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1
(Prima comunicazione.)
David Hilbert
Presentata nella seduta del 20 novembre 1915.
1
Die Grundlagen der Physik (Erste Mitteilung), Nachrichten von der Konig-
lichen Gesellschaft der Wissenschaften zu Gottingen, Math.-phys. Klasse 1915,
395-407.
2
La grandiosa formulazione del problema da parte di Einstein
1
, unita-
mente ai metodi acuti da lui escogitati per la sua soluzione, i profondi ra-
gionamenti e le costruzioni concettuali originali, mediante le quali Mie
2
ha
formulato la sua elettrodinamica, hanno aperto nuove vie alla ricerca sui
fondamenti della sica.
Nel seguito io intendo - nel senso del metodo assiomatico - stabilire
sostanzialmente da due semplici assiomi un nuovo sistema di equazioni fon-
damentali della sica, che sono di ideale bellezza, e nelle quali, io ritengo,
`e contenuta contemporaneamente la soluzione dei problemi di Einstein e di
Mie. Riservo a successive comunicazioni lesposizione pi` u precisa e anche
soprattutto lapplicazione particolare delle mie equazioni fondamentali alle
questioni principali dellelettromagnetismo.
Siano w
s
(s = 1, 2, 3, 4) le coordinate di qualche sorta che individuano in
modo sostanzialmente unico il punto duniverso, ossia i cosiddetti parametri
duniverso (le coordinate spazio-temporali pi` u generali). Le quantit`a che
caratterizzano levento in w
s
siano:
1) i dieci potenziali gravitazionali g
, g
l
=
g
w
l
, g
lk
=
2
g
w
l
w
k
, (1)
q
s
, q
sl
=
q
s
w
l
, (l, k = 1, 2, 3, 4) (2)
e quindi deve annullarsi la variazione dellintegrale
_
H
gd
1
Sitzungsber. d. Berliner Akad. 1914, p. 1030. 1915, pp. 778, 799, 831, 844.
2
Ann. d. Phys. 1912, 37, 511; 39, 1; 1913, 40, 1
3
La funzione duniverso di Mie non contiene esattamente questi argomenti; in particola-
re luso dellargomento (2) risale a Born; tuttavia lintroduzione e lutilizzo di una tale fun-
zione duniverso nel principio di Hamilton `e proprio la caratteristica dellelettrodinamica
di Mie.
3
(g = |g
|, d = dw
1
dw
2
dw
3
dw
4
)
per ognuno dei 14 potenziali g
, q
s
.
Al posto degli argomenti (1) possono comparire evidentemente anche gli
argomenti
g
, g
l
=
g
w
l
, g
lk
=
2
g
w
l
w
k
(3)
dove g
diviso per g.
Assioma II (Assioma dellinvarianza generale
4
). La funzione duniverso
H `e un invariante rispetto ad una trasformazione arbitraria dei parametri
duniverso w
s
.
LAssioma II `e la pi` u semplice espressione matematica per la richiesta che
il legame tra i potenziali g
, q
s
sia di per se completamente indipendente
dal modo in cui il punto duniverso sar`a denominato mediante parametri
duniverso.
Il motivo conduttore per la costruzione della mia teoria `e rappresentato
dal seguente teorema matematico, del quale presenter`o altrove la dimostra-
zione.
Teorema I. Se J `e un invariante per una qualunque trasformazione dei
quattro parametri duniverso, che contenga n quantit`a e le loro derivate, e
a partire da
_
J
gd = 0
si costruiscono le n equazioni variazionali di Lagrange rispetto a quelle n
quantit`a, sempre in questo sistema invariante di n equazioni dierenziali per
le n quantit`a quattro sono conseguenza delle rimanenti n4 , nel senso che
tra le n equazioni dierenziali e le loro derivate totali sono sempre soddisfatte
identicamente quattro combinazioni lineari mutuamente indipendenti.
Riguardo alle derivate rispetto a g
, g
k
, g
kl
, che compaiono nella (4)
e nelle formule successive, va notato una volta per tutte che, a causa della
simmetria sia in , che in k, l, le derivate rispetto a g
, g
k
devono essere
moltiplicate per 1 o per 1/2, a seconda che sia = o rispettivamente = ,
e inoltre le derivate rispetto a g
kl
devono essere moltiplicate per 1, oppure
4
Gi`a Mie ha imposto il requisito di invarianza ortogonale. NellAssioma II sopra enun-
ciato lidea fondamentale di Einstein dellinvarianza generale trova la sua espressione pi` u
semplice, sebbene per Einstein il principio di Hamilton rivesta soltanto un ruolo accesso-
rio e le sue funzioni H non siano aatto invarianti generali, e non contengano neanche il
potenziale elettrico.
4
1/2, o ancora 1/4, a seconda che sia = e k = l, oppure = , k = l, o
ancora = e k = l.
DallAssioma I derivano innanzitutto le dieci equazioni dierenziali di
Lagrange per i dieci potenziali gravitazionali
gH
g
w
k
gH
g
k
+
k,l
2
w
k
w
l
gH
g
kl
= 0, (, = 1, 2, 3, 4) (4)
e inoltre le quattro equazioni dierenziali di Lagrange per i quattro potenziali
elettrodinamici q
s
gH
q
h
w
k
gH
q
hk
= 0, (h = 1, 2, 3, 4). (5)
Per brevit`a indichiamo i primi membri delle equazioni (4), (5) rispetti-
vamente con
[
gH]
, [
gH]
h
.
Le equazioni (4) si chiameranno le equazioni fondamentali della gravita-
zione, le equazioni (5) le equazioni fondamentali elettrodinamiche oppure le
equazioni di Maxwell generalizzate. A causa del teorema prima enunciato
`e possibile considerare le quattro equazioni (5) come una conseguenza delle
equazioni (4), cio`e per quella legge matematica possiamo aermare diretta-
mente che nel senso indicato i fenomeni elettrodinamici sono conseguenza
della gravitazione. In questo riconoscimento io scorgo la soluzione semplice
e assai sorprendente del problema di Riemann, che per primo ha indagato
teoricamente la relazione tra gravitazione e luce.
Nel seguito usiamo il fatto facilmente dimostrabile che, quando p
j
(j =
1, 2, 3, 4) rappresenta un arbitrario vettore controvariante, lespressione
p
s
(g
s
p
s
g
s
p
s
g
s
p
s
),
_
p
j
s
=
p
j
w
s
_
rappresenta un tensore simmetrico controvariante e lespressione
p
l
=
(q
ls
p
s
+ q
s
p
s
l
)
un vettore covariante.
Enunciamo i due ulteriori teoremi matematici, che si esprimono come
segue:
5
Teorema II. Se J `e un invariante dipendente da g
, g
l
, g
lk
, q
s
,
q
sk
, per tutti gli argomenti e per qualunque vettore controvariante p
s
si ha
sempre identicamente
,,l,k
_
J
g
+
J
g
l
g
l
+
J
g
lk
g
lk
_
+
s,k
_
J
q
s
q
s
+
J
q
sk
q
sk
_
= 0
dove
g
m
(g
m
p
m
+ g
m
p
m
),
g
l
=
m
g
m
p
m
l
+
g
w
l
,
g
lk
=
m
(g
m
p
m
lk
+ g
lm
p
m
k
+ g
km
p
m
l
) +
2
g
w
l
w
k
,
q
s
=
m
q
m
p
m
s
,
q
sk
=
m
q
sm
p
m
k
+
q
s
w
k
.
Questo teorema II pu`o esprimersi anche nel modo seguente:
Se J `e un invariante e p
s
un vettore arbitrario, come dianzi, vale lidentit`a
s
J
w
s
p
s
= PJ, (6)
dove si `e posto
P = P
g
+ P
q
,
P
g
=
,,l,k
_
p
+ p
l
+ p
lk
lk
_
,
P
q
=
l,k
_
p
l
q
l
+ p
lk
q
lk
_
e valgono le abbreviazioni:
p
k
=
p
w
k
, p
kl
=
2
p
w
k
w
l
, p
lk
=
p
l
w
k
.
6
La dimostrazione della (6) si ottiene facilmente; poiche questa identit`a `e
evidentemente corretta quando p
s
`e un vettore costante, per la sua invarianza
essa `e valida in generale.
Teorema III. Quando J `e un invariante dipendente solo da g
e dalle
sue derivate e, come sopra, le derivate variazionali di
gJ rispetto a g
gJ
, allora lespressione
1
,
[
gJ]
- con h
il tensore
particolare p
e scriviamo
,
[
gJ]
s,l
(i
s
p
s
+ i
l
s
p
s
l
),
dove le espressioni
i
s
=
,
[
gJ]
s
,
i
l
s
= 2
gJ]
s
g
l
dipendono solo da g
l
i
l
s
w
l
(7)
in modo che questa equazione sia soddisfatta identicamente per tutti gli
argomenti, vale a dire i g
e le loro derivate.
Per dimostrarlo consideriamo lintegrale
_
J
gd, d = dw
1
dw
2
dw
3
dw
4
esteso a una porzione nita delluniverso tetradimensionale. Si supponga
inoltre che p
gJ) =
gJp
s
w
s
,
7
che d`a
_
P
g
(
gJ)d = 0
e per il modo in cui `e costruita la derivata lagrangiana si ha anche
_
,
[
gJ]
d = 0.
Lintroduzione di i
s
, i
l
s
in questa identit`a mostra inne che
_
_
l
i
l
s
w
l
i
s
_
p
s
d = 0
e che quindi lenunciato del nostro teorema `e corretto.
Dora in poi lobiettivo principale `e la denizione del concetto di energia
e la derivazione del teorema dellenergia solo sulla base dei due assiomi I e
II.
A questo scopo scriviamo dapprima:
P
g
(
gH) =
,,k,l
_
gH
g
gH
g
k
p
k
+
gH
g
kl
p
kl
_
.
Daltra parte H/g
kl
`e un tensore misto del quartordine e quindi se si
pone
A
k
= p
k
+
__
k
_
p
+
_
k
_
p
_
,
_
k
_
=
1
2
(g
k
+ g
k
g
k
) ,
lespressione
a
l
=
,,k
H
g
kl
A
k
(8)
`e un vettore controvariante.
Se scriviamo lespressione
P
g
(
gH)
ga
l
w
l
,
essa non contiene pi` u le derivate seconde p
kl
ed ha quindi la forma
,,k
_
B
+ B
k
k
_
,
8
dove
B
k
,l
_
H
g
w
l
H
g
kl
H
g
kl
_
l
H
g
kl
_
l
_
_
`e di nuovo un tensore misto.
Formiamo ora il vettore
b
l
=
,
B
l
(9)
e otteniamo
P
g
(
gH)
g(a
l
+ b
l
)
w
l
=
,
[
gH]
. (10)
Se inoltre scriviamo
P
q
(
gH) =
k,l
_
gH
q
k
p
k
+
gH
q
kl
p
kl
_
;
H/q
kl
`e un tensore e lespressione
c
l
=
k
H
q
kl
p
k
(11)
rappresenta un vettore controvariante. Come sopra si ottiene
P
q
(
gH)
gc
l
w
l
=
k
[
gH]
k
p
k
. (12)
Se si tiene conto delle equazioni fondamentali (4) e (5), sommando la
(10) e la (12) si ottiene:
P(
gH) =
g(a
l
+ b
l
+ c
l
)
w
l
.
Inoltre si ha
P(
gH) =
gPH + H
g
g
=
gPH + H
s
_
g
w
s
p
s
+
gp
s
s
_
e per lidentit`a (6)
P(
gH) =
g
s
H
w
s
p
s
+ H
s
_
g
w
s
p
s
+
gp
s
s
_
=
gHp
s
w
s
. ()
9
Si ottiene cos` inne lequazione invariante
w
l
g(Hp
l
a
l
b
l
c
l
) = 0.
Teniamo conto ora che
H
q
lk
H
q
kl
`e un tensore controvariante antisimmetrico; quindi
d
l
=
1
2
k,s
w
k
__
gH
q
lk
gH
q
kl
_
p
s
q
s
_
(13)
sar`a un vettore controvariante, e soddisfer`a in particolare lidentit`a
gd
l
w
l
= 0.
Deniamo dora innanzi
e
l
= Hp
l
a
l
b
l
c
l
d
l
(14)
come il vettore dellenergia; allora il vettore dellenergia `e un vettore contro-
variante, che dipende ancora linearmente dal vettore arbitrario p
s
e che, per
ogni scelta di questo vettore p
s
, soddisfa identicamente allequazione inva-
riante dellenergia
ge
l
w
l
= 0.
Per quanto riguarda la funzione duniverso H, perche la sua scelta sia
univoca, `e necessario introdurre ulteriori assiomi. Perche le equazioni della
gravitazione contengano solo le derivate seconde dei potenziali g
, H deve
avere la forma
H = K + L
dove K indica linvariante costruito a partire dal tensore di Riemann (la
curvatura della variet`a tetradimensionale)
K =
,
g
,
K
_
w
}
w
}
_
+
,
_
_
_
_
_
_
__
10
ed L dipende solo da g
, g
l
, q
s
, q
sk
. Inne, facciamo nel seguito ancora
lipotesi semplicatrice che L non contenga i g
l
.
Applichiamo ora il teorema II allinvariante L e otteniamo
,,m
L
g
(g
m
p
m
+ g
m
p
m
)
s,m
L
q
s
q
m
p
m
s
(15)
s,k,m
L
q
sk
(q
sm
p
m
k
+ q
mk
p
m
s
+ q
m
p
m
sk
) = 0.
Lannullarsi dei coecienti di p
m
sk
al primo membro d`a lequazione
_
L
q
sk
+
L
q
ks
_
q
m
= 0
ovvero
L
q
sk
+
L
q
ks
= 0, (16)
vale a dire le derivate dei potenziali elettrodinamici q
s
appaiono solo in
coppie del tipo
M
ks
= q
sk
q
ks
.
Pertanto riconosciamo che con le nostre ipotesi linvariante L dipende oltre
che dai potenziali g
, q
s
, solamente dalle componenti del tensore antisim-
metrico invariante
M = (M
ks
) = Rot(q
s
),
vale a dire dal cosiddetto esavettore elettromagnetico.
Questo risultato, dal quale soltanto dipende il carattere delle equazioni
di Maxwell, si ottiene cos` qui essenzialmente come conseguenza della inva-
rianza generale, ovvero sulla base dellAssioma II.
Se poniamo uguali a zero i coecienti di p
m
al primo membro delliden-
tit`a (15) otteniamo, mediante la (16)
2
L
g
g
m
L
q
m
q
s
L
M
ms
M
s
= 0, ( = 1, 2, 3, 4). (17)
Questa equazione permette una importante trasformazione dellenergia
elettromagnetica, vale a dire della parte del vettore dellenergia che deriva
da L. Questa parte si ottiene infatti dalle (11), la (13) e la (14) nel modo
seguente:
11
Lp
l
k
L
q
kl
p
k
1
2
k,s
w
k
__
gL
q
lk
gL
q
kl
_
p
s
q
s
_
.
Per la (16) e tenendo conto della (5) questa espressione sar` a uguale a
s,k
_
L
l
s
L
M
lk
M
sk
L
q
l
q
s
_
p
s
(
l
s
= 0, l = s;
s
s
= 1) (18)
vale a dire, per la (17), uguale a
,s
gL
g
s
g
l
p
s
. (19)
Per la formula (21) che verr` a stabilita successivamente, si vede da qui
in particolare che lenergia elettromagnetica e, con essa, anche il vettore
complessivo dellenergia e
l
si puo esprimere solo con K, di modo che in
esso compaiano solo i g
= 0, ( = )
g
= 1
essa coincide esattamente con quella che Mie ha formulato nella sua elettro-
dinamica: il tensore dellenergia elettromagnetico di Mie non `e nientaltro
che il tensore generale invariante che si ottiene per derivazione dellinva-
riante L rispetto ai potenziali gravitazionali g
gK]
gL
g
= 0. (21)
12
Il primo termine del primo membro sar`a
[
gK]
=
g(K
1
2
Kg
),
come segue facilmente senza alcun calcolo dal fatto che K
`e lunico tensore
del secondo ordine, oltre g
k
e g
kl
.
Le equazioni dierenziali della gravitazione cos` ottenute sono, a me
pare, in accordo con la grandiosa teoria della relativit`a generale esposta
da Einstein nelle sue ultime comunicazioni
5
.
Se indichiamo inoltre in generale, come sopra, le derivate variazionali di
gJ]
h
=
gJ
q
h
w
k
gJ
q
hk
,
per la (20) le equazioni elettrodinamiche assumono la forma
[
gL]
h
= 0. (22)
Poiche K `e un invariante che dipende solo da g
,
[
gK]
s
(23)
e
i
l
s
= 2
gK]
s
g
l
, ( = 1, 2, 3, 4) (24)
`e soddisfatta identicamente.
Per la (21) e la (24) la (19) `e uguale a (1/
g)i
m
. Derivando rispetto
a w
m
e sommando su m si ottiene per la (7)
i
w
m
_
gL
m
gL
q
m
q
gL
M
sm
M
s
_
=
gL
w
m
_
q
w
m
_
[
gL]
m
+
w
s
gL
q
ms
__
+
m
q
m
_
[
gL]
m
+
w
s
gL
q
ms
_
+
s
_
[
gL]
s
gL
q
s
_
M
s
+
s,m
gL
M
sm
M
s
w
m
,
5
l.c. Berliner Sitzungsber. 1915.
13
poiche
gL
q
m
= [
gL]
m
+
w
s
gL
q
ms
e
w
m
gL
q
sm
= [
gL]
s
gL
q
s
.
Inoltre si tiene conto del fatto che per la (16) si ha
m,s
2
w
m
w
s
gL
q
ms
= 0,
e si ottiene dopo un opportuno raccoglimento:
i
=
gL
w
m
_
q
w
m
[
gL]
m
+ M
m
[
gL]
m
_
(25)
+
gL
q
m
q
m
+
s,m
gL
M
sm
M
s
w
m
.
Daltra parte si ha
gL
w
s,m
gL
g
sm
g
sm
gL
q
m
q
m
m,s
gL
q
ms
g
ms
w
.
Il primo termine del secondo membro, per la (20) e la (21), non `e niental-
tro che i
s,m
gL
M
sm
(
M
s
w
m
q
ms
w
) = 0, (26)
poiche lespressione
M
s
w
m
q
ms
w
=
2
q
w
s
w
m
2
q
s
w
w
m
2
q
m
w
w
s
`e simmetrica in s, m e il primo fattore sotto il segno di sommatoria nella
(26) risulta antisimmetrico in s, m.
Dalla (25) risulta quindi lequazione
m
_
M
m
[
gL]
m
+ q
w
m
[
gL]
m
_
= 0, (27)
14
vale a dire dalle equazioni della gravitazione (4) derivano di fatto le quattro
combinazioni lineari tra loro indipendenti (27) delle equazioni elettrodina-
miche fondamentali (5) e delle loro derivate prime. Questa `e lespressione
matematica esatta dellaermazione generale formulata prima sul carattere
dellelettrodinamica come un fenomeno conseguenza della gravitazione.
Poiche L nella nostra ipotesi non deve dipendere dalle derivate di g
, L
deve essere una funzione di certi quattro invarianti generali, che corrispon-
dono agli invarianti speciali ortogonali introdotti da Mie e dei quali i due
pi` u semplici sono questi:
Q =
k,l,m,n
M
mn
M
lk
g
mk
g
nl
e
q =
k,l
q
k
q
l
g
kl
.
La proposta per L pi` u semplice e insieme, tenendo conto della struttura di
K, la pi` u ovvia, `e quella corrispondente allelettrodinamica di Mie, vale a
dire
L = Q + f(q)
oppure, seguendo Mie ancor pi` u particolarmente:
L = Q + q
3
,
dove f(q) `e una qualche funzione di q, e , indicano delle costanti.
Come si vede, per la costruzione della teoria sono sucienti, con inter-
pretazione pi` u sensata, le poche semplici ipotesi espresse negli assiomi I e
II: con le medesime non solo vengono riformulate le nostre rappresentazioni
di tempo, spazio e moto nel senso esposto da Einstein, ma io sono anche
dellidea che, mediante le equazioni fondamentali qui stabilite, otterranno
spiegazione i processi pi` u intimi, nora occulti, allinterno dellatomo, e so-
prattutto devessere in generale possibile una riduzione di tutte le costanti
siche a costanti matematiche - con ci`o inne si avvicina la possibilit`a che
dalla sica origini, in linea di principio, una scienza del tipo della geome-
tria: certo la gloria pi` u splendida per il metodo assiomatico, che qui, come
vediamo, prende al suo servizio i possenti strumenti dellanalisi, vale a dire
calcolo delle variazioni e teoria degli invarianti.