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Giovanni Pascoli
LA VITA ( 1 8 5 5 - 1 9 1 2 )

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Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Ro! magna nel 1855. Il padre, che amministratore di una tenuta agricola, viene ucciso in un agguato lasciando orfani i suoi otto figli. Pascoli ha allora dodici anni e sta seguendo gli studi in un collegio di Urbino. Negli anni seguenti la sua giovinezza ancora sconvolta da gravi lutti: ( m u o i o n o la madre e tre fratelli. I La sua famiglia conosce anche difficolt economiche ma egli ottiene una borsa di studio per l'universit di Bologna dove diventa allievo di Carducci e, nel 1882, si laurea in lettere. In quel tempo aderisce al movimento socialista e viene condannato anche ad alcuni | mesi di carcere; segue un periodo di grave crisi, durante il quale si accentua il suo pessimismo riguardo alla possibilit che gli uomini possano incidere sulla storia, ed abbandona la politica attiva. Dopo aver insegnato latino e greco in diversi licei e universit italiane, nel 1906 succede al Carducci come professore di letteratura italiana all'universit di Bologna. Nel frattempo trova il suo rifugio ideale dagli affanni della vita nella casa di Castelvecchio di Barga in provincia di Lucca dove vive anche la sorella Maria. Muore a Bologna nel 1912.
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serva l'ingenuit e l'intuizione di un amino capace di commuoversi di fronte al messaggio che gli mandano le cose, anche quelle pi semplici e quotidiane. La poesia di Pascoli la poesia delle piccole cose, dei fiori, degli aleri, dei amini, della casa, degli oggetti e degli affetti familiari... piccole cose che nel loro significato pi profondo possono rivelare frammenti di verit. La poesia di Pascoli una poesia nuova che si allontana da quella romantica per aderire alla cultura del Decadentismo; infatti nelle sue opere sono presenti molti caratteri del Decadentismo: la sfiducia nei valori della storia e della tradizione, l'individualismo esasperato, la malinconia, la solitudine, l'infanzia sentita come la sola et felice della vita e come rifugio dagli affanni dell'esistenza, l'uso di un linguaggio nuovo e originale. Pascoli, al contrario di Carducci, rifiuta gli schemi metrici della poesia tradizionale e crea strofe e versi di misura inedita; utilizza un linguaggio nuovo, fatto di vocaoli tratti dalla vita quotidiana e dal dialetto accostati a termini letterari; mira ad ottenere un'intensa musicalit dei versi, anche con l'uso frequente di onomatopee: la sua attenzione per la sonorit delle parole d inizio alla tendenza poetica di valorizzare gli effetti musicali del verso, tendenza che perdura fino ai nostri giorni. Le sue raccolte poetiche pi importanti sono: Myricae (1891 ) - il titolo costituito da un termine latino che significa tamerici, piccoli cespugli di campo; sono i componimenti che gli danno suito fama; Canti di Castelvecchio (1903) - le poesie delle piccole cose; Odi e Inni (1906). Tra le opere in prosa: Il fanciuilino (1897) - una riflessione sul significato della poesia. La grande proletaria s i mossa - un discorso pronunciato nel 1911 per appoggiare la guerra di conquista della Liia da j parte dell' Italia.

LE OPERE Per il Pascoli l'uomo e il mondo sono avvolti nel mistero, sono minacciati dal male, dall'ingiustizia e dalla morte; n la religione (dopo tante sventure familiari egli si allontanato dalla fede cristiana e non crede nella provvidenza), n la scienza sono in grado di conoscere e spiegare la realt. Solo i poeti possono intuire il significato della vita e scorgere nel mistero del destino umano la verit che sfugge alla maggioranza degli uomini. Nel poeta, infatti, c' una parte dell'anima che rimane fanciulla e d quell'anima di fanciuilino c h e sa capire il segreto delle cose. Ci perch il poeta fanciuilino con342

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