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E IN
Nina Ein
Un granello completamente inutile
Prefazione e Nota di Marco Mottolese
<>
Prefazione
Sebbene esista una sua fotografia, o forse anche pi di una, Nina Ein non esiste. O meglio, c
ma solo per il breve istante in cui si assumono (come le droghe) i suoi pensieri sotto forma
di tweet. Pochi secondi dopo lei non pi una persona reale per chi legge, ma un pensiero liquido, un istante afferrato per caso, un icona della mente, un tatuaggio nel pensiero.
Nina Ein non fa Poesia, non vuole romanzare la propria vita. I pensieri le sgorgano
naturali, una fontana di parole limpide che, pur nella loro apparentemente complessa
costruzione (pensiamo a Salvador Dal, mentre scriviamo) tendono a srotolarsi davanti a noi per farsi tappeto volante e offrirci un passaggio che non possiamo rifiutare.
Un tweet di Nina spesso lepifania di sussulti in Rete, sussulti che lhanno costretta a dosarsi, per non essere tacciata di spaccio illegale. La Ein pu essere contemporanea, o al passato, ma di fatto rifiuta la consecutio come la peste. E ponendosi fuori del Tempo diventa unasincrona sorella di tutti.
Li abbiamo voluti raccogliere -parte dei suoi tweet- e non in ordine sparso, ma seguendo
una logica che, sicuramente, se lei esistesse davvero, stando a quanto sopra, rifiuterebbe;
e non perch Nina non capisca che il Senso deve trovare comunque una strada ma per-
ch lei di fatto contraria alla catalogazione, alla messa in riga, allordine precostituito.
Eppure siamo riusciti a ricevere una sua benedizione in questo senso (o ce la siamo data
da soli...) e cos, antologizzando un paio di anni di suoi interventi in Twitter altro non vogliamo che preservarne la purezza e la rilevanza, costruendo con questo libro una teca che
li possa custodire i suoi pensieri sparsi, come farebbe chiunque che, trovando per caso lo
scarabeo doro del racconto di Edgar Allan Poe, si preparasse a scoprire il mitico tesoro.
(M.M.)
Twitter divide lumanit in ceppi diversi. E come se fosse stato studiato per dare a ciascun
kharaktr una corsia dove correre. La scelta semplice, basta seguire il proprio istinto.
Infondo si attivi in questo social network per prolungare il proprio ego, per esistere
un p pi a lungo del solito, per amplificare e far sapere agli altri ci che ci interessa.
E se lattualit, la notizia, persino il proprio essere qui e ora sono alcune delle corsie a nostra disposizione - e pi battute - rimane sempre fuori qualche cane sciolto che intende
servirsi di queste piste come un anarchico sistema di comunicazione che cita il rizoma. E
qui che scatta un religioso chi mi ama mi segua dove la sensualit e lappeal giocano indubbiamente un ruolo amplificato dalla assenza e dalla smaterializzazione dellesser-ci.
In questa corsia dei pochi, dei non allineati, corrono gli happy few. Ma son
questi che a noi interessano. E ci affacciamo sullo stadio sociale proprio alla ricerca di coloro che meritano di essere raccontati di nuovo, perch la timeline scorre veloce e ci che stato pi non sar, a meno che, come ci piacerebbe fare, non si intenda riscrivere e raccogliere la storia di un pensiero che era
nato per avere la durata di un insetto, mentre qualcuno ne invoca leternit.
Questo primo libro non deve rimanere isolato. Speriamo che sia un punto di riferimento per tutti coloro che scelgono la pista pi scomoda.
(M.M.)
Indice
Prefazione
Nota a queta edizione
First Step. I walk. I see
Second Step. Time
Third Step. Coffee
Fourth Step. We
Fifth Step. Going Down
Sixth Step. Lift
First Step
I walk. I see
Le cose smettono di essere feroci sulla mia fronte. Uno spazio arato dove si muovono
i treni. Un bosco di betulle nella nebbia che sparisce.
Mi semplifico. E tu mi guardi come ho guardato io il quadrato nero di Malevich.
Le tende della mia stanza ondeggiano e so che dietro ci sono tutti i discorsi
struggenti che stanno andando via.
Ognuno nel proprio angolo di aberrazione sembra allontanarsi mentre gli altri
si muovono e la luce va veloce dove deve.
Un ferry boat scivola in faccia allo Space Needle che rammenda un cielo grunge
dentro un cartellone pubblicitario.
Sono la straniera che vive a Dogville tra limiti esistenziali tracciati dal gesso
e profumo di torte alla cannella sparso sul nero.
Laria di chi non si conosce da molto tempo. I muri gialli.
La vita tiepida appanna gli occhi e ci puoi disegnare.
Post-it gialli appesi sul frigo, lasciati a dimenticarci De Andr e me e il te
che ti immagini sul latte versato.
Mani scioccamente unte e Lucy in the sky dorme tra lenzuola piene di fiori che
crescono incredibilmente alti.
Farai un delizioso fumo, inondando di effluvi le macchie magmatiche del pianeta,
poco prima di essere sparato verso lo spazio profondo.
Cielo di cellophane.
Incarta i palazzi alti con un biglietto
di auguri generici.
Dammi una brezza solare lieve, pallore latteo di quasar distanti e lucciole
di pulsar che vibrano e lipotesi spaziotempo in fondo a destra.
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Mi sono seduta a fissare la realt. Cerco di suscitarla. Lei mi guarda come una
vipera in attesa tra le pietre al sole e non morde.
Cattedrale notturna di luna gotica. Dispenso affetto telepatico.
Voglio un bosco di betulle rosse come fosse un incendio flessuoso tra le fronde.
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Panoramiche.
La verit una bassa risoluzione
in presa diretta.
E cos ci credi.
Il fotogramma si blocca e trema.
Una bandiera di corvi sopra le stoppie e lo scricchiolio del sole. Chiudo le tende.
Sento su di me labilit della mano invisibile di Adam Smith che mi accarezza
davanti alla vetrina di quel paio di sandali.
[sandali rosso carta di credito]
Paravento laccato di acquerelli, gesti flessuosi e lenti che danno forma al vento
mentre suona uno shamisen.
Le ombre galleggiano nel buio. Nellacqua nera del porto la luce si strangola
sommersa.
Brughiera inglese e pelle doca elisabettiana. Il mio appartamento si spostato
nel Kent.
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La superficie increspata
piena di cancellature definitive
una sullaltra sulla marea di volte.
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E quando guardi avanti, molto avanti,di pi ancora e non riesci a vedere bene
sul viso esce uno strano sorriso.
Dammi la spiaggia di Santa Cruz. Dammi surfisti sconosciuti. Dammi tregua.
La gente si domicilia sulla spiaggia con avanzate tecniche strutturali che nemmeno
Mies van der Rohe.
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Il rumore del cestello della mia vecchia lavatrice che gira si aggiunge a quello
della terra a 7,8 Hertz, romantica risonanza Schuman.
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Da qualche parte, su una terrazza, musica lontana e un grande Gatsby guarda il molo.
Tremano le luci verdi.
La vecchia segretaria una star del teatro kabuki:sopracciglia disegnate al mm
e la bocca rossa a cuore racconta storie damore o di morte.
Sono unarchivista instancabile di gente bizzarra e di vite impossibili ma la mia
curiosit - fortunatamente- si sazia in fretta su tutti.
Alberi che corrono veloci allindietro nel mio specchietto. Riavvolgi il nastro.
Nel traffico luomo alla guida maledice,non pensa a sfiorare la gamba della donna
accanto che mentalmente sta guidando anche lei e maledice.
I fenicotteri in formazione arabescano il cielo, uno di un rosa pi sbiadito vola in
disparte e ultimo della fila rivoluziona il disegno.
I saluti in bianco e nero di Stan Laurel e Oliver Hardy nelle vecchiette con i carrellini
per strada.
Con il maestrale arriva un sentore dacqua e di alghe, di fiori di ginestra
come un vino bianco ghiacciato versato sotto la mia finestra.
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Quei ricordi sfocati sulla linea dellorizzonte che sfarfalla e trema al sole
e non mi riesce di fissarla, diventano vapore poi nel buio.
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Quando vedo donne troppo truccate penso calchino la mano e il tratto anche
nelle storie, nei pensieri e vorrei una gomma semplice come il pane.
Il cielo stellato stanotte uno studio di un quadro ad olio. un Van Gogh appeso storto
e senza chiodo che sposteranno domani mattina.
Tramonto color gondola poggiato sullacqua.
Una notte di seta indiana srotolata di fretta. Togliete la carica ai grilli. Sayonara.
Da un balcone sento gerani, naftalina e amido del ferro da stiro. Forse anice.
Mi arriva la vita ben dimenticata di qualcuno che non vedo.
I fari delle macchine si riflettono sulla finestra e strisciano il soffitto. Gli occhi ristretti
a due feritoie verdi indifese.
Le formiche si stanno percependo. E molto zen.
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Second Step
Time
La luce ha spigoli
e la parola curva.
Non c' modo di accarezzare il tempo o di aderirvi.
Il tempo non vuole essere scritto.
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Quando inizia a piovere iniziano da qualche parte tutti gli incontri che non ho fatto.
Al mattino viene via con me il colore pallido che manca al tuo spettro.
E poi il presente davanti. Dietro il futuro. Sotto al passato.
E se davvero come volevi che fosse, dentro.
il tempo delle mele. Un po' Sophie Marceau e un po' Eva, non in parti uguali.
Dormivo in un sonno profondo ma il mondo pi profondo e allora dormir pi
forte.
Non c' interruzione in un abbandono. Non si flette la curva del tempo per farla
ritornare una strada.
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Ho tempo scenografico.
Giugno un'auto che scivola verso casa, fare vela nel vento con la mano salata
fuori dal finestrino.
A Giugno mia madre contava 3 ore per farmi fare il bagno. Io con un costumino
con la fetta d'anguria disegnata. 25 anni fa.
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Al cambio di stagione trovi idee tarmate come maglioni troppo grandi e accollati
che non hanno mai avuto alcuna aderenza coi tuoi movimenti.
Quando vedo tutte le mie decollet sul pavimento mi sembra di guardare tutta
la mia vita sparpagliata ai miei piedi.
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Anche solo decidere "quando" influenza la mia ciclotomia. E' un cercle vicieux.
Ciao giorno, tu sei Scipione e io Cartagine.
"Sempre in ritardo. Una volta,una, nella vita prova l'anticipo!" Dato che sono nata prima
del tempo, questo spegne ogni possibilit in merito.
Interno della Mongolia, altipiano del Tibet. Polo Sud magnetico. Oggi, posti cos.
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Third Step
Coffee
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Quando qualcuno mi legge dentro, chiss che voce usa, nella sua testa.
Eppure quando scrivo con la penna mi risulta impossibile fare le faccine,
per spiegarmi.
Gli effetti sbattono come le finestre sul vento e sorrido oltre la curvatura possibile.
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Le donne e le aspettative sono fatte della stessa materia. Dentro una sala d'aspetto.
Subito il paradigma dei bisogni. I desideri hanno inclinazione per tutt'altra declinazione.
Quando ascolto e inizio a toccare il braccialetto facendolo girare sul polso senza prudenza
il primo segno di una tentata liberazione.
Avrei voluto vivere nell'attico della modestia ma mi riesce solo di fare la portiera e portarle
la posta e le bollette.
Vocabolari di codici complicati quando si intimi, una lingua esclusiva al mondo.
Poi le
parole tornano a posto, ma non sono pi le stesse.
Faccio le orecchie a pensieri marginali. Mercanti.
Chi legge non nello stesso stato d'animo di chi scrive. Le risposte sono strani calcoli
tra incognite in fuso orario.
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I vecchi telefoni con il disco che ruotava e il dito doveva compiere tutto un giro
per il numero 9. Quelli evitavano chiamate d'istinto.
Mi sento una viveur per quella bottiglia d'acqua gassata nel frigo.
Le farfalle sono solo quelle nello stomaco, il parente povero del cuore che di animale
ha il leone o il coniglio.
Ho sognato la mia nemesi delle elementari: si chiamava Enrico.
Certe persone hanno la vitalit espressiva di una natura morta ma la stessa durata.
Alludere, illudere, deludere. La valenza anestetica della dimensione ludica.
Vorrei essere seduta da Laduree con un eclair al caff e qualcuno che sappia
di camicia fresca di bucato mentre finge di leggere i giornali.
Potrei commuovere un'intera giuria americana con un'arringa di difesa che metta
insieme tutti i nostri tweet.
C' qualcosa di inglese nella mia pigrizia ma di quello delle colonie:grossi elefanti,
portantini e ombrelli parasole e fatalismo orientale.
I ricordi che hai hanno cambiato indirizzo e torneranno sempre al mittente, ogni volta.
Certe cose che scrivete diventano per me la superficie ruvida di una scatola
di fiammiferi che incendia la fantasia.
Le micro onde sono le mie migliori amiche. Precise e affidabili come cecchini.
Per il mio compleanno portami a Le Train Bleu, il ristorante della Gare de Lyon
e regalami una pistola come in un film di Besson.
Io non mi siedo cos, dove trovo un posto libero. Piuttosto mi siedo per terra.
Un gatto molto pi di un animale quando ti aspetta a casa disteso in posa sul pavimento
come luomo vitruviano di Leonardo, perch ha fame.
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Scrivere su Twitter gettare in un secondo sassolini nello stagno e restare per ore seduta
con le gambe tra le braccia a guardare i cerchi.
Oltre il cretino di tipo spaziale, c anche quello avversativo che non localizza: ma noi
ci siamo gi incontrati?
Imbrattata di beat generation il vero peccato originale era una ciliegia.
Sono dentro una palla di vetro soffiato con Venezia e una gondola kitsch.
Rovesciatela. Fate nevicare.
Io e il mio barattolino Haagen-Dazs al caramello non abbiamo bisogno di nessuno.
Le precauzioni sono trappole con lautoscatto.
Diafana ed eterea come una medusa fuori dall'acqua indecisa tra sciogliersi
ed evaporare nell'aria o pietrificare al primo sguardo.
Tocco il fondo della mia provvisoriet aprendo il frigo e trovandoci variegate nature morte.
La linea bianca tratteggiata tra un 'vorrei' e il suo inverso prima o poi diventa continua.
La comunicazione questione di packaging.
probabile che qualcuno di voi abbia trovato occhiali da sole miei in un autogrill o
su un treno e li stia indossando.
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Oltre il cretino di tipo spaziale, c anche quello avversativo che non localizza: ma noi
ci siamo gi incontrati?
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E poi ho trovato da qualche parte che l'inverso della solitudine non la compagnia
ma la tuttitudine.
I fari delle macchine si riflettono sulla finestra e strisciano il soffitto.
Gli occhi ristretti a due feritoie verdi indifese.
Il mondo lo divido tra quelli della Vodka-e-colbacco e quelli della Tequila -y-sombrero.
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Fourth Step
We
Noi di prospettive non ne avevamo. Io ti mandavo cartoline dal mio futuro con scritto
Nevskji e ti aspettavo piano.
"Fate piano, l sopra." Met del mio cuore si lamenta per le feste che diamo al piano
di sopra. L'altra met alza il volume della tv.
Braccia rubate al mio collo.
Quando ti si fermato il cuore io sono scesa e sono salita altrove.
Forbici cosmiche ci hanno reciso ed espulsi nella luce per incontrarci.
Brillano i corpi da vicino. Lo splendore tutto nella mente.
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Accarezzami dietro la testa dove partono i pensieri, prima che arrivino qui davanti.
So quanto dura una stanza. Non ti offendere se ti chiamo un tentativo.
Se ho laria di amarti,
il resto fiato sprecato.
Se ci tieni puoi baciarmi ogni volta che vuoi. P.s. finito il latte.
Little boy ti accarezzo pi forte che mai. Little boy sei un disegno sopra
un Giappone fatto di cartone.
Il caso volenteroso mi ha fatta voltare perch ti vedessi prima io e potessi
chiudere tu in bellezza.
Te ne accorgi quando l'amore si steso al sole sulla sabbia di una clessidra
infinitamente pi grande.
Quando manca il centro di un rapporto ci si attacca ai bordi, per stare a galla.
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Tutti i suoi "vorrei ma non posso" sono unicorni visti da lontano e rinoceronti
proprio sotto agli occhi.
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Le parole le incastrer negli spazi dove non le potrai togliere senza rompere tutto.
Camminare fianco a fianco. L'amore ha tante posizioni ed possibile
che questa sia la prima.
Quando il tuo cuore dar i numeri ti dar quelli del mio telefono
e delle mie esigenze.
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Il mio ascendente su di te si ferma su una luna in scorpione. Mai di traverso per non
essere punta.
Coltivo un giovane sterminio nel tuo cuore. Germoglia in forme meravigliose quando
mi distraggo.
Sar per te una favola nordica da leggere in braille.
Il vento tra le ortiche non si fa male come non me ne faccio io quando ti muovi.
Sei uno strappo alla regola. Come fossi di carta. Scartato all'istante.
Ho un sofisticato meccanismo interno che dissemina trappole per l'identit.
Vorrei trovarle vuote. Almeno quella che ho messo per te.
Ti circondo di seta paziente come una Vedova nera e il vestito ti rester addosso
con un morso gentile come uno spillo. Non muoverti.
Sono passata da te a me con un cortocircuito luminoso.
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Lo sai che si dimentica ci che non pi utile: la pace di Westfalia, la colonna a destra
della tavola periodica, l'area del trapezio. Te.
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Tienimi sveglia
in un balcone di gelsomini.
Staccati come terra spaccata al sole, terra bruciata e di nessuno laddove era promessa.
La pioggia poi venuta. A rinfrescarci la memoria.
Quando ti guardo la luce intercettata perfetta e i treni sono in orario.
Anche quello famoso che passa solo una volta.
Se pendessi dalle mie labbra non mi pronuncerei per vedere per quanto
riesci a starci aggrappato. Senza cadere.
Ed erano struzzi bellissimi infilati nella sabbia tutti quei discorsi che facevi.
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Se ti far spazio nel suo armadio, o nel suo letto non detto per forza che te l'abbia fatto
nelle sue vene.
Abbracciare i bordi della notte e spartirci l'incuria.
Ho tutti i marciapiedi di passi che fai da screditare, mentre ti allontani.
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Fifth Step
Going Down
Quando fin di cogliere le allusioni a lei di cui era pieno il mondo divent buio
dietro ai semafori intermittenti e sulle strade lavate.
Luned pieno di wagnerismo. Lorchestra sotto il palcoscenico.
Dov linterruttore del buio?
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Nessuna parola isolata. Larbitrio che nasce dal buio come venuto fuori indistinto
il mondo, come un gesto di sfregio.
Chi vede il bicchiere mezzo pieno non sar mai stimolato a colmare il vuoto
che ci vedo io.
.
Le altalene erano un gioco infantile e sinistro da cui incuranti non saremmo scesi.
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Nelle fogne secche della mente, un vuoto daria ha scaricato gi tutto quello che non
serviva.
Il Natale un cacciavite sociale. Stringo le viti.
Quelli che si creano i buchi interiori ad arte, come i jeans tagliati e logori in quei punti
in cui normalmente non ci sarebbero stati.
E buffo aspettarsi le ali da chi non ha nemmeno i piedi.
Invincibile ha cambiato nome. Mio suona del tutto diverso. Notizia non ha
a che fare con te. E ricordo... Ricordo lho scordato.
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Post-it mentale giallo. Lui avr i capelli da pianista e le labbra taglienti da assassino.
E scherzer in francese.
Le vite degli altri non hanno le porte di un saloon che si aprono e chiudono
a piacimento. La mia non ha nemmeno la porta.
Le facce di bronzo erano tutte doro, quando erano al primo posto.
Sono sempre stata dalla parte di chi non si affretta ad aver paura e ora ho paura
di essere rimasta da sola.
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I tuoi non-sai da curare, piccole copie perfette di cose pi grandi a cui non arrivi.
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Anche la novit ne uscir stremata stremata. Niente torner uguale. Nemmeno lei.
un mondo alla rovescia e ora lo stanno riavvolgendo.
Rimpicciolisce fino alla finee trema.
Sa essere cos triste la felicit quando viene lasciata a met.
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La paura non si sposta nello spazio ma gira come una trivella in un unico punto vuoto.
Quella parte di me dolce e corrosiva che si poggia sul vuoto cos generosamente
credibile.
Ho piantato i fiori del male e sar la tua antologia. In times new roman affilato.
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Ex bambina prodigio dont panic, avrai miele amaro e musica da carillon di tanto
in tanto.
Se si tratta di me, lunico modo sicuro in cui puoi venire venirmi a noia.
Quando non ti senti nemmeno cattiva anche lultima traccia di umanit ti ha lasciata.
Il difficile con me capire quando mi sento trattata bene o male, e quando preferisco
essere trattata bene o male.
Devo cambiare lunico registro sbagliato che mi pu venire in mente.
Uninutile scatola nera.
Scrivo i miei assolutamente no, un elenco di mai e tutti i non io. Con un forse Montblanc.
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Quando hai fame di me rimangiati gli avanzi freddi di quello che hai detto.
Stamattina sboccia una bocca atea e le convinzioni sono interrate.
Le certezze infantili sono un castello chiuso dove tuttintorno girano i coccodrilli
che arriveranno pazienti nelle puntate successive.
Mi sono svegliata con il pensiero che un avvocato non servirebbe a niente durante
una catastrofe.
Equivoci interiori silenziosi, spesso cavalli di troia per ricordi che non sanno pi
come entrare.
La noia se ne va in giro di propria iniziativa.
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Sixth Step
Lift
La linea tutta storta, vedi? Non c' nulla che tremi quanto il niente all'idea
di diventare qualcosa.
83
Solo parole brevissime tra i denti d'oro. Sei abitata, disse, leggendomi la mano.
Di volutt fortissime e amnesie. Brancolare bellissimi nel buio.
84
Svanire lentamente,cominciando dalla fine per finire con l'inizio che rimane
ancora per qualche istante quando il resto non c' pi.
Certe cose le ho solo immaginate in un angolo della mia fantasia che possiede
una fantasia tutta sua che immagina di esistere.
I sedili degli autobus sono scomodi per sognare e allora sogner pi forte.
Non credo che imparer a crescere ma solo a spostare me stessa dove cade pi dritta
la luce.
Ero cos colpevole. Ho messo le mani avanti. Sono venuti a prendermi cos, i momenti
dolci. E mi hanno stretto i polsi.
87
Queste vele alte spiegate sono farfalle bianche in un solo giorno al vento.
88
Come giocare a pietra carta forbice; sugli occhi vince la bocca quando li ignori
Star dentro i miei pensieri. Celebrit celebrale.
I famosi tre desideri della lampada con me finirebbero con l''ultimo desiderio espresso.
Continuare a desiderare.
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Per archi di luce su campi magnetici con vento solare e tempeste aurorali.
Cercasi fotografa.
Sfilati in cucina i guanti come Gilda quando canta Put the blame on mame.
Guidare la Morgan del 76 di Lupin sul bagnasciuga con le fisarmoniche che suonano
il sogno da bambina che non mi sono dimenticata.
Di me apprezzo la facilit con cui porto a spasso una logica luciferina con il sorriso
del Buddha.
92
I miei desideri sono scritti in sanscrito, cos le pause e gli intervalli tra di loro.
Rassegnazione non so come si dice, per parlare con me.
Butter le gramigne fiorite nei fuochi di San Giovanni, le illusioni tra le luci di presagi
e meraviglie. Saltando a me che far promesse.
Qui siamo tutte un po' delle Beatrice pulp. Delle Laura un po' rivisitate.
Le cose prendono delle strane curve e di fianco il mondo passa ad una velocit
innaturale e bellissima.
Dietro questo edificio ocra ci deve essere un'insolente terrazza Montalbano e il mare
e qualcuno lo guarda.
Dolce vita sarebbe entrare in una fontana e sentirsi Sylvia con un abito nero,
anche se giorno.
Vorrei 18 ore di volo tra Chicago e New York perch qualcuno mi chieda la storia
della mia vita. E senza altre parole mi chiamerebbe Sally.
So che fuori fa freddo quando salendo le scale per tornare a casa sento odore
di brodo per tutti i pianerettoli del condominio.
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Spiegarsi. Come aprire un foglio di carta appallottolato stretto, lisciarlo con le mani
verso i margini e provare a vedere cosa c'era scritto.
Il destino si compiace a nominare supplenti per il caso che vengano a mancare i titolari.
Le punte secche e fragili hanno le radici nella tua testa, proprio dentro i tuoi pensierini.
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Se dico bosco ti tu perdi. Se dico tana inizi a correre dove non passano gli autobus.
L'odore delle lenzuola sottili che sanno di bucato l'odore della gentilezza prima
che venga buio.
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Oggi vorrei avere la crema di Margherita, quella di Bulgakov, per volare invisibile
su una scopa sopra i tetti di Mosca dal mio Maestro.
Tutti i rospi, i lupi cattivi, i gatti neri, i gufi intrappolati nelle favole, di notte sono liberi.
Ed successo che ho legato il mio piccolo carro alla punta di una stella.
I bambini piccoli sul collo sanno di caramelle inglesi, di burro e miele e frutta sciroppata
sotto il sole dinverno. Non si pu riprodurre.
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Avr pinne fatte di lunghe piume nere e una maschera veneziana e l'acqua di velluto
scuro.
Voglio sogni spessi blu e carminio, il mondo asino stupefatto che vedeva Chagall
con violini leggeri sui tetti,per una notte.
Vorrei un pavimento optical anni 70 giusto il tempo di ascoltare Strawberry Fields Forever
sdraiata sopra. E che fosse freddo.
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Prendi il minimo indispensabile non un concetto facile per me anche quando non
si tratta di riempire una valigia.
Eppure sembriamo fermi. O siamo come le ruote delle bici quando girano velocissime
nelle discese e i raggi spariscono. Forse siamo in discesa.
Marea una parola magica e misteriosa. Anche detta a voce quando termina nella
testa.
Io ricevo chiamate di stelle dagli scogli. Mi fanno sentire il rumore delle onde. E ridono.
Cara gestione dei ricordi sei dannatamente prevedibile. Trovati un noir, una spy story.
So dove vai a parare,ancora prima di te.
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