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William Blake

Le gioie non ridono

Traduzione di Omar Wisyam

La piccola biblioteca di Omar Wisyam


Vol. 8
Le gioie non ridono

William Blake

Le gioie non ridono (Joys laugh not – 
Les joies ne rient pas)

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Le gioie non ridono

Eternità

Chi lega a sé una gioia
la vita alata distrugge;
ma chi bacia la gioia mentre vola
vive nel sorgere dell'eternità.

Auguri d'innocenza

Vedere il mondo in un grano di 
sabbia,
e un inferno in un fiore,
tenere l'infinito nel palmo della mano 
tua,
e l'eternità in un'ora.

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Le gioie non ridono

Tutte le religioni sono una
La voce di uno che piange nel deserto

L'argomento. Come il vero metodo di 
conoscenza è l'esperienza, la vera 
facoltà di conoscenza
deve essere la facoltà che sperimenta. 
Di questa facoltà io tratto.

Il primo principio è quello che il 
genio poetico sia l'uomo vero, e che il 
corpo o la forma esteriore dell'uomo 
sia derivata dal genio poetico. Nello 
stesso modo in cui le forme di tutte le 
cose sono derivate dal loro genio, che 
dagli antichi era chiamato l'angelo e 
spirito e demone.
Secondo principio. Come gli uomini 
sono simili nella forma esteriore, così 

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Le gioie non ridono

(e con la stessa infinita varietà) tutti 
sono simili nel genio poetico.
Terzo principio. Nessun uomo può 
pensare, scrivere, o parlare secondo il 
suo cuore, ma deve tendere alla verità. 
Così tutte le sette di filosofia 
provengono dal genio poetico adattato 
alla debolezza di ogni individuo.
Quarto principio. Come nessuno, 
viaggiando in terre conosciute, può 
scoprire terre ignote, così dalla 
conoscenza già acquisita l'uomo non 
poteva acquistarne altra di più: per cui 
un genio poetico universale esiste.
Quinto principio. Le religioni di tutte 
le nazioni sono derivate dalla 
differente ricezione di ogni nazione 
del genio poetico, che è in ogni dove 
chiamato lo spirito di profezia.
Sesto principio. I testamenti ebraici e 
cristiani sono un'originale derivazione 
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Le gioie non ridono

del genio poetico; questo è necessario 
a causa della limitata natura delle 
sensazioni corporee.
Settimo principio. Come tutti gli 
uomini sono simili (per quanto 
infinitamente vari), così tutte le 
religioni, essendo tutte simili, hanno 
una sola fonte.
L'uomo vero è la fonte, essendo il 
genio poetico.

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Le gioie non ridono

Una canzone di libertà

La femmina eterna piange! Fu udita 
su tutta la terra. 
La costa d'Albione è malata, 
silenziosa. Le praterie americane 
soffrono! 
Ombre di profezia tremano lungo i 
laghi e i fiumi, e mormorano 
attraverso l'oceano. Francia, abbatti la 
tua fortezza!            
Dorata Spagna, brucia le barriere 
dell'antica Roma.
Getta le tue chiavi, Roma! Nel fiume, 
cadendo giù, per l'eternità cadendo 
giù, e lacrima.
Nelle sue tremanti mani ella prese il 
neonato terrore, urlante.
Su quelle infinite montagne di luce, 
ora sbarrate dall'oceano Atlantico, il 
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fuoco neonato si alzò davanti al re 
stellato!
Imbandierate con nevi dai volti 
tempestosi e grigi, le ali gelose 
volteggiarono sulle profondità.
La mano fiammeggiante, come una 
lancia, slacciato era lo scudo; venne 
fuori la mano della gelosia tra i 
capelli in fiamme, e gettò lo strano 
neonato attraverso la notte stellata.
Il fuoco, il fuoco, cade!
Guardate lassù! Guardate lassù! 
Cittadini di Londra, rilassatevi! Ebrei, 
smettete di contare oro! Ritornate al 
vostro olio e al vino. Africani! Neri 
africani! (va', pensiero alato, 
rasserena la fronte!)
Le braccia infuocate, i capelli in 
fiamme, trascorsero come il sole che 
affonda nel mare occidentale.

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Svegliato dal suo sonno eterno, 
l'elemento ruggente, mugghiante, 
scappò via.
Giù precipitarono, sbattendo le sue ali 
invano, il geloso re e i suoi grigi 
consiglieri, i tempestosi guerrieri, i 
curvi veterani, tra elmi, e scudi, e 
carri, cavalli, elefanti, vessilli, castelli, 
rocche e catapulte di sassi, 
cadendo, precipitando, rovinando! 
Seppellito nelle rovine, nelle tane di 
Urthona.
Tutta la notte sotto le rovine; allora, 
impallidite le loro tetre fiamme, 
emerge intorno il tragico re.
Con il tuono e il fuoco, guidando le 
schiere stellate attraverso la selvaggia 
desolazione, egli promulga i suoi 
dieci comandamenti, lampeggiante il 
suo sguardo, sbattendo le palpebre, 
sulle profondità in nero sgomento,
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Le gioie non ridono

dove il figlio del fuoco nella sua 
nuvola orientale, mentre il mattino 
soffia sulle sue piume d'oro,
dissolvendo le nuvole scritte con 
maledizioni, riduce in polvere la legge 
di pietra, liberando i suoi cavalli dalle 
tane della notte, urlando: L'impero è 
morto! E ora il leone e il lupo 
cesseranno.

Coro.

Che i preti del corvo dell'alba non più, 
nel nero mortale, con voce roca i figli 
della gioia maledicano! Né i suoi 
fratelli accettati – che, tiranno, egli 
chiama liberi – segnino limiti o 
costruiscano tetti! Né la lussuria della 
pallida religione chiami quella 
verginità che desidera ma non attua!
Perché ogni cosa che vive è sacra!
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Le gioie non ridono

Il matrimonio del paradiso e 
dell'inferno

L'argomento.

Rintrah ruggisce, e scuote i suoi 
fuochi nell'aria pesante;
nuvole affamate pendono sulle 
profondità.

Una volta mite, e in un pericoloso 
sentiero,
l'uomo giusto prendeva il suo 
cammino lungo
la valle della morte.
Le rose sono piantate dove spuntano 
le spine,
e sulla terra arida
cantano le api del miele.

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Le gioie non ridono

Allora il sentiero pericoloso era 
ombreggiato di piante,
e un fiume e una fonte
su ogni roccia e tomba,
e sulle ossa imbiancate
l'argilla rossa nutriva i semi.

Finché il vile lasciò i sentieri facili,
per incamminarsi nel pericoloso, e 
guidò
l'uomo giusto nei climi sterili.

Ora il serpente strisciante sale
in una dolce umiltà,
e il giusto si infuria nelle lande 
deserte
ove i leoni ruggiscono.

Rintrah ruggisce e scuote i suoi 
fuochi nell'aria pesante;

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Le gioie non ridono

nuvole affamate pendono sulle 
profondità.

Come un nuovo paradiso è 
cominciato, e sono ora trentatré anni 
dal suo avvento, l'eterno inferno 
rivive. E vedete! Swedenborg è questo 
angelo che siede sulla tomba: i suoi 
scritti sono quelle tele di lino piegate. 
Ora è il dominio di Edom, e il ritorno 
di Adamo nel paradiso. Vedi Isaia 
capp. XXXIV e XXXV.

Senza contrari non c'è progresso. 
Attrazione e repulsione, ragione ed 
energia, amore e odio, sono necessari 
all'esistenza umana.
Da questi contrari sorge ciò che le 
religioni chiamano Bene e Male. Il 
Bene è ciò che è passivo e obbedisce 

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alla ragione. Il Male è ciò che è attivo 
e scaturisce dall'energia.
Il Bene è il paradiso. Il Male è 
l'inferno.

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La voce del Diavolo

Tutte le bibbie o i sacri codici sono 
stati le cause dei seguenti errori:

Che l'uomo ha due principi 
d'esistenza reali, un corpo e un'anima. 
Che l'energia, chiamata il Male, è solo 
del corpo; e che la ragione, chiamata 
il Bene, è solo dell'anima. 
Che Dio tormenterà l'uomo 
nell'eternità avendo seguito le sue 
energie.

Ma i seguenti contrari di questi errori 
sono veri:

L'uomo non ha un corpo separato 
dalla sua anima; poiché ciò che è 
chiamato corpo è una parte dell'anima 
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distinta dai cinque sensi, gli ingressi 
principali dell'anima in questa epoca.
L'energia è la sola vita, ed è del 
corpo; e la ragione il limite o la 
circonferenza esterna dell'energia.
L'energia è delizia eterna.

Coloro che reprimono il desiderio lo 
fanno perché quello è così debole che 
possono reprimerlo, e la repressione, 
o la ragione, usurpa il suo posto e 
governa senza accordarsi.
Essendo represso, per gradi diventa 
passivo, finché non è più che l'ombra 
del desiderio.
La storia di ciò è scritta nel “Paradiso 
perduto”, e il governatore o la ragione 
è chiamato Messia.
E l'arcangelo originale, o detentore 
del comando delle schiere 
paradisiache, è chiamato il diavolo o 
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Satana, e i suoi bambini sono 
chiamati peccato e morte.
Ma nel libro di Giobbe, il Messia di 
Milton è chiamato Satana.
Perché questa storia è stata adottata da 
entrambe le parti.
Infatti era sembrato alla ragione come 
se il desiderio fosse stato espulso, ma 
è giudizio del diavolo che il Messia 
cadde, e formò un paradiso con ciò 
che strappò all'abisso.
Ciò è mostrato nel vangelo, ove egli 
prega il padre di inviargli il 
consolatore, o il desiderio, in modo 
che la ragione possa avere idee su cui 
costruire; il Geova della Bibbia non 
essendo altro che colui che abita nel 
fuoco dardeggiante.
Sappiate che dopo la morte di Cristo, 
costui divenne Geova.

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Ma in Milton, il padre è il destino, il 
figlio una espressione razionale dei 
cinque sensi, e lo Spirito santo il 
vuoto!
Nota. La ragione per cui Milton 
scrisse con difficoltà quando scrisse 
di angeli e di Dio e in libertà quando 
invece di diavoli e di inferno è perché 
era un poeta, e del partito del diavolo 
senza saperlo.

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Un'immaginazione memorabile

Mentre camminavo tra i fuochi 
dell'inferno, deliziato dai godimenti 
del genio, che agli angeli sembrano 
tormenti e follie, raccolsi alcuni dei 
loro proverbi; pensando che come i 
detti comuni a una nazione designano 
il suo carattere, così i proverbi 
dell'inferno mostrano la natura della 
sapienza infernale meglio di 
qualunque descrizione di edifici e di 
vestiti.
Quando ritornai a casa, sull'abisso dei 
cinque sensi, dove un crinale dalle 
pareti lisce si proietta sul mondo 
presente in modo astioso, vidi un 
potente diavolo, circondato di nuvole 
nere, volteggiare ai lati della roccia: 
con fiamme corrosive scrisse la 
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seguente sentenza ora percepibile 
dalle menti degli uomini, e letta da 
loro sulla terra:
Non sai che ogni uccello che taglia le 
vie dell'aria,
è un immenso mondo di delizie, 
chiuso dai tuoi cinque sensi?

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Le gioie non ridono

Proverbi dell'inferno

Studia al tempo della semina, insegna 
al raccolto, divertiti in inverno.
Conduci il carro e l'aratro sopra le 
ossa dei morti.
La via dell'eccesso porta al palazzo 
della saggezza.
La prudenza è una ricca, laida zitella, 
corteggiata dall'impotenza.
Chi desidera ma non agisce alleva 
pestilenze.
Tagliare il verme perdona l'aratro.
Getta nel fiume chi ama l'acqua.
Un pazzo non vede lo stesso albero 
del saggio.
Colui il cui volto non dà luce, mai 
diventerà una stella.
L'eternità ama i prodotti del tempo.

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L'ape impegnata non ha tempo per 
lamentarsi.
Le ore della stupidità sono misurate 
dall'orologio; ma quelle della 
saggezza nessun orologio può 
misurare.
Ogni cibo sano è preso senza reti o 
trappole.
Tira fuori numeri, pesi e misure 
nell'anno di carestia.
Nessun uccello vola troppo in alto, se 
s'innalza con le sue ali.
Un cadavere non si vendica delle 
offese.
L'atto più sublime è porre un altro 
davanti a te.
Se il pazzo volesse persistere nella 
sua assurdità, diventerebbe saggio.
La stupidità è il mantello della 
canaglieria.

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Le gioie non ridono

La vergogna è il mantello 
dell'orgoglio.
Le prigioni sono costruite con le 
pietre della legge, i bordelli con le 
pietre della religione.
L'orgoglio del pavone è la gloria di 
Dio.
La lubricità della capra è la 
munificenza di Dio.
La collera del leone è la saggezza di 
Dio.
La nudità della donna è il lavoro di 
Dio.
L'eccesso di dolore ride, l'eccesso di 
gioia piange.
Il ruggito dei leoni, l'ululato dei lupi, 
l'infuriare del mare in tempesta, e la 
spada distruttrice sono porzioni di 
eternità troppo grandi per l'occhio 
dell'uomo.

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Le gioie non ridono

La volpe condanna la trappola e non 
sé stessa.
Le gioie fecondano, i dolori 
partoriscono.
Che l'uomo si vesta della pelle del 
leone, la donna della lana delle 
pecore.
Il nido l'uccello, la tela il ragno, 
l'uomo l'amicizia.
Il matto egoista e sorridente e quello 
cupo e violento saranno considerati 
entrambi saggi, finché possano 
servire come punizione.
Ciò che è ora provato, una volta era 
stato solo immaginato.
Il ratto, il topo, la volpe, il coniglio 
osservano le radici; il leone, la tigre, 
il cavallo, l'elefante osservano i frutti.
La cisterna contiene, la fontana 
rovescia.

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Le gioie non ridono

Una cosa pensata riempie 
l'immensità.
Sempre essere pronti a dire il proprio 
pensiero, e l'uomo servile ti eviterà.
Ogni cosa che sia possibile prendere 
per vera è immagine della verità.
L'aquila non perse mai così tanto 
tempo come quando si mise a 
imparare dal corvo.
La volpe provvede per sé; ma Dio 
provvede al leone.
Pensa al mattino. Agisci a 
mezzogiorno. Mangia di sera. Dormi 
di notte.
Chi ti ha permesso di importi su di 
lui, ti conosce.
Come l'aratro segue le parole, così 
Dio ricompensa le preghiere.
Le tigri della collera sono più sagge 
dei cavalli dell'istruzione.
Aspetta il veleno dall'acqua stagnante.
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Le gioie non ridono

Non puoi sapere ciò che basta a meno 
che tu non sappia cos'è più di quanto 
basta.
Ascolta i rimproveri del pazzo! È un 
titolo regale!
Gli occhi del fuoco, le froge dell'aria, 
la bocca dell'acqua, la barba della 
terra.
Il debole nel coraggio è forte 
nell'astuzia.
Il melo non chiede mai al faggio 
come crescere, né il leone al cavallo 
come prendere la preda.
Ricevere con gratitudine porta 
un'abbondante raccolto.
Se altri non fossero stati matti 
dovremmo esserlo noi.
L'anima delle delizie della gioia non 
potrà mai essere sporcata.
Quando osservi un'aquila osservi una 
porzione di genio; alza la testa!
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Le gioie non ridono

Come il bruco sceglie le più belle 
foglie per le sue uova, così il prete 
depone le sue maledizioni sulle gioie 
più belle.
Creare un piccolo fiore è il lavoro 
delle ere.
Maledire eccita, Benedire rilassa.
Il miglior vino è il più vecchio, 
l'acqua migliore la più fresca.
Le preghiere non arano! Le adulazioni 
non mietono!
La gioia non ride! I dolori non 
piangono!
La testa il sublime, il cuore il pathos, i 
genitali la bellezza, le mani e i piedi 
le proporzioni.
Come l'aria per l'uccello o il mare per 
il pesce così il disprezzo per l'abietto.
Il corvo desiderava ogni cosa che 
fosse nera, la civetta ogni cosa che 
fosse bianca.
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Le gioie non ridono

L'esuberanza è bellezza.
Se il leone fosse avvisato dalla volpe, 
vorrebbe essere astuto.
I miglioramenti rendono diritte le 
strade, ma le strade tortuose che 
nessun lavoro migliora sono le strade 
del genio.
Prima uccidere un bambino nella sua 
culla piuttosto che accudire desideri 
inattuati.
Dove l'uomo non c'è, la natura è 
sterile.
Non si può, senza credervi, rendere la 
verità comprensibile.
Abbastanza! O troppo.

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