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Casper il nome di un fantasma.Fuck.Un fantasma.

.Ma come diavolo viene in mente a due di chiamare un bambino,il loro bambino,il primo che poi sarebbe stato anche l'ultimo ma mica lo sapevano,non ancora.E lo chiamarono Casper.Forse speravano avesse vissuto l'esistenza resentando i muri delle loro vite perfette.Forse.Capit il contrario.Come spesso accade le speranze s'infransero.Subito.Il fantasma che fantasma non era piangeva e strillava nelle lunghe notti dei suoi primi mesi.Urlava forte come a volerla spaventare,la vita che gli riempiva il petto gonfiandoli i polmoni di aria che cacciava fuori.La metteva alla prova,la vita,forse.La vita che dura a morire,spesso.Meno i suoi genitori,le tate poi.Una moria di tate,andavano tutte via dopo poco e man mano che Casper cresceva aumentava il vuoto che gli si faceva attorno.Lontano anni luce dal mondo che gli si formava e sformava continuamente intorno.Una vita in movimento quella degli altri che in contrasto con la sua snervante staticit lo eccitava e incuriosiva.Il piccolo principe lo chiamavano le cameriere e le tate che affollavano il palazzo di famiglia che tutti chiamavano "il maniero".Una casa vittoriana del 1800 angusta,enorme,buia e.Noiosa.Terribilmente.Quanto i libri di economia rilegati in pelle che,soldatini stanchi,affollavano la libreria di famiglia.Nessun romanzo.Sono per i deboli Casper,per gli sciocchi.Ripeteva il tizio con il naso aquilino e gli occhi acquosi di luna identificato,dal bambino lattiginoso con gli occhi di mare,con il nome PADRE.Padre che poi era molto simile a Madre,se non fosse che madre era .Muta.Non nel senso letterlale per carit,urlava urlava spesso contro i poveri domestici sfortunati.Per il resto lei,madre,non amava molto parlare.Era come.Come.Spezzata dentro dalla vita,maledizione.Come se le avessero spaccato l'anima.E non c' verso di sistemarla un'anima spezzata.Fuck.Madre passava le ore seduta al pianoforte nella sala musica,le dita lunghe e affusolate,ossute,prime di qualsiasi anello che scivolavano lente sui tasti bianchi e neri d'avorio.88 tasti.L'unica certezza nella vita di Casper erano le note lente che invadevano la casa ogni santo giorno ad ogni maledetta ora.Segno inequivocabile che Madre nonostante i litri di spirito,e non santo,che la riempivano era ancora.Viva. Fu in un pomeriggio di fine estate,appiccicoso di umidit e zanzare,fu che aveva dieci anni e se ne stava accoccolato in giardino ad osservare un calabrone che pigro gironzolava tra l'erba bagnata che.Fin.Cos.Senza preavviso e complimenti.Come finiscono i migliori spettacoli a teatro.Alla sprovvista.Fin.La musica.Quella musica eterna durata dieci anni si spense.E Casper con quell'invidiabile intuito dei bambini acceso in petto cap.Sua madre usc di scena con una certa dignit,si afflosci nella parte centrale della nona sinfonia in b bemolle di chopin.le braccia ricaddero al lato del corpo e il mento rovin sul petto.Se non fosse stato per un rivolo di sangue al lato delle labbra rosse di rossetto chanel sarebbe sembrata addormentata,cos dissero le cameriere che con dovizia di particolari raccontarono per mesi quella lugubre storia nei mercati gi in citt,e nelle cucine sprofondate al piano interrato del maniero,muto come uno stereo scassato,niente pi musica. Il pianoforte fu venduto,cos come le collezioni di dischi di Madre.Tutto andato,perfino le sue rose tagliare,fu costruito un gazebo sotto cui Padre passava interi pomeriggi a fissare il vuoto con dentro l'ansia delle grandi occasioni.Forse aspetta di morire,pensava Casper.Che mica se la vedeva bene.Lui era una specie di fantasma.Insomma fuori dal maniero lui mica esisteva.Insegnanti privati.E quel cancello era un limite invalicabile.Il limes.Fuori da l non

esisteva niente,o emglio lui sapeva che esistesse un mondo,un mondo terribile e crudele dei telegiornali,e incredibilmente colorato delle pubblicit.Un mondo che riusciva ad annusare addosso ai cappotti delle cameriere che andavano e venivano,un mondo che scorgeva in fodno agli occhi del parroco annoiato che ogni domenica diceva messa nella cappela di casa,quella piena di madonne con lo sguardo spento e malinconico.Sguardo che inizi ad assomigliare incredibilmente a quello di Casper. Far l'avvocato.No l'economista.Forse il giudice.Ripeteva annoiato padre.No il mago.Strill un giorno d'estate.Maledetta estate che porta e prende tutto.Una lettera portata da un gufo.

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