Sei sulla pagina 1di 4

la Repubblica 9 maggio

Polveroni e cattiva coscienza cos il paese mise tutto a tacere, di Enzo


Siciliano, la Repubblica 9 maggio
Portato a protagonista in un inedito reality show su Rai3, Pino Pelosi ha raccontato la sua verit sulla
morte di Pasolini avvenuta trentanni fa, la notte fra il 1 e il 2 novembre 1975, sul campo dell
Idroscalo a Ostia. Questa verit coincide per grosse linee con quanto era stato codificato
nella sentenza di primo grado, firmata dal presidente Alfredo Carlo Moro del Tribunale dei Minori di
Roma, e depositata in Cancelleria il 21 maggio 1976.
Pelosi dice che a uccidere Pasolini furono tre uomini, adulti quarantenni, uno di loro barbuto, spuntati
dal nulla nel buio di quella notte: parlavano con accento meridionale, apostrofarono Pasolini come
fetuso comunista, lo tirarono gi dalla macchina dove si trovava e lo bastonarono fino a renderlo
uno straccio insanguinato. Avrebbero minacciato anche Pelosi di morte, lui e la sua famiglia - e per
questo lui avrebbe taciuto fino ad oggi, morti i genitori uno dopo laltro di tumore, e probabilmente
morti anche gli aggressori. A lui, quella notte, non era restato che fuggire sulla macchina dello scrittore
- e, se gli era passato sopra schiantandogli il cuore, non se ne accorse, stravolto com'era dalla
paura.
Se c' una novit nel racconto di Pelosi, scaldato dalle telecamere, a parte la denuncia della presenza
dei terzi a lui ignoti, quel che dice di Pasolini: un uomo gentile, "che parlava italiano", e col quale il
rapporto orale che aveva avuto si era svolto con quieta naturalezza fino alla conclusione. Solo a quel
punto erano apparsi i tre, sgusciando allimprovviso dalloscurit.
Nella sentenza Moro riportata la deposizione di Pelosi diciassettenne.
Pasolini, concluso il rapporto, lo avrebbe invece inseguito con un paletto trovato a terra, avrebbe
voluto infilarglielo nel sedere o per lo meno lo aveva appoggiato contro il sedere senza nemmeno
abbassargli i pantaloni, e lo aveva spaventato perch aveva una faccia da matto. Linseguimento
era culminato in una colluttazione violentissima: quindi la fuga in macchina, Pasolini schiantato a terra,
eccetera. Pelosi poco dopo fu sorpreso da una gazzella dei carabinieri del tutto netto da sangue o
fango.
Limmagine del Pasolini sadico sparisce oggi dalle parole del Pelosi uomo maturo: riappare la persona
gentile che conoscevamo. E questo non di poco conto.
Quando non potevamo dare credito al fatto che Pasolini fosse stato ucciso da una singola mano, una
certezza lavevamo, che era stato ucciso un poeta dei pi grandi che la letteratura italiana avesse
avuto (s, lo so, da allora, e sempre sar, un continuo correggere questa affermazione: ma non trovo
ragioni concrete, se non di arida letterariet, che la inficino). Ma era stato ucciso, oltre tutto, l
intellettuale che aveva messo sotto gli occhi di un paese intero lequivoca realt di un successo
economico e industriale dal profilo allapparenza forte ma alla sostanza fragilissimo.
Dissolvendosi quel barlume di borghesia che pure aveva dato un contribuito decisivo al formarsi di
una coscienza repubblicana; dissolvendosi anche il tessuto connettivo della forza contadina che aveva
nutrito con le emigrazioni interne la forza lavoro dellindustrializzazione; parcellizzandosi questa nella
tragedia del lavoro nero e delle evasioni fiscali: Pasolini parl di mutazione antropologica, di colpevoli
responsabilit politiche, con una foga fino ad allora sconosciuta a qualsiasi altro intellettuale. Le parole
dello scrittore erano brucianti per tutti. La destra continu contro di lui una polemica di chiara marca
"fascista". E la sinistra, specie dalle colonne dellUnit, non risparmi anche insulti, i pi pesanti: l
accusa era di disfattismo. Difendevano Pasolini i giovani della Federazione Giovanile Comunista,
Walter Veltroni, Gianni Borgna fra gli altri - e con essi lo scrittore ebbe un incontro pubblico sulla
terrazza del Pincio a Roma, una sera tiepida di primavera, quando pi infuriavano le sue polemiche
"corsare" e "luterane". L si cap quanto di vitalit, per niente pessimistica, il poeta offrisse alla
prospettiva di un paese che doveva guadagnare senza infingimenti sulla via della libert e della
democrazia.
Quella rottura di schemi, contro ideologie ormai in stato di sclerosi, era giudicata eccessiva
provocazione. Pasolini denunciava la stanchezza morale del paese, il suo cedere collettivo a
prospettive di un imperio mediatico. Mise sotto accusa la centralit, allora incipiente, degli usi
televisivi.
Era lultima volta che lo vidi: una settimana prima che lo uccidessero. Lui con Laura Betti erano venuti

a trovarci una sera a casa dopo cena. Laura aveva portato una torta per i nostri ragazzi, ma loro gi
dormivano, e Pier Paolo lasci un bigliettino sotto la porta della loro stanza con scritto, "Ciao". Era
appena tornato da Parigi, andava a Stoccolma il giorno dopo. Raccontava che i film a luci rosse
adesso sciamavano per le sale degli Champs Elyses. Finir cos: non pi cinema, ma pornografia e
televisione, e la televisione vorr educare i nostri modi di vita, costruendo storie su misura, incollati i
modelli gli uni agli altri, mostrando che la vita impastata di continua serialit. E questo sar il nuovo
fascismo che avremo addosso, la nuova demagogia. Vedrai "Sal", e capirai cosa voglio dire quando
sostengo che la politica favorendo la riduzione delleros alla semplice ripetitivit del sesso eliminer il
problema della persona umana, dellindividuo. Il suo furore si scagliava contro i partiti di
maggioranza relativa che governavano con cinismo il progressivo dissolvimento dello spirito pubblico.
Guardava oltre ci che appare e il suo sguardo era fulminante. In quel dissolvimento vedeva
fuoriuscire violenza allo stato puro, una violenza che investiva tutte le forme della convivenza civile, a
cominciare proprio dalla politica. La mutazione antropologica - cambiavano le facce, i corpi degli
italiani, scriveva - gli appariva pari a una lebbra.
In tanti anni da allora la presenza di Pasolini stata spesso invocata, dagli stessi suoi critici. Sono
forme, queste, di nostalgia collettiva, che esprimono una specie di rimosso o di cattiva coscienza nei
suoi confronti. Lomosessuale che il Pci aveva cacciato, quasi fosse un appestato, nel 1949 dalle
proprie file aveva richiamato tutta la politica, non solo la sinistra, a un rendiconto generale che
scaraventava oltre ogni ostacolo lossidato contenzioso fra destra e sinistra. Per questo, c da
ripeterlo ancora una volta, Pasolini non cerc il suicidio attraverso una terza mano - fatto cui alludeva
il servizio televisivo che accompagnava linterrogatorio a Pelosi l'altra sera. Basta, non si insista su
questa sciocchezza di comodo che finisce con lo scagionare ogni tipo di delitto.
Fu ucciso, non c altro da dire -, e da mano ignota, presente la triste controfigura di Pelosi. Lo
capimmo subito. Su quella morte, va chiesto che non si sollevi altra polvere, o altre contraddittorie e
confuse ipotesi. Sapevamo pure, senza che nessuno ce lo avesse detto: che, nel bastonarlo a
sangue, i suoi assassini lo avevano apostrofato urlando fetuso comunista.

***

La Stampa 9 maggio
Omicidio Pasolini: i magistrati di Roma hanno ordinato altri
accertamenti, La Stampa 9 maggio
Sabato scorso il colpo di scena. A trentanni dalla barbara uccisione di Pier Paolo Pasolini, Pino
Pelosi, luomo che fu condannato per lomicidio, ritratta tutto e ribalta la storia: Non lho ammazzato
io, erano in tre, io lo difesi. Ieri la Procura ha ufficialmente riaperto il caso e ordinato nuovi
accertamenti. Dopo le dichiarazioni in tv di Pelosi e quelle del regista Sergio Citti che ha confermato
che gli assassini erano pi di uno, il procuratore capo di Roma Giovanni Ferrara ha aperto un
fascicolo intitolato K, atti relativi. Al momento nellincartamento non sono riportati n indagati n
notizie di reato e, a seguire gli sviluppi, sar il procuratore aggiunto Italo Ormanni, che nei prossimi
giorni ascolter a piazzale Clodio sia Pelosi che Citti. Il fascicolo raccoglier per il momento la nuova
verit di Pelosi, gli ultimi risvolti, la memoria che lavvocato Nino Marazzita, gi parte civile nel
processo contro Pino la rana, presenta oggi alla procura e le rivelazioni di Sergio Citti ai giornali
(So chi ha ucciso Pasolini, Pelosi fu lesca). Il percorso processuale della vicenda relativamente
veloce. La sentenza di primo grado datata 26 aprile 1976, quella dappello 4 dicembre 1976. La
Corte di Cassazione si esprime in modo definitivo il 26 aprile 1979: Pelosi se la cava con una
condanna a nove anni. Ne sconta soltanto sette, uscendo in semilibert. E adesso muta radicalmente
la versione dei fatti rilanciando una pista investigativa mai battuta fino in fondo ma ipotizzata pi volte:
la possibilit che Pasolini sia stato massacrato da un gruppo di picchiatori fascisti che volevano dargli
una lezione. Tre uomini scesi da una Fiat 1500 targata Catania lo picchiarono selvaggiamente
gridando Fetuso, arruso, sporco comunista - racconta ora Pelosi - poi minacciarono di uccidere i miei
genitori se avessi raccontato laccaduto. In effetti, sono tanti i punti oscuri che fanno pensare al
coinvolgimento di pi persone nel delitto, elementi tenuti in considerazione pure nella sentenza di
primo grado contro Pelosi (concorso di ignoti nellomicidio). In particolare, tra i tasselli che non sono
mai tornati a posto c il maglione verde rinvenuto sul sedile posteriore dellauto di Pasolini durante
lispezione e che non apparteneva n allo scrittore n a Pelosi. Altre zone dombra del delitto

riguardano, poi, la scomparsa dalla vettura del pacchetto di sigarette e dellaccendino che, a detta di
Pelosi, si trovavano nel portaoggetti. Suscitano molti dubbi, per, anche le macchie di sangue ritrovate
sul tetto dellauto dal lato del sedile del passeggero, una circostanza che contrasta con lipotesi che
Pelosi fosse al volante. Oppure fa ritenere che qualcun altro fosse seduto al posto del passeggero. A
contrastare con la versione ufficiale , inoltre, il fatto che il sangue rinvenuto sul cadavere sia troppo
rispetto a quello trovato addosso a Pelosi, che ha riportato nella colluttazione soltanto qualche piccola
ferita mentre il regista ne uscito massacrato: una circostanza che fa ipotizzare una lotta tra pi
persone. Quella notte, Pelosi non era solo, cerano altri arrivati l per uccidere Pasolini - accusa
Sergio Citti, amico del cuore dello scrittore - Pier Paolo era scomodo, non fu un incidente, una lite: fu
giustiziato. Qualcuno aveva deciso che Pasolini dovesse morire. Citti cita lepisodio del furto delle
pellicole originali di Sal e aggiunge di aver visto un paio di volte il ricattatore. La sera in cui fu
ucciso, sostiene, Pasolini doveva incontrare chi le aveva rubate, ad Acilia. Fu l che lo sequestrarono,
poi lo condussero a Ostia, allidroscalo, dove avvenne il massacro - sostiene Citti - il ricatto delle
pellicole del film Sal era una scusa. Picchiarono per uccidere, erano professionisti. Ho sempre
pensato che non fossero balordi ma potessero essere pure poliziotti o agenti segreti. Pier Paolo era
un grosso problema. Aveva attaccato frontalmente la Democrazia Cristiana.

***
Parla il magistrato che condann il ragazzo in primo grado: Ho
sempre pensato che non fosse solo, La Stampa 9 maggio
Non fu soltanto Pino Pelosi a uccidere Pasolini, ne siamo stati sempre convinti anche se poi i giudici
dappello lo esclusero. Alle 19, poco prima di prendere la parola al congresso nazionale di
Magistratura democratica, il giudice a latere del processo Pelosi, Pino Salm, oggi componente togato
del Csm, ha aperto il libro dei ricordi, risalendo indietro nel tempo, a quel 1976 quando, assieme al
presidente Carlo Alfredo Moro, condann limputato Pino Pelosi a 9 anni per omicidio in concorso
con ignoti. Oggi che Pelosi ha chiamato in causa altre persone Salm trova una conferma alla sua
convinzione: Nel passato ci sono state ragioni concrete per non credere alle diverse verit che Pelosi
ha sfornato. Vorrei che adesso i suoi ricordi si facessero ancora pi nitidi, per poter indicare non solo
la provenienza degli assassini ma anche lidentit.
Che cosa vi convinse a ipotizzare, nelle motivazioni della condanna, che quella notte Pelosi non ag
da solo?
Intanto, perch sulla scena del delitto furono trovati oggetti che non appartenevano n al Pelosi n a
Pasolini. Ricordo che fu trovato un plantare e un maglione verde. Contemporaneamente non cerano
altri oggetti che avrebbero dovuto esserci.
Ma la scena del delitto fu inquinata dalla presenza di curiosi e giornalisti che si aggiravano tra le
baracche dellIdroscalo di Ostia...
Vero, ma questo non toglie che anche altri indizi ci portarono alla conclusione che Pelosi non avesse
agito da solo. Per esempio, la sproporzione tra le lesioni riportate dalla vittima e i mezzi lesivi utilizzati:
un bastone e mezza tavoletta di legno spezzata. La perizia accert forti lesioni sul corpo di Pasolini.
Non ci convinse la presenza di tre oggetti contundenti diversi, un bastone e due tavolette di legno,
appunto.
Questa presenza non prova nulla, nel senso che Pelosi potrebbe aver utilizzato volta per volta uno dei
tre oggetti...
Dubito, perch Pasolini era una persona allenata, uno sportivo aitante. Insomma, avrebbe saputo
reagire, approfittare del momento giusto. Mi viene in mente un altro particolare: quando Pelosi fu
abbordato da Pasolini, in piazza dei Cinquecento, il ragazzo si allontan poi ritorn e sal sullauto.
Pelosi al processo si giustific dicendo di essere andato a recuperare le chiavi di casa. E infine, furono
trovate sul tetto dellauto di Pasolini impronte digitali sporche di sangue che non sono mai state
identificate.

La sentenza dappello ha ribaltato il vostro giudizio: Pelosi quella notte era solo. Una verit
processuale confermata anche dalla Cassazione...
Lappello ritenne che gli indizi andavano valutati singolarmente. Essendo un processo indiziario con
queste premesse le conclusioni non potevano che essere quelle.
Le nuove rivelazioni di Pelosi confermerebbero la pista politica dellomicidio Pasolini, un fetuso, uno
sporco comunista.....
Nel processo non si indagato sulla causale e sugli eventuali mandanti di quellomicidio. Nelle
motivazioni scrivemmo chiaramente che ci occupammo soltanto della ricostruzione oggettiva dei fatti.
A riflettere, il profilo inquietante di questa storia, 30 anni dopo, rimane quello delle indagini che furono
fatte affrettatamente. Solo il medico legale della parte civile, per esempio, fece notare in dibattimento
lesistenza di tracce di pneumatici sulla canottiera di Pasolini. A dimostrazione che sul corpo pass
unauto.

Potrebbero piacerti anche