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Consiglio di Giustizia Amministrativa

per la Regione Siciliana


__________

ADUNANZA DEL

8 maggio 2012

SEZIONI RIUNITE

Parere N. 260/12

Il Consiglio

_____
OGGETTO:

Ricorso straordinario di CANEPA


Salvatore avverso
provvedimento
Comune Isola delle Femmine 21
aprile 2010, n. 5626, di diniego
autorizzazione edilizia.

Vista la relazione n. 4022/822.10.8


del 7 febbraio 2012, con la quale la
Presidenza della Regione Siciliana
Ufficio Legislativo e Legale - ha
chiesto il parere di questo Consiglio
sul ricorso straordinario indicato in
oggetto.

Esaminati gli atti e udito il relatore, Consigliere Simonetta Vaccari.


PREMESSO E CONSIDERATO
1. Con atto notificato al Comune di Isola delle Femmine mediante raccomandata postale
a.r. del 16 luglio 2010, il Signor Canepa Salvatore ha impugnato in via straordinaria:
il provvedimento 21 aprile 2010, n.5626, con cui il Responsabile del III Settore di quel
Comune ha espresso parere negativo sulla richiesta di autorizzazione edilizia presentata dal
ricorrente il 17 febbraio 2010 per la realizzazione di uno stabilimento balneare in unarea
censita in catasto al foglio 1, particella n. 346;
per quanto possa occorrere, il parere del Responsabile del I Servizio prot. n. 2969 del 25
febbraio 2010, richiamato nel provvedimento di diniego.
In fatto, il ricorrente, al quale stato comunicato lavvio del procedimento di diniego
dellautorizzazione edilizia richiesta in quanto larea in oggetto dellintervento ricade
allinterno della fascia di rispetto cimiteriale, rappresenta di aver rilevato, con memoria del
6 aprile 2010, che leventuale provvedimento di diniego sarebbe stato illegittimo attesa la
natura delle opere da realizzare, precarie e non stabilmente installate sul terreno.
1

Il Comune, con il provvedimento 21 aprile 2010, n. 5626, denegava comunque


lautorizzazione richiesta.
2. Il ricorso affidato al seguente articolato motivo:
Eccesso di potere per difetto di istruttoria e difetto di motivazione. Violazione e falsa
applicazione dellart. 338 T.U. leggi sanitarie e dellart. 57 del D.P.R. n. 285 del 1990.
Secondo il ricorrente, le norme che vietano ledificazione nelle aree ricadenti nella
fascia di rispetto cimiteriale riguardano i manufatti che, per durata, inamovibilit ed
incorporazione al suolo, appaiono incompatibili con la natura insalubre dei luoghi e con
leventuale futura espansione del cimitero. Pertanto, lintervento edilizio proposto, non
comportando trasformazione irreversibile del suolo, avrebbe dovuto essere autorizzato,
come rappresentato dal ricorrente nelle osservazioni presentate a seguito della
comunicazione dellavvio del procedimento di diniego.
3. Il ricorso in esame, regolare sotto il profilo fiscale, ricevibile e nel merito appare
infondato.
La salvaguardia dellarea di rispetto cimiteriale di 200 metri prevista dallart. 338 R.D. 27
luglio 1934, n. 1265 (testo unico delle leggi sanitarie), costituente il cd. Vincolo cimiteriale,
si pone come vincolo assoluto di inedificabilit tale da non consentire alcuna allocazione sia
di edifici che di opere incompatibili col vincolo medesimo, in considerazione dei molteplici
interessi pubblici che tal fascia di rispetto tende a tutelare e che possono riassumersi nelle
finalit di assicurare condizioni di igene e di salubrit, di garantire la tranquillit ed il
decoro dei luoghi di sepolture, di consentire futuri ampliamenti del cimitero (cfr. Consiglio
di Stato, Sez. V, sent. n. 1933 e 1934 del 3 maggio 2007 e sent. n. 6671 del 14 settembre
2010).
Dal vincolo di rispetto cimiteriale derivante dalla legge discende, dunque,
automaticamente una situazione di inedificabilit legale, senza possibilit di alcuna
valutazione in ordine alla concreta compatibilit dellopera con i valori tutelati dal vincolo
(Cons. di Stato, Sez V, 8 settembre 2008, n. 4256). Oltre a ci e come indicato nelle
premesse del provvedimento impugnato il vincolo assoluto di rispetto cimiteriale imposto
dallo strumento urbanistico comunale (P.R.G. in vigore) e peraltro larea in questione
risulterebbe soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi dellart. 146 del D. L.vo n. 42 del 22
gennaio 2004.
Ci premesso, non appaiono fondate le censure dedotte nel ricorso, stante che dalle
premesse del provvedimento impugnato si evince che il Comune ha adeguatamente istruito
la pratica, anche tenedo conto delle osservazioni presentate dal ricorrente.
P.Q.M.
Esprime parere che il ricorso debba essere respinto.
IL SEGRETARIO

IL PRESIDENTE
2

F.to: Giuseppe Chiofalo

F.to: Riccardo Virgilio

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