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Franco Mandelli
edicina &solidariet
Periodico dellAsae-Ail di Cagliari - Anno II, n.1
Emanuele Angelucci
Il ruolo della ricerca scientifica
Antonella Olla:
una vita dedicata alla solidariet
Esperienze:
Il prof Mandelli nella Sala Consiliare del Comune di Cagliari insieme con un gruppo di volontarie della sezione cittadina dellAIL
Il prof Mandelli firma lautografo su una copia del suo ultimo libro Ho sognato un mondo senza cancro
Sommario
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Periodico dellAsae-Ail di Cagliari Registrazione n.5 del tribunale di Cagliari in data 14/04/2010 Direttore Responsabile Ottavio Olita Direttore Scientifico Emanuele Angelucci Segretaria di Redazione Sandra Saba Redazione c/o Asae-Ail Ospedale Reg.le Businco Via Jenner - Cagliari E mail: asae.cagliari@tiscali.it Progetto Grafico Diego Dess Nuove Grafiche Puddu Stampa Nuove Grafiche Puddu srl Ortacesus (Ca) Tel. 070 9819015
Sommario
Editoriale Franco Mandelli: una vita per la ricerca e la solidariet Ho sognato un mondo senza cancro
Il grazie di Mandelli allAil di Cagliari Antonella Olla: una generosa vita di solidariet - di Ottavio Olita La ricerca scientifica in oncologia ed ematologia Sperimentazione clinica in ematologia ed oncologia Scheda biografica
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Il mieloma multiplo La leucemia linfatica cronica: dalla diagnosi alla terapia Assistenza domiciliare dei pazienti ematologici Asae-Ail di Cagliari Croce verde di Serramanna Provvedimenti di spesa e progetti della sezione Antonella Olla Asae-Ail di Cagliari I luoghi e le date della manifestazione Stelle di Natale 2011
EDITORIALE
a piena coscienza del cammino che si sta percorrendo, la speranza per la conquista di nuovi traguardi sulla base di quanto quotidianamente si sta costruendo. Questi sono i motivi principali che muovono lAil ad essere presente sul territorio, a promuovere incontri e iniziative, a lavorare fianco a fianco con il personale ospedaliero e con le altre associazioni di volontariato, ad organizzare iniziative, incontri, scambi. E a non dimenticare quanti con dedizione, passione, coraggio hanno impegnato se stessi a sostegno dellumanit sofferente. E sul racconto delle azioni decise partendo da questi valori che stato costruito il secondo numero di Medicina & Solidariet. Innanzi tutto il doveroso omaggio a colui che riconosciuto come padre della moderna Ematologia italiana, quel prof. Franco Mandelli instancabile propagatore di una speranza coltivata da tutti, ma che nelle sue parole e nel suo impegno esce dallesclusiva dimensione del sogno per cominciare ad acquistare contorni reali: riuscire a curare il cancro come linfluenza. Il professor Mandelli ha saputo trasmettere questa sua certezza anche in chi ha potuto ascoltarlo a Cagliari. Poi il ricordo di una donna coraggiosa e sensibile, madre affettuosa e capace di grande solidariet che per 25 anni ha lavorato nellAil: la signora Antonella Olla, alto esempio di impegno generoso e spontaneo. A lei stata intestata la sezione di Cagliari dellAssociazione. Infine i nuovi locali, il nuovo day hospital, gli ambienti pi spaziosi ottenuti con la completa ristrutturazione dellUnit Operativa di Ematologia e Centro Trapianti diretta dal dottor Emanuele Angelucci. I lavori, cominciati nel marzo 2009 si sono conclusi nel dicembre 2011. Importante segnale di cambiamento in meglio della struttura ospedaliera per chi si sottopone alle cure ed anche per chi vi lavora. Oltre alla narrazione di questi eventi principali questo giornale offre, com nella sua natura, approfondimenti scientifici, ma anche elementi di conoscenza su quanti affiancano lAil sul terreno dellimpegno per la solidariet. E dato che, cos come avvenuto per il primo numero, usciamo a ridosso delle festivit di Natale e Capodanno 2012 giungano a tutti i lettori i pi cari e sinceri auguri di serenit, salute, gioia. Ottavio Olita
INCONTRI
Originario di Bergamo, il professor Mandelli si dedic giovanissimo agli studi di medicina e dopo il conseguimento della laurea con il massimo dei voti e la lode allUni-
INCONTRI
l grazie di una donna guarita dalla leucemia e ora diventata madre. Le visite senza camice per non spaventare i pazienti bambini. Leuforia per un pionieristico trapianto di midollo riuscito che si trasforma in sconforto quando una banale infezione vanifica tutto. Lesistenza di un medico una grande avventura. Quella di Franco Mandelli stata molto di pi: una corsa in salita, cominciata negli anni in cui leucemie e linfomi erano una condanna a morte certa. Il professore - cos lo chiamano i suoi pazienti - ha scelto fin da subito che cosa andava messo al centro: il malato. In nome di questo credo riuscito a fare dellEmatologia di Roma (e italiana) una realt di li-
vello europeo, superando tutti gli ostacoli: la burocrazia ottusa, la scarsa lungimiranza di alcuni colleghi, la cronica mancanza di risorse e di spazi. Ma ha saputo contagiare tutti con il suo cocciuto entusiasmo: dai medici impegnati ai volontari disinteressati e generosi, fino ai personaggi dello spettacolo conquistati dalla sua passione. Attraverso i volti e le storie di uomini, donne e bambini da lui curati, Franco Mandelli racconta per la prima volta la sua vita, esprime il suo netto e lucido punto di vista su alcune questioni cruciali della medicina, rivela la missione che ne ha animato gli sforzi: trasformare leucemie e linfomi in malattie come le altre. Un nemico ostico e terribile,
certo, ma che si pu finalmente sconfiggere. (Prefazione di Maurizio Costanzo e Introduzione di Giuseppe Remuzzi).
INCONTRI
ranco Mandelli uno dei maggiori esperti di ematologia in Italia. Ma questa definizione troppo stretta. Esperienza quarantennale nella lotta contro le malattie del sangue, il presidente dellAil, associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma. La sua vita, tutta la sua vita, spesa in primo piano per la ricerca e per lassistenza dei malati. Come scrive lui stesso nella sua autobiografia Ho sognato un mondo senza cancro, (Sperling & Kupfler), al centro di ogni suo impegno ci sono loro, i malati. Lo studio del professor Franco Mandelli, nella sede dellAil di Roma, luminoso. Alle sue spalle c una libreria colma di premi e riconoscimenti. Tra ventanni ce ne saranno sicuramente numerosi altri. Proiettiamoci nel 2031: anche grazie alla sua fervente attivit che la lotta contro le malattie del sangue potr ottenere nuovi e brillanti risultati. Professore, quali saranno le vittorie auspicabili, partendo dai risultati raggiunti? Bisogna distinguere tra le differenti malattie perch c molta differenza tra di esse. La leucemia il
cancro del sangue per eccellenza. Ci sono dei risultati strabilianti anche oggi. Ad esempio la leucemia acuta del bambino 30 anni fa equivaleva a una diagnosi mortale. Oggi si guarisce nell80% dei casi. Ma io non mi accontento. Tra ventanni questa percentuale dovr essere cresciuta ancora molto: mi aspetto che nel 2031 pi del 90% dei bambini possa guarire. Nel caso di adulti e anziani? Oggi guariscono nel 40-50% dei casi. Una percentuale bassa, che credo possa aumentare. Se consideriamo, ad esempio, la leucemia acuta promielocitica, che era una delle forme pi gravi, oggi grazie a dei farmaci molto specifici, sono stati compiuti passi da gigante. Ci aspettiamo che tra ventanni ci saranno ulteriori nuovi protocolli di cura. E mi aspetto che su questa strada arrivino anche nuovi farmaci per aiutare gli anziani, per i quali purtroppo la remissione della malattia dura ancora troppo poco. E per i linfomi? Bisogna distinguere i linfomi di Hodgkin da quelli non Hodgkin, dove esiste tuttoggi un 20-30% che non ce la fa. Qui si stanno ottenendo dei risultati importan-
ti soprattutto per i bambini, con protocolli di cura specifici, ma la sperimentazione per questa fascia di et deve essere maggiormente implementata. Ecco nel 2031 questo dovr essere attuato, anche grazie alla sperimentazione con gruppi europei e internazionali. Poi ci sono le leucemie linfatiche croniche, che colpiscono maggiormente gli anziani, ma non solo. C qualche novit nella cura ma non basta. Mi aspetto un bel balzo in avanti tra ventanni. Invece per le leucemie mieloidi croniche da dieci anni stato scoperto un farmaco specifico che non danneggia le altre cellule sane, ed un risultato eclatante: dopo cinque anni, pi dell80% curato, senza il trapianto. Tra venti anni sar possibile permettere alle pazienti di avere bambini, che per le donne fondamentale e avere una vita normale. Il linfoma non Hodgkin tra i pi resistenti... vero. Il risultato oggi vicino ma non raggiunto ancora. Forse tra ventanni potremmo farcela Professore, qual il suo sogno? un sogno a portata di mano: che non manchi pi il sangue. Vorrei
INCONTRI
che si potesse scrivere una legge per obbligare tutte le persone sane a donarlo. Solo a Roma mancano 35mila unit lanno. Ecco, tra ventanni questo dovr essere assolutamente raggiunto. Auguriamoci che sia un progetto,
dunque, non un sogno. Certo, assurdo pensare che al giorno doggi manchi ancora la cultura della donazione. Uno degli impegni dellAil assicurare la qualit di vita del paziente e della famiglia che deve sostenerlo.
importantissimo per noi. Lobiettivo, e spero che tra ventanni ci saremo, di poter curare a casa pi possibile i malati. fondamentale per migliorare la qualit di vita loro e dei loro familiari.
RICORDO ED OMAGGIO
estino beffardo o impronta indelebile nella storia di unassociazione come lAil? E difficile dare una risposta certa allinterrogativo che sorge dal riflettere sulla data che, un anno fa, ha portato via Antonella Olla, colonna portante delle sezioni di Cagliari e del Sulcis Iglesiente dellAssociazione. Mancavano pochi giorni a Natale ed era in pieno svolgimento la manifestazione Stelle di Natale di cui lei si era occupata in prima persona per la citt di Iglesias. Avrebbe festeggiato il suo 44esimo compleanno 27 giorni pi tardi, il 15 gennaio, ma il 19 dicembre la
malattia contro la quale lottava da anni la strapp alladorata figlia, ai pazienti che aiutava con la sua solidale partecipazione, ai tanti volontari e ai molti rappresentanti istituzionali che la conoscevano e la stimavano profondamente. Limpegno di Antonella nellAil, con dedizione totale, era iniziato da giovanissima. Aveva appena 18 anni quando aveva cominciato la sua attivit volontaria nellassociazione. Grazie al suo impegno costante stato progettato ed attuato nella citt di cui era originaria, Carbonia, e in tutto il territorio circostante, un vasto e approfondito programma di conoscenza e
sensibilizzazione sulle tematiche delle emolinfopatie che aveva suscitato lammirazione e il plauso dei residenti e delle amministrazioni. La sua grande sensibilit la portava ad interpretare con grande disponibilit limpegno nei confronti dei pazienti e dei loro familiari che si rivolgevano alle strutture sanitarie o allassociazione. Soprattutto nei primi momenti dellapproccio con la malattia, nelle ore in cui la diagnosi non lascia pi margini di dubbio, diventa fondamentale quel sostegno morale e pratico che il volontariato ben organizzato riesce ad assicurare. Non si mai
RICORDO ED OMAGGIO
tirata indietro, neppure quando il suo male si era aggravato. Dopo 21 anni di impegno continuo la sezione di Cagliari dellAil decise di accoglierla nel Comitato direttivo e di assegnarle lincarico statutario di Segretario. E quello stesso anno, era il 2006, divenne coordinatrice delle attivit associative per il Sulcis Iglesiente. Passata la forte emozione per la sua fine prematura e metabolizzato il dolore per una perdita cos grave, lassemblea dei soci dellAsae-Ail di Cagliari ha ratificato per acclamazione il provvedimento, proposto dal comitato direttivo, per intitolare la sezione al suo nome. Cos la vita generosa di Antonella Olla continuer non solo nei
ricordi di chi le ha voluto bene, lha ammirata o le stato grato, ma anche in quanti, entrando in contatto con lassociazione vorran-
no saperne di pi di questa donna straordinaria nel cui nome proseguir la missione di solidariet di tutti i volontari dellAsae-Ail.
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CONTRIBUTI SCIENTIFICI
a ricerca scientifica una delle protagoniste della battaglia quotidiana di medici e ricercatori per sconfiggere il cancro. In essa sono riposte le speranze di migliaia di pazienti.
La ricerca serve anche, imponendo metodi rigorosi, a migliorare la pratica clinica quotidiana. E concetto comune che gli ospedali dove si fa ricerca sono anche quelli che forniscono la migliore assistenza perch i medici applicano gli stessi metodi rigorosi della ricerca clinica anche alla pratica assistenziale quotidiana. Ma cosa si intende con ricerca scientifica? La ricerca, specie quella in ambito oncologico, composta da diverse aree, tutte stretta-
mente collegate tra di loro e ognuna fondamentale per raggiungere lobiettivo finale di migliorare la terapia del tumore. In linea generale, fare ricerca significa raccogliere notizie, avviare sperimentazioni e comprendere i risultati per aumentare le conoscenze su un determinato argomento, La ricerca scientifica non per una pratica approssimata e generica, ma unattivit che si basa su regole precise che consentono di arrivare, attraverso percorsi ben definiti, a un risultato concreto, oggettivo e riproducibile. In poche parole si basa sul metodo scientifico, lo stesso introdotto da Galileo Galilei, considerato il padre della scienza moderna. Gli obiettivi Seguendo dunque le regole del metodo scientifico, dei codici deontologici e dei codici etici, i ricercatori lavorano per trovare nuove terapie contro il cancro o addirittura per prevenirlo, ma la strada lunga e composta da molte tappe, ognuna delle quali rappresentata da un particolare tipo di ricerca scientifica. Ne possiamo distinguere almeno 5 in base agli obiettivi dei ricercatori o al tipo di esperimenti che vengono effettuati:
Ricerca di base Ricerca transazionale Ricerca preclinica Ricerca clinica Ricerca epidemiologica 1. La ricerca di base Viene definita ricerca di base quella iniziata senza particolari fini pratici, ma, in un certo senso, guidata soprattutto dalla curiosit del ricercatore che vuole conoscere, per esempio, il meccanismo molecolare che sta alla base di un particolare fenomeno biologico. la ricerca portata avanti sui banconi del laboratorio, tra provette e reagenti chimici e che ci fa capire come funzionano i geni o come le proteine lavorano allinterno del nostro organismo. La ricerca di base apparentemente lontana dal paziente e dalla sua malattia, ma in realt rappresenta il punto di partenza per tutte le successive scoperte anche cliniche: conoscere, per esempio, i meccanismi che regolano lespressione dei geni e che portano la cellula a produrre metastasi tanto per fare un esempio concreto - fondamentale per contrastare in modo sempre pi efficace e sicuro la comparsa del tumore e per creare nuovi farmaci mirati verso bersagli precisi.
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CONTRIBUTI SCIENTIFICI
2. La ricerca traslazionale In campo oncologico, la ricerca traslazionale verifica la possibilit di trasformare le scoperte scientifiche che arrivano dal laboratorio in applicazioni cliniche per ridurre lincidenza e la mortalit per patologie tumorali. Questa solo una delle definizioni possibili per questo ramo della ricerca scientifica che viene ben rappresentata anche dalla frase dal bancone del laboratorio al letto del paziente (in inglese, from bench to bedside). Si tratta, in altre parole, di costruire una sorta di ponte tra la scienza e la medicina, per poter utilizzare nel modo migliore le scoperte dei ricercatori. Il ponte che collega scienza e medicina, un ponte a due sensi di marcia. Il percorso tradizionale prevede che le informazioni che arrivano dal laboratorio vengano tradotte in strumenti utili da applicare al letto del paziente, cio alla pratica clinica di tutti i giorni, ma non raro che da informazioni che arrivano dallosservazione dei pazienti i ricercatori colgano spunti per nuove ipotesi di studio. 3. La ricerca preclinica Supponiamo che dalla ricerca di base arrivino le indicazioni per un nuovo bersaglio molecolare verso il quale indirizzare gli studi di farmaci da utilizzare nella pratica clinica e nella lotta quotidiana contro il cancro. Prima di valutare gli effetti di una nuova cura sulluomo, per, i ricercatori devono verificarne lefficacia e soprattutto la sicurezza in mo-
delli sperimentali. Si tratta di quella che gli esperti chiamano ricerca preclinica, un tipo di ricerca essenziale prima di passare alla sperimentazione sulluomo. Questo tipo di ricerca serve per valutare un nuovo farmaco, ma anche nuovi strumenti clinici o diagnostici, nuove strategie per la somministrazione dei farmaci eccetera. I ricercatori che si occupano di ricerca preclinica portano avanti esperimenti in vitro e in vivo, cio basati sulluso di provette, geni e cellule coltivate in laboratorio, o sulluso di modelli animali, anche se il loro utilizzo stato notevolmente ridotto negli ultimi anni per motivi etici ed economici. Non possibile fare a meno della ricerca preclinica, poich sulla base dei risultati ottenuti in questi studi vengono disegnati gli studi clinici di fase I, cio le prime fasi della sperimentazione nelluomo. 4. La ricerca clinica Lultima fase della ricerca scientifica prima della approvazione di un nuovo farmaco o di un nuovo tipo trattamento deve, per forza di cose, passare da quella branca della ricerca chiamata ricerca clinica. Si tratta di sperimentazioni che coinvolgono direttamente i pazienti per valutare lefficacia di una nuova molecola o di un nuovo trattamento. La ricerca clinica si divide in quattro fasi. Le prime tre fasi sono necessarie per ottenere lapprovazione del nuovo trattamento e della sua commercializzazione, mentre la quarta
effettuata quando la terapia ha gi ricevuto tale approvazione, per osservarne gli effetti su larga scala. La ricerca clinica comprende gli studi che si occupano di identificare il trattamento o le modalit di trattamento pi efficaci. Tutte le persone che prendono parte agli studi clinici devono firmare un consenso ad entrare nello studio che autorizza i ricercatori a raccogliere i dati che li riguardano e che descrivono le loro reazioni al trattamento studiato. E importante porre laccento sul fatto che le informazioni ottenute nel corso dello studio restano in forma del tutto anonima. Pu succedere che, durante il ricovero in ospedale, il medico chieda al paziente di fare parte di uno studio clinico per sperimentare, per esempio, un nuovo farmaco da affiancare o sostituire alla chemioterapia tradizionale. Il medico tenuto a fornire tutte le indicazioni necessarie per arrivare a una scelta consapevole, senza forzature o condizionamenti e ovviamente il paziente assolutamente libero di decidere se aderire o no alla sperimentazione proposta. Questo significa ottenere il consenso informato che obbligatorio prima di iniziare qualsiasi sperimentazione clinica. 5. La ricerca epidemiologica Gli studi di tipo epidemiologico si occupano, invece, di esaminare la distribuzione della malattia nella popolazione, i fattori di rischio per la sua comparsa e la relazione con abitudini e stili di vita.
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CONTRIBUTI SCIENTIFICI
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CONTRIBUTI SCIENTIFICI
con lo scopo di documentare quali tipi di neoplasia sono pi responsivi alla sostanza in sperimentazione. Studi di fase III: rispondono alla domanda Luso di questo nuovo trattamento, che so essere efficace sulla cellula neoplastica, del quale conosco la dose e la via di somministrazione pi efficace, il margine terapeutico e lattivit nei confronti di questa specifica neoplasia, produce migliori risultati rispetto al trattamento standard? - Questi studi si basano sul confronto di gruppi di pazienti, gli uni sottoposti al trattamento standard e gli altri al trattamento sperimentale. Lattribuzione alluno o allaltro trattamento deve essere casuale e la dimensione dello studio deve essere elevata per fare s che le caratteristiche biologiche dei pazienti si distribuiscano in maniera
casuale tra i trattamenti. I pazienti usualmente eleggibili per gli studi di fase III sono quelli che, con definite caratteristiche di malattia, non sono stati precedentemente trattati. Studi di fase IV: rappresentano, in effetti, la fase osservazionale ovvero il monitoraggio a lungo termine dei trattamenti sperimentali che, una volta superate le precedenti fasi di studio, entrano nella pratica terapeutica e vengono estesi a larga fascia di pazienti. Sono utili alla conferma dellefficacia, della percentuale e della durata di risposta oltre che alla definizione, su larga scala, dellincidenza e severit degli effetti indesiderati a breve e lungo termine. Domanda: sono tutelati i pazienti che partecipano a sperimentazioni
cliniche. Risposta: Assolutamente si e per vari motivi. 1. Alle sperimentazioni cliniche sulluomo si arriva solo dopo lunghe, prolungate e controllate ricerche delle varie fasi che precedono la ricerca clinica. 2. Tutte le varie componenti (diagnostiche e terapeutiche) sono controllate e verificate sia dagli sperimentatori locali sia da sperimentatori esterni. Molto spesso c anche un comitato di controllo indipendente che verifica tutte le fasi ed chiamato per discutere aspetti particolari anche di singoli pazienti. 3. Per i motivi sopra esposti concetto comune che i pazienti che aderiscono a sperimentazioni ricevono qualit di trattamento superiore alla pratica clinica quotidiana.
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V O LO N TA R I ATO
Scheda biografica
- Denominazione:
- Data di costituzione: 17.03.1983 presso il notaio Fadda di Cagliari - Iscrizione allalbo regionale del volontariato: 25.05.1992 AL N. 11 - Numero soci iscritti: Quattromila - Scopi dellassociazione: lAssociazione ha lo scopo di divulgare una corretta informazione sulle malattie neoplastiche del sangue, di operare per la prevenzione di queste, di promuovere e favorire tutte le iniziative che mirano a migliorare la assistenza economica, sociale, psicologica e sanitaria necessaria ai pazienti affetti da dette malattie. LAssociazione opera inoltre per migliorare lassistenza sanitaria rivolta a tutti gli ammalati afferenti alla Struttura Sanitaria Oncologica A. BUSINCO di Cagliari. LAssociazione non ha scopi di lucro. Attualmente lAssociazione finanzia il Progetto di Assistenza Domiciliare Area Cagliari/Hinterland; Assistenza ai pazienti e disbrigo pratiche burocratiche come domande per la corresponsione emolumenti derivanti dalla L.Reg. n. 27 del 25.11.1983 - Manifestazioni ail nazionali annuali raccolta fondi: Stelle di Natale Uova di Pasqua - Sede legale e operativa: Cagliari Via Jenner, 3 c/o Presidio Ospedaliero Armando Businco 09121 CA
- Presidio ospedaliero di riferimento: Divisione di Ematologia P. O. Oncologico A. Businco di Cagliari - Consulente scientifico: Dott. Emanuele ANGELUCCI, Direttore Struttura Complessa Ematologia del P.O. Oncologico A. Businco di Cagliari - Organo deliberante: Consiglio Direttivo composto da n.15 Consiglieri - Cariche statutarie: Presidente, Vice Presidente, Segretario,Vice Segretario con incarico di Tesoriere Presidente: Dott. PILI Renzo - Tel. 346-6955408 Vice Presidente / referente operativo: Sig. CARDELLA Fernando - Tel. 346-6955374 Vice Segretario: Sig.STERI Giuseppe - Tel. 346-6955154 - IBAN c/c Postale: IT 87 C 07601 04800 000012784096 - Intestato ASAE - AIL CAGLIARI ONLUS - IBAN c/c Banco Sardegna: IT 86 A 01015 04800 000000015383 - Intestato ASAE AIL CAGLIARI ONLUS Per donazioni su Conto Corrente Postale: Versare con Bollettini CCP sul C/C n. 12784096 intestato ASAE-AIL CAGLIARI ONLUS. Cod. Fiscale: 92010210927 - P. IVA: 03307220925 Indirizzo Posta Elettronica: asae.cagliari@tiscali.it - Sito Web: www.ailcagliari.it Recapiti telefonici ufficio: tel. 070/554819 Fax 070/5510196
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V O LO N TA R I ATO
I contributi raccolti vengono destinati a provvedimenti di spesa a favore dei pazienti emolinfopatici. Lultimo provvedimento assunto dalla nostra Associazione quello relativo allacquisto di strumenti sanitari donati alla Struttura Complessa Ematologia del P.O. Oncologico A. Businco, che ha comportato una spesa pari alla somma di euro 54.342,00 (Cinquantaquattromilatrecentoquarantadue,00). Questi strumenti sono utilizzati per il congelamento a -170 gradi centigradi delle cellule staminali emopoietiche. La conservazione a questa temperatura indispensabile per mantenerle vitali e permettere lesecuzione di trapianti autologi = da se stessi. n. 01 Congelatore a discesa programmabile Sy-Lab mod. IceCube 14S-B; Costo IVA inclusa euro 22.128,00; n. 01 Contenitore criobiologico da 165 lt. Taylor-Wharton mod. CryoCe10K (codice Cryoce10K). Costo IVA inclusa euro 32.214,00; TOTALE COMPLESSIVO = Euro 54.342,00 -
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V O LO N TA R I ATO
In alto un ricordo di una delle manifestazioni Ail decentrate sul territorio Qui sopra e a destra la consegna del Grest ad amici e collaboratori dellAil: in senso orario al dott Enrico Valdes, allammiraglio della Guardia Costiera Gerald Talarico, al past president prof Franco Pitzus.
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I NOSTRI INCONTRI
Lomaggio che lospedale Businco e la ASL 8 di Cagliari hanno voluto rendere al prof Mandelli il 25 marzo 2010, giorno della sua visita nel capoluogo sardo
Il prof Franco Mandelli riceve la targa fatta realizzare dalla sezione Antonella Olla dellAsae-Ail di Cagliari in ricordo della sua importante visita
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I NOSTRI INCONTRI
Il prof Mandelli incontra il comandante della Regione Militare della Sardegna, Generale di Corpo dArmata Claudio Tozzi, al quale ha reso omaggio del suo ultimo libro Ho sognato un mondo senza cancro
Il prof Mandelli, il dott Angelucci e i dirigenti della sezione Antonella Olla dellAsae-Ail di Cagliari allincontro con il Generale Claudio Tozzi
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RICERCA SCIENTIFICA
Il mieloma multiplo
del dott. Daniele Derudas
Unit Operativa di Ematologia e Centro Trapianti Midollo Osseo. Ospedale Oncologico di Riferimento Regionale Armando Businco- Asl 8 Cagliari
l mieloma, anche conosciuto come mieloma multiplo, una malattia del midollo osseo che origina dalle plasmacellule- Le plasmacellule, presenti normalmente nel midollo osseo, sono
tuare la diagnosi e il monitoraggio del mieloma. Nel mieloma, poich il DNA di una plasmacellula danneggiato, si ha la trasformazione in una cellula maligna o cancerosa, nota
cellule che fanno parte del sistema immunitario. Le plasmacellule normali producono gli anticorpi (o immunoglobuline) per aiutare a combattere le infezioni. Nel mieloma le plasmacellule anormali producono un solo tipo di anticorpo noto come paraproteina (paraproteina o componente monoclonale o componente M) che non svolge nessuna funzione utile. Il dosaggio della componente M consente di effet-
come cellula mielomatosa. A differenza di molti tumori, il mieloma, generalmente, non forma una massa. Le cellule neoplastiche si moltiplicano e si diffondono allinterno del midollo osseo. Alcune persone possono ricevere inizialmente una diagnosi di gammopatia monoclonale di significato incerto (MGUS), una condizione benigna, prima di sviluppare il mieloma. In questo caso vi la presenza della
proteina anomala (la paraproteina) che si osserva in caso di mieloma, ma lassenza di altri segni caratteristici della malattia. Il rischio di progressione da MGUS a mieloma attivo molto basso: solo l1% dei pazienti per ogni anno di osservazione della malattia. La percentuale di crescita pu essere molto lenta e rappresentare la condizione di mieloma silente o asintomatico. Entrambe le condizioni possono modificarsi molto lentamente nellarco di anni e non richiedere alcun trattamento attivo. E molto importante stabilire la diagnosi corretta, distinguendo la MGUS e il mieloma silente dal mieloma attivo o sintomatico, che invece richiede un intervento terapeutico. Sebbene siano stati condotti numerosi studi per identificare le possibili cause del mieloma, ad oggi non ci sono ancora dimostrazioni certe. La maggior parte delle persone con mieloma, circa il 65%, affetta da mieloma di tipo IgG, vale a dire, mieloma con immunoglobina di tipo G (una delle cinque catene pesanti possibili) con componente di catena leggera kappa o lambda. Laltro tipo di mieloma pi diffuso il mieloma di tipo IgA con catene leggere kappa o lambda. I mielomi di
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RICERCA SCIENTIFICA
tipo IgM, IgD e IgE sono molto rari. In circa il 20% dei pazienti, le cellule mielomatose producono solo catene leggere e in questo caso si parla di mieloma a catena leggera o di Bence Jones (BJ). Pi raramente, in circa 1-2% dei casi, le cellule mielomatose producono pochissime immunoglobine o non ne producono per niente; si parla pertanto di mieloma non secernente, rendendo la diagnosi e il monitoraggio pi complessi. Clinica del mieloma multiplo Let media di insorgenza del mieloma multiplo 65 anni. In 1/3 dei casi la diagnosi di mieloma multiplo casuale in quanto la malattia pu essere asintomatica. Nei 2/3 dei casi la malattia sintomatica fin dallesordio. Il mieloma colpisce le parti dellorganismo (di qui il termine mieloma multiplo) in cui il midollo osseo normalmente attivo in un soggetto adulto. Ad esempio nelle ossa della colonna vertebrale, cranio,pelvi, gabbia toracica e
delle aree intorno alle spalle e alle anche. La maggior parte dei problemi medici correlati al mieloma causata dallaccumulo di cellule mielomatose nel midollo osseo e dalla presenza della paraproteina nel sangue o nelle urine. Per diagnosticare il mieloma necessario eseguire numerosi esami ed accertamenti (Tab.2). La diagnosi di mieloma viene posta dopo aver raccolto tutte le informazioni derivanti dagli esami emato-chimici, radiologici e citologici precedentemente illustrati. Lo stadio clinico indica lestensione della malattia, in altre parole il grado di compromissione di organi e strutture determinata dal mieloma e la presenza o meno di insufficienza renale. Gli stadi sono tre (I, II, III). A senza insufficienza renale, B con insufficienza renale. Un altro parametro da considerare la presenza di sintomi sistemici correlabili con la malattia. I pazienti con malattia in stadio iniziale e asintomatico nella maggior
parte dei casi non devono essere sottoposti ad alcuna terapia specifica, ma solo a controlli ravvicinati. Per tutti i pazienti sintomatici invece indicato iniziare tempestivamente una terapia specifica. Recentemente stato identificato un insieme di parametri che esprimono il danno dorgano e che sono richiesti per la definizione di mieloma sintomatico. Essi sono definiti CRAB e sono i seguenti: Calcemia elevata (>10 mg/dl); alterazione della Funzione Renale (creatinina >2 mg/dl); Anemia (Emoglobina <10 g/dl); Lesioni osteolitiche (Bone=Osso). Vi sono parametri clinici e biologici in grado di fornire informazioni gi allesordio sul probabile andamento della malattia. I parametri pi utili sono: i livelli sierici di 2 microglobulina, lentit della componente monoclonale e dellalbumina. Grande importanza hanno le alterazioni genetiche presenti allesordio di malattia. In particolare la delezione del cromosoma 13 identificata con tecnica FISH in circa il 50% dei casi, e latraslocazione 4;14 presente in circa il 15%. Terapia del mieloma multiplo Il mieloma oggi una malattia trattabile ma non ancora guaribile. La malattia caratterizzata da fasi di stabilit e fasi di progressione che richiedono trattamento. Nella storia naturale della malattia, dopo varie linee di terapia, si osserva una minore risposta ai farmaci. Lintroduzione dei programmi di terapia ad alte dosi con au-
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RICERCA SCIENTIFICA
totrapianto di cellule staminali ha migliorato sostanzialmente le prospettive di sopravvivenza dei pazienti pi giovani (meno di 65 anni). Recentemente, lo sviluppo di nuovi farmaci non chemioterapici (Talidomide, Lenalidomide, Bortezomib, ecc) ha aperto nuove prospettive in tutte le fasce di et. Ci particolarmente grazie alla capacit di questi nuovi agenti di superare la resistenza della malattia ai farmaci chemioterapici. La combinazione ragionata di chemioterapia, nuovi farmaci ed autotrapianto sta ulteriormente migliorando la prognosi del mieloma La finalit delle cure ottenere il miglior controllo possibile della malattia e mantenerlo nel tempo (fase di plateau). La scelta della migliore terapia condizionata da alcuni fattori tra cui i pi importanti sono let del paziente e leventuale presenza di patologie associate. Le principali possibilit terapeutiche oggi a disposizione sono: chemioterapia standard chemioterapia ad alte dosi con autotrapianto di cellule staminali
farmaci non chemioterapici di nuova generazione trapianto allogenico da donatore familiare (in casi selezionati) Nel trattamento del mieloma riveste grande importanza la terapia di supporto quale la radioterapia (applicata sulle lesioni ossee o su eventuali masse tumorali extramidollare), i Bifosfonati (Pamidronato e Zoledronato) che contrastano il riassorbimento osseo contribuendo ad arrestare la distruzione della struttura ossea con aziona antalgica. Recentemente stata perfezionata una metodica di intervento sulle vertebre sedi di cedimento strutturale e pertanto a rischio di indurre danni neurologici per compressione del midollo spinale. Tale tecnica denominata cementoplasticaconsiste nella stabilizzazione del corpo vertebrale mediante iniezione al suo interno di cemento. Tale metodica ha permesso di limitare il ricorso all uso di busti ortopedici. Inoltre, risolvendo parzialmente o totalmente il dolore, ha consentito di ridurre anche la
necessit della radioterapia a scopo antalgico. Fondamentale inoltre Il trattamento dellanemia che si avvale della terapia trasfusionale e della eritropoietina (EPO). Lutilizzo dei nuovi questi farmaci biologici in associazione tra loro, con chemioterapici classici (antracicline, ciclofosfamide) e steroidi sia in preparazione al trapianto autologo per i pazienti con et inferiore ai 70 anni sia in associazione con melphalan e steroide per via orale nei pazienti non sottoponibili a terapia ad alte dosi ha permesso un miglioramento della sopravvivenza e, insieme alla terapia di supporto, della qualit di vita dei pazienti affetti da mieloma multiplo. Tutte le tecniche citate sono oggi disponibili presso il settore interdipartimentale per il mieloma multiplo dell Ospedale Oncologico di Riferimento Regionale Armando Businco. Ci permette di poter mettere a disposizione dei pazienti un percorso diagnostico terapeutico completo allinterno dello steso ospedale.
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RICERCA SCIENTIFICA
Tab.1
Segni Anemia Insufficienza renale Lesioni osse osteolitiche Causa Infiltrazione midollare, insufficienza renale Precipitazione renale di proteinuria Bence- Jones, disidratazione, ipercalcemia, utilizzo di FANS Rimaneggiamento osseo da parte delle plasmacellule Sintomi Stanchezza, cefalea Nausea, stanchezza, perdita di peso, Fratture ossee, compressione midollare, dolore osseo Infezioni virali, polmoniti Sonnolenza, alterazioni ritmo cardiaco, stitichezza Scompenso cardiaco, insufficienza renale, neuropatia Cefalea, confusione
Paraprotinemia, neutropenia Rimaneggiamento osseo da parte di plasmacellule Accumulo paraproteina nei tessuti cardiaco, renale, nervoso, tessuti, molli Elevati livelli di paraprotidemia
Sindrome da iperviscosit
Tab.2
Esami Esame emocromocitometrico Elettroforesi delle proteine e immunofissazione Dosaggio delle immunoglobuline e catene leggere sieriche Dosaggio creatinina, azotemia ed elettroliti urinari Dosaggio calcemia Dosaggio 2 microglobulina Aspirato midollare e biopsia osteomidollare Radiografia dello scheletro Ricerca proteinuria di Bence-Jones RMN colonna vertebrale (non essenziale) Cariotipo e biologia molecolare (non essenziale) Significato Valutazione anemia, piastrinopenia e leucopenia Valutazione e tipizzazione della paraproteina Quantificazione delle Ig e catene leggere sieriche Valutazione funzione renale e insufficienza renale Valutazione ipercalcemia Valutazione massa neoplastica Quantificazione numero della plasmocitosi Ricerca lesioni osteolitiche Valutazione paraprotidemia urinaria Valutazione eventuali masse mielomatose Ricerca eventuali alterazioni cromosomiche
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RICERCA SCIENTIFICA
Come si manifesta
In circa i 2/3 dei pazienti il sospetto diagnostico viene posto in seguito al riscontro occasionale di un incremento dei globuli bianchi e, in particolare, dei linfociti (linfocitosi) allesame emocromocitometrico. Nei restanti casi la malattia viene diagnosticata per la comparsa di un aumento volumetrico di uno o pi linfonodi delle stazioni linfonodali superficiali pi facilmente esplorabili (collo, ascelle, inguine). Possono essere presenti sintomi come astenia, febbre persistente, sudorazione spesso notturna, calo di peso non intenzionale: la malattia, in questo caso, viene definita sintomatica o attiva. Se, oltre alle caratteristiche di malattia attiva, sono presenti anche altre caratteristiche di malattia in progressione o rapidamente evolutiva (Tab. 1) vi lindicazione al trattamento. Nelle fasi pi avanzate di malattia i disturbi lamentati possono essere quelli legati allanemia, dovuta a infiltrazione midollare ma altre volte secondaria a fenomeni autoimmuni, cio produzione di
(LLC) una malattia del sangue definita linfoproliferativa perch derivante dalla proliferazione e dallaccumulo nel midollo osseo, nel sangue e negli organi linfoidi periferici, di linfociti B morfologicamente maturi, scarsamente proliferanti ma funzionalmente incompetenti. E la forma di leucemia pi frequente nella popolazione adulta nellEuropa Occidentale e negli
caratterizzato da un incremento esponenziale al progredire dellet. Let mediana alla diagnosi di 72 anni e soltanto il 15% dei pazienti ha una et inferiore a 50 anni. Negli ultimi anni, tuttavia, la percentuale di pazienti giovani aumentata, probabilmente perch un numero maggiore di casi viene diagnosticato a seguito di esami di routine, in assenza di qualunque sintomo.
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RICERCA SCIENTIFICA
MALATTIA SINTOMATICA: INDICAZIONE AL TRATTAMENTO Deve essere chiaramente documentato almeno uno dei seguenti criteri di definizione di malattia attiva: Comparsa di anemia e/o piastrinopenia non autoimmuni; Splenomegalia ingravescente e/o sintomatica; Linfadenopatia bulky (massa) e/o linfadenopatia ingravescente o sintomatica; Linfocitosi con incremento superiore al 50% in un periodo di osservazione di due mesi. Anemia e/o piastrinopenia autoimmuni non responsive ai corticosteroidi e alla terapia immunosoppressiva Sintomi sistemici definiti come uno o pi tra i seguenti sintomi e/o segni legati alla malattia: Tab. 1 anticorpi contro antigeni propri, in particolare dei globuli rossi e/o delle piastrine, dando luogo rispettivamente alla anemia emolitica autoimmune o alla piastrinopenia autoimmune. Possono essere presenti anche eventi infettivi, pi frequentemente infezioni batteriche delle vie respiratorie, legate al deficit immunitario acquisito, di grado pi o meno rilevante, che condiziona laumentato rischio infettivo e, probabilmente, laumentata incidenza di neoplasie solide. della LLC. Una volta effettuata la diagnosi si procede con lapplicazione degli strumenti di stadiazione che ci permettono di identificare alcune categorie di pazienti a diversa prognosi sulla base di semplici elementi clinico-ematologici. Si tratta delle stadiazioni di Rai e di Binet che ci permettono di stabilire quando i pazienti devono essere avviati a terapia oppure devono essere sottoposti al cosiddetto watch and wait, ovvero osservazione e sorveglianza, sinch non si renda necessario il trattamento per progressione di malattia. Gli stadi correlano, inoltre, con una diversa sopravvivenza com possibile verificare nella tabella 2.
La diagnosi e la stadiazione
La diagnosi di LLC si basa fondamentalmente sul riscontro di uno stabile aumento, nel sangue periferico, del numero dei linfociti morfologicamente maturi e con profilo immunofenotipico caratteristico. Recentemente sono stati ridefiniti i criteri diagnostici: linfocitosi periferica B clonale > 5000/mm3, persistente per almeno tre mesi; morfologia dei linfociti tipica per LLC; immunofenotipo caratterizzato dalla co-espressione di antigeni B e di un antigene T linfocitario tipici
Tab. 2
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RICERCA SCIENTIFICA
Tab. 3 della popolazione sana di pari et, a forme particolarmente aggressive, in cui levolutivit e la scarsa risposta terapeutica determinano un andamento ingravescente e infausto. Nella maggioranza dei casi il decorso di tipo cronico, caratterizzato da lento incremento della conta linfocitaria, delle linfoadenomegalie e/o della splenomegalia
e dellinfiltrazione midollare. La cronicit della malattia, anche quando contraddistinta da andamento indolente, ha un impatto importante tanto sulla aspettativa di vita quanto sulla qualit della vita dei pazienti.
portanti fattori prognostici di tipo biologico che si affiancano ai parametri clinici convenzionali. La citogenetica, ovvero la valutazione della presenza di eventuali mutazioni (delezioni, presenza di cromosomi soprannumerari) a carico di alcuni cromosomi, riveste un ruolo di primaria rilevanza sia per quel che riguarda la resistenza a particolari terapie sia per quel che riguarda limpatto prognostico sfavorevole. Attualmente le anomalie citogenetiche costituiscono un parametro biologico fondamentale nellindirizzare le scelte terapeutiche da attuare.
La terapia
La terapia nella leucemia linfatica cronica rimasta a lungo immodificata e sostanzialmente ad intento contenitivo, ovvero di esclusivo controllo dei sintomi e della linfocitosi.
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RICERCA SCIENTIFICA
Negli ultimi anni, grazie alle acquisizioni biologiche e farmacologiche, stato possibile attuare terapie volte al controllo molto pi profondo della malattia e in alcuni casi alla eradicazione del clone leucemico. Infatti, sappiamo oggi che la qualit della risposta alla terapia importante per la sopravvivenza a lungo termine. Inoltre, pi recentemente, stata data particolare rilevanza alla applicazione di sistemi di valutazione multidimensionale del paziente, sia esso giovane o anziano, che tengono conto del performance status, ovvero lo stato psico-fisico del paziente, delle malattie associate presenti (comorbidit), della capacit di essere indipendente nelle azioni di vita quotidiana, e dellet. E stato identificato il cosiddetto fitness status, cio lo stato di benessere del soggetto, un valido strumento che guida le scelte terapeutiche: terapie pi aggressive e che potenzialmente possono dare la guarigione possono essere proposte e attuate in pazienti in buone condizioni generali, senza comorbidit, mentre terapie meno aggressive che permettono il controllo della malattia verranno riservate ai pazienti nei quali
le condizioni generali e le malattie associate controindicano terapie complesse (Tab. 3). I pazienti fragili, gravemente compromessi, hanno necessit di una terapia di supporto e cure palliative, volta ad ottenere il miglioramento della qualit della vita. Gli schemi di terapia ora utilizzati prevedono frequentemente lassociazione di chemioterapici, da somministrare per bocca o meno frequentemente endovena, e anticorpi monoclonali (chemio-immunoterapia), questi ultimi in grado di riconoscere antigeni specifici espressi sulla membrana dei linfociti della LLC, con un meccanismo di tipo selettivo (rituximab, alemtuzumab, ofatumomab, GA-101).
GLOSSARIO Immunofenotipo: insieme delle molecole (antigeni specifici) presenti sulla membrana delle cellule neoplastiche. Linfoadenomegalia: incremento delle dimensioni dei linfonodi. Splenomegalia: aumento delle dimensioni della milza. Bulky: masse tumorali, frequentemente linfonodali, di grosse dimensioni. LDT (lymphocyte doubling time): tempo di raddoppiamento della conta linfocitaria . Clone leucemico: quota di linfociti patologici. HLA: sistema di istocompatibilit, insieme di geni che controllano il riconoscimento dei vari tessuti del nostro organismo.
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ASSISTENZA DOMICILIARE
Lequipe
Lequipe dellAssistenza Domiciliare Ematologica attualmente costituita da due medici Ematologi e da un infermiera professionale. Esiste inoltre una stretta collaborazione con i medici specialisti dellU.O. di Ematologia e Centro Trapianti dellOspedale A. Businco di Cagliari nonch con il Me-
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ASSISTENZA DOMICILIARE
di cui usufruirebbe un analogo paziente autosufficiente presso lambulatorio o il Day Hospital; per qualsiasi motivo abbiano limitazioni temporanee o durature ad accedere autonomamente alle strutture ospedaliere; abbiano espresso un consenso per questo tipo di assistenza; pazienti affetti da malattie ematologiche maligne di qualsiasi tipo e fase, seguiti presso lU.O. di Ematologia e Centro Trapianti dellOspedale A. Businco di Cagliari, che siano in dimissione protetta dopo trattamenti intensivi e che necessitino di monitoraggio o terapia degli effetti collaterali.
Modalit di assistenza
Il medico dellAssistenza Domiciliare Ematologica prende accordi con il Medico Curante del paziente da inserire nel programma di Assistenza. Per quanto riguarda le modalit di assistenza si possono
distinguere: 1) pazienti che necessitano esclusivamente di visita Ematologica specialistica e periodici esami ematochimici; 2) pazienti che necessitano di supporto trasfusionale (emazie concentrate, concentrati piastrinici o plasma fresco congelato). Per i primi viene effettuata una prima visita a domicilio nella quale viene compilata una cartella clinica che rester al domicilio del paziente e a disposizione del suo Medico Curante; il paziente firma un consenso informato; le informazioni relative alle condizioni cliniche del paziente e allassistenza effettuata vengono comunicate al Medico Specialista della U.O. di Ematologia ed annotate nella cartella clinica ospedaliera. Per i pazienti che necessitano di trasfusioni necessario invece linserimento in A.D.I. (Assistenza Domiciliare Integrata), Servizio della A.S.L. n 8, specificando che il paziente sar
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ASSISTENZA DOMICILIARE
assistito dal personale dellASAEAIL Cagliari per effettuare supporto trasfusionale periodico, nonch visite specialistiche ematologiche e gli esami ematochimici periodici. Lassistenza avr inizio non appena attivata lADI. Gli interventi di Assistenza Domiciliare Ematologica si svolgono in un arco di tempo compreso tra le ore 8 e le ore 20 dal luned al venerd. Sono esclusi interventi che abbiano caratteristiche di urgenza. Le visite specialistiche vengono eseguite dal Medico Ematologo e i prelievi ematochimici dallinfermiera. Le trasfusioni domiciliari vengono effettuate con la contemporanea presenza di medico e in-
fermiera. I pazienti hanno la possibilit di contattare telefonicamente sia il medico che linfermiere, per comunicazioni o consigli, per un periodo compreso tra le ore 8 e le ore 20 dal luned al venerd.
Esami ematochimici
I prelievi ematici effettuati al domicilio del paziente vengono portati ed esaminati nei laboratori dellOspedale Businco: gli emocromi nel Laboratorio interno allU.O. di Ematologia e Centro Trapianti mentre gli altri esami ematochimici nel Laboratorio Centrale. Concludendo lAssistenza Domiciliare Ematologica un servizio che fornisce unassistenza specialistica gratuita, con notevole beneficio sulla qualit di vita dei pazienti affetti da malattie ematologiche maligne, nonch una tangibile riduzione dei costi di ospedalizzazione a carico dellAzienda Sanitaria locale.
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ASSOCIAZIONISMO
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L E N O S T R E I N I Z I AT I V E
a) Servizio di assistenza domiciliare ematologica gratuita attivo dallanno 2001. Servizio finanziato dallAil Cagliari, svolto da un medico ematologo e da uninfermiera professionale Questi strumenti sono utilizzati per il congelamento Costo annuo 40.000 euro. a -170 gradi centigradi delle cellule staminali emopo- b) Assunzione per anni 1 di un Data Manager che opeietiche. La conservazione a questa temperatura in- ra nella struttura di Ematologia dispensabile per mantenerle vitali e permettere lese- Costo 15.000 cuzione di trapianti autologi, vale a dire da se stessi. n.01 Congelatore a discesa programmabile Sy- Progetti Lab mod. IceCube 14S-B; Costo IVA inclusa euro 22.128,00; 1) Titolo: Progetto Continuit assistenziale patologia n. 01 Contenitore criobiologico da 165 lt. Taylor- onco-ematologica ospedale territorio Wharton mod. Ce10K(codiceCryoce10K). Costo IVA inclusa euro 32.214,00; Assunzione di un medico oncologo per anni 1 che
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opera nel dipartimento onco-ematologico del P.O. Oncologico A.Businco . Costo 22.000 euro 2) Titolo: Monitoraggio della risposta molecolare in soggetti affetti da leucemia mieloide cronica e suo impatto sulla gestione clinica. Assunzione di un biologo per anni 1 che opera nella struttura ematologica. Costo 16.000 euro 3) Titolo: Master universitario corso di aggiornamento
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IGLESIAS 09016
DOMUSNOVAS 09015 FURTEI 09040 UTA - 09010 SANLURI - 09025 TERRASEO 09010 SENORBI 09040 NARCAO - 09010 ESCOLCA 08030 VILLACIDRO 09039 CASTIADAS 09040 ASSEMINI - 09032 SARDARA 09030 SANTANNA ARRESI- 09010 VILLANOVAFRANCA 09020 SARROCH 09018
PIAZZA. REPUBBLICA (FRONTE BAR EUROPA) PIAZZA YENNE (FRONTE STATUA CARLO FELICE) PIAZZA GIOVANNI XXIII ( FRONTE CHIESA S. PAOLO) VIA MANNO (FRONTE NEGOZIO ZARA) PIAZZA DEL CARMINE (LATO VIA MADDALENA) PIAZZA BASILICA NOSTRA SIGNORA DI BONARIA 08-11/12/2011 OSPEDALE ONCOLOGICO A. BUSINCO (INGRESSO INTERNO) DAL 01/12/2011 AL 20/12/2011. PIAZZA EUROPA-PIAZZA RICCHI-VIA MONTESORI PIAZZA FUNTANA IRI PRESSO CAFFETTERIA GELATERIA ALE VIA NAZIONALE PIAZZA MAZZINI PIAZZA SANTELENA- CENTRO COMM. E. LECLERC PARROCHIA SACRO CUORE PIAZZA I MAGGIO SAGRA DEL CARCIOFO VIA XXV APRILE C/O MARKET PILIA PIAZZA CHIESA PIAZZA DEL POPOLO PIAZZA CHIESA PIAZZA MARTIRI PIAZZA MATTEOTTI PIAZZA CHIESA SAN GIACOMO-PIAZZA CHIESA MARIA IMMACOLATA PIAZZA XX SETTEMBRE PIAZZA CHIESA SAN PIO X PIAZZA CHIESA SAN GIOVANNI BOSCO PIAZZA ROMA PIAZZA MATTEOTTI - PIAZZA CIUSA CENTRO COMMERCIALE E. LECLERC PIAZZA CHIESA PIAZZA S. ANTONIO ABATE PIAZZA CHIESA PIAZZA PIETRO NENNI - PIAZZA CHIESA VIA DELLE REGIONI-MERCATO CIVICO-PIAZZA CHIESA S.MARIA DITRIA- PIAZZA CHIESA S.GIOVANNI BATTISTA PIAZZA MUNICIPIO PIAZZA REPUBBLICA PIAZZA ITALIA FRONTE CHIESA SAN MICHELE CENTRO COMM.LE LA CORTE DEL SOLE PIAZZA CHIESA NUOVA PIAZZA GIOVANNI XXIII PIAZZA CHIESA PIAZZA CHIESA BEATA VERGINE DEL ROSARIO PIAZZA CHIESA SAN PIETRO PIAZZA OBERDAN PIAZZA CHIESA SAN PAOLO PIAZZA CHIESA SAN FRANCESCO PARROCCHIA SACRO CUORE PIAZZA CHIESA SAN PIO X CENTRO COMMERCIALE E. LECLERC PIAZZA CHIESA CUORE IMMACOLATO PIAZZA CHIESA SAN FRANCESCO PIAZZA CHIESA SANTA BARBARA PIAZZA CHIESA S. GIUSTA P.ZZA MONUMENTO PIAZZA IGLESIAS PIAZZA CHIESA SANT ANTONIO PIAZZA MARCONI PIAZZA CHIESA SANTA CECILIA-PIAZZA DELLE SCUOLE ELEMENTARI Loc. OLIA SPECIOSA FRONTE CHIESA VIA CAGLIARI (Fronte Biblioteca Comunale)-VIA SARDEGNA (Fronte Farmacia) PIAZZA ANTONIO GRAMSCI PIAZZA CHIESA PIAZZA COMUNE PIAZZA RISORGIMENTO STABILIMENTO SARAS
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Due momenti della manifestazione di Pasqua degli anni scorsi. Un testimonial deccezione stato Gigi Riva
Uno dei banchetti con gazebo allestito in occasione delledizione 2010 della manifestazione Stelle di Natale.
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edicina &solidariet
Auguri per un 2012 ricco di serenit, salute e gioia Sezione Antonella OllaAsae-Ail di Cagliari