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IL CAPITALE

LIBRO I
SEZIONE III
LA PRODUZIONE DEL PLUSVALORE ASSOLUTO

CAPITOLO 9
SAGGIO E MASSA DEL PLUSVALORE

In questo capitolo, come stato fatto finora, il valore della forza- lavoro, quindi la parte della giornata lavorativa necessaria alla riproduzione o conservazione della forza-lavoro, assunto come grandezza costante, data. Premesso questo, insieme al saggio data anche la massa del plusvalore fornita dal singolo operaio al capitalista entro un periodo di tempo determinato. Se, per esempio, il lavoro necessario ammonta a 6 ore giornaliere, espresse in una quantit doro di 36 , 36 sar il valore giornaliero di una forza-lavoro, ossia il valore capitale anticipato nellacquisto di una forza-lavoro. Se inoltre il saggio del plusvalore ammonter al 100%, questo capitale variabile di 36 produrr una massa di plusvalore di 30 , ossia loperaio fornir giornalmente una massa di pluslavoro di 6 ore. Ma il capitale variabile lespressione in denaro del valore complessivo di tutte le forzelavoro che il capitalista impiega simultaneamente. Il suo valore quindi eguale al valore medio di una forza-lavoro, moltiplicato per il numero delle forze-lavoro impiegate. Dato il valore della forza-lavoro, lammontare del capitale variabile sta quindi in proporzione diretta col numero degli operai impiegati simultaneamente. Se il valore giornaliero di 1 forza-lavoro eguale a 36 , si deve dunque anticipare un capitale di 3.600 per sfruttare giornalmente 100 forze-lavoro, un capitale di n euro per sfruttare giornalmente n forze-lavoro. Allo stesso modo: se un capitale variabile di 36 , valore giornaliero di una forza-lavoro, produce un plusvalore giornaliero di 36 , un capitale variabile di 3.600 produrr un plusvalore giornaliero di 3.600 e un capitale di n euro un plusvalore di 36 moltiplicato n.

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La massa del plusvalore prodotto quindi eguale al plusvalore fornito dalla giornata lavorativa del singolo operaio, moltiplicato per il numero degli operai impiegati. Dato che, inoltre, la massa del plusvalore prodotta dal singolo operaio determinata quando sia dato il valore della forza-lavoro, dal saggio del plusvalore, ne consegue questa prima legge: la massa del plusvalore prodotto eguale allammontare del capitale variabile anticipato, moltiplicato per il saggio del plusvalore, ossia, determinata dalla ragion composta del numero delle forze-lavoro simultaneamente sfruttate da uno stesso capitalista e del grado di sfruttamento della singola forza-lavoro. Se chiamiamo quindi P la massa del plusvalore e (p) il plusvalore fornito giornalmente in media dal singolo operaio, se chiamiamo (v) il capitale variabile anticipato giornalmente nellacquisto della singola forza-lavoro, V la somma complessiva del capitale variabile; (f) il valore di una forza lavoro media, a : a (pluslavoro : lavoro necessario) il suo grado di sfruttamento e n il numero degli operai impiegati, avremo: P = (p : v) V P = f (a : a ) n [Per illustrare questa formula vale quanto segue: supponiamo che p = 24 v = 36 V = 3.600 n = 100 la massa del plusvalore P sar di: P = (p : v) V = ( 24 : 36 ) 3.600 = 2400 supponiamo ancora che f = 36 a = 4 ore a = 6 ore n = 100 la massa del plusvalore P sar di: P = f (a : a ) n = 36 (4 : 6) 100 = 2.400 Anche in questo caso la massa di plusvalore di 2.400 ]201a Si suppone sempre, non solo che il valore di una forza-lavoro media sia costante, ma che gli operai impiegati dal capitalista siano ridotti a operai medi. In certi casi eccezionali in cui il plusvalore prodotto non aumenta in proporzione al numero degli operai sfruttati, ma allora non rimane costante nemmeno il valore della forza-lavoro.
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Nella produzione di una determinata massa di plusvalore, la diminuzione di un fattore pu quindi essere sostituita dallaumento di un altro. Diminuendo il capitale variabile e aumentando allo stesso tempo, nella stessa proporzione, il saggio del plusvalore, la massa del plusvalore prodotto rimane invariata. Se, secondo le supposizioni precedenti, il capitalista deve anticipare 3.600 per sfruttare giornalmente 100 operai e il saggio del plusvalore ammonta al 50%, questo capitale variabile di 3.600 render un plusvalore di 1.800 , ossia di ore lavorative 100 x 3. Se il saggio del plusvalore viene raddoppiato, ossia se la giornata lavorativa, anzich essere prolungata da 6 a 9 ore, viene prolungata a 12 ore, il capitale variabile di 1.800 , diminuito della met, dar ancora un plusvalore di 1.800 , ossia di ore lavorative 50 x 6.

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Costo giornaliero di 1 forza lavoro

Lavoro giornaliero necessari o

Capitale variabile anticipato

Numero operai

Saggio del plusvalore

Durata della giornata lavorativa

plusvalore

plusvalore

36 36

ore 6 6

3.600 1.800

n 100 50

% 50 100

ore 6+3=9 6 + 6 = 12

1.800 1.800

ore 3 100 = 300 6 50 = 300

La diminuzione del capitale variabile quindi compensabile mediante laumento proporzionale del grado di sfruttamento della forza-lavoro; ossia, la diminuzione del numero degli operai occupati compensabile mediante un prolungamento proporzionale della giornata lavorativa. Quindi, entro certi limiti, la offerta di lavoro che il capitale pu estorcere diventa indipendente dalla offerta di operai202, viceversa, la diminuzione del saggio del plusvalore lascia invariata la massa del plusvalore prodotto, qualora lammontare del capitale variabile o il numero degli operai occupati aumentino in proporzione. Tuttavia, la sostituzione del numero degli operai, ossia della grandezza del capitale variabile, mediante laumento del saggio del plusvalore o mediante il prolungamento della giornata lavorativa ha limiti insuperabili. Qualunque sia il valore della forza-lavoro, che il tempo di lavoro necessario al mantenimento delloperaio sia quindi di 2 ore o di 10, il valore complessivo producibile da 1 operaio giorno per giorno sempre minore del valore in cui si oggettivano 24 ore lavorative, ad esempio minore di 144 , se questa lespressione monetaria di 24 ore lavorative oggettivate. Secondo la nostra supposizione precedente, per cui occorrevano giornalmente 6 ore lavorative per riprodurre la forza-lavoro stessa, cio per reintegrare il valore capitale anticipato per il suo acquisto, un capitale variabile di 18.000 che impiega 500 operai a un saggio di plusvalore del 100%, ossia con una giornata lavorativa di 12 ore, produce giornalmente un plusvalore di 18.000 , ossia di ore lavorative 6 x 500. Un capitale di 3.600 che impiega giornalmente 100 operai a un saggio di plusvalore del 200 %, ossia con una giornata lavorativa di 18 ore, produce soltanto una massa di plusvalore di 7.200 , ossia di ore lavorative 12 x 100.

Costo giornaliero di 1 forza lavoro

Lavoro giornaliero necessari o

Capitale variabile anticipato

Numero operai

Saggio del plusvalor e

Durata della giornata lavorativa

plusvalor e

plusvalore

36 36

ore 6 6

18.000 3.600

n 500 100

% 100 200

ore 6 + 6 = 12 6 + 12 = 18

18.000 7.200

ore 6 500 = 300 12 100 = 1.200

E il suo prodotto di valore complessivo, equivalente al capitale variabile anticipato pi il


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plusvalore, non raggiunger mai, giorno per giorno, la somma di 14.400 , ossia di ore lavorative 24 x 100 Il limite assoluto della giornata lavorativa media, la quale per natura sempre minore di ventiquattro ore, costituisce un limite assoluto alla sostituzione della diminuzione del capitale variabile mediante laumento del saggio del plusvalore, ossia alla sostituzione della diminuzione del numero degli operai sfruttati mediante un aumento del grado di sfruttamento della forza-lavoro. Questa seconda legge, di evidenza tangibile, importante per la spiegazione di molti fenomeni che risalgono a una tendenza del capitale di cui dovremo trattare pi avanti, cio alla tendenza del capitale alla massima riduzione possibile del numero degli operai da esso occupati, ossia della propria componente variabile investita in forza-lavoro, tendenza che in contrasto con laltra sua tendenza a produrre la maggior massa possibile di plusvalore. Viceversa. Se aumenta la massa delle forze-lavoro impiegate, ossia lammontare del capitale variabile, ma se questo aumento non proporzionale alla diminuzione del saggio del plusvalore, la massa del plusvalore prodotto diminuisce. Una terza legge risulta dalla determinazione della massa del plusvalore prodotto mediante i due fattori, saggio del plusvalore e grandezza del capitale variabile anticipato. Dati il saggio del plusvalore, ossia il grado di sfruttamento della forza-lavoro e il valore della forza-lavoro, ossia la grandezza del tempo di lavoro necessario, ovvio che la massa di valore e plusvalore prodotto sar tanto maggiore quanto maggiore sar il capitale variabile. Dato il limite della giornata lavorativa e dato il limite della sua parte costitutiva necessaria, la massa di valore e plusvalore prodotta da un capitalista singolo dipende evidentemente ed esclusivamente dalla massa di lavoro che egli mette in movimento. Ma questultima dipende, entro i presupposti dati, dalla massa della forzalavoro, ossia dal numero degli operai che egli sfrutta e questo numero a sua volta determinato dalla grandezza del capitale variabile da lui anticipato. Dato il saggio del plusvalore e dato il valore della forza-lavoro, le masse del plusvalore prodotto variano quindi in proporzione diretta con le grandezze del capitale variabile anticipato. Ma si sa che il capitalista divide il suo capitale in due parti. Una parte la investe in mezzi di produzione. Questa la parte costante del suo capitale. Laltra la investe in forza-lavoro viva. Questa parte costituisce il suo capitale variabile. Sulla base del medesimo modo di produzione, si ha una differente divisione del capitale in parte costante e parte variabile, a seconda della differenza dei rami della produzione. Entro il medesimo ramo di produzione la proporzione varia col variare della base tecnica e della combinazione sociale del processo di produzione. Ma in qualunque maniera un capitale dato si divida in parte costante e parte variabile, che questultima stia alla prima come uno sta a due, a dieci o ad x, la legge or ora stabilita non ne viene intaccata, giacch, secondo la precedente analisi, il valore del capitale costante riappare nel valore dei prodotti, ma non entra nel prodotto di valore di nuova creazione. Per impiegare mille filatori occorrono naturalmente pi materie prime, fusi ecc. che non per impiegarne cento. Ma sia che il valore di questi mezzi di produzione da aggiungersi aumenti, sia che diminuisca, sia che rimanga invariato, che sia piccolo o che sia grande,
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tale valore rimarr senza alcun influsso sul processo di valorizzazione delle forze-lavoro che muovono i mezzi di produzione. La legge sopra constatata assume quindi questa forma: le masse di valore e plusvalore prodotte da capitali diversi, a valore dato ed essendo eguale il grado di sfrutta mento della forza-lavoro, variano in proporzione diretta al variare delle grandezze delle parti variabili di quei capitali, cio delle loro parti convertite in forza-lavoro vivente. Questa legge contraddice evidentemente a ogni esperienza fondata sullapparenza. Ognuno sa che un industriale del cotone il quale, calcolate le percentuali del capitale complessivo impiegato, impieghi relativamente molto capitale costante e poco capitale variabile, non arraffa per questo un guadagno o un plusvalore minore che non un fornaio che mette in movimento relativamente molto capitale variabile e poco capitale costante. Per risolvere questapparente contraddizione, occorrono ancor molti termini intermedi, come occorrono molti termini intermedi, dal punto si vista dellalgebra elementare, per capire che (0 : 0) pu rappresentare una grandezza reale. Bench leconomia classica non abbia mai formulato questa legge, rimane istintivamente ferma su di essa, perch una conseguenza necessaria della legge del valore in genere e cerca si salvarla dalle contraddizioni della sua apparenza mediante una astrazione forzata. Si vedr pi avanti203, come la scuola ricardiana sia incespicata su questa pietra dello scandalo. Leconomia volgare, la quale in realt proprio nulla ha appreso , insiste qui, come dappertutto, sulla apparenza, contro la legge che regola lapparenza stessa. Al contrario di Spinoza, essa ritiene che la ignoranza sia una ragione sufficiente . Il lavoro che viene messo in movimento, giorno per giorno, dal capitale complessivo di una societ pu essere considerato ununica giornata lavorativa. Se, per esempio, il numero degli operai di 1 milione e la giornata lavorativa media di un operaio di 10 ore, la giornata lavorativa sociale sar di 10 milioni di ore. Data la durata di questa giornata lavorativa, siano i suoi limiti fissati fisicamente o socialmente, la massa del plusvalore pu essere aumentata soltanto aumentando il numero degli operai, cio aumentando la popolazione operaia. Laumento della popolazione costituisce, in questo caso, il limite matematico della produzione di plusvalore ad opera del capitale complessivo sociale. Viceversa, quando lentit della popolazione sia data, questo limite viene costituito dal possibile prolungamento della giornata lavorativa204. Si vedr, nel capitolo seguente, che questa legge vale solo per la forma di plusvalore sinora trattata. Dalle considerazioni fatte fin qui sulla produzione del plusvalore risulta che non qualsiasi somma di denaro o di valore trasformabile in capitale, che anzi tale trasformazione presuppone un minimo determinato di denaro o valore di scambio in mano al singolo possessore di denaro o di merci. Il minimo di capitale variabile il prezzo di costo di una singola forza-lavoro che venga utilizzata tutto lanno, giorno per giorno, per la produzione di plusvalore. Se questo operaio fosse in possesso dei propri mezzi di produzione e si accontentasse di vivere da operaio, gli basterebbe il tempo di lavoro necessario per la riproduzione dei suoi mezzi di sussistenza, diciamo 8 ore giornaliere. Gli basterebbero quindi anche mezzi di produzione per 8 ore lavorative soltanto. Il capitalista, invece, che gli fa fare oltre a queste 8 ore, diciamo, 4 ore di pluslavoro, abbisogna di una somma di
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denaro addizionale per procurarsi i mezzi di produzione addizionali. Tuttavia, data la nostra ipotesi, egli dovrebbe impiegare gi 2 operai per poter vivere, col plusvalore che si appropria giornalmente, secondo il tenore di vita di un operaio, cio per poter soddisfare i suoi bisogni di prima necessit. In tal caso, scopo della sua produzione sarebbe il puro e semplice sostentamento, non laumento della ricchezza, mentre proprio questultimo il presupposto della produzione capitalistica. Per vivere soltanto con il doppio di agio delloperaio comune e per ritrasformare in capitale la met del plusvalore prodotto, egli dovrebbe aumentare di 8 volte, insieme al numero degli operai, il minimo del capitale anticipato. Certo, anchegli pu metter direttamente mano al processo di produzione come il suo operaio, ma allora sar una cosa intermedia fra il capitalista e loperaio, sar un piccolo padrone. Un certo livello della produzione capitalistica implica che il capitalista possa impiegare tutto il tempo durante il quale funziona da capitalista, cio come capitale personificato, nellappropriazione e quindi nel controllo del lavoro altrui e nella vendita dei prodotti di tale lavoro205 . Le corporazioni del medioevo cercarono dimpedire con la forza la trasformazione del maestro artigiano in capitalista, limitando a un massimo molto ristretto il numero dei lavoratori che il singolo maestro aveva diritto di impiegare. Il possessore di denaro o di merci si trasforma realmente in capitalista, solo quando la somma minima anticipata per la produzione supera di gran lunga il massimo medioevale. Qui, come nelle scienze naturali, si rivela la validit della legge scoperta da Hegel nella sua Logica, che mutamenti puramente quantitativi si risolvono a un certo punto in differenze qualitative205a. Il minimo della somma di valore, di cui deve disporre il singolo possessore di denaro o di merci per compiere la sua metamorfosi in capitalista, varia nei diversi gradi di sviluppo della produzione capitalistica ed diverso nelle diverse sfere della produzione, a grado di sviluppo dato, secondo le loro particolari condizioni tecniche. Certe sfere della produzione richiedono, sin dagli inizi della produzione capitalistica, un minimo di capitale, che per ancora non si pu trovare in mano a singoli individui. Ne conseguono in parte sussidi statali a privati, come in Francia allepoca di Colbert e come in diversi Stati tedeschi fino allepoca nostra, in parte la costituzione di societ con un monopolio legale per lesercizio di determinati rami dellindustria e del commercio206, precorritrici delle moderne societ per azioni. Non ci soffermeremo sui particolari dei mutamenti subiti dal rapporto fra capitalista e operaio salariato nel corso del processo di produzione, quindi neanche sulle ulteriori determinazioni del capitale stesso. Intendiamo qui mettere in rilievo solo pochi punti principali. Allinterno del processo di produzione il capitale si sviluppato in comando sul lavoro, cio sulla forza-lavoro in attivit, ossia sul loperaio stesso. Il capitale personificato, il capitalista, vigila affinch loperaio compia il suo lavoro regolarmente e con il dovuto grado di intensit. Il capitale si sviluppato inoltre in un rapporto di coercizione, che forza la classe operaia a compiere un lavoro maggiore di quello richiesto dallambito ristretto delle sue necessit vitali. E come produttore di laboriosit altrui, come pompatore di pluslavoro e sfruttatore di forza-lavoro, il capitale supera in energia, dismisura ed efficacia tutti i sistemi di produzione del passato fondati sul lavoro forzato diretto.

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In un primo tempo, il capitale subordina a s il lavoro nelle condizioni tecniche, storicamente date, in cui lo trova. Perci non cambia immediatamente il modo di produzione. La produzione di plusvalore nella forma sin qui contemplata, mediante il semplice prolungamento della giornata lavorativa, si presentata quindi indipendente da ogni cambiamento del modo di produzione. Nel panificio, che antiquato, tale produzione di plusvalore non si presentata meno efficace che nel cotonificio, che moderno. Se consideriamo il processo di produzione dal punto di vista del processo lavorativo, loperaio non trattava i mezzi di produzione come capitale, ma come semplice mezzo e materiale della sua attivit produttiva adeguata allo scopo. In una conceria, per esempio, egli tratta le pelli semplicemente come suo oggetto di lavoro. Non la pelle del capitalista che egli concia. Le cose stanno diversamente non appena consideriamo il processo di produzione dal punto di vista del processo di valorizzazione. I mezzi di produzione si trasformano subito in mezzi di assorbimento di lavoro altrui. Non pi loperaio che adopera i mezzi di produzione, ma sono i mezzi di produzione che adoperano loperaio. Invece di venire da lui consumati come elementi materiali della sua attivit produttiva, essi consumano lui come fermento del loro processo vitale; e il processo vitale del capitale consiste solo nel suo movimento di valore che valorizza se stesso. Fonderie e officine che di notte riposino e non succhino lavoro vivo sono pura perdita (mere loss) per il capitalista. Perci, fonderie e officine costituiscono un titolo al lavoro notturno delle forze-lavoro. La semplice trasformazione del denaro in un certo numero di fattori oggettivi del processo di produzione, in mezzi di produzione, trasforma questi ultimi in titolo giuridico e diritto dimperio sul lavoro e sul pluslavoro altrui. Per concludere, un altro esempio ci mostrer come si rispecchi nella coscienza dei cervelli capitalistici questa inversione, anzi, questo stravolgimento del rapporto fra lavoro morto e lavoro vivo, fra il valore e la forza creatrice di valore, che peculiare e caratteristico della produzione capitalistica. Durante la rivolta dei fabbricanti inglesi del 1848-50 il capo della filanda di lino e cotone di Paisley, una delle ditte pi antiche e rispettabili della Scozia occidentale, la compagnia Carlile, figli & Co., che esiste dal 1752 ed di generazione in generazione sempre in mano alla stessa questo intelligentissimo gentleman scriveva dunque nel Glasgow Daily Mail del 25 aprile 1849 una lettera 207 intitolata Il sistema a relais, in cui si trova fra laltro questo passo di grottesca ingenuit: Consideriamo ora gli inconvenienti che derivano da una riduzione del tempo di lavoro da 12 a 10 ore... Essi ammontano al pi grave e serio danneggiamento delle prospettive e della propriet del fabbricante. Se egli (cio le sue braccia) lavorava per 12 ore e ora viene limitato a 10, ogni gruppo di 12 macchine o fusi del suo stabilimento viene ridotto a 10 (then every 12 machines or spindles, in his establishment, shrink to 10) e se volesse vendere la sua fabbrica, i gruppi di 12 macchine verrebbero valutati solo come gruppi di 10, cosicch in tutto il paese verrebbe sottratta a ogni fabbrica una sesta parte del valore208 Per questo avito cervello capitalistico della Scozia occidentale, il valore dei mezzi di produzione, dei fusi ecc. si confonde tanto con la loro qualit capitalistica di valorizzare se stessi, ossia di ingoiare giornalmente un determinato quantitativo di lavoro gratuito altrui, da fare immaginare davvero al capo della casa Carlile & Co. che nel caso di vendita della sua fabbrica non gli verrebbe pagato soltanto il valore dei fusi, ma per giunta la loro valorizzazione, non soltanto il lavoro che in essi e che necessario per la produzione di fusi della stessa specie, ma anche il pluslavoro che i fusi aiutano a pompare giornalmente dai bravi scozzesi occidentali di Paisley; e appunto per questo, egli ritiene che, abbreviando di due ore la giornata lavorativa, il prezzo di vendita dei suoi filatoi diminuirebbe: una dozzina costerebbe come una decina!

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AVVERTENZA PER IL LETTORE

Il testo del I libro del Capitale che viene qui riportato NON UNA DELLE TRADUZIONI INTEGRALI DEL TESTO ORIGINALE che sono disponibili: esso infatti una rivisitazione delle traduzioni esistenti (in italiano ed in francese) a cui sono state apportate le seguenti modifiche: 1 negli esempi numerici, per facilitare la lettura, sono state cambiate le unit di misura e le grandezze; 2 diversi dati richiamati nella forma di testo sono stati trasformati in tabelle ed in grafici; 3 in alcuni esempi numerici le cifre decimali indicate sono state limitate a due e nel caso di numeri periodici, ad esempio 1/3 o 2/3, la cifra periodica stata indicata ponendovi a fianco un apice (). Ci rendiamo conto che leggere un testo del Capitale in cui Marx formula esempi in Euro () invece che in Lire Sterline (Lst) o scellini potrebbe far sorridere e far pensare ad uno scherzo o ad una manipolazione che ha travisato il pensiero dellAutore, avvertiamo invece il lettore che il testo assolutamente fedele al pensiero originale e che ci siamo permessi di introdurre alcune varianti per consentire a coloro che non hanno dimestichezza con le unit di misura e monetarie inglesi di non bloccarsi di fronte a questa difficolt e di facilitarne cos la lettura o lo studio. In altre parti si invece mantenuto le unit di misura e monetarie inglesi originali perch la lettura non creava problemi di comprensione e per ragioni di fedelt storica. Ci facciamo altres carico dellosservazione che Engels ha formulato nelle considerazioni supplementari poste allinizio del III Libro,laddove, di fronte alle molteplici interpretazioni del testo che vennero fatte dopo la prima edizione, sostiene: Nella presente edizione ho cercato innanzitutto di comporre un testo il pi possibile autentico, di presentare, nel limite del possibile, i nuovi risultati acquisiti da Marx, usando i termini stessi di Marx, intervenendo unicamente quando era assolutamente necessario, evitando che, anche in questultimo caso, il lettore potesse avere dei dubbi su chi gli parla. Questo sistema stato criticato; si pensato che io avrei dovuto trasformare il materiale a mia disposizione in un libro sistematicamente elaborato, en faire un livre, come dicono i francesi, in altre parole sacrificare lautenticit del testo alla comodit del lettore. Ma non in questo senso che io avevo interpretato il mio compito. Per una simile rielaborazione mi mancava qualsiasi diritto; un uomo come Marx pu pretendere di essere ascoltato per se stesso, di tramandare alla posterit le sue scoperte scientifiche nella piena integrit della sua propria esposizione. Inoltre non avevo nessun desiderio di farlo: il manomettere in questo modo perch dovevo considerare ci una manomissione leredit di un uomo di statura cos superiore, mi sarebbe sembrato una mancanza di lealt. In terzo luogo sarebbe stato completamente inutile. Per la gente che non pu o non vuole leggere, che gi per il primo Libro si data maggior pena a interpretarlo male di quanto non fosse necessario a interpretarlo bene per questa gente perfettamente inutile sobbarcarsi a delle fatiche.
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Marx ed Engels non ce ne vogliano, ma posti di fronte alle molteplici fughe dallo studio da parte di persone che non possedevano una cultura accademica, fughe che venivano imputate alla difficolt presentate dal testo, abbiamo deciso di fare uno strappo alle osservazioni di Engels, intervenendo in alcune parti avendo altres cura di toccare il testo il meno possibile. Nel fare questo strappo eravamo tuttavia confortati dal fatto che, a differenza della situazione in cui Engels si trovava, oggi chi vuole accedere al testo originale, dispone di diverse edizioni in varie lingue. Coloro che volessero accostarsi al testo originale in lingua italiana si consigliano le seguenti edizioni: Il capitale, Le Idee, Editori Riuniti, traduzione di Delio Cantimori; Il capitale, Edizione Einaudi, traduzione di Delio Cantimori; Il capitale, Edizione integrale - I mammut Newton Compton, a cura di Eugenio Sbardella.

Chi volesse accedere ad edizioni del Capitale e di altri testi di Marx in lingue estere, si propone di consultare il sito internet di seguito riportato: http://www.marxists.org/xlang/marx.htm

NOTE

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202201a La annotazione riportata tra parentesi di Kautsky ed stata da noi modificata per esprimere le
grandezze in euro. Questa legge elementare sembra ignorata dai signori delleconomia volgare i quali, Archimedi alla rovescia, credono di aver trovato nella determinazione dei prezzi di mercato del lavoro attraverso la domanda e lofferta il punto dappoggio, non per sollevare il mondo, ma per tenerlo fermo. 203 Ulteriori particolari nel libro quarto. 204 Il lavoro di una societ, vale a dire il tempo impiegato nelleconomia, rappresenta una grandezza data, diciamo 10 ore giornaliere di un milione di uomini, ossia 10 milioni di ore... Il capitale ha un limite al suo aumento. In ogni dato periodo, questo limite consiste nella misura reale del tempo impiegato nelleconomia. (An Essay on the Political Economy of Nations, Londra, 1821, pp. 47, 49). 205 Il fittavolo non pu contare sul proprio lavoro; e se lo fa, sostengo che ci rimetter. La sua occupazione dovrebbe consistere nella sorveglianza di tutta la azienda: deve badare al suo trebbiatore poich, altrimenti, ben presto il salario sar sperperato per del grano non trebbiato; allo stesso modo debbono essere sorvegliati i suoi mietitori, falciatori ecc.; egli deve costantemente controllare i suoi steccati; deve badare affinch nulla venga trascurato; il che accadrebbe se egli venisse trattenuto in un punto qualsiasi. [ ARBUTHNOT ] An Enquiry into the Connection between the Price of Provisions, and the Size of Farms ecc. By a Farmer, Londra, 1773, p. 12. Questo scritto molto interessante. Vi si pu studiare la genesi del capitalist farmer o merchant farmer, come chiamato espressamente, e ascoltare la sua autoglorifcazione di fronte allo small farmer che si preoccupa essenzialmente della propria sussistenza. La classe dei capitalisti viene esentata dapprima in parte e infine del tutto, dalla necessit di fornire un lavoro manuale. (Textbook of Lectures on the Polit. Economy of Nations. Del Rev. Richard Jones, Hertford, 1852, lezione III, p. 39). 205 a - La teoria molecolare applicata alla chimica moderna, sviluppata scientificamente per la prima volta da Laurent e da Gerhardt, non si basa su altra legge (Aggiunta alla terza edizione). Osserviamo, per spiegare questa dichiarazione piuttosto oscura a chi non conosce la chimica, che lautore qui parla delle serie omologhe delle combinazioni dellidrato di carbonio, chiamato cos per la prima volta da C. Gerhardt nel 1843, delle quali ognuna ha una particolare formula di composizione algebrica. Cos la serie delle paraffine Cn H2n + 2; quella degli alcool normali: Cn H2 n + 20; quella degli acidi grassi normali: Cn H 2 n 02 e molte altre. Negli esempi citati, viene formato ogni volta un corpo qualitativamente diverso mediante la semplice aggiunta quantitativa di CH2 alla formula molecolare. Sulla partecipazione di Laurent e Gerhardt alla constatazione di questo importante fatto, da Marx sopravalutata, vedi Kopp, Entwicklung der Chemie, Monaco, 1873, pagine 709 e 716, e SCHORLEMMER, Rise and Progress of Organic Chemistry, Londra, 1879, p. 54. (F. E.). 206 Martin Lutero chiama gli istituti di questa specie la societ Monopolia. 207 Report of Insp. of Fact. for 3Oth ,4pril 1849, p. 59. 208 Ivi, p. 60. Lispettore di fabbrica Stuart, scozzese egli stesso e, allopposto degli ispettori di fabbrica inglesi, completamente legato al modo di ragionare capitalistico, osserva espressamente che questa lettera, da lui inserita nel suo rapporto, la comunicazione di gran lunga pi utile fatta ai suoi colleghi da uno qualunque dei fabbricanti che usano il sistema a relais, ed calcolata particolarmente per rimuovere i pregiudizi e gli scrupoli contro quel sistema.

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