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LIBRO PRIMO Se c' tra voi chi non conosca ancora l'arte d'amare, legga il mio poema e fatto

esperto colga nuovi amori! Solcano l'onde con le vele o i remi, sospinte ad arte, l'agili carene; con arte noi guidiamo il lieve cocchio: con arte dunque da guidarsi Amore! Esperto Automedonte era sul carro alle briglie flessibili e pilota Tifi fu un tempo sulla poppa emonia. Me volle guida Venere e maestro al pi tenero amore: ch'io d'Amore sia detto dunque Tifi e Automedonte! S' vero ch' selvaggio e che sovente scalpita e freme, Amore ancor fanciullo: docile et ch' facile a guidarsi. Educava il Filliride col canto Achille giovinetto, dominando con tenera arte quel cuore selvaggio: e quegli che pi volte fu terrore agli amici e ai nemici, innanzi al vecchio carico d'anni, dicono tremasse. Quella mano che avrebbe Ettore un giorno duramente provato, egli l'offriva, quando richiesta, ai colpi del maestro. Dell'Eacide fu guida Chirone, io lo sono d'Amor: fanciulli entrambi, tremendi figli entrambi d'una dea. Se con il giogo la cervice al toro noi possiamo gravare, e con i denti morde il cavallo generoso il freno, anche per me piegher il collo Amore, bench con l'arco il cuore mi ferisca e m'agiti sugli occhi la sua fiamma. Quanto pi Amore mi trafisse, quanto pi crudelmente m'arse, su di lui tanto pi grande prender vendetta. Non io, o Apollo, mentir, dicendo che tu m'ispiri; non mi detta il canto voce d'aerei uccelli, n mai vidi, seguendo il gregge, Clio e le sorelle nelle tue valli, o Ascra! A dirmi il carme l'esperienza. Seguitate dunque il vate esperto. Ci ch'io canto il vero! E tu, madre d'Amore, a quant'io tento scendi propizia! Via le tenui bende, insegne del pudore, ed ogni stola lunga a coprire fino a mezzo il piede! Io canto amori certi e furti leciti, nessun delitto toccher il mio carme. Prima fatica, o tu che vieni all'armi,

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soldato nuovo per la prima volta, cercare colei che vuoi amare; quindi piegarla con le tue preghiere; per ultimo, far s che il vostro amore possa durare a lungo. Ecco al mio canto quali limiti pongo, ecco l'arena che solcher il mio carro: ecco la meta che sfioreranno le mie ruote ardenti! Finch ti sar lecito e dovunque potrai libero andare a briglie sciolte, scegli la donna cui tu possa dire: A me piaci tu sola! . Ella ai tuoi piedi non ti verr a cader come dal cielo; dovrai cercarla tu, con i tuoi occhi. Il cacciatore sa dove va tesa la rete al cervo; sa dove dimora e in quale valle l'ispido cinghiale; chi cerca uccelli ben conosce i rami, chi getta l'amo ben conosce l'acque dove nuotano i pesci. Ed anche tu, che cerchi donna e per un lungo amore, scegli dapprima i luoghi dove in folla tu ne possa trovare. Ma non voglio che tu per questo innalzi vele al vento: per ci che cerchi, credimi, non serve far molta strada. Se condusse Perseo dall'Indie nere Andromeda, e di Frigia venne l'eroe che rap la Greca, Roma pu darti tante e tali donne, che puoi ben dire: Ci ch' bello al mondo, tutto qui. Ch quante biade ha Gargare, quanti Metimna ha grappoli ai vigneti, quanti son pesci in mare e tra le fronde nidi ed uccelli, quante stelle ha il cielo, t'offre altrettante donne la tua Roma! E non fu qui, nella citt d'Enea, che sede eterna stabil sua madre? Se mai ti prende voglia d'anni teneri, subito avrai davanti agli occhi, intatta, qualche fanciulla; se vuoi donna giovane, saranno mille giovani a piacerti: sarai costretto a non saper chi scegliere. Se poi ti piacer gi pi matura, gi fatta esperta, credimi, ne avrai solo per te eserciti. Passeggia sotto i portici ombrosi di Pompeo, quando cavalca il sole sopra il dorso dell'erculeo Leone, o dove aggiunse la madre i doni ai doni del figliolo,

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ricco lavoro di stranieri marmi; rcati sotto i portici, adornati di antichi quadri, quelli che da Livia che li ordin prendono il nome, o quelli dove con le Belidi, che ai cugini prepararono morte, sta feroce con snudata la spada il padre loro. N trascurare Adone che da Venere ebbe onore di pianto, o dei Giudei le cerimonie ad ogni sette giorni, n i templi egizi e la giovenca adorna di puro lino: ella fa s che molte si mutino in ci ch'ella fu di Giove. Persino il Foro (e chi potrebbe crederlo?) propizio ad Amor: pi d'una fiamma nel rumoroso Foro alta riarse. Presso il tempio marmoreo di Venere, dove all'aperto un getto la ninfa Appia fa irromper d'acqua, spesso l'avvocato cade in braccio d'amore: nonch d'altri, spesso si scorda di curar se stesso. Qui anche al pi facondo le parole mancano a un tratto: da aggiornar la causa: non pi cosa altrui, cosa sua! Dal tempio accanto Venere sorride. Guardalo, era avvocato, ora vorrebbe essere egli il cliente. Ma i teatri, siano riservati alle tue cacce: ce n' da soddisfare ogni capriccio. Tutto vi troverai: amore e scherzo, quella che ti godrai solo una volta, quella che val la pena mantenere. Come, portando il loro cibo insieme, vengono e vanno a schiera le formiche, o come l'api, scelti i loro boschi e i campi profumati, alle corolle volan dei fiori e dei fragranti timi, cos, tutta agghindata, corre ai giochi la donna l, dove la folla densa. 140 E quante sono! A me sovente accadde di non saper chi scegliere. A vedere viene la donna e per esser veduta: luogo fatale, questo, al suo pudore.

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Fosti Romolo tu, primo, a instaurare giochi eccitanti, quando maritasti i tuoi celibi eroi con le Sabine! Non c'erano ancor veli sul teatro

non c'eran marmi, e sulle scene il croco non si spargeva rosso e profumato. 150 Semplici fronde ornavano la scena, tagliate dal boscoso Palatino, e nessun'arte; gli uomini accalcati stavano sulle erbose gradinate, riparando dal sole, con i rami, 155 le teste irsute. Ciascuno quel giorno, fisso con gli occhi, scelse la ragazza, e per un pezzo in s tacitamente rinfocol l'ardore. Sulla scena un ballerino intanto saltellava 160 battendo a terra il piede per tre volte al rude ritmo d'una piva etrusca. Quando infine, nel mezzo d'un applauso (un applauso sincero d'una volta), Romolo dette il segno sospirato 165 alla sua gente di buttarsi a preda, tutti in piedi balzarono in un grido rivelatore, e con bramose mani furono sulle donne. Come un volo di timide colombe fugge l'aquila, 170 od una fresca agnella fugge il lupo, tremarono cos quelle alla furia di tanti maschi. Non serb nessuna il colore di prima: eguale in tutte era il timore, ma appariva in loro 175 nei modi pi diversi: ch qualcuna gi si strappava nel dolor le chiome, altra sedeva come inebetita; altra mesta taceva, altra la madre con alti strilli reclamava invano; 180 questa piangeva, quella si stupiva; l'una fuggiva, l'altra era di sasso. E mentre erano tutte trascinate verso il vicino letto maritale, in mezzo a loro ce ne fu pi d'una 185 cui la paura accrebbe la vaghezza. Se poi qualcuna fu ribelle troppo e si neg al compagno, egli la strinse pi forte a s con pi bramoso amplesso, e: Perch , disse, questi begli occhioni 190 te li sciupi cos? Sar soltanto per te ci che tuo padre per tua madre! . O Romolo, tu solo ai tuoi soldati sapesti dare gioie cos grandi: a questo patto, son soldato anch'io!

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