ruina della qual parla,

^l piano

la roccia discoscesa
al
il

li*

alcuna via darebbe ,

venir giuso

al

piano

chi su fosse, cio sopra

monte, Coiai di quei


si

burraio, Burrati spesse volte


sti

chiaman

fra noi

que-

trarupi de' luoghi alpigini e salvatichi)


,

e perci

dice che di quel burraio

cio

trarupo dove venuti

erano

era la scesa

cotale qual del


,

monte
,

traru-

pato che dimostrato ha

'n su la
,
,

punta

cio

in

su

la

sommit

della rotta lacca

cio ripa

U infanda di Creti era distesa


cio
il

Minotauro,

la

cui concezione fu
^

fuori de'ter
di Creti
,

mini naturali e abominevoli

che

all' isola

nella quale esso fu secondo le fivole generato

ne se-

gu perpetua infamia

Che fu concetta
,

questa in-

famia di Creti
ca di legno

nella falsa vacca

cio in una vac-

da sapere
libro
,

come appresso dimostrer. adunque come di sopra nel quinto canto di questo
si

dove

tratta di
e;Ii

Minos

detto, che volendo

Minos andare sopra


d'

Ateniesi a vendicare la
,

morte

Androgeo suo
che

figliuolo

il

quale

essi

Megaresi

aveano per invidia ucciso, domand a Giove suo padre


,

gli

piacesse mandargli alcuno animale


,

il

quale, siccome degna vittima

a lui sacrificasse nella


gli

sua andata

al cui

prego Giove
il

mand un

loro
i^

bianchissimo e bello;

qual toro piacque tanto

SOPRA DANTE
Mlnos che
ne
esso

65

non V uccise

ma
:

guardollo per aver-

allievi tra gli arineutl suoi


,

di

che segu che VeSole


,

nere

la

quale odiava tutta

la schiatta del

per-

ciocch da ^ui era stato manifestato a Vulcano suo

marito e
slava con

?gli altri

iddii

1'

adulterio nel quale ella


,

Marte; fece che Pasife


s'

moglie di Minos e

figliuola del Sole,

innamor
che

di questo toro cosi belil

lo

e andato

Minos ad Alene, preg Dedalo,

quale

era ingeguosissimo

uomo

le trovasse

modo per
5

Jo quale essa potesse giacere

con questo loro

per la

qual cosa Dedalo fece una vacca di legno vota dentro


,

e fatta uccidere una vacca

la

quale parca che


to-

oltre

ad ogn*

altra dell'

armento piacesse a questo


ne coperse
,

ro, e presa la pelle di quella,

la

vacca del

legno

e fece Pasife entrarvi entro


11

e stare in guisa

che estimando
lui
,

toro questa esser la vacca

amata da
quale
,

si

congiunse con Pasife; del qual congiugnimento


si

dicono

cre

e poi
e

nacque una creatura


Il

la

era mezza

uomo

mezza toro;
,

quale cresciuto

divenuto ferocissimo animale


za
,

e di maravigliosa for-

dicono che Minos

il

fece rinchiudere In
,

una pria
lui

gione chiamata labernto


tutti

e in quella

mandava

coloro

quali voleva far crudelmente morire

e questo Minotauro gli uccideva e divorava.

Ed

es-

sendovi

siccome in sorte toccato

gli era
,

venuto Te-

seo figliuolo d'

Egeo

re d'

Atene

e quivi dimorato

alcun di

e in quegli Adriana figliuola di


,

Minos e di

Pasife innamoratasi di lui

e avendo avuta la sua

dimestichezza
lui
,

e per questo avendo compassion di

gP Insegn come dovesse fare quando glugnesse


Minotauro
UJIJITE
,

a questo

come

dietro ad

uno spago
5

se

COM. DI

T.

III.

66

COMEIWO DEL BOCCACCI


,

ne tornasse fuori della prigione


fece; e giunto al Minotauro,
aperta gli
di

la

qua) cosa Teseo


la

il

quale con
gola

gola

si

fece incontro

gli gitt in
,

una palla
il

certa composizione viscosa


a

la
,

quale mentre

Mi-

notauro attendeva

divorare

Teseo datogli

bastone sopra la testa e uccisolo,

un secondo P ammaed'

stramento datogli da Adriana


portato avea tornandosene
to, con Adriana e con
te partitosi di Cret, se
,

dietro allo spago che

e cos uscito del laberinsorella,

Fedra sua

occultamene

ne torn ad Atene: e cosi pre


si
y

deit questa

favola

pi lievemente comprender
il

pu

il

testo

che segue,
,

qual dice,
,

quando

quel Minotauro

\>de

noi
si

che venivamo

^ stesso

morse
Jacca

Siccome quei ,
cio

morde, cui

ira dentro
,

quale lasciato
sce
:

rompe e divide dalla ragione dalla in s medesimo bestialmente incrudeliqual


sia
la

ed qui per questo bestiale animale primiera


,

mente da comprendere
catori
Ja

quallih de* pecsi

che nel cerchio dove discendono


manifestamente
1'

punisca

quale assai

si

pu comprendere
al
si

essere bestiale, polche per

animai preposto
la
.

luo-

go convenientemente
gli atti
,

si

per

genera/ione e

per

la bestialit si
,

descrive

Appresso da com-

prendere

quello nella entrata di questo cerchio setall'

timo opporsi

autore

che negli

altri

cerchi supe,

riori dimostrato

continuamente opporsi
atti

cio alcun
si

demonio

il 1*

quale o con
autore
,

o con parole

sforzi d

spaventar

e di ritrarlo per paura dal suo

buon proponimento;
della ragione

dal qual senza dubbio pi voli

te sarebbe stato rimosso, se

buon

conforti e

1*

aiuto

non

l'avesse

nella persona di Virgilio^

, ,

SOPRA DANTE
alutato. Seguila
alla rabbia
,

67
Virgilio incoDtrt

adunque quel che

la

quale questa
,

fiera bestia

mordendosi

a reprimere quella dicesse


passare
gilio
,

acciocch spazio desse di


:

all'

autore

e per dice
,

Lo

savio mio^ Viril

in ver lui grid

cio parl forte verso

Mi-

notauro rybr^e

Tu

credi

che qui sia

'l

duca d' Atene ,


ti

cio Teseo

Che su nel mondo come nella fine della


ne
:

la morte

porse ?
si

favola detta di sopra

contie-

Partiti, bestia
il

del luogo dove tu se' per im-

pedire

passo a costui che

mi segue , che questi ,

il

qual tu vedi meco,

non viene

Ammaestrato dalla tua sorella , cio Adriana come venne Teseo il qual t' uccise Ma vassi , come piacer di Dio, per veder le vo,

stre

pene ,

di te e degli altri
1*

queste parole. dette

ne mostra
che
il

autore per una comparazione quello


allora
,

Minotauro

rabbiosamente facesse, e dice,


si

QuaV

quel toro

che

slaccia

cio sviluppa e
il

scioglie da*

legami postigli da coloro che uccidere


1'

vogliono, o che ferito

hanno

in quella
,

ora

C ha ricevuto gi
Che
gir
datagli intronato
il

'l

colpo mortale

non sa , perciocch avendo


cerebro
,

dalla percossa

e perduta la ragione del-

le virt sensitive, ed eziandio perduto l'ordine dell'appetito


,

il

quale a niun determinato fine ora

il

sa

me-

nare

e perci

non va
il

ma

qua e l

saltella

come

l'impeto del dolore

sospigne^

Vid' io

il

Minotauro far cotale,


si

cio senza saper che

fare

o dove andare

andar

68
saltando

COMENTO DEL BOCCACCI e furiando E quegli, cio Virgilio,


:
,

ac^

corto

grid

cio avvedutamente
si

mi
,

disse: corri

al

varco

donde vedi

pu discendere
:

il

qual qua

sta bestia

poco avanti occupava


'n furia
,

Mentre cK
pi
difficile

buon , che tu

ti

cale,
,

quasi voglia dire, quando in furia non fosse


il

sarebbe

poter discendere^ e in ci n'ammaestra,


l'ira*

alcuno altro consiglio non esser migliore, quando

cundo
che
il

in tanta
partirsi e

ira

s"*

acceso

che furioso divenuto,


.

lasciarlo stare

Cos

prendemmo
,

Qui comincia
nella quale
si

la

seconda parte del presente canto

dimostra

come
gli

discendessero

e alcuna
:

cosa che di quella scesa

ragiona Virgilio
via
,
,

dice

adunque
le quali

Cos
,

prendemmo
giii

essendo

il

Mino^

lauro in furia

per lo scarco

D
si

quelle pietre,

erano dalla sommit di quello scoglio cadute,


le cose

come caggono
Sotto
i

che

talvolta

scaricano

cIiq

spesso moviensi

mie' piedi per lo nuovo carco y

cio per

me

il

quale andando le caricava e preme-

va

perciocch era

uomo

il

che far non

soglio^

no

gli spiriti; e

per dice nuovo carco, perch non

era usato per quel


la

cammino

d'

andare persona viva

qual

quelle pietre col carco della sua persona

premesse. Io gi pensando: qui mostra Virgilio


d'aver conosciuto
il

pensier dell'autore per avviso,


n' avesse
,

non

gik

che
:

altra certezza

e per dice

que' disse

tu pensi
eli

Forse a questa ruina ,

guardata

Da queW ira
Come
sia

bestini

eh* io ora spensi


,

potuta avvenire

avendo riguardo

al

luogo

SOPRA DANTE
nel quale tu
terazioni
terra
:
,

69
esser quelle al-

non estimi dover potere

le quali

sono vicine alla superficie della


,

e oltre a ci

perciocch dice da quella ira

bestiale,

potrebbe alcun dire, se quello Minotauro era


,

iracundo

non pare cbe V autore


,

il

dovesse in questo

luogo descrivere
di Stige
,

ma
si

piuttosto di sopra nella


gli altri

palude
questo

dove punisce ben

iracundi

ma
1'

dubbio
il

assai

dimostra soluto per


ira

adiettivo
,

quale da a questa
si

chiamandola

ira bestiale

la

quale
i

dee intendere essere ira

in tanto

trapassata

termini dell' ira


,

umana che
,

ella trasandata nella

bestialit

e per conseguente

convertita in ostinato
alla
i

odio

e perci altamente esser posta


si

scesa

del

cerchio settimo, nel quale


Virgilio a solvere
1'

puniscono

bestiali:
,

ma

autore dal suo pensiero

il

quale

tacendo confessa esser per quella cagione che Virgilio dice


,

comincia continuandosi

cos
,

Or

vo' che sappi , che

altra fiata

C/i' io discesi

quaggi, nel basso inferno

come

di sopra stato detto nel canto nono,


,

Questa roccia non era ancor cascata


e perci gli dimostra

quando

ella

dovesse cascare

dicendo

Ma certo poco pria


la gran preda
,

se

Ben di scemo
Cripto
^

immaginando. Che venisse colui , cio


cio
i

che

santi
5 il

padri, Le^^

a Dite y

cio al principe de'

dimoni

quale quantunque ab-

bia altri

nomi, nondimeno

talvolta da* poeti chia-

mato

Dite,

come appare per


,

Virgilio nel sesto dell'E,

nelda dove dice

Inferni regia Ditis

del cerchio

superno

cio del

limbo,

il

quale

il

primo cer-

COMENTO DEL BOCCACCI


;

cbio dell'Inferno

e perci dice Virgilio, poco prima


il

cbe venisse Cristo a spogliar

limbo
,

perciocch

secondoch noi fermamente crediamo


ia su la croce
all'

Cristo
nella

mori
quale
,

ora nona del venerd

ora

tra

1'

altre cose

che apparvero maravgliose


,

fa
al-

che

la terra tutta

universalmente trem

che per
allora
5

cuno

altro

tremnoto mal non avvenne: e


,

tre-

mando
la

tutta

trem inGno

al centro della terra

per

qual cosa non dee parer maraviglia


:

se

alcune
fu

delle parti sotterranee cascarono

e questo
al

tempo
,

poco prima che Cristo scendesse


ch
l'

limbo

percioc-

anima

di
,

Cristo

non

iscese

come
,

del

corpo
assai

di Cristo usci

ma and

in paradiso
le
:

siccome

chiaro ne posson dimostrare

sue parole medesime

dette in su la croce al ladrone

amen dico

tibi

ho'
la

die

mecum
,

eris in

paradiso
limbo

etc.

1'

vero che poi

domenica mattina seguente


da morte
ria
egli

in su
,

aurora risuscitalo
vittola

and

al

con insegna di
,

coronato, perciocch rlsurgendo


,

aveva vinta

morte

e allora spogli

il

limbo:

si

che

egli fu tanto

spazio di
gliar

tempo
,

dal terremuoto universale, allo spo-

P inferno

quanto fu

tra

l'ora nona del ve-

nerd e la prima della domenica; e questo quel poco

prima che Virgilio dice qui

poi seguita mostrando

quello che Virgilio intende, e che io ho gi dichiarato cio


1'
,

Da
,
,

tutte parti

e in questo ne dimostra
,

universalit del tremuoto

alta
,

cio profonda
s ,
,

valle feda

puzzolente d' inferno


di' io
,

Trem

cio
il

ollremodo

pensai , che

V universo
Qua

cio

mondo
alla

tutto

Sentisse

amor
,

da ritornarsi

memoria l'opinione

la

quale di sopra raccon-

SOPRA DANTE
tei

71
Democrito
le
,

nel rnnto quarto essere stata

il

quale tenne essere due principi! a tutte

cose

cio
:

odio e amore, e questo sentiva In questa forma

egli

diceva essere stata una materia mista di tutte le cose,


la

quale

egli
i

appellava caos, e in questa materia di-

ceva essere

semi di tutte

le

cose

e quelle

che pro-

dutte vedavamo, e aVere certa e distinta forma dall'altre


,

essersi a caso separate

da questo caos
,

e perse*

verare nelle loro generazioni e spezie

e questo dices'

va essere odio

in

quanto
,

le rose

prodotte

erano

dal lor principio separate

quasi
:

come da

cosa
,

non

ben convenientesi con

lei

poi diceva

cosi

come

ogni forma prodotta s'era da questo suo


separata
,

principio

cosi

dopo molti

secoli avvenire a caso tutte


,

queste forme ritornarsi insieme

e riformare quel
,

medesimo caos che

altra volta era stato

e dal quale

aveano avuto principio; e questo diceva essere amore, in quanto ciascuna cosa
ciliate,
si
,

siccome insieme ricon-

ritornava e univa col suo principio: e per


,

questo dice Virgilio

che perch
il

egli senti

questo

tremuoto universale
tito
,

quale mai pi non avea sen,


.

n avea udito da alcuno che sentito P avesse

maravigliandosi credette che


le

P universo

cio
,

tutte

cose sentissero questo

amore che
,

detto

e doves-

sersl

rlcongiugnere insieme

poi che ogni corpo fosse


:

dalla propria
strare
,

forma risoluto

e quinci volendo

mo-

questa non essere sua opinione

ma

d' altrui

dice

per lo quale , amore, chi creda, cio De*


i

mocrlto e

suoi seguaci

Pii volte il

mondo

in caos converso
:

nella

maniera che di sopra detta

E in

quel pun-^

7!i

COMENTO DEL BOCCACCI


j

to

che questo trernuoto universale fu


,

questa

veo
,

chia roccia

Qiii
si

dove noi siamo

ed altrove

come appresso
sente libro
,

dir nel ventunesimo canto del pre,

tal fece riverso


occhi.

qual tu puoi vedere

Ma ficca gli
mincia
descrive
,

Qui

finita la

seconda

parte co1'

la terza del

presente canto, nella quale

autor
di

come

Virgilio gli mostrasse

un fiume
:

sangue

e che gente d' intorno v' andasse


gli

e dice

che poi Virgilio

ebbe mostrata
,

la

cagione della
,

mina
dice
,

di quella roccia

alla

quale esso pensava

gli

Ma ficca gli
JLa riviera
,

occhi
il

ava le , che
'1

s'

approccia
,

cio
,

fiume o

fosso

del sangue, in

la qual bolle
boglientissimo

e questo perciocch quel sangue era

Qual che per violenza


rubando o uccidendo j e
prima spezie
de' violenti

in altrui noccia
cosi
,

appare questa essere

la

de' quali di sopra detto

La
tra

qual riviera del sangue come l'autor vide, cosi ceni

vizii, da'

quali

si

pu comprendere questa

spezie

di violenza esser causata, leva la voce, ed esclamando


dice,

O cieca cupidigia, cio desiderio d'avere^ e cosi


,

apparir radice di questa colpa


sere avarizia;
si tratt
,

cio del rubare

es-

il

che

assai di sopra,
il

dove

dell' avarizia

fu mostrato,
gli

disordinato appetito d' avere

inducere

uomini

alle violenze e alle


l'altra fa nel

ruberie: poi

segue a dimostrarne
violenza
,

radice dell'altra parte della

la

qual
,

si

sangue del prossimo dicen-

do

o ira folle

cio pazza e bestiale, la quale cai

gione dell'uccisioni che fanno


i

rubatori; perciocch

rubatori

o da difesa

fatta

da colui che rubar vo-

SOPRA DANTE
gllono
,

o da alcuna parola loro non grata commosii


ali'

vengono

uccisione, e cosi fanno violenza nelle co5e


,

e nelle persone del prossimo


ci sproni
y

segue adunque, quale


a
in

e questo sproni,
riferisce

il

Che .s numero sine poi

gulare

si

primieramente

quella prima
^
,

parte della esclamazione,


si riferisce

O cieca
-vita

cupidigia

alla

seconda parte, o ira folle


mortale,
la

velia

vita corta, cio in questa


rispetto della eternila
,

quale per
fos-

quantunque lunghissima

se

non

si

potrebbe dire essere un batter


,

di ciglia,

nelV eterna poi


nati

cio in quella nella quale cosi pec-

cando, senza penterci, siamo in eterno suppllcio dan,

mal

e*

immolle, cio
,

ci

bagni,

come appare
1'

nel tormento de' miseri

quali nel sangue bolliti


,

sono

e vogliono alcuni in questo condolersi

autor
5

mostrare d' essere stato di questa colpa peccatore


e per vedendo
ra
il

giudicio di
e dolore
i
.

Dio

sentirne per pau-

compunzione
due
vizli
,

Ma

poich egli ha con,

tro a'

quali scn cagione della violenza


si

che nelle cose e nella persona del prossimo


mette
,

comIo

ed

egli

pi appieno descrive
i

la

qualit del

luogo, nella quale


vidi un'

miseri son puniti dicendo.


cio
il

ampia fossa,
,

un fiume, in arco
piano
, ,

torta,

Come
chio
,

quella

che tutto
,

del settimo cer-

abbraccia

col girar suo

Secondo ,
o

eh' av^ea detto la

mia

scorta

dove questo Virgilio dicesse, cio che questo fiume


fossa abbracciasse lutto
il

piano, non

ci

vuoisi

adunque intendere,
gionamenti di ci da

lui averlo detto in


lui fatti
,

alcun de' ra-

ma

l'autore

non Tave-

74
re scritto
,

COMENTO DEL BOCCACCI

E tra 'l pie


,

della ripa,
,

la

quale circon,

dava

il

luogo

ed essa

fossa

in \r accia

Venien Centauri armati di saette ,


supple
,

e d' archi
1'

perciocch invano
avesse

si

porteria la

saetta se

nel

uomo non mondo , quando


sieno
i
,

V arco
,

Come

soleart

vivevano
,

Che animali
qui posti
si

Centauri

e
si

andare a caccia . come nati, e perch


dir
il

dimostrer dove
,

senso allegorila

co

T^edendoci calar
,

Qui comincia
dove

quarta parte

del presente canto

nella

quale poich l'autore ha


si

dimostrala

la

qualit del luogo


,

puniscono

primi violenti
a'

ne mostra come Virgilio parlasse


il

Centauri che

fiume circuivano
:

come uno ne
,

fosse lor

conceduto per guida


,

dice

adunque
,

T^e-

dendoci
1'

Centauri

e dice vedendoci
,

perciocch

autore faceva muovere

e per conseguente sonare


,

tutte le pietre di

quel trarupo

donde discendeva
,

gi

sopra

le quali

poneva
,

piedi
i

la

qual cosa

far

non sogliono

gli spiriti

mosse

Centauri per mara-

viglia a ristare,

udendo

ci eh' usati
,

non eran d' u,

dire

calar f cio discendere

ciascun

de'Centauri,

ristette)

E della schiera
saette
,

tre si dipartir
,

venendo verso loro

Con
,

archi e asticciuole , cio

prima
,

elette

cio tratte del turcasso o d' alle


:

tra parte

ove per avventura


,

portavano

E V un

di que' tre

grid da lungi
^

a qual martire
se

p^enite voi

che scendete la costa ?


,

Ditel costinci
rete,

ove voi

siete

non, supple

il

di-

V arco

tiro: quasi voglia dire io vi saetter.

,,

SOPRA DANTE
Lo mio maestro disse : la Farem noi a Chiron cio
,

7$
il

risposta
a quel Centauro

qua-

le

preposto di voi

e poi in detestazion della sua


il

troppa

domanda
per
te
.

con alcune parole


il

contrista

come

di sopra

aveva fatto
,

Minotauro, dicendo.
s

Mal fu ,
quale
io

la voglia tua sempre

tosta
,

cio frettolosa

Poi mi tent ,
risposto
,

e disse
, ,

quegli

al

ho ora

Nesso

Che mor per

la bella Deianira

E f' di se la

vendetta egli stesso,

posciach fu morto.

Fu

questo Nesso

tra'

Centauri

famosissimo, figliuolo d' Issione e d'una nuvola


gli altri
,*

come

ed essendo insieme co'


,

fratelli

in Tessaglia

alle

nozze di Peritoo

con

gli altri

suoi insieme ri-

scaldati di vivanda e di vino volle torre la

moglie a

Peritoo

alla difesa della


,

quale
il

si

lev Teseo amico


si

di Peritoo

un popolo
:

quale

chiamava Lapltl
fuggendo pauroso

e ucclserne assai

dalla quale zuffa

Nesso,
stilo
,

gli disse

un

de' suoi

compagni chiamato A*
:

il

quale sapeva vaticinare

Nesso

non

ti

bisola

gna cosi frettolosamente fuggire, perciocch

tua

morte riservata da'


qual cosa
to ad
egli se n'

fati alle

mani

d'

Ercole
,

per la

and

in Calldonia

e qui alla-

un fiume chiamato Eveno abitando^ am Deia-

nira figliuola del re

Oeneo

di Calidonia: la quale,

come

appresso

si

dir-,

essendo divenuta moglie d' Ercole,

ed Ercole con
trovarono per

lei

insieme tornandosi verso

la patria,

le

piove fieramente cresciuto questo


star sospeso

fiume Eveno;
ianira,

vedendolo Nesso
gli fosse

per De-

pens che tempo


il

prestato a dover po-

tere avere

desiderio suo di Deianira; e fattosi avari-

yS
ti
,

COMENTO DEL BOCCACCI


quasi pronto
a' servigi d'

Ercole

disse
il

Ercole
,

dove tu creda poter notando passare


dove
ti

fiume

io

piaccia, sopra la
l

groppa mia

ti

passer bene e

salvamente di
fu contento
:

Deianira: alla quale profferta Ercole


la

per

qual cosa notando Ercole


il

Nesso

con Deianira velocemente pass

fiume, e cominci
;

velocissimamente a fuggire con essa

per

la

qual cosa

Ercole turbato, e pervenuto all'altra riva

non cor-

rendo

ma

con una delle sue

saette

il

seguit e feril-

lo; laonde Vesso sentendosi ferito mortalmente, per-

ciocch sapea

le saette d'

Ercole

tutte essere intinte


,

nel sangue della idra la quale uccisa avea

e cos es-

sere velenosissime, pens in vendetta della sua


te

mor-

subitamente una strana malizia


,

e spogliatasi la
tutta del
:

camicia

la

quale gi era sanguinosa


,

sangue
,

avvelenato uscito dalla sua piaga


io

disse

Deianira

non ho

al

presente che

ti
il

poter donare

in ricono-

scenza del grande

amore

quale io
,

l'

ho portalo e

porto

se

non questa mia camicia

la

qual se tu ser-

verai senza farla lavare, ed egli avvenga che Ercole


in altra
vestire

femmina ponga amore dove


,

tu possi fargli

questo vestimento

egli

incontanente rimo-

ver

il

suo amore da ogn'altra femmina, e ritorneral.

lo in te

Deianira credendo questo dovere esser vero,


ivi
lei

prese la camicia e guardola: e

a
,

certo
e

tempo,
ar-

avendo Ercole quasi dimentica

amando

dentissimamente una giovane chiamata

Iole, figliuola

d'Eurito re d'Etolia, occultamente adoper che


questo vestimento
io sul
tosi e
si

egli

mise in dosso^ e andato

a cacciare

monte Oeta,
sudando

e per la fatica B[[ap caccia riscalda,

forte

col sudore

bagn

il

sangue sec*

SOPRA DANTE
co
5

77
i

e quello liquefatto
s fatta

gli

entr per

pori, e misegli

una

rabbia addosso, che esso composto un gran


vi si gitt

fuoco, volontariamente per morire


e in quel
te
,

entro,

mor

e cos fece Nesso

dopo

la

sua mor-

la

vendetta di s egli stesso.

La

bella Deianra fu

figliuola

d'Oeneo

re di Celidonia, e fu ragguardevole
,

vergine per singular bellezza

tanto che molti gio-

vani nobili
glie
:

la

desiderarono e domandaron per

mo-

ma dopo

molte cose
,

essendo stata promessa

ad Acheloo fiume
cole domandantela
cole:

e ultimamente conceduta ad Er,

nacque guerra

tra

Acheloo

e Er-

ma

essendo Acheloo vinto da Ercole, ne rimase


.

Ercole in pacifica possessione


la guerra la

Dice Teodonzio

che
,

quale fu tra Ercole e Acheloo fiume


:

fu

in questa

maniera
,

che rigando Acheloo Calidona

con due
piove

alvei

e per questo molto alcuna volta per le

la provincia

crescendo guastasse

fu ad Ercole
di lei

addomandante Deianira, posta da Oeneo padre


questa condizione, che egli
se
la
,

poteva avere, dove recase quello


si

Acheloo
,

in

un

solo alveo

d'argini forti

chiudesse

che
la

egli

crescendo non potesse guastare la

contrada

qual cosa Ercole con grandissima fatica

fece: e cosi essendo vincitore del geminato corso


d'

Acheloo ebbe Deianira


,

Costei quella di cui di


la
eli

sopra detto

che ad Ercole mand


,

camicia di
al petto $i

Nesso

quel

Centauro

di mezzo

mira

'l gran

durone ,

il

qual nudr Achillei


,

questo Chirone non fu de* figliuoli d* Issione

ma
di

fu

secondoch ad alcun piace


Fillira
,

figliuolo di
la

Saturno e di

comech Lattanzio dica che

madre

lui

COMENTO
^
,

Dh:L

BOCCACCI
si

fosse Pelopea

e della sua orgine

recita questa fa,

vola

che Saturno preso dalla bellezza di Fillira

avendola presa, avvenne, secondoch dice Servio, che

giacendo egli con esso

lei,

sopravvenne nel luogo Opis


lei

sua moglie, e perci acciocch da


fosse
,

conosciuto
5

noa

subitamente
,

si

trasform in un cavallo
di
lui

per la
partor
,

qual cosa Fillira


vtn figliuolo
,

avendo

conceputo
era

il

quale infno
j

al bellico
il

uomo

da indi

in gi era cavallo

quale cresciuto se ne
,

and

alle selve e in quelle abit

e in quelle nudrl
si

Achille,

come

di sopra

si

disse,
.

dove d'Achille

fece

menzione nel quinto canto


dre creato immortale
,

Poi essendo stato da! pastato

ed essendogli

da Ociroe

sua figliuola profetante predetto, che esso ancora desidererebbe d' esser mortale
visitato
,

avvenne che avendolo

Ercole

per caso

gli

cadde sopra

il

pie

una

delle saette d'Ercole, le quali,


tutte erano avvelenate nel

come

di sopra detto,
ler-

sangue di quella idra

nea

la

quale uccisa avea

ed essendo dalla detta saet-

ta fedito e

gravemente dal veleno tormentato, acciocfosse


il

ch compiuto

vaticino della figliuola,


il
:

comin,

ci a pregar gP iddii che

facessero mortale
la
;

ac-

ciocch egli potesse morire

qual grazia

gli

fa

conceduta

laonde egli

si

mor

e
,

dopo

la

morte sua

fu dagl' iddii trasportato in cielo chio del zodiaco


,

e fu posto nel ceril

ed quel segno
:

quale noi chia-

miamo

sagittario

Folo , che fu s pien d' ira . Pi questo Fc^lo ninna cosa abbiamo se non che esso fu figliuolo d^Issione e d"* una nuvola come gli altri

Queir

altro e

Centauri. Dintorno al fosso

nel quale

violemi

.,

SOPRA DANTE
|>oijono nel

79
,

sangue

iranno
,

a mille a mille
,

Saet'

tando quale anima

de' miseri dannati


,

si svelle
,
,

Del sangue

cio esce
,

pih che sua colpa sortille

e per queste parole

e ancora per pi altre seguenti


la "violenza

pppare, che secondoch

commessa

stata
anitut-

pi e raen grave

ha

la giustizia di

Dio voluto T

me
fate

in quel
.

sangue bogliente tssere pi e

meno

Noi
zi

ci

appressainm.o a quelle fiere snelle


:

cio leggieri

chiamale

fiere,

perciocch sono mez-

uomini

mezze
,

bestie,

Chiron prese uno strale


,

cio

una

saetta

e con la cocca
gli

di quello

Fece la
le

barba,

la

quale

ricopriva la bocca, indietro alle


essa

mascelle } e ci fece acciocch


sne parole

non impedisse

Quando

s'

ebbe scoperta la gran bocca


:

Disse a' compagni

siete

v^oz
1'

accorti

Che quel di
di
,

dietro, che era

autore,

muove,

co'pie-

ci che tocca ?

andando
i

Cos non soglion fare


cio dell'

pie de' morti

anime

partite da' corpi morti

mio buon duca , che gi pervenuto Ove le due nature


'l
,

gli era al petto


,

cio

1'

umana
,

e la
:
,

bestiale

son consorti

per congiunzione

Rispose

ben

vero

che
,

egli

muove
,

ogni cosa che tocca


soletto
,

perciocch egli
vedi
,

e vivo

come
:

tu

mi

Mostrargli mi convien la valle buia


d* inferno
,

Necessit
,

il

conduce ,

in

quanto come
,

altra volta detto

di necessita in questa forma


,

nella quale

va

1'

autore

andare a chi vuole uscir

8o
duce

COMENTO DEL BOCCACCI


,

della prigione del diavolo


,

non

diletto, ce lo con-

che

egli

abbia di veder queste pene e questi

dannati

Tal

si

part

da cantare
,

alleluja

,
il

e questa fu Beatrice

la

quale lasciato

cielo,

tenne

nel limbo a sollecitar Virgilio, che al soccorso dell'autore andasse


,

come

di sopra nel

secondo canto slato


,

detto

alleluja dizione
:

ebraica

e secondo alcuni
,

interjectio laetantis

ma

Papia dice
,

che alle"

luja in latino \uol dire laude di Dio


ella

o vero che
e oltre a ci
,

abbia ad esprimere laudate Iddio


s'

questa dizione
1*

interpetra in
il
il

due modi
,

de* quali

uno

cantate a colui

quale quale
;

e cosi c'invita alla

laude di questo Iddio


dietro cantavamo
,

perciocch per ad,

essendo gentili

a quegli iddii

quali non erano


ti

e l'altro

modo

Iddio benedici tut-

in

uno

e questo perciocch tutti

siamo insieme in

uno per
ni

fede e umanit, e cosi slam degni d' essere


.

benedetti da Dio
,

Altri

ne fanno loro interpetrazio-

le quali
:

sarebbon molto lunghe volendole tutte

mostrare

Che mi commise

quest' uficio

nuovo ,
vivo per

e disusato, d' accompagnare

uom

inferno,

dettogli questo, risponde alla

fatta

da Nesso
,

domanda poco avanti quando domand a qual martire


,

venite voi

mostrandogli che
,

essi

non discendono ad
,

alcun martiro
il

e per dice

JVon ladron

costui

quale

io

guido: e dice ladrone, perciocch nell'otsi

tavo cerchio

puniscono
,

ladroni

n io anima
,

fuia

quasi dica

n io altres son ladrone


le quali

percioc-

die noi quelle femmine

son fure noi chia-

SOPRA DANTE
matn fue: e poich
dizione
,

81
la lor

egli gli

ha disco verta

con-

ed
,

egli

il

prega
1*

gli

dia alcuno pedoto al

cammino
sato
,

e che trapassi
:

autore al valico del fos*

e dice

Ma per

quella virt
s

per cui io muovo


,

Li passi miei per


cio per la virt di
tauri
,

selvaggia strada
,

Dio

Danne un
,

de' tuoi y Cencio allato


5

a cui noi siamo a pruovo

ac-

ciocch da alcuno altro non possiamo essere impediti


,

e
si

guada, ^questo fiume) E che porti costui in su la groppa , acciocch al passar non si cuoca
,

Che ne dimostri l dove

Che non come fo io e


Chiron
udito
il

spirto che per


gli altri

aer vada ,

si volse

in su la destra

poppa ,
guida
,

prego di Virgilio

E disse
toppa
,

a Nesso
y

torna

e
,

gli

E fa' cansar
vemmo Qui
,

cio cessare
si

s*

altra schiera v^ in"


.

cio vi

scontra di Centauri
la

JYoi ci

mch

comincia

quinta parte di questo cancertificati


i

to

nella quale

avendo Virgilio
,

Centauri
il

della lor qualit

dice

V autore come seguendo

Centauro

esso dimostrasse loro le


5

pene de' tiranni e

de' rubatori

e comincia

Noi

ci

movemmo
la

con la scorta fida

cio con Nesso

Lungo

proda del bollor vermiglio ,


il

cio del sangue

quale in quella fossa bolliva


strida
.

Ove

bolliti
il

faccano alte
III.

per lo dolore

qual sentivano

lo vidi, in quel san

COM. DI DANTE T.

82

COMENTO DEL BOCCACCI


,

^ue bogliente
fitioa tutti

gente sotto infno al ciglio, cio


occhi,
e'

in-

gli
;

E
,

'l

gran Centauro,
,

cio
,

Nesso

disse

san tiranni

quetjli
,

che bollono

che fanno

cos alte strida

per ci

Che dier nel

sangue, uccidendo ingiustamente il prossimo, e neir auer, del prossimo, di piglio, rubando e occupando come non dovevano.
Quivi
si

piangon

gli spietati
,

danni

di questi cotali tiranni

dati nelle persone e nell' ave,

re del prossimo:

Quivi
,

tra questi tiranni


,

che
1*

io

ti

dico che piangono


re quale
,

Alessandro

non dice
slati

autoi

conciosiacosach assai tiranni

sieno

quali questo
giore
si

nome hanno
tutti
,

avutoj e perocch nel


i

mag,

contengono

mali

fatti

da' minori

cre-

do

sia

da intendere

che

egli
j

abbia voluto dire d'A,

lessandro re di Macedonia

e perci di lui sentendo

chi el fosse, e delle sue opere, succintamente diremo.

Fu adunque
re di

questo Alessandro figliuolo di Filippo


d'

Macedonia e

Olimpia sua moglie


,

coraech

alcuni voglian credere

che

egli

non

fosse figliuolo
,

di Filippo, raa piuttosto di

Nettabo re d' Egitto

il

quale cacciato del suo reame e ridottosi a Filippo

vemie nella dimestichezza d' Olimpia, e

di lei

gener

Alessandro; e comech questo non fosse subitamente


saputo, in proc^sso di

tempo

essendo gi Alessandro
,

grande
egli

venne in tanta sospezion di Filippo re


,

che

addico Olimpia

e prese per moglie una sua nej

pot chiamata Cleopatra


ch, per quello che
egli fu
si

u guari tempo

visse, poi-

credesse, per opera di Olimpia


,

da Pausania ucciso

dopo

la

morte del quale

rimase Alessandro, siccome suo figliuolo, re di Mace-

SOPRA DANTE
primieramente
i

83

donia. Essendo giovane di grande e di ardente animo,

Greci

ril)ellantisi si
,

sottomise

e di-

sfatta la citt di

Tebe

a dare
,

compimento

alla

guer-

ra contro a quegli di Persia

da Filippo suo padre


uccidere quasi
lutti i

cominciata, diede opera: e


suoi parenti
,

fatti

di cui suspicava

non movessero
egli lontano,

in

Ma-

cedonia alcuna novit, essendo

con qual-

Iromiladugento cavalieri

e con trentadueroigliaia di
lutto
,

pedoni

non solamente Asia ma


5

il

mondo

ardi

d' assalire
citt

e pervenuto in Frigia
,

ed entrato in una

chiamala Gordia
il

e quivi nel tempio di


,

Giove

domandato
avea che

giogo del carro di Gordio


i

s*

ingegn

di sciogliere
gli

legami di quello^ perciocch udito

oracoli antichi avevan detto, che chi que-

gli sciogliesse
il

sarebbe signor d' Asia


,

e non trovando
coltello
il

modo

da sciogliergli
,

messo mano ad un
:

gli tagli

e cos gli sciolse

quindi passalo

monte

Tauro
e fu

in pi parli

con

infinita

moltitudine di gente

di Dario, e

con Dario medesimo pi volle combalt,


la

sempre vincitore^ e avendo presa


,

moglie

e' fi-

gliuoli

ultimamente sentendo Dario da' suoi me-

desimi essere sialo ucciso, prese Persia, e quindi rice-

vuto Egitto e Cilicia

e andato in Libia al tempio di


di farsi

Giove Amraone, e ingegnatosi con inganni


reputare figliuolo del detto Giove
nazioni trapass in India
te nazioni, e
:
,

vinte molte altre

quivi vinto Poro re e mol-

pi

citt edificate in

testimonianza delle

sue vittorie

e lasciati prefetti dove credette oppor,

tuno, and ad Agesine fiume

altri

dicono a Gange

per lo quale

si

discende nel mare Oceano orientale


,

e quivi soggiogate alcune nazioni

navic

agli

Am-

84
vinti

COMENTO DEL BOCCACCI


i

bri e a'Sicambri,
,

quali non senza suo gran pericolo


,

messi nelle sue mani molti de' suoi


il

quali

estim pi valorosi, sotto


il

governo di Pollperconte,
ed esso pervelui,

suo esercito ne
alla citt

mand

in Babilonia^

nuto

d'un re chiamato Ambigeri,

anco-

ra che molti con saette avvelenate n' uccdesse, vnse:

e d quindi venendo alla seconda del

fiotto del
;

mare,

pervenne

alla foce del

fiume chiamato Indo


se

e quin,

di per terra

venendone
,

ne torn a Babilonia

dove

spos Hosanne

1'

una

delle figliuole del re Dario.

mentre che

esso tornava, gli fu nel

cammino

nunzato,
altri
,

come

gli

ambasciadori de' Cartaginesi e degli


,

popoli d'Affrica, e di pi citta di Spagna


d' Italia
,

di Gallia

di
,

Sardegna e di Cicilia,
i

lui

attendevano in

Babilonia
lui fatte
si

quali spaventati dalle gran cose che da


,

dicevano

desideravano
vi

la

grazia e

1'

ami^

sta sua, I

Romani non

manda ronoj
se

anzi ne fa Tito

Livio nel libro ottavo ah urbe condita quistone, se


esso fosse in Italia venuto
,

Romani
5

avessero po^

luto resstere alle sue forze o no

e per pi ragioni
,

mostra che
forse
1'

Romani

si
.

sarebber da lui difesi

avrebbero cacciato

Quivi
,

in
si

Babilonia

da

Cassandro figliuolo d' Antlpatro


dato veleno
,

crede

gli
,

fosse

del quale infra pochi di

mor

e lasci

che
di

il

corpo suo ne fosse portato in Libia nel tempio

Giove

Ammone

e quivi seppellito.

Fu
,

costui,
as-

quantunque
sai

vittorioso e magnifico signore

come

appare nelle sue opere, occupatore non solamente

delle pccole fortune degli

uomini

ma

de' regni e
oltre a ci

delle libert degli

uomini : violentissimo, e
,

crudelissimo vendicatore

non solamente

de' nemici

SOPRA DANTE
ma
per

85

ancora degli amici, de'quali gi caldo d \ino e di


,

vivanda

ne' conviti e altrove molti fece uccidere

le quali
,

colpe

si

puote

assai
s'

convenientemente
in

credere

1'

autore aver voluto

intenda lui
,

que-

sto ardentissimo

sangue esser dannato

e Dionisio

fero

Che f
Furono
1'
,

Cicilia a\>er dolorosi anni

secondoch Giustino scrive


1'

due

Dionisii

un padre e
:

altro figliuolo

e ciascun fu
si

pessimo
;

uomo
trova
.

n appar qui di quale P autor

voglia dire

e per direm di ciascuno quello che scritto se ne

Fu adunque

secondoch Tullio scrive nel


il

quinto libro de quaestionibus Tusculanis,

primo

Dionisio nato di buoni e d' onesti parenti, e simil-

mente

d' onesto luogo di Siragusa di Cicilia, del qua-

le essendo la

madre gravida
satirlsco
,

vide nel sonno che ella


al consiglio
,

partoriva

un

perch ricorsa
,

degl' interpetratori de' sogni

le

fu risposto

che

ella

partorirebbe
tentissimo
greco.

uno
,

il

quale sarebbe chiarissimo e po-

uomo
,

oltre a ciascuno altro del


,

sangue

avanti che costui, nato

e gi d' et di venti-

cinque anni
tutta Cicilia

occupasse

il

dominio

di Siragusa e di

parve nel sonno ad una nobile donna

slragusana, chiamata Imera, essere trasportata in cielo


,

e che le fossero quivi mostrale tutte le stanze dele

gl' iddiij

quali mentre kiguardando andava, le


>del solio
,

parve vedere appi

di

Giove un uomo di
quale

pelo rosso e litiginoso

legato con fortissime catene j


,

per
le

la

qual cosa ella

domand un giovane

il

pareva aver per dimostratore delle cose celestiali,


,

chi colui fosse

dal quale le parve le fosse risposto

86
e

COMENTO DEL BOCCACCI


,

colui essere crudelissima morte di Cicilia e d' Italia

come

egli fosse sciolto,


:

sarebbe disfacimento di
il

molte

citta

il

qual sogno la donna


:

di seguente

in

pubblico disse a molte persone


di

ma

poi in processo
,

tempo

quasi

come

se liberato fosse dalle catene


,

e ricevuto Dionisio in signore de* Siracusani


i

e tutti

cittadini a vederlo nella citt venire corressono

come

si

suole a cosi

fatti

avvenimenti
il

Imera similmente
:

v'

and

e tantosto che ella


,

vide altamente disse


a' piedi di

questi colui

il

quale io vidi legato


,

Gio-

ve

il

che poi da Dionisio risaputo

le fu

cagione di
quale ave,

morte.
va

cosi

avendo per

la plsiolenza, la

gli eserciti de'


l'

Cartaginesi del tutto consumati


isola
la
,

da loro liberata

Dionisio occupata
signoria di quella
1
,

secondoprimiera-

che scrive Giustino,

mente mosse guerra


abitavano
to
:
,

a tutti

Greci

quali in Italia

e venne lor sopra con grandissimo eserci-

fatti

molti danni, e vinti


di

Locrensi

e guerreglui
si

giando que'

Crotone

avvenne che con

con1

giunsero in compagnia quelle reliquie de' Galli


quali avevano

Roma

guasta

ma

da questa guerra

il

richiam

in Cicilia

un grande

esercito di Cartaginesi
sinistri

venutovi^ ed essendo da molti


bilitato assai
,

avvenimenti de,

da' suol

medesimi fu ucciso
il

avendo

giK trentotto anni regnato:

quale, secondoch scrive


,

Tullio nel preallegato libro

fu nel

modo

del suo vi-

vere temperatisslmo, e nelle operazioni sue fortissimo

e industrioso
senza alcuna

e con questo fu pessimo e malefico


giustizia
, ,

e crudelissimo

occupatore

dell* altrui sustanze

vago del sangue degli uomini


,

e disprezzalor degl' iddi

Ed

essendo allevato con

SOPRA DANTE
certi giovanetti

87
il

greci
,

i'

usanza de' quali

dovea
solo

trarre

ad amarli
i

mai

d' alcuno
in

non

si

fid

ma

in quegli

quali eleggeva

servi

ogni sua

fede

pose: ed essendo divenuto signore, in ferocissimi barbari

commise

la

guardia del corpo suo

della

quale

fu tanto sollecito, che non volendo per tema nelle

mani

d' alcun barbiere rimettersi


,

fece
,

le figliuole

ancora piccole
faceva
sciare
:

apparare a radere
,

e a loro rader

si

e poich crebbero
rasoi, e

sospettando, fece loro la-

prender gusci di ghiandi e di noci o di


si

castagne, e quegli roventare, e con essi


ciare
i

faceva abbru-

peli della
,

barba e quegli del capo.


1'

avendo

due mogli
Locri

delle quali
,

una ebbe nome Aristomaaltra

cbe sua Siragusana


,

l'

Doride della
,

citt

di

ad

esse

non andava mai

che esso primiera-

mente non
non

cercasse cbe alcun ferro o altro nocivo

vi fosse.

avendo circondata
fossa

la
,

camera nella
e sopra quel-

qual dormia d*una larghissima


la fatto
la

un

ponticello di legno levatoio,


,

come

in quel-

era entrato, e serrato l'uscio

cos levava

il

ponte

e non avendo ardire di fidarsi nelle

comuni ragunan-

ze

quante volte in G5se

volev?^

alcuna cosa dire, tante

salito

sopra un'alta torre,

diceva quel che coleva


.

a coloro

che di sotto dimora? ano

intra gli

altri
,

suoi

commendatori e approvatori

di ci

cbe diceva

conciosiacosach uno nominalo Damocle, alcuna volta

parlando della

feicitk di lui
,

raccontasse

la

copia

delle sue ricchezze

la signoria
,

e la maest e

V ab-

bondanza
reali
,

delle cose

e la

magnificensa delle case


;

e negasse alcuno esserne pi beato di lui

gli

disse Dionisio

una

volta

o Damocle

perciocch io

88

COMENTQ DEL BOCCACCI


la vita
sia la
,

m' accorgo che


gli

ma

ti

place e dilettali
?

vtio-

provare chenle

mia fortuna

Al quale avendesiderarlo
,

do Damocle

risposto

sommamente

comand
d

Dionisio, che esso fosse posto sopra


,

un

letto

di preziosissimi ornamenti coperto


gli fosse

e quindi

coman,

apparecchiata una ricchissima mensa


,

preposto per servidori fanciulli bellissimi


sollecitamente ad ogni suo
sero
ti
5

quali
servis-

comandamento

il

e quindi gli fece apporre preziosissimi unguen,

e corone, e intendere soavissimi odori


esquisite

e appora

tare

vivande
esser
cosi

per

le

quali

cose

Da-

mocle pareva
nel

fortunatissimo.
ricco

Ma

Dionisio,
,

mezzo

apparecchiamento

co-

mand che un
una

coltello
,

appuntatissmo, legato coti

setola di cavallo

fosse appiccato alla trave della

casa sopra la testa di

Damocle

in

maniera che
:

la

punta di quello sopra Damocle pendesse


cosa dori

per

la

qual

Damocle veduto quello


,

a'

bellissimi servi,

al
la

reale apparecchiamento riguardava

stendeva

mano

alle dllicate

vivande
le

e gi gli co-

minciavano a cadere di
laonde
egli

testa

preziose ghirlande:
,

caramente preg Dionisio


s

che

egli

con

sua licenza

potesse quindi partire


:

perciocch pi
assai

non volea quella beatitudine


gli altri

in

che

bene mo,

str Dionisio chente fosse la sua beatitudine

e deoltre

che in simile fortuna eran con

lui

Fu

a questo costui

non solamente occupatore e

violento

de' beni del prossimo,


di e sacrilego
.

ma

ancora sprezzatore degl'id-

Esso

secondoch Valerio Massimo


il

scrve

avendo in Locri spogliato e rubato


,

tempio
,

di Proserpina

e con la preda tornando in Cicilia

SOPRA DANTE
avendo
agli
al

8g
,

suo navicare prospero vento


i

disse ridendo

amici suoi

quali con lui erano: vedete voi

come
?

buon navicare

sia

conceduto dagl' iddi


alla

a' sacrilegi

avendo

tratto
il

statua di

Giove Olimpio un
,

mantello d'oro

quale era di grandissimo peso


,

messonele uno di lana


la state

disse
'1

che quello

dell'

oro era
5

troppo grave e
1'

verno troppo freddo


era a ciascun de' detti

ma
tem-

quello che messo

avea

pi pi atto^ e cosi levava la barba dell' oro alla sta-

tua d'Esculapio, affermando non convenirsi vedere


figliuolo
il

il

con barba

ove

si

vedea senza barba essere


de' templi

padre

Similmente
,

trasse

pi mense
il

d' oro e d' ariento

nelle quali secondo

costume
5

greco era scritto

quelle essere de' beni degl' iddi

dicendo quando
dil
.

le
,

prendeva, s usare de'beni degl'idmolti doni d' oro e care cose


,

oltre a ci

le

quali le statue degl' iddi con le braccia sportate in-

nanzi sosteneano
quali
i

poste

sopra quelle da coloro

lor boti
,

mandavano ad esecuzione, prese pi


s
,

volte dicendo

non rubarle

ma

prenderle: stolta
,

cosa affermando

non prender quei beni


gli ci

per

quali

sempre
sto del

gli

preghiamo, quando

porgono.
.

que-

primo Dionisio
,

basti aver detto


,

E
il

venendo
predetto

al

secondo

scrive Giustino

che essendo
,

Dionisio stato ucciso da' suoi


ciso

essi

medesimi che uclui

avevano

il il

padre sustltulrono a

questo secon-

do Dionisio,

quale di tempo era maggiore che alcu-

no

altro suo figliuolo


,

presa

per potere
,

come la signoria ebbe aver pi ampio luogo alle cru^

il

quale

delt glh pensate


il

in

quanto pot

si

fece favorevole

popolo con pi beneGcii facendogli; e parendogli

Qo

COMENTO DEL BOCCACCI


,

gi quello avere assai

avanti ogni altra cosa tutti


,

parenti de' fratelli suoi minori


gliare a

e poi loro

fece ta-

pezzi

per levarsi ogni sospetto d' alcuno


titolo
si

che

al

regno potesse aver V animo con


,

alcuno

e levatisi questi d' avanti


all'

quasi sicuro

diede tutto
,

ozio

per lo quale divenuto corpulento e grasso


,

e ancora in gravissima infermit degli occhi

intanto

che n sole
ferlre
,

n polvere

n alcuna luce poteva sof-

estim per questo essere da' suoi avuto in dij

spregio

e perci,

non come

il

padre aveva gi fatto,

cio di mettere in prigione quegli di cui sospettava


ina uccidendo e facendo uccidere or questi or quegli altri, tutta la citt

riempi d^ uccisioni e di sani

gue
di

Per

la

qual cosa avendo


,

Siracusani diliberato
stette intra

muovergli guerra

lungamente
,

due
o

se

egli dovesse piuttosto

o por

gi. la
:

signoria

resi-

stere

con guerra

a'

Siracusani

ma

ultimamente fu

costretto dalla sua gente d'arme, sperante d'arricchire

della preda
la

e della ruberia della citt


alla

di

prender
quale
altra

guerra e di discendere
,

battaglia

nella

essendo stato vinto

avendo infelicemente un*


,

volta tentata la fortuna della battaglia

mand amba-

sciadori a' Siracusani

promettendo che esso dipormandassero uomini con


convenzioni
della

rebbe
i

la signoria

se essi gli

quali
:

esso

potesse trattare le
i

pace

avendo

Siracusani mandatigli a
,

questo
in pri-

fare de' migliori della citt

esso

ritenutigli

gione
sani
,

non prendendosi

di ci
la

guardia

Siracu-

mand subitamente
:

gente sua a guastare


i

e a rubar la citt

per
,

la

qual cosa

cittadini difen-

dendosi per lutto

e vincendo la moltitudine dei

^OPRA DANTE
cittadini la gente di Dionisio
,

91
temendo
se

e perci esso
,

di

non essere nella rocca assediato


:

ne fugg con

ogni suo reale arnese in Italia


ricevuto da'Locresi

siccome sbandito
se giu-

come compagno, siccome


,

stamente in quella regnasse


cittk
;

occup

la

rocca della
,

e siccome in Siragusa era usato di fare


la

cos\

quivi incominci ad esercitare


libidine faceva rapire le nobili
la citt, e facevasi

crudelt

e alla sua

donne de^maggiori delle vergini avanti


li

per forza menare


,

giorno delle nozze

quando quanto
citt scacciava e

a lui piaceva le*


:

nute
ci
i

r avea,

le

faceva rendere a'parenti loro

oltre a
,

pi ricchi della
5

rubava

gli

faceva uccidere

e facendo cose ancora assai pi inila signoria di

que, poich

sei

anni ebbe tenuta


,

Locri,
se-

non avendovi pi che rubare


do, pi crudele che

occultamente e per
;

greto trattato se ne torn in Siragusa

dove essen-

mai

e peggio adoperando, fatta

da

tutti

cittadini congiurazione contro a lui, fu nella


,

rocca della citt assediato


fatti

dove costretto per


la

patti

co' Siracusani
n'

lasciata

signoria,

povero e

misero

and

in esilio a Corinto^ e quivi per sicur-

t della vita sua, datosi alle

pi infime e misere cose

che pot, ne^

vilissinii

luoghi e con vilissimi uomini


vestito, e
alla

dimorava male e vilmente


diede ad insegnare glucare
in cosi fatta guisa

ultimamente
1

palla

fanciulli

vilmente adoperando e vivendo

pervenne

al fine

incognito della sua vita: per le quali


,

malvagit e violenze

cosi nel

sangue

come
re

nell'aver

del prossimo, o del padre

o del

figliuolo

che

in-

tender vogliamo, e perciocch non


tiranni signoreggiarono,

come

ma come

meritamente l'autore qui nel

g%
dimostra

COMEN TO DEL BOCCACCI


,

sangue bogllento
:

tra la

prima spezie de'


pel cos nero

violenti nel

E quella fronte
Azzolino
il
%

e'

ha

il

Costui chiama
,

Musano Padovano

in

una sua tragedia


similmente

Ecelinus

ed quello Azzolino

quale noi chiamiamo Azzolino di


il

Romano,

e cosi

cognomina

il

predetto Musatto: e se,

condo

scrive

Giovanni Villani

egli fu gentile

uomo

di legnaggio: fu
nella

adunque
,

costui potentissimo tiranno


si
,

Marca Trivigiana

e per quello che


,

sappia
di

egli tenne la signoria di

Padova

di

Vicenza

Ve-

rona e di Brescia

e molti

uomini e femmine uccise,


lo

o fece andare tapinando per

mondo;

e massima-

mente
cimila

de'

Padovani

de^ quali

ad un' ora avendone

nel prato di Padova rinchiusi in


,

un palancato undisi

tutti gli fece


:

ardere

e di questa arsione
egli

dice questa novella

che avendo
,

un suo notaio o
,

cancelliere che fosse

chiamato
,

ser

Aldobrandino

il

quale ogni suo segreto sapea

avendo preso
,

tacitail

mente

sospetto di lui

e volendolo far morire


si

do-

mand
che di
derno

se egli sapeva chi


:

fossero quegli che nel pa,

lancato erano legati


tutti
il

gli

rispose ser Aldobrandino


il
:

aveva ordinatamente

nome

in

suo qua,

quale aveva appresso di s


,

adunque

disse
,

Azzolino

avendomi

il

diavolo fatte molte grazie

io

intendo di fargli un bello e


tutte

un gran
sono
;

presente di

V anime
si

di costoro

che

legati
,

n so chi
tutti

questo
il

possa far meglio di te


e
il

poich di

hai
,

nome

soprannome
col suo

e per andrai con loro


;

e nominatamente da mia parte gliele presenta


fattolo

e
gli

menar

quaderno

insieme con

SOPRA DANTE
altri
il

gS

fece ardere.

Ultimamente avendo molte crumarchese Pallaviincontro


,

delt operate,

andando con molta gente per prender


al

Milano

trov

fiume d' Adda

il

cino con gente essergli venuto

all'

e aver

preso
sare
:

il

ponte d' onde Azzolino credeva poter pasla

per

qual cosa egli con

la

sua gente metten-

dosi a nuoto per lo fiume, furono da' nemici ricevuti

con loro grande svantaggio; e fu

in quella zuffa grave-

mente
Do un

fedito e preso Azzolino, e


castello ivi vicino
,

menatone

in Cascia-

dove mai n mangiar volle

n bere, n

lasciarsi curare; e cos si

mor nel 1260,

e fu onorevolmente seppellito nel castello di Solcino.

perciocch violentissimo fu
1'

come mostrato

il

pone
nato
,

autore qui in quel sangue bellire e esser dau"


,

e qaelV altro di biondo


il

E
Fu

Opizzo da Esti ,

guai per vero

spento dal figliastro su nel

mondo

Questo Opizzo da Esti dice alcuno che fu de' marchesi da Esti


,

quali noi

chiamiamo
che

di Ferrara

fu fatto per la chiesa marchese della


nella quale
,

Marca
1'

d^ Ancona
,

pi

la

violenza
,

la

ragione usando

fece

un gran

tesoro

e con quello e con


di

aiuto dei

suoi amici

occup

la citt

Ferrara

e cacci di
altri
pii'i

quella la famiglia de' Vinciguerre con

seguaci
sicurade' suoi

di parte imperiale; e appresso questo, per

mente signoreggiare, slmilmente ne cacci


da Azzo suo figliuolo con un piumaccio
1'

congiunti: ultimamente dice lui una notte esser costui


stato
ajQfoga-

to

ma

autor mostra di voler seguire quello che


si

gi da molti

disse, cio

questo Azzo,

il

quale Opiz

xo reputava suo figliuolo, non essere stato suo figliuo-

94

COMENTO DEL BOCCACCI


O,

lo^ volendo questi colali la Marchesana moglie d'

pizzo averlo cenceputo d' altrui

e dato a
:

vedere ad

Opizzo che
1*

di lui

conceputo
,

1'

avesse
,

e perci dice
:

autore

Fu

spento

cio

morto
fu
,

dal figliastro
tra"*

e perciocch violento

uom

quivi

tiranni e
.

omicide e rubatori

il

dimostra esser dannato

Allor
pares-

mi

volsi al -poeta

per veder quello che

gli

se di ci

che
,

il

Centauro diceva, e
:

se esso gli dovesse

dar fede

e quei disse
,

dimostratore

Questi tifia or primo^ cio ed io secondo . E vuole in questo af,

fermar Virgilio
quel che dice
:

che

al

Centauro

sia

da dar fede a

Poco

pili oltre il

Centauro

$'

aj^sse

Sovr' una gente die 'nfino alla gola

Varea che di quel buUicame uscisse Tenendo tutto 1' altro corpo nascoso sotto
sangue
5

il

bogliente
il

chiamalo bullicame, da un lago


,

quale

vicino di Viterbo
bollire
5

il

quale dicono continuamente

e da quello bollire o bollichio essere dinomi:

nalo bullicame

e perciocch in questo bollire, quel


a quell'

sangue somigliante
quella
,

acqua

per lo
il

nome

di

o pur per lo suo bollir medesimo

nomina

bullicame.

Mostrocci un* ombra dalV un canto sola

Dicendo :

colei Jesse in

Lo

cuor y che 'n su

grembo a Dio Tamigi ancor si cola


,

A
di

dichiarazion di questa parte da sapere


il

che

es

sendo tornati da Tunisi in Barberia


Francia
,

re

Filippo

il

re Carlo

di Cicilia

doardo

e Arrigo
ghilterra

fratelli
,

e figliuoli del re Riccardo d^ In-

e pervenuti

Viterbo

dove

la corte di

SOPRA DANTE
Roma
sero di
era allora nel

9
a

1270,

e attendessero
i

ripo-

sarsi, e a

dare ancora opera che


la sedia
,

cardinali riformas,

buon pastore
;

apostolica
il

la

quale

allora vacava

avvenne che

essendo

sopraddetto
,

Arrigo
in

il

quale divoto e buon giovane era


la

ad udire
prete sail

una chiesa
il

messa

in quella ora che


,

il

crava conte

corpo di Cristo

entr nella detta chiesa


j

Guido
alla
,

di Monforte

e senza avere alcun


al re

ri-

guardo
signore

reverenza debita a Dio, o

Carlo suo

essendo venuto bene accompagnato d' uo-

mini d'arme, quivi crudelmente uccise Arrigo predetto


:

ed essendo gi della chiesa uscito per andaril

sene

domand un

de' suoi cavalieri ci


egli
il

che fatto
vendetta

avea,

il

quale rispose; che

aveva

fatta la

del conte

Simone suo padre,


:

quale era stato ucciso


a

in Inghilterra

e secondoch alcuni voglion dire,


:

sua gran colpa

a cui

il

cavalier disse:
,

monsignore,

voi non avete fatto alcuna cosa

perciocch vostro
parole
il

padre fu strascinato
nato in dietro
,

per

le quali
li

il

conte tor-

prese per

capelli

morto corpo
infin
,

d' Arrigo, e quello villanamente strascin


ri della

fuo-

chiesa

e ci fatto, montato a cavallo

senza
nelle

alcuno impedimento se n'and in


terre del conte

Maremma

Rosso suo suocero


il

per lo quale omi-

cidio

1'

autore
;

dimostra essere in questo cerchio


1'

dannato

e in quanto

autor dicesse
coltello

fesse
in

inten-

de aperse violentemente col

grembo a

Dio y

cio nella chiesa


j

perciocch
in quella
,

la
,

chiesa e ablla-

zion di Dio

chiunque

dee cosi essere

da ogni secolare violenza sicuro


podest
,

o ancora legge o

come

se nel

grembo

di

Dio

fosse

e seguila

g
1^

COMENTO DEL BOCCACCI


grembo a Dio, da
s

autore essere stato fesso, in

questo conte

Guido

Lo
cio
le

cuor
il

che 'n su

Tamigi ancor

cola

cuore d' Arrigo ucciso dal detto conte,

il

qua*

Aduardo suo

fratello, seppellito tutto l'altro


,

corpo
,

con molte lacrime

seco se ne port in Inghilterra

e quello, pervenuto a Londra, fece mettere in


lice d'oroj e fatta fare

un

ca-

una

statua di pietra, o di maraltri


,

mo
pra

che

sia

o vero secondoch alcuni


'1

dicono

una colonna sopra


il

ponte di Londra

il

quale so-

fiume chiamato Tamigi, pose nella


,

mano

del-

la statua

o vero sopra

la

colonna

questo calice

a perpetua

memoria
,

della ingiuria e violenza fatta al


5

detto Arrigo
gli

e alla real casa d' Inghilterra


,

e que-

che dicono questa essere statua

vi

aggiungono

essere nel vestimento della detta statua scritto, o vero


intagliato
,

un

verso

il

quale dice cosi

cor gladio

scissum,

do

cui sanguineus

sum ,

cio io

do

il

cuor

fesso col coltello a

qualunque

colui di cui io sono

consanguineo, cio d'un medesimo sangue: e in questo


pareva, e
al

padre e

al fratello e agli altri suoi


.

doman-

dare della violente morte vendetta

dice

V autore

che questo cuore d'Arrigo, ancora


posto fu
,

in

quel luogo dove


:

si

cola, cio onora


s'

e viene da colo colis


,

e pertanto dice che egli

onora

in

quanto con realla benigni-

verenza e compassione, avendo riguardo


la e alla virt di colui di cui fu,

da

tutti

quegli che

per quella parte passano riguardato

Poi

"vidi

gente

che di fuor del rio^


,

cio a quel fiume bogliente

Tcnean la

testa

ed ancor

tutto il casso

,*

SOPRA DANTE

97

cio tutta quella parte del corpo che di sopra al luo-

go ordinalo in noi dalla natura per istanza del ventre


e delle budella
pellicola
te
, ,

la

quale da quella divisa da una


si

la

quale ugualmente

muove da
,

ogni parsi

cio dalla destra e dalla sinistra


,

e quivi

con-

giugne insieme

donde

il

cibo digesto discende alle

parti inferiori: e chiamasi casso, perciocch in quella

parte ha assai del vacuo

il

quale

la

natura ha riser,

vato al battimento continuo del polmone


egli attrae a s

col quale

aere

mandalo similmente
la

fuori

per

la
:

quale esalazione persevera


e puossi in queste parole
,
,

virt vitale nel

cuore
altre

e ancora in alcune
il

che seguono

comprendere, secondo

pi e
,

'l

meno

avere violentemente ucciso o rubato

avere

dalla divina giustizia pi e

meno pena
,

in quel san,

gue bogliente

poi seguita

E
,

di costoro

quali
,

eran tanto fuori del bollore

assai riconobb^ io

ma
,

pur non ne nomina alcuno

Cos

procedendo noi

a pi a pi si Jacea basso , cio con minor fondo Quel sangue s in tanto che copri a pur li piedi
,
,

a quegli che dentro


cos basso

v'

erano

quivi, dove egli era


,

ffu del fosso , cio di quel fiume il nostro passo y cio per quel luogo passammo in un bosco il quale nel seguente canto descrive. E passati che
furono
,

Siccome tu da questa parte


,

dalla quale

venuti siamo

vedi

Lo bullicame ,
tanto che

die sempre
tu vedi

si

scema
i

come

non cuopre pi su che

piedi, Disseti Centauro,

voglio che tu credi j^

Che da

quest' altra

parte lungo la quale noi 7

non

COM, DI DANTE T. III.

gS
e cosi
fa

COMEN TO DEL BOCCACCI


si

slam venuti

a pih a pi gi prema Lo fondo suo , pi cupo, in fin ch^ e' si raggiugne ,


,

Ove

la tirannia convien che


ti

gema

cio a quel luogo dove io

mostrai essere Alessandro


sia

e Dionisio

acciocch egli
tutti

informato di quegli

che in quel profondo gon pena


,

coperti dal sangue sosten-

ne nomina alcuni dicendo,


,

La divina
non ve-

giustizia di qua

cio da questa parte da te


,

duta

pugne

cio tormenta

Quell^ Attila che fu flagello in terra


Attila
,

secondoch scrive Paolo Diacono nelle sue


al
,

croniche, fu re de' Goti


radore Bela
la
1
,

tempo
un suo

di

Marziano impechiamato:

ed essendo

egli

e
,

fratello

potentissimi signori
s^

siccome quegli che per


l'ea

or forza

avevano molti

mi sottomessi, ac,

ciocch solo possedesse cosi grande imperio

iniquadi

mente uccise Bela


levar
di

e quindi venutogli
,

in

animo

terra

il

nome romano

con

grandissima
;

moltitudine de' suoi sudditi pass in


fattisi
i

Italia

al

quale

Romani

incontro

con loro molti popoli e


;

re occidentali combatteron con lui


taglia
tra
,

nella

qual batdell'al:

furono uccise tante genti dell'una parte e

che quasi ciascun rimase come sconftto


scrve

se-

condoch
csi

Paolo predetto

e' vi
la

furono ucqual cosa

centottanta migliaia
,

d'uomini. Per

Attila tornato nel regno

inanimato pi che prima


restaurato
:

contro

al

romano imperlo,
la
,

nuovo

esercito

pass di qua

seconda volta

dopo lungo assedio


di Fri,

prese Aquilea
golL
,

e poi pi altre citta e terre


;

e tutte le dlsol

e passato in Lombardia

si-

SOPRA DANTE
mil mente molte ne prese e disfece
fuori che
cito
,

99
:

ma

quasi tulle

Modona
i

per

la

quale pass col suo eser-

e per

meriti de' preghi di san


,

Gimignano
la

il

quale allora era vescovo di quella


a tanto

non

vide in6no
;

che fuori ne fu

egli

n alcun de' suoi


al

per

la

qual cosa, avendo riguardo


alcuna
,

miracolo,

la la-

sci stare senza

molestia farle. Similmente

pass in Toscana
tra esse scrive

e in quella molte ne
,

consum

alcuno
.

con tradimento prese Firenze

e quella disfece

Scrive

nondimeno Paolo Diacono


citt in

che avendo Attila rubate e guaste pi


gna, e avendo
il
il

Roma-

campo suo posto in quella parte dove Mencio mette in Po e quivi stesse intra due, se
,

egli dovesse

andare verso

Roma

o se egli se ne do-

vesse astenere,

non

gi per

amore n per reverenza

della citt, la quale egli aveva in odio,

ma

per paura

dello esemplo del re Alarico,


sa la citt
,

il

quale andatovi, e pre:

poco appresso mori

avvenne che Leone

papa santissimo
sedeva al papato

uomo
,

il

quale in que" tempi prelui


,

personalmente venne a

e ci

che
dosi

egli
i

addomand ottenne : di che maraviglianperch olbaroni d' Attila il domandarono


,

tre al
fatta
,

costume suo usato

gli

avea tanta

reverenza

e oltre a ci, concedutogli ci che


:

addomanla

dato avea

a'

quali Attila rispose

non avere

persona del papa temuta,

ma un
il

altro

uomo

il

qua-

le allato a lui in abito sacerdotale

avea veduto,

venerabile molto e da temere,

quale aveva

uomo in mano
,

un

coltello

ignudo

minacciavalo d' ucciderlo se

egli

non

facesse quello

che

'1

papa
l'

gli

domandasse

Cosi adunque repressa la rabbia e

impeto d'Attila

,,

oo

COMENTO DEL BOCCACCI


Roma
se

senza appressarsi a

u torn

in

Pannonia
,

e quivi olire a pii altre mogli le quali aveva

ne
:

prese una chiamata Ilditto

bellissima

fanciulla

celebrando nelle nozze di questa nuova moglie un


convito grandissimo, beve tanto vino in quello, che la
notte seguente
,

giacendo supino
altra

se gli

ruppe
,

il

san-

gue del naso

come

voha soleva
,

fare

e fu in

tanta quantit che egli

afl'og

e cosi miseramente

mori. La cui morte per sogno fu manifestata a Marziano imperadore,


quella notte
il

quae essendo in Costantinopoli,


nella quale

medesima
1'

mori

Aitila

gli

parve in sogno vedere

arco d' Auila essere rotto

per

la

qual cosa comprese Attila dovere esser morto;


il

e la mattina seguente a pi de* suoi amici

disse

poi

si

ritrov esser vero,

che propriamente quella not-

te Aitila era morto.

Fu

costui

cognominalo Jlagellum

Dei

e veramente egli fu flagel di Dio in Italia: e


,

ci fu estimato

perciocch essendo ancora


,

le

forze

degl' Italiani grandi


lui
,

dalla

prima

battaglia fatta

con

nella quale

egualmente ciascuna delle


il

parti fu

vinta,

non ardirono pi a levare


,

capo contro di lui:


da Attila
fatte in

laonde apparve
Italia
,

alle crudeli cose

lui essere stato

un

flagello

mandato da Dio a
,

gastigare e punire le iniquit degl' Italiani

le

quali

in tanto ogni dovere eccedevano, che esse erano dive-

nute

importabili

Sono

oltre

a
,

questo molti che


i

chiamano questo
peradore,

Attila Totila
al

quali non dicon


di

bene, perciocch Attila fu


il

tempo
all'
,

Marziano im-

quale fu promosso

imperio di

Roma,

secondoch scrive Paolo predetto


di Cristo

intorno dell' anno

44^

e Totila

il

quale fu suo successore

SOPRA DANTE
fn
a*

loi
agli

tempi di Giustino imperadore , intorno

anni

di Cristo

529

perch appare Attila stato dinanzi a


j

Telila vicino di novanta anni

e oltre a ci

avendo

Telila occupata
dieci anni
,

Roma

e gi regnato nel torno di


,

fu da Narsete patrizio
,

mandato
Pirro
.

in Italia

da Giustino

sconfitto e

morto
Pirri

E
,

Leggesi

nelle istorie antiche di


figliuolo d' Achille
,

due

de' quali

Tuno

fu

1'

altro fu figliuolo di

Eacida re

degli Epiroti

e perocch ciascuno fu violento

uomo,
autore

e omicida e rubatore, pare a ciascuno questo tormento per ie sue colpe

convenirsi

ma
,

perch
di

1'

non distingue
Dionisio

di quale intenda
,

come

sopra di

facemmo
detto

cosi qui

faremo

di questi

due

primieramente narreremo del primo Pirro.

Fu adunfigliuolo

que

come

il

primo
,

di questi

due

d' Achille e di

Deidamia

figliuola di

Licomede re^
dall'amore

ed essendo
d'

stato Achille

morto a Troia per Tiuganno


che
tirato
il

Ecuba

e per

la

sua

follia,
,

qual portava a Polissena

figliuola

del re

Priamo

era solo e di notte andato nel

tempio d' Apolline Tim-

breo
all'

fu di costui cercato, e assai garzone fu


;

menato
,

assedio di Troia

e secondoch scrive Virgilio


,

siccome ferocissimo giovane

non degenerante dal


inganni di
i

padre
legno

fu di quegli
il
:

quali entrarono nel cavallo del


g'

quale fu tirato a Troia per

Sinone

ed essendo

di quello uscito, e gi
,

Greci

es-

sendo in Troia entrali per forza


di

trapass nelle case

Priamo, e nel grembo di Priamo uccise Polite suo


,

figliuolo

e poi uccise
;

Priamo
,

altres

quantunque
,

vecchio fosse
Polissena
,

e oltre a ci

presa Troia

domand
del pa-

per farne sacrificio

alla sepoltura

oa

COMENTO DEL BOCCACCI


e fugli conceduta: ed egli

(Ire,

non riguardando
.

all'elh
es-

al sesso

innoclvo

crudelmente P uccise
,

Poi

sendogli fra

altre cose

venuta in parte della prestata

da troiana, Andromaca moglie

d'Ettore, ed

Eleno

figliuolo di

Priamo,
per
,

e con questi per lo conterra in Grecia; e tro-

siglio d'

Eleno tornatosene per


1'

vando

essergli stato
il

assenza del padre e di lui


di Grecia
,

occupato
la

regno suo

occup una parte


regno de' Molossi

quale

si

chiamava

il

quali dal
,

suo
in

nome primieramente furono


processo
di

chiamati Plrride

tempo furon chiamati Epirote


Menelao e
d' Elena

gi qui

fermato, secondoch alcuni scrivono, esso


figliuola di
,

rap

Ermione

stata

sposata ad Oreste figliuolo d'

Agamennone,

e ad Ele-

no

figliuolo di

Priamo diede per moglie Andromaca,


,

5econdoch?i Virgilio scrive. Appresso questo

o che
gli

Ermione da
fosse tolta,

lui si partisse,

o che

ella

da Oreste

non
,

si

sa

certamente 5

ma

secondoch

Giustino scrive

essendo egli andato nel tempio di


a sapere quello

Giove Dodoneo

che far dovesse d'

al-

cuna sua bisogna, e qui trovata Lasana nepote d'Ercole, la rap, e di lei, la

quale per moglie prese, ebbe otto


.

figliuoli tra

maschi e femmine

E
,

in questi

mezzi
fie-

tempi

essendo rapacissimo

uomo

o bisogno o
,

rezza di natura che a ci lo strignesse


in

armati legni
,

mare divenne
i

corsaro

e da lui furono
;

e ancor

sono

corsari dlnominatl plrrate

e per certo

tempo

rub e prese e uccise chiunque nelle sue forze pervenne. Ultimamente per fraudo di Macareo sacerdote
del tempio d' Apolline Delfico, in quello fu ucciso

da Oreste

forse in vendetta della ingiuria fattagli

SOPRA DAINTE
d*

io3

Ennione

Il

secondo Pirro per pi mezzi disceso


,

del primo, e figliuolo d' Eacida

fu re degli Epiroli
,

questi essendo piccol fanciullo rimase in Epiro

es-

sendo stato cacciato Eacida suo padre da' suoi


dini
,

citta,

per

le

troppo gravezze

le quali

loro poneva

fu in grandissimo pericolo di mortej perciocch


gli

come
se

Epiroti avevan cacciato Eacida, cosi di lui fanciul:

lo cercavano per ucciderlo

e avvenuto sarebbe

non

fosse stato

che da alcuni amici fu furtivamente


,

portatone in

Illirio

e quivi dato a

nutricare e a
lllirii, la

guardare a Beroe moglie di Glauco re degl'


quale era del legnaggio del padre
;

appo

la

quale

per compassione avuta per


le

alla

sua

misera fortuna

sue puerili opere amabili e piacevoli a Glau,

co e

agli altri

venne
,

in tanta lor grazia

che saputo
di

l dov' egli era

non dubitasse Glauco


il

prender

guerra con Cassandro re di Macedonia,

cjuale avenil

do
dea
ra
,

il

suo reame occupato, minaccevolraente


e

richie-

non solamente per servarlo sostenne


oltre a ci

la

guer-

ma

non avendo

figliuoli

lui si fece

figliuolo adottivo^ per le quali cose mossi gli Epirote,

trasmutarono l'odio in misericordia


dato
a

e lui

raddoman-

Glauco

ricevettono d' et d'undici anni, e re,

slituironlo nel regno del padre

e diedergli tutori

quali infino
sero
:

all' et

perfetta

il

governassero e guardas:

il

qual poi molte e notabili guerre fece


in Italia contro a'

chiamato da' Tarentini venne

Ro-

mani

e ancora chiamato in Cicilia da' Siracusani

quella occup.

Ma

riuscendo tutto altro fine alle

cose che esso estimato


stata

non avea

senza avere acqui;

alcuna cosa se ne torn in Epiro

e quindi oc

o4

GOMENTO DEL BOCCACCI


il

cupo e prese
gono re
dere
il
:

regno di Macedonia

cacciatone Antia voler pren-

poi avendo gi levato P


d^ Asia e di Sirla
,

animo

reame

avvenne che avendo


d' in su le

assediata la citta

d'Argo in A cai a, fu
il

mura
1'

della citt percosso d*un sasso

quale V uccise. Ora,

come
tor
si

di sopra detto

di qual di questi
:

due

au-

voglia dire

non appare

ma

io cre^derei
,

che

egli volesse piuttosto dire del

primo

che di questo

secondo; perciocch

il

primo, come

assai si
1'

pu comaltre

prendere
opere
,

per lo suo corseggiare e per

sue

fu e crudelissimo omicida e rapacissimo pre-

done

questo secondo, quantunque occupatore di re,

gni fosse

e ogni suo studio avesse alle guerre


altri

fu

nondimno, secondoch Giustino e


stissimo signore ne' suoi esercizii
figliuolo di
;

scrivono, giu-

e Sesto Questi fu
nell'

Pompeo Magno

ma male

opere fu

simlgliante a lulj perciocch, poich esso fu morto in


Egitto, e

Gneo Pompeo suo

fratello fu

morto

in Ispa-

^na
ciso

essendo gi Giulio ('esare similmente slato uce Ottaviano Cesare insieme con

Marco Antonio
sentendo s

e con

Marco Lepido avendo preso


uomini
,

l'uficio del trium,

virato, e molti nobili

proscritti

essere nel
gli eserciti

numero

di quegli
,

raccolte le reliquie detolti

pompeiani
,

e ancora molti servi


,

dal
cor-

servigio loro

e armate pi navi
il

si

diede

come

saro ad infestare

mare

e a prendere, e a rubare, e

ad uccidere quanti poteva di quegli che delle sue


parti

non erano

tenendo Cicilia e Sardigna

in-

trachiuse quasi

si il

mare, che

le

opportune cose noa


egli la

potevano a
miserabil

Roma
:

andare, di che

condusse a
i

fame

col quale essendosi poi pacificati

SOPRA DANTE
tre predetti principi
,

io5

poco persever nella pace; perfuggitivi


,

ciocch raccettaiido

quali erano rimasi


fu giudicato retre-

degli eserciti di Bruto e di Cassio,

mico

della repubblica

per

la
,

qual cosa avendo

centoclnquanta navi armate

primieramente Menna
lui

suo liberto con sessanta navi da

ribellato pass

nelle parti d'Ottaviano: appresso Statilio

Tauro com,

batt in

naval battaglia contro a Menecrate


:

uno

de' duchi di Sesto, e sconfsselo

e Ottaviano Cesare
gli

ancora combattendo contro


se
:

a'

Pompeiani

sconfis-

M. Agrippa similmente tra Melazzo e Lipari combatt contro a Pompeo contro a Democare e vinsegli ; e nel terzo di trenta navi sommerse in mare o prese e Pompeo si fuggi a Messina e Cesare incontanente trapass a Tauromena 5 e quivi nella prima giunta fieramente afflisse Pompeo e'suoi
appresso
, ,
',

e in quella rotta molte navi furono affondate; e

Pom,

peo perdutavi molta della sua gente


in Italia
;

se ne rifuggi
es-

poi ancora ricolle insieme le sue navi

sendo Agrippa venuto in Cicilia; e Ottaviano veggen-

do

1'

armata di Pompeo ordinata

comand
,

al

detto

Agrlppa che contro ad

essa andasse

il

quale atrovinse

cissimamente commessa co' nemici


i

la battaglia,

Pompeiani, e nel torno di centosessantatr navi pre,

se e affond

Pompeo
?

si

fuggi con
delle

forse diciotto,

eoa gran
gnore
si

fatica

scampaio

mani
con

de' nemici

che molte parole

Colui che poco avanti era


,

si-

di trecentocinquanta navi
.

sei

o con
in

selle

fuggi in Asia
il

Ultimamente sforzandosi
,

Grecia

di rifare

suo esercito

e quivi essendo venuto

Mar-

co Antonio, e avendo seulito come esso era

stato viu-

io6
to

COMENTO DEL BOCCACCI


,

mand comandando che con pochi' compagni venisse a lui ma Pompeo fuggendosi fu
da Cesare
gli
;
,

da Tizio e da Furnio antoniani duci pi vohe vinto, e

uhima mente preso


bile
fine
,

e ucciso

dopo

il

quale misera-

perciocch violento rattore corseggiando


,

e guerreggiando fu dell' altrui sustanze aatore del sangue degli

vago ver-

uomini,

in

questo fiume d
,

sangue bogliente

secondoch qui mostra V autore

fu dalla divina giustizia dannalo: ed in eterno rnuu"

g y questo fiume cosi bogliente Le lagrime , che col bollov disserra


,

cio

manda

fuori

Manier da Corneto
,

Questi

fu messer Rlnieri da Corneto

uomo

crudelissimo e

di pessima condizione, e ladrone famosissimo ne'suoi


di
le
,

gran parte della marittima di

Roma

tenendo con
:

sue perverse operazioni e ruberie in tremore

Jlinier

Pazzo
,

Questi fu messer Rlnieri de' Pazzi

di Valdarno

uomo
,

similmente pessimo e iniquo


,

e notissimo predone e malandrino


vage operazioni
1'

per

le cui

mal-

autore qui

il

descrive esser dan-

nato

Che fecero
pigliando
,

alle strade tanta guerra,

rubando e uccidendo chi andava e chi


si

veniva. Poi

rivolse

Qui comincia
,

la sesta

e ulti,

ma

parte del presente canto

nella

quale

autore

poich ha descritto ci che dal Centauro dice essergli


stato mostrato
strato
,

ed

stato da lui dall' altra parte

mo-

mostra
,

come
Poi
,

esso ripassato

il

fiume, se ne tor,

nasse dicendo
al

che
1'

cosi

ebbe detto
,

si ris^olse,

passo donde passato

avea

e ripassassi
.

7 guaz

%o, cio quel

fossato del

sangue

SOPRA DAN^E

107

ALLEGORIE DEL DODICESIMO CAPITOLO.

Era

lo loco

ove a scender la riva

ec.

.vendo

la

ragione co' suoi


,

utili

e sani consigli

condotto

l'

autore
1'

senza lasciarlo nelle miserie tem-

porali intignere
stratogli
i

afFezon sua per infno a quij e

mo3

supplicii che sostiene la eretica pravit


1'

similmente disegnatogli

ordine degl'inferiori cerchi

della prigione eterna, e la qualit de' peccatori che ia


essi si

puniscono^ in questo canto

il

conduce

a vedere i

tormenti della prima spezie de'violenti, cio di quegli

che nel sangue e nelle sustanze del prossimo hanno


bestialmente usata forza,

perciocch in questo luo"


,

go primieramente entra nel cerchio settimo

dove

la

matta bestialit punita, per farne l'autore accorto,


gli

dimostra
di

la

ragione in un dimonio descritto in for,

ma
Ad

un Minotauro

in

che consista

la

bestialit

evidenza della quale primieramente presuppone


essere stata vera la favola di

V autore
pi

sopra narrata

del Minotauro, acciocch per questa presupposizione

leggiermente
5

si

comprenda quello che dimo,

strare intende

e per questo presupposto

da con-

siderare quel sia la generazione di questo Minotauro,

e quali sieno
sai

suoi costumi

e questi considerati

as-

bene apparir qual

sia la qualit della bestialit

e per conseguente de*

bestiali.

Dico adunque primi-

o8

COMENTb DEL BOGCACX]!


fosse

ramente essere da riguardare ia che forma


sto

que-

animale generato
,

acciocch per questo noi posnegli

siam conoscere
crei
.

come

uomini

la

bestialit
si

si
,

Fu
toro

adunque, siccome nella favola

racconta

generato costui d'


d'

uomo

e di bestia

cio di Pasife e
pei*

un
,

sife

dobbiamo adunque qui intendere P anima nostra figliuola del Soie cio
;
,

Pa-

di

Dio

padre,
re
,

il

quale vero sole

costei infestata

da Vene-

cio dall' appetito concupiscibile e dallo irasci-

bile, in

quanto Venere, secondo dicono

gli astrologi

di complessione

umida

e calda

e per per la sua e lascive


,

umidita inchinevole
per
la

alle cose carnali


il

sua caldezza ha ad esercitare

fervore dell'ira.

Questi due appetiti quantunque P anima nostra infestino e molestino


,

mentre

essa segue

il

giudicio della

ragione non

la

posson muovere a cosa alcuna


essa
,

man

che onesta

ma come
,

non curando

il

consiglio

della ragione

s'
,

inchina a compiacere ad alcuno di


,

questi appetiti

o ad amenduni
,

ella

cade nel vizio


il

della incontinenza

e gi pare avere ricevuto

vene-

no

di

Venere

in sj perciocch trasv ne'vizii naturali,


,

da' quali,
le lasciare

non accorgendosi
sospiguere nelP
,

le

pi delle volte
del toro
de"*
,

si

suonegli

amor

cio

appetiti bestiali
appetiti

quali son fuori

termini degli
,

naturali

perciocch
,

naturalmente

come
a-

mostrato di sopra

desideriamo di peccare car,

nalmente

e di

mangiare e d' avere


:

e ancora

d"*

dirarci talvolta
i

ne' quali appetiti se noi passiamo

termini

della

natura
:

mente pecchiamo
si

come detto ma come detto


,
',

naturalleggieri

di

trapassano questi termini naturali

perciocch poi

SOPRA DANTE
qualunqjie s*
freno di
1'

rag
,

uno

de*

due
,

appetiti

ha

tratto

il

mano

alla

ragione
,

modo
toro
,

agli

stimoli

si
,

non essendo chi ponga lascia 1' anima trasportare


si

ne' desideri! bestiali del quale

e cosi
il

sottomette a questo
,

nasce

Minotauro
nell"'

cio
,

il

vizio

della matta bestialit generato


to

uomo

in

quan,

ha ricevuto
s'

il

malvagio seme della bestia

in

quanto

lasciato tirare all'appetito bestiale ne^pec-

cali bestiali, I

costumi di questa bestia, per quello


e nella lettera
i

che
tre;

nella favola

si

comprenda, son

perciocch, secondo

poeti scrivono, esso fu cru-

delissimo, e oltre a ci fu divoratore di corpi umani,

e appresso fu maravigliosamente furioso


tre

per

quali

costumi sono da intendere tre spezie di


vogliendo seguire V ordine
,

bestialit.
l'

Ma

il

quale serva

au-

tore in punire queste colpe

n' di necessit di peri

mutare

1'

ordine

il

quale nel raccontare


j

tre

costumi

di questa bestia posto

e da cominciare da quel

costume

il

quale esser secondo

dicemmo
la

cio dal
ot-

divorare le carni

umane

il

qual bestiai costume ,


,

timamente
tenti

si

referisce alla violenza

quale

po-

uomini fanno
,

nelle sustanze e

nel sangue del

prossimo

le

quali essi tante volte divorano con denti


,

leonini o d' altro feroce animale

quante

le

rubano,
:

ardono o guastano

o uccidono ingiustamente
altri

le

quali cose quantunque molti

facciano

ferocissi-

mamente adoperano
sta bestia
,

tiranni. L'altro
1'

costume

di queil

dissi eh' era

esser crudelissimo^

quale

costume mirabilmente

si

conforma con coloro che

usano violenza nelle proprie cose e nelle loro persone : perciocch come assai manifestamente si vede.

1 1

COMENTO DEL BOCCACCI


sia

quantunque crudel cosa


altrui
,

P uccidere

il

rubare

quasi dir
il

si

puote esser niente per rispetto a


le

ci eh'
s

confonder

cose proprie e

all'

uccidere

medesimo, perciocch questo passa ogni crudelt che usar si possa nelle cose mondane e cos per que',

sto

costume ne disegna

1'

autore in questo animale la


.

seconda spezie de' violenti


sta bestia
,

Il

terzo

costume di que:

dissi

che fu l'esser fieramente furioso

questo terzo costume s'appropria ottimamente alla


colpa della terza spezie di violenti
, i

quali in quanto

possono, fanno ingiuria a Dio e

alle

sue cose

o beo con-

stemmiando
tro al

lu

o contro alle naturali leggi


dell' arte

buon costume
perciocch

adoperando
si

e contro

a Dio e contro alle sue cose non


furia
,

commette senza

la

furia

ha ad accecare ogni sano

consiglio della

mente, e ad accenderla e renderla


;

strabocchevole in ogni suo detto e fatto

cosi

per

questo terzo costume ne disegna


lenti
.

la terza

spezie de'vioall'

poich

la

ragione ha mostralo
,

autore la
gli

bestialit e' suoi effetti


stra

ed

ella

discendendo

monella

qual

pena dannati sieno quegli


di violenza

che
i

prima spezie
gli altri

peccarono
,

cio

tiranni e

che furono rubatorl

e micidiali e arditori
:

e guastatori delle cose del prossimo


lesto dimostrato
,

e siccome nel

questi cotali violenti sono in


,

un
'1

fiume

di

sangue boglientissimo

e secondo

il

pi e

meno

aver peccato, sono pi e


oltre
a

meno

tuffati in

questo

sangue; e

ci, acciocch ninno non esca


,

de' termini postigli dalla divina giustizia

vanno dinsaet-

torno a questo fiume Centauri


te
,

con archi e con

quali incontanente che alcuno uscisse pi fuor

SOPRA DANTE
del sangue die

non

convenisse

quel cotale senza

alcuna misericordia saettano, e conslringono a dovere rientrare sotto


il

sangue

della qual

pena in

parte assai agevole a vedere la cagione; perciocch


e'

par convenevole

che in quello in che Y


:

uomo

s' dilettato in quello perisca

questi furono sempre,

siccome per

le loro

operazioni appare, vaghi di sanessi

gue umano;
versarono
fati
,

e perciocch
la

quello ingiustamente

vuole
;

divina giustizia

che

in

esso tuf-

piangano

e perciocch essi furono a questa mal,

vagia operazion ferventissimi


giustizia
lir
,

vuol

similmente

la

che per maggior fervore, cio per


,

Io bol-

del sangue
,

sia in

eterno punito

il

loro; e oltre a
si

ci

perciocch queste violenze far non


la

possono

senza

forza

di certi
,

ministri

siccome sono ma,

snadieri e soldati

seguaci de^ potenti uomini


,

gli

fa la giustizia saettare a questi colali

stati nella

pre-

sente vita loro ministri ed esecutori de' loro scellerati

comandamenti
tauri
:

quali l'autore intende per

li

Cen^

de' cjuali

perocch nella esposizion


,

letterale

alcuna cosa non se ne disse

qui da

vedere un
in
,

poco pi distesamente.
Tessaglia fu gi

dunque da sapere, che


disse

un grande uomo chiamato


,

Issione
;

figliuolo di Flegias
stui

del quale d sopra

si

e co-

secondo

le

poetiche favole, fu di grazia da Giove


,

ricevuto in cielo
di lui e di
1'

e quivi fu fatto da lui segretario


egli

Giunone; laonde
con esso

insuperbito, per

oficio

il

quale era grande, ebbe ardire di richieder


lui; la

Giunone

di giacer

quale dolutasi di ci

a Giove, per

comandamento

di lui
,

adorn

in

forma e

similitudine di s una nuvola

e quella in luogo di

1 1

COMENTO DEL BOCCACCI


ad Issione
,

s concedette

non altrimenti che


:

se

medesima
sta

gli
,

concedesse
lei

il

quale giacendo con que

nuvola

gener in

Centauri

Ed

essendo poi
gittato del

da Giove, sdegnato della sua presunzione,


cielo e in terra venutone
,

ardi di gloriarsi

appo
:

gli

uomini

che esso era giaciuto co Giunone


il

per la

qual cosa turbato Giove


inferno
,

fulmin, e mandonnelo in
il

e quivi con molti e crudeli serpenti


,

fece

legare ad una ruota

la

quale sempre
,

si

volge. L' al-

legoria della qual favola

se attentamente riguardegli

remo

assai

bene cognosceremo che cosa sieno


,

Appetiti del tiranno

il

tiranno, e di

qualunque

al-

tro rapace
sia
;

uomo
i

ancorach tiranno chiamalo non

e che cosa

Centauri, e

come

essi

il

tiranno saet-

tino

Fu adunque
modo
,

secondo

le istorie

de'Greci, Issione

oltre

dlsideroso

d' occupare e possedere alsi

cun regno
tirannia
:

intantoch egli

sforz d' ottenerlo per


,

ora

come

altra
i

volta detto

Giuno

in-

tendono alcuna volta


re
lei
,

poeti per lo elemento dell^ ae,

e alcuna volta la intendono per la terra

volendo

ancora essere reina e dea de' regni e delle ricchez;

ze
i

la

quale quando per


,

la terra

s'

intende

regni

quali sono in terra


stabilit
,

pare che mostrino avere in s


e quinci intendendosi per aere,
a'

alquanto di
il

quale lucido

pare che aggiunga


,

reami

ter-

reni alcuno splendore


tivo e quasi

il

quale nondimeno fuggi-

vano

e leggiermente,
:

siccome
la

l'

aere
si

si

converte in tenebre

oltre a ci

nuvola

crea

nell'aere per operazion del sole, de' vapori dell'acqua


e della terra

umida

surgenti e condensati nel!' aere j


,

ed

la

nuvola cosi condensata

di sua natura

caligi

, ,

SOPRA DANTE
nosa al viso sensibile
,

i3
e per

non

si

pu prendere con
,

mano n
,

ancora da alcuna radice fermata

questo leggiermente da qualunque vento in qua e


in l trasportata e impulsa
,

e alla fine

dal calore

del sole risoluta in aere, o dal freddo dell'aere convertita in piova


:

che adunque vuol dire? non dobbia,

mo

per

la

nuvola

quantunque
,

infra*

termini della

deit di

Giunone

creata sa

intendere regno,

ma

in

quanto
alcuno

ella in similitudine di
,

Giunone apposta ad
alla

diremo per quella doversi intendere quello


si

che violentemente in terra

possiede
,

qual cosa

alcuna similitudine di regno

in

quanto colui che


i

violentemente possiede, signoreggia

suoi sudditi
le forze

come
gli

il

vero re
,

suoi

',

e cosi pare

mentre

bastano

il

che esso comandi e


:

sia

ubbidito da' suoi

come
tra
il
'1

re

ma
,

siccome

tra

'1

chiaro aere, e la con,

densata nuvola
re e
'1

grandissima differenza
;

cos in,

tiranno
:

aere risplendiente
,

e cosi

nome

reale
:

la

nuvola oscura

e cos caliginosa
,

la tirannia

il

nome
:

del re amabile
re sale sopra
,

quello del

tiranno odiabile

il

il

real trono orsi-

nato degli ornamenti reali

il

tiranno occupa la
:

gnoria intorniato d' orribili armi


e per la letzia de' sudditi regna
,

il

re per la quiete
il

tiranno per Io
:

sangue e per

la miseria de' sudditi signoreggia

il

re

con ogn' ingegno e vigilanza cerca l'accrescimento de'


suoi fedeli, e
il

tiranno per lo diserta mento altrui proil

cura d'accrescere s medesimo!


de' suoi amici
i
,

re

si

riposa nel seno


s gli

il

tiranno
,

cacciati

da

amici

fratelli

e*

parenti

pone

1*

anima sua
uomini
:

nelle

mani
quali

de' masnadieri e degli scellerati

per

le

COM. DI DANTE T.

III.

4
,

COMENTO DEL BOCCACCI


siccome apparisce
,

cose

diversissimi sono intra s

questi

due nomi e
si

gli effetti di

quegli

e perci

il

re

meritamente

pu intendere per

l'aere splendido,
stabilit, se

ed essere con lui congiunta alcuna


cosa
il

alcuna

si

pu

dire stabile fra queste cose caduche, dove


si

tiranno per rispetto della real chiarita


stabilit
si

pu
,

dir

nuvola, alla quale ninna

congiunta

e per-

ch ancora agevolmente
sudditi
,

risolve

o dnl furore dei

o dalla negligenza degli amici


,

adunque queste cose


dere
cielo

leggiermente

Premesse quello che i


.

poeti nella fizon della favola d' Issione


;

si

potr veassunto
in
ri-

dice

la

favola

che Issione fu

nel qual noi allora ci


,

possiam dire essere

cevuti

quando noi con


,

1'

animo contempliamo
le

le

cose eccelse
de' re
,

siccome sono
,

porpore e

le
,

corone
la

gli

splendori egregi
i

la

esimia gloria
,

non
il

\inta potenza e

comodi
sono

de' re
infiniti

quali secondo

giudicio degli

stolti

n indebitamente

paiano

fatti segretarii di

Giove
,

e di

Giunone, quando

quello che a loro appartiene

noi con presuntuoso


tirati

animo riguardiamo
rio di giacere con

e allora siamo
,

nel deside-

Giunone

quando noi estimiamo


di

queste preeminenze reali essere altro che elle non sono;


e allora
Issione richiede

Giunone

giacer seco
,

quando non precedente alcuna ragione

il

privato

uomo

ogni sua forza dispone per essere d' alcuno re:

gno signore

ma

che avviene
,

a questo cotale
la

ap-

posta allora la nuvola

avente

similitudine di Giu-

none
scono

del congiugnimento de' quali incontanente na


i

Centauri,

quali furono uomini

d'arme,
,

di superbo

animo

e senza alcuna temperanza

e in*

SOPRA DANTE
chiaevol ad ogni male
i
,

ii5

siccome noi veggiamo essere


e gli altri ministri delle
scel-

masnadieri,
,

e' soldati

lerate cose

alle forze e alla fede


,

de' quali inconta-

nente ricorre colui

il

quale tirannescamente occupa

alcun paese
sti
,

dicono alcuni in singularit di questati

quali le favole dicono essere


,

generati da Is,

sione
i

che
i

essi

furono nobili cavalieri di Tessaglia

primi

quali
5

domarono

e infrenarono

e cavalca-

rono cavalli
insieme
,

e perciocch cento ne ragun Issione


,

furono chiamati Centauri

quasi cento ar-

mati

o cento Marti, perciocch inarios in greco vie,

ne a dire Marte in latino


re
*,

ovvero piuttosto cento auvento velocemente vola


,

perciocch siccome
i

il

cosi costoro sopra

cavalli

velocemente correvano

ma
tini

questa etimologia piuttosto adattala a vocaboli la-

che a grechi, e quantunque


,

ella paia potersi tolle-

rare del

non credo per

Greci avere questo sentimento

nome

de'Centauri.

perciocch

essi

sono figurati

mezzi uomini e mezzi

eavalli, racconta di loro Servio

una

cotal favola
,

in dimostrazione
:

donde ci avesse
buoi d^ un re di

principio

e dice

che essendo

certi

Tessaglia fieramente stimolati da mosconi, e per questo essersi messi in fuga


,

il

detto re

comand
i

a certi

suoi

uomini d'arme

gli

seguissero,
i

quali non poa cavallo,


essi i

tendo appi correre quanto


e giuntigli,
gli

buoi

salili

volsono indietro, e abbeverando

lor cavalli nel fiume di


teste chinate nel

Penco
,

e lenendo

cavalli le

fiume

furono da quelli della con-

trada veduti solamente la persona dell'


parte posteriore de* cavalli
^

uomo
,

e la
qtiali

e da quei colali
,

non erano

usi di

ci vedere

furono stimati essere

1 1

COMENTO DEL BOCCACCI


solo,

uno animai

mezzo uomo
,

mezzo

cavallo; e dal

rapportamento di questi
fgurazion di costoro

trov luogo la favola e la

Ma

tornando

alla

cagione della loro origine


,

sono

detti costoro essere nati d' Issone

cio del tiranno

e d' una nuvola

cio delle sustanze del regno

om-

come mostrammo ; le
bratile
,

di

sopra

per

la

nuvola disegnarsi
i

quali sustanze sono


si

beni de' sud-

diti

,
,

de' quali de' quali


i

mungono

e traggono gli stipen-

dii

soldati

in loro disfacimento e op:

pressione sono nutriti e sostenuti

e cos per le dette


,

cose

pu comprender del tiranno il quale da s medesimo impotente , e della tirannia occupata nasi

scere

soldati
,

cio essere convocati dal tiranno in


la

difesa di s
soldati
,

acciocch con

forza di questi cotali

essi

possan fare,

come veggiamo che fanno


,

le violenze e

le ingiurie a' sudditi

delle quali
facitori

essi
:

soldati le

pi delle volte sono ministri e


,

perci vuole la divina giustizia


storo

che cosi come coti-

furono strumento
,

alle

malvage opere de'


.

ranni

cosi sieno alla lor punizione


,

Potrebbesi anco,

ra dire

che

1'

autore avesse voluto intendere


,

per

gli

stimoli delle saette de' Centauri ne' violenti

s'

inten-

dessero le sollecitudini continue de' tiranni


si

le

quali

pu credere che abbiano


,

si

per la non certa fede

di cosi fatta gente

ancora per V avere a trovar

modo donde

venga di che pagargli; e ancora intorno

al tenergli s corti,

che

essi

non possano, o non facciano

ne' sudditi suoi quello che esso solo vuol fare, e questo
faticoso molto
:

ma comech nella presente vita si sia,


,

neir altra

si

dee intendere

le saette

da questi Gen-

SOPRA DANTE
tauri saettate ne* violenti
,

117

essere

l*

amaritndine della

continua ricordazione

la

quale hanno delle disoneste

e malvage opere le quali gi fecero con la forza della gente dell'

arme
,

e cosi coloro nella cui


si

fede vi,

vendo

si

misero

nelle cui forze


il

fidarono

con

le

mani

de' quali versarono


le sustanze
,

sangue del prossimo, ru,

barono

temporali

occuparono

la libert

sono stimolatori

tormentatoci e faticatori d^lle loro


.

anime

nella perdizione eterna

CAPITOLO TREDICESIMO
Non
era ancor di l Nesso arrivato
ec.

.ssai A.

leggiermente

si

vede qui

la

continuazione

del presente canto col precedente, in quanto nella


fine del precedente dice
,

che avendo Nesso mostrache nel sangue


il

togli quali fossero alquanti di quegli

bollivano

indietro se ne ritorn, e ripassossi

guaz,

zo

e nel principio di questo mostra

come

essi

non
,

essendo ancora Nesso dall' altra parte del fiume


trarono per

en-

un bosco
nella

della qualit del quale esso

procedendo dimostra
quattro parti
:

dividesi

questo canto
la

in

prima dimostra
:

qualit del

bosco nel quale dice che entrarono

nella seconda
1'

dimostra una ammirazione la quale ebbe

autore
si

e dalla quale per lo ammaestramento di Virgilio


solvette
'y

e parla con

uno

spii^ito

il

quale

gli

mani-

te

COMENTO DEL BOCCACCI


,

festa chi egli

come
:

quivi e perch in piante sal-

vatiche mutati sieno

nella terza dimostra


,

una spezie

di tormenti strana dalla primiera


tori

data a certi pecca-

le

cui cQlpe non furon con quelle medesime


:

de' primi eguali


d'

nella quarta dimostra per le parole

uno
,

spirito

che spezie di tormentati sieno questi


:

nuovi

e chi fosse lo spirito che parla


:

la

seconda
qui\i
:

comincia quivi

E *l buon maestro
la

la terza

Noi era/vamo
Siro

quarta quivi

Quando

'l

mae^

Dice adunque
del fiume
,

JYon era ancor di l ,

dall'altra riva

Nesso arrivato ,
,

Quando noi ci mettemmo per un bosco Che da nessun sentiero era segnato
.

E per

questo

si

pu comprendere
,

il

bosco dovere

essere stalo salvatico

e per conseguente orribile, poi,

ch alcuna gente non andava per esso


alcuni per esso andati fossero
,

perocch se
il

era di necessit

bo-

sco avere alcun sentiero


viottoli
,

e chiamansi sentieri certi


i

quali sono per

luoghi salvatichi

per an-

tifrasi

(^l') ,
,

quasi dica sentiere, cio pieno di spine e


i

di stecchi

quali in latino sono chiamati sentes


essi
,

conciosiacosach in
sia
;

sentieri

alcuno stecco non

o vogliam pur dire


,

che

si

chiami

sentieri

di-

rittamente
ni
,

perciocch in esso sieno stecchi e prutra'

conciosiacosach

luoghi spinosi sieno

e non

paia quegli potere essere senza stecchi e spine

Non fronda
cio nero
,

verde ^

ma

di color fosco
;

era in questo bosco

e questa

altra

(i)

Per Antiatosimi

ha

il

MS.

SOPRA DANTE
cosa
sto

J19
comprenda que-

per

la

quale vuole V autore


,

si

bosco essere spaventevole


,

cio dal color delle

frondi

il

quale

il

dimostra oscuro e tenebroso


,

JVon rami schietti


alla

ma

nodosi e

^rivolti

qual cosa appare non essere in esso alcuno culiiil

vatore o abitatore, per lo quale essendo

bosco
diritti

ri-

mondo
schietti

e governato
j

fossero

rami andati
con tosco ,

JVon pomi

1;'

eran

ma stecchi

cio velenosi, e questo ancora d pi piena chiarezza


della selvatica qualit del bosco.

Le

quali cose quan-

tunque

assai

dimostrino della miserabile essenza d'esso,

nondimeno per dimostrarlo ancora pi odioso, induce


due dimostrazioni
j

1'

una mostra da

certe selve
,

molto solinghe e piene


te dagl' Italiani
,

di fiere salvatiche

conosciu-

1'

altra

mostra dalla qualit degli


,

uccelli

che in esso bosco nidificano


s
,

e dice
,

JVon han
cio
si

aspri sterpi

ne

folti

spessi

Quelle fiere selvagge,


tra'

le

quali stanno

nelle selve, poste

due confini

quali appresso

disegna

che ^n odio hanno


e Corneto
i

Tra Cecina
cio lavorati
.

luoghi colti ,
i

Hanno

le fiere salvatiche
,

luoghi

la-

vorali ed espediti

in odio

in quanto gli fuggono

perciocch n vi trovano pastura

come
,

nelle selve

gli

trovano

atti alle

loro latebre

n sicuri come

le selve;

o hannogli in odio, in quanto talvolta uscen,

do

delle selve
,

vegnendo ne' luoghi

colti
i

tutti gli
:

guastano
dice
,

conte massimamente fanno


,

cinghiari

tra

Cecina e Corneto

perciocch tra queste

2o

COMENTO DEL BOCCACCI


pericolose selve e solitudini, e masd"

due ha d'oscure e
stende verso
i

simamente sopra un braccio


si
il

Appennino

il

quale
,

mezzod insino nel mare Tireno


il

il

quale

moderni chiamano

monte Argentale

nel
,

quale appare che gi in

assai parti abitato fosse


:

ove

del tutto oggi quasi abbandonato


in questo

non solamente
tra'

monte

ma

per

le

pianure

due pre-

detti termini poste

ha selve antiche e spaventevoli

nelle quali dice l'autore

non

essere
i

aspri sterpi, per,


i

ciocch sono spinosi

come sono

pruni
5

e altre pian-

te ancora pi pericolose eh' e' pruni


tra' quali dice essere queste

due termini
orribili

selve cosi

sono

Cecina e Corneto
fatto
,

Cecina un fiume di non gran


,

il

quale corre a pie o vicino di Volterra


si

dal

quale pare

comnci quella parte di


1'

Maremma

che

pili salvatica j e

altro

Corneto

il

quale un caa Viter-

stello alla

marina

non molte miglia lontano

bo

il

quale alcuni credono che gi fosse chiamato


,
.

Corito

e fosse la citta del padre di

Dardano
,

re di

Troia

Appresso mostrata V una cosa


il

per

la

quale

ne vuol dare ad intendere


trato
tra
, ,

bosco
,

nel quale enr

essere oscuro e malagevole

ne mostra

1'

al-

quella descrivendo dalla qualit degli uccelli


i

che in esso fanno


quel bosco
,

lor nidi

e dice

Quivi

cio in
j

le brutte

Arpie

lor nido fanno

e ac-

ciocch d' altra spezie d' uccelli non intendessimo

ne scrive
quelle

di quali

Arpie voglia dire

e dice esser di

Che

cacciar delle Strofade


tristo

Troiani

Con

annunzio di futuro danno

SOPRA DANTE

i^i
sie-

E acciocch
no
,

meglio per

la lor
,

forma conosciute
dicendo
,

descrive

come
late
,

sien fatte

che queste

Arpie

Ale hanno

colli

e visi

umani ,
,

Pie con artigli

pennuto 7 gran ventre


,

Fanno
d' altra

lamenti in su gli alberi strani


,

di quel bosco

quali
i

chiama

strani

perciocch son
,

forma che
.

nostri dimestichi
si

come
,

di sopra da ve-

dimostrato

Ma

avanti che pii


i

proceda

dere quel che voglia dire che


ciati

Troiani fossero cac-

da questi uccelli delle Strofade.


,

Ad

evidenza

della qual cosa da sapere

che partito Enea da


pervenne ad
isole le
,

Greti

e venendo verso Italia

quali sono nel mare Jonio chiamate Strofade

e in
,

quelle co' suoi disceso

e trovatovi bestiame assai

fattone uccidere e cuocere,

avvenne che mangian,


i

do
e

sopravvennero uccelli
,

quali sono chiamati

Arpe

quali rapivano
5

cibi posti davanti ad


gli

Enea
ancora
era:

a' suoi

non solamente
s

rapivano,
,

ma

bruttavano

quegli

quali toccavano

che

egli

no in abominazione
la

a coloro

che

gli

vedevano
le

per

qual cosa Enea comand che con


fossero cacciate via
,

spade in

mano
ro
,

Per

la

qual cosa una di

loro chiamata Celeno

portatasi sopra
:

un
1'

alto albe-

sopra di loro disse


i

voi Troiani per

averne uc,

cisi

buoi nostri

ci

movete anche guerra


l'

e volete

della lor patria cacciare


io
,

Arpie
,

ma

io

secondoch

ho da Apollo v' annunzio che non vi fia conceduto prima di potere in Italia comporre alcuna citt
,

che per vendetta


,

dell' ingiuria

la

quale n' avete


,

klta

voi sarete da

si

crudel fame costretti

che per

22

COMENTO DEL BOCCACCI


mense
,

quella voi mangerete le

vostre.

Col quale

tristo
,

annunzio

di futuro

danno

Enea quasi

cacciato
:

si

parti di quelle isole verso Italia navicando

e sono

quelle isole

le quali

solevano essere nominate Piote,


,

per chiamate Strofade


furono
le

perciocch insino a quelle


essendo state cacciate dalla

dette Arpie

mensa

di

Fineo re

d' Arcadia, seguite


essi
,

da Zeto e d'A-

chelaije perciocch
fecero fine alla caccia

quivi per

comandamento
,

e tornaronsi indietro
,

sono
in la-

isole

chiamate Strofade
.

il

qual

nome suona
si

tino conversione
pili

Di queste Arpie
la

dira alquanto

distesamente
si

dove

il

senso allegorico del precos

sente canto

dimostrer.

E
,

avendo per molle


di

cose

r autor dimostrata
,

la qualit

questo bosco,
la

seguita

E */

buon maestro

dove comincia
,

se-

conda parte di questo canto


scrive

nella

quale

l'

autore

un'ammirazione

la

quale ebbe, e dalla quale


s

per lo ammaestramento di Virgilio


la

solvette

e par-

con uno spirito,


quivi e

il

quale
in

gli

manifesta chi egli ,

come
:

perch

piante salvatiche mutati


in

sieno

e dividesi questa parte


gli

nove

nella
:

prima
se,

Virgilio

dimostra in qual girone

egli

nella

conda

si

maraviglia P autore d' udir trar guai


cui: nella terza Virgilio gli
si

non veder da

mostra come
1'

da questa maraviglia
fa quello
rito
il

solva

nella

quarta

autore

che Virgilio
si

gli

dice: nella
:

quinta lo spisesta

schiantalo
,

rammarica

nella
:

Virgilio

consola

domandalo
:

chi egli

nella settima Io

spirito dice chi egli


lio
,

nella ottava
si

il

domanda
,

Virgi-

come

in quelle piante

leghino

e se alcuna se
alla

ne

scioglie

mai

nella

nona

lo spirito risponde

SOPRA,
terza quivi
si
iS*
:
:

DANTE
:

123
Io sentia:
:

domanda. La seconda comincia quivi


Per disse :
:

la

la

quarta quivi
:

Allor por^

la

quinta quivi
:

E7

tronco suo
quivi
:

la sesta quivi: s
:

egli a\fesse
:

la settima

E 'l tronco

la

ottava quivi
soffi
:

Per ricominci:
adunque
,

la

nona quivi: Allor


disse
:

dice

EH

buon maestro ,
,

avanti che

pii entre

infra questo bosco


,

Sappi che
si

se'

nel secondo girone

cio nella seconda parte del settimo cerchio nel quale

punisce la seconda spezie de' violenti


,

cio coloro

quali

o s medesimi uccisero

lor beni matta-

mente dispersero e dissiparono


(

Mi

cominci a dire
tu verrai
'1

")

e sarai mentre ,

Che
sopra

neV

orrihil sabbione
la terza

quale

si

punisce
,

spezie de' violenti

Per riguarda bene e s vedrai Cose che torri en fede al mio sermone
se tu

non

le vedessi, e ci
,

sono

gli spiriti essere

divenuti
,

piante silvestri
le quali parole

e in quelle piagnere e dolersi

Per
,

1'

autore divenuto pi attento


la

dice

Io sentia d'ogni parte, Qni comincia


te della parte

seconda par-

seconda principale di questo canto, nella


si

quale T autor veder da cui


;

maraviglia d' udir trar guai, e non


,

e per dice
,

Io sentia d' ogni parte


,

di quel bosco

trarre guai

E non
E

vedea persona che

'l facesse

Perch' io tutto smarrito m' arrestai


questo ismarrimento avvenne
, ,

perciocch immagi-

nar non potea

che
i

guai

quali udiva uscissono


;

di que' bronchi
lo

quali vedea

e quinci scrive quelsi

che estim che Virgilio credesse, quando

mosse

1 24

COMENTO DEL BOGC ACCt


,

ad aprirgli * donde quegli guai venivano dicendo

la
^

c^edo eh'

ei

credette

Virgilio
,

eh' io

credesse

Che tante voci ,


chi
t

dolorose

uscsser tra que' broii"

Da

gente che per noi


il

si

nascondesse :
la terza parte
,

Per disse

maestro

Qui comincia

della seconda principale di questo canto

nella quale
si

Virgilio gli mostra


solva, e dice
,

come da
il

questa maraviglia

Per disse

maestro: per lo credere

che esso credesse

c. se tu

tronchi
este piante
>
i

Qualche fraschetta d' una d'


Li pensier
guai
i

e'

hai , cio che quegli che traggono


,

quali tu odi
tutti

sian gente che per noi

si

nascon-

da

sifaran
il

monchi ^

cio senza alcun valore

siccome

membro monco,
.

cio invalido e

impola

tente ad alcuna operazione

Allor Qui comincia

quarta parte della parte seconda di questo canto, nella

quale P autore fa ci che Virgilio

gli

dice

e per se,

gue
la

Allor , mosso

dal consiglio di Virgilio

porsi

mano un poco alante


j
,

E colsi un ramucel da un gran pruno


chiamai pruno
mostrato
,

perciocch era
;

come

di

sopra ha
,

pieno di stecchi
la

E 'l

tronco suo

Qui

comincia
sto canto
rica, e

quinta parte della parte seconda di quesi

nella quale lo spirito schiantato

rammapruno
:
,

per dice,
colto avea
,

E 'l tronco
altri il

suo

, il

cio quel

donde

o ver troncato

ramucello
,

o se-

condoch spongono
particella tronca

tronco suo
,

cio quella
:

da quel gran pruno

grid

perch

mi schiante E

queste parole paiono assai dimostra,

re la parte schiantata essere quella che parl

non

^UPRADANTE
quella d' onde fu schiantata
,

laS

comech appresso pala


pruno
pruno
,

pure aver parlato e parlare

il

Da
te

che fatto fu poi d sangue bruno


,

cio tinto

il

quale usciva del


stato schiantato
il

per quella par,

donde era

ramucello

Bicominci a gridar : perch mi scerpi? Non hai tu spirto di pietade alcuno


Quasi voglia qui Fautore mostrare, avere
compassione V uno delle pene
dell' altro
',

"''
'

dannati

e questo
1'

mostra, in quanto questo pruno non sapeva che


tore fosse pi
stragli nelle

au-

uomo che
,

spirito

poi segue

mo-

sue parole
,

perch di lui doveva avere

alcuna piet dicendo


vita
,

Uomini fummo ,
sterpi
,

nelP altra

ed or siam fatti

in questa

Ben
Se

dovrei)}/ esser la tua

man pii pia ,

in ritenersi di

non avermi schiantato

stati

fOS somo anime di serpi


s'

le quali,

perocch crudeli animali sono, forse parrebusasse

be che meritato avessero che verso loro non

alcuna piet. Appresso queste parole del pruno, per

una comparazione dimostra


uscissero di questo

in

che maniera

le parole

pruno

e dice,

Com,e d" un stizzo verde , eh' arso sia

DalV un

de' capi , che dall' altro


;

capo

geme

acqua come spesse volte veggiamo

e non solamente

geme acqua, ma ancora


dore
,

cigola, cio fa

un

sottile stri-

quasi a

modo

d'

un

sufolare

cigola per vento che

va via ;

egli

vero che ogni animale vegetativo in nudrimento

di s attrae con le sue radici quella parte d'ogni elemento

che

gli

bisogna; e perci quella parte che trae dal

a6

COMENTO DEL BOCCACCI


,

fuoco e dalla terra

consiste nella solidit del legno


il

e senza alcun sentore ardendo

legno

si

riprende

il

fuoco quello che di lui nel legno


te

e similmen:

quello che

v'

terreo

converte in terra
;

ma

dell'

umido
1'

e dell' aere non avvien cos


,

perciocch

essendo

umido
e per

siccome da suo contrario, caccialo

dal fuoco, ricorre a quella parte

donde noi

il

veggia.

mo uscire
more
luto
1'
,

pori del legno ne

geme

fuori

Ma

questa umidita non fa nel suo uscire fuori alcun re:

1'

aere ancora per non esser dal fuoco riso-

gli

fugge innanzi
,

quando

tiene la via

che

fa

umido
pori

volendo tutto insieme esalare, e trovando


,

stretti

uscendo per

la strettezza di
,

quelli

fa

col suo

impeto quello stridore


dall'

o cigolare che dir


,

vogliamo 5 e convertito
via
:

impeto in vento

va
^

dice

adunque che
,

Cos di (Quella scheggia


,

cio di quel legno

usciva insieme

Parole e san
:

sue
avea

come

dello stizzo acqua e vento


cio
il

ond' io la

sciai la
,

cima y

ramucello che schiantato

Cadere , e

stetti

parendogli aver

come l' uom che teme fatto men che hene . Ma Virgilio
, ,

ve-

dendolo spaventalo
sognava
,

suppl prestamente quanto bi1'

e a sodisfare all'olFeso, e a rassicurar


,

au-

tore dicendo

S' egli avesse

Qui comincia
,

la sesta

parte di questa seconda parte principale


Virgilio
il

nella quale
:

consola

domandalo chi

egli

dice

adunque

S' egli avesse potuto creder

prima

che egli avesse schiantato questo ramucello,

Rispose

il

duca mio , anima lesa

cio offesa

SOPRA DANTE
Ci e ha veduto, con
lo schiantare
il

la;
ramucello
,

pur con la ma rima


rispose

cio con le parole


,

me

sole

e vuoisi questa lettera cosi ordinare


:

Il

duca mio

luto

anima lesa , se egli avesse prima p* pur con la mia rima credere ci che ha veo
,

dato

JVon avrebbe egli in te la


a cogliere
il

man

distesa

ramucello:
i

Ma
i

la cosa incredibile, cio


quali esso sentiva
,

che di voi uscissero

guai

ini

fece

Indurlo ad ovra

di*

me

stesso

pesa

,
.

cio a schiantare quel

ramo
,

dalla tua pianta

Ma
qual
vi
,

digli chi ta fosti


,

che in vece ,
,

cio in luogo
fatta
t'

D' alcuna ammenda


,

alP offesa
cio
,

la

ha

tua fama rinfreschi

rinnuo-

col dire alcuna cosa laudevole di te

Nel mondo
cio lecito
,

su

dove tornar gli

lece

siccome ad

uomo che
s
,

ancora vive, e
la set-

non dannato.

E 7 tronco:

Qui comincia
e per

tima parte della seconda principale di questo canto,


nella quale lo spirito dice chi egli
cia
,
,

comin-

E 'l

tronco

s
,

col dolce dir

cio con la soa-

vit delle tue parole

m* adeschi

cio

mi

pgli

spezialmente in quanto m'imprometti di rinfrescare la

fama mia
io

nel

mondo

Ch' io non posso tacere , che

non

ti

manifesti quello di che tu

mi domandi
noioso

e per

e voi non gravi

cio

non

vi sia

Perdi' io un poco a ragionar m' inveschi ,


cio

mi

distenda

mostrandovi quello perch merita-

mente potr

rinfrescare la

fama mia.
le chiavi
.

Jo san colui che tenni ambo

COMENTO DEL BOCCACCI


lo spirito chi egli ,

Qui dimostra
lo proprio

ma

noi dichiara per


nella

nome, ma per alcuna circunlocuzione,


la

quale egli intende di dimostrare


le

preeminenza

la

qua-

ebbe in questa
il

vita
,

e oltre a ci la cagione che da

quella

togliesse

e fosse cagione della sua


,

morte

e ancora dimostra la innocenza sua

credendo per
5

questa circunlocuzione essere assai ben conosciuto

per acciocch con


circunlocuzione
,

men

fatica

s'

intenda questa sua

da sapere che costui


,

fu maestro
,

Piero dalle Vigne

della citt di
,

Capova

uomo

di

nazione assai umile

ma

d' alto

sentimento e d' inge-

gno
tore

e fu ne' suoi tempi reputato maraviglioso detta,

e ancora stanno molte delle pistole sue

per le
e per

quali appare quanto in ci artificioso fosse

questa sua scienza fu assunto in cancelliere dell' im-

peradore Federigo secondo


astuzia
dell'

appo
,

il

quale con

la

sua

in tanta

grazia divenne
gli

che alcun segreto


;

imperadore celato non


,

era

n quasi alcuna
,

cosa

quantunque ponderosa
si

e grande fosse

senza
assai

il

suo consiglio
teva apparire

diliberava

perch del tutto

po,

costui tanto potere dell'


fosse
gli
il si

imperadore
cosa

che nel suo voler


per
la

il

no

di ciascuna

qual cosa

era da molti baroni e grandi


;

uomini portata

fiera invidia

e stando

essi

continuala

mente

attenti e solleciti a poter far cosa


il

per

quale
,

di questo suo grande slato

gittassero

avvenne

se-

condoch alcuni dicono


ra con la chiesa
,

che avendo Federigo guerlettere false


,

essi

con

e con

testi-

moni subornati
questo

diedero a vedere

ali'

imperadore

maestro Piero aver col papa certo occulto

trattatp contro allo stato dell'

imperadore

e avergli

SOPRA DANTE
ancora alcun segreto
dell'

129
s

impera dor rivelalo^ e fu


,

questa cosa con tanto ordine

e con tanta e

efficace

dimostrazione

fatta dagl' invidi


^

vedere all'imperadore,
il

che esso

vi prest fede

e fece prendere

detto

mae-

stro Piero e metterlo in

prigione

non valendogli
dell'

alcuna scusa

fu alcuna volta nelP


:

animo
egli

impe-

radore di farlo morire


te credesse quello

poi, o

che

non pienamenmaestro Piero

che contro

al detto
'1

detto gli era


di

altra
,

cagione che

movesse, diliber
il

non

farlo

morire
,

ma

fattolo abbacinare
la

mand

via.

Maestro Piero
,

perduta

grazia del suo signore,


Pisa
,

e cieco

se ne fece

menare

credendo quivi
il

men male

che in
,

altra parte

menare
gli

residuo (i)

della sua vita

si
,

perch molto
e
si

conosceva divoti

del suo signore


viti gli

ancora perch forse molto ser;

avea mentre fu nel suo grande stato


si

ed

es-

sendo in Pisa, o perch non

trovasse
si

Pisani amici

come

credeva, o perch dispettar

sentisse in parole,

avvenne un giorno che


che desider
quale
spose
il

egli in tanto
j

furor

s'

accese
il

di

morire
,

domandato un
me'

fanciullo
,

guidava
fanciullo

in qual parte di Pisa fosse

gli

ri-

il

voi siete per


^
11

la

chiesa di san
,

Paolo in riva d*Arno


se al fanciullo
,

che poich udito ebbe


il

dis-

dirizzami
il

viso verso

il

muro
,

della

chiesa

: il

che come

fanciullo fatto
,

ebbe

esso so-

spinto da furioso impeto


guisa d'

messosi

il

capo innanzi a

un montone
,

con quel corso che pi impe-

tuoso pot
chiesa
,

corse a ferire col capo nel

muro

della

e in questo feri di tanta forza, che

la testa gli

(1) Il resJdio.

COM, DI DAMTE T.

Ili

1 si

3o
spezz
,

COMENTO DEL BOCCACCI


e sparsegJisi
il

uscito del luogo suo, e quivi cadde morto: per la quale disperazione 1' utore siccome contro a s medesimo ,
,

cerebro

violento

il

dimostra in questo cerchio esser dannato

dice adun-

que

cosi
,

lo son colui

che tenni

ambo
,

le chiay^i
:

Del cuor di Federigo, imperadore


ste parole dire
,

e vuole in quele

io son colui
si

il

quale con

mie
di

di-

mostrazioni feci dire

e n
volli;
i

ali*

imperadore

quale
il

lunque cosa come

io

perciocch siccome
,

chiavi aprono e serrano

serrami

cos io

apriva
j

volere e

'1

non volere dell'animo


e che le volsi
,

di

Federigo

e pe-

r segue

Serrando e disserrando

s soa\^i
,

cio con tanto suo piacere e assentimento

Che dal
in tanto gli

segreto suo quasi ogni

uom

tolsi

sto

mie dimostrazioni: e quedetto vuol dimostrare, che meritamente avea


erano accette
le

ogni altro

tolto

dal segreto

dell'

imperadore

di-

cendo

Fede portai al glorioso


cio d* essere suo secretano

ufi zio
,

per
,

la

qual quasi

si

p-

leva dir lui essere imperadore

Tanta ,
Perdes
il

eh' io

ne perdei
1'

il

sonno

e* polsi
,

sonno per

assidue meditazioni

le

quali

costui vuol

mostrare che avesse in pensar sempre


;

a quello che onore e grandezza fosse del signor suo

e in ci dimostrava slngulare affezione e intera fede

verso di lui
nelle quali

polsi son quelle parti nel corpo nostro,

si

comprendono

le qualilh

de*

movimenti
si

del cuore

e in queste pi e

men

correnti

dimo-

SOPRA DANTE
strano le virt vitali
,

i3i
il

secondocb

cuore pi o

meao
lui

oppresso da alcuna passione^ e perci dicendo


i

costui * avere perduti

polsi, possiamo
s

intendere

voler mostrare, s con

assidua

meditazione
,

avere data opera alle bisogne del suo signore


spiriti vitali
,

die

gli

o per difetto di cibo

o di sonno o d'al,

tra cosa

ne fossero indeboliti talvolta


la

e cos essersi
de' lor

perduta

dimostrazione,
polsi

la

quale

movi-

menti fanno ne'

E
,

detto questo dimostra la


e della sua morte dicen,

cagione del suo cadimento

do

La

meretrice
,

cio la invidia

la
si

quale perci
mette
,

chiama meretrice
quelle

perch con

tutti

come

femmine
\

le quali noi

volgarmente chiamiamo

meretrici

vogliendo in questo, che

come
a'

quelle femelle
il

mine hanno alcun merito da coloro


sottomettono
,

quali

si

cosi la invidia aver

per merito
:

di-

sfacimento di colui al quale

ella portata
s'

ma

per-

ciocch ancora in parte alcuna non

giugulare ra-

gionamento avuto
al

di questo vizio

perciocch ancora

luogo dove
,

si

puniscono

g' invidiosi

non s^ per-

venuto

poich qui cos efficacemente in poche pa,

role ne parla

sar utile secondo quello


i

che di cjue,

sto vizio sentono

poeti dire alcuna cosa


vizio

Descrive

adunque questo pessimo


gior

Ovidio nel suo mag-

volume

in questa

forma

dornus est imis in vallibus antri


ji bita
Tristis
,

sole carens
et ignavi

non

ulli pervia vento

pienissima rigori s

et

quae

Igne vacet semper , caligine seniper abiindel.

poco appresso seguita


videt intus

edentem

, ,

32^

COMNTO DEL BOCCACCI


,

Fipereas carnes
lwidian
Sfirgit
:

vitiorum alimenta suorum


;

visaque oculis aderti t

at illa

humo pigra ,

semesariinque relinquit
inerti

Corpora serpentum , passuque incedit

poco appresso
,

Pallor in ore sedei

niacies in corpore toto


,

Nusquam

recta acies
,

livent rubidine dentes

Pcctora felle virent


Jiisus ahest
;

lingua est suffusa veneno

quem visi movere dolores Wec fruitur somno , vigilacbus excita curis ; Sed vdei ingratos , intahesciique videndo , Successus hominum : carpi tque , et carpi tur una Suppliciumque suum est eie.
nisi
nelle quali descrizioni se

noi
i

sanamente riguarderepestiferi effetti di

mo

assai

appieno vedremo

que-

sto vizio: essa


scritto
,

secondoch noi veggiaino da Ovidio


nelle
valli
,

abita

cio secondo
^

il

giudicio

dell' invidioso nelle

pi misere fortune

perciocch
quali esso

allo invidioso

pare sempre, che coloro

alii

porta invidia sieno in maggiore e migliore e pi rilevata fortuna di lui:


dell' invidia
,

e oltre a

ci

nell'abitazione
,

cio nel petto dello invidioso


vi spira

non luce
v' entra
,

mai

sole

alcun vento
di verit
, ,

cio

non

mai alcuua cognizione

n buon consiglio

u parole salutifere d^ alcuno


tristizia
,

ma sempre
:

pieno di

ed freddissimo

siccome quello nel quale


e in quanto dice

stare
i

non pu alcun caldo

di carit
,

suoi cibi essere carni di vipere


la

dobbiamo

inten-

dere

crudelt de' suoi pensieri


,

e de' suoi divisi e


,

appetiti

de' quali

miseramente aspettando
.

esso pa-

3ce la dolorosa

anima

Poi dice questa invidia andar

SOPRA DANTE
con pigro passo
dere
il 5

i33

per

la

qual cosa posslam compren-

peso e

la

gravezza del vizio opprimere lanlo


,

colui che compresso n'

che ad ogn'
il

altro

movi-

mento, che
petito
,

a quel solo al quale


:

tira

il

corrotto ap-

esso sia tardo e lento


assai
sia
,

e che esso sia pallido e

magro
quanta

convenientemente detto, a dimostrare


la

forza

della

passione la quale dentro


virt

l'affligge

intantoch dando impedimento alla

nutritiva, causa la palidezza e la

magrezza.
parte alcuna

in

quanto scrive che

la

invidia
il

in

non

guarda diritto, ne dimostra


essere perverso
,

giudicio dell' invidioso


:

e contro ad ogni ragione e dirittura


,

1'

avere essa
all'

denti rugginosi

ne dichiara

il

rado

uso che
coloro

invidioso pare avere nel poter divorare


,

alli

quali porta invidia


sia
:

quantunque
il

egli

in

continuo esercizio ne
lo fiele
,

V avere

petto verde per


,

il

quale abitacolo

dell' ira

ci si

dichiara

mai

nel petto dell'invidioso seccarsi o venir


starvi

meno, ma
,

sempre vivervi e

verde

1'

iracondia

la

quale

sempre, siccome offeso dall'altrui


vendetta, e
porta
,

felicit, lo

stimola a

al

disfacimento di colui a cui invidia


,

cosi ancora
,

avere

la

lingua senpre bagnata


il

di veleno

dobbiam comprendere
,

continuo eserci-

zio dell' invidioso

il

quale dove con altro offender

non pu
nocive
,

non

si

vede mal stanco di raccontar cose


.

e di seminare scandolo

Oltre a tutto questo

non
con
lore

ride
:

mai

l'

invidioso

se egli

non ride

del

danno

altrui
la

sempre vegghia

e sta attento ad
,

ogni cosa

quale nuocer potesse


alli

con grandissimo suo do,

vedendo coloro

quali invidia porla


:

lieti

avvenimenti degli uomini

percioccli

nelle

corti

, ,

i34
avanti

COMENTO DFX BOCCACCI


sempre di quegli che sono messi
,

de' grati principi ha


,

o degni o non degni che sieno


lasciati

e di quegli

ancora che sono

addietro

e questo vizio

non
feli-

altro che una passione


cita
,

ricevuta
la

per V altrui
,

senza offesa di colui che

passion riceve
,

par

di necessit le corti doverne esser piene

e tanto pi.

quanto maggior sono


dice
gli
1*

perla qual cosa meritamente


torti
dell'i m-

autore

questa meretrice non aver mai

occhi, cio volti in altra parte dall'ospizio


,

peradore
corti
:

e lei esser vizio e morte


cos fatto

comune
il

delle

adunque con
a fare
,

nemico ebhe
testo
si

maestro

Piero

siccome qui nel

dimostra dove
la invidia
,

dice l'autore,

La

meretrice, cio

che

mai dall' ospizio Di Cesare non torse


cio malvagi e disleali
5

gli occhi putti

Morte comune , d'ogni uo,

mo
zio

cio vizio deducente a morte

e delle corti vi-

Infiamm contro a me,


,

cio accese, gli

animi

tutti

de' cortigiani

E gV infiammati infiammar s
cio
1'

augusto,
onor, possetristi lutti
dell'

imperador Federigo
,

Che

i lieti

duti per lo glorioso uficio


in

tornaro in

quanto esso fu privato della grazia


,

impera.

dore

e dell' uficio
,

e del vedere

e cacciato via
,

L* animo mio
il

per disdegnoso gusto


,

quale

come

di sopra mostrato
,

fu tanto che

il

fece in furia divenire

Credendo
cio

col morir fuggire

sdegno

non

essere reputato

degno d' avere ricevuta


,

la

repulsa dell' iraperadore

Ingiusto fece

me

tanto

che

egli

oe merit esser dannato a quella pena

SOPRA DANTE
contra
ste

i35
in

me

giusto

Volendo per avventura

que-

parole intendere, che dove egli stim, ucciden,

dosi

mostrare
lui

la

sua innocenza

avvenne che molti


fatto
,

opinarono

non averlo per ci


dalla coscienza
,

ma
il

averlo

fatto sospinto

la

quale

rimordea

del fallo

commesso;

e per a
le

purgare questo inten-

dimento seguita, Per

nuove radici , chiamale


d' esto
,

nuove, perciocch non molto tempo davanti ucciso


s'

era

e in quel luogo convertito in pianta


,

legno

nel quale voi

mi vedete trasformato

Vi giuro : che giammai non ruppi Jede jil mio signor , che fu d' onor s degno
cati della

e poi parendogli con questo giuramento aver certifi-

sua innocenza segue


woi alcun nel

E se di

mondo

riede.
la

Conforti la memoria mia, cio

fama, che giace

uncor del colpo , che 'nVidia mi diede ,


quello apponendomi che io mai fatto non aveva
.

Un
da

poco attese
Disse

Virgilio
,

dopo queste

parole, e

poi

eh' el si tace
'l

maestro mio
,

non perder
lui
s*

ora

,
,

Ma parla
di sapere.

e chiedi

altro

ti

piace

Ond'' io

lui

domandai

tu ancora

Di
cora

quel che credi eh' a

me

satisfaccia
io,

Ch' io non potrei, domandarlo


,

tanta piet
1'

ni ac-

cio

mi preme
piet tanta

il

cuore

ed possibile

auto-

re questa

non avere avuta per compas,

sione che avuta avesse dello infortunio dello spirito

ma

per s medesimo

il

qual conosceva similmente

per invidia, non per suo difetto, dovere ricevere delle

36

GOMENTO DEL BOCCACCI


maestro Piero ricevute, e
di sopra

noie, delle quali aveva


state gli

eran predette
,

come

appare

Perci

ricominci

Qui

cotoincia la parte ottava di questa


,

seconda parte principale del presente canto


quale
il

nella

domanda

Virgilio

come
io

in quelle piante si

leghino, e se alcuna se ne scioglie mai, dice adunque.

Perci y cio per quello che

avea detto, ricoi

minci
faccia

parlar Virgilio e

dire

se

iiom

ti

Liberamente ci che
cio di confortare la rito incarcerato^
oltre alle cose

'l

tuo dir prega

memoria

tua che giace ec. Spi-

m cotesto tronco, ancor ti piaccia,


si

che dette m' hai

Di dirne come V anima


In
questi nocchi
,
,

lega
:

cio in questi legni nocchiosi


,

dinne

se tu

puoi

S' alcuna

anima
,

mai di
,

tal
si

membri ,

quali son questi nocchi


si

si

spiega

cio

sviluppa o

scioglie

Allor

sojff

Qui comincia

la

nona parte della seconda parte principale del presente canto, nella
fatta

quale lo spirito risponde alla


,

domanda

da Virgilio

e dice cosi

Allor
,

cio udita la

domanda
non
il

e volendo rispondere

soffi lo

tronco fore noioso


,
,

te, per questo dimostrando parergli


dire

amaro

come V anime diventan bronchi


soffiato

ma

il

rammemorarsi
divenuto
,

della cagione perch esso fosse tronco

e poi , che

ebbe

Si convert quel
soffiare,

vento
voce
,

che usci fuori del tronco nel


cio
:

in cotal

Brievemente sar risposto a voi

E
da

dopo queste parole


fatta

seguita la risposta alla

doman-

dicendo

SOPRA DANTE
Quando

i'

i3j

parte

I*

anima feroce ,
s

anima
cio di

di quegli

che

medesimi uccidono
di fiera
,

fero-

ce

costume e maniera

in

quanto

crudelmente e ferocemente contro


adopera
,

a s

medesima

quel corpo uccidendo ,

il

quale per albergo

e per istanza V dato dalia natura per insino allo

estremo della

vita sua

Del corpo ond"


dimonio
re

ella stessa
,

5'

divelta
,

cio cacciata e separata


,

uccidendolo

Minos , quel
1'

il

quale nel quinto canto scrive


colpe
,

auto-

essere

esaminatore delle
a

giudicatore

de' luoghi

quelle convenirsi
al

la

manda

alla

settima foce , cio


nel quale
si

settimo cerchio dell'inferno,


i

puniscono

violenti

Cade ,

questa ani-

ma mandata da Minos, in la selva , la qual tu vedi qui e non V h parte scelta una pi che un' altra,
,

nella quale ella

debba

il

supplicio diterminatole
,

ri-

cevere
stra
y

Ma

l do^f e fortuna o
fa
,

cio

caso

la
,

baie
cio
spel-

la gitta

cadere

Quii'i

germoglia
,

nascendo

fa cesto
,

come gran di spelta


gittata in

la

da una biada
raolto
,

la

qual

buona
il

terra cestisce

e perci ad essa somiglia


-,

germogliare di

queste misere piante


dice che
,

dopo questo germogliare


cio in

Surge in vermena ,
tutte le piante
:

una

sottil

ver,

ga

come
in

fanno ne'lor principii

ed
a
la

in pianta silvestra

la pianta

maggiore che

la

ver-

mena
pianta

quanto
,

la
la

vermena non pare ancora


;

atta

trapiantare
,

per

sua troppa sottigliezza

dove
,

essendo gi pi ferma e pi cresciuta


;

atta

a trapiantare

e per chiamata

quella verga degli


:

alberi che gi ha alcuna fermezza pianta

38

GOMENTO DEL BOCCACCI


,
,

L* Arpie pascendo poi delle sue foglie


che animali o vero uccelli V Arpie sieno
il

si

dir

dove

senso allegorico
,

si

porr

e qui vuole questo spiri-

to

poich mostrato ha

come
1'

quivi nascano, mostra,

re la qualit del lor tormento


stea nel
celli
',

il

quale mostra che


delli loro
a

rompere che fanno

Arpie

ramuquel-

e cosi pare quel

tormento essere simile


si

lo

che nella presente


,

vita

&' disleali
;

e pessimi
dice che
le

uomini

in

quanto sono

attanagliati

e cosi

pascendo, cio rompendo


foglie di queste piante
,

e schiantando

T Arpie

fanno dolore all'anime


le tanaglie

rile-

gate in quelle piante


pi
:

come

fanno

a' cor-

e perciocch

queste anime sono tutte intorniate


,

e chiuse dalla corteccia dell' albero loro

e per d'alil

cuna parte spirar non possono

a
'

tor \ia

dubbio
la

da qual parte esse mandin fuori


per lo dolor sentono
za vedere chi se
la
,

angoscia

qual

e che
,

1'

autore avea udita sen-

facesse
il

detto che queste

Arpie
si,

troncandole,

Fanno
le

dolore, dice che


schiantare
,

esse

milmente

con

rotture dello
,
,

fanno

e al dolor finestra
ture alle dolorose

cio
le

danno per quelle


quali

rotil

voci

per lo dolore

qual sentono mandan fuori.


dichiara la seconda parte della

questo dichiarato,
,

domanda
5

cio
,

s"*

al-

cuna mai da

tai

membri

si

spiega
il

e dice

Come
ri-

r altre
spoglie
dell'

anime verranno
i

tutte

di del giudicio a

prendere
,

lor corpi
i

cosi noi

verrem per nostre


,

cio per
,

nostri corpi
i

quali sono spoglie

anima
:

cosi

come
,

vestimenti sono spoglie del

corpo
vesta

Ma

non per

c/z"*

alcun
cio

di noi

se

ne

ri-

di quelle spoglie,

non per, quantun-

, ,

SOPRA DAOTE
que
noi vegnanio prr
i

i39
,

nostri corpi
:

clie

alcuna del-

le nostre

anime

rientri in quegli

e la cagione per,

ch alcuna di noi non rientrer nel corpo suo


per ci

Che non

giusto
ci

aver ci
togliemo
gli

eh' itom si toglie


i

Noi uccidendoci

corpi

e per non

giusta cosa che noi


rivestirgici
,

riabbiamo; e per questo senza


,

Qui

cio per questa selva


;

gli stra^

scineremo

cio strazierenio

e oltre a ci, poich

strascinati gli

aremo, e per la mesta , cio dolorosa.


li

Selva snran
appesi ,

nostri corpi , de' quali io parlo

Ciascuno al prun
cio inimica
.

dell'

omhra sua molesta


s?ia

questo finisce la

dimostrazione

Ma

qui attentamente da riguardjjre;


,

perciocch

quello che questo spirito dice


rio alla verit cattolica
,

dirittamente contra-

per

la

qual noi abbiamo,


i

che

tutti

risurgeremo e riprenderemo
,

nostri corpi

e con

essi risuscitati
1'

verremo
;

al

giudicio

universale
,

ad udire

ultima sentenza
,

e chi dice tutti


,

non ec-

cettua alcuno

dove questi dice

che V anime di co,

loro che s
ne' corpi
,

medesimi uccisono

non rientreranno

e per conseguente
.

non resurgeranno; e cosi

contradice alla nostra fede

qui da credere che

autore

non ha qui
,

fatte

narrar queste parole a


degli articoli

questo spirito

siccome ignorante

della

fede, percioccb lutti esplicitamente gli seppe, sicco-

me

nel Paradiso manifestissimamente appare;


recitare,

ma

do-

vendo questo error


poetica
la

ha qui usata una cautela


i

quale

che quante vohe

poeti
,

voglion

porre una opinione contrarla alla verit

essi si

guar-

i4o
dano

GOMENTO DEL BOCCACGi


di recitarla essi in propria persona
altro,
la
,

ma

inda-

cono alcuno

e a lui siccome quello cotale eh'

indotto tenesse,
fa in

fanno raccontare

il

che Virgilio

alcuno luogo, perciocch volendo d'una opinioquale esso non teneva esser vera compiacere
,
i

ne
a'

la

Romani

quali al suo
,

tempo erano
primo

nel

colmo

della loro grandezza

egli nel

libro dell' Enei-

da induce Giove, non quel Giove

il

quale esso
,

al-

cuna

volta vuole intendere per lo vero Iddio


i

ma
,

quello che

gentili

scioccamente credevano essere


e

Iddio, e dice, che parlandogli Venere sua figliuola

madre
d'

d'
,

Enea
il

siccome

sollecita degli

avvenimenti
,

Enea

quale era dalla fortuna del mare


,

volendi lui
,

do venire

in Italia

dove dovea essere


,

il

regno

e de' suoi successori


1'

trasportato in
:

Cartagine

tra

altre cose

le

risponde cosi

His ego nec metas rerum , nec tempora pono : Imperium sine fine dedi etc.

non

si

cura Virgilio di far mentitore costui,

il

qua-

le egli avea per Iddio falso e


parti,

bugiardo
essi

ma
,

in quelle

ove

essi

vogliono quello che


propria persona
fa
il

estimarono esser

vero

essi in

profferano

siccome

Virgilio
dell'

medesimo

sopra questa medesima materia


,

imperio de' Romani

toccando alcuna cosa

in-

torno alla fine del secondo della Georglca, dove dice:

Illum non populi Jaces ^ non purpura Regum


Flexit
etc.

Non res Romanae , Romana etc*


11

perituraque regna

supple

quale imitando l'autore,

come

in assai altre cose fa,

fa a

questo spirito dannato raccontare questa

opinio-

ne erronea

e ci

non

fa senza cagione

mn

il

fa

vo-

lendo con questa opinione ritnr coloro che V udi-

ranno dal detestabile peccato deJa disperazione^ perciocch assai volte avviene,
della pena
gli

lomini
;?irt

pii

per paura

che per amor della


.

guardarsi dalle

cose scellerate

il

vero, che

ae

a' poeti gentili gi

conceduto fosse

non pare chela


,

religion cristiana

permetta ad alcun poeta cristia

in sua persona
,

in altrui

raccontare o far ricontare

assertive

alcuna erronea cosa, e che contaria


verit, e per

sia alla cattolica

non par qui

assaiessere scusato
spirit
si

T au-

tore per aver fatto ad

uno

dannato raccontar
cosi

questo errore
acciocch
errato
:

Ma

a questo
l'

p
i:

rispondere

si

conosca

autore

questo non avere


esser

dobbiamo adunque sapei

due maniere
la giustizia

di pena, nelle quali, o

neiruna dde quali,

di

Dio condanna coloro che


1'

mah hanno
:la

adoperato

e chiamasi
illativa, e

una
altra

delle

maniere d queste pene, pena

pena privativa

pena

illativa

si

pone

nella propria persona di coli


tagliarsi

che ha peccato
o farlo d'alcuna
,

siccome

alcun
:

membro
la

spezie di morte morire


la

pena rivativa quella


esteriri di colui
,

quale s'impone nelle cose

il

quale

ha peccato, siccome
negli stati
,

nelle sue suanze


,

negli onori,

nella cittadinanza

pipandolo d" alcuna


,

di queste, o di parte d' alcuna

tutte

e per

si

pu

dir qui, perciocch le leggi teiporali

non hanno

in alcuna cosa potuto

punire queo che s medesimi


il

uccidono, perciocch

corpo

moo non pu
che
,

ricever

pena

quantunque

esse vogliar

corpi cosi

uccisi sieno gittati a divorare alle ere

questa non

14
pena
all'

COMEN'O DEL BOCCACCI


ucciso, m vergogna a chi di lui rimane;
al

e bt voglian dire, e^i infamia

nome

dell" ucciso,

questa infamia perice sotto

1'

occupazione di mag-

giore infamia; percch molto maggiore infamia


1'

essersi ucciso

eh non
.

essere poi gittato via

guisa d'

un cane

(Itre a ci le leggi
,

temporali non

possono nelle sue ose punirlo

perciocch chi s

medesimo
cosa
;

priva dela vita


,

si

priva d* ogni altra sua

sicch
,

perci le leggi facessero ogni suo

bene

occupare

a lui nei

monta niente: e deesi credere,


s'

che chi

d s

medeimo non
:

curato

non

si

cura

d'alcuna

altra suaiosa
la

e quella

non

si

pu
al

diritta-

mente dir pena

inoiposta
:

pale non

affligge colui

quale

e voledo la divina giustizia che impuosi


,

nito

non rimanga

grande eccesso, quello che non


si

pu
va

fare la tempoale
,

dee credere che essa sup-

plisce
,

e vuole

cb
'

in questi colali sia la

pena
,

illati-

siccome

ella

nell' altre

anime

de' dannati

e ol-

tre a ci vi sia laDrivativa:

ma
si

perciocch ad alcuno
cosa
torre
la di-

passato di questa^ita

non

pu alcuna
il

che sua

sia

se

on solamente

corpo

vuole

vina giustizia clu'n questi cotali sia, credano non do-

vere riavere

il

ccpo loro,
rlla
si

come
essi

l'altre
il

anime

riaran-

no

comech
:

verit

riaranno

come

V altre

e se fors

domandasse, in che sentono per


,

queste anime danate pi pena

avendo questa opisi

nione, che r

alfe

non

1'

hanno,

pu
i

cosi dire:
,

che come

1'

ani de' beali desiderano

corpi loro

acciocch comessi furono in questa vita parlefici


delle fatiche acacquistar la
cosi sieno
gloria
di vita eterna
,

con lo insieme

partetlci della gloria; cosi

SOPRA DANTE
i

i43

l'anirne dannate ardentemente desiderano di riavere

corpi loro

acciocch siccome strumenti delle loro


in

malvage operazioni furono

questa vita

cosi in

quella dannazione gli sentano punire, e sostenere

pene come sostengono


questo
oltre

esse

perci

quegli che di
,

desiderio estimano d' esser privati

sentono
|

alla

pena

illativa,
1'

similmente
autore
fa
,

la

privativa

e perci avvedutamente

questa

opiniou
giu-

raccontare ad una di quelle anime


stizia di

alle quali la

Dio permette

di stare in
,

lor

maggior pena

in questa erronea

opinione
,

e cosi senza aver dttto


dir

contro alla verit


Cristian

si

pu

P autore
,

avere

come
nel-

poeta scritto

Noi ejavamo

qui comin,

cia la terza parte principale del presente canto


la

quale

poich P autore n' ha dimostrato che pena


i

abbian coloro
violenza
,

quali nella propria persona usano

ne dimostra una spezie di tormenti, strana


peccatori, le cui colpe
j

dalla primiera, data a certi

non furono con quelle


ch non
in s
,

de* primieri eguali

percioc,

ma

nelle lor cose usarono violenza

dice cosi JVoi

eravamo ancora al tronco attesi , Credendo eh' altro ne volesse dire ,


egli
,

avendo
scritto

finito di dire

quello

che di sopra

Quando
il

noi

fummo

d' un

romor sorpresi ,
:

qual sentimmo

farsi nella selva

e quinci per

una
di-

comparazione dimostra come soprappresi fossero,

cendo,

Similemente a colui
Sente
il

che venire
,

porco

salvatico

e la caccia

cio quegli

44

COMENTO DEL BOCCACCI


dietro
il

e cani e uomini che di

cacciano,

alla

sua posta
li
,

usano

cacciatori partirsi in diverse par-

e cos divisi porsi in quelle parti della selva, don-

de stimano dover potere fuggendo passare quelle bestie

le
si

quali voglion pigliare

e questi
,

cotali
,

parli
alla

dove

pongono chiamano poste


la bestia
,

e per colui
se n'

cui posta viene


ci
,

cacciata

avvede per-

Ch' ode

le bestie

le cacciate e
i

quelle che cac-

ciano, e le fi ascile, cio

rami

e le frondi della selva,

stormire, cio far romore per lo stropiccio del porco,


e de^cani e de'cacclatori.

Ed ecco,
,

mentre

essi

stava-

no soprappresi dal romore, due dalla sinistra costa.

Nudi

e graffati

dice nudi

perciocch non erano


,

dalle cortecce degli alberi rivestiti

come eran
;

quelle

anime che
fiati

rilegate

erano in que' bronchi

e graf-

dice

perciocch di sopra detto, quel bosco


,

sser pieno di stecchi con tosco


fatte piante
,

e chi corre tra


a
s

cosi
,

non potendo attendere


si

riguardarsi

si

di necessita

che

graffi

^/uggendo
,

forte , cio

velocemente e con tanto impeto

Che della
e per erano

selva rompieno ogni rosta


graffiati: e

questo vocabalo rosta usiam


,

noi in cotali fraschette o ramicelli verdi d' alberi

con

le

quali la state cacciara le


:

mosche. Quel di,

nanzi , supple gridava


te
,

ora accorri

accorri

mor^

nelle quali parole dimostra o la


,

gravezza delhi

pena
"

la

grandezza della paura


,

altro

cui pareva tardar troppo ,

cio esser troppo lento nel suo fuggire per rispetto

a colui che dinanzi a lui fuggiva

Gridava

dicen-

do

Lana

non furo accorte

SOPRA DANTE
Le gambe
tue alle giostre del toppo
:

i45
che

ad intelligenza di queste parole da sapere

Lano fu un giovane
vani sanesi
reccia
,

sanese

, il

quale fu ricchissimo
d'altri gio-

di patrlmonio^e accostatosi
,

ad una brigata

la

quale fu chiamata

la brigata
tutti

spende,

quali

similmente erano
,

ricchi

in,

siememente con loro


in piccol

non spendendo ma giltando


che

tempo consum
;

ci eh' egli aveva, e rimase


,

poverissimo

avvenendo per caso

Sanesi

mandarono

certa quantit di lor cittadini in aiuto de'


gli

Fiorentini sopra

Aretini, fu costui del


j

numero
il

di

quegli che vi andarono

avendo fornito

servigio,

e tornandosene a Siena assai male ordinati e mal condotti


,

come pervennero

alla

Pieve

al

toppo, furono
:

assaliti dngli Aretini, e rotti

e sconftti

nondimeno
cosa a

potendosene a salvamento venire Lano, ricordandosi


del suo misero stalo
,

e parendogli gravissima
,

sostener

la

povert

siccome a colui che era uso


si

d' esser ricchissimo,


li
,

mise infra* nemici,


,

fra'

quaj

come

esso per avventura desiderava

fu ucciso

perci in
spirito
,

modo
sue

di

rimproverare, gridava quell'altro


,

le

gambe

cio

il

suo corso cos presto


,

cio veloce alle giostre del

toppo

cio agli scontri


s'

delle lance, dalle quali fuggito

non

era potendo
la

volendo in questo ricordargli


tardo
al

la

cagione

quale

il

fece

fuggire, cio la sua misera ed estrema pover-

t, nella

quale per sua bestialit era venuto

e peroc-

ch
suo

egli
,

non fu prodigo,

ma

giltatore e dissipatore del


:

il

descrive V autore in questo luogo


,

E poichh forse gli falli a la lena


cio a questo spirito,

che gridava rimproverando a

COM. DI DAJTTE T.

III.

lO

i46
Lano
,

COMENTO DEL BOCCACCI


e la morte e per conseguente la cagione della
,

morte sua
di quelle

Di

se e d'

un cespuglio ,
^

nato d' una

anime ,yece un groppo


cagne
le quali

cio

un nodo,
dietro

forse sperando per quello

non doverlo
il

di quivi poter
,

muovere
piena

le

seguivano
,

Di

loro , cio a questi due che fuggivano

era la selva

D nere cagne

bramose e correnti
catena

Come

veltri eh* uscisser di


s^

Jn quel che
li

appiatt

cio in questo secondo


,

che

avea fatto un groppo di s ad un cespuglio

miser

denti

quelle cagne

E quel

dilaceraro a brano a brano

Poi sen portar quelle membra dolenti


del dilacerato
,

Presemi allor lo mio duca per mano ,


e lasciato stare maestro Piero delle Vigne,

E menom'
,

mi

al cespuglio
,

col quale colui

s'

era aggroppalo
,

che piangea

Per

le rotture sanguinenti
,

fattegli

nello schiantar de' rami


delle cagne
,

che avvenne nell'impeto

invano

perci dice che esso piagneva

invano

perciocch non dovea per lo pianto suo mi-

nuirgli la

pena

E poi dimostra

1'

autore quello che


cio
,

questo spirito piangendo diceva

O
cos
le le

Giacomo, diceuy da

sant'

Andrea

mostra che fosse nominato quello

spirito,

il

qua-

cagne avevano lacerato.


della Cappella di santo

Fu adunque
Andrea
di

costui Gia-

como

Padova

il

quale rimase di maravigliosa ricchezza erede, e quella tutta dissip e gitt via
:

e tra V altre sue bestiali

operazioni

si

racconta

che desiderando di vedere un

,,

, ,,

SOPRA DANTE
\illa
la
:

147
in tan-^

grande e bel fuoco , fece ardere una sua ricca e bella

ultimamente divenne in tanta povert e


,

miseria

quanto alcuno altro divenisse giammai


si

laonde creder
se quello
egli

pu che

esso

molte volte piagnes-

che stoltamente avea consumato, e di che


j

doveva consolatamente poter vivere


1'

e perci

il

pon

autore siccome peccatore che us

man
:

vio-

lenta nelle proprie cose in questo cerchio

e segue

poi l'autore
dicea
,

il

rammarichio del cespuglio dicendo che

Che

t'

giocato di
,

me fare schermo?
se*

quasi dica niente

perciocch tu non
ti

campalo da*

denti delle cagne che

seguivano

e a

me

hai ag-

giunta pena

e ancor seguita io della tua vita rea


s

Che colpa ho
che tu ne
sii

cio se tu sapesti vivendo

mal governare
?

il

tuo

dannato a questa pena

Quando
Disse
delle
:

il

maestro fu sovr* esso fermo


,

cio sopra questo cespuglio

chi fosti

che per tante punte ^


,

cime del suo albero schiantate

Soffi

cio sof-

fiando

mandi fuor per quelle punte, con sangue do-

loroso sermo ?

E quegli a noi

disse

o anime,

che:

giunte t cio pervenute.


Siete
fatto di
s'

a veder

lo strazio disonesto
il

quel peccatore
,

quale a questo mo bronco

era aggroppato

C ha

le

mie fronde

da me disgiunte
,

incoglietele al pie del tristo cesto


di questo

mio cespuglio

quinci senza nominarsi


,

dice solamente la citt l onde egli fu

e ancora

/^

i48
dicendo

COMENTO DEL BOCCACCI

qual quella fosse mostra per alcuna circu inscrizione

Io fui della citt che nel Batista

Mut
nione

il

primo padrone
la citt di

a dichiarazione delle quali

parole da sapere, che secondoch alcuni hanno opi,

quando

Firenze fu da primo posta,


3

era signore dell' ascendente Marte

e per questo co^


,

loro

quali la posero

essendo pagani

presero per

loro protettore e maggiore iddio, Marte; e quello

fecero scolpire di macigno a cavallo e armato


serio sopra

e p-

una colonna in quel tempio

il

quale noi

chiaDiiamo oggi san Giovanni, e

in quello fu onorato

di reverenza e di sacrificii mentre in questa citth per-

sever

il

paganesimo
,

poi essendo qui seminata la


lasciato
,

verit evangelica
cristiani
1'

da' cittadini divenuti

error gentiliglo

fu questa statua di Mare perciocch pure ancora


,

te tratta del detto

tempio

sentivano alcuna cosa del pristino errore


lero disfare u gittar via
,

non

la vol-

ma

fatto sopra la coscia del

ponte vecchio un pilastro,

la vi

poser suso

comech
tratto dei

Giovanni Villani scriva

questa non essere stata la

prima posta della


tempio
detto,

statua di

Marte quando fu

ma

che

egli fu posto sopra un'alta torre

vicina ad Arno; e questo fu fatto; perciocch temeva-

no d'alcun
geva
,

vaticinio de'loro antichi, nelli quali

si

leg-

questa statua esser fatta sotto costellazione, che

qualora in

meno che

onorevole luogo tenuta fosse


,

fattale

alcuna violenza
;

gran danno ne seguirebbe

alla citt

e in su quella torre
,

dimor
e allora

insino al tem,

po che

Attila disfece la citt

o che la toraltra

re sopra la quale era cadesse

o che per

manie-

SOPRA DANTE
ra sospinta fosse, questa statua
-

149
Marte cadde in
la
citt
si

di

Arno
pen

e in quello
:

dimor tanto, quanto


poi riedificata al
,

a redificare

tempo

dell' ini,

perio di Carlo

Magno

fu ripescata e ritrovata

ma

'

non mai

intera

perciocch dalla cintola in su la


,

immaritrov
,

gine di Marte era rotta


:

e quella parte

non

si

e cosi diminuita

dicono che fu posta

come
Cristo

di sopra detto, sopra


.

ad un pilastro in capo del ponte

vecchio

del quale poi, essendo negli anni di

1343
se

oltre al ricordo
,

d'ogni

uomo, non
allagala

gi
si

per
fosi

molte gran piove


,

ma

per qual che cagion


,

Arno

e tutta la citt avesse

e gi

due
via
il

inferior

ponti menatine
il

similmente ne
,

men
la

ponte vecchio, e
si

pilastro e la statua
si

qual
in

mai poi n
fu

trov n

ricerc

Adunque
il

questa guisa tratta del tempio predetto


il

la detta statua,

tempio consecrato
Giovanni

al

vero Iddio, sotto

titolo
as-

di san

Battista, ed esso san

Giovanni fu
;

sunto in lor padrone e protettore de' cittadini

e cosi

fu

il

primo padrone
:

cio Marte, trasmutalo in san


,

Giovanni

ond^

e'

per questo

essere stato

Marte

la-

sciato per san

Giovanni
trista
.

Sempre con V arte sua la far


opinione erronea,
la

In queste parole e nelle seguenti tocca

1'

autore una

qual fu gi in molti antichi, cio,


,

che per

la

detta
,

permutazione

Marte con guerre e


all'

con battaglie

le quali

aspettano

arte sua

cio al
citta in

suo esercizio, abbia sempre poi tenuta questa


tribulazione e in mala ventura
:

la

qual cosa non


,

solamente sciocchezza

ma

ancora eresia

credere

;che alcuna costellazion possa nelle menti degli uo-

5o
Dio

COMENTO DEL BOCCACCI


giusti,

mini porre alcuna necessith; n sarebbe delia


zia di

che alcuno lasciando un malvagio considovesse per questo


j

glio

e seguendone un buono,
essere in fatica e in noia
,

sempre
credere

ma

si

dee piuttosto
la divina

che di molti percoli n' abbia


,

mise

sericordia tratti

ne' quali noi

saremmo venuti,

questa buona e santa operazione non fosse stata fatta


da' nostri passati
:

poi seguita continuandosi a quel


di questa iniqua

che cominciato ha a dire


dicendo

opinione,

E se non fosse che 'n sul passo d' Arno


cio in sul pilastro sopra detto
,

Kimane ancor di
come
e per
di sopra dissi
,

luif cio di

Marte, alcuna vista


,

alcuna dimostrazione: e ben dice alcuna


,

perciocch

questa statua era diminuita dalla


1'

cintola in su
i

senzach essa tutta era per


i

acque

freddi e per

caldi

molto rosa per tutto

tantoch quasi oltre

al grosso de'

membri, n delFuosi

mo

n del cavallo alcuna cosa

discernea
,

e per

quello se ne potesse comprendere

ella

fu piccola
a caval-

cosa, per rispetto alla grandezza d'uno


lo
,

uomo

e di rozzo e grosso maestro

Quei cittadin che poi la ri/bndarno (Firenze)


,

Sovra

'l

cener che d' Attila rimase


,

Avrehher fatto lavorare indarno


cio invano.

Vuole adunque questo


onor

spirito mostrare,
,

quella pietra essere stata di tanta potenza

che per

esserle quella particella d'

fatto
,

cio d' essere


ella

riservata e posta sopra quel pilastro

che

abbia

conservata in essere
ficata
,

la citta nostra
,

poich

ella

fu riedisi

la

quale altrimenti

da che che caso

fosse

SOPRA DANTE
avvenuto
,

i5i
:

sarebbe
,

stata disfatta e desolata

ma come

davanti detto

a creder questo grandissima scioc,

chezza e peccato

perciocch a Domeneddio appar,

tiene la guardia delle citt


te
,

non
:

alle pietre intaglia-

o ad alcun piando o

stella

e se

Domeneddio
il

ritrarr dalla guardia d'alcuna, tutto


ti

cielo,

n quan-

pianeti sono o stelle


.

non

la

potranno conservare
'1

un' ora
tila

Ma
,

perciocch dice sopra

cener che d'At-

rimase

da sapere che essendo Attila re de'Goti


,

passato in Italia
del

in esterminio e
,

ultima distruzione

dia

nome romano e in Romagna

e avendo molte citt in e disfatte


esso pass
1'
,

LombarToscana

gi guaste
,

secondoch
,

piace a Giovanni Villani

in

dove similmente pi ne
la

disfece, e tra

altre Firenze,
r

quale dice che occup in questa maniera

che

avendola per molto tempo assediata, e non potendola

per forza prendere

volse

V ingegno

agi'
gli

inganni

con molte e
tadini,
i

false

promessioni prese
,

animi de'

cit-

quali troppo creduli

sperando quello dove,

re loro essere osservato che era promesso

il

ricevet-

tero dentro alla citt, e per sua stanza gli assegnarono

.il Gapitollo

nel quale

esso

dopo alcuno spazio


i

di

tempo
la terra

fece convocare
,

un

maggior

cittadini

delin

e quegli facendo passare d'


,

una camera

un' altra
i

ad uno ad uno

tutti gli fece


,

ammazzare, e
n di
,

corpi loro giltare in una gora

la
il

quale dal fiume


Gapitollo
;

d'

Arno

dirivata

passava sotto
s

questo inganno alcuna cosa

sentia per la citt


,

per avventura
gora
al

si

sarebbe sentita

se

1'

acqua della

rimettere in

Arno non
:

si

fosse

veduta vermi-

glia del

sangue degli uccisi

perch gi facendone

8 ,

5
i

GOMENTO DEL BOCCACCI


cittadini
,

romore
mala
lo
,

Attila

sentendolo

mr^ndta
genie
ar-

fuori del Gaptolio certa quauiiih di sua


,

comand

loro che ad alcuno grande n piccocos, Cjuanil

maschio n femmina perdonassero; e


l

tunque molti chi qua e chi

ne fuggissono, fu
,

rij<li

manente
altri
ii

de' Fiorentini

crudelmente ucciso

e tra
,

vescovo di Firenze chiamato Maurizio


:

nomo

di santissima vita

e fatta questa uccisione,

comand

che

la citt fosse tutta disfatta e

arsa, e cosi fu ogni


:

cosa convertita in cenere e in favilla


lo scrittore di questa istoria
,

e secondo dice
il

questo fu fatto

di

Giugno

1'

anno di Cristo 45o, e poi che

ella
i

era
di|

stata edificala

^oo

anni. Poi pi volte tentarono

scendenti de' cittadini fuggiti di doverla reedlficare

ed essendo

le lor

forze piccole

sempre furono imuomini


d' at-

pediti da' Fiesolani

e da certi nobili

torno

quali estimavano la reedifcazione di quella


,

doversi in lor danno convertire

siccome poi avvencittadini

ne

ma

pure perseverando
,

essi antichi

in

questo volere

essendo

imperador Carlo

Magno
impelor forza

mandarono
radore e
al

chi supplicasse in lor

nome

e all'
la

popolo di
si

Roma

che con
:

la citt antica

potesse rifare

ottennero la dimanda
,

loro^ e oltre a ci scrive Giovanni Villani

che

Rodo-

mani mandarono molti


e de^

nobili della loro citt a

verla riabltarej e cosi con la forza dell' imperadore

Romani
,

e ancora de' discendenti degli antichi


tutti a
1'

cittadini

che

ci concorsero

fu

sopra

il

ce-

nere, cio sopra

arsioni rimase d' zollila reediflcata


1'

Firenze

e abitata

anno

di Cristo

802

all'entrata

del mese d'Aprile. Ultimamente questo spirito aven-

SOPRA DANTE
do dimostrato
s'

iS3

di

qual
,

citt fosse

dice di die morte


,

uccidesse dicendo

Io f giubbetto
e cosi

cio forche

a me delle mie case,


per
la

mostra s'impiccasse
casa
:

gola nella sua

medesima
,

la

quale dice
si

avere a s fatto giubbetto


a Parigi

perciocch cos
i

chiama

quel luogo dove


*

dannati dalla

giustiziai

sono impiccati

costui dall'autor
,

nominato,

credo per T una delle due cagioni


de' parenti che di

o per riguardo
i

questo cotale rimasero,


,

quali

per avventura sono onorevoli uomini


gli

e perci

noa

vuole maculare della infamia di cos disonesta


,

morte

o vero perciocch in que' tempi, quasi come


nella citt nostra,

una maladizione mandata da Dio


pi se ne impiccarono
porlo a qual pi
gli
,

acciocch ciascun possa ap

piace di que' molti

ALLEGORIE DEL CAPITOLO TREDICESIMO

Non

era ancor di l Nesso arrivato

ec.

.vendo

la

ragione nel sperior canto mostrato


i

all'autore qual sia la colpa di coloro

quali violen-

za usano nel prossimo o nelle sue cose,

pi avanti
dimostra a

per lo settimo cerchio procedendo

gli

qual pena dannati son coloro

quali in s medesimi

crudelmente adoperano
gittano e

e le lor cose

bestialmente

consumano

descrivendogli primieramente

quegli che contro a s uccidendosi hanno bestiai-

COMENTO DEL BOCCACCI 54 mente adoperato essere a perpetua pena dannati ; e


1
,

la

pena questa
inferno
,

die

essi dalla

divina

giustizia git,

lat in

quivi diventano salvatiche piante


e frondi
1'

e che delli loro rami


si

Arpie schiantando
,

pascono

di

che intollerabile dolor sentono

il

quale per quelle rotture con dolorosi lamenti mau-

dan

fuori

dicendo ancora esse Arpie sopra

lor

rami fare
glia

il

nido loro; e in accrescimento della lor do-

mostra loro essere nella loro opinione privati

della speranza di doversi di lor corpi rivestire al d del

giudiclo

come

tutte
si
1'

1'

altre

faranno

adunque da
conver-

sapere
1'

acciocch

conosca qual ragione movesse

autore a fingere
piante,
1'

anime

di questi dannati
tre

tirsi in

anime nostre avere


prima
la

potenze prin-

cipali
la

delle quali la
la

potenza vegetativa
generati siamo
,

quale ne d

natura

come

in

quanto cominciamo per questa potenza a prender nutrimento


,

per lo quale

1'

esser nostro

si

conserva e
noi con

aumenta

e in questa potenza
gli alberi
,

comunichiam

V erbe

e con
.

e con ogni altra creatura in-

sensibile

L'\

seconda

potenza

la

sensitiva

la

quale l'anima nostra, avantich noi nasciamo, riceve


dalla natura
,

in quanto noi

cominciamo

a sentire
,

a muoverci nel ventre della nostra

madre

comech
nostro

questa potenza non


fetta
,

ci sia

nel principio conceduta per-

ma

poi in processo di
,

tempo
;

dopo

il

nascimento

riceve perfezione

e in questa potenza
,

comunichiamo

noi con gli animali bruti

cio con le

bestie, e con gli uccelli e co' pesci, e con


altro animale ha sentimento.

qualunque

La

terza

e ultima po,

tenza la razionale

la

quale da Dio n' infusa

e di

SOPRA DANTE
singoiar grazia clonata
,

i55

dolala di ragione, di volont

di

memoria,

e gli efFelli veri di questa potenza


,

non
per-

appariscono in noi se non nella perfetta eia


ciocch allora sono
si

gli

organi, per

quali le sue virt


5

dimostrano, compiuti ed espediti


simiglianti a

e in questa sia-

mo

Dio, e con

gli

angeli comuniclia-

mo. Ora
assai

percioccli chi s

medesimo uccide, appare


non pare
conciosia-

manifestamente aver cacciato da s e j>erdulo


di

ogni ordine

ragione e d sana volont


si

che animale razionai


cosach
1'

possa chiamare

animai razionale con ogni sollecliudiue


il

curi di conservare
gliore
,

suo essere e di farlo sempre mi-

e a suo potere in pi lunghezza di


.

tempo

di-

stenderlo
cisi
,

Comech d' alcuni non prima facie, come


,

si

legga essersi gi uc,

bestiali

ma

mossi da

alcuna ragione

siccome ne scrive Valerlo Massimo


y

de

institutis antiqiis

di

quella donna antica, la

qual diceva nel suo tempo non aver veduta contra


di s la fortuna turbata
,

e per con volontaria morte


altri

volea pervenire a non doverla vedere. Alcuni

ex

proposito

si

sono uccisi per tedio della presente vita,


migliore
,

sperando

di trapassare a
,

siccome di Catone

Uticense leggiamo

il

quale prima feditosi, e sentito

da suoi servidori

alutato e fascialo, e ancora toltagli

ogni materia da potersi uccidere^ leggendo nel mezzo


del silenzio della notte quel libro
,

nel quale Platone

scrive della eternit dell'anima, sfasciatosi e con le

mani proprie ampliata


ad abbandonare
il

la

piaga

costrinse

lo spirito

misero corpo. Alcuni


vita
s'
,

altri

ancora,

non per tedio della presente

ma

per desiderio e
,

con isperanza

di

migliore

uccisero

siccome

si

i56
in Egitto

CGMENTO DEL BOCCACCI


,

legge di coloro
,

quali udita la dottrina di Ferecide

nella quale esso


la

con tanta

efficacia di ser,

mone

dimostrava

beatitudine della vita futura


;

corsero inconsideratamente alla morte

ma

con che

cagione

si

movesse qualunque
:

si

fosse

stoltamente e

bestialmente adoperarono

perciocch secondo ne di,

mostra Tullio nel sogno di Scipione

lo spirito

da

rendere e non da cacciare; puot^ adunque apparere,


quelli cotali che s

medesimi uccidono, aver perduto

quello perch chiamati debbano essere animali razionali: oltre a questo


,

perciocch ogni animale, non


,

razionale

ma

sensibile

quanto puote naturalmente

fugge
civa
,

non solamente

la

morte

ma
al

ogni passion nosenso


,

siccome contraria e nimica


,

non pare

che colui

il

quale contro a questa universal natura


,

delle cose sensibili adopera

siccome coloro fanno


si

quali s medesimi feriscono e uccidono, non

possa o si

debba giustamente dire


ch pure animale
spezie, la quale
,

sensibile

animale; e perciocdi quella

resta

ad essere animale

non ha n ragione n sentimento, cio


1'

vegetativo
iu questo

e perci

autore in forma di vegetativo

luogo dimostra coloro che s medesimi


,

uccidono

cio in forma d' albero

il
,

qual descrive

noderoso e avvolto e pien di stecchi


questo significare
il

volendo per

nudrimento

della potenza vegeta-

tiva essere stato in cosa del tutto trasvolla dalla ragio-

ne, e contro ad ogni


nosa
.

diritto

sentimento aspra e

spi-

Che

1'

Arpe sleno loro cagione di doglia e di


la

tormento, pu esser questa

ragione: viene tanto a


,

dire in latino questo vocabolo Arpia


cit

quanto rapa-

o rapina; e perciocch

la

cagione della perdizion

SOPRA DANTE
di queste

iSy

anime

la

rapina

la

quale a s mede,

simi fecero della presente vita

uccidendosi

cono-

scendo esser ci, e rammemorandosene, se u dolgono


e attristano con perpetui guai
le fa dolorose
,

cos

questa rapina

e ancora le costrigne a rammaricarsi


il

e a far sentire

suo rammarichio
questo
,

non solamente

gli attristano di gli


1'

ma
5

ancora col toccar loro

rendon brutti e
alto

fetidi

intendendo per questo


lutto

abominevole

della
,

uccisione aver del

ogni lor fama maculata

e renduta orribile e
;

biasii

mevole

nel cospetto delle genti

e in
,

quanto fanno

nidi sopra le lor dolorose piante


il

vuole mostrar cosi

lor dolore doversi

continuamente aumentare, come


s'

la quanit de"*

tormenti

accresce nidificando e

fi-

gliando. Della loro erronea opinione assai detto nella

esposizlon testuale
so allegorico

e questo sia detto

quanto

al sen.

di coloro che s

medesimi uccisero
i

Resla a vedere della pena di coloro

quali
la

bestie. 1,

mente consumarono
che Tessere
nati e lacerati
i

le

lor suslanze

qual dice

miseri da nere cagne seguitati, e sbrala

cui significazione assai leggiere a


i

poter vedere

conclosiaeosach coloro

quali di ric-

chezza
povert

per lor male adoperare vengono in estrema


,

siano continuamente

afflitti

e stimolati

anzi

nelle coscienze loro stracciati da amarissime rimorsioni del lor bestialmente aver gittato quello che dovean,

quanto

la lor vita durasse, sostentare e aiutare


,

e son

questi colali

o da tante cagne morsi, o

in tante parti

sbranali, quante sono le passioni le quali lor soprav-

vengono per

la

loro inopia

siccome

la

fame,

la
,

^te,la indigenza

del vestimento,

del calzamento

i58

GOMENTO DEL BOCCACCI


, i

le infermit
li

disagi

rimproveri
fare,

le beffe, le

qua-

di s

o veggono o odon

o credon che

fatte sie-

n0 5 e son queste cagne


tristizia
,

tutte nere, cio tutte piene di


;

la

qual per lo color nero significata


,

cor-

renti e velocissime

in

quanto subitamente in qua,

lunque parte
e chiamar

si

sieno gli giungono e affliggono

in

tanto che esse fanno loro spessissimamente desiderare


la

morte

e questo basti alla

parte se-

conda

CAPITOLO QUATTORDICESIMO

Poich la carit del natio loco

ec.

.ssai ixi

manifesta la continuazione di questo can5

to col precedente

in

quanto nella

fine del superiore


,

scrive,

come

pregato fosse da quello spirilo


,

che di-

cea aver fatto giubbetto a so delle sue case


raccogliesse
le
i

che esso

rami e

le

frondi sparte dall' impeto del-

cagne

le quali
^

avevano lacerato Giacomo da sanprincipio di questo mostra

to

Andrea

e nel
:

come
i

le raccogliesse

e poi seguendo dimostra in questo


,

settimo cerchio punirsi quella spezie de' violenti


quali contro a Dio
fecero
nella
:
,

e contro
il

alle

sue cose violenza


,

e dividesi

presente canto in otto parti


la

prima descrive
;

qualit del luogo

nel quale

dice s esser venuto


duti greggi

nella seconda dice se avere vee

d'anime dannate,

dimostra

la

pena

,,

SOPRA DANTE
loro
:

iSg
,

uella terza

domanda
gli

d"*

alcun di quei dannati


;

il

dannato medesimo

risponde in parte
gli

nella

quarta Virgilio pi pienamente


lui
,

dichiara chi co
l'

e di cui

domandato avea

nella quinta
:

autore

dice, dove

ammonito da
descrive

Virgilio divenisse

nella se:

sta Virgilio gli

origine de* fiumi infernali

nella settima

V autore

fa

una quistione a Virgilio

Virgilio gliele solve: nella ottava e ultima


nisce Virgilio
,

l'ammola

come
:

di dietro a lui

vada
:

seconda

comincia quivi

O vendetta
:

di

Dio

la terza quivi:
:

Io cominciai
volse a

maestro

la

quarta quivi
:

Poi

si ri:
:

me :

la qiinta
:

quivi
l'

Or mi vien
:
:

dietro
quivi

la sesta quivi

Tra

tutto

altro

la settima

Ed

io ancor

maestro:

la

ottava quivi

Poi disse
Poich la

ornai

Dice adunque primieramente


,

cosi,

carit
tria,

cio

V amore

del natio loco^ cio delia pa-

perciocch egualmente eravamo amenduni Y\q,

rentini

J// 5frm5e
le

che

altra

cagione non v'era,


1'

radunai
le quali

frondi sparte,

per

impeto delle cagne,


,

aveano lacerato Giacomo da santo Andrea

come

di sopra detto nella fine del


,

precedente cauto,
,

renderle

secondoch pregato avea

a colui, cio
,

a quello spirito rilegato in quel bronco

ch^ era

gi

fioco, per lo gridare e trarre guai: Indi, fatto questo,

venimmo

al fine

onde

si

parte

Lo secondo giron
bosco: ed

dal terzo, che

all'uscire
la

di questo

questo secondo girone


cerchio dell' inferno
,

seconda parte del settimo

dove

Si vede di giustizia orribil' arte


cio crudele e rigida

ui ben manifestar

le cose nuoi>e

, ,

i6o
s

GOMENTO DEL BOCCACCI


dichiara

medesimo pi distintamente parlando


,

dice

DicOy che arrivammo

ad una landa j
,

cio in una parte di quella regione dove erano

Che
ri-

dal suo

letto

cio dal suo suolo

ogni pianta

muove
ie del

e in questo dimostra s essere uscito del bo

SCO, e pervenuto nel terzo girone, cio nella terza par-

settimo verchio
,

La

dolorosa selva, della

quale di sopra detto

Ve

ghiri anda, cio circunda


,

quella parte nella quale

pervenimmo

Intorno
cio

come

il fosso tristo

ad
,

essa

come

la selva

circundata
,

secondo

la

dimo*
prima

strazion fatta di sopra

dal fosso nel quale la


,

spezie de' violenti bollono nel sangue

cosi essa selva


,

circunda

il

luogo nel qual dice pervennero


i

Quivi formammo
principio della rena

passi a randa a randa


selva, e
,
,

cio in su l'estrema parte della

in

su

il

Lo spazzo

cio

il

suolo di
:

quel luogo nel quale pervennero


la

era una rena


,

rena terra tanto lavata dall' aequa

che ogni
,

altra

sustanza o grassezza della terra n' tratta infruttifera e sterile e rara


ta
5

e perci

secondo alcuni det^


per esser secco e a-

arena da areo ares


5

che

sta

sciutto

e da questo verbo mostra qui Tautor volere,


fa

che venga quella rena della quale


perciocch
le

menzione qui
:

pone per adiettivo arida


da haereo haeres
i ,

altri

dicono
per ac-

che

ella viene
5

il

quale

sta

costarsi

e
:

come

superiori

cos costoro ancora di,

con bene

ma
s'

superiori dicono della rena secca


,

costoro intendono delia rena bagnata


Ire

la

quale meo-*
detto

molle

accosta e appicca

ma come

SOPRA DANTE
quella della quale
1'

iSi

autore intende qui della spezie


,

prima
vi

arida e spessa

arida

1'

uno

degli aggetti-

(i) della ren^jCOtne diceniioo,


,

ma

aggiugoe spessa

a dimostrare

che

ia tutto

il

suolo di quel luogo non

era alcuna interposizione d* alcun' altra spezie di ter-

reno

e perci ella era spessa

cio contnua

e olire

a ci dice

che era

JVon d^ altra foggia fatta


cio che quella rena
,

che colei

Che fu da^ pie di Caton gi soppressa Questo Catone del quale P autore fa qui menzione

fu quello

il

quale dopo

la

sua morte fu cognominalo

Uticense

da una

citt di

Barberia chiamata litica


uccise.

nella quale esso s


stui

medesimo
,

Fu adunque
,

co-

romano uomo

d* alta e singular virt in odio le

ed ebcil-

be maravigliosamente
tadini
:

maggioranze de'

ed essendo gi uate tra Cesare e


,

discordie cittadine

segu in quelle le

Pompeo le parli di Pom'1

peo, non perch lui amasse,


guire
in
al

ma
il

perciocch

vide se-

senato

ed essendo per avventura in Affrica


,

un paese chiamato Cirene


,

quale conGne con

Egitto

e quivi con lui insieme

Gneo Pompeo

fi-

gliuolo di

Pompeo Magno
i

quali in quelle contrade


,

ragunavano quegli
le forze di

quali potevano
,

per restaurare
^

Pompeo

stato gi vinto in Tessaglia

ar-

rivaron quivi quegli navilii

Pompeo era andato in Egitto, e avendo veduto uccidere Pompeo Cornelia sua moglie e Sesto Pompeo suo fisopra
i

quali

gliuolo, verso quella parte

s'

erano rifuggili, da'quali

(i)

Degli aggeUit ha

il

MS,

eOM. DI DANTE T. IJL

11

la
Catone e

COMENTO DEL BOCCACCI


Gneo
y

sentirono quello che a


il

Pompeo
fosse
la

era

intervenuto

e perci ancorach
si

tempo

malquale

vagio

Gneo

mise con parte della gente

avevano in mare? e Catone considerata

la qualit del
il

tempo che sopravveniva


,

il

verno

e ancora

mare

che era da navicare, che non era


siccome ancora
la

altro

che secche.,
,

costiera

di

Barberia
il

volendo

pervenire in Numidia, dove sapea essere


il

re

Giuba,

quale era

Pompeano

con

tutti

quegli delle parti

pompeane che con


a venirne verso

lui quivi rimasi erano;

non essendo
si

loro sicuro l'andar troppo vicini alle marine,

mise
,

Numidia per

le

arene di Libia
e solitarie
,

le

quali non solamente sono


d serpenti
di
,

sterili

e piene
ra-

e senza acque o fiumi

se

non molto

ma

elle

sono per lo calore del sole soprastante a


,

quelle contrade cocentissime

e molto malagevoli a
ffltira

dover camminare, perciocch non senza gran


vi si

posson su fermare
la

piedi di chi va
,

or nondi-

meno

virt di Catone fu tanta

che quantunque

le rene fossero

molto cocenti
,

e piene d'ogni disagio


il

e di molti pericoli
il

esso condusse
citt di

suo esercito dopo


,

secondo mese nella


essi
.

Letti in Barberia

quivi vern con


sto

Potrebbonsi in laude d que,

Catone dir molte cose sante


si

buone

e vere

ma

perciocch di lui pienamente


canto del Purgatorio
,

scriverk nel

primo

qui a pi dirne non mi disten-

do
la

Fu adunque

ferventissima,
,

come
alla

detto , la rena

quale esso in Libia scalpit

quale

1'

autore

assomiglia quella che in questo gron trov. Potrebbesi

qui per alcuno muovere

un dubbio

cotale: e'pare
'1

che

per

tutti SI

tenga

ogni cosa la quale infra

cielo

SOPRA DANTE
ta

i63
generazione

della luna essere stata dalla natura prodotta, essere sta-

prodotta ad uso e

utilit dell'

umana
si

la

qual proposizione non pare

possa verificare

considerata la qualit del paese arenoso poco avanti


descritto
le
5

perciocch quello ad alcuno uso non abi-

u
,

utile,

quanto

agli

uomini^ perocch
vi

egli ste-

rile

n pianta n creatura
,

vive

se

gi serpenti
:

non fossero

quali sono nemici degli uomini

questa opposizione,

comech
,

alla nostra

materia non

paia che appartenga

si

potrebbe per avventura cosi


nulla cosa essere stata dalla
utile

rispondere

esser vero
,

natura prodotta

se

non ad

uso

dell'

umana

ge-

nerazione

ma

di queste

alcune per varii accidenti

esserne divenute disutili, poich prodotte furono, sic-

come la
avviene
stri

predetta regione arenosa, e alcune altre in A-

sia simiglianti a quella^ e


,

per quello che per accidente


,

non

difetto della natura

siccome ne* no,

medesimi corpi noi possiam vedere

quali

il

pi

la

natura produce sani e in buona abitudine, e noi poi

col disordinatamente vivere,

corrompiamo

e facciamo

infermi.

E che

non opera
1*

della natura,

ma d'accidente
,

fosse ogni cosa, cio

essere Libia arenosa e sterile

si

pu da questa
stato detto
fosse
,

istoria

comprendere
certi
il

come

altra volta
,

estimano
il

molto antichi

che gi

tempo che

mare,
5

quale noi chiamiamo Me-

diterraneo (i) non fosse


fosse in ponente

ma
il

che per opera d* Ercole


quale era continuo insiegli

un monte,

me da un promontorio, il
Calpe in Ispagna
,

quale

antichi

chiamavano

e oggi chiamato

monte Gibelia-

(i)

Mediterauo.

t64
ro f ed
posila
citth

COMENTO DEL BOCCACCI


un promontorio
,

il

quale dalla parte op,

chiamato Abila nel Morrocco


,

vicino ad

una

chiamata Setta)
si

si

rompesse, e per quella rotinfra

tura

desse la via al
,

mare Oceano ad entrare


il

la terra

come

entrato

veggiamo

e avere occupato

grandissima quantit del

mondo

occidentale: alla qual


si

cosa fare non da credere che acqua

creasse di

nuovo

ma

essere convenuto,

che

di quella del
si

mare

Oceano questo mare Mediterraneo

sia

riempiuto!
parte
del

convenne adunque che da alcuna

altra
,

mondo pi
in questo
della terra

rilevata
;

V acque

si

partissero

e venissero

mare
la

e partendosi lasciassero alcuna parte


,

quale coprivano scoperta


la

e alcuna

parte del

mare
;

quale era molto profonda

meno

profonda

e di quelle parti della terra che scoperte


s

rimasero,
Libia
,

pu credere

essere state le contrade di


,

d'Etiopia e d
;

Numidia

le

quali arenose
:

si

trovano

e cosi ancora d quelle


,

d' Asia

e che ci

possa essere stato vero

si

puote ancora comprendere

per quello che Pomponio Mela scrive nella sua Cosmografia


,

nella quale

parlando della provincia

del regno d Numidia, scrive in alcuna parte di quello trovarsi molte

conche marine

ed

essersi gi
,

trotal-

vate ancore e

altri

strumenti nautici

siccome

volta da' navicanti glttatl nel

mare

si

lasciano per

tempesta o per

altri casi

le quali cose assai

ben pa-

iono testimoniare quivi altra volta essere stato mare;


e perci venendo ad alcuna conclusione
,

si

pu

dire

non

essere stata quella contrada prodotta dalla natura

fuori deir uso dell'

umana
,

generazione

ma

essere

per lo avere

il

mare

che quivi era e navicavasi , per

SOPRA DANTE
accidente fatto trascorrere altrove
,

i6S

e quella essere ri.

mase

disutile e
.

non

atta all'uso
la

umano

O vendetta

di Dio
canto
,

Qui comincia

seconda parte del presente

nella

quale poich V autore ha descritta la

qualit del luogo nel quale pervenne, dimostra s

aver vedute greggi d' anime dannate, e dimostra

i^

il

mente
.

la

pena loro

dice

adunque

"ven detta

di Dio

Questo vocabolo vendetta usa irapropriar


altri

mente l'autore, siccome molti


desiderano d' alcuna ingiuria
loro avere da alcun ricevuta

fanno, perciocgli

ch vendetta propriamente quella che


,

uomini

la

quale hanno o par

5 il

quale desiderio non


,

pu cadere

in

Dio
,

perciocch Iddio

come
,

altra
sta-

volta stato detto


tile ed eterna
,

una essenza perfettissima

e perci in essa
;

non pu alcuna paslui

sione aver

luogo

ma

noi

ragioniam di
:

come
s

noi facciamo di noi medesimi

e assai son di quegli,


lui,
,

che scioccamente quello stiman di


desimi fanno cio
,

che di

mecos:

che

egli

s'

adiri
,

che

egli s'accen-

da in furore

il

che

egli si

vendichi

ed

egli

non

vero che le nostre non buone operazioni meritad' esser punite


,

no
la

alla

punizion delle quali insurge


,

sua giustizia

e questa di sua natura


,

non come

commossa da alcuna passione secondo


buisce
a

meriti retri-

ciascuno

e perci se

per

le
,

sue malvage
noi diciamo

opere ad alcuno avvien


ci essere la vendetta di

men che bene


Dio
,

la

quale propriamente
:

parlando

1*

operazione della divina giustizia

vuoisi

adunque questo vocabolo vendetta intendere


sto

in

que-

luogo giustizia di Dio

quanto tu dei

Esser temuta da ciascun che legge ,

i66

COMENTO DEL BOCCACCI

nel presente libro

Ci che fa manifesto agli occhi miei!


de' tuoi
effetti

D' anime nude

vidi molte gregge


,

cio molte brigate

molte schiere

Che piangien
qui posta
1

tutte assai

miseramente
,

general pena di tutte


,

discende alle
,

partcularita dicendo
giustizia
,

E
.

parea posta lor

dalla

diversa legge

venendo

a dir quale, se-

guita

Supin giaceva

in terra

alcuna gente
5

cio parte di queste molte


cio col viso volto in su
,

e dice giacevan supine


,

alcuna

parte d questa
,

molta gente

si

sedea tutta raccolta


,

con

le

gambe

raccolte sotto
te
,

V anche

E altra
.

parte di questa gen-

andava continuamente
dell' altre

Quella che giva intorno era pi molta


che alcuna
quella

due

le quali
,
,

ha descritte
,

E
,

men ,

che giaceva

supina

al tormento

il

quale appresso descriver

Ma pili al duolo avea


cio espedita.

la lingua sciolta

Sovra tutto 'l sahbion, cio rena, d'un

cader lento

Piovean di fuoco dilatate falde

Come
plo
,

di neve in

Alpe senza vento

Appresso per una comparazione, o vogliam dire esemdimostra quello che queste falde di fuoco ado,

perassero in tormento de' dannati in quel luogo

dice

Quali Alessandro,

re di Macedonia, del qua-

le di sopra
ti

dicemmo

pi distesamente, in quelle par'

calde

SOPRA DANTE
D* India vide sovra
lo suo stuolo
,
:

iGf

Fiamme
dia
;

cadere injno a terra salde


in

due Provincie sono

il

Asia chiamate ciascuna Indelta India superiore


,

vero che

1'

una

altra India inferiore; e voglion questi


,

che

il

mondo
e

descrivono

che

confini della superiore sieno col


,

mare Oceano

orientale

e sia caldissima provincia


il

dinominata da un fiume chiamato Indo,

quale
1'

dopo lungo corso mette nel mar


occidentale
re
1

di Persia

e
,

altra

India essere contermine a questa superiore


,

ma

pi

non tanto fervente quanto

la

superio-

e Alessandro Macedonico fu in ciascheduna di


.

queste

Ora per
avvenisse

cosa la quale io abbia letta o udita

non m'
qui
gli

assai certo
,

dove quello che V


se ci gli
,

autor descrive
la natUi*a
i

avvenne per

del luogo ardentissima


tirati

la

quale accendesse
,

vapori

su in alto da' raggi solari

e quegli accesi poi


,

ricadessero sopra lo stuolo d' Alessandro

o se per

al-

cuna
sopra

arte de'
1'

nemici queste fiamme fossero saettate


;

esercito d' Alessandro


,

e per lasciando stare


io

la istoria

la

quale io non so,

come

abbia non una

volta
sai

ma
,

pi veduto Quinto Curzio, che di lui as,

pienamente scrive
e riguardando
1'

Guglielmo
,

d' Inghilterra

altri

all' effetto

possiam compren-

dere,

autor per questo ingegnarsi di dimostrarci

quello che in quella parte delF inferno avvenia so-

pra

la

rena

e sopra
:

miseri peccatori che in quel

luogo dannati sono


alla
ria
,

poi segue parole espettanti pi


alla

provvedenza d'Alessandro che


se

presente mates'

non

in

quanto dice

che

la

rena

accendeva

i68

GOMENTO DEL BOCCACCI

come esca da quelle fiamoie che su vi cadeano: Pereh* e' provvide , Alessandro, a scalpitar lo suolo

Con
,

le sue schiere

e questo fece

acciocch

vapore

acceso che cadeva sopra la rena, Me^si stiny

gueva, cioh spegneva, mentre ch'era solo

cio

prima che con

1'

altre parli accese si

congiugnesse:
,

Tale scendeva
quale mostrato

eternale ardore

nell'
s'

esemplo di sopra detto

Onde

la rena
y

accendea com^ esca


si

Sotto fucile

d' assai cose e diversamente


la

compo,

ne quella materia

quale noi chiamiamo esca


favilla di

atta
:

ad accendersi da qualunque piccola


e
il

fuoco

fucile
,

pietre

le

uno strumento d'acciaio a dovere delle quali noi chiamiamo focaie, fare percoj

tendole uscir faville di fuoco


sta

1*

accender di que,

rena avveniva

a doppiar
.

lo dolore

de' miseri

peccatori che su vi stavano

Senza riposo mai era la


V.

tresca
la

la tresca

una maniera di ballare,


,

quale

si

fa

di

mani
le

e di piedi

similitudine della quale


i

vuol

qui l'autore che noi intendiamo

peccatori quivi
,

mani menare
cio
,

e per dice

Delle misere mani


,

e poi dimostra in
ci
,

che dicendo

or quindi

or quin,

ora da questa

parte del corpo

ora da

quella

Iscotendo da se
cio
il

V arsura fresca

fuoco che continuamente di nuovo piovca


:

lo cominciai

maestro. Qui comincia


,

la terza
I*

parte

del presente canto


descritta la

nella quale

poich

autore ha

pena de' peccatori che quivi son dan-

SOPRA DANTE
nati
,

169
quegli
gli

ed esso domanda ad alcnn


sia
:
,

di

dnnnati

chi el
parte

il

dannato medesimo

risponde in

dice

adunque
:

Io cominciai
Tutte
le cose

maestro

tu che vinci

fuor che i dimon duri , Ch' air entrar della porta, di Dite, incontro
,

U5ci>icj

dice questo l'autore, perciocch in6no a


le

quel luogo Virgilio avea con

sue parole vinto ogni


,

dimonio che incontro


gli

gli s'

era fatto

se
:

non que-

che in su
si

la

porta di Dite sentirono


,

dove allego-

ricamente
cere
,

dee intendere
1'

la
la

ragione ogni cosa sin-

se

non

ostinazione
,

quale sola

la

divina

potenza vince e matura


strato
,

come

di sopra slato

mo-

Chi

quel

grande

che non par che curi

Lo'ncendioy
del tormento

d queste

fiamme
,

negli atti suoi,

giace dispettoso e torto


,

quasi

non doglia

senft

ma
,

dispetto dell' esser


,

tormentato

S che la pioggia

delle

fiamme
'/

che continua-

mente caggiono
milii

non par che


che
il

maturi t cio V au-

E quel medesmo
Orid
guenti
:

si

fu
,

accorto
lui

Ch' io domandava

mio duca di
tal son
,

quaV

io fu vivo

morto

Possonsi per le predette parole


,

e ancora per
i

le
1*

se-

comprendere quali sieno

costumi e

ani-

mo dell' arrogante;
goglioso

e primieramente in quanto dice,


,

che giace dispettoso e torto

segno di stizzoso e d' or,

animo

e poi in ci
,

che

egli

non domani

dato rispose gridando

perciocch sempre

presun-

tuosi prevengon colle risposte, senza esser chiamati;

ijo

GOMENTO DEL BOCCACCI


d'

e volendo mostrare s non aver paura

alcuno,

per essere uditi parlan gridando


fessando le lor

e oltre a ci con,

medesime colpe
)

estimano di com-

mendarsi maravigliosamente

tal

e perci dice, che egli


,

morto quale

egli fu

vivo

cio che

come

vi-

vendo fu dlspellatore e bestemmiatore


potenza
,

della divina

senza curarla, cosi dice, che ancorach dan,

nato

sia

e provi quanto sia grave

il

giudico di

Dio

similmente orgoglioso, superbo e bestiale:


cosi sia,

e per mostrare pi pienamente che


se Giosu
,
,

segue,

cio Iddio secondo

J*

opinione erronea
all'

de' gentili

stanchi

cio infino
^

ultimo della
cui, cio dai

lor forza fatichi ,1

suoi fabbri

da
,
,

quali

Crucciato prese la folgore acuta

Onde
s'

l'ultimo d, della mia

vita
,

percosso fui
;

perciocch

come

appresso
,

si

dir

fu fulminato

O
,

egli stanchi gli altri


facendogli
gli
,

fabbri

a muta

a muta ,
poich
fe-

cio

poich alcuni stanchi ne fieno


e cosi que' medesimi
,

fabbricar

altri j

riposati fieno

altro faccian

che folgori per

rirmi

In Mongihello alla fucina negra


ih

,
,

dove

fabbri di Giove fabbricano le folgori


;

le

quali Giove fulmina

e oltre a quegli
,

Chiamando : o buon Vulcano aiuta


a' fabbri

aiuta

mei a far delle folgori

Siccom' el fece alla pugna di Flegra ,


nella quale esso

fulmin

giganti

;
,

E me saetti di tutta sua forza


eoa

tutte queste folgori le quali avr fatte fabbricare,

SOPRA DANTE
Non
ne potrebbe aver vendetta allegra
.

171
,

del dispettarlo che io feci essendo io vivo

Ora

a pi,

piena dichiarazion dare delle cose predette da sa-

pere che, secondo


stato detto
,

le fzioni poetiche,

come ahra
destra

volt*

Giove fu
,

re del cielo

e dicono che in

luogo di real verga

egli portava

nella
,

mano
j

una folgore

la

quale aveva tre punte

e con questa

dicono che esso fulminava chiunque


oltre a ci
,

1'

offendeva
,

perch
i

egli

molte folgori gittava


,

per-

ciocch assai erano

nocenti
,

gli

attribuiscono pi
tutti

fabbri e in diversi luoghi

il

primo di
;

dicoi

no

esser
,

Vulcano Iddio
di

del fuoco

e sotto lui

Ci-

clopi
ti
,

uomini

grande statura, e robustissimi e for-

de' quali Virgilio nell' ottavo dell' Eneida


,

nomina
i

tre

cio Brontes

e Steropes , e
:

Piragmon,
detto
,

quali

tutti

fabbricano folgori
,

e
,

come

in diversi

luoghi

siccome
,

in Lipari

e nell' isola di

Vulcano

e in Etna
bello
,

il

quale volgnrmente chiamato Mongi-

e in altre parti. Oltre alle predette cose scripoeti


,

vono
ganti

che una spezie d'uomini chiamati

gi,

di maravigliosa grandezza e statura di

corpo

e di forza maggiore assai che


de' Titani
,
i

umana

nati del

sangue
liber

quali

Giove aveva
,

uccisi

quando

Saturno suo padre


tano
,

e la

madre

della prigione di Ti-

levarono incontro
il

al detto

Giove 5 e per voal:

lergli torre

cielo,

posero pi monti l'uno sopr^ V

tro

e intorno a ci grandissime forze adoperarono


a'

contro

quali

Giove combattendo
,

in

una parte di
;

Tessaglia chiamata Firgra

tutti gli

fulmin e vinse
,

e in quella battaglia gitt molte folgori

per

la

qual

17 51
sto quel

GOMENTO DEL BOCCACCI


i

cosa furono fieramente faticati

fabbri suoi

>

que-

che vuol dire

O s^ egli stanchi gli altri a muta


Ma
in

a muta
,

ec

quanto dice questo superbo

spirito

che Iddio
,

non potrebbe

di lui aver vendetta allegra


1'

si

dee in-

tendere secondo

opinione di colui che dice, per,

cioccliA la bestialit de* blasfemi tanta

che

essi esti-

mano
il

troppo bene fieramente offendere Iddio quando


In

bestemmiano o negano, non avveggendosi che


,

Dio
of-

non pu cadere offensione alcuna

che quella

fensione, la quale essi credono fare a

Dio

essi

fan-

no

a s

medesimi

e tanto maggiore, quanto la forza

della divina giustizia maggiore in

punirli

che

le

loro non sono in bestemmiarlo

il

vero, che guarla

dando
d'

alle cose

temporali, che considerata


e la bassezza d'

eccellenza

uno imperadore,

un povero uomo,
allegra vendet-

non pare V imperadore dover potere


ta

prendere, se da quel cotale povero e di basso stafosse


:

to offeso

e secondo questo intendimento


le parole bestiali

si

deono prendere

di

questo spirito

dannato^ del quale da vedere quello che contro a

Dio commettesse
dippo re di Tebe
tato
il

Intorno a ci da sapere
,

secon-

doch Stazio scrive nel suo Tebaidos


s'
,

che poich Eocchi


,

ebbe cavati

gli

rifiu-

reggimento

Eteocle e Polinice suoi


,

figliuoli

vennero del reame in questa concordia


scun regnasse
1'

che

cia-

il

suo anno
star

e mentre

1'

uno

regnasse
pii

altro andasse a

fuor del regno dove


il

gli

piacesse; per la qual cosa tocc

primo anno
,

re-

gnare ad Eteocle

il

quale era di pi d

e Polinice

SOPRA DANTE
se

178
raddoman,

n'and in
,

esilio

ad Argojdove ricevuto dal re Adrafigliuola per


,

sto

e presa

una sua
il

moglie
le

daodo

al fratello

regno

secondo
il

convenzioni
,

non vogllendogli essere renduto^


racquistare
altri re
il

re Adrasto

per
sti

reame

al
j

genero, and insieme con


e quivi pli battaglie
s

sopra

Tebanl

fece-

ro

ed essendovi

gi stali

morti quattro re di quegli

che con Adrasto andati


appressatisi alla
citt

v'

erano

avvenne un

d,

che

quegli che con Adrasto eran


1'

rimasi

de' quali era

uno Capaneo

uomo
,

di

statura di corpo grande


stiale e
,

e di maravigliosa forza
alle

bedi

arrogante

appoggiata una scala


d' in su le

mura

Tebe quantunque
lui infinite e

mura

piovessero sopra

grandissime pietre, e travi e altre cose


il

per vietargli

potere sopra le

mura

salire

nondi,

meno sempre bestemmiando


tanta fu la forza sua
,

Iddio e dlspettandolo

che

egli
1'

pur

vi sali: e

occupata
grani

una parte

del

muro

con

ombra

sola

della

dezza del suo corpo, veduta nella citt, spavent

Tebani
mini
,

e quivi

non bastandogli

il

dlspettar gli

uo-

e continuamente gittando di
,

sopra al
il

muro
,

pietre a* cittadini

levato

il

viso verso
,

cielo
a

co-

minci
ter

chiamare
dicendo

g' iddi
:

che venissero

combat-

con

lui

o iddi

non alcuna delle voli

stre deit, la

quale ora adoperi per

paurosi Tebani;
,

o Bacco, o Ercole,
voi
glie
?
i

cittadini di questa terra

ove

slete

Ma

egli

m'

noioso

chiamare

alle

mie

baltaal-

minori
altro
:

iddi, vien tu

o Giove, piuttosto che


di
te

cuno

chi pi

degno

d' occorrere
le forze

alle

>iiie forze

Vieni e occorri con tutte

tue

74

GOMENTO DEL BOCCACCI


con tutte
le

fifurxaii

tue folgori centra di me: tu se'pur


.

farte a spaventare le paurose fanciulle co' tuoni

Le
a

quali parole, e forse molle altre, mossero


dolersi
'y

gli iddi
il

ma Giove
folgori
il
,

ridendosene

cominciato

cielo a

turbare e a tonare, piovendo di forza, e continuamente

cadendo

una ne cadde sopra Capaneo,


corpo suo
tutto acceso
,

della

quale essendo

stette in piesi
i

de, e conoscendo s morire, guardava in qual parte

dovesse lasciar cadere che pi ofi'endesse cadendo

nemici
la

e in questa guisa cess ad un' ora la vita


.

e
,

superbia sua
1'

Premesse adunque

le predette

cose

soggiugne
fosse

autore quello che da Virgilio detto

gli

dicendo

^llor lo duca mo parl di /orza Tanto , eh' io non V avea s forte udito :
parlare infino a questo punto
;

O Capaneo
io
s*

in ci

che non

s'

ammorza ,
:

attuta per martirio


,

che tu abbi

La

tua superbia

se' tu piti

punito
,

e soggiugne la cagione perciocch

Nullo mar tir o ^


,

quantunque grande ,fuor che la tua rabbia


quale oltre
al

con

la

fuoco che

t'

affligge

tu

li

rodi le

me-

desimo

Sarebbe al tuo furor dolor compito

Poi

si

rivolse
,

Qui comincia

la

quarta parte del

presente canto
fosse questo

nella quale poich ha dimostralo chi


,

grande del quale di sapere desiderava

per certe circunlocuzioni Virgilio pi pienamente


gliele dichiara

dice

adunque

Poi , che

cos di
,

for-

za ebbe parlato a quello arrogante spirito

si

rivolse

SOPRA DANTE
Or

17 5
erasi

me con

miglior labbia, cio aspetto |


,

per

avventura commosso

udendo Capaneo

cosi superba-

mente parlare

e perci cambiato nel viso

Dicendo quel fu l' un de* sette regi Ch* assiser Tebe , ed ebbe e par eh' egli abbia Dio in dispregio , e poco par che 'l pregi :
,

Ma

com* io dissi

lui

li

suoi dispetti
.

Sono al suo petto assai


Impropria meni e parla qui

debiti fregi
1'

autore, trasportando au-

toritade poetica, in dimostrazione d'ornamenti, quello

che vuol
:

elle s'

intenda per accrescimento di tori

menti

dice
,

adunque che come


cio a quella
,

fregi

sono ornamen-

to al petto

parte del vestimento che

cuopre

il

petto

cosi

dispetti di costui
.

sono de.

bito tormento

all'

anima sua

Or mi

*vien dietro

Qui comincia
la

la

quinta parte del presente canto, nel,

quale

1*

autore descrive
,

dove ammonito da Virgidietro


,

lio divenisse

e dice

Or mi vien
,

senza pi

ragionare di Capaneo

guarda che non metti


fiamme

Ancor

li

piedi nella rena arsiccia ,


,

cio narsicciata per la continua piova delle

che veniva

di sopra
,

Ma

sempre al bosco, del quale


il

detto di sopra

e lungo

quale andavano

fa*

li

tenghi

stretti

cio accostati

Tacendo divenimmo
Jiumicello ,

l ove spiccia

JFuor della selva t cio del bosco predetto, un piacici

Lo
cio
ni
,

mi raccapriccia , mi commuove come si commuovono


cui rossore ancor
,

gli

uomi-

quando veggono alcuna


per
la

orribii

cosa

e questo
in

fiu micelio era orribile

sua rossezza

quanto

76

COMENTO DEL BOCCACCI


,

pareva sangue

e per

il

dice essere rosso

perch

comprenda

quello dirvarsi da quel fosso di sangue


i

nel quale di sopra ha mostrato essere puniti


gli altri violenti nel

tiranni e

prossimo

e appresso questo, per

lina

comparazione descrive

la

grandezza e

"'1

corso

di quello dicendo.

Quale del bollicarne ,


,

cio di

quello lago bogliente

il

quale vicino di Viteril

bo

cos

chiamato

esce

ruscello

cio

un

piceo!

rivo
Cile partor poi tra lor le peccatrici
:

dicono alcuni
stanze
,

appresso a questo hullicame essere

nelle quali

dimorano

le

femmine pubbliche
,

e queste per lavare lor vestimenti


scello viene discendendo
,

come questo

ru-

cosi alcuna
,

particella d

quello volgono verso la loro stanza

Tal per la rena gi sen giva quello ,


che usciva fuori della
selva
,

Lo fondo suo
cio le ripe
,

ambo
,

le

pendici

>

le

quali perci
1*

chiama pendici perch

pendono verso

acqua
,

Fatte eran pietra

margini d' allato ,


alcuni fiumi
,

come

nel presente

mondo fanno
,

sicco-

me

qui fra noi V Elsa


io rn

e presso di Napoli Sarno j


'l

Perdi
dove
le

accorsi che

passo era

liei ,
.

pendici erano cos divenute di pietra


.

Tra
pre-

tutto

V altro Qui

comincia

la sesta parte del


gli

sente canto, nella quale Virgilio


de' fiumi infernali dicendo

descrive l'origine

Tra

tutto

altro eh' io

f*

ho dimostrato ,
,

Posciach noi entrammo per la porta Il cai sogliare a nessuno negato ,

SOPRA DANTE
di poterlo, entrando dentro trapassare: e
gliare quello della
la

177
questo so,

prima parte dellMnferno

sopra

quale scritto Per

me

va

ec.
,

Cosa non fu dalli


cio veduta
,

tuoi occhi scorta

Notahil come lo presente rio ,


che uscendo della selva qui corre
tutte fiammelle
,
,

Che sopra

se

di quelle

che quivi continuamente


.

piovono

ammorta , cio spegne Queste parole fur del duca mio


,

cio quelle che dette sono,


^l

Cosa non fin


,

ec*
,

Perch'io

pregai che mi largisse

cio donasse

il

pasto

cio che egli

mi

facesse chiaro, perch questo ruscel-

lo fosse la pili notabil cosa che io veduta avesse per

infno a qui in inferno

Di
go

cui largito

m* aveva

^l

disio
.

cio fatto nascer desiderio di sapere


dell'

Per

lo

qual pre-

autore

Virgilio incomincia a descrivergli

l'origine

de"* detti
'l

fiumi cosi.
siede un paese guasto
,

In mezzo

mar

Diss' egli allora

che

s'

appella Creta
,

Greti una isola dell' Arcipelago

ed una delle

Cicladi

e perci dice che ella siede in


,

mezzo mare
,

perche

ella

siccome ogni
:

altra

isola

intorniata

dall'acque del mare

e chiamala paese guasto, e cosi


,

per rispetto a quello che anticamente esser solca


gli

perciocch d' essa scrivono


nobilissima isola
citt
,

antichi

che

ella

fu

di molti e nobili abitanti, d


5

molte
Greti
.

e fruttuosissima molto
il

e fu dinominata
si

da un re

quale ella ebbe che


i

chiam Cres
%

Oggi

la

tengono

Veneziani tirannescamente, e haa21I


1

OOM, DI DANTE T.

78

COMENTO DEL 80CCCGI


,

no
no

di quella cacciati molli antichi paesani


,

e gran

parte d' essa


star

il

cui terreno ottimo e fruttifero, fan,

sodo e per pasture


:

per tener magri quegli

della contrada

e seguita

Sotto

'l

cui re g fu

gi

il

mondo

casto

Seguita in questa parte l'autore Topinion volgare delle genti, la

qual tiene, cbe Saturno fosse re di


nella istoria sacra mostra

(]reti, la

qual cosa
cosi
,

Evemero

non

esser

anzi dice che egli fu re


altissimo in

d'Olimpo,
:

il

quale
,

un monte
il

Macedonia
,

ben vero
,

che

ella era sotto la sua signoria

e perci dice

che sotto

re di questa isola

fu

il

mondo
,

casto; perciocch
,

come altra volta stato detto regnante Saturno fu il mondo o non corrotto, o men corrotto alle lascivie
che poi
stato

non

e per dice Giovenale

Credo Pudicitiam , Saturno rege , moratam In terris etc. Una montagna v^ in questo paese guasto
,

afte

gi fu lieta
la nella

Z)'

acqua e di rondi

siccome quel,

quale erano molte e belle fontane


,

e dilet*

tevoli boschi

che
,

si

chiam Ida ;

e cosi dallo effetto


,

ebbe

il

nome

perciocch Ida vuol tanto dire


i

quanquesta

to cosa formosa e bella

e qui da guardare
si

Ida non esser quella nella quale


die la sentenza tra le tre dee
selva vicina ad Ilione
,

legge

che Paris

perocch quella una

Ora

diserta, cio abbancio vecchia e guasta

donata

come cosa vieta ,

Ilea la scelse gi per cuna, cio per culla, volendo

per questo nome intendere


poter nudrire e allevare
trici gli
il

il

luogo atto
,

dovervi
le

figliuolo

siccome

nu-

allievano nelle culle

,fida,

cio sicura,

Del

SOPRA DANTE
suo figliuolo
,

179

cio di
5

Giove

il

quale quivi allevar


,

fece nascosamente

e per celarlo meglio


il

Quando
far
le

piangea
grida

questo fanciullo,

quale occultamente fa-

ceva in questa montagna allevare, vi facea


,

cio avea ordinato

che piangendo
alli

il

fanciul-

lo, vi si facesse

romore da coloro
il

quali raccoman-

dato

V avea

acciocch

pianto del fanciullo da al-

cuno

circustante

non

fosse udito

n conosciuto
,

a
al-

pi dichiarazion di questo da sapere


tra volta di sopra detto
,

che come

secondoch

si

legge nella
,

sacra istoria

che avendo Uranio due


,

figliuoli

Tita,

no e Saturno

ed essendo Titano in
,

altre

contrade

morendo Uranio
il

Saturno prese
,

il

regno del padre

quale apparteneva a Titano

siccome a colui che


il

di pili

tempo
,

era

il

quale poi tornando, e volendo


gliele volle

regno
dalla

Saturno non

dare

sconfortatone

madre

e dalle sorelle^ perch con Titano venne a


i

questa composizione, che tutti


avesse, ovvero

figliuoli

maschi ch'egli

che

gli

nascessero, esso dovesse uccidere,

e in questa guisa Titano, senza altra qustione gli lasci

possedere

il

regno

Avvenne che
il

la

moglie di Satur-

no, la quale era gravida, e


e ancora
figliuoli
,

ebbe alcuno

altro

nome fu Opis e Rea, nome partor e fece due


cui
,

un maschio e una femmina


a Saturno
, ,

e present la

femmina
mente

senza fargli sentire alcuna cosa


,

del maschio
nel

il

quale essa chiam Giove

e occulta-

mand in Greti j e quivi fattolo raccomandare ad un popolo il quale si chiamava i Cureti il


,

fece occultamente allevare

e questi Cureti avendo

solenne guardia del fanciullo, acciocch alcuno non

ne potesse avere alcun sentore

aveau

fra

preso

i8o
piagneva

OOMENTO DEL BOCCACCI


gli altri
,

questo ordine tra


,

che quando
gli

il

fanciullo

essi co'

bastoni battevano o

scudi loro,
,

o bacini o
il

altra cosa

che facesse romore

acciocch

pianto non fosse sentito.


,

poi segue l'autore,

Dentro dal monte


glio
chio
,

Ida

sta dritto

un gran ve,

cio la statua d'

un gran

veglio

cio vec-

Che
sopra

tien volte le spalle in ver

Damiata
citt

_,

Damiata una buona e grande


il

d'Egitto posta

fiume del Nilo


speglio
,

E Roma guarda siccome suo


cio suo specchio
te
,

e cosi tien le spalle verso levan*

il

viso verso

ponente

La

testa sua, di questa statua, di fin or formata

E puro argento son le braccia


di questa statua
j

'l

petto

Poi

e di

rame fino
giti
,

alla forcata

Da indi in

cio dalla inforcatura insino a'


,

pie-

di, tutto ferro eletto


d' altro metallo
sta statua
,
,

cio senza alcuna


'l

mistura
,

Salvo che
,

destro piede
i

di

quej

terra cotta

come sono

mattoni
cio
in

E
sul

sta

su quel pi che *n su
mostra
,

altro
si

sinistro, eretto, e cosi

fermi pi in sul

destro che in sul sinistro

facciamo

perciocch

come generalmente tutti membri del corpo nostro


,

quali sono dalla parte destra


di forza che
i

hanno
si

piii di

vigore e
,

sinistri

e ci

crede che avvenga


volta verso
il
il

perciocch
lato del
le poi

la

bocca del cuore


,

destro
il

corpo

e verso quello versa


le

sangue,
,

qua-

per tutte
si

vene del corpo

si

spande

il

calore

del quale

crede essere cagion di pi forza

a*

mem

SOPRA DANTE
bri destri
.

i8i
,

Poi seguita

Ciascuna parte
,

delle

pre-

dette del corpo di questa statua

cio quella eh'

d'ariento, e quella di rame, e quella di ferro, e quella

che di terra cotta fuor che


,

l'

oro

cio eccet-

tuala quella che d' oro

rotta

D' una fessura che lagrime goccia cio gocciola Le quali , lagrime gemute da
,

queste
,

parti del

corpo di questa statua


,

accolte
,

insieme

foran questa grotta


ferno.

cio quella terra


'1

la

quale
dell'ia-

interposta tra questa statua e

primo cerchio
,

Lor corso ,
,

di queste lagrime accolte

in que
,

sta \^alle

nella quale noi

siamo
,

al

presente

o in

questa valle, cio in inferno

si

diroccia, cio va ca-

dendo
i

di roccia in roccia

cio di balzo in balzo, per


,

quali di cerchio in cerchio


,

come veder
profondo

s'

po-

tuto in6no a qui

si

discende

al

dell' infer,

no

Fanno ,

queste lagrime di s cosi discendendo

Acheronte

, il

primo fiume

dell' inferno

del quale

detto di sopra nel

primo canto, e fanno, Stige


di sopra diriva dal
,

cio quella palude della quale mostrato

nel settimo e nell' ottavo canto

la

quale

si

superchio che esce del fiume d' Acheronte

e Fle-

getonta

ancora fanno
.

il

quale

il

terzo fiume

dell' inferno

e dirivasi dall'

acqua
all'

la

qual' esce di

Stge

e trovossi questo
,

fiume
1'

entrata di questo

settimo cerchio

il

quale

autor discrive esser ver-

miglio
lenti
.

e bollire in esso la

prima spezie

de' vio-

Poi sen va gi per questa


quale per

stretta doccia
il

cio per questo stretto ruscello


la

qual tu vedi

il

sua strettezza assomiglia ad una doccia

i6
per

COMENTO DEL BOCCACCI


,

le quali

come

assai

manifesto

qui

si

menano
,

r acque
le sta

prestamente d'una parte ad un' altra


,

e per

detta doccia da questo verbo duco ducis

il

qua-

per menare

poi mostra questo rivo andar-

ne gi
Insin l ove pia non
si

dismonta

cio infino al centro della terra.


ste
il

E quivi, Fanno,
cosi

que-

lagrime

Coc/fo

un fiume
inferno
:

chiamato, ed

quarto fiume
y

deW
,

e qual sia quello sta-

gno

di Gocito
,

il

quale

egli

meritamente chiama
si

stagno

perciocch pi avanti non

muove

gli

slagni sono

acque

le

quali non

hanno alcun movi,

mento
gno

e perci son chiamate stagno da sto stas


,

il

qual viene a dire stare


,

Tu

il
,

vederai , questo
si

sta,

discendendo noi giuso per qui non


fatto sia
,
,

conta

come
scritti

quasi

come

se gli altri tre avesse de-

il

che

egli

non ha

fatto;
1'

ma

intende in luogo
^

della descrizione
cito

avergli

autor veduti

dove Go

ancora veduto non ha

Ed io
che
la

lui

se

"l

presente rigagno

cio ruscello,
sta

il

quale chiama rigagno da rigo rigas


,

per rigare
,

e questo rio rigava la rena sopra

qual correva

Si derida cos dal nostro

mondo

come

tu mi dimostri
ci

Perch

appar pure a questo s^ivagno?


?

cio in questa parte sola e non altrove

Della qual
conciosiaco,

domanda
sach egli

dell'
1'

autore io

mi maraviglio

abbia in pi parti veduto di sopra


nella lettera
:
,

sic-

come manifestamente appare

e ancor

nella dimostrazion di Virgilio

e se alcun volesse

SOPRA DANTE
forse dire
,

i83

egli

sono appariti
il

fiumi nati da questo

rgagno,
gli

ma non

suo declinare 5 e questo ancora

apparito di sopra, dove nel canto settimo scrive,

cbe pervennero sopra una fonte, donde usciva acqua,


la

quale correva per un fossato


:

e faceva poi la pa-

lude di Stige ne
,

e di questo io non so veder la cagioil

conciosiacosach egli ancora

raffermi nella
,

ri-

sposta la qual Virgilio gli fa dicendo

Ed egli
cio
il

a me

tu sai che

'/

luogo tondo

luogo
3

dell' inferno,

come pi

volte di sopra

dimostrato

tutto che tu
Pure a

sia venuto molto ( scendendo )

sinistra gi

calando al fondo
'l

Non

se*

ancor per tutto

cerchio volto
:

di questa ritondit dell' inferno

Perch

se cosa n' apparisse


,

nuova ,
quale tu hai ancora a

nel rimanente del cerchio

il

volgere discendendo

Non dee addur maraviglia al tuo volto , comech per avventura potrebbe addurre se
,

tu fos-

si

per tutto
ti

il

cerchio
,

quasi voglia dire

e per

non

maravigliare

se ancora
,

veduto non hai lo

scender di quest' acqua

perciocch tu non eri an-

cora pervenuto a quella parte del cerchio della quale ella

scende

Ed

io ancor

maestro
,

Qui comin-

cia la settima parte di questo canto

nella quale poi-

ch Virgilio

gli
,

ha dimostrata
fa
1'

l'

origine de' quattro

(lumi infernali

autore una quistione a Virgilio,


:

e Virgilio gliele solve

dice
,

adunque
si

Ed io

ancor

maestro
i

ove

truova

Flegetonte, e Leteof

quali, secondo Virgilio e gli

i84
altri

FOMENTO DEL BOCCACCI


poeti
,

sono similmente fiumi infernali


,

che

dell'

un

taciy cio di Lete


,

senza dirne alcuna cosa,


,

E V altro
piova
,

cio Flegelonte
,

di' che si

fa

d' est
fes-

cio delle lagrime

le

quali escono delle

sure le quali sono nella statua predetta

Jn
il

tutte tue qaistion certo


:

mi piaci, ,
,

Rispose

ma

'l all'

hollor dell' acqua rossa

qual vedesti

entrar di questo cerchio settimo


l'

Dovea ben
sia

solver

una che

tu faci

cio dove sia Flegetontej conciosiacosach Flegelonte

interpetrato ardente

aver veduta quel!' acqua


,

rossa bollire
ti

come

vedesti

e similmente esser rossa

dovea
y

assai manifestare

quello esser Flegetonte


,

Lete

altro

fiume del qual tu domandi


,

vedrai y
altri

ma fuor di questa fossa


in questo
si

dell'inferno,

perciocch

scosta

1'

autore dall' opinione degli

poeti

quali tutti scrivono Lete essere in inferno


il

dove
te di

1'

autore

pone essere
,

nella

sommiti

del

monin-

purgatorio
i

ben per con quella medesima


il

tenzione che

poeti
1'

pongono

in inferno^

percioc-

ch

essi

il

pongono

ultimo fiume

dell' inferno, e di-

cono, che quando V anime hanno lungamente sofferte

pene
pili

e son divenute tali

che secondo
,

la

giustizia
fiu-

non ne dcono
di Lete
,

sofferire

esse

vanno a questo
di quello
,

me
ne'

e beuta dell' acqua

dimen-

ticano tutte le fatiche e noie passate^ e quindi passano

campi
,

ellsii

quali dicevano essere luoghi di1"

lettevoli

e in quegli abitare
il

anime

de' beati

cos l'autore

pone

nella

sommit del purgatorio,


di salire

acciocch

1'

anime purgate e degne


di quell' acqua
,

Dio

prima beano

acciocch ogni peccato

SOPRA DANTE
commesso, ogni noia
acciocch essendo poi nella gloria di Dio
,

i85

e ogni fatica dimentichino;


il

ramme-

morarsi di quelle cose, non desse cagione d diminuzione alla loro beatitudine; e perci seguita Virgilio, e dice tu
il

vedrai

L dove vanno V anime ,


,

dei

purgati, a lavarsi

Quando
per
la

la colpa ben tutta rimossa


.

penitenza

Poi disse

Qui comincia
,

la

ottava

e ultima parte del presente canto

nella quale poi,

ch

alle sue

quistioni

stato satisfatto

ne mostra

l'autore

come

Virgilio
,

1'

ammonisce che

dietro a lui

vada

dice

adunque
:

Poi disse

ornai

tempo da scostarsi
,

scendendo o procedendo

Dal

bosco

del quale di

sopra stato dello: Ja'y die dirietro

a me vegne
,

Li margini
arsi
,

del ruscello

fan
si

via

che non son


,

cio scaldati dall' arsura la qual quivi piovea

sopra loro ogni vapor

spegne
si

di questi che piovono, e perci vi

puote senza cuo-

cere andare

ALLEGORIE DEL CAPITOLO QUATTORDICESIMO

Poich la carit del natio loco

ec.

IToich l'autore

ne' precedenti

due canti, per


e conosciute

diniostrazion della ragione, ha vedute

86
,

COMENTO DEL BOCCACCI


e
i

le colpe

supplicii

per quelle dati dalla divinai


violenti
il
i
,

giustizia alle

due spezie de'

cio a coloro
,

quali usaron violenza verso


alle cose di quello
,

prossimo

e contro

e a coloro
,

quali usarono vio-

lenza nelle proprie persone

e nelle loro
,

medesime
ne
vio-

cose, esso seguitando

la

ragione

in questo canto
de"*

dimostra
lenti
,

come

vedesse punire la terza spezie


i

cio coloro
;

quali usaron violenza nella deit

e nelle sue cose


ti

e costoro dimostra essere in tre par,

divisi

siccome contro a tre cose peccarono


,

cio

contro a Dio
a ci contro

e appresso contro alla natura


arte
,

e oltre
:

all'

le

quali sono cose di Dio


,

comecli in tre parti

divisi sieno

nondimeno ad u
gli

medesimo tormento
quanto
rena
so
,

essere dannati
in

dimostra

ia

tutte e tre

maniere sono

una ardentissima

e sotto continuo fuoco che piovea loro addos:

tormentati
i

ma

in tanto son differenti


divinit
si

che co-

loro

quali

nella

sforzaron di far vio-

lenza
pini
,

sono sopra

la detta

rena ardente a giacere suil

sopra s ricevendo lo incendio


loro addosso, e coloro
i

quale conti-

nuo cade
rena
loro

quali fecero violenza


la detta
j

alla natura,
,

sono in continuo movimento sopra


l'

similmente sopra s ricevendo


quali contro
all'

arsura
,

e coso-

arte
,

adoperarono
infestati dalle

sempre

pra

la detta

rena seggono

fiamme che
si

piovono .

perciocch, siccome chiaro

vede
,

han-

no

la

maggior parte del tormento comune


l'

estimo se
,

separatamente di ciascuno dicesse

allegoria

si

con,

verrebbe una medesima cosa pi volte ripetere

il

che sarebbe tedioso e

fatica superflua^ e per per fug,

gire questo inconveniente

mi pare debba

essere

il

SOPEA DANTE
migliore
,

187

li

dovere in una sola parte d tutte e tre


:

maniere
utile a

trattare

e questo, siccom' io credo, sar^ pi


fine di tutte e tre le
;

dover dire nella


,

maniere
e per
la

de' puniti
nella
fine

che nel principio o nel mezzo


del
si

canto

XVII,
,

nel

quale di loro

dimostrazion

finisce

come conceduto mi da
la in-

m' ingegner

d' aprire
.

qual fosse intorno a ci

tenzion dell' autore

Appresso questo da dicbia*

rare nel presente canto quello che l'autore inlenda per


la statua la

quale egli descrive


,

e per le rotture che

in essa sono

e per

quattro fiumi eh e da essa pro,

cedono
che
1'

e intorno a ci

prima da vedere quello


,

autore abbia voluto sentire

avendo questa
,

sta-

tua piuttosto figurata nell' isola di Greti

che in altra

parte del

mondo ;
, ,

appresso perch nella montagna

chiamata Ida
i

e oltre a ci quello che esso senta per


e per la terra cotta
,

quattro metalli

de' qnali esso

la

forma

e similmente quello che


le fessure, le quali
,

voglia
in

che noi

intendiamo per
altri metalli
,

ciascun degli

fuor che nell' oro

e le lagrime che

a
i

esse escono

e ultimamente quello
.

che

egli

per

quattro fiumi abbia voluto

Dice adunque primieranell' isola di Greti;

mente, questa statua essere locata


la

qual cosa senza grandissimo sentimento non dice,


alla

perciocch

sua intenzione ottimamente

il

luo1'

go e

II

nome conforme: intendendo adunque


,

audi-

tore di volere

poeticamente fingendo
quale cosi
all'

fare

una

mostrazione

la
all'

Indiano

come

allo

Ispagnuolo, e
tiene
,

Etiopo come

all'

Iperboreo appar-

e dalla quale n paese n

regno u nazione

alcuna,

dovech

ella sopra la terra sia,

non

schiusa.

GOMENTO DEL BOCCACCI


,

estim essere convenevole cosa


in quella parte del

quella dover fngere

mondo
egli

la

quale a tutte le nazioni

fosse

comune ed
,

non nel mondo alcuna parte

che

a tutte le

nazioni dirsi posfsa


io

comune se non

l'isola

di Creti,

siccome

intendo di dimostrare. Piacque agli

antichi

che tutto

il

mondo

abitabile in questo nostro


tre parti diviso
, ,

emisperio superiore fosse in

le quali

nominano Asia

Europa
:

e Affrica

e queste termina-

rono in questa guisa

e primieramente

Asia dissono

essere terminala dalla parte superiore del

mare Ocea,

no cominciando appunto
,

sotto

il

settentrione
il

e pro-

cedendo verso

il

greco

e di quindi verso
,

levante

e dal levante verso lo scilocco

infino

alP

Oceano
,

etiopico
la essere

posto sotto

il

mezzod

e poi dissero

quel-

separata dall'Europa dal fiume chiamato


il

Tanni

quale
il

si

muove
,

sotto

tramontana

e ve-

nendone verso
il

mezzod

mette nel

mar maggiore j

quale slmilmente queste due parti dividendo con


,

V onde sue

e continuandosi per Io stretto di Costan-

tinopoli

e quindi per lo

mare chiamato Propontide,

e per lo stretto d'

Aveo

esce nel

mare Egeo

il

quale

noi

chiamiamo Arcipelago, e perviene


,

infino all'isola
.

di Creti

la

quale in su lo stremo del detto mare


la

Di verso mezzod
rendo

dividono
,

dall' Affrica

col corso

del fiume chiamalo Nilo


,

il

quale per Etiopia cor,

e venendo verso tramontana


,

lasciata

isola

Meroe

venendosene in Egitto

e quello col
in

pi

Occidental suo

ramo inchiudendo
,

Asia

mette

nel mare Asiatico


levante infino

il

quale perviene dalla parte del


di Creti
:

all' isola

poi confinano Af,

frica dal detto corso del

Nilo per terra

dal

mare

SOPRA DANTE
Oceano
il

189
atalanlico
,

etiopico

infino al

mare Oceano

quale in occidente^

e di verso tramontana di-

cono quella essere terminala dal mare Mediterraneo,


il

quale perviene in quello che ad Affrica appartiene


,

infiuo all' isola di Greti

e quella

bagna dalla parte


.

del mezzod

e in parte dalla parte di ver ponente


dalla parte di

Europa confinano
lo

ver levante
stretto d'

dal,

estremo del mare Egeo, e dallo

Aveo

e dal

mar chiamato Proponto, e dallo Constantinopoli e dal Mar maggiore e


, ,

stretto di

dal corso

del fiume Tanai

dalla parte di tramontana


,

dall'O1'

ceano settentrionale
cidente
,

il

quale dichinando verso


,

oc-

bagna Norvea

1*

Inghilterra

e le parti ocil

cidentali di

Spagna

insino l dove comincia

mare
lei

Mediterraneo: appresso di verso mezzod dicono


esser terminata dal

mare Mediterraneo,

il

quale con-

tinuo col mare,

il

quale

dicemmo
si
il

affricano: e cosi co-

me

quello che verso Affrica

distende

chiamano

af-

fricano, cos questo Europico,


all'isola di Greti,

quale

si

stende infino
il

dove dicemmo terminarsi

mare Econfine
di

geoj e cosi l'isola di Greti appare essere in su


di queste tre parti del
r

*1

spettante a ciascuna

mondo e dovendo nazione come predetto


,

cosa
,

fin-

gere alcuna cosa


parte non
si

senza alcun dubbio in alcuna altra

potea

meglio attribuire
,

la

stanza alla
i

essenza materiale della Azione


tutte e tre le parti del

che

in su
i

confini di

mondo

sopra

quali posta
il

l'isola di Greti

come dimostrato ,
alla

vero

che

questa dimostrazione riguarda piuttosto

al

rinuovere
si

quel dubbio che intorno

esposizion litterale

potrebbe fare

che ad alcun senso allegorico che

I90

COMENTO DEL BOCCACCI


quantunque
assai
si

sotto la lettera nascoso sia; e perci,

leggiermente veder

possa

per

le cose dette,
,

quello

che
per

sotto la corteccia letterale nascoso


,

nondimeno
dico potersi
inten-

per darne alcuno pi manifesto senso


1*

isola di Creti
1'

posta in

mezzo

il

mare
,

dersi

universal corpo di tutta la terra

la

quale

come
nel
dal

assai si

pu comprendere per
tre
,

termini dise,

gnati di sopra alle

parti

del

mondo
tutta

posta

mezzo

del

mare
,

in

quanto

circondata

mare Oceano
^

e cosi verr ad essere isola

come
se-

Greti

e dagli abitanti in essa tutto quello addive-

nuto che r autore intende di dimostrare nella


guente sua fzione
:

e questo pare assai pienamente


dell'isola,
il

confermare
Creta
,

il

nome
il

quale esso appella

conciosiacosacb Greta nulla altra cosa suoni


;

che

terra

e cosi

nome

si

conforma
,

come

davanti

dissi^ all'

intenzione dell' autore

in

quanto in Creti,

cio nella terra, prenda inizio quello che esso appres-

so dimostra
cosa,

cio negli
al

uomini

quali nulla altra


.

quanto

corpo

siamo che

terra

Ma

per

a-

sciare qualche cosa a riguardare all' altezza degl' in-

gegni che appresso verranno

senza pi dir del luola

go nel quale P autore disegna

sua fzione
,

passe-

remo
in

a quello che appresso segue

la

dove dice, che


la

una montagna chiamata Ida

sta diritta
,

statua

d'

un gran
1'

veglio

per

la

quale
la

secondo

il

mio

ga-

dicio,

autore vuol sentire


,

moltitudine della

uma,

na generazione

quella figurando ad

un monte
,

il

quale moltitudine di terra accumulata


tura delle cose
,

o dalla na
,

dall'artificio degli
,

uomini

e chia-

masi questo monte Ida

cio formoso, in quanto per

SOPRA DANTE
rispetto dell' altre creature mortali
,

191
1*

uraana genera-

zione cosa bellissima e formosa

dentro alla quale


veglio
,

V autore
dell'

dice esser diritto


all'

un gran
,

percioc-

ch dentro

esistenza
,

lungamente perseverata
sono in vani tempi conla

umana

generazione
l'

si

create le cose, le quali


lui discritta
,

autor sente per

statua
,

da

la

quale per ci dice stare eretta


effetti
,

per-

ch ancora que' medesimi

che

gih
5

son pi
e fatta la

migliaia d'anni cominciarono, perseverano

dimostrazione del luogo universale, e ancora del particolare


,

descrive

1'

effetto

formale della sua inten-

zione

il

quale finge in una statua simile quasi ad


stata ve-

una

la

quale Daniel profeta dimostra essere


re;

duta in sogno da Nabuccodonosor


sua r autore quella intenzione
la

ma non

ha nella

quale Daniello dislata

mostra essere in quella

la
,

qual dice essere

ve-

duta da Nabuccodonosor

perciocch dove in quella


il

Daniel dimostra a Nabuccodonosor significarsi

suo

regno e alcune sue successioni


intende alcuni
pi
,

in questa

1'

autore

effetti seguiti

in certe variet di tem-

cominciale dal principio del

mondo

infino al

presente

tempo. Dice adunque primieramente quequal descrive essere d* un

sta statua, la

uomo

grande

e vecchio
strare
,

volendo per questi due


1'

adiettivi

dimola

per

uno

la

grandezza del tempo passato


infino ai nostri
,

dalla creazione del

mondo

tempi
1'

quale di seimila cinquecento anni


la debolezza e
il

e per

altro
;

fine

propinquo di questo tempo


il

perciocch
le forze
,

gli

uomini vecchi
il

pi hanno perdute

per lo sangue
:

quale in loro diminuito e


processo della lor vita

raffreddato

e oltre a ci al

9a

COME NTO DEL BOCCACCI


altro
le

non hanno alcuno

termine che
cose
:

la

morte
,

la

quale fine di tutte

appresso dice
,

che
a
il

tiene Tolie le spalle verso

Damiata

la

quale

sta

Greti per lo levante

volendo per questo mostrare


corso delle cose

naturai processo e
quali
le al

mondane

le

come

create sono, incontanente volgono le spal-

principio loro, e cominciano ad andare, e a


il

riguardare verso

Gne loro
sta

e per questo riguarda


Creti per occidente
.

verso

Roma

la

quale

dice la guata

come suo specchio


forma loro 5 e
in

Sogliono

le

pi

delle volte le persone specchiarsi per compiacere a s

medesime
re de'

della

cos costui

cio que-

sto corso del

tempo, guarda
,

Roma,

cio nelle ope-

Romani
V

per compiacere a s medesimo di


,

quelle le quali in esso furon fatte

siccome quelle

che
del

tra

altre cose periture fatte in

qualunque parte
,

mondo furono

di pi eccellenza
:

e pi

dabili e di
vi riguardi

maggior fama

e oltre a ci

commensi pu dir
gran cose

per dimostrarne che, poich


e
il

le

di

Roma

suo potente imperio andato e va


similmente nel tempo perire e vedice
,

continuo in diminuzione, cosi ogni cosa dagli uomini


nel
nir

tempo
.

fatta

meno Susseguenlemenle

questa statua es-

ser di quattro metalli e di terra cotta,

primieramente
oro;
prin-

dimostrando questa statua avere


volendo, che
cipale

la testa di fino

come
,

la testa nel

corpo

umano

il il

membro
tempo

cosi per essa noi

intendiamo

prin-

cipio del
lo

e quale esso fosse: e noi

abbiamo per

Genesi, che nella prima creazion del mondo,


il

nella quale

tempo che ancora non

era fu creato
,

da Dio

fu similmente crealo

Adamo

per lo quale

SOPRA DANTE
e per
1

193
il

suol discendenti doveva essere

tempo

usato:

e perciocch

Adamo

nel principio della sua

creazio,

ne ottimamente alcuno spazio di tempo adoper


questo fu tanto quanto egli
stelle infra
i

termini cola testa, cio


,

mandatigli da Dio, vuole l'autore essere


il

cominciamento del tempo, d'oro


,

cio carissimo

e bello e puro

siccome
e cosi

1'

oro pi prezioso che


lesta
,

alcuno metallo
d' oro
il

intenderemo per questa

primo

stato dell*
,

umana

generazione

il

quale fu puro e innocente


simo. Dice appresso
cia e
'1
,

e per conseguente carisle brac-

che puro argento sono


,

petto di questa statua


,

volendo per questo

disegnare

che quanto P ariento pi lucido metallo


,

che V oro

in

quanto

egli bianchissimo, e
,

il

bianco

quel colore che pi ha di chiarezza


la

cosi

dopo
prima

innocenza de' primi parenti l'umana generazione

essere divenuta pi apparente e pi chiara che

non
il

era; intanloch

mentre

primi parenti servarono


furono
soli

comandamento

di

Dio

essi
il

e senza alpassato,
,

cuna successione,

ma dopo
,

comandamento
per

cacciati del paradiso

e venuti nella terra abitabile


5

generaron

figliuoli

e successori assai

ta

qual

cosa in processo di

tempo apparve

nella sua

moltitula

dine

la

chiarezza della generazione

umana
di se,

quale

quantunque pi bellezza mostrasse


cara n da pregiare
,

non fu per
figurato

quanto lo

stato di

primo

per l'oro; e per questo

la figura

metallo molto
,

men

prezioso che

l'

oro. Oltre a ci dice

questa

sta*

tua esser di

rame

infino alla inforcatura

volendone
,

per questo dimostrare in processo di tempo

dopo

la
.

chiarezza della moltitudiue ampliata sopra la terr

COM. DI DANTE T. Ili*

194

COMENTO DEL BOCCACCI


,

essere avvenuto

che
,

gli

uomini

dalla

ammirazion
eifetti

de' corpi superiori

e ancora dagli ordinali

della natura nelle cose inferiori, cominciarono a spe^

colare

e dalla specolazione a formare le scienze

arti liberali e
il

ancora le meccaniche
pi

per

le

quali

siccome

rame
,

sonoro melalo che alcuno


gli

de' predetti

divennero

uomini

fra

medesimi

pi famosi e di maggior rinoraea che quegli davanti


stati

non erano

ma
,

perciocch

come per

lo cogno-

sci mento delle

cose naturali e dell'altre

gli

uomini

divennero pi acuti
si
,

e pi ammaestrati e pi famo,

cosi ancora pi

malvagi

adoperando
viziose

le discipli-

ne acquistate piuttosto in cose


voli
,

che laude^

questa qualit di
il

tempo

descritta esser di ra-

me,

quale metallo molto pi vile che alcuno dei


,

sopra detti

Appresso dice

che questa statua dalla


,

inforcatura in gi tutta di ferro eletto

volendo
alle pre-

per questo s'intenda essere successivamente


dette venuta

una qualit
1'

di

tempo

nella quale quasi


si

universalmente tutta
all^

umana
con

generazione

diede

arme

e alle guerre

la forza di

quelle occudell' altro:


le
,

pando violentemente l'uno


e di questi
istorie
,
,

le possessioni

secondoch noi abbiamo per


re degli Assiri

antiche

il

primo fu Nino
,

il

quale

tutta Asia si sottomise


a'

e quinci discesero

V arme
Macedo-

Medii e
,

a'

Persi

e da questi a' Greci e a'


a'
,

ni

e a' Cartaginesi e

V universale

Romani i quali con quelle imperio del mondo si sottomisero: e sipestilenza appiccata a' re
,

milmente essendosi questa

e a' popoli e alle persone singulari

quantunque
,

al-

cuno principal dominio oggi non

sia

persevera non-

, ,

SOPRA DANTE
dimeno
intanto che regione alcuna sopra la terra

19$
non

nelle predette particulari la rabbia bellica


si

sa

che da guerra e da tribulazione

infestata
il

non

sia |

perciocch gP istrumenti della guerra


ferro
,

pi sono di

figura
:

1'

autore questa qualit di tempo essere


,

di ferro

volendo oltre a ci sentire


ogni altro rode

che siccome
,

il

ferro metallo che


essere cosa
,

cosi la

guerra

la

quale ogni mondana sustanza rode e


,

diminuisce. Ultimamente dice


statua essere di terra cotta
,

il

pie destro di questa

volendone primieramente
la

per questo mostrare, esser tempo venuto,

cui qualit
,

oltre

ad ogni altra di sopra


i

discritta

vile

e tan-

to pi

quanto

metalli predetti sono d' alcun prezzo,


;

e la terra cotta vilissima

e oltre a questo
,

che

es-

sendo ne' metalli

detti

alcuna fermezza

alcuna na-

turai forza, e Is terra cotta sia fragile, e con poca difficulta


si

rompa

e schianti e spezzi
fragili
,

cosi le cose di
naturai"
la

questo ultimo tempo sian

non solo

mente ma
,

ancora per

la

fede venuta meno,

quale
ser-

soleva esser vincolo e


rate insieme le

legame che teneva unite e


degli

compagnie

uomini; e

dimofine

strarne

le

cose temporali essere propinque al


il

suo

primiera mente ne dice


,

pie essere di questa vii

materia

il

quale

1'

ultimo
,

membro
il

del

corpo

perciocch oltre a quello

alcuno inferiore non abquale tutto


vii
j

biamo
tutto

come
si

esso quello sopra


,

il

nostro corpo
il
,

ferma

cosi sopra
si
,

questa

materia
e perci
ter-

lungo corso del tempo


il

termina
il

dice

che
,

pie di questa statua

quale di

ra cotta

il

destro

che questa statua sopra quello


sta eretta, cio

pi che sopra l'altro

fermata: vuole

196

GOMENTO DEL BOCCACCI


essere
il

adunque questo piede


cosa

destro, a dimostrarne

che ogni cosa naturalmente


,

si

ferma sopra quella


ferma pi

sopra
5

la

quale crede pi dovere perseverare in


s

essere

e perci questa statua

in sul de-

stro pie, perciocch nel destro pie, e in ciascuno altro

membro
stri
,

destro

pi di forza che ne'


:

membri

sini-

come

di sopra dimostrato

ma

questa fermezla

za non

pu molto durare 5 perciocch quantunque


il

terra cotta sostenga alcun

tempo alcuna gravezza, nonpeso


,
,

dimeno perseverando pure


\idesi e rompes
,

ella scoppia, e di-

e cosi cade
.

e spezzasi ci che soil


,

pra v' era fermato

cosi

ne dimostra

corso del

tempo
di

fermato sopra cosi fragile materia


,

non doil

vere ornai lungamente perseverare

ma
fare

vegnendo

novissimo, appresso

il

quale Domeneddio dee,


si

secondoch nell'Apocalissi

legge

il

cielo

nuo-

vo e n

la terra

nuova
,

n pi

si

produceranno uomini
di qtiesto

altri

animali

verr

la fine

tempo

il

qual tempo, perciocch stato comune ad ogni nazio-

ne

l'

ha voluto

in questa statua
,

l'

autore dimostrare
davanti di-

in luogo ad ogni nazion

comune come
1'

mostrato

Poi deducendosi
,

autore alla intenzon


,

sua finale dice

che ogni parte di questa statua


,

fuori
,

che quella

la

quale d' oro

rotta d'

una fessura

dalla quale gocciolano lagrime, intendendo per questo

mostrarne che per tutto questo che poetando ha descritto

abbia detto
sia
1*

cio per farne chiari

da qual

cagione nata
la

abbondanza

delle miserie infernali;


si

qual cagione

acciocch non

creda pur ne' pre,

senti secoli avere avuta origine dice

che incominci
quale appresso

infino in quella qualit di

tempo

la

SOPRA DANTE
della lesta dell' oro di questa statua disegnata
,

197
cio
5

dopo

1'

esser

cacciati

primi parenti di paradiso

volendo per questa rottura intendersi


la integrit della

la rottura del-

innocenza

o della virtuosa e santa


,

vita

le quali col

malvagio adoperare

e col trapas5

sare

comandamenti

di Dio, son rotte e viziate

da

queste eccettua V autore la parte deli' oro, mostrando

non

essere alcuna rottura in quella, perciocch fu tutta

santa e obbediente al

comandamento divino
le

e cosi

dobbiam comprendere, che


sono
state

malvage operazioni

e inique degli uomini^ di qualunque paese o regione,


cagione e sono delle lagrime le quali cag,

giono dalle dette rotture


zioni
,

cio

de"*

dolori e delle

affli-

le quali

per le commesse colpe dalla divina


i

giustizia ricevono

dannati in inferno

mostrandone

appresso queste cotali lagrime, cio mortali colpe, dal


presente

mondo

discendere nella misera valle dell'ini

ferno, con coloro insieme

quali

commesse l'hanno: e
compren-

in inferno, cio nella dannazione perpetua, fare quattro fiumi


,

cio quattro cose per le quali


:

si

de

1'

universale stato de' dannati


,

e nomina questi
il

quattro fiumi
il

il

primo Acheronte,
,

secondo Stige,
;

terzo Flegetonte

il

quarto e ultimo Oocito


la

vo-

lendo per Acheronte intendere


le

prima cosa,

la

qua-

avviene

a'

dannati.

E Acheronte,
,

come

di sopra al-

cuna
per

volta stato detto, interpetrato senza allegrezza;

la
,

quale interpetrazlone
il

assai chiaro si

conosce

colui

quale per lo suo peccato discende in perdi-

zione

avanti ad ogni altra cosa perdere


,

allegrezza

dell' eterna beatitudine


ta
,

la

quale
i

gli

era apparecchiadi

se voluto avesse seguire

comandamenti

Dio:

198
petrato

COMENTO DEL BOCCACCI


1*

appresso intende
tristizia,

autore per Istlge


il

il

quale inler-

quello che

misero peccatore, avenl"*

do per
eterna

le
,

sue iniquit perduta


,

allegrezza
tristizia
,

di

i/lta
;

abbia acquistato

che

perpetua

perciocch

come P uom
gli
:

si

vede perdere

dove
,

esti-

mava o dove
tanente

bisognava di guadagnare

incon-

s' attrista

ma

perciocch

la

tristizia
,

non
11

termine finale della miseria del dannato


terzo fiume chiamato Flegetonte
trato ardente
j
,

seguita

il

quale Interpe1*

volendo per questo ardore darne


il

au-

tore ad intendere, che poich


nella tristizia della sua

peccatore divenuto
,

perdizione

incontanente dii

viene 'nell' ardore della gravith de' supplicii,

quali
,

con tanta angoscia

il

cuocono, e cruciano e faticano


,

che esso incontanente diviene nel quarto fiume


nel Cocito
,

cio

il 1*

quale interpetrato pianto

perciocch
,

trafggendo

ardore delle pene eternali alcuno


a dolersi

esso

incontanente comincia a piagnere, e


maricarsi
:

e a

ram-

e questo pianto

non

a
,

tempo

anzi sic-

come

lo stagno

mai non
si

to infernale

mai non

muove cosi questo pianmuove siccome quello che


si
,

dee in perpetuo perseverare

e cosi dal comincla,

mento

del

mondo

insno a questo di
si

dalle

malvage

operazion degli uomini


tro miseri accidenti,
i

cominciarono questi quat-

quali in forma di quattro fiumi


1'

descrive
delle

per

quali
,

abbondanza

delle

miserie
,

pene infernali

e de' ricevitori di quelle


,

sono

non solamente perseverate

ma

aumentate

e conti-

nuamente

s'

aumentano

e stanno e staranno infno a

tanto che la presente vita perseverer

SOPRA DANTE
CAPITOLO QUINDICESIMO
Ora cen porta V un de duri margini
ec

199

lontinuasi l'autore al precedente canto,


to nella fine d' esso
scelletto
,

inquan-

mostra
la

che

gli argini

di quel ruj

il

quale per

rena arsiccia correa

fanno
i

via a chi vuole gi discendere,

non essendo
,

di quegli

quali sono a quella pena dannati

e nel principio di

questo dimostra
Virgilio andava.
nella

come su per l'uno delli detti argini con

dividesi questo canto in


1'

due

parti:
,

prima descrive

autore la qualit del luogo


i

massimamente
lit

degli argini sopra

quali andava, la qua-

di quegli

dando con alcuna dimostrazione d'esem-

pli

ad intendere: nella seconda dimostra, come da una

schiera

d'anime dannate

in

quel luogo guatato fosse,


,

e riconosciuto da ser Brunetto Latino


lui della sua fortuna futura

come con
:

lungamente parlasse
:

comincia questa seconda quivi


selva
,

Gi eravam dalla
,

Dice adunque primieramente


de^ duri
,

Ora cen porta V un


e in quanto dice
,

margini

cen porta

parla impropriamente,
;

perciocch

il
i

portare
,

appartiene alle cose mobili

come sono

cavalli
,

gli

uomini, e

le

navi
si

e le carra
,

e simili cose

non

alle cose

che non
,

muovono
si

che son di quelle quei margini


tendere
,

e perci

dee

in-

che

essi s

medesimi portando andavano su


:

per

1'

uno

de' detti margini

e dice

r uno ,

percioc-

ch nel
sere

precedente
,

canto ha mostrato quegli es,

due

e similmente dice duri

perch questo an-

2 00

COMENTO DEL BOCCACCI


,

Cora ha davaati mostrato


gli argini

che ambo

le

pendici, cio

o margini del predetto fumicello, erano di:

venuti di pietra

e a

rimuover un dubbio
,

il

quale
co-

alcun potrebbe muovere dicendo


storo sotto lo incendio delie

come andavan
,

fiamme

le quali

conti-

nuamente

in quel luogo cadevano, segue, e dice,


,

E'I
,

fummo

del ruscel

cio che surgea del ruscello


,

come veggamo di molli fiumi e altre acque fare di sovra adugga , cio ricoprendo fa uggia la quale, come nel precedente canto ha detto, ammorta le det,

te

fiamme che sopra


y

esso cadessero

che dal fuoco salva


i

infra
fatte

quali

s'

inchiude

V acqua e gli argini E sono questi argini grotte


,

per forza alle rive de' fiumi


,

acciocch crescenvicini
:

do

essi

I'

acqua non allaghi

campi

e ac*

ciocch egli dea pi piena notizia di questi argini,

per due esempli dimostra

la

lor qualit

primiera-

mente dicendo

Quale
due
il

Fiamminghi
tra
,

tra

Guzzante e Bruggia ,
il

terre di

Fiandra poste sopra


Fiandra e
del

mare Oceano
lor

quale
'l

l'isola d'Inghilterra,
,

Temen,

do

flotto

mare

[che 'nver

s'

avventa

sospinto dall' impeto del

moto naturale
il

del
il

mare Oquale
,

ceano

Fanno

lo scher/io, cio
,

riparo,
'l

gli argini altissimi e forti

perch

mar

si
,

/uggia

cio poich percosso ha ne' detti margini

senza pi

venire avanti

si

ritragga indietro
,

qui da sapere

che

il

mare Oceano
,

essendone

secondoch alcuni
,

vogliono

cagione
,

il

moto

della luna

sempre

infra
,

ventiquattro ore

le

quali sono

un

di

naturale
,

si

muove due

volle di levante in ver ponente

e altret-

SOPRA DANTE
tante
si

201
:

ionia di ponente in ver levante


,

quando

di

ver levante viene in ver ponente

viene con tanto


a lui

impeto

che esso giugnendo


si

alle

marine

con-

termine,

sospigne avanti infra terra in alcuni luoghi


,

per molto spazio


terre espedite
,

e cosi poi ritraendosi, lascia quelle

le quali

aveva occupate

e questo suo

movimento
t di

entra con tanta forza nel

mare Meditercit-

raneo, che in assai luoghi, e massimamente nella

Yinegia

si

pare: e chiamano
fiotto
,

navicanti questo

movimento
1'

il

e questo quello del quale e contro


al

autore intende qui

quale dice che

Fiamminghi fanno riparo. Appresso dimostra l'autore


,

per lo secondo esemplo


,

la qualit degli argiui

del detto fiumicello dicendo

E quale
vio
,

Padovan lungo
citt

la Brenta
,

Padova una
il

molto antica

la
,

quale Tito Lie Virgilio e altri


,

quale fu cittadino di quella


,

molti dicono

che dopo

la

distruzione di Troia
il

fu

composta da Antenore troiano,


Troia
gonia
, ,

quale partitosi da
stali di

con

certi

popoli chiamati Eneti

Pafla-

quivi dopo lunga navigazione pervenne: e


,

cacciati della contrada gli antichi abitanti

quali
,

si
il

chiamavano Euganei
suo

compose

la detta citt

e fu

nome Palavo:
,

e oltre a questo

occup una gran


a

provincia

siccome da Padova infno

Bergamo,
,

d' alira parte da

Padova

infino al

Friuli

e quella

da' suoi Eneti

aggiunta una lettera al

nome

loro

chiam Venezia. Allato

a questa citt corre


,

un

fiu-

me
gne

il

quale

si

chiama Brenta
,

e nasce nelle monta-

di

Chiarentana
,

la

quale una regione posta


Italia dalla

aeir Alpi

che dividono

Magna

la

qual

3102

CX)MENTO DEL BOCCACCI


non
si

contrada freddissima, e caggionvl graodissime nevi,


le quali

risolvono

infiuo a tanto che


all'
1'

V aere

non
le
|

riscalda del

mese

di
,

maggio, o
cascano

uscita d' apridi quelle


;

e allora risolvendosi
,

acque

nella Brenta

e fannola maravigliosamente crescere

e se racchiusa non fosse,


fra alti e fortissimi argini,

come
i

discende

al

piano,

in-

quali quelli della contrada


,

fanno

essa allagherebbe tutta la contrada


le strade
,

e guastedel quale
1'

rebbe
v'

le biade e

il

bestiame

ha grandissima quantit ; e perci dice


i

autore
,

che

Padovani

cio quegli del distretto di Padova


i

fanno simiglianti schermi che


argini
,

Fiamminghi

cio

Per difender cio i campi e'

lor ville e lor castelli

lavorii delle villate e delle castella, le


',

quali per lo piano di Padova sono

e questo fanno
la

Anzich Chiarentana ,
Chiarentana
s*
,

cio la neve
,

quale in
,

il
:

caldo senta
e questi
y

della state

la

quale

appropinqua

due esempli

posti, dice che,

j tale immagine
quelli
, i

cio similitudine,

eran fatti

quali lungo questo fiumicello erano, TuLto^

cio posto che n s alti


gli

ne
e'

grossi

come que-

che fanno
si

Fiamminghi
,

Padovani
,

Qual che

fosse

lo maestro felli

cio gli fece

Gi eravdm dalla
cio dal bosco
,

selva rimossi

del quale di sopra


eh' io

ha detto
,

nel canto
,

XIII. Tanto

non avrei

visto

cio veduto

dov' era

,
,

Perch' io 'ndietro rivolto mi fossi


a riguardarne: e ci fu,

Quando incontrammo

d'ani-

, ,

SOPRA DANTE
me, dannate
lungo
scuna
,

aol
,

una schiera,
,

V
y

argine

sopra

il

Che venian e ciaquale andavamo


cio molle
,

di quelle

Ci riguardava come suol da sera


cio nel crepuscolo
,

che non di e non 6 none


,

Guardar V un , cio alcuno V altro , cio alcuno altro sotto nuova luna, cio essendo la luna nuova,
,

la

quale perciocch poca luce puote ancora avere o darfa tanta dimostrazione,
'y

ne ,non ne

quanto

alla vera co-

noscenza delle cose bisognerebbe

s ^ cio

e cosi

ver noi aguzzavan le ciglia

,
,

Come
dell*

vecchio sartorfa nella cjnina


il

ago quando

vuole

infilare.
,

Questo avviene per


,

difetto degli spiriti visivi

quali o da grossezza

da

altra

cagione impediti

quando non possono ben


,

comprendere
zar
glia

le cose opposite

ne strngono ad aguzci,

le ciglia ; e

perciocch in quello aguzzar le


la

ristrignamo in minor luogo

virt

visiva

cosi ristretta diviene pi acuta e pi forte al suo ufi-

co

cos

dunque dice facevan quelle anime per

lo

luogo nel

quaU

era poca luce


,

Cos

come

di so,

pra dimostrato

adocchiato

cio riguardato

da
,

cotal famiglia

quale era quella che quivi passava


,

Fui conosciuto da un , di loro che mi prese Per lo lembo, del vestimento^ il lembo la estrema
parte del vestimento dalla parte inferiore, e grid,

questo cotal che

mi

prese, dicendo,
ti

qual maraviglia?
:

supple

questa che io
,

veggio qui

Ed

io

quando
,

"*/

suo braccio a
,

me

distese

,
,

prendendomi

Gli occhi ficcai


,

cio fiso mirai

per
il

lo cotto aspetto

cio abbruciato dall' incendio

ao4
che

COMENTO DEL BOCCACCI


,

quale continuamente cadea

gli

occhi ficcai

i^so

abbruciato , e per alquanto trasformato,


,

non difese
la

cio

non

tolse

La

conoscenza sua
^

cio di lui, al

mio

intelletto;
,

perci,

chinando

mano

alla sua faccia


:

Hisposi

siete

voi qui

ser Brunetto l
,

quasi parlando admirative

quegli , supple, preti

g dicendo
ti

o figliuol mio

non

dispiaccia, non

sia

grave

Ser Brunetto Latino un poco teco


cio d' avere

me

alquanto teco
,

Questo

ser

Brunetto
in al
la

Latino fu Fiorentino

e fu assai valente

uomo
,

cune

delle liberali arti

e in filosofa
,

ma

sua

principal facult fu notaria


lente

nella quale fu eccelsi

molto

e fece di s e di questa sua faculta


fatto

grande stima, che avendo in un contratto


errato
,

per lui

e per quello essendo stato accusato di falsit


,

volle avanti esser condannato per falsario

che

egli

volesse confessare d' avere errato; e poi per isdegno


partitosi di
s

Firenze, e quivi lasciato in memoria di

un

libro da lui

composto
,

chiamato

il

Tesoretto
,

se

n'and

a Parigi

e quivi
,

dimor lungo tempo

composevi un libro

il

quale in volgar francese

nel quale esso tratta di molte materie spettanti alle


liberali arti
,

e alla filosofia morale e naturale, e alla

metafisica,

il

quale egli chiam


si
il

il

Tesoro 5 e
:

ulti-

mamente credo
mostra
natura
,

morisse a Parigi

e perciocch

1'

autore

conosce per peccatore contro a


il

in questa parte

descrive

dove

gli

altri

pone che contro a natura bestialmente adoperarono :


seguila

adunque

il

prego suo ,

il

quale ancora nelle

. ,

SOPRA DANTE
parole superiori non era compiuto
,

"^

aoS

e dice

Ritorna

indietro, eragli per avventura alquanto innanzi l'autore


,

e perci
,

il

prega che ritorni, e lascia

andar la
riguardase-

traccia

di queste

anime,

le quali tutte

ti

no

le quali forse l'autore

con pi studioso passo

guitava per conoscerne alcuna, e per


altri

domandare

degli

che a quella pena eran dannati


lui
:

Io dissi

quanto posso ven preco


:

che noi slamo alquanto insieme

E se volete che con voi rn


cio rlstea
,

as seggi a

Farol
,

se piace

a costui , cio

a Virgilio^
.

che

\fo

seco
y

come con mia


,

guida e maestro
,

fi*

giuol

disse

ser Brunetto

qual di questa greg-

gia

cio di questa brigata


,

S' arresta punto

giace poi cenf anni


,

Senza arrostarsi , quando


fuoco il feggia y Vero va' oltre :
cio appress
,

suppl
.

avviene che, il

cio

il

ferisca

io ti verr a'
,

panni

E poi
quale

che

io

avr alquanto ragiocio questa

nato tecOf raggiugner la


brigata
,

mia masnada^
danni

con

la

al
i

presente sono, e

Che va piangendo
cio
il

suoi eterni
.

suo perpetuo tormento

Io non osava scender della strada


cio dell' argine
,

Ver andar par di


si

lui

-,

e la

ragio-

ne era

perch egli

sarebbe cotto

se al pari di lui

ma'l capo chino Tenea ^ verso di lui, uom che reverente vada y appresso y ad alcuno venerabile uomo
fosse disceso;
il

coni

tiene,

El cominci

qual fortuna

o destino,
alcuna cosa previsa o

vogliono alcuni che destino

sia

,,

ao6
inevitabile

COMENTO DEL BOCCACCI


,

Anzi V ultimo d y cio anzi la quaggi ti mena ? in inferno tra noi E chi questi che mostra ^l cammino
Alla qual

morte,

domanda

1'

autor risponde

Las sii di sopra in la \>ita serena , cio nel mondo, il quale chiaro, per
sto

rispetto a

que-

luogo

Hispos' io lui y

mi smarr*

in

una valle
primo canto
di repli-

di questa valle assai detto davanti nel

del presente libro

e perci qui

non bisogna

care

e qui notantemente dice

mi

smarr', non dice

mi
non que
var
la

perde', per darne a sentire che le cose perdute


si

ritrovan

mai

ma

le
,

smarrite

si

quantunritro-

simili sieno alle perdute


si

tanto quanto a
i

penano
via

e cosi coloro

quali

hanno perduta
coloro che
,

diritta
,

per

malizia o per dannazion per:

petua
1'

mai

piti in

quella non rientrano


i

hanno smarrita per

pec(;ati

commessi
,

avendo
ri-

spazio di potersi pentere e ravvedere


trovare e rientrare in quella
,

la

posson

e procedere avanti

al

desiderato termine: e perciocch di questi cotali era


1*

autore

che non era perduto


di sopra detto
si
,

ma
mi

smarrito nella
smarr' in una

eelva valle

come
,

dice
,

e dice che vi

smarr

Avanti che V et mia fosse piena


ni degli

Mostrato stato nel primo canto di questo libro,

gli

an-

uomini

stendersi infino al settantesimo, e che

infino al trentesimo quinto continuamente, o alla statura dell'uomo,

alle forze corporali s'aggiugne, e persi

ci in quello

tempo

dice essere

1'

etk dell'

uomo

piena: dice adunque l'autore, che esso avantich

, ,

SOPRA DANTE
egli a
il

ao;
:

questa et pervenisse,
assai

si

smarr in quella valle


nel

che

ben
ivi

si

comprende

predetto canto

perciocch

mostra, che essendo

alla eia

piena per-

venuto

si

ravvedesse d' avere smarrita

la via diritta

e ritornasse in quella

Pur iermattina
partendomi
d' essa

le volsi le spalle ,
:

e qui dimostra esser gi stato


:

un

di naturale in questo suo pellegrinaggio

Questi, del

quale voi mi domandate chi

egli
,

rn

apparve , n-

tornando

io

in quella

valle

siccome

uomo

spa-

ventato dalle Ire bestie che davanti


rate
^
,

mi
5

s'

erano pa-

E riducemi a
,

ca

cio a casa
,

e ottimamente
sa la

dice

e riducemi a casa
la

per farne vedere qual

nostra casa

quale quella donde noi slamo


j

citta-

dini, e noi siamo tutti cittadini del cielo


in quello

perciocch

V anime

nostre

per

le quali noi
,

siamo uosiamo

mini
cielo

come

altra volta stato detto

furon create in
,

e per mentre In questa vita stiamo


forestieri
, :

ci

siccome pellegrini e

e Virgilio, cio la rai

gione, quella la quale


consigli,

quando noi seguiamo


il

suoi
del-

che ne rimena, mostrandoci


,

cammino

la verit, alla nostra originai casa

per questo calle,


volte stato
errori cono-

cio per questa via

la

quale

come pi
i

mostrato
scere
,

quella

che ne

fa

nostri

e conduceci alla chiarezza della verit

Ed

egli a

me

se tu segui tua stella

tocca in queste parole


slrologhi,
i

V autore V opinione

degli a-

quali sogliono talvolta nella nativit d'al,

cuni fare certe loro elevazioni


qual
sia la

e per quelle vedere

disposizione del cielo in quel


,

punto che
e tra l*altr

colui nasce

per cui fanno

la

elevazione

ao8

COMENTO DEL BOCCACCI


il

cose che essi fanno, e pi puntualmente riguardano,

ascendente, cio
1'

grado,

il

quale nella nativit pre;

detta sale sopra

orizzonte orientale della regione

avuto questo grado, considerano qual de'selte pianeti


pili

potente in esso^ e quello che trovano essere di pi

potenza in quello, quel dicono essere signore dell'ascendente e signifcatore della nativit; e secondo la natura
di quel pianeto, e la disposizion

buona

e malvagia, la

quale allora ha nel cielo per congiunzioni , o per aspetti


,

o per luogo
la

giudicano della vita futura di colui

per cui

elevazione stata fatta: e per vuol qui l'au,

tore mostrare

che

la

sua

stella

cio
,

il

pianeto

il

quale fu signifcatore della sua nativit


disposta
,

fosse tale e s

che essa avesse a

significar di lui mirabili e

gloriose cose, siccome eccellenza di scienza e di fama,

e benivolenza di signori e altre simili


ser Brunetto, e dice
stella
,

e per seguita

se tu seguili gli effetti della tua

cio quello adoperando che quella mostra


,

che

tu dei adoperare
t'

senza

storti

da ci per caso che

avvegna

tu

Non
gli

puoi fallire al gio toso porto


fama
:

cio di pervenire in gloriosa

il

che

assai

bene

avvenuto, perciocch non solamente nella no,

stra citt

ma

per gran parte del

mondo

e nel co-

spetto di molti eccellenti


cpi
zia
,

uomini e grandissimi prin-

per questo suo libro egli in maravigliosa grae in

fama quasi

inestinguibile, e questo dice ser

Brunetto dovergli avvenire

Se ben
prendere

tn'

accorsi nella vita bella


.

cio nella presente


,

puossi per queste parole

comfos-

ser Brunetto voler dimostrare

che esso

SOPRA DANTE
se astrologo
,

209
o potrebbesi

e per quell' arte

comprendesse ne'corpi

sLiperioi'i ci

che

egli al presente gli dice:

dire

ser Brunetto

siccome
gli

uomo
si

accorto, aver
gli

com-

preso in questa vita


tore esser
tali
,

costumi e
lui

studli dell' au-

che di

dovesse quello sperare

che esso
vede

gli dlce^

perciocch quando un valente


le

uomo

un giovane continuar
lui

scuole

perseverar
,

negli studii, usare con gli

uomini

scienziati

assai leg-

giermente puote estimare,


lente in iscienza:
le,

dover divenire
gli

eccelstel-

ma

che questo

venga dalle

quantunque Iddio abbia

lor data assai di potenza,


il

noi credo, anzi credo venga da grazia di Dio,

quale
i

esso di sua propria liberalit concede a coloro,

quali

faticando e studiando se ne fanno degni

s^

io

non

fossi

per tempo

cio cos tosto


,

morto ,

cio di

quella vita passato a questa

Veggendo
alla

il

cielo a te cos

benigno

intorno alle cose pertinenti alla scienza e alla

fama

quale per
t'

la scienza si

perviene

Dato

avrei all' opera conforto


,

sollecitandoti

e dimostrandoti di quelle cose le quali

tu ancora per te

non potevi cognoscere,


,

E
il

poich ser
conforti al
si

Brunetto

gli

ha detto questo
nel

acciocch

ben perseverare

bene adoperare, ed
gli

egli

deduce a
,

dimostrargli quello che la fortuna


cio
il

apparecchia

suo

esilio

e'

acciocch esso con


gli

minor noia
la

ascolti quello

che dir

dee,

gli

premette
la
,

cagione

mostrando quella essere


fortuna
la

tale,

che

ingiuria
gli

della

quale

gli s'

apparecchia

non
,

avverr

per suo difetto


di coloro
i

come

a molti avviene
,

ma

per difetto

quali gliele faranno

e dice

COM. DI DANTB T. Hit

^4

,.

21o

COMENTO DEL BCX:C AGGI


quello 'ngrato popolo
,

Ma
il

maligno

quale oggi divenuto foreniino^ e chiamalo ingra,

to

per

certe
i

operazioni precedenti da
quali

esso

fatte
,

verso coloro

Y avevano
il

servito e onorato
j

quasi trattolo di servitudine e di miseria

e percioc,

ch

il

popolo

secondo
la
i

romano costume
non
,

unicittk

versalmente tutta
acciocch di
tutti

cittadinanza di

qualunque
s'

Fiorentini

intenda essere

questa infamia d' ingratitudine


dire di quel popolo maligno
,

distingue dicendo, s

Che
citth

discese di liesole ah antico


,

Fiesole
,

secondoch alcuni vogliono

antichissima

e quella dicono essere stala edificata da


,

non so

quale Atalante

de' discendenti di Jafet


altra citt d'

figliuolo di

Ko
si

prima che

Europa
\

la

qual cosa

creder non posso che vera


fosse

sia

nondimeno chi che


,

edificatore

o quando
:

ella fu

secondo

citt

mediterranea

assai notabile
,

e secondoch questi
la parte

me,

desimi dicono

avendo seguita
alla

di

Catelina

quando congiur contro

salute pubblica di
,

Ro-

ma

fu per

Romani

disfatta

e parte de' suoi citta,

dini ne vennero

ad abitare

in

Firenze

la

quale per
,

Romani in quelli medesimi tempi si fece e fu abitata di Romani e cosi fu abitata primieramente di questi due popoli cio di Romani e di Fiesolani
:
,

Poi vogliono che in processo di tempo Firenze


disfatta

fosse

da

Attila flagello

e la detta

citt di

Fiesole

reedificata, e cosi quelli Fiesolani

che in Firenze abita:

vano

essersi tornati

ad abitare

nell' antica loro citt

poi susseguentemente essendo imperador (larlo Magno,

afTermano Firenze essere

stata contro al

piacere dei

SOPRA DANTE
Fiesolani reedlficaia
reliquie
,

aii
e di quelle

e abitata di
si

Romani
Attila

che per
i

la

contrada

trovarono de' discenfu disfatta

denti di coloro

quali

quando da

V abitavano. Appresso dicono


guerre e dannose
all'una parte e
ira^
all' altra

essere stale
,

lunghe
le

Fiesolani e' Fiorentini

quali

rincrescendo, vennero a lun-

come finivano le rinnovavano, e sicuramente usavano V uno nella citt dell' altro sotto
ghissime tregue, e
:

la qual sicurt

Fiorentini

non guardandosi
,

di ci

Fiesolani
la

occuparono e presono Fiesole


i

fuori che

rocca

e patteggiatisi
,

Fiesolani con loro di dovere


,

abitare in Firenze

e di

due popoli divenire uno


del

fu

Fiesole disfatta
re
5

al

tempo

primo Arrigo imperado,

Fiesolani tornati in Firenze


,

di

due segni co-

muni fecero uno il quale ancora in Firenze si tiene in un gran gonfalone bianco e vermiglio ; e insieme
raccomunarono
gli ufici

pubblici

e con parentadi e
s'

con usanze quanto poterono insieme


,

unirono

non-

dimeno mostra qui 1' autore quella acerbe/za antica e inimichevole animo essere sempre perseverata di
discendente in discendente de' Fiesolani
stare
5
,

e ancora

e per questo dice, che quel popolo Fiesolano,

che in Firenze venne ad abitare

E
del

tiene ancor del

monte

e del

macigno

monte,
,

in

quanto rustico e salvatico, e del mali-

cigno

in

quanto duro e non pieghevole ad alcuno


,

berale e civil costume


disceso di Fiesole,

e dice

questo cotal popolo

Ti

si far

per tuo ben far, nemico


il

siccome quello

quale in odio

alla viiti

V op3se-

razioni degne di laude; e di questo fariisi

nemico

. ,

'

COMENTO DEL BOGGAGGl


:

guir, che tu sarai cacciato di Firenze

Ed ragion,
li

che tu da lor
zi sorbi
,

sia cacciato

per ci
cio
,

che tra

laz"
,

Si disconvien

non

convenevole
:

fruttare

cio fruttificare

al dolce fico
,

vuol sotto

questa metafora

V autore
uomini

intendere
,

non

esser conve-

nevole

che

tra

rozzi, duri

ingrati e di mal-

vagia condizione, abiti e viva


di gentile

un uom Valoroso,
.

animo

e di grande eccellenza

Poi segue,
,

f^ecchia fama nel


cio ciechi
;

mondo
i

li

chiama orbi
si

della

qual fama

dice esser cagione

questo

che andando
,

Pisani al conquisto dell' isola


i

di Maiolica

la

quale tenevano
navilio

saracini

e a ci

an-

dando con grandissimo


do
la lor citt
,

e per questo lascian-

quasi vota d'abitanti,

non parendo
la

loro ben fatto

pensarono di lasciare
di Firenze
:
,

guardia di

quella

al

comun

del quale essi erano a


,

que' tempi amicissimi

e di ci richiestolo
,

e ottevitto-

nuto quello che desideravano


riosi tornassero
,

promisono dove

di partire col detto


;

comune
i

la

pre-

da che
tini

dell' acquisto recassono

e avendo
la citt
,

Fioreni

con grandissima onesta servata


,

Pisani

tornando vincitori

ne recarono due colonne di por,

fido vermiglio bellissimo


citt

e porti di
,

tempio

o della
la-

che fossero
:

di legno

ma

nobilissimamente
,

vorate
dall'

e di queste fecero due parti


le porti
,

che posero

una parte

e dall' altra le

due colonne
a'

coperte di scarlatto
i

e diedero le prese
,

Fiorentini
le co-

quali senza troppo avanti guardare


:

presono

lonne

le quali

venutene in Firenze
,

e spogliate di

quella veste scarlatta

si

trovarono essere rotte,

come

oggi le veggiamo davanti alla porta di san Giovanni

3 ,

SOPRA DANTE
Or
che
essi

21
certi

vogllon dire alcuni


i

che

Pisani essendo

Fiorentini prenderebbono le colonne, acciocch


cosi
fatto

non avesser netto


,

guiderdone
,

quelle

abbronzarono
cos scoppiate
s'

e in quello

abbronzare
i

quelle esser
di

e acciocch
le

Fiorentini
:

ci

non

accorgessero

vestirono di scarlatto

e perci per

questo poco accorgimento de' Fiorentini essere loro


stato allora
il

imposto questo soprannome


ci

cio ciechi
a
,

quale mai poi non


all'

cadde:

ma
:

quanto

me, non
n quale

va

animo questa

essere stata la cagione

altra

si sia

potuta essere non so


,

seguono appresso

troppo pi disonesti cognomi

e volesse Iddio che


,

non

si

verificassero ne' nostri costumi


il

pi che

si

ve-

rifichi

sopraddetto
y

dice

adunque

Gente avara
i

invidiosa e superba

:
:

Fiorentini essere avarissimi appare ne' lor processi

e se ad altro

non apparisse
,

appare

al

male osservare

delle nostre leggi

le

quali ancorach con difficulih


il

alcuna se ne ottenga, guardando ciascuno che

suo

consentimento ha a prestare
la
,

confermazione di quelsua particularit, se

non
si

al

comun
,

bene,

ma

alla
la

pure
quale
nitori

ferma

adoperando

innata cupidit della


,

tutti

siam fieramente maculati


di quella
,

per

composi

medesimi

con astuzie diaboliche

trova via e
frivolo
,

modo che

il

suo valore diventa vano e

salvo se in alcuni

men

possenti
si

non

si

stenla

desse

appresso ne' pubblici ofici

fa

prima
il

ra,

gion del guadagno che seguir ne dee a chi

prende
:

che

della onorevole e leale esecuzion di


,

quello

la,

scio stare le rivenderie

le baratterie
:

le

simonie

altre disonesta

moventi da quella

perch troppo

2i4
sit

COMENTO DEL BOCCACCI


il

sarebbe lungo
,

ragionamenlo

dell'

usure

delle falla-

de' tradimenti e di simili cose,


.

mi piace

sciare stare

Sono

oltre a

ci
,

Fiorentini oltre ad

ogni altra nazione invidiosi


ne' nostri aspetti turbati
,

il

che

si

comprende

cambiati e dispettosi,

come
:

o veggiamo o udiamo che alcuno abbia alcun bene


e per contrario nella dissoluta letizia
e festa
la

la

qual

facciamo sentendo alcuno aver avuta


ra
,

mala ventu-

o essere per averla: parsi nt/ nostri ragionamenti,

ne' quali noi biasimiamo,


i

danniamo
vltuperii

e vituperlafno

costumi e

1^

opere laudevoli di qualunque uoi


,

mo
e'

buono

raccontiamo

e le vergogne

danni di ciascheduno

parsi

nelle

operazioni
nelle

nelle quali noi

siamo troppo pi che

parole

nocevoli

che pi? superbissimi uomini siamo: in


ci

ogni cosa

pare di dovere esser degni


,

e di dovere

avanti ad ogni altro essere preposti

facendo di noi
altro
la

maravlgllose stime
vaglia
,

non credendo che alcuno


,

sappia o possa
,

se

non noi
,

Andiamo con
che

testa levata

nel parlare altieri

e presuntuosi nelle
,

imprese
ferir

e tanto di noi

medesimi ingannati

sof-

non possiamo n pari n compagnone: teneri pi che '1 vetro, per ogni piccola cosa ci turbiamo e divegnaai furiosi j e in tanta insania divegnamo
che noi ardiamo
di

preporre

le nostre forze a
,

Dio

di

bestemmiarlo e

d' avvilirlo; de' quali vizii


lui,

esso per-

mettendolo, non che da

ma bene

spesso da molto

men
nati
:

possente che non slam noi, ci troviamo sganpoi

segue ser Brunetto ammaestrandolo

dice

Da'

lor costumi fa' che tu tijbrhi

5, ,

SOPRA DANTE
cio
ti

21
il

servi iramaculato

La

tua fortuna^ cio

celeste corso,
in

tanto ben
,

ti

serba, in laudevole fama,


,

sufficienza

in

amicizie di grandi uomini


cio
i

Che

V una
tini
,

V altra , avranno fame Di


parte e
t'

Fiesolani e

Fioren-

te,

cio desiderio,

poich
,

cacciato
cio
1'

avranno

ma

lungi Jia dal becco Verba


,

effetto dal desiderio


.

perciocch

essi

non
y

ti

ria-

vranno mai
stolti

Faccian
fiesolani

le bestie fiesolane
,

cio gli

uomini

strame
i

Di
,

lor

medesme

cio rodan s
e con le lor

medesimi con

lor malvagi pensieri

malvage operazioni
,

non tocchin la

pianta

per roderla

S^ alcuna surge ancor nel lor letame


cio nel luogo della loro abitazione
glia al
,

la

quale somi-

letame, perciocch di sopra l'ha chiamate

bestie

In cui riviva
che

cio per
,

buone operazioni

ri-

surga

la sementa santa
vi

Di que^ Roman

rimaser quando
.

Fu fatto

il

nidio di malizia tanta


i

Volendo qui mostrare


per
fic

Romani

quali vennero ad

abitar Firenze, essere stati quali furon quegli antichi,


le cui giuste e
il

laudevoli opere

s'

ampli e magni-

tore

romano imperio: ma in ci non sono io con l'aud' una medesima opinione perciocch infino a'
,

tempi de'primi imperadori era


cia di tutto
a' nobili
il

Roma

ripiena della fec-

mondo, ed
,

era dagl'lmperadori preposta


glk divenuti cattivi
,

uomini antichi
il

e chia-

ma
li

qui Fiorenza

nido di malizia tanta

e questo

non indecentemente, avendo riguardo


ne mostra esser maculati

a' vizii

de'qua-

COMENTO DEL BOGGAGCl


tutto pieno il
,

Se fosse
Dell'

mo dimando
quale per eterna legge ci
,

Hispos^ io lui

voi non sareste ancora


,

umana natura
fa

la

che nasce

morire
,

posto in bando

cio di quella
3

vita cacciato

anzi sareste ancora vivo


esso questo

e quinci gli

dice la cagione perche

dimanderebbe
,

per ci

Che

in la mente

mi

e fitta

cio eoa
al

fermezza posta, ed or m' accora, cio mi va

cuore,

La
,

cara buona imagine paterna


, ,

Di voi verso di me quando nel mondo voi ad ora ad ora , Mi mostravate come V uom s" eterna
,

vivendo

per lo bene e valorosamente adoperare


stra
sofa
1'

e cosi

nrio-

autore che da questo ser Brunetto udisse


gli
,

filo-

ammaestramenti

della quale

siccome santi
,

e buoni

insegnano altrui divenire eterno


:

e per fa-

ma

e per gloria

E quanto

io

V ahbo
si

in

grado

quello che gi

mi dimostraste, mtntr'
vi loder,

io vivo
y

Convien che nella nna lingua


perciocch seojpre

scerna
vi

sempre
,

commender.
mia
fu-

Ci

che narrate di mio corso


,

cio della
,

tura fortuna

scrivo

nella

mia memoria
testo
,

E scrbolo
gli

a chiosar con altro


,

cio a dichiarare

con quelle cose insieme


,

le

quali

avea predette Ciacco e messer Farinata


,

don^
,

na

cio a Beatrice

che

'l

sapr
1'

y s'

lei arrivo

chiosare e dichiarare, e
dette

altre cose e

quelle che

m" avete
,

Tanto vogV io che vi sia manifesto Purch mia coscienza non mi garra

SOPRA DANTE
cio
ria

217

non mi riprenda

se per avventura alcuna ingiu'1

pi pazientemente cLe
,
,

convenevole sostenessi,
,

h' alla fortuna


vuol
y

cio a' casi sopravvegnenti


a ricevere e a sostenere
.

come

son presto

Non

nuo^a agli orecchi miei tale arra


,

cio tale annunzio

quale quello

il

quale mi fate

perciocch da Ciacco e da messer Farinata


predetto
;

m^

stato

Vero
stati

giri fortuna la sua ruota


il

cio faccia

suo uGcio di permutare

gli

onori e

gli

Come
ha detto
rare
d'
la
,

le piace

e'I villan la sua marra

Queste parole dice per quello che


de' Fiesolani
,

ser Brunetto
lui

gli

che contro a

deouo adope,

quali qui descrive in persona di villani


cittadini

cio

uomini non
sua marra
il
,

ma

di villa^ e in

quanto dice,
,

intende che

essi

Fiesolani

come

piace
il

loro

lor

malvagio esercizio adoperino, come

villano adopera la

marra

Lo mio maestro
cio in su la parte

allora in su la gota
,

Destra

si

volse 'ndietro
,

rimtardommi
non invano

Poi disse: bene ascolta


sente dicesti cio, giri

cio

ascolta
al

chi la nota, con effetto, la parola la quale tu

pre-

piace ec. volendo per questo confortarlo a dover cos fare,


,

fortuna

come

le

come

esso dice di fare

JV per tanto di
,

perch Virgilio cosi dicesse

men , parlando vammi ,


chi sono

cio

Con
va

ser Brunetto
,

dimando

Li suoi compagni
,

co' quali egli


,

poco avanti anda-

pi noti

a lui

e pi

sommi, per fama

COMENTO DEL BOCCACCI


:

Ed egli a me

saper d' alcuno buono',

e fagli ser Brunetto questa risposta alla

domanda che
quasi voglia

l'autore fece dicendo, e piti


ser Brunetto dire
,

sommi,

siccome
i

assai

bene appare appres,

so

se io
,

ti

volessi dire

pi

sommi

sarebbe troppo
di

lungo

percioccli tutti furono


e detto d' alcuno
,

uomini

nome

e fa-

mosi

Degli
mini

altri Ji a laudevole tacerci


,

volendo forse per questo dire


,

egli v'

ha

si

fatti

uo-

che

lo infamargli di cos vituperevole peccato,

come

questo , e per lo qual dannati sono, potrebbe

esser nocivo^ e se

non per loro

per coloro

quali di

loro son rimasi

comech
il

egli altra

ragione n' asse-

gni perch sia laudevole

tacersi

dicendo
,

Che

"/

tempo

che conceduto m'


,

a star teco
,

saria corto

piccolo o breve

a tanto suono
prima

cio a cosi lungo


si

ragionare

come ragionando
questo detto
, ,

di costoro
gli

converreb-

be
chi

fare
essi

dice in generale

sono

poi discende a nominarne alcuno in

particulare, e dice,

In somma,

cio su brevit, sappi

che tutti fur cherci

E letterati grandi e di gran fama,


/)'

un peccato medesmo,
lerci
i
,

cio di soddomia, al

mon-

do
le,

cio brutti. Pare

adunque per queste parodestro, e

cherici e gli scienziati essere maculati di questo


il

male;

che

puote avvenire l'aver


in

pii

con minor biasimo del mescolarsi


ra col sesso mascolino
,

questa bruttu;

che col femminino

concio-

siacosach

V usanza

de' giovani

non paia disdlcevole

a qualunque onesto

uomo
:

ove quella delle femmine

abominevole molto

e per questo

comodo

questi

SOPRA DANTE
cosi fall

a 19
,

uomini
,

cherici e letterati

pi in quel

peccato caggiono

che per

altro appetito

non fareb-

bono
Fri sci an sen va con quella turba

grama ,
,

cio dolente: fu Prisciano della citt di Cesarea

di

Cappadocia

secondoch ad alcun piace


5

e grandissi-

mo

filosofo e

dimorare a

sommo grammaiico Roma ad istanza di


,

il

quale venuto a

Giuliano Apostata
libri;
nell'

compose
tratt

in

grammatica due notabili

uno

diffusamente e bene delle parti deirorazione,


.

nelP altro su brevit tratt delle costruzioni


lessi

Non

mai n udi' che esso

di

tal

peccato fosse peccalui, accioc-

tore,

ma

io

estimo abbia qui voluto porre


s'
,

ch per

lui

intendano coloro
del qual
;

quali

la

sua dottrisi

na insegnano

male

la

maggior parte
il

cregli

de che

sia

maculata
,

perciocch

pi hanno

scolari giovani

e per V et lemorosi e ubbidienti

cosi a' disonesti

come

agli onesti

comandamenti dei
si

ior maestri

e per questo

comodo
,

crede che spesse

volte incappino in questa colpa

E Francesco d' Accorso anco


tra loro avresti
S'

e vedervi

potuto

avessi avuto di tal tigna

brama
,

cio desiderio ( Messer Francesco fu figliuolo di messer Accorso,

amenduni Fiorentini

amenduni grancivile
si

dissimi e famosi dottori in legge, intantoch messer

Accorso chios tutto corpo di ragion


le

e furon

sue chiose tanto accette


s'

che

elle

posono, e sono

e ancora

usano per chiose ordinarie nel codice e


libri

negli altri

legali

e questo messer Francesco

mentre

visse

sempre

lesse

ordinariamente in Bologna,

*2o
dove
dice
,

COMENTO DEL BOCCACCI


si

crede che ultinaameate morisse ) che ancora v' avrebbe potuto vedere
,

appresso

Colui potei
cio dal papa

che dal sen^o de^ servi


il

quale s medesimo nelle sue lettere


servi di

chiama servo de'

Dio; e questo
si

titolo

pri.pri-

mieramente per vera umilt

pose san Gregorio

mo

essendo papa

conoscendo che

a lui e a ciascun
,

che nella sedia di san Piero siede


di ministrare

s'

appartiene

e di servire nelle cose spirituali agli


,

amici e servi di Dio


cosa
esso

quantunque menomi
,

la

qual

sollecitamente facea
la

predicando loro e
,

aprendo

dottrina evangelica
,

siccome nelle sue


il

omelie appare

le

quali sono le prediche sue, e


,

no-

me

loro

il

dimostra

perciocch omelia non vuole


al

altro dire se

non sermone
,

popolo

come

succes-

sor suoi questo facciano


sto di cui qui
1'

Dio ne
,

sa la verit:
,

ma

que-

autor dice

dice che

Fu

trasmutato d'

Arno
il

in Bacchigliene

dicesi costui essere stato

un messer Andrea de'Mozzi,


quale e per questa miseria,

vescovo di Firenze,

nella quale forse era disonesto peccatore, e per molte


altre sue sciocchezze

che di

lui si

raccontano nel vulgo,

fu per opera di messer Tommaso de^Mozzi suo fratello,


il

quale era onorevole cavaliere

e grande nel cospet-

to del

papa

per levar dinanzi dagli occhi suoi e


,

de' suoi cittadini tanta abominazione

fu permutato

dal papa di vescovo di Firenze

in vescovo di Vicen,

za

',

il
,

che
il

1'

autore per due fiumi descrive

cio per

Arno mezzo

quale fiume

come

si

vede che passa per


,

la citt di

Firenze, e per Bacchiglione


le

il

qual

fiume corre lungo

mura

di Vicenza

e cosi per

SOPRA DANTE
trasaiutato
,

aai
Ove,

clascua di questi fiumi intende quella citt donde fu


e quella nella quale fu trasmutato
,
,

cio in Vicenza, lasci

morendo, perciocch
.

in essa

mori

li

mal
,

protesi nervi
,

Era questo vescovo


difetto degli
s*

sconciamente gottoso

in

quanto cbe per

omori

corrotti
,

tutti

nervi della persona gli


,

erano

ratlrappati

come
,

in assai gottosi veggiarao

e nelle

mani

e ne' piedi
i

e cosi per questa parte del

corpo

cio per

nervi
in

intende tutto

il

corpo

il

quale mo-

rendo lasci

Vicenza. Altri vogliono altramenle


;

sentire in questa parte

volendo per quello vocabolo

protesi

non

di tutti

nervi del corpo intendere,

di quegli

solamente
3

quali appartengono al

ma mem,

bro
il

virile

dicendo

che proteso suona innanzi teso

quale Innanzi tendere avviene in quelli nervi del

viril
all'

membro

che
si

si

protendono innanzi quando


,

alto libidinoso

viene

e
,

perci dicono essere


percioccbi^ contro alle
gli
,

dall'

autore delti mal protesi


leggi

naturali

malvagiamente
,

protese.

Di pi

direi

ma
,

'l i^enir

al pari di le

'l

sermone Pi
cagione, dia

lungo esser non pu y


cendo

soggiugne
,

la

perocch^ io s^^ggio
,

L ,
esser

davanti
,

sur.

ger nuovo fummo

forse polverio

dal sabbione
.

Gente vien , con la quale

non deggio

Appare per queste parole alcuna

differenza esser tra


,

quegli che contro a natura peccarono

poich per di1*

verse schiere son tormentati, e non osa


esser

una schiera
ci ,

con

1'

altra

e senza

dubbio differenza

per-

ciocch non solamente in una maniera, e con una sola


spezie d' animali
si

commette

commettesi adunque

questo peccalo quando due d^un medesimo sesso a

aaa
ci
si

COMENTO DEL BOCCACCI

convengono siccome due uomini , e similmente quando due femmine; il che sovente avviene , e secondoch alcuni vogliono, esse primieramente peccarono in questo vizio
,

da lor poi divenne

agli

uomini

muia

commettesi ancora quando l'uomo e la femed eziandio la propria moglie col narlto,
,

meno che onestamente


della natura
,

e secondo la ordinaria regola


,

e ancora delle leggi canoniche

con-

giungono insieme: commettesi ancora quando con alcuno animai bruto o Puomo o la femmina si pone ;
la

qual cosa non solamente a Dio

ma
;

ancora agli
e

scellerati

uomini abominevolissima
,

per dobpii

blam credere
gravemente
stizia essere
s

che secondoch in questo


i

e meri

pecca, cosi

peccatori dalla divina giu,

pi e raen gravemente puniti

e distinta,

mente 5
pili

e perciocch ser Brunetto vide venir gente

men

peccato che
;

si

fossero di lu

dice che con


,

loro esser non dee

e dovendosi partire dall' autore


,

ultimamente
Sieti
cio
il

gli

dice

raccomandato il mo Tesoro , mio libro, il quale io composi in lingua


chiamato Tesoro
:

fran-

cesca,

e questo vuole gli sia racco,

mandato
rarlo,

in trarlo innanzi

e in

commendarlo

e ono-

estimando quello

alla

sua fama esser fatto nella


si fa
:

presente vita che al suo libro


fiiam
la

e in questo pos-

comprendere quanta

sia la

dolcezza della fama


i

quale ancorch in inferno siano dannati


,

pecca-

tori

n sperino mai quassij tornare

d' inferno

uscire,

pure da loro desiderata


,

e seguita la cagione

perch, dove dice

JYel quale io vivo ancora; volen-

do per questo dire

che dove perduto

fosse questo 1-

SOPRA DANTE
bro
lui
;
,

2 23

o non avuto a prezzo

niun ricordo sarebbe di


,

e per questo possiam vedere


,

la

fama

essere

una

vita di molti secoli


le

e quasi dalla presente, nella quasi

secondo

il

corpo poco
,

vive separata

e simil-

mente
questo

dalla eterna
fa

nella quale

mai non
,

si

muore

dirittamente contro a molti


,

quali scioc-

camente dicono
va
5

che

la

poesia non facult lucrati-

perciocch in questo dimostrano due loro gran,

dissimi difetti

de* quali
sia

1'

uno
1'

sta

nello sciocco

opi-

nare

che non
la

guadagno
;

altro

che quello che

empie

borsa de' denari


certissima che

altro sta nella


,

dimoche

stiazion

fanno

di

non

sentire

cosa sia la dolcezza della


di rintuzzare alquanto
cotali
.

fama

e perci

m' aggrada
meccani5

1*

opinione asinina di questi


la cassa
1'

Empiono

la

borsa o
,

arti

che

le

mercatantie

le leggi civili e

le

canoniche

ma
al

queste semplicemente al guadagno adoperale


d la vita
a s

non posson prolungare, n prolungano un


guadagnatore
,

siccome quelle che dietro

non

lasciano alcuna ricordanza o

fama laudevole del guauomini

dagnatore. Ricerchinsi l'antiche istorie, ispieghinsi


le

moderne

scuotansi le

memorie
il

degli

\eggasi quello che di colui,


piere
di
1'

quale ha atteso ad
si

em-

arche d' oro e d' argento


re di Frigia,

trova

trovasi

Mida

con grandissimo suo vituperio:


,

trovasi di Serse re di Persia

con molta sua ignomi-

nia

trovasi di

Marco Grasso, con perpetuo vitupe:

rio del

nome suo

e questo basti aver detto deli' anti-

che

delle pi

ricenti
si

non so che

si

trovi

Stati

sono, per quel che


ricchi

creda, nella nostra citt di gran

uomini

ritrovisi se egli si

pu

il

nome

d' al-

2^4
cuno che

COMENTO DEL BOCCACCI


gi cento anni fosse riccoj egli

non

ci se
,

ne

trover alcuno; e se pure alcun se ne trovasse

o in o lui
:

vergogna di

lui

si

trover,

come

degli antichi

per
per

le
la

ricchezze non esser principalmente ricordato

qual cosa appare


,

questi colali avere acquicol

stata cosa
s"*

che insieme col corpo e

nome

loro

morta, e convertita in
,

fummo

quasi non fosse


si
,

stata

Ma
,

vedere resta

quello che della poesia

guadagni

la

quale

essi

dicono non essere lucrativa

credendosi con questo vituperarla e farla in perpetuo

abominevole

La

poesi

la
,

qual solamente

a'

nobili

ingegni s stessa concede


appresa
za
, ,

polche con vigilante studio

non dirizza

1'

appetito ad alcuna ricchez-

anzi quelle siccome pericoloso e disonesto peso


rifiuta
;

fugge e
stiali

e prestando diligente opera alle cele,

invenzioni e csqulsite composizioni


,

in

quelle
si

con ogni sua potenza


za di fare eterno
tore
:

che

1'

ha grandissima,

sfor-

il

nome

del suo divoto


,

componi-

e se eterno far noi puote

gli

d almeno per

premio
pra

della sua fatica quella vita


,

della
,

qual di so-

dicemmo lunga per


i

molti secoli
valorosi

rendendolo
,

celebre e splendido appo


noi

uomini

siccome
,

possiamo manifestissimamente vedere


ne'

e negli

antichi e ancor

moderni
,

e son passali oltre a

2600
poeti
:

anni
e

che Museo

Lino e Orfeo vssero famosi


lunghezza del tempo e
la

quantunque

la

negligenza degli uomini abbiano le loro composizioni lasciale perire


,

non hanno potuto per


fare incogniti
, ,

tutto ci
in

loro

nomi occultare e

anzi
essi
,

quella

gloriosa chiarezza perseverano

che

mentre corpoveri ssimo

poralmente vivean

faceano

Omero

SOPRA DANTE
uomo
e di nazione umilissima
,

aaS
che

fa da questa in tanta
,

sublimit elevato

ed sempre poi stato

le

pi

notabili citt di Grecia


stione
:

ebbero della sua orgine qul,

re, g* imperadori
il

dani hanno sempre


deit onorato
,

sommi suo nome quasi


e'

principi

mon-

quello d' una

e infino a* nostri d persevera,


i

con non

piccola ammirazione di chi vede e legge

suoi volui

mi

la gloria della

sua fama
,

Io lascer stare

ful,

gidi

nomi

d'

Euripide
altri

d' Eschilo, di

Simonide

di

Sofocle e degli
tutta

che fecero nelle loro invenzioni


,

Grecia maravigliare
,

e ancor fanno

e simil-

mente Ennio Brundisino


Terenzio
,

Plauto Sarslnate
,

Nevio
,

Orazio Fiacco

e gli altri latini poeti

quali ancora nelle nostre

memorie con laudevole


che

r-

cordazion vivono
gilio
,

per non dire del divin poeta Vir,

il

cui ingegno fu di tanta eccellenza

es-

sendo

egli figliuolo
il

d'un

lulifigolo

con pari consenil

timento di tutto
alle cose

senato di

Roma,

quale allora

mondane
,

soprastava, fu di quella

medesima
di

laurea

onoralo

che Ottaviano Cesare


:

tutto

il

mondo imperadore
sono
le

e di tanta eccellenza

furono e

opere da lui scritte, che non solamente ad


,

aramirazion di s

e In favore della sua fama,


,

prin-

cipi del suo secolo trassero

ma

esse

hanno con seco

insieme infino ne' d nostri fatta non solamente venerabile


il

Mantova sua
i

patria

ma un
,

piccol campicello,

quale

Mantovani affermano che fu suo, e una


nella

villetta

chiamata Pieciola
,

quale dicon che


,

nacque

fatta

degna di tanta reverenza

che pochi
,

intendenti uomini sono che a

Mantova vadano
visitioo e

che

quella quasi

un santuario noa
III.

onoriuo

eOM. IW DAWI-E T.

l5

aa6

GOMENTO DEL BOCCACCI


il

acciocch io a' nostri tempi divenga, non ha

no-

stro carissimo cittadino e venerabile

uomo
,

e
,

mio
la

maestro e padre

messer Francesco Petrarca

con

dottrina poetica riempiuta ogni parte


latina conosciuta
,

dove

la lettera

delia sua maravgliosa e splendi-

da fama, e messo

il

nome suo
,

nelle bocche,

non dico

de' principi cristiani

quali de' pi sono oggi idioti,


,

ma

de'

sommi

pontefici

de' gran maestri

e di qua

lunque

altro eccellente
,

uomo
la

in iscienza

Non

il

presente nostro autore

luce del cui valore per


la

alquanto tempo stata nascosa sotto


gar materno
,

caligine del voiletterati

cominciato da grandissimi
?

ad

essere desiderato e ad aver caro

quanti secoli cre-

diam
turo
tutte
?

noi che

1*

opere di costoro serbin loro nel fu-

Io spero che allora perir


altre cose

l'

nome loro, quando mortali periranno. Che dunque diranil il

no

questi nostri, che solamente alloccano


la

denaio? Di-

ranno che

poesia non sia lucrativa, la quale d per


secoli a coloro

guadagno cotanti

che a

lei

con

since-

ro ingegno s'accostano; o diranno che pur l'arti

meccaniche sien quelle

delle quali
la
,

si

guadagna

Vergognnsi questi colali d por


lestiali
'

bocca

alle cose ce-

da lor non conosciute

e intorno a

quelle

avvolgliino, le quali appena dalla bassezza del loro


;

ingegno son da loro conosciute

e negli orecchi

ri-

cevano un verso del nostro venerabil messer Francesco Petrarca


:

jirtem qiisque suam doceat, sus nulla Miners^am*

Ora come
lunque

io

ho

detto de' poeti

cosi intendo di
altra

quascien-

altro
,

componitore di qualunque

XI o facult

perciocch ciascuno meritamente nelle

SOPRA DANTE
sue opere vi\e
:

27
cio nel-

e questa quella vita nella quale

ser Brunetto Latino dice


la

che ancora vive


,

coaiposizioae del suo Tesoro

avendo per morte


:

quella vita nella quale vive lo spirito suo

poi se-

gue

e pi
,

non cheggo
si rivolse
,

quasi dica
,

questo mi sar

assai

Poi

detto questo

e parve di co*

loro

Che coirono a F^erona 'l drappo verde Per la campagna 3 secondoch io ho inteso
ronesi per antica usanza fanno in
rere ad

Vecor-

una

lor festa
,

uomini ignudi un drappo verde


,

al

qual cor^

so

per tema di vergogna

non
tiene

si
5
,

mette alcuno se
e perciocch par-

velocissimo corridore non

tendosi ser Brunetto dall' autore

velocissimamente

correa

1*

assomiglia

1*

autore a questi colali che

quel drappo verde corrono: e acciocch ancora pi


veloce quegli
il

dimostri

dice
,

e parve di costoro , cio di


,

che corrono

Quegli Che vince


,

essendo
,

davanti a

tutti gli altri

non colui che perde


la

ri-

manendo
scritta

addietro

L' allegoria del presente canto, cio come


per
1'

pena,

autore
si

che a questi che peccarono con*


la colpa
si

tra
si

natura data,

conformi con
canto
.

commessa,

dimostrer nel

XYil

dote

dir di tutta

questa spezie de' violenti

2i8

COMEJNTO DEL BOCCACCI

CAPITOLO SEDICESIMO

Gi

era in loco , ove

s'

uda

7 rimbombo

ce.

lontinuasi
sta guisa
:

il

presente canto al superiore, in que,

noi
1'

dobbiamo intendere

che partito ser

Brunetto

autore e Virgilio

incontanente con pi
il

"veloce passo conlinciarono

a continuare
,

lor

cam-

mino

il
'f

quale continuando

mostra

i*

autore nel

principio del presente canto, loro esser pervenuti in

quella parte

dove
,

il

fiumicello

su per

1'

argine del

quale andavano
ferno
5

cadeva

nell' ottavo cerchio dell' in-

e quindi

seguita descrivendo quello che in


.

quella parte dove pervennero vedesse

E
:

dividesi

il

presente canto in nove parti

nella prima per alcun


nella

segno dimostra
dice,
gli

il

luogo dove venissero

seconda

come

tre

ombre

di lontano correndo verso loro


terza

chiamavano:

nella

dice,

come

Virgilio
il

gP impone , che
van chiamando
fossero
tre
: :

aspetti tre

ombre

le quali

veni-

nella quarta scrive

chi questi tre

nella quinta dimostra


dicesse
la
;

quello che esso alle

ombre

nella sesta dimostra


}

una domanda
pone un
,

fatta

da loro, e
fattogli

sua risposta
,

nella settima
:

prego

da loro

e la lor partita

nella ottava

come pi

avanti procedendo trovarono la


:

caduta di
di

quel fiumicello

nella

nona pone

come per opera

Virgilio la fraude venisse alla riva, alla quale essi erano

, ,

SOPRA DANTE
pervenuti
;

a9

e comincia la seconda quivi:

Quando
:

tre

ombre
quivi
:

la terza

quivi

udlle lor grida


la

la

quarta

Ricominciar, come noi:


la

quinta quivi: S*io


:
:

fossi
quivi

:
:

sesta quivi

Se lungamente
:

la

settima
se
a-

Se
:

altre volte
:

la ottava

quivi
.

Io lo

guiwa

la

nona quivi
,

Io ai^ewa una
in loco
il
,

Comincia

dunque
eravamo

cosi
,

Gi era
s'

al

quale pervenuti
,
:

ove

udia

rimbombo DelV acqua


il

cio di quel fiumicello del quale ha detto di sopra


e

chiamiam noi rimbombo quel suono


le valli

quale rensi

dono

d'alcun suono che in esse


1'
,

faccia

questo
lo
,

rimbombo perch

acqua
,

di quel fiumicel-

che cadea

neW
,

altro giro

cio nel cerchio ot,

tavo dell' inferno


re
,

il

quale

rimbombo

dice

1'

auto-

era

Simile a quel che

V arnie fanno rombo


rombo che V
arnie fanno
li
,

cio era simile a quel

cio
fiari
si

gli alvei
,

vasi ne' quali le

pecchie fanno

lor

il

quale un suon confuso


altro

che simigliare non


tre

pu ad alcun
la
1'

suono

Quando
il

ombre

Qui comincia
quale, poich

seconda parte di questo canto, nella


autore ha discritto

luogo dove per-

venuti erano, dice


aspettasse tre

come
le

Virgilio g' impose,


il

che
,

ombre

quali

veniva n chiamando

e dice cosi

Quando
Correndo
passava
,

tre
,

ombre insieme
,

si

partir
d'

verso loro

d'

una turba ,
,

anime, che

ivi

vicino a loro

Sotto la pioggia dell* aspro martiro


cio di quelle

fiamme
:

Venian

ver noi, correndo^ e

ciascuna gridava

,,

a3o

COMENTO .DEL BOCCACCI


,

Sostati tu

che alV abito ne sembri


,

Essere alcun di nostra terra prava


cio di Firenze
:

e puossi in queste parole compren,

dere

in quanto dicono
citt

che all' abito ne sembri

che quasi ciascuna

aveva un suo singular

modo di

vestire (Jistinto e variato

da quello delle clrcunvicinej


nghilesi n

percioccli ancora non

eravam divenuti
.

tedeschi

come
cotture

oggi agli abiti siamo


,

Aime ,
che con

che
le ta-

piaghe
bri

come hanno

quegli
,

naglie roventi sono attanagliati


,

vidi ne' lor meni'

Recenti e vecchie

dalle fiamme accese! (


eh' io

fatte )
,

Ancor men duol , pur


cio ricordi
.

me ne rimembri
parli

Suole

l*

autore nelle
,

prececenii

sempre mostrarsi passionato


pena
a

quando vede alcuna


maculato
:

pena della quale


si

egli si sente
1'

non

so se qui

vuole che

uomo
,

intenda per questa

compassione avuta di costoro

che esso
,

si

confessi
il

peccatore di questa scellerata colpa a considerare agli


altri
,
.

e per

lascio

Alle

lor grida y le quali


s'

chiamando faceano
nosciutigli
,

il

mio dottor
e

attese

e co-

Volse

il

viso ver

me

ora aspetta

Disse j a costor

si

vuole esser cortese

cio d* aspettargli e d'udirgli: e in ci mostra sentire

costoro essere uomini autorevoli e famosi,

quali

quantunque dannati sieno


cuna onorificenza

nondimeno quelle cose


,

che valorosamente operarono


:

gli
,

fanno degni d* al-

e poi segue

E se non/osse il fuoco che saetta


La natura
del luogo, siccome
la

divina giustizia

SOPRA DANTE
vuole
,

a3i

io dicerei

do loro incontro^
so di te

Che meglio stesse ate, andaneh* a lor, la fretta, di correre ver,

Ricominciar
cio essi
,

come noi ristemmo

ei

U antico verso, cio chiamandoci; e quan-

do a noi far giunti , Fero una ruota di sh tutti e trei Q^ual solcano i campion far nudi e unti Avvisando lor presa e lor vantaggio ,
usavano
gli antichi,

massimamente
,

Greci

molti

giuochi e di diverse maniere

e questi quasi tutti fa-

cevano

celli

lor

teatri
:

acciocch da^ circunstanti

potessero esser veduti

e quella parte del teatro, dove


,

questi giuochi facevano


gli altri

chiamavan
il

palestra
,

e tra

giuochi
si

usavano

fare alle braccia


:

e que-

sto

giuoco

chiamava

lutta

e a questi giuochi
,

non

veaivano
cora
i

altri

che giovani molto in ci esperti

e an-

forti e atanti delle

persone, e chiamavansi atlete,


:

quali noi

chiamiamo oggi campioni


acciocch

e per potere
si

pi espeditamente questo giuoco fare

spogliava-

no ignudi

il

vestimento non fosse impedidelle parti


:

mento o vantaggio d'alcuna


pi forte

e oltre a que-

sto, acciocch pi apertamente apparMe la virt del


,

s'

ugnevan

tutti

o d' olio, o di sevo

o di

sapone

la

quale unzione rendeva grandissima dil;

cult al potersi tenere

perciocch ogni piccol guiz,

zo

per opera dell* unzione


;

traeva l'uno delle brac-

cia all'altro
dersi,
si

e cosi unti, avantich venissero al pren-

riguardavan per alcuno spazio per prendere,


si

se

prender
:

potesse

alcun vantaggio nella prima

presa

e questo ci

che

1*

autore in questa com-

%i

COMENTO DEL BOCCACCI


:

parazlone vuol dimostrare

e poi

per compiere la

comparazion segue

Prima che
parla qui
sto giuoco
1'

sieri

tra lor battuti e punti


,

autore methaphorice

perciocch a que-

non interviene alcuna

battitura u puntura
,

corporale

ma mentale
il

puote intervenire
,

in quanto

colui che ha
to

plgglore del giuoco


;

battuto e
,

pun-

da vergogna

poi segue

Cos

rotando
,

volgeferil

vansi questi tre in

modo

di ruota

per non

istar

mi

e coraech

si

volgcssono, sempre tenevano

viso volto verso Tautore, e con lui parlavano, e questo quello

che vuol dire


s

ciascuna

il

visaggio
il

Drizzava a me ;

che 'n contrario


,

collo

Faceva
in quanto

a' pie
il

continuo viaggio
s

collo
si

torceva inverso

V autore ove
il

piedi talvolta

volgevano, e secondoch
il

molo

cir-

culare richiedeva verso

sabbione

e cosi rotandosi

cominci

1'

un

di loro a dire ali* autore,

E se

miseria d' esto luogo sollo y


,

cio non tanto fermo

perciocch di sopra
,

la rena, la
i

quale di sua natura rara


piedi
,

malagevole a fermare
,

Rende in

dispetto noi

facendoci parere de,

gni d'essere avuti poco a pregio, e per conseguente

e
e

nostri preghi
oltre a ci
,

Cominci V uno ,

d loro
,

a dire, in
;
,

'l

tristo aspetto e hrollo

quanto

siamo dal continuo fuoco


ostante questa deformit
,

cotti e disformati

ma non
la

La fama
il
,

nostra

qual

di noi nel

mondo lasciammo,
,

tuo

animo pieghi,

a compiacerne di questo
j dirne chi tu
se',

cio
i

che

vivi piedi

Cos sicuro per lo ^njerno freghi ,

SOPRA DANTE
quasi voglia dire
ravigliare.
,

a33
fa

perciocch questo ne
1'

assai

marii

acciocch esso renda


,

autore liberale a
la

dover far quello che addomanda


sposta abbia di ci che egli

prima che
,

addomanda
,

nomiaa

compagni suoi
Questi ,

e s

dicendo

r orme

di cui pestar mi vedi


gli

dice di colui che davanti


le conveniva a lui

andava, l'orme del qua,

che

il

seguiva

correndo
,

pestare

cio scalpitare

Tutto

cio posto
le

che nudo e di'


le quali

pelato vada, perciocch

fiamme,

cadecapel-

vano accese
li
,

gli

avevano
,

tutta arsa la

barba

e'

e per dice dipelato


,

Fu

di grado maggior , di
,

nobilt di sangue

e di stato e d'operazioni
:

che tu

non credi , vedendolo cosi pelato e cotto Nepote fa della buona Gualdrada ,
fu nepote. Questa Gualdrada

cio figliuolo del figliuolo di questa Gualdrada, e cosi


,

secondoch soleva

il

\enerabile

uomo Coppo

di

Borghese Domenichi racle notabili

contare

al

quale per certo furono


,

cose

della nostra citt notissime

fu figliuola di messer
,

Belliucion Berti de' Ravignani


cittadini
:

nostri antichi e nobili in

ed essendo per avventura


,

Firenze Otto

quarto imperadore

e quivi per fare pi lieta della


alla festa di

sua presenza andato

san Giovanni
1'

e in

delta chiesa avvenne che insieme con


cittadine
ser Berto
figliuola
, ,

altre

donne
di

siccome nostra usanza ,

la

donna

mes-

venne

alla chiesa

men
,

seco questa sua

chiamata Gualdrada

la

quale era ancor


l'

pulcella

e postesi da una parte con


la fanciulla era di
i

altre a sedere

perciocch

forma e
si

di statura bel-

lissima, quasi tutti

circunstanti

rivolsero a riguar-

,,

'j34
darla
,

COMKNTO del BOGCACa


e tra gli altri

V imperadore j

il

quale avendola
,

commendata molto,

e di bellezza e di costumi
il

dochi

mand messer
ella fosse; al

Berto,

quale era davanti da

lui

quale messer Berto sorridendo rispose:

ella figliuola di tale

uomo

che mi darebbe

il

cuore

di Tarlavi baciare se vi piacesse: queste parole intese


la fanciulla
,

si

era vicina a colui che le dicea


il

e al-

quanto commossa della opinione che


mostrata d'aver di
lesse
,

padre aveva
egli vo-

lei,

che

ella,

quantunque

si

dovesse lasciar baciare ad alcuno

men che

onestamente; levatasi in piede, e riguardato alquanto


il

padre

e un poco per vergogna mutata nel viso


,

disse:

padre mio

non

siate cos cortese promettitore


,

della
fatta
,

mia onest

che per certo

se forza
,

non mi

fia
il

non mi bacer mai alcuno

se

non colui

quale mi darete per marito. L' imperadore, che

otti-

mamente
parole e

la intese
la

commend
;

maravigliosamente

le
,

fanciulla

affermando seco medesimo


,

queste parole non poter d' altra parte procedere

che

da onestissimo e pudico
te

cuore, e perci
;

subitamen-

venne iu pensiero di maritarla

e fattosi venir

davanti

gue

un nobil giovane chiamato Guido Beisanche poi fu chiamato conte Guido vecchio il
,

quale ancora non aveva moglie, e lui confort e volle

che

la sposasse;

e dongli in dote un grandissimo ter,

ritorio in Casentino e nell' Alpi

e di quello lo inti-

tol conte
tra'

e questi poi di lei


il

ebbe pi

figliuoli
si
,

quali ebbe
il

padre di colui di cui qui

ragio-

na

quale volle che nominato fosse Guido


il

per-

ciocch

primo suo

figliuolo fu

e perciocch que,

8U Gualdrada fu valorosa e onorabile donna

la co-

, ,

SOPRA DANTE
gnomina qui
il

a35
lei

l'autor

buona ; e perci da

dinomna

nepote, perch per avventura estim,


il

lei essere stala

donna da molto pi che


appresso questo dice
1'

marito non fu
il

uomo

autre
,

pote della Gualdrada dicendo

nome di questo neGuido Guerra ebbe


Guido
si
,

nome

il

soprannome
sempre

di questo
il

si

crede ve-

nisse da

un desiderio innato

quale

dice che era


,

in lui d' essere

in opere di guerra

ed in sua

vita

,
.

fece col senno assai , e con la spada


Ragionasi

che questo Guido Guerra


,

fosse

col re

Carlo vecchio

quando combatt
,

col re

Manfredi

e che con ottimi consigli

e poi con la spada in

mano
ria
la

egli

adoperasse molto in dare opera alla vittoil

quale ebbe
,

re
si

Carlo; senzach in altre


port
,

simili vicende

sempre
per
la

dovunque
la

si

trov

valorosamente

qual cosa

fama sua s'ampli

molto

V altro eh* appresso me la rena trita


cio scalpita
,

Tegghiaio ^Idohrandi , la cui voce ,


,

cio nominanza o fama

Nel mondo

su dovrebbe esser gradita


1*

,
.

perciocch furon

opere sue laudevoli

Fu
,

costui

messer Tegghiaio Aldobrand degli Adimari


liere di

cava-

grande animo e d' operazon commendabili,


:

e di gran sentimento in opera d' arme

e fu colui
,

il

quale del tutto sconsigli

il

comun

di Firenze
i

che
^

non

uscisse fuori a

campo

ad andare sopra

Sanesi

conoscendo, siccome ammaestra tissimo in opera di


guerra
,

che danno e vergogna ne seguirebbe,

se con-

a 36

COMENTO DEL BOCCACCI


si

tro al suo consiglio

facesse

dal quale non


sconfitta
a

cre-

duto n
Aperti.

voluto

ne segui

la

Monte-

Ed io
costui

die posto son con loro in croce


,

cio a questo tormento

Jacopo Rusticucci fui ; fu messer Jacopo Rusticucci il quale non fu di


,

famosa famiglia

ma
assai

essendo ricco cavaliere, fu tanto

ornato di belli costumi, e pieno di grande animo e


di cortesia
,

che

ben riempi

dove per

mea

notabile f&miglia pareva voto; e certo

La fiera moglie y
in ci
,

pi,

eli

altro

mi nuoce

che
,

io sia

dannato a questo tormento

Dico-

no alcuni
e maniere

che costui ebbe per moglie una donna


,

tanto ritrosa e tanto perversa


,

e di

nuovi costumi
,

come

assai

spesso
si

ne veggiamo

che in

alcuno atto con


per
lei
,

lei
il

non

poteva n stare n vivere 5


,

la

qual cosa

detto messer Jacopo

partitosi
si

da

slimolandolo V appetito carnale, egli


:

diede alla

miseria di questo vizio


facesse
,

e questo

si

pu creder che
i

quella vergogna
,

temendo che
e

cherci

mo-

strano di temere

pi del biasimo degli uomini cu-

rando che delP

ira di

Dio

per quello acquist di

dovere nella perdizione eterna avere questo supplicio


:

non deono adunque


prender moglie
',

gli

uomini

esser

molto cor-

renti a

anzi deono con molto avvesi

dimento a ci venire
prendere per aver
in casa
,

perciocch dove elle


,

deono

figliuoli

e consolazione e riposo
,

assai spesso
gittarsi

avviene

che per lo strabocche

Tolmente
1*

prender qualunque femmina

uomo

si

reca in casa fuoco inestinguibile, e batta-

glia senza

tregua. Recita san Geronimo in un

li-

SOPRA DANTE
bro,
tico
,

287
e
si

il

quale

egli

compose contro
,

a Giovniano ere,

che Teofrasto

il

quale fu solenne filosofo


libro
il

uditore d' Aristotile

compose un

quale

chiama de Nuptiis ,
se
il

e in parte di quello

domanda,
dove

savio
egli

uomo debba
a s
,

prender moglie; e avvegnadicesse


,

ch

medesimo rispondendo

ella sia bella

bea costumata e nata d'onesti parenti,


,

e se esso fosse sano e ricco


terla

il

savio alcuna volta po-

prendere; incontanente aggiunse, che questa


,

cose rade volte intervengono tutte nelle nozze

e pe-

il

savio

non dover prender moglie; perciocch


all'

essa innanzi
filosofia
,

altre cose

impedisce lo studio della


a' libri
,

n alcun che possa

e alla moglie

servire. Oltre a questo certo

che molte cose sono


,

opportune

agli usi delle


,

donne

siccome sono

vesti-

menti preziosi
delle

1'

oro, le

gemme,

le serve e gli arnesi

camere: appresso dell'aver moglie procede,


si
:

che

tutte le notti

consumano

in quistioni e in
in

gar-

rire; dicendo ella

donna cotale va
,

pubblico pi
,

onoratamente di

me

e la cotale onorata da tutti

io tapnella tra'ragunamenti delle


ta in dispetto.

femmine sono avula cotal

Appresso: perch riguardavi tu

nostra vicina
ziale
?

Perch parlavi tu con

la

cotal servi-

Tu

vien dal mercato, che

m'

hai tu recato?

quello che gravissimo a sostenere, quegli che hanno


mogliere, non possono avere n amico n compagno,

perciocch esse incontanente suspicano che l'amore

che

il

marito porta ad alcuna altra persona


:

che

al-

lora sia in odio di lei

e ancora
,

il

nudrlre quella che


il

povera molto difficile cosa

sostenere

modi

costumi della ricca gravissimo tormento

ae-

a33

COMENTO DEL BOCCACCI


,

giugni alle cose predette


fare alcuna elezione
,

che delle mogli non


tale cliente la

si

pu
ti

ma

fortuna la

manda
fatte le

tale te la

conviene avere; e non prima che


,

nozze
,

potrai discernere se ella bestiale


,

se

ella sozza
11

se ella fetida
,

o se
cane
,

ella
,

ha altro

vizio.

cavallo
i

r asino

il

bue

il

e' vilissimi servi,


,

ancora
einoli
sola la
,

vestimenti

e' vasi
,

e le sedie
si

gli

cr-

si

provan prima

e provati
,

comperano 5
ella

moglie non mostrala

acciocch

non

di

piaccia

prima che

ella sia

menata Oltre
si

questo
la

poich menata , sempre

convien riguardare
,

faccia sua, e la sua bellezza da lodare

acciocch se

alcuna altra se ne riguardasse, ella non estimi di dispiacere; conviene che


egli giuri
l'

uomo
,

la

chiami sua donna, che

per

la salute sua

e che egli mostri di desi;

derare che essa sopravviva a lui

e olire a ci, pi
il

che alcuna

altra persona d'

amare

padre di

lei
lei
.

qualunque

altro parente
,

o persona amata da
altri

E
lei

se egli avviene

per mostrare che


le

abbia in
il

piena fede

che alcuno

commetta
,

tutto

reggi-

mento

e governo della sua casa


;

di necessit che
il

esso divenga servo di lei

e se per avventura

misero
inconsi

marito alcuna cosa riserver nel suo arbitrio


tanente essa creder e dir che
di
lei ;
il

marito non
al

fidi

e dove forse alcuno


il

amor portava
:

marito

incontanente

convertir in odio
,

e se

il

marito non

consentir tosto a* piacer suoi


a' veleni,

di presente ricorre
il

o ad

altre spezie della


i

morte sua. Esse

pi
,

vanno cercando
degP indovini
camatori
, ,

consigli delle vecchierelle maliose


i

e oltre a questi introduce

sarti

ri,

gli

ornatori de' preziosi vestimenti

SOPRA DANTE
quali
,

289
e se

se

il

misero marito lascia nella sua casa entra-

re e usare

non senza pericolo


che
essi

della pudicizia
,

egli vieter

non

v' entrino
,

incontanente la
il

moglie
stra d*

si

reputa ingiuriala in ci
lei
,

che

marito

mo-

aver sospeccion di
,

Ma

che

utilit

la di-

ligente guardia
glie

conciosiacosach la impudica
,

mo:

nou

si

possa guardare

e la pudica

non bisogni
5

la necessit

mal

fedel guardiana della castit


,

quella donna veramente pudica

alla
:

quale stata
la bella

copia di poter peccare, e non ha voluto

don-

na leggiermente amata

la

non

bella leggiermente

disprezzata e avuta a vilej e malagevolmente guar-

data

quella

che

molti

amano;

e molesta cosa

a possedere quella la quale da tutti disprezzata; eoa

minor miseria
sozza
bella
,

si

possiede quella la quale reputata

che non

si

guarda quella
,

la sia

quale reputata

ninna cosa sicura


;

che

da

tutti

desiderii

del popolo desiderata

perciocch alcuno a doverla

possedere
za
,

si

sforza di dover piacere con la sua bellez,

alcuno altro col suo ingegno


,

e alcuni con la

piacevolezza de' suoi costumi


loro liberalit la sollecitano
5

e certi sono che con la

e alcuna volta presa


.

quella cosa

la

quale d' ogni parte combattuta

se

per avventura alcuni quella dicono da dovere esser presa , e per la dispensazion della casa e ancora per
,

le consolazioni

che

di lei si

deono aspettar

nelle in-

fermit, e similmente per fuggire

la sollicitiidine

della

cura familiare: tutte queste cose far molto meglio

un

fedel servo
,

il

quale ubbidiente
la

alla volont del


la

suo signore

che non far

moglie
fa

quale allora

s estima d'esser

donna, quando

contro alla volonik

, ,

tio
del marito

COMENTO DEL BOCCACCI


:

e molto

meglio possono stare e stanno


infermo
gli

dintorno
stici
,

all'

uomo

amici

e' servi

dome-

obbligati per

beneficii ricevuti, che la moglie,


,

la

quale imputi a noi le sue lagrime

e la speranza

della eredlth, e rimproverandoci la sua sollicitudine,

V anima

di colui
:

eh' infermo turba infino alla di,

sperazione

e se egli avverr che essa infermi

fia

di

necessit che

con

lei

insieme

sia

infermo
ella

il

misero

marito
si

e che esso
:

mai dal

letto

dove

giace

non

parta

e se egli avviene che la moglie sia


,

buona e
,

comportabile
gner
il

la

quale radissime volte


lei

si

trova

pia*
,

misero marito con

insieme parturiente
.

con
vio

lei

dimorante in pericolo sar tormentato


esser solo
,

11

sa

uomo non pu
1*

perciocch

egli

ha con

seco lutti quegli che son buoni, o che

mai furono, ed

ha
gli

animo libero,
si

il
,

quale in quella parte che pi


e l

piace

trasporta

dove

egli

non puote

essere

col corpo, l va col pensiero; e se egli

non potr aver


:

copia d' uomini

egli parla

con Domeneddlo
,

non
egli
,

alcuna volta
solo
,

il

savio
il

men

solo

che quando

Appresso
'1

menar moglie per aver


nostro

figliuoli

acciocch

nome

non muoia

o perch noi

abbiamo
credi
,

alla nostra

vecchiezza alcuni aiuti e certi


.

stoltissima cosa

partendoci della presente

Che appartiene egli a noi che un altro sia del vita


,

nome

nostro nominato

concioslacosach ancora
,

il

figliuolo

non

rifa

il
i

vocabolo del padre


quali per quel

innume-

rablli popoli sleno,

medesimo modo
prima
,

seno appellati

e che aiuti son della tua vecchiezza


i

nutricare in casa tua coloro


di te

quali spesse volle

muoiono

o sono di perversissimi costumi

SOPRA DANTE
quando pervenuti saranno
che
lu
alla
?
i

241
et
,

matura

paia loro
,

muoia troppo
,

tardi

molto migliori
propinqui
i
,

e pi

certi eredi
t'

son
,

gli

amici e

quali tu
,

avrai eletti

che non son quegli


.

quali

o vogli

tu o

no

sarai costretto d' avere


il

Cosi adunque Teo:

frasto confort

savio

uomo
si

prender moglie

per-

ch

assai

manifestamente

pu comprendere
il

non

sottomettersi a pccol percolo colui

quale a tor

moglie
stro
,

si

dispone

il

che

oltre a ci
1'

che da Teofra-

possiam comprendere per


,

esemplo del misero


la

messer Jacopo Rusticucci


della sua
,

il

quale per

perversit

ne mostra essere incorso nella dannazio:

ne perpetua
spezione
si

guardinsi

adunque
alle

e con gran circuni

pongan mente
si

mani coloro,
,

quali a

prenderne alcuna
volte
s'

dispongono

perciocch rade
,

abbatte

1'

uomo

a Lucrezia, e a Penelope

a simiglianti; perciocch secondoch io

ho

a molti gi

udito dire
agnoli
,

cos

come

elle

paiono

il

giorno nella via


:

cos la notte nel letto son diavoli

poi seguita
la

V autore: S' iofussi

stato: dove comincia

quinta

parte del presente canto, nella quale poich ha di-

mostrato chi queste tre

ombre

sleno

'i

prego
di-

loro, dimostra quello che esso alle


cesse
,

tre

ombre

dice adunque

S' io

fUS si stato dal fuoco coverto,


fusse potuto cadere addosso
,

che non mi
sarei
f

Gittata

mi

dell'
,

argine, tra lor di sotto

E credo
rare

che
,

dottor
essi

V auria

sofferto

considerando

che

erano uomini da dovere ono-

Maperch'

io

mi

sarei bruciato e cotto


Il F.

COW. DI DANTE T.

i (j

a4

COMENTO DEL BOCCACCI


tra

gittandomi

loro, Finse

paura , ritenendomi, la

mia buona voglia , Che di loro abbracciar mi facea ghiotto cio disideroso Poi cominciai : non dispetto , che
.

io abbia di vedervi,

con tutto che voi

siate cosi
,

cotti

e pelati
afflitta
,

ma doglia La
dentro
,

vostra cond zon

ora cosi

mi fisse
si

Tanto
cio^
si fisse

che tardi tutta

dispoglia

mai da
in

me non

partir.

questa colai dogl'a

me, Tosto ,
disse

cio incontanente,

Che questo

mio signor mi
Parole
,

per

le quali io
,

mi pensai ,
,

Chequal
Virgilio

voi siete

tal gente venisse

cio degna d' onore


gli disse
,

e le parole le quali dice

che
;

son quelle di sopra dove dice


1'

costoro si vuole esser cortese ec. Poich

autore

ha detto questo, rispondendo


avea detto

a ci

che messer Iacopo

E se miseria d^ e sto loco


ed
egli
il

sol lo ec.
fatta

risponde alla

domanda

da loro
,

nella

quale

pregarono che dovesse lor dire


,

se egli era
,

della lor citt

e dice
:

Di

vostra terra sono

cio
lau-

della citt vostra

sempremai
,

U ovra di voi,
nomi ,
,

devole, non

il

peccato
gli

e gli onorati
,

percioc-

ch veduti non

avea

ma

uditi ricordare,

Con

affezion ritrassi ed ascoltai


i

da coloro

quali gli sapevano, e che ne ragionavano:

e detto questo

dice loro quello

che va per quel


,

cammin facendo, Lascio


dine
care
,

lo fiele

cio

1'

amaritu-

che per
si

peccati seguita a coloro che del pec:

non

rimangono

la

qual cosa esso faceva

SOPRA DANTE
e per segue
vita
, ,

^43
,

dolendosi delle sue colpe, e andando alla penitenza

e vo pe' dolci

pomi ,
:

della

beata

Promessi a
cio Virgilio
,

me per
quando

lo verace

duca

gli disse nel

primo canto
ec.

Ond'
fondo

io

per lo tuo me', penso e discerno


centro
y

Ma fino al
discenda
:

della terra

cio infino al pro-

dell' inferno
la

pria convien eh' io tomi , cio


gli

cagione perch ci

convenga fare
mostrata

pi volte nelle cose precedenti

siala

Se

lungamente* Qui comincia


te

la sesta

parte del presen-

canto

nella quale poich l'autore


,

ha dimostrato

quel che a lor rispondesse

ed

egli scrive
,

una do-

manda

fattagli

da loro

alla

sua risposta
,

e dice, Se

lungamente,

cio per molli anni


,

V anima conduca
,

Le membra
allora
,

tue

cio

ti

servi in vita
,

rispose quegli

cio messer Iacopo

E se lo fama
per due cose
tali
,

tua dopo te luca


scongiura
,

Io

disiderate molto da'

mor-

e da dover piegare ciascuno a dover dire quello


,

di

che domandato , Cortesia

e i^alor , cortesia
cio nel vivere intutti

par che consista negli

atti civili ,

sieme liberalmente e lietamente, e fare onore a


secondo
all'

la

possibilit

valore par che riguardi pi


,

onore della repubblica

all' altezza dell'


,

imprese,

e ancora agli esercizii dell'

arme

nelle quali costoro


,

furono onorevoli e magnfichi cittadini

Ji' se di

mora

Nella nostra

citt

siccome suole

quando noi vivevamo

O se del

tutto se n* gitafuora

a44

COMENTO DEL BOCCACCI


,

cio partitasi

senza pi adoperarvisi
il

detto questo dice la cagione che


tare e a

come solca L muove a dubi,

domandarne

questi fu cavalier di

Che Guiglielmo JBorsere , corte uomo costumato molto


,

e di laudevol maniera
gli altri

ed era

il

suo esercizio

e de-

suoi pari
trattar

il

trattar paci tra' grandi e gentili


,

uomini,
piacevoli
ticati
,

matrimonli e parentadi

e talora con
de' fa-

e oneste novelle recreare gli animi


alle cose

e confortargli
,

onorevoli

11

die

moderni non fanno


rati e spiacevoli
,

anzi

quanto pi sono

scelle,

e con brutte operazioni e purole


:

pi piacciono e meglio sono provveduti


il

poi seguita,

qual

si

duole
,

Con

noi per poco

cio per una

medesima colpa
da esso
peccato
;

quantunque non molto continuata


,

ma V
,

aver poche volle peccato


,

sol

che nel
l co'

si

muoia

non menoma
ci

la

pena

va

compagni venimmo
dicendone

da' quali noi

partimmo quando noi

jssai ne cruccia con le sue parole


,

che del tutto partita


,

se n'. Soleva essere

in Firenze questo costume

che quasi per ogni coni

trada solevano insieme adunarsi quegli vicini,

quali

per costumi e per ricchezza poteano


brigata
,

e fare una lor


1'

vestirsi

insieme una volta o due


,

anno

cavalcare per la terra insieme

desinare e cenare in-

sieme, non trasandando n nel modo, n nel convitare,

nelle spese: e cos ancora invitavan talvolta de' lor


,

vicini

e degli onorevoli cittadini

e se avveniva che
,

alcun gentiluomo venisse nella


s\

citt

quella brigata
al-

reputava da pi

che prima

il

poteva trarre d'


;

bergo e pi onorevolmente ricevere

e tra loro sem-

SOPRA DANTE
pre
s

4^

ragionava di cortesa
;

e d' opere leggiadre e

laudevoli
se pi in

e questo quello di

che costui domanda


alli

Firenze
,

s'

usa

conciosiacosacli

lor
,

tempi

s'

usasse

desiderando di saperlo dall' autore


,

couiecb Guiglielino Borsiere

il

quale visse

si

lun-

gamente, che mostra che


vedesse
,

a'

suoi tempi quella usanza


intralasciata
:

e cosi ancora la vedesse

e a
:

questa

domanda fa 1' autore la seguente risposta La gente nuova , e i subiti guadagni Orgoglio e dismisura han generata ,
,

Fiorenza , in
dice

te

che tu gi tea piagni


:

Cos gridai con la faccia levata

adunque che
i

la

nuova gente

intendendo per

questa coloro

quali oltre agli antichi divennero

abitatori di Firenze^ e

siccome io estimo

esso dice

questo per molti nuovi cittadini, e massimamente per


la famiglia de'

Cerchi

quali poco davanti a' ten^pi

dell'autore erano venuti del Pivier d' Acone (i ) ad abitare in Firenze


;

e subitamente per l'esser

bene av-

venturati in mercatanzie erano divenuti

ricchissimi
:

e da questo orgogliosi e fuor di misura

percioc-

ch
ti
,

come

altra volta stato detto,


gli altri cittadini

erano salvatichet,

poco con

comunicavano
il

e in

questo aveano in parte ritratto indietro

buon

costu-

me

delle brigale

e oltre a ci

per

la

loro alterigia

aveano Firenze
e aveanla In

divisa,

come

davanti stato mostrato,


,

s fatta

guisa divisa

che

la citt

gih se
,

ne dolca

in

quanto molti scandoli e molti mali


zuffe
v'

uccisioni e ferite e

eran seguite

la

qual

(1)

Del piever

Aconi

a4
cosa

GOMENTO DEL BOCCACCI


r autore
,

siccome colui
al cielo
,

al

quale toccava

tur-

bato e col viso levato

quasi della pazienza di


y

Dio dolendosi
bre
,

disse:

tre

cio quelle tre

om-

che ci inleser per risposta ,


,

fatta alla lor do-

ma nda

Guardar
cio turbati
tre volte

l'
,

un V altro

come al

ver si
.

guata
Se

dando piena fede


la
l'

alle parole

V aU

Qui comincia
egli

settima parte di questo

canto, nella quale poich

autore ha risposto alla lor


fattogli

domanda ed
,

pone un prego
,

da loro, e
tu
ri-

la lor partita

dicendo
,

Se V altre volte , che


ti

spondi altrui
fatto
,

poco

costa

come

al

presente ha

jRisposer tutti

il

satisfare altrui
.

Felice te che

parli a tua posta

Per

se

campi ,

cio se esci, d' esti luoghi bui, cio

oscuri dell* inferno

E torni a riveder le belle stelle


su nel
dicere

,
,

mondo Quando
,

ti

giover
,

cio diletter

io fui

in inferno

Fa^ che di noi alla gente farvelie non in dire come noi siam qui in eterno supplici per lo nostro peccato ma come ne cale dell' onore
,
,

della nostra citt

e ducici d'udire,

che cortesia e
,

valor
cio

si

sia partita di

quella

Indi rupper la ruota


,

il

cerchio che fatto avean di s


5

come

di so-

pra detto

e chiamala ruota
,

perciocch continuae

mente

si

rotavano e volgeano

a fuggirsi

cio in

guisa d' uomini

che fuggissero a tornarsi

alla loro

schiera

flie semhiar le

gambe

loro snelle

,,

SOPRA DANTE
cio parve che voJassero
.

a 4;
,

Un amen
,

questa dizio-

ne

amen ,

la

qual

si

dice in brevissimo

tempo
cos
,

non

saria potuto dirsi Tosto

da alcuno

presta-

mente, com' ei furo spariti

Perch al maestro par^e di partirsi


poi
s'

eran partiti

essi

Io

il

seguiva
,

Qui comincia

la ottava

parte di questo canto

nella quale poich


essersi dipartite
la

autore ha dimostrato le tre

ombre

dimostra

come pi
e

avanti
,

procedendo trovarono
e dice
,

caduta di quel fiumicello

fo

il

seguiva

poco eravam'
si

iti

poich quelle

tre

ombre
la

partiroa da noi

Che

il

suon delV acqua^


dell' inferno
,

qual cadeva nelF ottavo cerchio


,

e per faceva suono


,

n era
,

vicino,

Che per parlar cio per aver parlato saremmo appena uditi, V un P altro. E per dimostrare quanto
era
il

suono che questo fiumicello faceva cadendo


d'

pone una comparazione


vano andando per
Forl

una acqua che cade


,

ditro-

scendendo neir Alpi di san Benedetto


lo

le

quali

si

cammin
e'

diritto

da Firenze a

Come
Prima
,

quel Jiume

ha proprio cammino
,

che alcuno altro

da monte Veso

in ver

levante

Dalla

sinistra costa d' Appennino


,

monte Veso
Monferrato
di questo
,

un monte
parte
la

nell'

Alpi

Ik

sopra
Italia
:

il

Provenza
il

dalla

e
il

monte Yeso nasce


in
s

fiume chiamato
fiumi
,

Po
d'

il

quale

riceve

molti

quali
,

caggiono dall' Alpi dalla parte di ver ponente

Appennino

di ver levante

e mette in

mare per

,,

a48
pi foci
so a
tale
j
,

COMENTO DEL BOCCACCI


e ira
;

altre

per quella di Priniaro pres-

Ravenna
e
il

e questa quella che pi orieiv


,

primo fiume
chiamato
al

il

quale nasce in Appennino,

senza mettere in Po, andando V


levante
,

uomo da Po

in
;

\er
poi

Ik

dove nasce Acquaclieta


,

divenendo
bia

piano presso a Forl in

Romagna cam,

nome, ed

chiamato Montone, perciocch imallato a Forl


le

petuosamente corre e passa


di discende a

e di quin-

Ravenna, e lungo

mura

d'essa corre,

e forse due miglia pi gi mette nel mare Adriatico


;

e cos

il

primo che

tiene

proprio

cammino
:

appresso a quello che scende di monte Veso

e dice

Fautore,
nino
5

che egli viene dalla sinistra costa d'

Appen-

intorno alla quale da sapere, che Appen,

nino un monte

il

quale alcuni vogliono che coaltri

minci a questo monte Vesoj comincia a Monaco


,

dicono che egli

nella riviera di

Genova

e vien-

sene costeggiando verso quel monte eh' chiamalo


Pietra Apuana, lasciandosi dalla sinistra parte
ferrato
,

il

MonLuni-

e Torino e Vercelli

e dal destro tutta


5

giana^ e parte della riviera di Genova


piegandosi alquanto
,

poi quivi

si lascia alla sinistra


,

Piagenza

Parma
zod
,

Reggio

Modena
Bologna

e alla destra di ver

mezalla

Luni, Lucca e
,

Pistoia: quindi
,

procedendo

sinistra

si

lascia

e tutta la
,

Romagna
,

e
,

la

Marca
lutto
oltre
il

e alla destra Firenze

Arezzo
:

Perugia

Patrimonio infno
lascia alla sinistra

Roma

poi procedendo
,

si

Abruzzo

terra di Bari

Puglia e terra d' Otranto; e dalla destra. Campagna,


terra di Lavoro,
il

principato di Salerno, e parte del-

la Calavria, infino al

Fare:

dalla sinistra similmente

SOPRA DANTE
ha parte di Galavria
sina
,

349
al

veneado infino
,

Fare di Mes-

dove

tronco

da Peloro
;

il

quale un monte
si

in Cicilia a fronte al fine suo

ora
il

chiama

il

lato

destro di questo

monte quello
,

quale volto inil

verso

il

mar Tireno

e quello
il

che volto verso

mare Adriano
sopra
porta
e

chiamato

sinistro; e

questo per-

ciocch movendosi dal suo principio dimostrato di


,

andando per quello verso levante

sempre
e la si1'

la destra
il

mano
il

verso

il
;

mar Tireno
dice
,

nistra verso

mare Adriano

adunque

autore

m^Ilo esemplo

quale induce
,

o comparazione che
,

dir la vogliamo

Come

quel fiume

chiamato Monavanti a

tone

ha proprio cammino , perocch


non ha alcuno
altro proprio
,

questo alcuno che ne nasca dalla sinistra costa d'Ap-

pennino

cammino,

sic-

come
pra
,

quegli che tutti mettono


in

Po

e cosi

lo loro, corrono al

come detto di soper lo cammino altrui e non pec mare Prima , che alcuno altro
,

da monte
Dalla
e'

f^eso in ver levante


il

cio di quegli fiu-

mi che poich

P ha messo

in

mare

sinistra costa d'

Appennino

e vuoisi questa lettera cosi ordinare.

Come queljume,
V^eso in

ha prima proprio cammino da monte

'ver

levante dalla sinistra costa d'Appennino^ Che


nel

si

chiama Acquacheta suso ,


si

mondo
,

avante

Che

divalli

giti

nel basso letto


,

cio nel piano di

Romagna
,

E
,

a Forl di quel no*


cio privato
,

me ,

Acquacheta

e \^acantc
,

percioc.

ch non pi Acquacheta

ma Montone

chiamato

Forl fu gi assai pi notabile terra ohe oggi non

e chiamavasiybra/n Livii , perciocch quivi un con-

a5o

COMENTO DEL BOCCACCI


toccata la Gallia
,

olo chiamato Livio, al quale era

Cisalpina in provincia
ft

quivi ordin la corte sua


:

dover tener ragione a quegli della provincia


essi

co-

mech
Livia
,

dicano lor ciance


si

d'

una reiua chiamata

la

qual non

trova che fosse in


stata

rerum nu"
edificata

tura y e da quella dicono essere


la citt

prima

Rinibornha l sovra san Benedetto

Dall'

u4.lpe

per cadere ad una scesa

questo fiume chiamato Acquacheta nasce nelle dette


Alpi, in un luogo chiamalo
a guisa d'

T Eremo

e discendendo
al

un

fossato

gi cade

non guari lontano

monisterio di san Benedetto predetto, d'un balzo glusoj e in quel cadere fa

un gran romore

massi-

mamente quando
acqua
,

tempo piovoso corre con pi


esser ricetto

Ove dovea per mille

Io fui gik lungamente in dubbio di ci che


\olesse in questo verso dire
5

1'

autore

poi

per ventura trova-

tomi nel detto monisterio

di san
egli

Benedetto, insieme
disse
,
,

con l'abate del luogo, ed


signori di quella Alpe
sto

mi

che fu gi
i

tenuto ragionamento per quelli conti


,

quali son

di volere assai presso di que,

luogo dove quest' acqua cade


agli abitanti
,

siccome in luogo
castello
,

molto comodo

fare

un

e ridu:

cervi entro molte villate da torno di lor vassalli

poi

mori colui che questo pi che alcun degli altri metteva innanzi, e cosi il ragionamento non ebbe effetto:
e questo quello che
1*

autor dice

Ove dovea per


,

mille y cio per molti


abitazione

esser ricetto

cio stanza e

SOPRA DANTE
Cos

aSi
tinta
,

una ripa discoscesa Trainammo risonar quelV acqua


gi,

d'

di quel fiumicello
Si

e far si

graa romore

che 'n poca ora avria


'1

orecchia offesa

perciocch
e noia
1'

troppo romore, a chi non uso, ofF^ade

udire
,

lo aveva una corda intorno cinta

E con essa pensai alcuna y>olta


quando
quella bestia delle tre che

egli era smarrito nella valle.


,

Prender la lonza alla pelle dipinta


'1

suo andare impediva.


,

Poscia che
cio scinta
,

V ebbi da me

tutta sciolta

Siccome
che
io

'l

duca m' avca comandato


,

me

la scignessi

e dessigliele
:

Porsila a lui aggroppata e ravvolta

Ond'
micello

e' si volse

ver lo destro lato

E alquanto di lungi
,

dalla sponda

di quel fiu-

La

gitt giuso in queir alto hurrato


,

cio io quel tiume

il

quale chiama burraio per lo


.

avviluppamento d' esso


dice,

Per

la

qual cosa

1'

autor

E pur
,

convien

che novit risponda

Diceafra me medesmo, veggendo quel che faceva al nuovo cenno , Che 'l maestro con V occhio s seconda
cio segue
;

Virgilio

perciocch Virgilio gittata


1'

la

corda

sta-

va atteso con

occhio sopra V acqua


all'

e questo face-

va pi credere

autore che novit dovesse rispoa

dere.

a5a

GOMENTO DEL BOCCACCI


,

uihi quanto cauti gli uomini esser denno


cio deono

Presso a color che non veggion pur


rnanifesta
,

V opra ,

Ma per entro il pensier miran col senno !


In queste parole
assai notabili
,

n'

ammonisce

l'aulo-

re e ricordane con quanto avvedimento ci convenga


stare appresso de' savi

uomini

conciosiacosach essi
nostre affezioni per

non solamente giudichino


le nostre evidenti

delle

opere

ma
s^

ancora con acuto e di-

screto pensiero spesse volte


sideri!
lio
:

accorgono de' nostri de-

e queste parole dice, per quello che a Virgi,

vede fare
fatto

il

quale per avviso


,

con un picciol

cenno

con una corda

provoc a venire in pub,

blico a s quello che egli desiderava

cio Gerione

e questo nelle seguenti parole dimostra Virgilio all^autore


,

il

quale seguendo dice

Ei

disse

a me :
,

tosto verr di sopra


eli

_,

a quesl'

acqua

Ci
,

io attendo

-y

ci

che

'/

tuo pensier sogna

cio

non certo vede


,

Tosto convien
cio
si

eli

al viso tuo si scuopra

manifesti.

perciocch quello che seguir dee,

pare all'autor medesimo una cosa incredibile, avan^


ti

che a scriverlo pervenga, con parole escusatorie

ancora con giuramento dimostrasse volentieri averlo


trapassato senza dire
,

se la materia

l'

avesse patito

dice

adunque
e'

Sempre a quel ver


cio

ha faccia di menzogna
,

che somiglia bugia


,

come

fa

quello che dir

debbo

Dee V uom chiuder

le

labbra

quanto

el puote

SOPRA DANTE
cio tacerlo;

a53
,

Perocch senza colpa

eli

colui che

'1

ce.fa vergogna, a quel cotal cbe 'l dice; quanto color che V odono si fanno beffe di lui e
,

in
di-

cono

lui essere
,

grandissimo bugiardo
io

Ma
,

qui tacer

non posso
faccia di
il

che

non dica questo \ero che avr


,

menzogna

quasi voglia dire

se io potessi

tacerei; e appresso questo, con giuramento

af-

ferma quello esser vero che esso dice che \ide, e

per

le note

D
il

questa commedia

lettor

ti

giuro
,

S' elle non sien di lunga grazia vote

giuramento in sustanza questo

se io

non dico

il

vero, che questo

mio
;

libro
il

non duri lungamente nelche molti non


in fa-

la grazia delle genti

quale molto maggior giu-

ramento

quanto

a colui

che

il

fa

stimano; perciocch qualunque colui che


tica si

mette di comporre alcuna cosa

il

primo suo
che que-

desiderio di pervenire per quella composizione in

fama
sta

e in notizia delle genti


,

e appresso

fama duri lungamente


,

n maggior cruccio po-

trebbe avere

che

il

poter credere la sua gran fatica


:

dover breve tempo durare


sto

giura adunque per quele note di questa


,

come
:

detto

e dice

per

comhanno
eie-,

media

note son certi segni in musica

quali
la

a dimostrare

quando e quanto
;

si

debba

voce
i

vare e quando deprimere


tori
,

quali vedendo

canta,

V ammaestramento

di quegli seguitando
:

ven-

gono ad una concordanza nel canto


sente

e cos nella pre-

commedia
,

si

posson dir note quelle parti estremisurate di certe sillabe e


let-

me
tere

de' versi
,

le quali

si

fanno intra s medesime consonanti, siccome

a5 4
qui

COMENTO DEL BOCCACCI


di terzo in terzo
si

vede ,

E
,

chiama
la

1'

aittor

qni

questo suo libro


cie di poesia
^

commedia

quale una spe-

e perciocch d^ essa nel principio della

presente opera fu pienamente trattato, non curo qui


di dirne pi avanti
r

poi l'autore fatto


,

il

giuramento,
al

dice quello che esso vide

e continuandosi

giura-

mento precedente dice


grosso
f

Ch* io vidi per quelV aer


fetidi,
,

siccome pieno di vapor

quali

non

avewno onde svaporare di quel luogo


luce
f

e scuro^ senza

Venir notando una figura in suso ,


per quel fiume
corda
, ,

nel quale Virgilio


,

avea gittata la

e dice

che questa figura era

Maraviglosa ad ogni cuor sicuro ; orribil cosa adunque doveva essere ed


esso

era

siccome

medesimo dimostra
;

nel principio del seguente

canto

appresso per una comparazion dimostra


,

cosic^

me
al

questa figura notando venisse suso

e dice

come torna
glier
il

colui ^ cio quel marinaro, che


>

va

giuso,
scio-

fondo del mare


,

Talvolta a solver , cio a


ha pi rampiconi
si
,

l'

ancora
dall'

V ancora

nno strumento di ferro,


,

quale

un

desiati
,

e dall'al-

tro ha
il

un

anello

per lo quale

lega alla fune

che
ritira

manda gi nel fondo del mare su c^' aggrappa cio piglia , O scoglio o altro che nel mare
,
,

e di quello

il

chiuso >

cio ascoso
porti

usano

marinari quando vengono nei


acciocch
il

con

lor legni
,

vento non

gli

so-

spinga in terra
alla terra
ii

gittare in
,

mare

nella

parte opposila

alcune ancore

e queste co' rampiconi loro


}

ficcano nel fondo del

mare

ed

esai

poi quella sar-

SOPRA DANTE
ta

^55
legano alla nave,

con

la

quale

1'

ancora legata

e cos la nave ritenuta da poter discorrere in terra


.

Ora avvien

talvolta

che non trovando


,

1'

ancora

fondo da potersi aggrappare

il

vento movendo la
ara
il

nave

questa ancora seguendola


ella

fondo tanto

che per ventura


ella s' appiglia
^

trova o scoglio o altro dove


,

quando questo avviene


i

volendosi

con lor legno partire

naviganti
,

non molto agese

vole a riaver V ancora

come sarebbe

semplice-

mente
fitta
si

nella rena
fosse
:

o nella terra del fondo del mare

conviene adunque che alcuno insino

laggi discenda, e sviluppila da'luoghi ove avviluppata


,

e acci che su tirar


,

si
il

possa

quali poi in su
1'

ritornando

fanno

atto
,

quale qui

autor dice

che faceva questa

fiera

su venendo alla sommit del

fiume per lo segno


sto

fatto
,

da Virgilio

1'

atto di
,

que-

cotale dice che


,

Che
e

Vi su si stende

con

Je braccia

dalla spessezza dell' acqua aiutato a riti,

rarsi in su

quel facendo

da pie
,

si

rattrappa
si

cio dalle parti del corpo inferiori

le

quali

raccol-

gono

in su, e raccolte fierono la spessezza dell'acqua,

e quella gli presta aiuto a sospignerlo in alto

L' allegorie
il

le quali

in questo

canto sono
le

cio

supplicio di quelle

anime dannate con


,

quali

1'

autor mostra che lungamente parlasse


,

una me-

desima cosa con quella


precedente a questo
,

la

quale nel canto

XV
e

e ancora

con quella che nel

XIV,
llt

delle quali perciocch d'

una medesima
,

qi^a-

sono con quella che ancora a recitare


,

che

nel canto seguente


detto
,

come

altra

volta di sopra

si

riserva

a dimostrare

dove appresso della

a56

COMENTO DEL BOCCACCI


che a Dio
,

terza spezie di coloro

alle sue

cose fan-

no violenza
cuna cosa
.

si

tratter

e per qui non curo dirne alfine

Appresso quello che nella


si
,

del

pre-

sente canto
dall' autore

descrive della corda data a Virgilio


e dello animale che per lo cenno da
j

Virgilio fatto venne sopra'] fiume

perciocch ad
fiera

un medesimo
quale V autor
to
,

fine aspetta
tratta nel

con quella

della

principio del seguente candi-

per non fare d'una medesima materia due

versi

sermoni

riserver a dire

dove

di quella fiera

diremo

CAPITOLO DICIASETTESIMO

Ecco la fiera con la coda aguzza

ec,

il
lia

presente canto
,

si

continua col precedente assai


fine del

evidentemente
dimostrato

in

quanto nella

precedente

come

per lo segno fatto da Virgilio


,

vedesse sotto

1'

acqua una figura

la

qual notando

veniva in su

cio verso la

sommith
,

del fiume^ e nel

principio di questo dimostra

questa figura esser per-

venuta a riva.
ti 8

dividesi

il

presente cauto in tre pardella figura venuta^


5

nella

prima descrive

la

forma

nella seconda

dimostra V afflizione degli usurieri


,

nella terza dimostra

come

salito sopra le spalle di


,

quella figura

insieme con Virgilio fosse passato

nell' oltrasportalo del settimo cerchio dell' inferno

SOPR^ DANTE
lavo
:

267

la

seconda comincia quivi


quivi
:

Quw 7 maestro :
comincia adunque

la terza

Ed
,

io

temendo

cosi, "000 /^

/era, chiamala fiera dal suo fiero e crudele effetto con la coda aguzza , cio agula e pugnente pi che alcun ferro, Che passa monti , e rompe i muri , cio le durissime e grandi cose
,
,

della citta

e di

qualunque
di

fortezza

l'

armi, supe ardito

pie

passa e
;

rompe

qualunque fortissimo

cavaliere

Ecco
cio

colei che tutto

'l

mondo appuzza
,

corrompe
:

e guasta col suo iniquo e


,

fraudolente

adoperare
allora

e dice

ecco

demonstrative: perciocch
,

quando

Virgilio cominci a parlare


1*

giugneva

questa fiera sopra

acqua del fiume dal


detto
,

lato loro

S cominci

come
,

lo

mio duca a parlarcosi

mi

poi
,

dice

accennolle , poich

ebbe

detto

che venisse a
,

proda

cio sopra la riva del

fiume

Vicino al fin de' passeggiati marmi

Pon qui
tre
;

la

spezie per lo genere


,

cio

marmi per
,

pie-

il

marmo come

noi veggiamo

una spezie di

pietra bianchissima e forte; e dice passeggiati

marmi,
1'

perciocch passeggiando eran venuti su per


del fiume
,

argine

infin quivi

il

qual argine ha di sopra di:

mostrato che era divenuto pietra


dire
,

vuol dunque qui


ella venisse in-

che Virgilio

le fece

cenno che

sino al luogo dove essi passeggiando erano pervenuti

E quella sozza immagine di froda


manifesta

V
,

autore qui di che cosa questa fiera fosse


e dice che era di froda
:

immagine
che cosa

la

qual froda
y

sia si

dimostrer appresso

Sen venne
1

per

COM. DI DANTE T. Ili,

58
lo

COMENTO DEL BOCCACCI


fattole
,

cenno

da Virgilio
e
'l

arrw
y

cio mise soil

pra

la riva
,

la testa

busto

cio

rimanente

del corpo

Ma
acqua
d'
vole

^n su la riva

non

trasse la
si

coda
nell'

e cosi mostra che quella


.

rimanesse coperta
,

La

faccia sua
y

di questa fiera
,

era faccia

uom
,

giusto

Tanto benigna
,

mansueta e piacel'

avea di fuor la pelle


,

cio

Apparenza
,

d'

un serpente

era
fiera

tutto

altro fusto
,

della

persona di questa
di artigliati,

Due branche
a'

cio

due piesi

come veggamo che

dragoni
,

dipin-

gono

avea pelose infin


e

ascelle

cio infino sotto

le ditella

Jo
coda

dosso

^l

petto
,

ed amendue
,

le coste

cio tutto
,

il

corpo

fuori che la testa

'1

collo e la

Dipinte aveay ornate come naturalmente han,

no molti animali
li

di nodi

cio di compassi,
y

qua,

parevano nodi

e di rotelle

di figure ritonde
,

Con

pi color sommesse e soprapposte


,

a variazione dell' ornamento

Non fer mai


i

drappi Tartari ne Turchi

quali di ci sono ottimi maestri, siccome noi possia-

mo
i

manifestamente vedere ne' drappi tartareschi


s

quali veramente sono

artificiosamente tessuti
gli

che

non alcun dipintore che col pennello


fare simiglianti,

sapesse

non che pi

belli.

Sono

Tartari etq.

FINE DEL COMENTO

iiTT

Ne
del

elL'

awertimento premesso al Primo

tomo

Commento del Boccaccio sopra Dante aveva

prom.es so di continovare la serie degli errori e


delle omissioni che si trovano nelV edizione del

1724, unica fino ad ora di guest' opera, e che fu eseguita come la presente sul Codice magliabechia' no , e ne aveva compilato noiosamente il lavoro ,

ma
to
,

la lunga e portentosa serie


,

oltre

ogni ere-

dere

di sbagli e mutilazioni che vi ho incontra-

mi hanno disanimato a farlo di pubblica ragione convinto che questo non avrebbe contribuito ad altro che a dar maggior notoriet alle mie diligenti fatiche e non ad utile dei lettori
f
,

4i quest" opera

^Jy

PQ^
4-26

Boccaccio, Giovanni Opere volgari 1. ed.

Al

1827 V.12

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