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LE BARRICATE DI PARMA
Ricordare il passato pu dare origine ad intuizioni pericolose e la societ stabilita sembra temere i contenuti sovversivi della memoria
Herbert Marcuse
Quando l11 aprile del 1972, il periodico Lotta Continua divenne quotidiano, nella testata comparve unelaborazione grafica di una fotografia delle barricate di Parma dellagosto del 1922. Siamo convinti che quello che veramente
vince il popolo; quindi la lotta di massa e la guerra di popolo, fu la spiegazione che non lasciava dubbi sulla scelta
di quella fotografia. Le barricate di Parma, furono un evento che vide la Parma popolare, quella di Oltretorrente,
schierarsi contro il fascismo. Unopposizione contro lattacco padronale e fascista vista come lotta di classe. Gli eventi di Parma, e non solo, dimostrarono limpotenza dei partiti riformisti contro la violenza fascista, contrapposta alla
forza del popolo che unito e armato pu vincere qualsiasi nemico. Ricordare le barricate di Parma oggi, per noi,
significa far rivivere un simbolo per tutti quelli che di fronte alla possibilit di perdere tutto, compresa la vita, non
chinano la testa e agiscono di conseguenza.
Vogliamo ringraziare Silvio Antonini, William Gambetta, Alberto Pantaloni, Piermichele (Piero) Pollutri, per i loro
preziosi contributi, senza i quali questo speciale non avrebbe visto luce.
Sommario
LAFFERMAZIONE DEL FASCISMO FRA CRISI DELLO STATO LIBERALE,
SCONFITTA DELLE LOTTE OPERAIE, LACERAZIONE DELLA SINISTRA
LAGOSTO DELLOLTRETORRENTE
11
13
In memoria di:
Ulisse Corazza, 28 anni (Consigliere comunale, caduto il 4 agosto 1922)
Giuseppe Mussini, 25 anni (Ardito, caduto il 3 agosto 1922)
Attilio Zilioli, 34 anni (caduto il 4 agosto 1922)
Carluccio Mora, 23 anni (Ardito, caduto il 4 agosto 1922)
Gino Gazzola, 14 anni (caduto il 4 agosto 1922)
Mario Tomba, 17 anni (caduto il 4 agosto 1922)
e di tutti coloro che difesero Parma innalzando barricate contro lassalto armato di migliaia di
fascisti venuti dalle province e regioni vicine.
Mariano Lupo, 20 anni (assassinato il 25 agosto 1972)
In copertina la barricata di via Bixio.
1922 - 2012
LE BARRICATE DI PARMA
Supplemento a LOTTA CONTINUA Luglio/Agosto 2012
Direttore Responsabile Michela Zucca
Autorizzazione del tribunale di Torino n. 13 del 10/03/2012
Stampa La Grafica Nuova
via Somalia, 108/32, 10127 Torino
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Centro Studi dInchiesta e Conricerca di Torino
PSI, e fin sostanzialmente con la sconfitta degli oc- disastroso: se, infatti, socialisti e cattolici mantennero
cupanti, anche perch vennero meno le materie prime le posizioni, grazie allalleanza elettorale fra giolittiani,
necessarie e cessarono di giungere nuove commesse. nazionalisti e fascisti (il cosiddetto blocco nazionale),
Con la fine delle occupazioni di fatto si esaur il ciclo 35 deputati mussoliniani entrarono in Parlamento.
del cosiddetto Biennio Rosso e svan il pericolo, per Questa manovra di Giolitti, quindi, dette ai fascisti
lo Stato e la borghesia, di unimminente rivoluzione una patente di rispettabilit che certo non avevano
sociale.
e permise loro di esercitare, con la complicit dei
Quello che non svan, per, fu la paura che due anni prefetti giolittiani, un vero terrorismo nei confronti
di lotte operaie, contadine, popolari, aveva pervaso degli avversari politici e di perpetrare le pi sfacciate
le classi dominanti nel Paese. Entr allora in azione violenze il giorno stesso delle votazioni.
lo squadrismo fascista: si ebbero le prime spedizioni Al vecchio Giolitti successero alla guida del governo
punitive, che si concludevano invariabilmente con la prima Bonomi e poi Facta, ma ormai il re, il papa Pio
distruzione delle organizzazioni sindacali socialiste XI, le alte burocrazie dello Stato avevano fatto una
e cattoliche, delle amministrazioni comunali rosse scelta di campo, sostenendo i fascisti, che nel fratteme bianche, delle cooperative popolari, delle sezioni po avevano fortemente annacquato lanticlericalismo
di partito. Gli organi dello Stato, ancora espressione e il repubblicanesimo della prima ora.
della mentalit e
Il moltiplicarsi deldella cultura reale violenze fasciste
zionaria legata ai
le sinistre reagirocircoli monarchici
no con un ultimo
e militari, erano
disperato tentativo, indicendo uno
refrattari ed ostili a
sciopero generale
qualsiasi prospetil 31 luglio 1922.
tiva di evoluzione
Lo sciopero fall
democratica e non
miseramente, anvedevano perci
che perch i fascinegativamente lasti si scatenarono
zione delle squa(senza incontrare
dre fasciste, utili
resistenze impored opportune da
tanti, salvo qualutilizzare contro i
che
eccezione).
sovversivi rossi,
Essi assaltarono le
salvo poi metterle
sedi dellAvanti!,
da parte una volta
quelle di imporristabilito lordine
tanti comuni gosociale minacciato.
Per questo gli invernati dai socialiTorino, 1920. Operai armati durante loccupazione delle fabbriche.
terventi repressivi
sti (come Milano),
contro lo squadrie si impadronirono
smo furono rari,
di treni e stazioni
fiacchi e tardivi.
militari per garantire, in parte, il servizio ferroviario.
Lincertezza e la confusione politica che aveva regna- Di fronte allimmobilismo del governo Facta, i quato fra i socialisti durante il Biennio Rosso, produsse drumviri fascisti (De Vecchi, De Bono, Balbo e Biandiverse scissioni nel PSI: a quella di sinistra, ad opera chi), daccordo con Mussolini, organizzarono lassalto
dei comunisti di Bordiga e di Gramsci (congresso di decisivo: il 28 ottobre 1922 diedero inizio alla Marcia
Livorno, gennaio 1921), corrispose a destra nel 1922 il su Roma. Forse per un sussulto dorgoglio, parte del
distacco di Matteotti e dei riformisti, che dettero vita governo e dello Stato Maggiore dellEsercito (Badoal Partito Socialista Unitario, mentre alla testa del vec- glio), si dichiararono pronti ad intervenire per spazchio PSI, ridotto di forze e di prestigio, si posero Ser- zare via i fascisti; ma Vittorio Emanuele III rifiut di
rati e poi Nenni. Se a ci si aggiunge la rottura dellu- firmare il decreto sottopostogli da Facta, investendo
nit dazione fra il PSI e la Confederazione generale Mussolini dellincarico di formare il nuovo governo.
del lavoro, si pu veramente dire che la frantumazione La Corona e la maggior parte della classe politica itadella sinistra politica apr la strada a una controrivo- liano pass definitivamente armi a bagagli dalla parte
del fascismo pur di evitare una pericolosissima, quanluzione di destra.
Le difficolt di governo e la mancanza di uneffettiva to nei fatti improbabile al momento, rivoluzione somaggioranza in Parlamento (socialisti e popolari si cialista.
rendevano indisponibili a governi di coalizione coi
liberali), indussero Giolitti nel maggio 1921 a indire
nuove elezioni, nella speranza di poter ridurre il
numero dei deputati socialisti e cattolici. Il risultato,
alla luce di ci che sarebbe successo di l a breve, fu
LAGOSTO DELLOLTRETORRENTE
Di William Gambetta
Alla fine del luglio 1922, in seguito allinasprirsi delle violenze fasciste contro le organizzazioni del movimento operaio, lAlleanza del lavoro proclam per
il primo agosto uno sciopero generale in difesa delle
libert politiche e sindacali. Contro quella mobilitazione il Partito nazionale fascista prepar una risposta
armata in grande stile: con la connivenza di esercito e
pubblica sicurezza, le squadre nere ebbero mano libera (quando non addirittura aiuto logistico e militare)
nel reprimere la protesta dei lavoratori. Cos, i capi
socialisti e i leader dellAlleanza del lavoro tornarono
immediat amente sui propri passi
e dichiararono la
fine della mobilitazione, dando il
via a nuove e pi
cruente violenze e
aggressioni.
Lo sciopero legalitario, dunque, pur
andando incontro
alla volont di lotta
di ampi settori del
proletariato italiano, fall miseramente per il tatticismo e lindecisione
dei dirigenti socialisti. Dal 3 agosto,
tuttavia, in alcune
zone la mobilitaGuido Picelli.
zione si trasform
in una disperata
resistenza contro
le camicie nere di Mussolini. Scontri si ebbero nei
quartieri popolari di Ancona, Brescia, Milano, Bari,
Genova, Livorno e, soprattutto, Parma. In tutte le citt, salvo questultima, le spedizioni punitive terminarono con devastazioni di circoli, cooperative, sindacati e giornali operai, con dimissioni di amministrazioni
comunali e pestaggi e uccisioni di esponenti e dirigenti dellantifascismo. Nella citt emiliana, invece, i fascisti si scontrarono per tre giorni con gli operai armati
dei rioni dellOltretorrente e del Naviglio e dopo duri
combattimenti la loro sconfitta fu completa.
I lavoratori di Parma avevano risposto compatti allo
sciopero generale, e forti delle tradizioni locali del
sindacalismo rivoluzionario, mostrarono ancora una
volta una grande combattivit. Dal giugno 1921, poi,
nei rioni del capoluogo e nei paesi della sua cintura,
operava la rete armata degli Arditi del popolo, animata
dal deputato socialista Guido Picelli, in contatto
mi hanno dato il saluto delle armi sparando colpi di con il lancio di pietre nelle strade e di tegole dai tetrivoltella contro la mia automobile davanti allalbergo. ti: una naturale autodifesa dallesercito regio e dalle
Ci siamo lanciati allinseguimento, ma gli sparatori forze di polizia, visti come corpi estranei e ostili alla
sono riusciti facilmente a dileguarsi.
comunit. La rete degli Arditi del popolo era anche
Una volta partiti i fascisti, i soldati vennero accolti nei espressione di questa cultura popolare: per i lavoratori
borghi popolari al grido di Viva lesercito proletario!, dei borghi, insomma, costruire sbarramenti e trincee
vino venne versato ai militari che si erano rifiutati di nel 1922 signific ripetere un consueto gesto di difesa
aiutare la repressione e la gioia e lentusiasmo esplose dagli sgherri a protezione della propria comunit.
in ogni strada. Nei giorPeraltro, nel dopoguerni successivi le barricate
ra, sotto limpulso della
vennero rimosse e la siRivoluzione dottobre e
tuazione torn alla nordopo i sacrifici nelle trinmalit. Ma anche quancee del grande conflitto
do alla fine di ottobre,
mondiale, le masse prolecon la marcia su Roma e
tarie nutrivano profonde
lincarico a Mussolini di
speranze per la propria
formare il governo regio,
emancipazione. Sta qui
finiva lepoca dello stato
la seconda ragione della
liberale e iniziava quella
vittoria antifascista. Nella
del ventennio fascista, gli
rivolta di Parma lespearditi di Parma non smorienza tecnico-militare
bilitarono ma continuadella guerra trov un
rono la vigilanza armata
ampio utilizzo nella difetentando di mettere a
sa operaia. Le fotografie
frutto sul piano nazionale
di quei giorni mostrano
lesperienza vittoriosa.
numerosi lavoratori con
Alla base del successo
gli elmetti e le decorazioantifascista vi furono nuni conquistate in trincea,
merose ragioni, sociali e
i borghi sono chiusi con
politiche, ma sicuramente
tecniche militari, filo spitre furono determinanti.
nato e picchetti, fossati e
Innanzitutto i fatti dellaparapetti, le armi sono
gosto 1922 si inserivano
quelle portate a casa dal
in una radicata tradizione
fronte. In poche ore
di lotte dei quartieri poscrisse Picelli anni pi
polari della citt che, per
tardi i rioni popolari
Campanile della Chiesa Santa Maria in strada DAzeglio.
la stessa conformazione
della citt presentarono
urbanistica, erano qui
laspetto di un campo trinpi compatti e isolati che
cerato. La zona occupata
altrove. Parma, infatti, attraversata da un torrente dagli insorti fu divisa in quattro settori Ad ogni setche la divide in due parti. Almeno fino agli Trenta, il tore corrispose un numero di squadre in proporzione
corso dacqua non era solo un confine topografico, ma alla sua estensione Ogni squadra era composta di
sociale, culturale e politico: a est del torrente si ergeva otto-dieci uomini Tutte le imboccature delle piazze,
la Parma nuova, la citt storica, centro economico e delle strade, dei vicoli, vennero sbarrate da costruzioni
finanziario, abitata dalla media e alta borghesia in si- difensive. Nei punti ritenuti tatticamente pi imporgnorili palazzi con strade larghe ed eleganti; viceversa tanti i trinceramenti furono rafforzati da vari ordini
verso ovest, nella Parma vecchia, la citt si mostrava di reticolato e il sottosuolo venne minato. I campanili,
degradata e miserevole, qui trovavano sede le case e trasformati in osservatori numerati. Per tutta la zona
le osterie buie e strette degli operai, dei lavoratori a fortificata i poteri passarono nelle mani del comando
giornata, dei piccoli artigiani e del sottoproletariato. degli Arditi del popolo, costituito da un ristretto numero
In Oltretorrente, cos come nel Naviglio (che sorge- di operai, in precedenza eletto dalle squadre, fra i quali
va a ridosso dello scalo merci ferroviario e della na- fu ripartita la direzione delle branche di servizio: difescente zona industriale), il movimento operaio aveva sa e ordinamento interno, approvvigionamenti, sanit
gettato forti radici. La popolazione di questi borghi (La rivolta di Parma, lo Stato Operaio, ottobre 1934).
aveva partecipato al grande sciopero bracciantile del Dallesperienza della guerra, dunque, gli operai acqui1908, ma gi nella seconda met dellOttocento ave- sirono la scienza bellica borghese e la trasformarono
va mostrato un indomabile spirito di ribellione verso in arma contro le forze della reazione.
lautorit statale, con numerosi tumulti e sommosse. La terza ragione della vittoria parmigiana sta nella
Uno dei metodi di lotta, quasi abituale, della gen- linea politica espressa da Picelli e dagli uomini a lui
te dellOltretorrente, infatti, era la difesa del proprio vicini. Nato e cresciuto nellOltretorrente, durante il
quartiere con lo sbarramento dei borghi stretti e torti, conflitto Picelli era stato decorato al valor militare e,
comunisti, sindacalisti ed anarchici, sono sotto il continuo, incessante martellamento e sottoposti allo stesso
martirio, colpiti dallo stesso bastone, occorre far tacere le passioni di parte, finirla con le accademie e le discussioni inutili, su questo o quellindirizzo politico
La borghesia non si divide e non discute, uccide senza
piet (Unit e riscossa proletaria, Tipografia Pelati,
1922).
Il dirigente degli arditi parmensi era consapevole
che il fenomeno fascista rappresentava lo strumento
repressivo del padronato, cos come era certo che il
movimento operaio avrebbe potuto salvarsi dalla reazione solo rispondendo colpo su colpo. Era la fase
storica della lotta di classe che necessitava di una tale
organizzazione: Al proletariato occorre un nuovo organo di difesa e di battaglia: il suo esercito. Le nostre
forze devono inquadrarsi e disciplinarsi volontariamente. Loperaio deve trasformarsi in soldato, soldato proletario, ma soldato.
La proposta di un antifascismo unitario aveva in Picelli una chiara connotazione di classe e veniva accompagnata da una durissima critica ai dirigenti riformisti: Chi oggi crede ancora o vuol far credere di poter
trovare la via duscita con la semplice azione morale o
si illude o tradisce. E ancora: Collaborare con la borghesia offrire la testa al boia. Sappia quindi il popolo
martoriato trovare in s solamente le forze per difendersi, poich non rimane ad esso altra via. Con questa politica gli operai dellOltretorrente e del Naviglio
trovarono lunit e vinsero, ma lesperienza dellagosto
di Parma arriv troppo tardi. Poche settimane dopo il
fascismo sal al potere. Tuttavia, nel buio del regime,
quella vittoria divent presto un racconto epico, una
leggenda popolare densa di alterit e di antagonismo
pronta a riemergere.
nei suoi confronti, accecato dal settarismo, da pregiudizi dottrinari, da una diffidenza sospettosa per tutto
Nellestate del 1921 gli episodi di violenza fascista ci che non proveniva direttamente dalla sua organizerano tuttaltro che scomparsi, in particolar modo in zazione.
Emilia, in Piemonte, a Civitavecchia, ma un fatto nuo- Il nome Arditi del Popolo non fu preso in contrappovo sembrava poter rivitalizzare la resistenza di massa sizione agli Arditi di guerra, bens in continuit con
e rompere lisolamento politico sofferto dai comunisti quella esperienza, alimentata dagli stessi Arditi che
allindomani del Patto di pacificazione tra socialisti e si misero a capo di quella che fu una vera e propria
guerra civile a difesa della libert contro lo squadriMussolini del 3 agosto: gli Arditi del Popolo.
smo fascista. LAssociazione degli Arditi del Popolo fu
quindi fondata a partire da vari ex Arditi di guerra,
quasi tutti ufficiali o sottufficiali, fra i quali, oltre ad
Argo Secondari, cerano Luigi Piccioni, repubblicano
rivoluzionario, Attilio Paolinelli, anarchico, ed altri
elementi comunisti rivoluzionari.
Il movimento ebbe subito uneco eccezionale, unautentica risonanza popolare. A Roma, il 6 luglio 1921,
allOrto Botanico, gli Arditi del Popolo erano gi in
grado di tenere un grande raduno: 2.000 uomini inquadrati militarmente in centurie, al comando di
Argo Secondari, sfilarono con randelli, pugnali ed anche pistole e bombe a mano, fra migliaia e migliaia di
persone che erano accorse per acclamarli.
In un primo momento nel gruppo dirigente del Partito Comunista dItalia ci fu esitazione, mentre la formazione veniva invece accolta con enorme simpatia
Il numero unico de LArdito del popolo.
Nel frattempo, ladesione del deputato socialista Giuseppe Mingrino, segretario della Camera del Lavoro di
Pisa, ed anche di un parlamentare repubblicano, dava
al movimento un carattere pi politico, e soprattutto
la costituzione delle sezioni locali del movimento mostrava che gli Arditi del Popolo puntava a diventare
una formazione armata tipicamente proletaria, diffusa
e radicata sul territorio. A Torino, per esempio, fin dal
primo annuncio della formazione, si proclamarono
Arditi del Popolo i componenti delle Squadre delle
Guardie Rosse, fondate nel 19, permettendo cos la
costituzione di un primo battaglione di 300 armati.
Percorsi analoghi si diedero anche a Parma, Livorno,
Firenze, Terni, Perugia, Bologna, Genova, con una
maggioritaria affluenza di comunisti, socialisti, anarchici.
Il carattere unitario e spontaneo dellorganizzazione
testimoniava un ampio sforzo popolare per costruire
una resistenza armata. Ovunque, in piccoli e grandi
centri, si raccoglievano fondi attraverso sottoscrizioni
popolari, si cercavano e si compravano armi.
Il Patto di pacificazione dellagosto 21 fu indubbiamente un grande colpo inferto al movimento e,
Valerio Gentili
Dagli Arditi del popolo ai Combattenti rossi di prima linea: la storia rimossa dellantifascismo europeo
Roma, Castelvecchi, 2011, pp. 185, 16,00
Di Silvio Antonini
Quando assistiamo alle parate fasciste, non abbiamo,
forse, nel profondo di noi stessi una sensazione di tristezza? Quando vediamo sfilare a ranghi serrati questi ragazzi, non abbiamo il cuore triste a pensare che
se il nostro partito avesse avuto un po di dinamismo
rivoluzionario e si fosse preoccupato meglio di questa
giovent, al posto di trasformare le nostre sezioni in comitati elettorali, questa giovent sarebbe stata al nostro
fianco?. Nella citazione di Marceau Pivert, esponente
della sinistra socialista francese e animatore del Front
rouge negli anni Trenta, la sostanza di questa pregevole pubblicazione. Lautore, romano, appena trentaquattrenne, con gi allattivo due monografie: La
Legione romana degli Arditi del popolo (Purple press,
2009) e Roma combattente (Castelvecchi, 2010), allarga la prospettiva verso il terreno, per noi inesplorato o
quasi, dello squadrismo proletario e delle organizzazioni paramilitari antifasciste nellEuropa occidentale
degli anni Venti-Trenta, con unappendice relativa alla
Resistenza romana.
Dinanzi alle organizzazioni fasciste europee, tutte
animate dal proposito di bloccare armi in pugno
lemancipazione della classe lavoratrice, si formarono
gruppi speculari che, superando il mero rifiuto
morale del fascismo, intesero combatterle usando
Germania, le Schutzformationen, o Schufos, della Reichsbanner, prestano giuramento con il pugno chiuso (pag. 47 del
libro).
I leader comunisti Ernst Thlmann (sinistra) e Willy Leow (destra) in testa alla parata dei militanti del
Rotfrontkmpferbund durante il raduno nazionale di Berlino del Giugno 1927.