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Gli ultimi dati delleconomia greca parlano da s: il prodotto interno lordo ha perso il 26 per
cento rispetto al periodo precedente alla crisi, mentre Il tasso di disoccupazione arrivato al
26 per cento, toccando quota 60 per quanto riguarda quella giovanile. Il 40 per cento delle
famiglie lamenta limpossibilit di pagare le utenze e non mancano necessit legate
alleducazione dei figli (18 per cento) e genitori in cerca di assistenza psicologica (8).
Dodici manovre finanziarie hanno portato alla creazione di due milioni di nuovi poveri; tre
milioni di greci (pi del 25 per cento della popolazione) sono ad oggi privi di
quellassicurazione medica diventata una chimera e in possesso solo di chi ha un lavoro o un
salario di disoccupazione. Chi non paga contributi o disoccupato da almeno un anno rimane
escluso dalle strutture pubbliche, anche per malattie gravi come i tumori. Solo ad Atene negli
ultimi tre anni hanno chiuso otto ospedali.
Fossero solo pietose lamentele di sinistrismo radicale, si potrebbe anche fare spallucce. E
invece una delle pi importanti riviste mediche del mondo, lamericana The Lancet, gi nel
febbraio del 2014 pubblicava uno studio dal titolo Greeces health crisis: from austerity to
denialism (La crisi del sistema sanitario greco, dallausterit al negazionismo). A causa
della malnutrizione, della riduzione dei redditi, della disoccupazione, della scarsit di
medicine negli ospedali, dellaccesso sempre pi complicato ai servizi sanitari (specialmente
per le madri prima del parto) le morti bianche dei lattanti sono aumentate fra il 2008 e il 2010
del 43 per cento. Il numero di bambini nati sottopeso cresciuto del 19 per cento, quello dei
nati morti del 20. Al tempo stesso muoiono i vecchi, pi frequentemente. Fra il 2008 e il 2012,
lincremento del 12,5 fra gli 80-84 anni e del 24,3 dopo gli 85. E si estende lAids, perch la
distribuzione di siringhe monouso e profilattici bloccata.
Malattie rare o estinte ricompaiono, come la Tbc e la malaria. Questultima era sparita da
quaranta anni. Oggi mancano soldi per debellare le zanzare infette. Siamo di fronte a una
tragedia della sanit pubblica ma nonostante levidenza dei fatti le autorit responsabili
insistono nella strategia negazionista, diceva lo studio.
Un altro fare politica
in questa fase che Syriza crea e finanzia un sistema di mutualismo che si sostituisce alle
manchevolezze dello Stato: dove non arriva il welfare, arrivano le forme di autorganizzazione
dal basso. Mutualismo e contaminazione coi movimenti. Sostenendo le lotte e in una fase
di corruzione endemica nel sistema non essendo coinvolta in scandali di malgoverno e
collusione della classe dirigente al governo. Per dirla alla Stefano Rodot lesperienza di
Syriza ci dice che non basta una buona riflessione culturale se questa non diviene effettiva
pratica politica; qui la ragione profonda del suo successo e della speranza che ha acceso
nella sinistra europea.
Sono le giornate del luglio del 2011 quando il Palazzo viene preso dassalto dalla gente
inferocita, con i parlamentari di Neo Demokratia e Pasok che votano lennesimo pacchetto di
riforme. Dettate direttamente da Bruxelles. Non a caso alcune leggi non sono neanche tradotte
bene: interi commi sono passati dalle grinfie del Google Translate, creando frasi senza senso.
Delle forze partitiche e parlamentari, Syriza nata sulle orme del movimento No Global e
del grande movimento pacifista degli anni 2000 era la sola a essere a Syntagma. La polizia
carica e la protesta si riarticola a livello territoriale. Nei vari quartieri si formano assemblee e
le prime forme di autorganizzazione dal basso: esperienze di economia eco solidale, uso di
monete alternative locali, mercati di scambio, banche del tempo e cooperative sociali di
disoccupati.
La nostra base militante in questi anni non si mai davvero ampliata, come i risultati
elettorali farebbero pensare ammette Tonia Tsitsovis, membro del comitato centrale
per quelli che cerano erano abituati a un grande lavoro di attivismo. Abbiamo
semplicemente cambiato il tipo di impegno, meno politico forse ma sicuramente pi sociale.
Con linizio della crisi parte lo sviluppo degli ambulatori sociali di solidariet (acronimo
Kifa), in un Paese dove nella pratica non pi riconosciuto il diritto costituzionale alla salute.
Sono 60 strutture in tutta la Grecia. La maggioranza delle quali sono gestite da Solidarity for
all, una struttura nata per riunire e coordinare, appunto, le numerose iniziative di solidariet
locali. Laspetto principale della rete la partecipazione dei cittadini, che ne fa qualcosa di
molto di pi di semplici strutture assistenziali. Gli ambulatori vengono gestiti in base
allascolto dei bisogni reali delle persone: dentisti si alternano gratis, fuori dal loro orario di
lavoro, a garantire cure per tutti, e lo stesso fanno psichiatri, psicologi, pediatri.
Distribuiscono medicine, pannolini, fanno vaccinazioni. Tutto quello che uno Stato dovrebbe
ma non garantisce pi.
Anche chi ha unassicurazione sanitaria si rivolge agli ambulatori popolari perch la mutua
non passa pi i medicinali e la gente non ha i soldi per comprarli. Le prestazioni nelle Kifa
sono tutte gratuite ed il lavoro allinterno della clinica su base volontaria. I medicinali
vengono raccolti grazie ad una rete di contatti e arrivano alla clinica direttamente dai cittadini,
che regalano quelli acquistati e rimasti inutilizzati, oppure dalle farmacie pi sensibili alla
questione. Oltre a prestare visite e servizi base, i centri sono specializzati e possiedono
macchinari (anche molto costosi) per fare le ecografie, biopsie e piccole interventi chirurgici.
Unautorganizzazione che si ritrova in mense e scuole popolari (insegnanti volontari
istruiscono gli studenti), assemblee cittadine, radio autogestite, presidi dei dipendenti pubblici
licenziati e che in questi anni di sacrifici ma anche di lotte ha permesso ai greci di
mantenere intatta la propria dignit e di riappropriarsi di diritti che la crisi economica s
portata via.
Solidarity for all unassociazione formalmente apartitica ed indipendente ma molti volontari
sono militanti di Syriza, che tra laltro finanzia le attivit dellassociazione: il 20 per cento
dello stipendio di ogni parlamentare viene versato a Solidarity for all. Il resto dei soldi viene
da fondi e beni di privati o da progetti internazionali; in particolare i centri sanitari ricevono
finanziamenti da Francia, Austria e Germania. Ci pensate? Molti di questi medicinali
racconta Dana, medico a Neasmirni, alle spalle ha una parete di farmaci arrivano proprio
dai tedeschi. Sono i pi precisi e generosi, quando arriva un loro rifornimento stiamo
tranquilli per un mese. Europa questa, la miglior Europa.
Tra i vari interventi di mutualismo si formano meccanismi di rete e cooperazione dal basso.
Ad esempio molte cooperative raccolgono cibo o farmaci per i centri di solidariet alimentare
e le strutture sanitarie. Quindi Syriza non fa altro che valorizzare forme di autorganizzazione e
attivazione popolare, senza nessun tentativo di egemonizzare tali iniziative e pratiche di
mutualismo.
Se nel settembre 2012 i comitati auto-organizzati che facevano parte del network solidale
erano 180-200, oggi sono pi di 400. Poi si diffondono i mercati senza intermediari, dal
produttore al consumatore. I produttori cos guadagnano il 15-20 per cento in pi e i
consumatori risparmiano rispetto alla spesa al negozio.
Una Syriza che, grazie alla costruzione di unalternativa credile, coerente e materiale per la
cittadinanza, ha arginato lavanzata neonazista di Alba Dorata che, pur calando alle scorse
elezioni, mantiene sempre un pericoloso 6 per cento di consensi.
Vogliamo davvero che il continente inizi a frammentarsi? le parole di Yannis Varoufakis,
neo ministro greco alle Finanze Gli unici a trarne vantaggio sono Marine Le Pen, quelli di
Alba Dorata qui da noi, Nigel Farage in Gran Bretagna, tutti quelli che in definitiva odiano la
democrazia europea. E poi ancora: "Ad un certo punto qualcuno deve dire 'no' e questo ruolo
toccato a noi, piccola Grecia.
Atene non come la fine dellEuropa ma, forse e chiss, come linizio dellaltra Europa.
(12 febbraio 2015)
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Nichilismo a go go
di Umberto Silva | 11 Febbraio 2015 ore 06:27
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Chiedo venia a Massimo Recalcati se sul Foglio spesso parlo di lui, e oggi addirittura mi
permetto di stenderlo su un cartaceo lettino, ma quel che dice minteressa assai. Lo considero
un uomo politico a tutti gli effetti, unattenta vedetta dellanima della polis. Le sue parole mi
provocano. Se sulla Repubblica scrive che al cemento armato dei regimi totalitari si via via
sostituita unatomizzazione dei legami sociali causata dalla decadenza fatale della dimensione
dellIdeale rispetto a quella cinica del godimento, a me, per simpatia con il bistrattato
godimento, viene subito da chiedermi se davvero sia poi cos cinico. Penso di no, penso che
sia cinico definirlo cinico, per di pi con uno sbrigativo tono sapienziale prossimo al
cemento armato del linguaggio totalitario. Se poi Recalcati convinto che il culto
pragmatico del denaro ha sostituito il culto fanatico dellIdeale, mi viene da rispondere:
benissimo, viva il denaro e viva il pragma! Se Recalcati tuona che il nichilismo
occidentale sorge dal capitalismo finanziario e dalla sua spasmodica ricerca di un
profitto, quale antidoto alzo il calice e dico: lunga vita al capitalismo, benvenuti gli spasmi
e i profitti, roba buona che al nichilismo fa pernacchie. Quando Recalcati afferma che il
nichilismo contemporaneo segna il passaggio epocale della paranoia alla perversione, dico
che fiumi di paranoia e di perversione in occidente sono sempre esistiti e sempre esisteranno,
e mi chiedo perch Recalcati veda cos perversa la nostra cara Europa. Non sar ancora
tormentato dallo spettrale godimento del Cavaliere, che in vari momenti stigmatizz con
ferocia?
Quando per Massimo Recalcati scrive che la critica che la cultura islamica pi integralista
muove alloccidente una critica che tocca il nostro nervo scoperto, subito obietto che
parlare di cultura islamica pi integralista mi sembra offensivo: lintegralismo
incompatibile con la cultura. Eccessivo anche chiamare critica i colpi di kalashnikov. Infine,
che vuol dire lultima frase il nichilismo occidentale non pi in grado di dare un senso alla
vita e alla morte?. Quando mai il nichilismo ha dato un senso a qualcosa? Alla vita e alla
morte poi!? A che pensa Recalcati, quale antico sconforto lo cattura?
Recalcati un fiume in piena: Il fatto che loccidente non sia pi in grado di ripensare
consapevolmente le sue forme (alienate) di vita, ha spalancato la possibilit che la critica
allesistente abbia assunto le forme terribili di un ritorno regressivo allideologia totalitaria.
Lislam radicale non forse lincarnazione feroce di questo ritorno?. Bah. Pi che di una
heideggeriana critica dellesistente, per i tagliagole parlerei dinvidia, rancore, avidit,
pigrizia. Come ai tempi delle Br era la democrazia con i suoi uomini migliori a essere presa di
mira e non certo il nichilismo degli strafattoni, ora presi di mira dai barbari sono i medici e le
Ong, le donne e i bambini, gli uomini buoni.
Recalcati contrappone la paranoia alla perversione, la prima sarebbe prerogativa del furore
vendicativo dellislam totalitario, la seconda dellalienazione capitalista nelle forme di vita
europee, ma non sono sicuro che le cose stiano proprio cos. Allombra di un profeta sempre
pi perplesso, quelli dellIsis fanno affari. Lungi dal rappresentare la contrapposizione al
capitalismo, lIsis ne incarna la forma pi primitiva e brutale, una riedizione di quei pirati
barbareschi che scorrazzavano nei mari veneziani. Allah gridavano, ma le monete doro
adoravano. E ingiusto contrapporre la criminalit del fanatismo islamico a un presunto
nichilismo perverso dei nostri attuali costumi, in tal modo pareggiandoli. Il nichilismo dei
fanatici portatori di niente, che sono anche perversi, come mostra la loro voluttuosa ferocia
con le donne e con i prigionieri; nonch lo stesso fanatismo: la perversione la convinzione
che vi sia ununica versione.
Tuttaltro che perverso o totalitario loccidente oggi solo tanto pasticcione. Non soffre di un
eccessivo cinismo, casomai di qualche eccesso di buonismo e di moralismo, scimmiottature
della Carit e della Legge. Via, via! Nelle infinite versioni del suo meraviglioso canto,
ascoltiamo i versi di Goethe del Divano Occidentale Orientale, e traiamone un augurio di
serenit: LOccidente di Dio! E lOriente di Dio! Le regioni di Nord e Mezzogiorno,
posano in pace dentro le sue mani.