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AntonioMontanari

Malatestiedintorni

Articoliapparsi
sulsettimanaleriminese
"ilPonte"
tra1990e2013

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Edizioneinformatica02.03.2015

Sommario
Tempio,ilsorrisodelsaggio.
Tempio,ilsegretodelletombe.
IpianetidiSigismondo.
NovelloMalatesti.
Passionimalatestianedel1718.
Eruditiemaldicenti,1756.
RitrovatiiMalatestideiLincei.
Sigismondoilterrorista,1461.
LespiedellaSerenissima,1461.
Unorologioturcoperl'Europa.
IlsacerdotechedifeseSigismondo.
PaoloeFrancescavittimediundelittopolitico?
IlprimoMalatesta,detto"ilTedesco".
Cleofe,unconcilio,lenozze,undelitto.
Elena,lareginadiCipro.
Malatesti,PetrarcaeVisconti,1357.
Umanesimoriminese.
TempioMalatestiano,culturasenzasegreti.

Recensioni.
Sigismondo,ilsognodiBisanzio.
LeSignoriedeiMalatesti.
CesenatraQuattroeCinquecento.
SeDanterassomigliaaFrancesca.

Tempio,ilsorrisodelsaggio.
"Tempusloquendi,tempustacendi".
Uno dei primi libri che ho letto nella mia giovinezza quello
scrittodalcanonicodonDomenicoGarattonisulTempioMalatestiano.
Imbevuti com'eravamo d'un sacro timore della donna, vista come
simbolodelladannazioneeterna,mifeceuncertoeffettotrovarvi
al secondo capitolo una definizione che poteva suonare altamente
provocatoriaopersinoempiaallenostreorecchieadolescenziali,la
definizione di "Tempio erotico". Nel primo capitolo svettava il
"Tempio eroico", a sottolineare la gloria che il principe aveva
volutopers,immortalatainunedificiosolenne,chepursempre
eralaCasadelSignore,diunaltroSignore,Quellopercuiproprio
l, nel 1952, ero stato cresimato dal vescovo monsignor Luigi
Santa.
LadiscussionedidonGarattonisul"Tempioerotico"terminaconla
citazione del motto sapienzale che inciso su due fasce, "alla
sommit del padiglione che ammanta la magnifica Arca" d'Isotta.
Mottoche,aggiungevailsacerdote,"ntimasilenzioperreverenza
al Tempio e per piet verso la Morta". Il motto, preso
dall'"Ecclesiaste",recita:"Tempusloquendi,tempustacendi".
Cresciuto(daunpo')inet,mipareorachesiatropporiduttivo
applicareilvalorediquelmottosoltantoallafiguradiIsotta,
quasifosseunsegnalesimileaquellocheall'ingressodellecitt
unavoltaimponevailsilenzioalletrombeautomobilistiche,conil
divieto di segnalazioni acustiche. Anche perch, soprattutto, il
mottopresentepureinaltriluoghidelTempio.
Cresciuto in et, inoltre, sono costretto a correggere il mio
ricordogiovanileperviadeltitolodellibroacuiappartieneil
motto:oggisecitatel'"Ecclesiaste"denunciatelavostradatadi
nascita, perch il libro ora chiamato "Qohlet". Se cambia un
titolo della "Bibbia", si pu forse anche cambiare
un'interpretazionediunascrittadelTempioMalatestiano.
Dunque, "Tempus loquendi, tempus tacendi" potrebbe significare
qualcosad'altrorispettoaquellochequarant'annifavileggevail
canonico don Garattoni, personaggio celebre in citt, allora, non
soltantoperlasuaraffinatacultura,maanchepercertitrascorsi,
diciamo,disimpatiafascista,cheoggipiacerebberomolto,temo.
Il problema del motto sapienzale riguarda questo dato: in che
rapportoessosiponecontuttoilrestodellacostruzione?E'un
sempliceaccrescimentoculturaleerudito,opupersinooffrirciun
significatoaggiuntivoaquellodellasuasemplicepresenza?(Ogni
segnounsegnale.)
Nel"Qohlet"troviamoscritto,inordinedisuccessione,chenulla
dinuovoc'sottoilsole;cheinutilecercaredicapireilsenso
delle cose accadute nel mondo; che "per ogni cosa c' il suo
momento": ed qui che incontriamo l'elenco dei "tempi", a cui
appartiene il moto citato. C' il tempo di piangere, e quello di
ridere, quello di lutto e quello di baldoria. Insomma, anche la
gloriaqualcosadipasseggero,nonquelsognod'immortalitche
uncondottiero,unsignore,unprincipepensaperseproiettanel
futuro."Tuttocomeunsoffiodivento:vanit,vanit,tutto
vanit", dice il testo, ricalcando la "Vulgata" di san Gerolamo:
"Vanitas vanitatum et omnia vanitas". Soltanto "chi ha fiducia in
Dioriescebeneintutto".
Lalezione,d'altrapartemoltosemplicedel"Qohlet",demoliscee
ridicolizza ogni pretesa di eternit umana. L'eternit spetta
soltanto a Dio, Sua ogni grandezza; nostra, ogni miseria e
fallacia.
Ecco:dettocossembraun'ovviet,maprovateviacalaredentroun
Tempiosolenne,dentroadunmonumentoautocelebrativo,ilsensodi
questa condizione relativa (e misera) dell'uomo rispetto alla
supremazia del Giudizio divino: "Dio giudicher tutto quel che

facciamodibeneedimale,ancheleazionifatteinsegreto".Sono
leparoleposteaconclusionedel"Qohlet".
Proiettatelesopralescrittedimarmo,applicatelealleintenzioni
di chi volle fare incidere l'ammonizione del "Tempus loquendi,
tempustacendi":viaccorgeretechec'qualcosachenonquadra,i
conti non tornano, anzi tornano benissimo se ipotizziamo che un
saggio abbia voluto quel motto proprio come motivo conduttore,
idealeereale,dellacostruzione,adominaresuognialtroaspetto,
per moderare, anzi per smentire la pretesa assoluta, assurda, del
principedielevarsiilmonumento,dipassareallaStoriaperlasua
grandezza,perlesueimprese:"Vanitasvanitatumetomniavanitas".
Immaginiamolo,questosaggio,mentredisegnailsuoprogetto,prima
nellapropriamente,poisullacarta,ementrecollocainquelgesto
il senso di una propria convinzione, il desiderio di esprimere
copertamente una verit che scopertamente sotto gli occhi di
tutti,mache,proprioperquestofatto,nessunovuolapplicarea
chidatuttisidistaccaedifferenzia:ilprincipe.
Maanchetu,principe,partecipideltrascorreredeitempi,nullati
rende diverso dagli altri. Il saggio sorride perch il principe,
ogni principe non accetta quest'idea del tempo che livella,
distrugge,illude."Sictransitgloriamundi",ammonisceunsemplice
cerimonierenell'attoincuiilnovelloponteficesaleall'altare.
Edunostoppinoaccesosiconsumafacilmente,immaginealtrettanto
semplice."Sictransitgloriamundi"sembraripetereancheilmotto
di"Qohlet".
Machi,tragliuominidiSigismondoPandolfodeiMalatesti,poteva
suggerire quel gesto di sorriso quasi compassionevole al suo
signore,perrendereomaggioper adunaltroSignore,l'unicoda
riconoscerecometalenellanostravita?
QualcheannodopoaverlettoillibrodidonGarattoni,miavvicinai
a Leon Battista Alberti ed al pensiero umanistico per obblighi
universitari: ho riaperto anche quel saggio dove si parla di
Alberti, ha quarant'anni e lo scrisse il nostro docente di
Pedagogia,GiovanniMariaBertin.
Dilhoiniziatoaripercorrerelastradaalbertiana,pertrovare
materiale che potesse dare un qualche fondamento alla mia ipotesi
delsorrisodelsaggiochefaincidereilmottosapienzale.Edho
sfogliato un vecchio testo di Eugenio Garin, sulla filosofia
italiana,oltreadoperepirecenti,trovandoquestacitazionedal
"De Iciarchia" (il governo della casa) di Leon Battista Alberti:
"Smetti,smetti,uomodiricercaregliarcanideldiodeglidipi
oltre di quanto concesso ai mortali: a te e alle altre anime
prigionieredelcorpovorreichefosseconcessoda'superninonpi
di questo, di non ignorare del tutto le cose che vedete con gli
occhi".(Ildiscorsosipotrebbeampliare,mancalospazio.)
"Ilsorrisodell'ignotomarinaio",s'intitolaunlibrodiVincenzo
Consolo. Il sorriso del noto architetto, potrebbe chiamarsi
l'"historia" di questa iscrizione del nostro Tempio, ripresa dal
"Qohlet", e proposta provocatoriamente ancora oggi a noi che,
entrando nel Tempio, non abbiamo quella consapevolezza che la
citazionebiblicadovrebbesuggerirci.
C'untempoperparlare,edunopertacere.Maovviamente,parlare
aproposito,senzainventarsiquellochenonc',perchnelTempio
c' gi tutto. Basta fermarsi un attimo, tacendo, ad ascoltare
quelle pietre che parlano. Ci basta non ignorare "le cose che
vediamocongliocchi".Esoprattuttoricordareche"Diogiudicher
tuttoquelchefacciamodibeneedimale,ancheleazionifattein
segreto".
["ilPonte",2.12.2001/43]

Tempio,ilsegretodelletombe.
Ladiscussaricognizionedel1756.
Una nuova iniziativa editoriale merita di essere segnalata, con
l'augurio di buona fortuna: il primo volume di Penelope, Arte
Storia Archeologia, a cura dell'Associazione riminese per la
ricercastoricaedarcheologica(Arrsa),checontienecontributidi
grandeinteresse.
SegnaloisaggiriguardantilachiesadiSantaMariadeiServi,gli
scaviinSanLorenzoinMonte,ilcrocifissodiSpadarolo,imonaci
diSanPaolo,eiduearticolisullatombadiSigismondo,acuradi
StefanoDeCarolis(esamedeirestimortali),ediElisaTosiBrandi
(levestifunebridelsignoreriminese).
Avevaragioneungrandegiornalistabolognese,GiorgioVecchietti,a
scriverenel1950cheSigismondofudisturbatotroppevoltenelsuo
sepolcro. Le ricognizioni registrate sono quattro in tre secoli:
nel1756,1920,1944e1950.
Le ultime due sono legate agli eventi bellici che portano
distruzioneancheall'internodelTempioconibombardamentidel28
dicembre 1943 e del 24 gennaio 1944, i quali rendono necessario
mettereinsalvoipoveriresti,chefuronodepostiinunacassetta
di legno sigillata, come racconta De Carolis, prima di essere
ricollocatialloropostol'11maggio1950.
Laricognizionedel28settembre1920volutadaCorradoRicci,il
celebrestudiosochededicanel1924alnostroTempiounvolumedi
granderespiro(sucui,oltreallavorodiP.Novara,C.Riccie
Rimini,quiinPenelope,segnalounsaggiodiF.Canali,Studie
ricerche nel Tempio malatestiano di Rimini, in Ravenna Studi e
Ricerche,VII/2,2000).
LeossadiSigismondosonoricollocatenellalorotombal'8febbraio
1921, coll'augurio che non vengano mai pi disturbate: cos il
giorno successivo scrive a Ricci il riminese Alessandro Tosi
(ispettoreonorarioalleAntichit),aggiungendocheerastatosteso
gratuitamenteilrelativoattodalnotaioCamilloFerri(Novara,p.
207).
Laprimaricognizionenel1756(21agosto),assiemeall'ispezionedi
tuttiisepolcrimalatestianidiSanFrancesco(15agosto),nacque
dalladisputachealloravedevaconfrontarsidueopinioni,secondo
quantoosservGiovanniAntonioBattarrainunaLetteraastampa
(Milano, 1757) diretta al conte G. M. Mazzuchelli di Brescia (e
ripubblicatanel1994daAlessandroSerpieri).C'erachisosteneva
che nella maggior parte degli avelli del Tempio vi fossero le
ceneridegliindicatisoggetti,echiinveceritenevatrattarsidi
semplicicenotafi,ovverotombesenzasalme.
Il promotore dell'impresa padre Francesco Antonio Righini,
procuratoredelconventodeiPadriConventualidiSanFrancesco,
custodi allora del Tempio. Le Novelle letterarie di Firenze (n.
17/1757),inunarticolocontenentelaRelazioned'aperturadegli
avelli malatestiani, lo descrivono quale uomo non letterato, ma
comunquedibuongenioperlecosespettantiall'erudizionedelsuo
Convento,etuttointentodamoltepergameneditrarremateriada
potertessereunastoriadellasuaChiesaedelsuoConvento.
SulprocuratorediSanFrancesco,menoteneroilgiudiziodiuno
studioso nostro contemporaneo che, a proposito della vicenda
medievaledellabeataChiaradaRimini,lodefinisceunfalsario.
Richiamando i passi appena citati dalle Novelle letterarie (n.
17/1757),JacquesDalaruninunrecentevolume(Santaeribelle,
Laterza, 2000), scrive: Esiste modo pi chiaro per rimetterlo al
suoposto,quellodieruditolocale,autodidattainperpetuo?Oggi
considerarlounfalsarioalmenounmododiparlarneancora.
LacolpadipadreRighinid'averimbrogliatolecartesullastoria
dellanostrabeata,inventandolascopertad'unmanoscrittodatato
1362chelariguardava.Ma(spiegaDalarun),iraggiultravioletti

dellalampadadiWoodconsentonodileggerviunadataraschiata(14
agosto1685)chesvelailsuotrucco.
Chi l'autore della Relazione d'apertura, dove padre Righini
chiamatobuongenioerudito?DeCarolisscrivechesicuramente
si tratta di Battarra. Il quale era stato presente alla
ricognizione, mentre il medico e scienziato riminese Giovanni
Bianchi, gi professore di Anatomia umana a Siena, non era stato
invitato (ritengo a causa della sua condanna all'Indice per il
Discorsoinlodedell'artecomicanel1752).
ABianchispettailmeritodiaveraccesopubblicamentelapolemica.
ApropositodiunoscrittodiG.M.MazzuchellisuIsotta,suln.
10/1757delleNovellefiorentine,Bianchiavevascritto(informa
anonima)chedirecenteeprivatamenteerastataapertalatomba
delladonnadiSigismondo,dovenonsieranoritrovatechel'ossa
nude,perciocchqueisepolcrialtrevolteprimadaaltriperuno
spiritoforsed'avariziaeranostatifrugati.
L'opinionediBianchinonpiacqueapadreRighiniedaisuoiamici
che avevano partecipato il 16 agosto 1756 alla ricognizione del
sepolcro d'Isotta, come si ricava da un passo della Relazione
d'apertura, il cui autore replica al medico concittadino: non
restopersuaso,che[ilsepolcro]possaesserestatosmossoinaltro
tempo, perch tutto l'andamento del corpo in un sito troppo
aggiustato, per autenticare la sua prima positura, conforme anche
puvedersialpresente,nonessendostatotoccatodaveruno.
Per siprecisavacheunodeipezzidell'arcaerascostatodagli
altriperessersirottounlegamentodiferro,ondel'arcahapotuto
coadiuvare alla putrefazione del cadavere e delle vesti. Quel
legamento di ferro si era rotto, oppure l'avevano rotto (come
pensavaBianchi)?
AllaRelazioned'aperturaBianchirisposecomePersona,chevien
supposta Amica della Nobilissima Casa Malatesta con un testo,
rimasto inedito (ora in Gambalunga), con il quale confuta non
soltanto l'articolo delle Novelle ma tutto l'operato di padre
Righini.IlqualeaccusatodaBianchid'averagitoinviolazione
delle leggi, per semplice vana curiosit. Bianchi ricordava
benissimo quanto aveva dovuto faticare circa il permesso per
anatomie.(DopounaIstanzaautografaaBenedettoXIVperottenere
difarelesezionidicadaveri,il18aprile1745avevafinalmente
ricevutalagraziaconrescrittopontificio.)
Nel1759leNovelleletterarie(n.37),recensendolaLetteraa
MazzuchellidiBattarra,sostengonochequestisisarebbedecisoa
comporlaepubblicarlaperchlaRelazioned'aperturadidueanni
primaeramancantedimoltenotizie.Echelenotedellastessa
Lettera erano state curate dall'illustre Giovane Sig. Epifanio
Brunelli da Rimino, ViceBibliotecario dell'insigne Libreria
Gambalunga;edilettantedimedaglie,dellequalipossiedeinbronzo
una sufficiente raccolta. Lo scritto termina con i rallegramenti
dell'estensoredirettisiaaBattarrasiaadEpifanioBrunelli.
Brunelli(ilqualepurefupresenteallaricognizionedel1756),
l'autore di questa recensione alla Lettera di Battarra, come si
ricava da una missiva che il direttore delle Novelle, Giovanni
Lami, invia a Battarra medesimo il 28 agosto 1759: ora mai
l'articolotrasmessomidalSignoreEpifanioBrunellistampato,e
nonpupiarretrarsi,ondebramoaltraoccasionedisecondareil
suogenio.
Battarra,dunque,sierapreparatodasolounarecensionedellasua
Lettera per le Novelle, ignorando che vi aveva gi provveduto
Brunelli.(Ledatecombaciano.Lamiscriveil28agosto,lanotadi
Brunelliescenelnumerocherecaladatadel14settembre,eche
quindiallafinediagostoeragiincomposizioneintipografia.)
Questo dato permette di ipotizzare che a comporre la Relazione
d'aperturasiastatononBattarramalostessoBrunelli(curatore
poi, come s' visto, delle note alla Lettera battarriana del
1759).

Epifanio Brunelli figlio di Bernardino, tipo alquanto tirannico


neirapporticonlaprole,ebibliotecariogambalunghianodal1748
al 1767. Durante questo periodo, assieme ai due fratelli dottor
GiovanniBattistaecanonicodonGiulioCesare,Epifaniocollabora
conilpadre,acui(dal1767al1796)subentranell'incarico.
PureEpifaniostatoallievodiBianchi,uncuiscritto,conparere
favorevole a che il figlio prenda il posto del padre alla
Gambalunghiana, attesta: entrambi, padre e figlio, hanno lavorato
bene in quella pubblica Libraria, facendo provviste di volumi
all'estero,specialmentedallaGermania,edall'Olanda.
Giovanni Battista Brunelli, fratello di Epifanio ed ex allievo di
Bianchianch'egli,unodeiduemedicipresentiallaricognizione
del 1756. L'altro Girolamo Grassi. Bianchi li considera, nella
replicainedita,troppogiovaniperesserecapacidiun'ispezione
anatomica come quella richiesta dall'apertura degli avelli
malatestiani.AllaqualeBianchinonavrebbemaipartecipato,come
conclude, per non autorizzare colla sua presenza, e colla sua
direzioneunfattocontroleleggiciviliecanoniche.
["ilPonte",12.01.2003/2)

IpianetidiSigismondo.
Laculturadellacortemalatestiana.
Con nuovi volumi della Storia delle Signorie dei Malatesti
prosegue intensa l'attivit del Centro Studi Malatestiani e
dell'editoreBrunoGhigichelohacreatoelosostieneinmezzoad
enormi difficolt (tra cui l'indifferenza di troppe istituzioni
locali).Dialcunidiquestirecentivolumidiamonotiziasommaria
in questo ed in un successivo servizio, avvertendo che la scelta
degli argomenti e dei temi presentati dipende unicamente dal
desideriodiinformarecircapartichesonoapparsesoggettivamente
importanti,senzavolerconquestocrearegraduatoriedimeritood
esprimere censure preventive verso chi non verr ricordato se non
conunabrevecitazione.D'altrocanto,lamessedelleinformazioni
taleche,inunmbitononspecialisticocomeilnostro,dobbiamo
perforzaselezionarnealcune,senzasvolgerediscorsisuimassimi
sistemichenoncicompetono.
Buoneragioni
perdiffidare
Il testo sulla Cultura letteraria nelle corti dei Malatesti,
curato da Antonio Piromalli (noto studioso riminese di adozione,
recentementescomparso),offreconFrancoBacchellidell'Universit
diBolognaun'indaginesullaCappelladeiPianetichesitrovanel
Tempio malatestiano: un discorso attento sopra un tema spesso
trattatoconfanatismopregiudizialeefantasiosodailocalicircoli
massonici. Non per nulla Bacchelli premette: vi sono certo buone
ragioni per diffidare di questo argomento, dato che si
attribuisconomisteriosevelleitesotericheaSigismondo,partendo
da una citazione ricavata dalla pagina conclusiva del De re
militaridiRobertoValturio.
Intalepagina,Valturioaccennaallasuggestioneesercitatasopra
Sigismondodallepartipiriposteereconditedellafilosofia.In
una preziosa nota, Bacchelli riporta la fulminante diagnosi
espressa da Carlo Dionisotti in un volume del 1980, dal quale
leggiamo: Dove fosse in questione la fede cristiana, il Valturio
eraintransigente:nonpotevafareamenodiregistrarelapratica
delladivinazione,maladeploravaelainterdivanelpresentecome
arte diabolica, anche nella forma allora e poi normale
dell'astrologiagiudiziaria.(Bastaquest'autorevolediagnosiper
togliere ogni validit sul piano storico e critico alle pur
suggestive ma devianti interpretazioni dei ricordati circoli
massonicilocali.)
I bassorilievi della Cappella dei Pianeti, prosegue Bacchelli,
dimostrano la convinzione del committente che nei cieli che
bisogna ricercare la causa, se non di tutti, almeno dei pi
rilevanti accadimenti terrestri. Questo principio era
pacificamenteaccettatonellecortipostetraVenezia,Ferrarae
Rimini,primacheGiovanniPicodellaMirandolaprocedesseallafine
del XV secolo ad una radicale negazione dell'esistenza degli
influssiastrali.
Picorifiuta
l'astrologia
Occorre a questo punto accennare brevemente alla figura di Pico
della Mirandola. Nelle Disputationes contra astrologiam
divinatricem egli considera la materia e non l'influenza degli
astri la sola causa del disordine, delle irregolarit e delle
imperfezioni esistenti nel mondo terreste. In un altro testo,
l'Oratiodehominisdignitate,Picofariferimentoadunadottrina
segreta, riservata agli eletti, e sviluppatasi nel seno della
tradizione ebraica. Da questi pochi elementi si comprende perch
Picosiastatogiinvitaconsideratouneretico.

Nell'Oratio egli considera l'uomo come creatura dalla natura


illimitata,dominatoredell'Universo,contribuendograndementecos
al mito orgoglioso dell'Umanesimo per cui l'uomo stesso pu s
degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti, ma pu anche
rigenerarsinellecosesuperiorichesonodivine.
Questo mito sembra proiettarsi nella struttura ideale del nostro
Tempio, dove esso per soccombe davanti all'immagine del Cristo
Crocefissochesvelaagliocchisemplicidiognicristianolanatura
follediquelsogno.
Influssiastrali
elibertumana
Alledottrinecheparlavanodegliinflussiastrali,avevanoaderito
sostanzialmenteanchetuttiidottoridellaScolasticacristiana,
qualiitomisti,cheavevanomitigato,per,questaconcezionecon
unadistinzionevoltaasalvaguardarelalibertdell'arbitrio.
A queste parole di Franco Bacchelli, aggiungiamo una citazione
importanteaifinidellacomprensionedell'argomento.NelcantoXVI
del Purgatorio, Marco Lombardo spiega la teoria del libero
arbitrio con tre versi che sono centrali nel poema dantesco e
rimandanoallateologiadisanTommaso:Amaggiorforzaeamiglior
natura/liberisoggiacete;equellacria/lamenteinvoi,che'l
cielnonhainsuacura(7981).SanTommasoavevascritto:contra
inclinationemcoelestiumcorporumhomopotestperrationemoperari
(control'inclinazionedeicorpicelestil'uomopuoperareconla
ragione).
InquestopassaggiodelPurgatoriosiaffrontauntemacruciale,
la causa del male che domina il mondo. Marco Lombardo (che
rappresenta la saggezza applicata alla politica) dichiara che gli
uomini solitamente attribuiscono quel male al cielo. Se cos
fosse,eglipuntualizza,sarebbetoltoall'uomoilliberoarbitrio,
e non vi sarebbe giustizia nel premiare o punire i nostri
comportamenti perch essi non sarebbero determinati dalle nostre
scelte,maunicamentedaqualcosascrittonegliastri.
Unrichiamo
aDante
Questo argomento della Scolastica nega valore all'astrologia
classicacheponeimotidellestellecomecausenecessarie(che
cio,dettoinlinguaggiofilosofico,nonpossonoesserediverseda
quellechesono),esuperalaconcezionemedievalecheleintendeva
invecequalisegnioindizidieventipossibili.
VainfineprecisatocheilXVIdelPurgatorioilcantoincui
Dantedopoavereespostoilprincipiodelliberoarbitrio,enuncia
lateoriadeiduesoli(SolevaRoma,che'lbuonmondofeo/due
soliaver,chel'unael'altrastrada/faceanvedere,edelmondoe
di Deo, 106108), di cui leggiamo nel terzo libro della sua
Monarchia, dove si spiega che al papa spetta il compito di
condurre gli uomini ad vitam aeternam, mentre l'imperatore deve
guidarliadtemporalemfelicitatem.
Quindi, entrando nel nostro Tempio e soffermandosi sulle immagini
che potrebbero indurre a considerazioni pagane, occorre pensare a
tuttoquestocamminotestimoniatoanchedaDanteilquale,oltreche
poeta,teologoenonmagocomequalcunotentadifarlopassare,
falsificandolecarteintavola.
(Tornando al XVI del Purgatorio, va ricordato che esso precede
tutto il discorso contenuto nel canto successivo, relativo
all'ordinamento morale che governa quel regno, in correlazione al
principiochel'amorenaturaleovveroinnato,nonpuerrare,al
contrariodiquellod'animoincuiintervengonoragioneevolont.
Siribadiscequindicheilmalenascedallesceltesbagliatechenoi
compiamo,nondallepredisposizionideipianeticelesti.)
Corruzione
politica

10

Come avverte Piromalli nell'introduzione al volume, Bacchelli


propendeperunalettura[...]nelsensodelneoplatonismopagano
diGiorgioGemistoPletone.TuttaviaBacchelliillustrachiaramente
le contraddizioni del nostro Tempio che rispecchiano quelle delle
menti di Sigismondo e degli uomini del suo ambiente che fanno
convivereelementicristianiepagani.
Molto interessante la parte in cui Bacchelli sviluppa questo
aspetto,accennandoaquantosuccederinmomentisuccessividella
nostrastoriaculturale,quandoilproblemapiurgenteful'opera
di reinglobamento del neoplatonismo in un discorso apologetico
cristiano. In ci trova conferma l'importanza che la vicenda
riminese del Tempio assume, nel quadro della cultura italiana
quattrocentesca.
Ilsaggiointroduttivo(compostodaPiromalli)siapreproprionel
nome di Dante, facendo i conti con la sua visione ideologica, e
quindiconigiudizinegativicheesprimealriguardodeiMalatesti,
considerati emblemi di una corruzione che investiva una regione
intera,laRomagna.
Piromallihaorganizzatoilsuotestoaffacciandosianchealleet
successive a quelle di Sigismondo: ad esempio, parla della
storiografiadelSettecento(ripercorrendotappeefiguredigrande
rilievonellastoriaculturaledellanostracitt,laddovetrattadi
Angelo e Francesco Gaetano Battaglini), degli interessi di Luigi
Tonini(conl'esamedellasuaformazioneedellasuacultura),edei
mitimalatestianiinBurckardteD'Annunzio.
L'opera contiene la ristampa anastatica di due scritti di Augusto
Campana e di uno di Aldo Francesco Massera, oltre a due studi di
GiovannaRagionieri(suicodiciminiatimalatestiani)ediAlfonso
Costantini(sull'umanesimodiRobertoValturio).
["ilPonte",20.07.2003,27]

11

NovelloMalatesti,unprincipeperlacultura.
Dominatodallamadreenonamatodallasposa.
Attorno alla figura di Malatesta Novello Malatesti ruota il vol.
XVII della Storia delle signorie malatestiane (ed. Bruno Ghigi,
2003),acuradiPierGiovanniFabbriediAnnaFalcioni.Vihanno
collaborato Andrea Maiarelli, Grazia Bravetti Magnoni, Bianca
Orlandi,ClaudioRivaeLuigiVendramin(pergliindici).
Fabbri esamina gli aspetti politici, militari, economici ed
istituzionali della signoria di Novello. Maiarelli considera i
lineamentidellapoliticacomunaleattuataaCesena,soprattuttocon
labibliotecacheancoroggiglorificailsuonome.BravettiMagnoni
racconta la vicenda di Violante Montefeltro moglie di Novello e
signoradiCesena.OrlandisisoffermasullafiguradiAntoniada
Barignano,madrediNovello.
Lamortedellozio
CarloMalatesti
Il14settembre1429aLongianomuoresenzaerediCarloMalatesti,
maritodiElisabettaGonzaga.SuofratelloPandolfoIIIMalatestise
n' andato due anni prima, lasciando tre figli naturali: Galeotto
Roberto, Sigismondo Pandolfo e Domenico (Novello) Malatesta. A
questinipotipassailpoteresopraunvastoterritorioproprioper
meritodiCarlochenehaottenutolalegittimazionedalpapa,dopo
duemesididifficiliecomplessetrattativenelcorsodel1428.
DomenicocambiailnomeinNovellonel1433,treannidopochelui
ed i suoi fratelli hanno ottenuto dal papa il vicariato
ecclesiasticosborsandotrentamiladucati,ricevutiinprestitoda
personaggieminentidiCesenachegareggiaronofraloroperfavorire
inuovisignoridellacitt.Ilmutamentodelnomevuolericordare
lozioAndreaMalatestidettoMalatesta,gisignorediCesenasino
al1416,cuilegatodaunaparticolareammirazionecomescrive
Maiarelli.
Carlo aveva avuto contro anche il cugino Pandolfo, arcivescovo di
Patrasso, figlio del signore di Pesaro, Malatesta Malatesti:
quest'ultimononvolevachequeitrebastardifosseroinnalzatialla
dignit di eredi del governo di Rimini, Fano e Cesena, che
esercitano in forma collegiale con Elisabetta Gonzaga sino alla
morte di Galeotto, avvenuta il 10 ottobre 1432 nel castello di
Santarcangelo. Il cronista cesenate Giuliano Fantaguzzi (nato nel
1453),scrivechealloraiduefratellisidiviseroipossedimenti:
alsignorSismondodalaMarecchiainleaDomenicoMalatestada
laMarecchiainqua.
Antonia,lamadre,
daBresciaaRimini
Galeottofuunprincipemiteedamantedellacultura,pocoadatto
all'attivitpolitica.Eranatonel1411daAllegrade'Morieda
PandolfoIIIdivenutosignorediBrescianel1404evedovodiPaola
Bianca Orsini (morta nel 1398 senza prole). Sigismondo e Domenico
invece sono entrambi figli di Antonia da Barignano, nati
rispettivamenteil19giugno1417edil6aprile1418.
QuandoPandolfoIIIeAntonias'incontrano,scriveOrlandi,lui
unuomomaturo,riccoepotente,leiunaragazzaesuberantecheama
circondarsidiarredipreziosieoggettiraffinati;nonlesinasulle
spese,inparticolaresuquelledestinateall'abbigliamento.Peril
primogenito Sigismondo, ordina un corredino ricco di ricami,
elegante, raffinato. Nel 1421 Antonia lascia Brescia al sguito
dellospodestatomaritoedaccompagnatadaipropriquattrofratelli
maschi che vengono a stabilirsi con lei nei possedimenti
malatestiani.
Nei primi anni della sua permanenza in Romagna, Antonia vive
prevalentementeaRiminicambiandospessodiresidenza,efrequenta
Bellaria soprattutto nel palazzo sull'Uso, fiume lungo il quale

12

possiedeanchel'osteriadaleSmirreprovvistadicapanno,ortoe
barcacondirittoditraghettoediriscossionedelrelativodazio.
DirittocheAntoniavantapuresulFiumicino(quellocheMussolini
sancessereilRubiconedegliantichi),secondoquantoscoperto
daFalcionieClaudioRiva.
Caratteredeciso,
mediatraifigli
Forteedeterminata,ladefinFalcioni[StoriadiBellaria,II],
sottolineandoneilcaratteredecisochesirifletteanchesuifigli
quandointervienecomemediatriceperappianareidissensipolitici
e militari che spesso li dividevano. Richiamando un atto notarile
scopertodaOresteDelucca,OrlandiricordacheAntoniasimossea
compassionedell'indigenzadicertisuoidebitoriacuicedettein
uso quasi gratuito la casa che era stata loro confiscata a San
Mauro.
Antonia, prosegue Orlandi, fu molto legata ai suoi figli. A
SigismondoriservaunastanzanelpalazzodiBellaria,doveNovello
muorequasiatestimoniare(comefuipotizzatodaDelucca)ilsuo
bisognodicercarerifugioeconfortopressolamadrepiuttostoche
conlaconsorteViolante.
Violantebambina
promessasposa
Sulle cause di questo bisogno, appaiono illuminanti le intense
paginediBravettiMagnonidedicateappuntoaViolante.Nel1434il
sedicenneNovello,periniziativadiSigismondo,firmailcontratto
dimatrimonioconViolantecheavevasoltantoquattroanniemezzo:
la premessa ad un accordo politico fra le loro famiglie che si
eranocontinuamentecombattute.Lenozzegiungonoottoannidopo,il
4 giugno 1442 a Gubbio, dove la corte feltresca ogni anno
soggiornavaalungo.
Luiha24anni,leisoltantododici.Perquestasuaetimmaturaai
finiconiugali,dopolegioiosefestepubblicheiduegiovanisono
costrettiallaseparazione.ViolanterestaadUrbino,poispedita
a Roma, mentre sullo sfondo si delinea un inquietante quadro
politico: Il costretto ed indecifrabile soggiorno di Violante a
RomaaumentavaildissidiotraleiedilfratelloFederico,dopola
morte del padre Guidantonio nuovo duca d'Urbino, contro il quale
s'indirizzavano le accuse dei nemici d'aver cacciato la sorella
dallapropriacasaedaipropribeni.
Edallafine
vainconvento
Violante,nellanottedel23luglio1444quandocuivenneuccisosuo
fratello Oddantonio, fa voto di rimanere pura ed illibata per
sempre.Immaginiamoquindiconqualespiritogiungatreannidopoa
Cesena,accoltadallacittcomeselenozzefosserostatecelebrate
il giorno prima. Passati pochi giorni Novello cade infermo per
un'emorragiaadunagamba:l'imperiziadelsuomedicopersonalelo
costringearicorrereallecurediquellodelfratelloSigismondoa
Rimini.ScrisseFantaguzzicheDomenico,fattosialazareunavena
grossad'unagamba,rimasestorpiato.
Le cronache del tempo ricordano Violante bella quant'altri mai,
sempliceemansueta,maanchepienadiognifestevolezza.Nel1458
avvieneildrammadellasorellaSveva,accusatadiadulterioedi
tentatoveneficiodalmaritoAlessandroSforza,signorediPesaro.
IlfratelloFederico,scrivendoalcognatoducadiMilano,riescea
salvareSvevadaimalvagitentatividelconsorte(cheperbentre
voltecercdifarleberedelveleno),rinchiudendolainunconvento
diPesaro.Profondamentescossanell'anima,Violantevollefarsiin
qualchemodopartecipedeldolorediSveva,edecisediastenersi
anchedalcibo.Mapensancheallasalutedeipropriconcittadini:
il marito concord con lei quando gli propose la demolizione del

13

vecchio ospedale di San Gregorio fuori Porta cervese, per


fabbricarneunonuovo,dettodelCrocifisso,neipressidelduomo.
Novellomuorenelnovembre1465quandoViolanteha35anni.Qualche
tempodopo,conilnomedisuoSerafina,leisiritiraaFerrarain
un monastero dove scomparir nel 1493. Violante, scrive Bravetti,
aveva ricevuto una solida formazione umanistica alla quale si
aggiungevaunariccaeprecisaconoscenzadeitestisacri.Graziea
questa sua formazione, dovette partecipare con entusiasmo e
competenzaalprogettodellabibliotecacheancoroggicostituisce
unvantotuttocesenate.
Leimposte
perilibri
La biblioteca nacque nel 1452 ed i lavori durarono sino al 1454.
Osserva Fabbri che Cesena non aveva all'interno della propria
comunitleforzeingradodidarevitaalprogetto,echeNovello
destin parte delle proprie risorse al finanziamento della
costruzionedell'edificio.Risorsecheprovenivanodaipossedimenti
dellafamigliaedallariscossionedelleimposteindirette.
Novellofeceacquistaregrandiquantitatividipecorecheavrebbero
dovuto fornire la materia prima per lo scriptorium, il luogo
destinato alla ricopiatura dei testi su carte ottenute mediante
conciaturadellepellideglianimali.MaiarellispiegacheNovello,
nonostanteilrapportostrettissimochelolegaaiFrancescanied
alloroStudiumpreferisceaffidarelesortidellabibliotecanona
loromaallatuteladelleautoritcomunali.
L'impegno rivolto da Novello all'edificazione ed alla dotazione
della biblioteca, conclude Maiarelli, ha permesso a Cesena di
dotarsi di un'istituzione culturale di primissimo livello, che la
citt ha saputo conservare e valorizzare nel tempo, fino a farne
l'unico e meraviglioso esempio di biblioteca umanistica ad oggi
perfettamenteconservato.
["ilPonte",7.9.2003,32]

14

Passionimalatestianedel1718.
VivacidifesedellasacralitdelTempiodiSigismondo.
Nellarecensioneadunrecentevolumedell'editoreGhigi(apparsasu
queste colonne il 20 luglio 2003 con il titolo I pianeti di
Sigismondo), stato ricordato che le contraddizioni del nostro
TempiorispecchianoquelledellementidiSigismondoedegliuomini
delsuoambientechefannoconvivereelementicristianiepagani.
Secondo lo storico Franco Bacchelli si attribuiscono misteriose
velleitesotericheaSigismondo,partendodaunacitazionericavata
dallapaginaconclusivadelDeremilitaridiRobertoValturio,in
cui accennata la suggestione esercitata sopra Sigismondo dalle
partipiriposteereconditedellafilosofia.
MaBacchelli(abbiamopureletto)riportaunafulminantediagnosi
espressa dal grande studioso Carlo Dionisotti: Dove fosse in
questione la fede cristiana, il Valturio era intransigente: non
potevafareamenodiregistrarelapraticadelladivinazione,mala
deploravaelainterdivanelpresentecomeartediabolica[...].Le
parole di Dionisotti, si aggiungeva in quella recensione, tolgono
ogni validit sul piano storico e critico alle devianti
interpretazionidiquantis'adoperanocontinuamenteinunabattaglia
esotericomassonicaperdimostrarel'indimostrabile.
Garuffi,prete
ebibliotecario
Le polemiche sul Tempio non sono per nuove. Ne troviamo una
testimonianza importante all'inizio del secolo XVIII quando il
concittadino Giuseppe Malatesta Garuffi contest un padre
francescanocheavevascrittodellanostraillustrechiesaunsecolo
prima.
GaruffifusacerdoteedirettoredellaBibliotecaGambalunghianadal
1678 al 1694. Tra l'altro, compil una storia delle accademie
italiane, L'Italia Accademica, il cui primo ed unico volume a
stampa apparve nel 1688, mentre il resto dell'opera conservato
manoscrittonellaBibliotecaGambalunghiana.Queltestononpiacque
a Ludovico Antonio Muratori. A Forl nel 1705 Garuffi anim il
Geniode'letterati.Egliavevaavviatounampioprogramma,sotto
iltitolodiBibbiotecaManualedegliEruditi(Bibbiotecaenon
Bibliotecacomevienequasisempreriprodotto),perpubblicare130
titoli, i quali contengono moltissime Erudizioni, Istoriche,
Poetiche,Morali,varie,edisagraScrittura.Garuffitrattanche
diFilosofia,dimostrandosiattentoaquellasperimentale,incui
il nostro secolo ad occhi aperti si esercita dopo d'essersi per
l'addietro lungamente perduto ad occhi chiusi in vane ed inutili
questioni.
Unfrancescano
delsecoloXVII
Nel 1718 Garuffi pubblica nel veneziano Giornale de Letterati
d'Italia(tomoXXX,pp.156186)unaLetteraapologetica[...]in
difesa del Tempio famosissimo di san Francesco, per criticare
quanto era apparso in latino quasi un secolo prima (1628) negli
AnnaliFrancescanidell'irlandesepadreLucasWadding(15881657),
professorediTeologiaecensoredell'Inquisizioneromana,dopoaver
studiatoaLisbonaeCoimbra.
Wadding fu il fondatore e guardiano del collegio dei frati
osservantidellanazioneirlandeseaRoma,pressolachiesadisan
Isidoro che aveva avuto origine dalla canonizzazione fatta da
Gregorio XV nel 1622 di cinque santi, fra i quali lo spagnolo
Isidoro.Inquell'annovennerodallaSpagnaalcunipadririformati
scalzidisanFrancescoperfondarviunospizioperifratiloro
connazionali.Dopodueanniperessil'abbandonarono.L'ospiziofu
cosconcessoapadreWadding,chesepoltonellastessachiesadi
sanIsidoro.

15

Sigismondo:eroe
ogranpeccatore?
IltestodiWaddingsecondoGaruffi,contenevaalcuniperiodiche
sono pieni di calunnia contro il Tempio di san Francesco di
Rimino. Padre Wadding definisce Sigismondo uomo da ricordare pi
per le doti del fisico che per quelle dello spirito. Famoso per
gloria militare, straordinaria eloquenza e forza del corpo, lo
giudicaperignobileperinfamicostumiedungeneredivitache
nullaavevaavutodicristiano.AquestopuntoWaddingricordala
biografia di Sigismondo scritta da Pio II che niente aveva
tralasciatodeipresuntidelittidelsignorediRimini.
WaddingproseguesostenendocheSigismondodedicasilTempioalla
memoriadisanFrancesco,maloriempiediimmaginiconmitipagani
e simboli profani, aggiungendovi pure un mausoleo (di fattura e
materiabellissima)perlasuaamante,conunepitaffiochiaramente
pagano(DedicatoalladivinaIsotta).
Garuffitagliacorto:Sigismondostatouneroeinsignenonmeno
pervalore,cheperlareligione,eWaddingavevascrittosoltanto
unaseriedicosefalsissime.
Ilprincipe
elesuedonne
Garuffi sapeva che Pio II l'aveva accusato di aver ripudiato la
primamoglie,avvelenatalaseconda,strangolatalaterza.Edanche
per papa Piccolomini, il bibliotecario riminese ha pronte le
risposteindifesadiSigismondo.Laprimamoglieeralafigliadel
Carmagnola:rifiutdisposarladopolacondannaamortedelfuturo
suocero (1432). Per Ginevra d'Este, la seconda (ma in realt la
primaadessereimpalmata),ilsospettodiunamortepervelenofu
diffusodaiparentidelCarmagnola.CircaPolissenaSforza,Garuffi
spiega che se anche l'avesse fatto, Sigismondo avrebbe agito per
giustaragionediStatoavendoleirivelatoalpadre,inlettere
intercettate dal marito, alcuni militari segreti del consorte.
Infine Garuffi scrive che Isotta era stata sposata da Sigismondo,
quindinonsipotevadefiniresuaamante.
NellepaginesuccessiveGaruffipassaalladifesadelTempio,conla
descrizione delle singole cappelle, riservando la conclusione al
problemadellascrittasullatombad'Isotta(D.IsottaeAriminensi
B.M.sacrum.MCCCCL).QuelD.staadindicareDominaeenon
Divae come aveva interpretato Wadding. Ma se anche fosse come
proponeva lo storico francescano, spiega Garuffi, non ci sarebbe
nulla di male, perch chiamare diva Isotta significava soltanto
usare un titolo degno per la moglie di un principe, senza alcun
sentore di gentilesimo, cio di paganesimo. (Sul B. M. gli
studiosi si sono sbizzarriti: beata o buona memoria, oppure
benemerita.)
Lavicenda
diIsotta
Fortunatamente Wadding non sapeva quanto scoperto nel 1912 da
Corrado Ricci. La discussa iscrizione per Isotta era stata
sovrapposta ad un'anteriore, ancora pi compromettente: Isote
ariminensi forma et virtute Italiae decori. MCCCCXLVI. Era di
un'audacia scandalosa quel decoro d'Italia riservato ad una
giovinettacomeIsottacheavevacircatredicianninel1446,quando
fusedottadaSigismondomentr'eraancorvivalamogliePolissena.
IsottanellostessoannoconcepdaSigismondounfiglio,Giovanni,
chemorinfasceil22maggio1447.
Wadding ricorda che origine e genealogia riminese dei Malatesti
erano state riassunte da fra Leandro Alberti in una sua opera
(Descrittionedituttal'ItaliaeIsolepertinentiadessa,1550).
Leandro Alberti osserva: Sigismondo fu valoroso capitano de i
soldati,elasuavita statadescrittadaPioIIchenarrai
suoivitij,etoperemalfatte,anchesenell'ultimodisuavita,

16

chieseperdonoadIddioconlagrimedeisuoierrori,etpassdi
questavitadabuonChristiano.Neppureunaparolaperilnostro
Tempio c' in fra Leandro, il quale invece per Malatesta Novello
spiegacheessendoletterato,etvirtuosoedificquellasontuosa
libraria nel monasterio di San Francesco di Cesena, ove pose
nobilissimilibrituttiincartapecora,eamanoscritti,etornati
dibellimini.
L'anonimo
mascherato
AGaruffinellostessoanno(Rimino,15dicembre1718)rispondeun
anonimoconaltraLetteraastampa,prendendoledifesedipadre
Wadding e presentandosi come Minore Osservante: una minuziosa e
pedanterequisitoriacontrolapresuntareligiosit diSigismondo,
incuisirichiamanoaltriautoririminesicheinpassatoavevano
accettatosenzafareunapiegal'accusadieresiarivoltaglidaPio
II.
L'anonimocorreggeerrorididatazionecommessidaGarufficircale
mortidellemoglidiSigismondo;rispolveralavicenda(leggendaria)
delfratemartirizzatopernonaverglivolutorivelareisegretidel
confessionale di una sua sposa; ed aggiunge come ciliegina sulla
tortacheicesenatisospettavanoilsignoreriminesed'averaiutato
nel1432lamortedelmitefratelloGaleottoRoberto,comepremessa
alla ripartizione del potere con Novello [su cui vedi Ponte,
7.9.2003].
Dopobennoveanni,nel1727,Garuffirispondeall'Anonimoconaltre
citazioni alle contestazioni che gli erano state indirizzate, e
discutendo secondo lo spirito del tempo sul valore dei simboli
presentinellachiesadisanFrancesco.Lanotiziapicuriosa,in
questa Seconda lettera, Garuffi la riserva all'Anonimo: non sei
deiMinoriOsservanti,glidice;sopercertocheappartieniadun
altroordinereligioso.
L'egregioscritto
diMazzuchelli
L'attenzionesulTempio,edinparticolaresullafiguradiIsotta,
si riaccende nel 1756 quando nella Raccolta Milanese appare uno
scritto (Notizie intorno ad Isotta da Rimino) del bresciano
Giammaria Mazzuchelli, in cui citata una Cronica a penna in
pergamena,chetuttaviasiconservanell'Archiviode'PadriMinori
ConventualidiS.FrancescodiRiminocompostadaFr.Alessandroda
Rimino Proccuratore di quel suo Convento. Frate Alessandro vi
definisceSigismondoIniquusPrinceps,ericordachecostuiprese
comemoglieIsottaquacumpermultosannosliberesinematrimonio
vixit.
Mazzuchelli, circa le nozze di Isotta con Sigismondo, ipotizza il
principio del 1453, quando lui le regala abiti e gioielli. E
sottolinea che il Malatesti negava di aver contratto segretamente
talematrimonio.DalqualenasceAntonia,poimaritataconRodolfo
Gonzaga. Nel freddo Natale del 1483 il consorte la raggiunge nel
castello di Luzzara. Un ebreo favoritissimo a corte gli ha fatto
credere adultera la giovane moglie. Rodolfo Gonzaga aggredisce
Antoniaelatrascinaamorirenelgiardinoricopertodineve.
CircaleNotiziediMazzuchelli,ricordiamoilgiudiziodatoneda
Augusto Campana (1951): Piccola cosa se si vuole, ma veramente
egregia e primo lavoro monografico moderno di argomento
malatestiano. Campana ricorda la collaborazione che Mazzuchelli
aveva ricevuta dal nostro Giuseppe Garampi il futuro cardinale e
unodeipigrandifiglidiquestacitt.
Mazzuchelli,vaaggiunto,avevaringraziatonelsuotestosoltanto
ildottorGiovanniBianchidiRimino(IanoPlanco)ilqualegli
avevafornitovarienotizie,dandoincisaggioegualmentedella
suagentilezza,chedellasuasingolareerudizione.
Planco,quandorecensiscesulleNovelleletterariediFirenzeil
lavoro di Mazzuchelli, scrive d'aver inteso che privatamente sia

17

statoora,nonhamolto,apertoinRiminiilsepolcrodiIsotta.Ne
nasceunapolemicadicuisigiquidettoqualcosa(Tempio,il
segreto delle tombe, 12.1.2003). E su cui si potrebbe ritornare
aggiungendoaltricuriosiparticolarisuivelenosieruditiriminesi
delsecoloXVIII.
["ilPonte",5.10.2003/35]

18

Eruditiemaldicenti.
1756,contestatalariaperturadegliavellinelTempio.
Il22luglio1756padreFrancescoAntonioRighini,procuratoredei
MinoriConventualidiSanFrancesco,aprefurtivamentel'Arcadegli
Antenati, nella cappella della Madonna dell'Acqua al Tempio
malatestiano. Con s porta quale esperto il pittore Giambattista
Costa, e come tecnici due muratori: quello che entra all'interno
dell'Arca, ne scompiglia i poveri resti. Il 15 agosto Righini
ispeziona le casse di marmo nella fiancata esterna destra alla
presenza di alcuni testimoni, ed il giorno successivo il sepolcro
d'Isottadavantiadodicipersone.
Il francescano compie l'esplorazione degli avelli proprio mentre
architettauncolpoconcuisperadidiventarefamoso.Imbrogliale
carte sulla storia della beata Chiara da Rimini, ed inventa la
scopertad'unmanoscrittodatato1362,raschiandoladataoriginale
del1685.
LasuaimpresaalTempiononpiaceamoltiincitt.Lecritichegli
piovonoaddossoabbondantemente.Il19agostopadreRighiniscrivea
GiuseppeGarampi,prefettodell'ArchivioSegretoApostolicoVaticano
estudiosodimeritatafama.Invocaunaspecied'assoluzioneperla
suainiziativa.Gliconfidad'averagitosoltantopercuriosited
alloscopodiporreconognisinceritilverodellaStoriadici
checoncernequestonostromagnificoTempio.

Incerca
dinotizie
Righini con Garampi non usa la stessa sincerit e non ricorda
tutto il vero. Tralascia la visita fatta il 22 luglio all'Arca
degli Antenati. Cita solamente la seconda esplorazione dell'Arca,
svolta il 16 agosto dopo quella nella tomba d'Isotta. In
quest'occasionenell'Arcasivedesoltantounmucchiod'ossaconfuse
fraglistracci,grazieall'imperiziadiquelmuratorepasticcione.
Righinisapocoonulladellastoriaillustredellachiesadicui
custode.Lodimostraquando,nellastessamissiva,chiedeaGarampi
di suggerirgli qualche notizia particolare attorno a questo
nostro Tempio, da inserire nella rozza composizione che gli
statarichiesta,ovverounastoriadelMalatestiano.Unsuocompagno
d'avventura, il filosofo e naturalista Giovanni Antonio Battarra,
scriver in una Lettera a stampa (Milano, 1757) che in citt
attornoalletombedelTempiocorrevanodueopposteopinioni.C'era
chi, seguendo la tesi di Giuseppe Malatesta Garuffi (16551727),
ritenevachenellamaggiorpartediessevifosseroleceneridei
'titolari'. Altri invece sostenevano che fossero vuote. Righini,
secondo Battarra, si era mosso per decidere chi dei due partiti
avesseragione.

Ilmistero
d'unsilenzio
IlsilenziodiBattarrasulprogettodelfrate(discriverequalcosa
sulla vicenda secolare del Tempio), s'accompagna a quello sullo
stessopadreRighinimaicitatonellaLetteramilanese.Battarra
riferisce vagamente di alcuni Galantuomini che la sera del 15
agosto si portarono a que' Monumenti di Marmo che sono nella
facciata laterale del Tempio dalla parte di mezzod. Resta un
misteroperchnonindichiilnomedelfratecomeideatoreditutta
l'impresa. Neppure nelle note alla Lettera, curate da un suo
allievo(EpifanioBrunelli),siparladipadreRighini,masicita
vagamenteunPromotoredell'iniziativa.
Battarra(comelostessoRighini)inizialaLetteradal15agosto,
'dimenticando'l'anteprimadel22luglionell'ArcadegliAntenati.
L'ha ricordata invece in una Relazione manoscritta inviata

19

nell'estatedel1756adalcuniamici,tracuilostessoGarampiche
la conserv a noi posteri. Pu essere stato lo stesso Righini a
suggerireaBattarraditaceresul22luglio.

L'accusaincitt:
troppoaudace
Righini, il 19 agosto, con Garampi osserva che restava da aprire
soltantounaltrosepolcro,quellodiSigismondo:selacuriosit
mitrasporterafarlovogliofarlocontuttalapuliziapossibile,
cercando di avere presenti il vicario generale della Diocesi, il
notaio ed altre persone graduate per testimonj. Il desiderio di
agire, per cos dire, alla luce del sole e con tutta la pulizia
possibile, nasce dalla volont di mettere a tacere le malelingue
chelohannotacciatopertroppoaudace.PadreRighiniconfidaa
Garampi di non curarsi per dei latrati insussistenti e vani
indirizzati alla propria persona. E precisa d'aver agito colla
licenza del vicario generale della Diocesi e del Religioso
superioredell'Ordineacuiappartiene.
Finalmente il 21 agosto c' la ricognizione alla tomba di
Sigismondo,acuiconcorronopiditrentaamicidipadreRighini.
Ilvicariononinterviene,masipresentailCapoconsoleprotempore
Lodovico Battaglini. L'assenza del vicario, il canonico Francesco
Maria Pasini (futuro vescovo di Todi ed educatore, un po'
sfortunato, di Aurelio Bertla), interpretata come un modo
elegante per non approvare un'azione sulla quale gli avversari di
padreRighiniavanzavanodubbicircailrispettodialcunenormedel
Dirittocanonico.
Garampi conosce dunque tutti i particolari della vicenda
malatestiana soltanto dalla Relazione manoscritta di Battarra,
contenente il racconto completo delle esplorazioni, a partire
propriodal22luglioedall'ArcadegliAntenati.Dalconfrontotra
questa Relazione di Battarra (senza data) e la lettera del
francescano,GarampipotevadedurrechepadreRighiniavevavoluto
nasconderel'attoinizialedellasuaimpresapernonapparirequello
sprovvedutocheapertamentesiconfessavaconilsuosilenzio.Il5
settembre Battarra (provetto disegnatore ed incisore) invia a
GarampiunabbozzodelcadaverediSigismondo.

IldottorBianchi
sioffeso
QuandopadreRighiniscriveaGarampideilatratiinsussistentie
vani rivolti contro la sua persona, sa con certezza chi poteva
accusare: Giovanni Bianchi (Iano Planco), medico, naturalista,
docente di Anatomia umana a Siena dal 1741 al '44, e rifondatore
dell'AccademiadeiLinceinel'45.SecondoBattarra,ilsuomaestro
Bianchi era fra quanti militavano nel partito dei cenotafi, cio
delletombevuote.Bianchisel'presaamaleperchstatotenuto
fuoridall'impresa.Ineffetti,incitteglieral'unicocheper
dottrinaedesperienzafosseingradodiesprimereconsapevolmente
un parere scientifico e storico sull'esplorazione agli avelli del
Tempio. Alla quale fu presente un suo ex allievo, il medico
Giambattista Brunelli, fratello di Epifanio, assieme al collega
GirolamoGrassi.

Ignoranti
edipocamente
QuandopubblicasulleNovelleletterariediFirenzeunarecensione
delleNotizieintornoadIsottadaRiminodiGiammariaMazzuchelli
[vediPassionimalatestianedel1718,Ponte,5.10.2003],Bianchi
sottolineaconstudiatamaliziad'averappresocheilsepolcrodella
donnadiSigismondoerastatodapocoapertoprivatamente.

20

A Bianchi scrivono lo stesso Mazzuchelli ed alcuni redattori


editorialidiVenezia,persapernequalcosadipi.Luirispondea
tutti, ma prima di avviare le missive al corriere, le legge
pubblicamenteincitt.CelofasapereBattarrainunaletteradel
7 maggio 1757 ad un suo corrispondente, Ferdinando Bassi: Bianchi
sostiene che quei sepolcri sono stati aperti privatamente da un
Fraticelloignorantechesiunitoconalcunidipocamenteeche
nottetemposonoandatiafrugacciarenelletombe.Allaletturadi
questemissive,Bianchiaccompagnacommenticordialmenteosceniin
faccia allo stesso Battarra ed agli altri della compagnia di
Righini.

Unostile
davillano
BattarraprotestaconGiovanniLami,direttoredelleNovelleper
larecensionediBianchidovesiparladell'esplorazionedellatomba
diIsottafattaprivatamente,egliinviaunarelazionedidette
aperture, che pubblicata il 29 aprile 1757, e che provoca la
furiadeldottorBianchi.QuestaletteradiBattarraaLamiport
Alessandro Tosi (1927) ad attribuire a Battarra medesimo la
paternitdeltestoapparsosulleNovelle.
Lo stile di questo scritto non per quello di Battarra. Fra le
espressioniusate,echeBianchicritica(perluisonoparoleda
villanidelnostrocontado),ven'unachesiriferisceall'Arca
degli Antenati: in mano ad un cadavere giudicato di donna, fu
trovataunaramad'ulivo.Battarraneltestoinviatomanoscrittoa
Garampihascrittocorrettamente:inmanounramod'Ulivo.Proprio
nellenotediEpifanioBrunelliallaLetteramilanesediBattarra,
apparelastessaespressionecensuratadaBianchi:unaramad'ulivo
inunamano.Puesserequestalaprova(stilistica)perattribuire
loscrittofiorentinononaBattarramaadEpifanioBrunelli.
DalfattochelaRelazioned'aperturad'Avellisiastatainviataa
Firenze da Battarra, non deriva nulla circa la sua paternit
letteraria. Battarra conosceva Lami, delle cui Novelle Epifanio
Brunellidiventercollaboratoresoltantosuccessivamente.Nel1759
EpifanioBrunellivipubblicalarecensioneproprioallaLettera
milanese di Battarra, senza avvisare quest'ultimo (il quale, nel
frattempo,neavevainviataaLamiunadisuopugno).

Coseinfami
daforca
Il dottor Bianchi reagisce duramente alla Relazione. Con
Mazzuchellidichiarerchel'haelaborataBattarra,dopoaverletto
nella seconda edizione delle Notizie su Isotta dello stesso
Mazzuchelli (1759), che essa era d'altra penna da quella di
Battarra.BianchiinviavarielettereaLami,sostenendochequello
scritto portava disonore alle Novelle, e che esso era stato
composto male e scioccamente soltanto per combattere la sua
affermazione fatta sull'apertura della tomba d'Isotta compiuta
privatamente. Questi signori, scrive Bianchi, hanno commesso il
reatodiviolazionedisepolcro,coseinfamichehannoinoltrecon
slapenadellaforca.
BattarraconilsuocorrispondenteBassi,il21giugno1757osserva
che Bianchi lo ha colpito con un esercito d'impertinenze, ed
diventato s fanatico da farsi compatire dappertutto, e da
divenireinavvicinabile.Mail29settembreBattarraricorrealui,
per chiedergli una visita urgente al padre aggravato dal mal
d'orina.Pacefatta.
Secondo Battarra, il dottor Bianchi aveva giudicato il mancato
invito alle esplorazioni nel Tempio al pari d'un delitto di lesa
maest.AlnipotediBianchi,Girolamo(anch'eglimedico),Battarra
confida:suoziosel'presaconme,edilmaggiormiodispiacere
di vederlo rendersi pressocch ridicolo e puerile. Giovanni

21

Bianchiinterpretalavicendainmododiverso.Rammentachecinque
anniprima,propriodagliecclesiasticiriminesi,statomontatolo
scandalo per la sua lettura ai Lincei del discorso sull'Arte
comica,messopoiall'IndiceconunaproceduracheGiuseppeGarampi
giudicrapidaedimprovvisa.Pernondirequasiirregolare.
["ilPonte",19.10.2003/37]

22

RitrovatiiMalatestideiLincei.
Sonocopiediletteredel1700inGambalunga.
In tre recenti articoli (Tempio, il segreto delle tombe, 12
gennaio 2003; Passioni malatestiane del 1718, 5 ottobre; ed
Eruditiemaldicenti,19ottobre),abbiamodocumentatol'interesse
dimostrato dalla cultura italiana e riminese del Settecento nei
confronti della storia dei Malatesti e del Tempio voluto da
SigismondoPandolfo.Unnomechericorrespessoinquegliscritti
quellodiGiovanniBianchi(IanoPlanco)chenellasuaAccademiadei
Lincei parl ripetutamente degli antichi Signori della citt.
L'argomento non mai stato trattato negli studi che toccano le
vicende malatestiane e gli sviluppi della cultura settecentesca
locale.
ILinceiriminesiriservaronotredissertazioniaiMalatesti.Il30
aprile 1751 si d lettura di sette epistole di Roberto Malatesti
(1479).Successivamente(forseil7maggiodellostessoanno),segue
un'epistoladiLeonidaMalatestidel1546.Infineil17marzo1752
Bianchi presenta sei missive del governo di Firenze inviate ai
MalatestidiRimini(13781400),ericopiatedaLodovicoColtellini
dauncodicemanoscrittodiColuccioSalutati(13311406),esistente
pressolaBibliotecaRiccardianadiFirenze.
ColtellinitrasmetteaBianchiquestecopieil29gennaio1752:La
pregodicommunicarleopportunamente,allanostraAccademiaLincea,
ai soci della quale cost dimoranti, mi ricordo servidore
ossequiosissimo. Alle copie, Coltellini premette una breve
presentazioneincuieglidichiaradicomunicarleaivirtuosissimi
Signori Accademici Lincei di Rimino, comecch appartengono
all'istoriadiquellaillustrecitt.
Lecopie
diSalutati
Della radunanza lincea del 17 marzo 1752, sono rimaste due
annotazionidimanodiBianchinelfasc.222delFondoGambetti,
Miscellanea Manoscritta Riminese in Biblioteca Gambalunga. Nella
primaspiegatal'originedellecopiefornitedaColtellini:cio,
ilcodicescrittodalcelebreColuccioSalutati,poipossedutoda
Pietro Crinito, o sia del Riccio, altro famoso Segretario della
medesimaRepubblicafiorentinacomelostessoSalutati.
Nella seconda annotazione si legge: Giacch per incidenza questa
sera s' fatta onorata menzione de' Signori Malatesta, che erano
fautoridelleLetteregrecheelatine,ed'ognialtracosaascienza
e ad erudizione appartenente, e massimamente tra questi Carlo
MalatestaSignorediquestaCitt,chefucognominatoilCatonede'
suoi tempi, e Sigismondo, e Malatesta Novello suoi Nipoti, uno
Signore di Rimino, e l'altro Signore di Cesena, che favorirono
amendue le Lettere in un grado eccellente, come dalle scelte
Libreriechefondarono,edagliuominiillustriinLettere,cheappo
ebbero manifesto,ioviriferiroGraziosiuditoriunalettera
del Sig. Dott. Lodovico Coltellini di Firenze nostro Accademico
Linceo, colla quale egli ci manda un sonetto d'un tal Pandolfo
Malatesta ad un tal Messer Andrea lasciando a noi la cura
d'investigare chi fosse questo tal Pandolfo giacch moltissimi di
questa famiglia Malatesta, e Signori, e non Signori della Citt
nostraconuntalnomediPandolfofurono.
L'avvocato cortonese Coltellini (17201810) era stato nominato
accademico Linceo nel 1750. Fu dotto e polemico corrispondente di
Bianchi. Giovanni Lami, direttore delle Novelle letterarie
fiorentine, lo classific in una lettera allo stesso Bianchi come
unbirro,edunaspia,chenonpossopatire.Nel1757Coltellini
farascrivereBianchiall'AccademiacortonesediBotanicaeStoria
Naturale,dellaqualeerasegretario.
Gambettisvela

23

ilmistero
Le due pagine del fasc. 222 sono state il punto di partenza per
rintracciare le lettere malatestiane di cui esse parlano. Abbiamo
anzitutto consultato il fascicolo contenente le missive di
ColtelliniaBianchi,senzapertrovarviquellaconlecopiedelle
lettere malatestiane presentate ai Lincei. Un funzionario, nella
Salachiusadeimanoscrittidoveconservatouncatalogogenerale
nonaccessibilealpubblico(quelloadisposizionedegliutentinon
completo),hafattounaricercaconesitonegativopartendodalla
voceColtellini.
AlloraabbiamopresovisionedelleprezioseSchedeGambetti.Qui
alla voce Coltellini abbiamo trovato due informazioni. La prima
(conosciuta) circa le ricordate lettere a Bianchi; e la seconda
(inedita, nella scheda 114) sulla missiva di Coltellini a Bianchi
del29gennaio1752,concopiadivarieletteredellaRepubblica
FiorentinaaiSignoriMalatestadiRimini.
Riproduciamoiltestocompletodellascheda114,conl'elencodelle
lettere malatestiane: Il Coltellini le copi dal codice cartaceo
della Libreria Riccardiana segnato M II n 3. La prima diretta
Domino Galeotto de Malatestis. Florentiae die XI Augusti 1378. La
secondadirettaallostesso.Florentiaedie9Nov.1738.Laterza
diretta Karolo et Pandolfo de Malatestiis Florentiae die 10
Aprilis1390.LaquartadirettaGhaleotoBelfioreFlorentiaedie5
Junii VII Ind. 1399. La quinta diretta Karolo de Malatestiis
Florentiaedie5Junii1399VIIInd.LasestadirettaKarolo,et
FratribusetaliisdeMalatestiis.Florentiaedue7Junii1399.Mss.
Sc. V. 48. Quest'ultima indicazione (Mss. Sc. V. 48) documenta
che in Gambalunga nel corso dell'altro secolo, le lettere
malatestianefuronotoltedalfascicolodellemissivediColtellini
aBianchi,edinseritediversamente.Madoveecome,seilnomedi
Coltellininonelencatonelcatalogogeneraleriservato?
Nelcatalogodeimanoscrittigambalunghianiaccessibileatutti,se
nullac'sottoilnomeColtellini,invecesottoquellodiColuccio
Salutati, autore della prima trascrizione, con la segnatura ms.
414 appare elencato il materiale che cercavamo: la missiva di
Coltellinidel29gennaio1752eletrascrizionidelleseilettere
malatestianeletteneiLincei.DallamedesimamissivadiColtellini
a Bianchi si ricava che pure le precedenti epistole malatestiane,
letteneiLinceiindueprecedentiadunanze,eranostateinviateda
Coltellini al medico riminese. Ma di esse non siamo riusciti a
trovarealcunatraccianeglischedarigambalunghiani.
Liteerudita
conungesuita
Nella stessa radunanza del 17 marzo Bianchi present anche una
LetteraadunamicodiFirenzeintornovariecosed'Antichit,poi
pubblicatasulleNovellefiorentine: un'accesapolemicacontro
l'autore(anonimo)dellaStorialetterariad'Italia,ilcuiprimo
volume era apparso due anni prima (1750) a Venezia, con una
citazionecriticadiunoscrittoarcheologicodellostessoPlanco,
dicuisidiceva(senzanominarlo)cheeraunmedicoalqualeera
saltatoincapodifardaantiquario.Bianchisidifesesostenendo
cheimiglioristudiosid'Antiquariaeranostatipropriodeimedici
comelui.L'autoredellaStorialetterariailgesuitaFrancesco
AntonioZaccaria(17141795).EpurePlancolosapevabene.
NellarispostaaZaccaria,Bianchisostienecheperfareunastoria
letterarianoncivuoleilsolocapitalediquattrociancevolgari
come accaduto nell'opera veneziana, ma bisogna essere versato in
tutte le scienze, e in oltre bisogna sapere bene le lingue de'
Dotti, vale a dire la Greca, e la Latina, ed anche le antiche
d'Oriente, non meno che molte delle moderne d'Occidente. Infine,
per poter pi liberamente attaccare l'autore della Storia
letteraria, Planco sostiene che non potevano essere tali n
Zaccaria n alcun altro padre gesuita perch nessun seguace di
sant'Ignazio avrebbe potuto scrivere in quella forma e con tanta

24

ignoranza,inquantoiGesuitisonopersonedotteecolte,chesi
pregianopichealtrodiusareciviltegentilezzaconognuno,non
checoniLetterati,chenonglihannomaioffesi.
Bianchiscrivevadisospettarequalcunodeisuoisolitisaputelli
calunniatoricheavevanoagitosempredaanonimioconnomifinti.
Plancoriconoscechenegliultimiduetomiquell'autore(Zaccaria)
pareunpocopimoderatoversolasuapersona,anchesedimostra
d'avere ancora una certa rabbietta, ed amarulenza, dato che non
parlamaibenediluisenonamezzabocca,equasiperforza.
Bianchi definisce l'autore della Storia letteraria come un
miserabile copista da novelle e giornali, non veggendo egli mai
alcunacosanell'originale.Edaggiunge:ecrediamoconalcuni,i
quali giustamente pensano, che sia meglio esser biasimato da lui,
chel'esserlodato.
Chistudia
nonodia
Planco, parlando di quella certa rabbietta, ed amarulenza, si
riferivaaquantoapparsonellaStorialetterariadel1751,dove
ZaccariaavevarichiamatounoscrittodelseneseGiovanniGirolamo
Carli contro Bianchi, in cui si sosteneva che il medico riminese
quandofuprofessored'AnatomiaaSienanonincontrmoltoilgenio
di que' Cittadini. Per la verit, Carli aveva pure scritto in
difesadiBianchi,accusatodiconosceresoltantoquattroparoledi
greco:BuonoperlanostraToscana,secifosseroduedozzinedi
personechesapesserodiGrecoquantoilSignorDottorBianchi.
ApropositodelloscrittodiCarli,Zaccariaosservavacheessoera
caratterizzato da uno stile un po' amaro, aggiungendo: Noi
vorremmo,chegliscrittoricristianinoninparole,maco'fattisi
mostrassero persuasi della verace carit, che dall'altre sette ne
deepichealtracosadistinguere.Diquestaregola,perZaccaria
non rispettoso proprio con Bianchi, laddove osserva che il
gazzettierefiorentinopubblicavalenotizieinviateglidalriminese
perriempiresenzamoltasuafaticaiproprifogli.
Nel novembre 1763 Zaccaria entrer con Bianchi in un cordiale
rapporto epistolare, durato sino al giugno 1768. Nella sua ultima
lettera,ZaccariadefiniscePlancounletteratoscelebre.Nella
primagliavevadetto(inlatino),tantopercominciardiscorso,che
puravendoloqualchevolta(masenzamalevolenza)contestatonella
Storialetteraria,tuttavialoavevasempreconsideratouomodalla
dottrina molteplice e di grande valore, non facendo finta di non
riconoscerla.Echeseloavevaattaccatoerastatosoltantoperch
Planco era in strettissimo legame con il loro assai aspro
persecutore, cio il responsabile delle Novelle fiorentine
Giovanni Lami. Bianchi rispose (sempre in latino) con spirito di
riconciliazione, che era stato amico e non socio di Lami,
aggiungendo per chiudere il discorso: Litterae in honestis
hominibusveruminimicitiamnonpariunt,glistudiletterarinelle
personeonestenongeneranorisentimenti.
LapaginapigustosascrittadaZaccariacontroBianchiquellain
cuiparladelladisputasulmalvagioRubicone(Annaliletterarj
d'Italia, 1762): Se Roma ha gi decisa la lite per questa rara
cosa tra' Riminesi, e Cesenati, e ha condannati nelle spese
quest'ultimi,iovorreivedereimpostaunabuonamultaacoloro,che
con fogli, libri, libercoli, Dissertazioni, Scritture osassero di
pi infestare l'umana generazione sopra questa controversia,
teruntii, flocci, e nihili eziandio, cio di poco, anzi di
nessunissimovalore.
["ilPonte",21.12.2003/46]

25

Sigismondoilterrorista.
Fu accusato nel 1461 di spingere Maometto II contro
Roma.
Nei fatti della Storia come nei romanzi gialli o nelle indagini
poliziesche,idettaglivannoraccoltieraccontaticonattenzione.
Essiaiutanoacomprendereunpersonaggio,aricostruireunavicenda
collettiva, a tessere o decifrare una trama che altrimenti
resterebbelontanaeconfusacomeunpaesaggioremoto.Ilquale,se
affascinanellasuasommariasintesi,nonoffreperlapossibilit
didescrivereitratticaratteristicidelsuoterritorio.
Partiamo da un notizia di cronaca, prima di entrare nel merito
dell'argomento.LondrahadirecenteospitatoallaRoyalAcademyof
Arts una mostra intitolata Turchi, un viaggio lungo mille anni.
Tra i pezzi in mostra c'era il ritratto di Mehemed (Maometto) II
attribuitoaShiblizadeAhmededeseguitonel1480.MaomettoIIera
natoadAdrianopoli(Edirne)nel1430,emornel1481.Il29maggio
1453, conquist Costantinopoli ponendo fine al millenario impero
bizantino.
L'anticaBisanzioavevacambiatonomenel330quandoCostantinovi
pose la sede imperiale (prima detta Roma Nuova poi
Costantinopoli). Nel 293 il riordinamento dell'impero voluto da
Diocleziano aveva creato la doppia capitale, per un pi capillare
controllodeiterritori:Nicomedia(Izmit)perlostessoDiocleziano
che guidava la parte orientale, e Milano per Valerio Massimo che
governavaquellaoccidentale.AMilanoemanatonel313l'Edittodi
tolleranza.
LariformadiDioclezianoprevedeoltreaidueAugustialtrettanti
loro vice destinati a succedergli: sono i Cesari, Galerio per
l'Oriente (residente a Sirmio nell'Illiria) e Costanzo Cloro in
Occidente (residente a Treviri nella Gallia e ad Eboracum in
Britannia).Romadiventacosunnomevuoto.
TraOccidente
edOriente
Nel 476 con la deposizione di Romolo Augustolo, ultimo imperatore
d'Occidente, si apre una nuova fase storica. L'eredit latina
sopravviveadOrienteconibizantini.InItalia,Gallia,Spagnaed
Africa nascono i regni romanobarbarici. Inizia formalmente quel
medioevochesifaconcludereconlascopertadell'America(1492)
o con la conquista nel 1453 di Costantinopoli (che diviene
Istanbul), quando all'impero bizantino subentra l'ottomano che
crollaalterminedellaprimaguerramondiale(19141918)assiemea
quelliaustriaco,tedescoerusso.
Nel 553 i bizantini stabiliscono il loro dominio sulla nostra
penisola,conl'esarca(governatoremilitareecivile)cherisiedea
Ravenna, nella regione detta Rmania (da cui Romagna). Rimini fa
parte della Pentapoli marittima con Pesaro, Fano, Senigallia ed
Ancona. Queste citt nell'ottavo secolo passano allo Stato della
Chiesa,natoperl'interventodeiFranchiinItalia(chiestonel754
dapapaStefanoII).
Nel1453Costantinopoli unacittspopolataeindecadenza.Con
MaomettoIIridivieneuncentrofiorente,abitatodaunapopolazione
multirazziale e plurireligiosa. Per numero di residenti e per
importanzacommercialeessasuperaqualsiasialtracittdelmondo
musulmanoecristiano.Maomettonel1456sconfittoaBelgrado,e
tre anni dopo conquista il Peloponneso, Trebisonda (ultimo stato
bizantinoancoraautonomo),partedell'Albania,lecoloniegenovesi
diCrimeaelaSerbia.Lasuaultimaimpresamilitarenel1479la
campagnad'Ungheriachesiconcludeconunasconfitta.
La caduta di Costantinopoli del 1453 provoca forte tensione
internazionale. Papa Niccol V emana una bolla in cui si parla
dell'avvento della bestia dell'Apocalisse avanguardia
dell'Anticristo.Lealtrepotenzepoliticheinvecepensanosoltanto

26

agliaffari.Lelororeazioni,statoosservatodaCorradoVivanti,
furonosoltantosentimentalioretoriche.Nonvadimenticatochei
cannoniusatiperespugnareCostantinopolieranostaticostruitida
uningegnereungherese.
ARimininasce
ilTempio
Il1453anchel'annoincuiprendeformailTempioriminesecon
l'innalzamento delle pareti esterne secondo il disegno di Leon
BattistaAlberti.DueanniprimaPierodellaFrancescahafirmatoe
datato l'affresco nella cella delle Reliquie, ed il primo maggio
1452 stata consacrata la cappella di san Sigismondo re di
Borgogna,lacuistatuaoperadiAgostinodiDuccio.
In quell'affresco (interpretazione laica di un soggetto di
devozione,secondoRobertoLonghi),SigismondoPandolfoMalatestifa
celebrare il proprio protettore con le fattezze dell'omonimo
imperatore(13681437)ilqualenel1433erastatoincoronatoaRoma
ed aveva visitato Rimini, concedendo il 3 settembre la sua
investituraallostessoSigismondoedalfratelloMalatestaNovello.
La conquista di Costantinopoli, provoca sgomento nel mondo
cristiano, mentre l'Islam esulta dall'Andalusia all'India. Il
vescovodiSienaEneaSilvioPiccolomini(futuroPioII,egrande
avversario del nostro Sigismondo) scrive a Niccol V: Pudet iam
vitae, feliciter ante hunc casum obiissemus!, mi vergogno di
vivere,almenofossimorto.NiccolVsiconverteallospiritodi
crociata contro i turchi. La spada dei turchi pende ormai sulle
nostreteste,enoicifacciamolaguerral'unl'altro,scrivelo
stessoPiccolominialcardinaleefilosofoNiccolCusano.
Il18aprile1454VeneziastipulaunaccordoconMaomettoII.Pochi
giorniprima,il9aprile,statafirmatalapacediLodifragli
Stati italiani, favorita da una generale spossatezza e dalla
conclusione della guerra dei Cento anni (1453) che rendeva
disponibilelaFranciaaduninterventoinItalia.TraStatieuropei
edimperoottomano,secondoLucianoCanfora,dal1453almenofino
al tempo del Bonaparte s'instaura un rapporto caratterizzato dal
massimo di retorica demonizzante in Occidente, e sull'altro
versantedalmassimodispregiudicatezzadiplomatica.
Su questo scenario internazionale va collocato il dettaglio che
riguarda Sigismondo. Siamo nel 1461. Maometto, tramite
l'ambasciatorevenetoinEgitto,ilnobileGirolamoMichiel,chiede
al signore di Rimini il favore d'inviargli Matteo de' Pasti per
farsi ritrarre. Matteo si trovava nella nostra citt dal 1446,
gelosamente custodito da Sigismondo (come scrisse nel 1909
GiovanniSoranzo),perlavorareall'internodelTempio.Matteode'
Pasti soprattutto noto grazie alle medaglie che ritraggono lo
stessoSigismondoedIsotta.
SigismondodibuongradoaccettalarichiestadiMaomettoII,acui
invia tramite lo stesso Matteo una lettera in latino composta da
Roberto Valturio, il suo pi dotto e benemerito segretario,
accompagnandolaconildonod'unacopiadelDeremilitariopera
dellostessoValturio,famosaancoroggiperl'elogiodelMalatesti:
... tu, o Sigismondo, che nella difesa della religione e nel
certamedellaglorianonseiinferioreaipiillustricondottieri
edimperatori,dopolaconclusionedellaguerraitalica,nellaquale
hai sconfitto ed annientato tutti i nemici grazie all'invincibile
ardimentodeltuoanimo,volgendoilpensierodallearmiaipubblici
affari,conibottinidellecittassediateesottomesse,confidando
nella somma religione del santissimo e divino Principe, hai
lasciato,oltreaisacriedificipostiatremigliadallacittsul
monte e dinanzi al mare, quel Tempio famoso e degno d'ogni
ammirazione,edancheunicomonumentodeltuonomeregale,entrole
mura,alcentrodellacitteneipressidelforo,costruitodalle
fondamenta e dedicato a Dio, con tanta abbondanza di ricchezza,
tantimeravigliosiornamentidipitturaedibassorilievi,dimodo
che in questa famosissima citt, quantunque si trovino moltissime

27

cose degne d'essere conosciute e ricordate, niente vi sia di pi


importante,enientechedipisiastimatodavedere,soprattutto
per la grande vastit dell'edificio, per le numerose ed altissime
arcate,costruiteconmarmostraniero,ornatedipannellidipietra,
e nelle quali si ammirano bellissime sculture ed insieme le
raffigurazioni dei venerabili antenati, delle quattro virt
cardinali, dei segni zodiacali, dei pianeti, delle Sibille, delle
artiedialtremoltissimenobilicose.
LamissionediMatteode'Pastinonvainporto.Nelnovembre1461
catturato in Candia e condotto a Venezia dove lo processano
riconoscendoloinnocente(epertantolorilascianoil2dicembre).
DaVeneziasidiffonde(tramitelacortemilanese)lafalsanotizia
cheSigismondoavevacercatodicontattareMaomettoperesortarloa
venireacombattereinItalia.IlnuovopapaPioIIchestavaallora
esaminando la posizione di Sigismondo (sar scomunicato il 27
aprile1462),dellostessoparere.
Secondo Soranzo, l'accusa rivolta al nostro principe era
insussistente. Tuttavia essa circol da Milano sino a Napoli al
solo scopo di denigrare Sigismondo come nemico della Religione,
dello Stato della Chiesa, delle signorie e dell'Italia tutta.
Insomma,lopresentavano(oggidiremmo)qualeterroristaalsoldo
delTurco.Questainbrevelavicendadellamissionefallitadi
Matteo de' Pasti, i cui particolari racconteremo in un secondo
articolo.
Notiziesui
suoistudi
Per ora ci limitiamo ad osservare che Sigismondo scrivendo a
MaomettoII(permanodiValturio),dichiaradivolerfarpartecipe
il sultano dei propri studi ed interessi (te meorum studiorum
mearumquevoluptatumpartecipemfacere).Nonhaprogettipolitici
nascosti.Desiderasemplicementeribadireunsuosognooideale:una
cultura aperta all'ascolto di tutte le voci, nel solco della
tradizioneumanistica,testimoniatadallostessoTempio.
Il monumento riminese rispecchia i temi dell'intero mondo
mediterraneodovegreci,romaniedarabiavevanocostruitounsapere
universale. Gli arabi avevano poi permesso ai dotti europei di
recuperarecicheallafinedell'eraclassicaeraandatosmarrito
incampofilosoficoescientifico.Bisanziol'altrametdiquel
mondo,comehadimostratoNiccolVche,dopoildecretoconciliare
del1439perl'unionedelledueChiese,hatentatodirinnovarela
tradizioneclassicagreca.
Il Tempio racconta il senso della continuit storica del mondo
mediterraneo, fatta di sintesi unificatrice che privilegia
l'accordo,l'identificazione,ilriconoscimentodicichecomune,
mentre l'analisi strettamente geopolitica delle singole entit
territorialitendeadividereedacontrapporre.Elavicendadel
1461 ne piena conferma. Forse Sigismondo sognava di trasformare
Rimini in una cittponte con tutti i centri intellettuali del
Mediterraneo,unspeciedifarodisapienzachepotessevantarsidi
succedereaRoma,BisanzioeRavenna.
Scheda.
Letteratialsoldo
Siamo al secolo decimoquinto. Il mondo grecolatino si presenta
alle immaginazioni come una specie di Pompei, che tutti vogliono
visitareestudiare.L'Italiaritrovaisuoiantenati.[...]Ma
l'Italiade'letterati,conilsuocentrodigravit nellecorti.
[...]Iletteratifacevanocomeicapitanidiventura:servivanochi
pagavameglio;ilnemicodel'oggidivenivailprotettoredeldimani.
Erranti per le corti, si vendevano all'incanto. Francesco De
Sanctis,Storiadellaletteraturaitaliana(187071)
PioIIeMaomettoII

28

PioII(elettonel1458)componenel1461inlatinounaEpistolaa
Maometto,intesa(maforsesoloapparentemente,statoosservato
da Paolo Garbini) a convertire il sultano al Cristianesimo. Papa
Piccolomini noto in campo storicoletterario per i suoi
Commentari editi con mutilazioni a Roma nel 1584. Ha scritto
EugenioGarincheinessil'attenzionedell'uomonuovosirivolgea
sealmondoconunaconcretezzaveramentemoderna.PioIImuore
nella notte sul 15 agosto 1464. Ha coltivato [...] il sogno
anacronisticodiunacrociata:nondiunaguerraeuropeacontroi
turchi, ma proprio una crociata, pensando di coinvolgere il re
d'Ungheria Matta Corvino (Mtis Hunyadi, 14401490), che ebbe
varicontatticonl'ItaliaechepreseinmoglieBeatricediNapoli,
figliadelreFerdinandoId'Aragona(GiampaoloDossena).
Piccolominiel'antipapa
Quando Niccol V emana il decreto conciliare (1439) per l'unione
delle due Chiese, a Basilea si elegge un antipapa, Felice V, il
principe Amedeo VIII di Savoia, scomunicato immediatamente dal
conciliodiFirenze.Fraisuoielettoric'EneaSilvioPiccolomini
che divenne il suo segretario particolare, prima di lasciarlo per
passarealserviziodiFedericod'Asburgo,ediriconciliarsiconil
ponteficeromano,EugenioIV.Presegliordinisacriedivennenel
1447 vescovo di Trieste. Nove anni dopo era cardinale, due anni
dopopapa,ilPioIInemicodiSigismondo.(F.Rondolino)
Cospirdiceilromanziere
IlMalatestivolevanel1461aprirealTurcoleportedell'Europa,
hascrittoilromanziereAlbertoCoustinSigismondo(1990):per
lui, ansioso d'assoluto, ogni eccesso era un tentativo di
sintetizzarel'universo(pp.3601).
["ilPonte",1.5.2005/16]

29

1461,lespiedellaSerenissimacontroRimini.
ComefalllamissionediMatteode'PastiaMaometto.
Nella precedente puntata abbiamo visto che Maometto II, tramite
l'ambasciatorevenetoinEgittoGirolamoMichiel,nel1461chiedea
SigismondoPandolfoMalatestiilfavored'inviargliunartistache
lavoravaalloraaRimini,Matteode'Pasti,perfarsiritrarre.
Michielavevaricevutol'incaricodirecarsiinEgittoil7luglio
1460. L'incontro con Maometto avvenne forse nello stesso anno
perch si sa che il Gran Turco stette lontano da Costantinopoli
parecchimesinel1461perlaguerracontrolepopolazioniribelli
dell'AsiaMinoreedelleregionifinitimealMarNero,enellasua
capitalefecesolenneritornosoloil6ottobre.Cosscrivevanel
1909 Giovanni Soranzo, aggiungendo: Solo dopo questo avvenimento
pot allontanarsi Matteo de' Pasti da Rimini alla volta di
Costantinopoli.
Matteoamico
degnodifiducia
IlveroneseMatteode'Pastiabitavadaquasivent'anniaRimini,
lavorando come valente direttore dei lavori nel nostro Tempio.
Pi volte aveva avuto l'invito di potenti e illustri principi
italianidirecarsiallalorocorte,doveglisipromettevanoonori
e ricchezze, spiega Soranzo, ma per compiacere Sigismondo suo
mecenateesignore,avevarifiutato.UnconcittadinodiMatteode'
Pasti, il canonico lateranense Matteo Bosso che fu a Rimini nel
1457, scrisse che lo stesso de' Pasti occupava un posto distinto
nellacortemalatestiana.NellaletteracredenzialecheSigismondo
facomporreinlatinodaValturioperMaometto,Matteode'Pasti
definitosuoassiduocompagnoedamico,artistamirabile,diligente
in ogni lavoro, degno di somma fiducia, dotato di una modestia
singolareediunanoncomuneerudizione.
Probabilmente la partenza da Rimini di Matteo de' Pasti avviene
versolafinedell'ottobre1461.EgliportaconsperMaomettoII
nonsoltantolaletteralatinadiValturioeunacopiadelDere
militari dello stesso Valturio, ma pure un'opera propria, come
scoprAugustoCampananel1928,citandouncronistacontemporaneo
diSigismondo,ilforliveseGiovannidiPedrino.Sitrattavadiuna
cartadituttal'Italiadesuamanodisegnada.Ilcronistaannot
che essa serviva per informare el Turco del paexe d'Italia per
monteeperpianieperterraeperaqua.Loscoponascostosiadel
viaggio sia del dono della carta veniva identificato dal cronista
forlivesenellavolontdelsignorediRiminidichiamareMaometto
insuosoccorsocontroilpapa,ilqualestavafacendograndeguerra
aSigismondoconsiderandolounoscomunicato.
Lacattura
eilprocesso
Matteode'Pastinelnovembre1461catturatoinCandiaeinvece
d'essere condotto a Costantinopoli trasferito a Venezia:
esaminatoeforsesottopostoallatorturadalConsigliodeiDieci,
fugiudicatoinnocenteeliberatoil2Dicembre,spiegaSoranzoin
unasuacelebreoperadel1911(PioIIelapoliticaitaliananella
lottacontroiMalatesti14571463,p.272).AlConsigliodeiDieci
(che creando un regime di terrore salvaguard l'istituzione
oligarchica), facevano capo anche le spie della Serenissima,
sparpagliate dappertutto. La scarcerazione di Matteo de' Pasti
significavalasuainnocenza,secondoSoranzo(1909):avrebbesubto
undiversotrattamento,oltretuttoqualesudditodellaRepubblica,
secifossestatainqualchemodolacertezzacheeglieracomplice
di un'impresa che non solo metteva a repentaglio i pi sacri
interessi della Cristianit, ma minacciava gravemente la potenza,
l'incolumit dei dominii coloniali e la prosperit dei traffici
dellaReginadell'Adriatico.L'innocenzadiMatteode'Pastidi
conseguenza un'assoluzione per Sigismondo, ritenuto il mandante

30

della missione politica presso il Turco. Soranzo aggiunge che il


papanonfamaiparoladellapresuntacolpadelMalatestinnelle
bolle di scomunica n nei propri scritti. Inoltre ne tacciono i
pubblicidocumentidiMilano,Venezia,FirenzeeMantova.Edinfine
i contemporanei quando parlavano dei misfatti di Sigismondo non
accennavanoaqualsiasitentativodiaccordoconMaomettoII.
Interviene
loSforza
Nel 1910 Soranzo pubblic una lettera che il 10 novembre 1461
Antonio Guidobono scrisse da Venezia al duca di Milano Francesco
Sforza,dicuieraagentenellacittlagunare,informandolodella
missione di Matteo de' Pasti inviato a Costantinopoli dal Signor
Sigismondo per esortare il Turco a venite in Italia. Guidobono
suggeriva allo Sforza d'informare il papa del contenuto della
missiva.(Sigismondonel1441avevasposatoPolissenaSforza,figlia
diFrancesco,mortanel1449).SforzadiffondelanotiziaaNapoli,
RomaeParigi.PrimascriveadAntoniodaTrezzosuoambasciatore
presso Ferdinando I d'Aragona re di Napoli. In questa lettera lo
Sforza dice che la richiesta al Turco corrispondeva agli usati
costumidiSigismondo,ovverocercarecosenuove.
Il 24 novembre lo Sforza informa Ottone del Carretto, suo
ambasciatore presso la corte pontificia inviandogli anche copia
dellaletteradiGuidobonoconl'ordinedileggerlaalpapasenza
citarechinefossel'autoreedadovefossegiunta.Il26loSforza
si rivolge anche ai tre rappresentanti che ha presso la corte di
Parigi, Tommaso da Rieti, Lorenzo Terenzi da Pesaro e Pietro
Pusterla.L'accusacontroSigismondoalcentrodialtridocumenti.
OttonedelCarrettodaRomarispondealloSforzail5dicembre.Lo
stesso giorno il messo dei Gonzaga a Roma, Bartolomeo Bonatto ne
scrive a Lodovico marchese di Mantova, precisando che Mattia de'
Pastirecavaconselcolfodisignato,cioquellacartadicui
parlailcronistaforliveseGiovannidiPedrino.
Penosa
impressione
ComecommentaSoranzo(1909),lanotiziadellacatturadelmessodi
Sigismondo si diffuse in tal mondo per tutta Italia.
L'impressionefudovunquepenosissima:persinoaVenezia,doveil
Malatestiavevaimiglioriamiciegodevagrandisimpatie;aRoma
poi esultarono i suoi nemici, i quali accoglievano con facile
soddisfazionequestanovellaestimolavanoilpapaavolerlafinire
con quell'infame nemico del nome cristiano. Bartolomeo Monatto e
OttonedelCarrettoraccontanoneilorodispaccilereazioniromane
e veneziane. Ottone osserva prima che il papa era gi stato
informatoperaltraviaetinquestacortedivulgataquestacosa
etogniunonedicemale.Inaltrotestodel2gennaio1462aggiunge
che il papa pi che mai deciso a colpire Sigismondo con la
sententia(ovveroscomunicamaggiore,interdettoeprivazionedel
vicariato),ritenendoraggiuntalaprovaconl'arrestodiMatteode'
Pastichelostessosignorerimineseavevacercatodicontattareil
Turco,adinvitarloetconfortarloavenireinItalia.
IlpapaottienedaVeneziadipotereesaminareillibrosequestrato
aMatteode'Pasti.Tardandolasuarestituzione,ilgovernodella
Serenissima il 13 aprile 1463 solleciter il pontefice a
consegnarglielo.Ilpapail5giugno1462rimproveraaBorsod'Este
duca di Modena vari torti, tra cui i favori fatti al nostro
Sigismondo il quale Turcorum impiam gentem studuit advocare.
Commenta Soranzo (1909): Pio II aveva un desiderio di vendetta
contro Sigismondo e per questo da pi mesi manteneva una guerra
forteeresistentecontrodilui.
AdaccusareSigismondoc'eraunatestimonianzadel4settembre1461,
cio precedente la partenza di Matteo de' Pasti: Galeotto Agnense
luogotenente di Pesaro scriveva a Francesco Sforza che Sigismondo
ha incominciato a dire che poi chel re fa venire Scandarbeco

31

cheessomandarperloTurco.Ovverosel'Aragoneseavevainvitato
in Italia il prode albanese Giorgio Scanderbech ad aiutarlo,
SigismondoavrebbechiamatoMaometto.QuelladelMalatestierauna
minacciaounaspavalderia?ConcludeSoranzocheerainsussistente
l'accusagravissimarivoltaaSigismondo,mancandovalidiargomenti
persostenerla.
Laleggenda
del1462
ControilsignorediRimininacqueunaseconda,infondataleggenda:
d'avertentatodiripeterenel1462lamissionepressoMaomettoII.
Allafinediquell'aprile,raccontaSoranzo,sispargevalavocedel
nuovo viaggio d'un suo messo, ser Rigo, ovvero Enrico Aquadelli
(siniscalcoemaggiordomodellacorteriminese).NascedaPesarola
soffiata per mano di Niccol Porcinari da Padule, governatore
provvisoriodellacitt,cheil29aprileneriferisceintermini
noncertialducadiMilano.
Ser Rigo, spiega Porcinari, il giorno 28 si rifiut di partire
perch la luna era in combustione. Il giorno prima Roma aveva
pubblicatolanotiziadellaterribilescomunicacontroSigismondo.
SerRigopartsuccessivamente?Impossibile,spiegaSoranzo(1910),
perch il 27 aprile 1462 Sigismondo accredita Ser Rigo presso il
duca di Milano. Che lo ricevette il 16 maggio, ricevendone in
omaggio una copia del De re militari, lo stesso titolo che
SigismondoavevapresceltoperMaomettoIIcomebigliettodavisita.
LoSforzavenivaconsultatodaSigismondoperriceveresuggerimenti
come comportarsi con il papa. La risposta del duca di Milano fu:
umiliarsiechiederperdono.
Ma ormai era tardi. Il 26 aprile 1462 tre fantocci raffiguranti
SigismondosonobruciatiintrepuntidiversidiRoma,edilgiorno
seguenteilpapaemanalabollaDiscipulaveritatisperscomunicare
ed interdire il signore di Rimini, inaugurando quella leyenda
negra su di lui, che ritorna successivamente. (Leandro Alberti
nella Descrittione di tutta l'Italia e Isole pertinenti ad essa,
1550, definisce Sigismondo valoroso capitano de i soldati,
ricalcando quanto scritto da Pio II che narra i suoi vitij, et
opere mal fatte. Lo stesso fa negli Annali Francescani del 1628
l'irlandese padre Lucas Wadding (15881657), chiamando Sigismondo
uomodaricordarepiperledotidelfisicocheperquelledello
spirito, per aver condotto una vita che nulla aveva avuto di
cristiano.)
Con la scomunica il papa vuole fermare Sigismondo che, come ha
scritto Anna Falcioni, era sostenuto dalla diplomazia francese e
dall'arrivodinuovodenaro,estavapreparandoconilprincipedi
TarantounpianoperimpossessarsidiPesaroedattaccareUrbino.Il
2dicembre1463laChiesaromanalascerallosplendidoSigismondo
(cos lo chiama Maria Bellonci) una citt privata per lo pi dei
territoricheavevagovernatofindaitempidelComune.Altriste
declino, Sigismondo tenta d'opporsi come condottiero al soldo di
Venezia nella crociata in Morea dal 1464 al 1466. Chiede una
raccomandazione presso il papa. Venezia lo accontenta, anche per
giustificare con Pio II la propria scelta: non si trovava chi
volesseaccettareilmandato.LacondottadiSigismondononapproda
anulla,anziconsideratagrandementedannosa.Il25gennaio1466
egli fa ritorno a casa. Sembra, come in effetti , un uomo
sconfitto. Ma il bottino che reca con s, le ossa del filosofo
Giorgio Gemisto Pletone (nato a Costantinopoli nel 1355 circa e
mortoaMistr,l'anticaSpartacapitaledellaMorea,nel1452),gli
garantisconounprestigioperenne.Conlatombacheleaccoglienel
Tempio,Sigismondooffrel'immaginediRiminiqualefarodisapienza
chepotevailluminareRoma,l'anticaelontanaBisanzioelavicina
Ravenna.SePioIInonfossegimortoil15agosto1464,Sigismondo
avrebbefornitoalpapafortimotiviperun'altracondanna.
["ilPonte",8.5.2005/17]

32

Unorologioturcoperl'Europa.
Rapporticonl'OrientedaltempodiSigismondoal1700.
Nellavicendadel1461chehaqualiprotagonistiSigismondoPandolfo
MalatestieMaomettoII(vediilPonte,1.5e8.5.2005),cisono
altriaspettimoltointeressantidaconsiderareperdelinearealcuni
trattidellaStoriaitalianaingeneraleenonsoltantodelsecolo
XV.FrancoGaeta(1978)esaminandolaleggendadiSigismondo,ha
sostenutocheaformarlacontribuironopureicontatticonilGran
Turco. Tutto ci restituisce oggi a Sigismondo stesso una fama
allora oscurata dall'infamia. Ed attesta pure quanta differenza
passifralaStoriaelaPolitica.Laprimacercadiraccontarei
fatti.Lasecondavuoleaffermarelepropriepresunteverit.
Abbiamoricordatol'opinionediGiovanniSoranzo,secondocuiera
insussistente l'accusa gravissima rivolta a Sigismondo d'aver
invocato l'intervento militare di Maometto II. Gaeta riprende il
discorso di Soranzo, avanzando un'ipotesi. Se Pio II tacque su
quell'accusa,perSoranzolaspiegazionepilogicaeracheilpapa
nonneavevatrovatoleprove,equindinonavevavalidiargomenti
per produrla in atti ufficiali. Una colpa in pi non avrebbe
recatograndannoaSigismondo.DifrontealtribunaledellaStoria,
occorretuttaviaprocederecongrandecautela.Quellastessacautela
cheispirforsePioIIfacendoglitacereilparticolaredell'invito
(presunto)aMaometto.
Ilsilenzio
delpapa
GaetacontestalaposizionediSoranzo:leragionidelsilenziodel
papanonsonoquellediunrigorosoaccertamentodellaverit,dato
cheragionidiquestogenerenonsembraabbianoavutogioconella
lottapoliticodiplomaticopropagandistamilitareantimalatestiana.
GaetariassumeilgrandeparadossodellavicendadiSigismondo:Pio
II poteva sparare le accuse contro di lui senza preoccuparsi che
esse fossero fondate, anzi pi erano gravi e pi s'imponevano
soprattuttoperchprovenivanodallasupremaautoritdellaChiesa,
sulcuioperatonessunoavrebbedovutoavanzaredubbi.
Gaeta ipotizza ragioni d'altro ordine per il silenzio sul fatto
del1461.Propriofral'ottobreedildicembrediquell'anno,Pio
II stava pensando anche lui ad un accordo col Turco e andava
scrivendolafamosaletteraaMaomettoII,allaqualeabbianogi
accennato, precisando che essa era intesa (ma forse solo
apparentemente,comeosservaPaoloGarbini)aconvertireilsultano
al Cristianesimo. In quella lettera, aggiunge Gaeta, erano
contenute ben pi gravi anche se imaginifiche proposte che
quelladipassareinItalia.Gaetaricordacomeancoranelfebbraio
enelmarzo1462PioIIstesselavorandoallaletteraaMaomettoII:
Dunqueunaspeciediremorapsicologica,forsehatrattenutoPioII
dalformularequest'ultimaaccusacontroilMalatestaeforseanche
lavolontdinondiffondereunavocediquestogenereinimminenza
dell'auspicatacrociata.
Protagonista
europeo
IldiscorsodiGaetaspiegacomelafiguradiSigismondocontinuiad
inquietareglistoricichesenesentonoattrattianchedalfatto
che la sua demonizzazione affascina e convince ad approfondire i
temiacuiessalegata.Semprepi,ognivoltacheapparequalcosa
suSigismondo,cisiaccorgechequellafiguraebbeunrilievonon
soltanto italiano anche sotto il profilo culturale per cui va
sottolineato, come abbiamo gi sostenuto, che il suo Tempio
rispecchiaveramenteitemidell'interomondomediterraneo.
In un recente volume di Ezio Raimondi (La metamorfosi della
parola)citatounpensierodiHenriBergson,secondoilquale
ilfuturochecipermettedicapiremeglioilpassato.Applicando

33

questa massima filosofica alla vicenda malatestiana del 1461, si


comprende facilmente come essa possa dimostrare la centralit del
personaggio di Sigismondo nel quadro internazionale a met del
Quattrocento. Gli sviluppi successivi della Storia europea hanno
rivelato come spesso (molto spesso) il tempo sul quadrante della
vita dei popoli del vecchio continente sia stato scandito
dall'orologioturco,sucuiglialtriStatihannodovutoregolarei
propri calendari politici. Basti ad accennare a due eventi. Il 7
ottobre 1571 la lega santa con una flotta comandata da don
Giovanni d'Austria sconfigge a Lepanto i turchi. Che nel 1683
giungonosottolemuradiVienna.Lalorosconfittail12settembre
celebrataintuttal'Europacristiana.
Cultura
perl'unit
Tra queste due date si svolge un'intensa attivit culturale,
studiata di recente da Andrea Battistini nel volume Il Barocco.
Culturamitiimmagini.Smorzatasil'euforiadiLepanto,l'Europa,
sentendosi di nuovo minacciata dal pericolo turco, lancia da pi
parti appelli alla fratellanza (pp. 7475). Il farmaco capace di
medicare i traumi che hanno diviso il mondo cristiano
l'enciclopedismo. A Rimini un esponente di questo indirizzo
seicentesco il sacerdote Giuseppe Malatesta Garuffi, 16551727,
agguerrito difensore della grandezza di Sigismondo (v. il Ponte
5.10.2003). Ritorneremo altra volta su Garuffi, formatosi a Roma
allascuolagesuitica,incui(secondoBattistini)l'enciclopedismo
un modo per raccordare Tomismo e nuova Scienza. Battistini
sottolineachesiffattidisegnidisintesidelsaperenonsonouna
prerogativa secentesca, avendone espressi gi l'Umanesimo oltre
allaculturaclassicaconQuintiliano.Leggendoci,nonsipunon
ricordareSigismondoconilsuoTempioqualesummache,comegi
ci siamo espressi, racconta la continuit storica del mondo
mediterraneo, e che sintesi unificatrice rivolta a privilegiare
l'accordo,l'identificazione,ilriconoscimentodicichecomune.
Feste
aBologna
A Bologna quando il 18 settembre 1683 giunge la notizia della
liberazionediVienna,ilLegatofadistribuireabbondantiquantit
divinoedipane.UnacronacaregistraunrumoreperlaCittche
facevapensareadunaverasollevazione.DopoilsolenneTeDeum
celebratoinSanPetronio,sifesteggiapertuttalanotteinpiazza
Maggiore,mentreipoetidannosfogoallaloroispirazioneanchecon
poemetti in dialetto, come Lotto Lotti che dedica al conte
Alessandro Sanvitali il poemetto giocoso in lingua popolare
intitolatoCh'n'hcervelhapagamb.Il24agosto1684,durante
la festa della porchetta, il Senato fa rappresentare uno
spettacolo sull'assedio di Vienna, tema che torner al teatro
Malvezziaddiritturanel1736conundrammareplicatopertuttoil
periododicarnevale.
ARimininelsettembre1683gliattipubblicinonsegnalanonulla
circa gli echi dei fatti viennesi, stando a quanto scrive Carlo
Tonini:cirecameraviglia,chetraidocumentidanoivedutinon
nerimangamemoriaecheil1683siatraqueglianni,chemenodi
tutt'altri somministrano materia alla storia nostra. E dire che,
aggiunge,lanostrarivieraerastatatantominacciatainpassato
dalle scorrerie dei turchi. Va precisato che non tutti gli atti
dell'archivio comunale, tranne il registro del pubblico Consiglio
(ora in Archivio di Stato) di cui parla Carlo Tonini, sono
sopravvissutisinoanoi.
Dava,unNunzio
aRimini
Nel 1684 come ingegnere alla spedizione militare della Lega santa
nellaguerradiMorea(Peloponneso),troviamoilfuturovescovodi

34

Rimini, il bolognese Giovanni Antonio Dava, poi presente


all'assediodellafortezzadiSantaMauraaCorf,conclusasiconla
capitolazioneturca.TornatoinItalia,DavamandatoInternunzio
aBruxelles(1687).Nel1690consacratovescovo,edestinatoalla
nunziatura di Colonia, da dove trasferito a quella di Polonia
(1696). Il 18 marzo 1698 nominato vescovo di Rimini. Due anni
dopo,il26aprile1700,promossoallaprestigiosanunziaturadi
Vienna,neimomentidifficilidellaguerradisuccessionespagnola
(17021713).ARiminisiritirail25maggio1706.
All'insegnadipoliticaevitamilitaresisvolgeneglistessianni
l'esperienzadiunaltroviaggiatorebolognese,LuigiFerdinando
Marsilichetra1679e1680vaaCostantinopoliconl'ambasciatore
dellaSerenissimaPietroCivran,ricavandodalviaggioilmateriale
per le Osservazioni intorno al Bosforo tracio, overo Canale di
ConstantinopolichepubblicaaRomanel1681condedicaallaregina
CristinadiSvezia.Siarruolal'annodoponell'esercitoaustriaco.
Cadeprigioniero,mentreiturchisonosconfittiaVienna.Liberato
dietropagamentod'unriscattonellaprimaveradel1684,vamilitare
in Ungheria, in Transilvania, in Ungheria, diventa colonnello,
partecipa alle trattative con i turchi come osservatore non
ufficiale(16911692).Losospendonodalcomandodelsuoreggimento,
inbaseadaccusedellealtegerarchie.Presenziainegoziatiperla
pacediKarlowitzdel1698traAustria,imperoottomano,Poloniae
Venezia.Lonominanogeneraledibattaglia.
Ilpericolo
aMosca
Tra 1698 e 1701 Marsili lavora lungo la linea del Danubio per
concordareconirappresentantiturchiunalineadiconfine.Peril
collegaorientaledivenutoormaisuoamico,IbrahimEffendi,Marsili
facostruireunospecialeorologioasvegliacapacediscandirele
fasidelRamadan.IlprogettodiMarsili quellodiavvicinarei
dueimperilungoilDanubio.IlfiumeavrebbetrasferitoinOriente
lenuovetecnologieeuropee,eveicolatoinOccidentelericchezze
ottomane. Marsili denuncia a Vienna il pericolo costituito dal
monarcamoscovita,prontoalanciareicosacchicontrol'Ungheria.E
suggerisce di fomentare una guerra fra russi e polacchi onde
distoglierel'attenzionedeiprimiversoilMediterraneoottomano.
Per favorire i turchi, secondo il progetto di Marsili, gli Stati
cristiani avrebbero dovuto lottare fra loro. Ma proprio il re di
Polonia aveva salvato l'Occidente sotto le mura di Vienna, quando
Marsilieraprigionierodeiturchi.Oraglifapipaurailregno
ortodossochelafedeinMaometto.
Come ha osservato Fabio Martelli, da cui abbiamo ripreso queste
notizie,ilbologneseanteponelalogicadellaRagiondiStatoadun
primato della Tolleranza. Marsili scrive le sue relazioni pi
scottantialgovernodiViennaneltempoincuiilNunzioapostolico
nellacapitaleaustriacaDava.Nel1714Marsilifondal'Istituto
delle Scienze di Bologna ispirandosi ai modelli della londinese
RoyalSociety(1662)edell'AcadmieRoyaledesSciencesdiParigi
(1666).All'IstitutoDavanel1725donavaristrumentiscientifici
tracuiunorologio.Diversoovviamentedaquellofattocostruireda
MarsiliperIbrahimEffendi.
["ilPonte",26.6.2005/24]

35

IlsacerdotechedifeseSigismondo.
GiuseppeMalatestaGaruffi,bibliotecarioedastrologo.
SigismondoPandolfoMalatestitrovundottodifensorenelsacerdote
riminese Giuseppe Malatesta Garuffi (16551727) che per la sua
intensa attivit di studio si merit una discreta fama. Una sua
biografiafuscrittanel1725daGiovanniAntonioMontanariperil
Genio de' letterati (Forl 1726). Un'altra era intenzionato a
comporla Giovanni Bianchi per la serie delle vite degli eruditi
italianicurataaFirenzedaGiovanniLamicheglieneavevachieste
alcunediriminesiillustri.Bianchiil30gennaio1745inviaaLami
l'elencdeipersonaggiprescelti:MarcoBattaglini,chescrissela
Storiade'Concilj,gliAnnaliEcclesiastici,ealtrecose,Garuffi
e Silvio Grandi che stamparono ciascuno moltissime cose; e due
Gentiluomini miei Amici il Sig. Andrea Battaglini, e il Sig.
Giovanbattista Gervasoni, i quali hanno stampato veramente poche
cose, ma erano molto dotti. Alla fine Bianchi stende soltanto
quelle di Marco ed Andrea Battaglini. In quest'ultima egli pu
ritrovare una certa sintonia con alcuni suoi comportamenti, come
l'insofferenzaversoglistudiimpostidaiGesuiti,l'esperienzada
autodidatta,el'interesseneiconfrontidellaFilosofia.
GaruffifudirettoredellaBibliotecaGambalungadal1678al1694.
Ide nel 1705 un ampio programma editoriale e culturale sotto il
titolo di Bibbioteca Manuale degli Eruditi. Il titolo della
Bibbioteca Manuale quasi sempre riprodotto erroneamente come
Biblioteca.Alloraleparolebibbiotecaebibbiotecarioerano
usatenormalmente.
Ilgiudizio
diMuratori
Garuffi ancor oggi citato per la sua storia delle accademie
italiane, L'Italia Accademica, il cui primo ed unico volume a
stampa apparve nel 1688, mentre il resto dell'opera conservato
manoscritto in Gambalunga. Il barocchismo del lavoro di Garuffi
confermato da pareri odierni. Quel testo non piacque a Ludovico
AntonioMuratori.Ilsuogiudizionegativonondipococontoper
misurareladistanzacheseparaunintellettualediprovinciadal
grande studioso, con il quale il nostro fu in corrispondenza.
L'epistolariodiGarufficonMuratori,hascrittoAngeloTurchini,
improntatoadunoscambiodisterilinotiziealdildellequaliil
riminese non poteva andare con la sua cultura che spaziava entro
limitatiorizzonti.(Nel1739,BianchiscriveaMuratori.lamentando
che la di lui nobilissima raccolta de' Scrittori delle cose
italichemancavanellalibreriapubblicadiRimini,dandocicos
la conferma di una totale indifferenza locale verso le opere del
bibliotecariodiModena.)
Giovanni Antonio Battarra (171489) annot che Garuffi era uomo
notopermolteoperesuestampatepartesufficienti,partemediocri,
eparteridicole.PieroMeldinihascrittocheilGaruffiletterato
ed erudito cammin sul filo del rasoio tra genialit e
stravaganza.Daun'operadiGaruffi(L'antidotode'malinconici,
1687)MeldinihapresospuntoperilsuoromanzoL'antidotodella
malinconia (1996). La figura di Garuffi stata riproposta di
recentedaClaireVovelleGuidiinunsaggiofrancese(2002)sulla
sua opera Il Maritaggio della Virginit o sia lo sposalizio di
MariaVergineconS.Giuseppe(1691).
IlBarocco
eilbuongusto
Abituato a scrivere poesie che Carlo Tonini avrebbe definito lo
stillato e la quintessenza di tutte le stravaganze del Seicento,
Garuffisidedicancheatrattarediargomentiletterari,conla
dichiaratacauteladinonricorrereallostileilluminatocheegli
identificavainquellegonfiezzedielocuzione,cheoggichiamasi

36

delbuongusto.NelsuogiudizioGaruffisicontrapponealleteorie
che si leggono in un famoso testo del 1654, Il cannocchiale
aristotelicodiEmanueleTesauro.
AGaruffisfuggeperchelacondannadellegonfiezzebaroccheera
stata pronunciata in quegli anni tra fine Seicento ed inizio
Settecentoancheinnomedelbuongustocontrocuiluiinvecesi
lanciavainunoscrittodel1705.Treannidoposarebberouscitele
RiflessionisoprailbuongustodiMuratorichesegnanounpunto
fermoneldibattitoletterariosull'argomento,apertosinel1674con
lacelebreArtpotiquediNicolasBoileau.
Del 1693 il Buon gusto nei componimenti rettrici del gesuita
bolognese Camillo Ettori, mentre nel 1698 appare L'istoria della
volgar poesia di Giovanni Mario Crescimbeni il quale in Arcadia
guida un'operazione non aliena da forti tratti autoritari (R.
Merolla)che,instrettaconsonanzaconilclimapolitico,trionfano
su quelli indirizzati al rinnovamento ed alla laicizzazione del
pensiero.GianVincenzoGravinasenevaallorasbattendolaporta,
eassiemeaPietroMetastasioeaPaoloRollicreal'Accademiadei
Quiriti. Le Riflessioni di Muratori, oltre ad invitare i
letteratiadaccostareall'erudizionelafilosofiaperchnonesiste
culturasenzaspiritocritico,contrappongonopulitezzaechiarezza
distileallaprosabarocca.
Quandoscrivedellegonfiezzedielocuzione,cheoggichiamasidel
buon gusto, intendendole come frutto delle nuove concezioni,
Garuffi dimostra una scarsa conoscenza delle novit prodottesi da
Galileoinpoisulpianodellapraticastilisticaedelleconcezioni
estetiche. Non pare accorgersi che il dibattito sul puro fatto
formale,diventaancheundiscorsosuicontenutielefinalitdella
letteratura. L'attendibilit di Garuffi come studioso era stata
messa in dubbio gi da Bianchi che cos ne scrisse a Muratori:
[...]ilGaruffi,comeconunamediocreattenzioneperognunosi
conosce e anche i giornalisti di Lissia [Lipsia] modestamente il
notarono,nonsolamenteerapocoesatto,mahariferitemoltecose,
copiate da altri, che non ci sono pi, e Dio sa se ci sono mai
state.LafiguradiGaruffi,perTurchini,sembraquasiassumereil
valoreparadigmaticodiquell'ambienteprovincialeriminesecheera
posto, e per interessi e per problemi, ai margini dell'ideale
RepubblicaletterariaitalianadelSettecento.
Ritardi
econdanne
Il ritardo culturale del bibliotecario gambalunghiano viene
confermato da un episodio del 1726. Garuffi chiede a Muratori
qualche notizia di libri suoi e d'ultimi. Non avendo ricevuto
risposta, Garuffi pubblica il Genio de' letterati di quell'anno
senzaneppureunarecensionediun'operadelMuratori.Quelritardo
culturale (che per certi aspetti sar superato proprio grazie
all'attivit di studiosi come Bianchi e Battarra), trova
giustificazioneeconfermanellacensuraconcuicisiopponealla
diffusionedellenuoveidee.MonsignorDava,benemeritoallacitt
pertantimotivi,passaallastoriacomecoluicheavversnel1722,
qualevescovodiRimini,ladiffusionedelSaggiosull'intelligenza
umanadiLocke,conmoltoanticiposullacondannaromanadel1734,
giudicando quel filosofo cento volte pi pericoloso del
Machiavelli.
Garuffi s'interess anche d'Astrologia, come dimostra un breve
testo, il De modo figurarum astrologicarum describendi (SCMS.
462, cc. 99110, in Gambalunga). Sono istruzioni tecniche su come
compilare un oroscopo. Tra gli autori citati c' Regiomontano,
ovveroIohannesMller,ilprincipaleastronomodelQuattrocento,le
cui Tabulae directionum (Firenze 1524) Garuffi utilizz (con
rinvii anonimi nel proprio testo), usando l'esemplare tuttora
conservatoinGambalunga(segn.BP.664).
TraTerra

37

eCielo
SempreinGambalungasiconservanoaltrimss.diGarufficheper
non sono opera sua, bens copie di testi del gesuita Egidio
FrancescoDeGottigniesdiBruxellesilqualefusuomaestroaRoma
nelCollegioRomano.NellaCosmographia(SCMS.473)troviamouna
descrizione dei nove corpi dell'Universo: Terra, Luna, Mercurio,
Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Stelle fisse. Gli sviluppi
successivi della Scienza hanno dimostrato che quei corpi erano
soltanto otto, eliminando le Stelle fisse che tali non erano
proprio. A fianco dell'elenco dei nove corpi c' un foglietto
inseritofralecartedelmanoscritto,contredisegnirelativial
sistema tolemaico, tyconico e copernicano sul tipo di una celebre
tavola di Athanasius Kircher (Iter extaticum, 1671) che per
contiene sei sistemi (tolemaico, platonico, egiziaco, tyconico,
semityconico,copernicano).
Nel De modo figurarum troviamo elencati otto segni: i sette
pianetidicuiegliparlainsguito(Sole,Luna,Saturno,Mercurio,
Giove, Marte, Venere) pi il Nodo Lunare Nord. Come mi stato
spiegato da un'esperta, i Nodi Lunari corrispondono al punto di
intersezione delle orbite Terra/Luna nel loro percorso attorno al
Sole, oppure pi semplicemente corrispondono ai punti di
allineamento Sole/Terra/Luna come si verifica nelle eclissi.
Garuffi poteva avere una fonte autorevole d'ispirazione (e di
conferma)aquestistudinelTempiomalatestiano,icuibassorilievi
deiPianetidimostrano,secondoFrancoBacchelli,laconvinzionedel
committentecheneicielichebisognaricercarelacausa,senon
di tutti, almeno dei pi rilevanti accadimenti terrestri: questo
principio era pacificamente accettato nelle corti di Venezia,
FerraraeRimini,primacheallafinedelXVsecoloGiovanniPico
dellaMirandolaprocedesseadunaradicalenegazionedell'esistenza
degli influssi astrali. Attraverso l'Aristotele neoplatonico
degliarabi,MedioevoadUmanesimoconsideranocompatibililafede
negli astri e quella in Dio, ha scritto di recente M. Fumagalli
Beonio Brocchieri in Federico II. Ragione e fortuna. Alla corte
riminese,haosservatoancoraF.Bacchelli,BasinioBasinineilibri
VIII e IX dell'Astronomicon suggerisce una visione religiosa dei
cieli,forseallabased'unconfrontofraSigismondoeValturiosul
progettoiconograficodellaCappelladeiPianeti.
Loscherzo
diG.Montanari
Secondo Antonella Imolesi, se la Chiesa aveva condannato magia ed
astrologia, nel corso del 1500 molti rappresentanti della alte
gerarchieecclesiastichesiappassionaronoall'astrologia(Cultura
e scienza in Romagna nel '500, Forl 2003, pp. 1315). Tra le
interpretazioni cristiane del fenomeno, rientra la Somma de 4
mondi (1581) del frate osservante riminese Pacifico Stivivi, che
dedical'operaaFrancescode'MedicigranducadiToscana.Stivivi
nel1602allacortediPraga,luogoacuiaccorrevanoalchimisti
da ogni parte d'Europa per ottenere la protezione di uno
specialistadelsettore,l'imperatoreRodolfoIId'Asburgo.Stivivi,
secondo l'Imolesi, fa confluire in questo trattato le Sacre
Scritture, la cabala, l'alchmia, la fisica aristotelica, il
profetismo allora in voga. Stivivi, morto nel 1611, fu guardiano
delconventodiSanBernardino.
L'AstrologiasopravviveufficialmenteaBolognasinoalfiniredel
Settecento, quando il docente di Astronomia dell'Universit ha
ancora l'obbligo di compilare il Taccuino per uso dei medici
felsinei:l'ultimatestimonianzaalpropositorisaleal1799,quando
l'incarico affidato al cittadino dottore Luigi Palcani
Caccianemici(17481802).
Sempre a Bologna il matematico Geminiano Montanari in cattedra a
quell'universitdal1664,primadiandarseneaPadova(1678),aveva
volutoridicolizzarel'Astrologiaedisuoicultoriconunaburla.
Invent un almanacco, il Frugnolo degli Influssi del Gran

38

Cacciatore di Lagoscuro, che risult pi azzeccato di quello


dell'astrologoufficialedellacitt.
[QuestoarticoloapparenelmiovolumeGiuseppeAntonioBarbarida
Savignano (16471707). Un itinerario scientifico tra Rimini,
Bologna,ParigieLondraincorsodistampa.]
["ilPonte",7.8.2005/29]

39

PaoloeFrancescavittimediundelittopolitico?
Una vicenda divisa fra istanze della Poesia e ragioni
dellaStoria.
Marzo 1282. Papa Martino IV, eletto l'anno prima nel conclave di
Viterboduratoseimesi,inviaPaoloMalatestiaFirenzequalenuovo
CapitanodelPopoloeDifensoredellaPace.Paoloilsecondogenito
delMastinvecchio,ilMalatestadaVerucchiodettoilCentenario
(12121312). La scelta di Martino IV fa pensare che Paolo, non
soltanto abile condottiero, fosse tra i figli di Malatesta da
Verucchio quello che, pi dei fratelli, ne avesse ereditato le
grandidotidipoliticoedidiplomatico.Ilprimofebbraio1283,
dopoundicimesi,PaoloMalatestirinunciaall'incaricoerientraa
Rimini.Egligiustificalasceltaconinegozifamigliaridacurare.
Allabasedellasuadecisionec'forseilcontrastonatotrailsuo
ufficioequelloconanaloghipoteridelnuovoDifensoredelleArti,
istituitosulfiniredel1282.
InquestimomentiPaolohasuitrent'anni.Pochiinmenorispettoal
primogenitoGiovannidettoloSciancato,ilmaritodiFrancescada
PolentadacuihaConcordia.Labimbarinnovailnomedellanonna
paternalaqualesposandoilMastinvecchioavevaportatoindote
massimericchezzeepossedimentiinfiniti(MarcoBattagli,1343),
ed aveva soprattutto sancito un'unione politica tra il Malatesti
forestiero ed i Parcitadi, la pi importante famiglia riminese. I
Malatestieranoschieratidallaparteguelfa.IParcitadidaquella
imperiale.Concordia(lanonna),comeipotizzaLuigiTonini(Storia
di Rimini, III, p. 235), figlia di una sorella sine nomine del
ParcitadeIVantagonistadelMastinvecchio.Ilqualenel1295ad
83anniscacciadaRiminilostessoParcitadeIV,instaurandovila
propriaSignoria.
Accordi
matrimoniali
Giovanni e Francesca sono stati promessi nel 1275. L'accordo
comprendeancheunaltrofuturomatrimonio:traBernardinofratello
di Francesca, e Maddalena Malatesti, sorella minore di Giovanni e
Paolo. Secondo Boccaccio, il matrimonio fra Giovanni e Francesca
riconoscelafinediunalungaedannosaguerratraiMalatestiei
Da Polenta. Paolo verso il 1269 ha preso in moglie la poco pi
giovanequindicenneOrabileBeatrice,figliadiUbertodiGhiaggiolo
chegliddueeredi,Ubertojr.eMargherita,natadopol'uccisione
delpadre.AncheUbertojr.sarucciso(1323).DalcuginoRamberto,
figlio di Giovanni. (Su ci dovremo ritornare.) Anche questo
matrimoniopolitico.Orabile,ultimaerededeicontidiGhiaggiolo
rimastisenzadiscendenzamaschile,costrettaasposareilfiglio
diunnemicodelpadre.D'altrocantoMalatestanonvolevaperdere
l'investitura di Ghiaggiolo ricevuta tra 1262 e 1263, e
contestatagli da Guido da Montefeltro anche a nome della stessa
OrabileBeatricedicuierazio.GuidodaMontefeltroavevasposato
ManentessasorelladelpadrediOrabileBeatrice.
Lelotte
militari
Il 1271 un anno nero per i ghibellini. Sono espulsi da Rimini.
Guido da Montefeltro, mentre sta battendo i guelfi di Malatesta
nelleMarche,cadedacavalloedcatturato:Sicvictoravicto
devictusest,scriveuncronistapiacentino.IMalatestiliberano
Guido, forse per intercessione di Orabile Beatrice. Nel 1274 le
partisiinvertono.Malatestasconfittoduevolte.DaRavennanel
1275,GuidoDaPolentapercacciareiTraversarichiedel'intervento
di Malatesta che gli invia cento fanti guidati da suo figlio
Giovanni. Nei pressi di Faenza avviene la disfatta dei guelfi.
OrabileBeatricesachelasuagentediGhiaggioloandatacontro
suomaritoPaoloMalatesti.

40

Le convenienze dinastiche e le preoccupazioni politiche reggono


(spesso dolorosamente) le sorti collettive delle famiglie. E
regolanoidestinideisingolipersonaggi.Suquestosfondo,irrompe
il fattaccio reso celebra da Dante, la tragedia dell'uccisione di
Paolo e Francesca per mano di Giovanni. Possiamo collocarla
ragionevolmentetrailfebbraio1283(ritornodiPaoloaRimini)ed
il1284.LuigiToninidataal1286ilnuovomatrimoniodiGiovanni
conZambrasinacheglidar almenoaltricinquefigli[III,cit.,
pp.2568].Bisognalasciareunpocoditempotraildelittoedil
nuovo sposalizio dell'omicida. Quindi il delitto non pu essere
accadutodopoil1284.Questicalcolicronologicisonoininfluenti
da un punto di vista generale. Sono invece molto utili se non
necessari per una duplice osservazione sulla "verit" storica
particolaredellavicendamalatestiana.
Unastoriasenza
documenti
Mancano documenti che la attestino. Il passo di Dante nel quinto
cantodell'Inferno,l'unicafonteesistente.Unafonteoltretutto
letteraria e non cronachistica. Posteriore a Dante (e da lui
derivato)ilraccontodiMarcoBattagli(1343):Paulusautemfuit
mortuus per fratrem suum Johannem Zottum causa luxuriam. Nessun
indizio autorizza a formulare altre ipotesi. Delitto d'onore,
delitto d'amore, racconta Dante. Ma se invece fosse stato un
omicidiopolitico?LoSciancatoavevaisuoibuonimotiviperodiare
il Bello. Il primogenito Giovanni, non causa luxuriam ma per
invidia, avrebbe potuto progettare l'eliminazione fisica del
fratello minore Paolo, diventato protagonista stimato della scena
nazionalecomeattestal'incaricofiorentinoaffidatoglidalpapa.
In questo caso, la tresca amorosa sarebbe stata soltanto una
messinscena diabolica di Giovanni, un alibi che travolgeva anche
l'innocenzadisuamoglie.
QuantoaccadefraGiovanniePaolosiripeteconiloroeredi,come
abbiamo preannunziato. Il figlio di Giovanni, Ramberto, il 21
gennaio1323uccideaCiolailcuginoUbertojr.figliodiPaolo.
Ubertojr.erastatoghibellino,poiguelfoedancoraghibellino.A
suavoltaRambertouccisoaPoggioBerniil28gennaio1330dai
parenti di Rimini, come punizione del suo recente tentativo di
conquistarelacitt.Lamancanzaditestimonianzesuldelittopi
compatibile con un fatto politico piuttosto che passionale. Dal
1295,comes'visto,iMalatestihannoilpotereaRimini.Echi
comandacontrollaidocumentimegliodellesituazioniconcrete.Il
silenziocalatosullavicenda,potrebbequindiessereilfruttodi
una direttiva di governo, finalizzata ad oscurare un episodio
compromettente per la buona fama dei signori della citt.
All'internodiquestaipotesi,comeestremaconseguenza,sipotrebbe
immaginare pure la sublimazione del fatto politico nella vicenda
amorosa, onde allontanare dalla famiglia un marchio d'infamia
rispettoall'autoritreligiosaetemporaledellaChiesa.
Allostatodegliatti,nullapermettedifarlucecircaimisteri
sullamortedeiduecognati.NeltestamentodiGiovannisileggeil
nome di una Francesca della quale non si dice per il casato di
provenienza. Che fosse figlia di Guido da Polenta lo apprendiamo
soltanto dai commentari danteschi. Di Francesca infatti non sono
giunteanoialtreattestazioni.Tuttocidimostracheleistanze
dellaPoesiaprocedonoseparatamentedalleragionidellaStoria.La
sferaperfettaeluminosadellaPoesiapualimentarsidegliorrori
e degli errori della cronaca. Tutta la Divina Commedia ne
dimostrazionecontinua.Macinonimpedisced'interrogarsisuquei
retroscena misteriosi che si rivelano nell'episodio di Paolo e
Francesca.Echesipossonoriassumerenell'interrogativo:perchne
parlasoltantoDante?
L'Inferno
deiMalatesti

41

Dante quando compone il canto quinto dell'Inferno lontano dalla


Romagna dove giunger nel 1318 e dove rester sino alla morte
(1321). Fama volat. Quindi la storia dei due sfortunati amanti
circolaperl'ItaliaeraggiungeDantealtrove.Senonsonostatii
Malatesti a rendere passionale ci che era soltanto un delitto
politico, come abbiamo ipotizzato per absurdum, potrebbe essere
statolostessoDantearendereeroticaunasemplicevicendelegata
a beghe di famiglia ed a rivalit di parte. Dei Malatesti come
perfidi politici e crudeli signori della citt, Dante parla
ripetutamentenell'Inferno.AlcantoXXVII,vv.4647(E'lMastin
vecchio e 'l nuovo da Verucchio, / che fecer di Montagna il mal
governo), si ricorda l'uccisione del ghibellino Montagna dei
ParcitadidapartediMalatestinodicuieraprigioniero,nel1295,
l'anno della presa di Rimini. Montagna era cugino della madre di
Malatestino,inquantofigliodiParcitadeIVdallacuisorellasine
nomine(comeabbiamovisto)nasceConcordia,madrediMalatestino.
IlMastinnuovotornanelcantoXXVIII,algironedeiseminatori
di discordie: tiranno fello (v. 81) e traditore (v. 85) lo
definisceDante.
AlDantecherileggelastoriapoliticaitaliana,dunque,inostri
Malatesti avevano gi recato il loro contributo. Un omicidio
politicoqualedomesticoregolamentodeiconti,pocoonullapoteva
aggiungereall'economiadelsuopoema.Invecequellastoriad'amore
di un segno cos perfetto da uscire dalla contingenza della
cronaca, e da riceverne immortalit letteraria per i suoi
protagonisti. una storia che torna utile ai piani di lavoro di
Dante. Sempre ammesso che non siano stati gli stessi Malatesti a
diffonderelaversionepassionaled'undelittopolitico.Senonse
nefosseoccupatoDante,ineffettiogginessunosiricorderebbedi
PaoloeFrancesca.Malamemoriauniversalenonsignificaovviamente
una conseguente verit della vicenda tramandata sotto la specie
della Poesia. La verit della Poesia sta soltanto nella stessa
Poesia.
Tutta la vicenda di Paolo Malatesti e della sua dinastia di
Ghiaggiolo raccontata nel vol. XX della Storia delle signorie
malatestiane(Ghigieditore),acuradiAnnaFalcioni(Universitdi
Urbino), con testi di Silvia Pari, Anita Delvecchio, Maria Teresa
Indellicati, Laura Fabbri e Pierluigi Sacchini, e con indici di
AlessandroGhigi.
AntonioMontanari
["ilPonte",21.7.2006/27]

42

IlprimoMalatesta,detto"ilTedesco."
Lasuastoriaraccontatainantichivolumi.
Lamalattiadellaletturahaaspettimoltopositivi.Tracuiquello
didivertircicongliincontricasualichesifannonellepaginedei
libri.Neraccontounosoltantoperintrodurreilnostrotema.Nel
febbraio2010uscitounvolumeintitolato"Primalezionedimetodo
storico", a cura di Sergio Luzzatto che insegna Storia moderna
all'Universit di Torino. La sua premessa termina dichiarando lo
scopodell'opera:fareunavisitaguidataall'officinadellabuona
storiografia per combattere l'inquinamento ambientale "prodotto
dagli storici finti, dagli storici servili, dagli storici
irresponsabili". Le tre categorie potrebbero servire per schedare
moltidegliautorichehannoparlatodelnostroargomento,l'origine
dicasaMalatesti.
Lasciamo fuori da ogni classificazione uno studioso inglese, John
Larner(19302008),autorediunastoriadelleSignoriediRomagna
(1965)ripropostadueannifadauneditorecesenate.Egliscrive
che "ogni tentativo di tracciare la discendenza delle famiglie
signorili dai periodi precedenti l'undicesimo secolo, o dalle
localit fuor di Romagna, costretto a perdersi in una ricerca
senza frutto". Accanto a lui va posto un altro autore, Leardo
Mascanzoni(associatodiStoriamedievaleaBologna),chemostrail
polliceversoneiconfrontiditalitentativi,definendo"falso"il
problemadelleoriginideiMalatesti(2003).
TantodicappelloaipareriillustridiLorSignori.Girandotrale
pagine di qualche volume antico o moderno, ci permettiamo di
proseguire,incurantidelfattodipoteresseremultatidallesevere
guardiedeisentieristorici.Partiamodaunlibrounpo'vecchiotto
perricordarecheinpassatolaricercadelleoriginimalatestiane,
tantodeprecataoggi,haavutoisuoisostenitoriappassionatisenza
alcuno scopo di vantaggio personale. Di cui potrebbero essere
accusatiinvecegliantichiintellettualidicorte.Dunque,nel1574
appareaVenezialaprimaparte(15libri)dellastoriadelRegno
d'Italia composta dal modenese Carlo Sigonio, vissuto fra il 1520
circaedil1584.Lasecondaparteconirestanti5libriescea
Francoforte nel 1591. Nel 1613 l'opera completa pubblicata ad
HanoviaoggiHanau,nellanddell'Assia.
Nel libro VII leggiamo che nell'aprile 997 a Ravenna l'imperatore
Ottone III (9801002) nomina dei marchesi, ed onora con la
concessionedialcunifeudiinRomagna,untalMalatestachetaluni
definiscono"ilTedesco"("Germanumnonnullifuisseperhibent").Da
costui"nobilisMalatestarumfamiliainhuncusquediemestinea
provincia propagata". La raffinatezza linguistica di Sigonio ci
obbliga a segnalare che egli scrive "Malamtestam quendam [...]
feudisaliquotinRomaniolahonestavit".Nell'accusativodoppiodi
quel nome ("Malamtestam" e non semplicemente "Malatestam"), c'
traccia di un aspetto fondamentale: si tratta di un vocabolo
composto.Aggiungiamochelafrase"nobilisMalatestarumfamilia"va
tradotta: la nobile famiglia dei Malatesti (e non dei Malatesta),
comegisisapevaunavoltasindallascuolamedia.
Per restare nei tempi passati, ricordiamoci del settecentesco
concittadinoFrancescoGaetanoBattaglini,unostudiosodalpalato
fino,chenellesue"MemorieistorichediRimino"(Bologna1789,p.
164,ed.an.Rimini1976)citaSigoniosenzaalcunacontestazione.
Manontralasciamofontinostrecontemporanee.FrancescoVitali,uno
specialistainStoriaeuropea,osservasulwebche"l'agirepolitico
diOttoneIIIistituisceunachiaradipendenzadellapenisoladalle
risoluzioniimperiali".JohnLarnercitacomeoriginedeiMalatesti
un fratello dell'imperatore Enrico III (10171056), dopo aver
sostenutocheilfeudalesimoinRomagnanascealtempodegliOttoni
nel decimo secolo. Con Ottone III siamo proprio tra la fine del
decimoel'iniziodell'undicesimo.

43

Dunque, per tornare a Sigonio, chi pu essere mai il Malatesta


Tedesco?Ricominciamodacapo.L'arrivodeiMalatestiinRomagna
collocato al 1002, quando Ottone III nomina un suo vicario per
Rimini,identificatoinunfigliodelladiluisorellaMatildedi
Sassonia,mogliediEzzocontepalatinodiLorena.Matilde,essendo
nataattornoal980(daOttoneIIeAnnaTheophaniadiBisanzio),
pernonpotevaavergeneratouneredechenel1002fossegiinet
dariceverequellacarica.EzzodiLorena(dettoancheErenfrido)ha
unfratello,Ezzelino(+1033),chepadrediEnricoI(+1060)detto
"derunsinnige",ovvero"senzatesta".
IlvicarionominatodaOttoneIIIpotrebbequindiessereEzzelino,e
la dinastia dei Malatesti essere cos chiamata dal soprannome
affibbiato ad Enrico I. Muratori osserva che spesso i soprannomi
"tuttochfosseroimpostipipervituperiocheperonore,tuttavia
passaronodipoiincognomidifamiglia"(cfr."Annali",III,Milano
1838, p. 21). Come scrive Gaetano Moroni nel "Dizionario di
erudizione storicoecclesiastica" (LVII, Venezia 1852, voce
"Rimini",pp.264265),nellastoriadiFanocompostadaPierMaria
Amiani(1751)"sidicechenel969iMalatestipossedetteroalcune
terreinFano[...].IlSigonionarra,cheOttoneIIIdopoil983o
pitardi,venutoinItaliaefermatosiinRavenna,concedinfeudo
alcune terre di Romagna a Malatesta suo gentiluomo che aveva
condottodiGermania,edalqualeuscironoiMalatestidiRimini,di
Fanoedialtrecitt".
LefontidiAmianisonoRaffaeleMaffeidettoilVolterrano(1451
1522) e Marcantonio Coccio detto Sabellico (14361506) che fu
allievodiGiovanniAntonioPandonidettoPorceliooPorcellio(ca.
14051485). Pandoni visse presso la corte riminese dei Malatesti,
componendoibennotiversielegiaciinonorediIsotta("Deamore
JovisinIsottam").Ma,comeosservainunaletteraindirizzatada
Romail20novembre1801adAlessandroDaMorrona(17411821)chela
pubblica nella sua "Pisa illustrata nelle arti del disegno", II
(Pisa 1812), il riminese Angelo Battaglini (fratello di Francesco
Gaetano ed autore della "Corte Letteraria di Sigismondo Pandolfo
Malatesta Signor di Rimino"), Pandoni fu "pi storico che vate
pregiato"(dalweb).
Il giudizio di Angelo Battaglini pu suggerire di ritenere valido
quantosostenutodaSabellico,ilqualefuautoredi63volumidi
storia universale. A Sabellico e Maffei non credette invece
FrancescoSansovino(15211586)chenellibro"Dellaorigineede'
fatti delle famiglie illustri d'Italia" (1582), fa nascere la
dinastiadeiMalatesti"inRoma"(cc.221222).Lapistalasciataci
daSansovino,purpartendodaRoma,rimandaperallaGermania:"...
si pu credere [...] che ne tempi di Othone Terzo" nascesse la
famiglia dei Malatesti, "e che poi sopita dall'anno 900 fino al
1248,risorgessedinuovonelpredettomillesimo".Lanotiziadella
famiglia"sopita"smentitadadocumentiprodottidaaltriautori.
Della stranezza di questo lungo silenzio consapevole lo stesso
Sansovino: "Tuttavia parrebbe gran cosa che dal 900 fino al 1248
essendo stato Malatesta arricchito da Othone di Castella, di
giurisditioni, e di altri titoli di grandezza, si fosse per lo
spatiodi348annideltuttoestintaognimemoriafinoall'anno1248
etantopicheAriminoeracameradiImperio,efupossedutadagli
Imperatori". ("Camera di Imperio" significa citt fedele
all'impero.) Giuseppe Betussi (15151575) scrive nel 1547 dei
Malatesti, chiamandoli "antichissimi signori di Arimino, il cui
principioelacuigrandezzaincominciaaitempidiOttoneIII".Il
testonella"AddizioneallibrodelledonneillustridiBoccaccio"
(Venezia 15451547), al cap. 46 dedicato a "Ginevra Malatesta".
QuestapuesserelafontediSigonio.
Ai nostri giorni si continua a definire frutto di "semplici
fantasie" la questione delle origini germaniche dei Malatesti, ma
poi si sostiene che ci non compromette l'attendibilit di un
documento del 1186 che riguarda appunto un Malatesta Tedesco.
Quest'ultimo personaggio rimanda proprio all'omonimo Germanus che

44

duesecoliavanti(997)daOttoneIIIricevetteun'investitura,come
abbiamolettoinSigonio.L'aspettopiinteressantedituttoquesto
discorso, che alla sua base stanno due secoli di differenza,
contratti in una breve parentesi come se fossero soltanto due
decenni.
La stessa cosa succede al ricordato Betussi che identifica il
MalatestaamicodiOttoneIIInelMalatestachefupadredelMastino
e visse per due secoli dopo Ottone III. Betussi aggiunge che
Malatesta "con l'amicizia, e autorit" di Ottone III, "dal quale
ottennepiluoghi,diventgranSignore".Consolailfattoche,se
tutto cambia nel mondo, certi abbagli sopravvivono a garantire la
continuitnellestorieumane,ancheinquellescritte,sempremiste
dicertezzeebugie.
Scusatelabrutalesinceritdalettorechenonhacolpadellecose
chetrovaneilibri.Achisostienechenonesistononotiziesulle
originidellafamigliaMalatesti,sipossonocontrapporreventitr
documenti di cui diciotto inediti che saranno resi noti
prossimamente. Essi raccontano un preciso itinerario tra Romagna,
MarcheeToscana.
["ilPonte",23.5.2010/33]

45

Malatesti,protagonistiinEuropa.
PerCleofe,unconcilio,lenozze,undelitto.
Ginevra,1999.AlMused'Artetd'Histoirearrivanoirestidella
cosiddettamummiadiMistra,l'anticaSpartacapitaledellaMorea.
Sono reperti ossei, biologici e vestimentari che un gruppo
internazionale di studiosi di varie discipline deve sottoporre a
restauro e ad analisi molto sofisticate. Li guida Marielle
MartinianiReber, famosa archeologa dei tessuti all'universit di
Lione. Nel 2000 lei che fornisce l'identikit della mummia, una
giovanearistocraticaoccidentale,anziun'italiana.SilviaRonchey
nescriveraccontandodella"Flagellazione"diPierodellaFrancesca
("L'enigmadiPiero",2006).
Quella giovane si chiama Cleofe Malatesti, ed nata a Pesaro
all'iniziodelXVsecolodalsignoredellacittMalatestaI,detto
"deiSonettioSenatore"(1366ca1429)edaElisabettaDaVarano
(13671405)diCamerino.MalatestaIfigliodiPandolfoIIePaola
Orsini (pronipote di un fratello di papa Niccol III); nipote di
Malatesta Antico detto Guastafamiglia (12991364); e pronipote di
PandolfoInatodaMalatestadaVerucchio"ilcentenario".Fratello
di Malatesta Antico Galeotto I (1301c1385) che nel 1367 sposa
GentiledaVarano,sorelladiElisabettamadrediCleofe.Daloro
nasconoCarlo(13681429),maritodiElisabettaGonzaga(sorelladi
FrancescochesposaMargheritasorelladiCarlo...),ePandolfoIII
(13701427)signorediBrescianonchpadrediSigismondoPandolfo
MalatestiediDomenicoNovello,rispettivamentesignoridiRiminie
diCesena.
Malatesta "dei Sonetti" oltre a Cleofe ha altri sei figli (che
elencoinordinesparso).Galeottomuorea16anni(1414).Galeazzo
"l'inetto" nel 1405 sposa Battista di Montefeltro. Paola nel 1410
sposa Gianfrancesco Gonzaga (figlio di Francesco e Margherita
Malatesti). Di Carlo diremo fra poco. Taddea, moglie (1417) del
signore di Fermo Ludovico Migliorati, muore nel 1427. Infine c'
Pandolfo (13901441), nel 1424 inviato quale arcivescovo alla
diocesidiPatrassodipendentedaCostantinopoli."Grandereligioso
di bona vita" e "dottissimo in iscienza" lo descrive Gaspare
Broglio.
Nel1415PandolfopresentealconciliodiCostanzaenel1417al
conclave che elegge Martino V. Arcidiacono bolognese (1404),
governatoredell'abbaziadiPomposa(1407)edamministratore"loco
episcopi"(14131418)delladiocesidellacittdiBresciagovernata
daPandolfoIII,eglipoivescovodiCoutancesinNormandiasino
al1424,neidurimomentidellaconquistainglesedurantelaguerra
dei cento anni. Nel 1430, quando Patrasso passa dal dominio
veneziano (iniziato nel 1424) a quello bizantino, Pandolfo fugge
dallapropriasedeeritornaaPesaro.Nel1429adifenderlopresso
i sovrani bizantini si recato suo padre, approfittando di una
fallitamissioneaMistraaffidataglidaVenezia.
RitorniamoalcorpoesaminatoaGinevra.Se diCleofe,restail
misterodiunparticolareautoptico:"unaperforazioneall'altezza
delcuore,lacuinaturanoncerta",scriveRonchey.Ciconferma
l'ipotesi di una drammatica fine della giovane che "visse
miseramente, soffrendo da buona Cattolica mille insulti dallo
scismatico Teodoro suo marito" (13961448), despota di Morea e
figliodell'imperatorebizantinoManueleII(13501425),sposatoil
19 gennaio 1421. Cos nel 1782 Annibale Degli Abati Olivieri
Giordani per primo rivela la drammatica vicenda di Cleofe,
pubblicando la lettera inedita inviata nel 1427 da Battista di
MontefeltroaMartinoV,OddoneColonna,perinvocareunintervento
"indifensionem"dellacognata.
MalatestieMontefeltrosonoimparentaticonilpapatramiteduesue
nipoti: Vittoria Colonna nel 1416 ha sposato Carlo, fratello di
Cleofe;CaterinaColonnadal1424lasecondamogliediGuidantonio
diMontefeltro(13771443),fratellodiBattista.Laprimaconsorte

46

diGuidantonioerastata,dal1397al1423,RengardadeiMalatesti
diRimini.
Lenozzedel1421traCleofeeTeodorosonostatecombinatedurante
il concilio di Costanza (14141418). Carlo Malatesti signore di
RiminierettorevicariodellaRomagnadal1385,sabato15giugno
1415 arriva a Costanza quale procuratore speciale di Gregorio XII
"adsacramunionemperficendam".CarlomoltolegatoaCleofeche
di frequente soggiorna presso di lui a Rimini. Il 16 Carlo si
presenta all'imperatore, "significandogli la propria missione, e
come fosse diretto a lui, non al Concilio, che Papa Gregorio non
riconosceva" (L. Tonini). Lo stesso 16 giugno Carlo incontra pure
Manuele II imperatore d'Oriente e futuro suocero di Cleofe. Nei
giornisuccessiviCarlovisitaideputatidellesingolenazioni,con
particolari ricevimenti da parte di quelli italiani, inglesi,
tedeschi e francesi, dimostrandosi mediatore sapiente e fermo ma
apertoallealtruiragioni.ACostanzasitrovapureilpatriarcadi
CostantinopoliJeandelaRochetaille.
Anche il padre di Cleofe ha acquisito benemerenze religiose nei
tormentati anni dello scisma occidentale (13781417). Nel 1410
l'antipapaGiovanniXXIIIloricompensadeiserviziampiefruttuosi
prestati alla Chiesa durante il concilio di Pisa, "circa
extirpationem detestabilis scismatis et consecutionem
desideratissimaeunionis",attribuendogli"vitadurante"lasommadi
seimilafiorinil'anno,pariacinquevolteilcensocheilsignore
diPesaropagavaaRoma.
A Giovanni XXIII, Carlo di Rimini ha scritto prospettando vari
progetti per addivenire alla riunione della Chiesa, prima di
muovergli guerra nell'aprile 1411 come rettore della Romagna per
ordinediGregorioXIIeconl'aiutodiPandolfoIIIdiBrescia,al
fine di "reperire pacem et unionem Sactae Matris Ecclesiae".
GregorioXIIinunabolla(20.4.1411)scrivecheCarlo,"veraefidei
propugnator",hagiustamentedeciso"sedemandatonostromovere,et
pro defensione catholicae fidei, ac honore et statu, atque vera
unione ac pace universali Ecclesiae". In dicembre a Carlo i
veneziani,fedeliaGiovanniXXIII,affidanounesercitodaguidare
control'imperatoreSigismondo.Nell'agosto1412,Carlorestaferito
percuilasciailcomandoalfratelloPandolfoIII.
Nell'ottobre1418MartinoV,mentrestaritornandodaCostanza,fa
sosta prima a Brescia e poi a Mantova. A Brescia avviene il suo
incontro con l'arcidiacono Pandolfo, fratello di Cleofe,
amministratoredelladiocesi.ABresciailpapatrovailsignoredi
Rimini Carlo accompagnato dalla moglie Elisabetta Gonzaga, e
Malatesta I di Pesaro. Il quale ottiene dal pontefice due
provvedimenti: la rinnovazione della propria signoria e la sede
vescovilediCoutancesperilfiglioarcidiacono.
PercancellarelastoriadiCleofe,bastanolefiammechenel1462
distruggono a Rimini gran parte dell'archivio malatestiano (poi
spogliatodellecartesuperstitisuiniziativapontificiafra1511e
1520);edaPesaroil15dicembre1514labibliotecaedidocumenti
dellafamigliadellasposabizantina,dopochenel1432enel1503
un"arrabbiatopopolo"viavevadistruttolescritturepubbliche.In
quellefiammescompaionoletraccechepotevanoportareadaccusare
laChiesadiRomadelsacrificiodiunagiovaneinnocente,scelta
dalpapaconsoddisfazionedelsuocasato:periMalatesti,inquei
giorniattornoal1420,eranoaumentatipotereeprestigio.
Sopravvivonosoltantolememorieorientali.Erestalaleggendadel
ritorno in patria di Cleofe: forse accreditata dagli stessi
Malatesti per nascondere la sconfitta politica subta, o forse
diffusadallaChiesaalfinedimascherarelepropriecolpe.Roma,
consapevoledipossibilitracceaccusatorielasciateaPesaroeda
Riminidallaclamorosavicenda,avrebbeprovvedutoadistruggerle.
Sonosempliciipotesi.ComequelladiSilviaRoncheycircalafine
di Cleofe: una morte che ha "poche probabilit di essere stata
accidentale", e che sarebbe dovuta alla "longa manus della curia
romana".

47

Cleofe "probabilmente assassinata, certamente travolta dal doppio


giocoalqualeerastatacostrettafindalsuoarrivoaBisanzio",
vissecercandounimpossibileequilibriosulfilochecollegavail
papaedilconsorte.Giocconcoraggiounapartitachedasolanon
potevavincere.Roncheyipotizzal'uccisionediCleofeperevitare
che mettesse al mondo un erede al trono bizantino. Se un figlio
maschio fosse nato, "il corso della storia avrebbe potuto essere
diverso":"selastoriapotessefarsiconise".
LenozzediCleofesonostatecelebrateil19gennaio1421assiemea
quellediSofiadiMonferratoconGiovanniVIIIPaleologo.Sofiae
Cleofe sono state unite nello stesso progetto di Martino V (che
secondoRoncheyscelse"personalmente"laMalatesti),perriunirela
Chiesalatinaequellagreca,separatesindal1054.AssiemeSofiae
Cleofe s'erano imbarcate a Venezia per Costantinopoli. Il prologo
del viaggio di Cleofe era stato segnato dal triste presagio
dell'imbarcazione costretta dal maltempo a rientrare in porto a
Rimini, per cui dovette compiere via terra il viaggio sino alla
laguna.AnchediSofiadiMonferratolecronachedeltempooffrono
scarse notizie: nell'agosto 1425 Sofia scappa da Costantinopoli,
poco dopo la scomparsa del suocero Manuele II. Cleofe muore nel
1433,lasciandounafiglia,Elena,natatra1427e1428.
["ilPonte",20.6.2010/37]

48

Elena,lareginadiCipro.
FigliadiCleofeMalatestiediTeodorodiBisanzio.
Nel1421CleofeMalatestisposaTeodoroPaleologodespotadiMoreae
figliodell'imperatorebizantinoManueleII.Sulfiniredel1427o
all'iniziodel1428nascelalorofigliaElenaPaleologa.Nel1433
Cleofemuore,forsevittimadiundelittopolitico.Elenalaprima
erededirettaaltronodiCostantinopolioltrechediMistra,perch
ifratellidisuopadrenonhannoenonavrebberoavutofigli.Nel
1442sposaGiovanniIIIdiLusignano(14181458),rediCipro(1432
1458), e muore l'11 aprile 1458. Elena la seconda moglie di
GiovanniIII.Lasuaprimasposa,AmadeadiMonferrato(14201440),
figlia di Giangiacomo (13951445) fratello di Sofia, unita in
matrimonioconGiovanniVIIIPaleologoecognatadiCleofe.Lenozze
diSofiaeCleofesonostatecelebrateil19gennaio1421.Ledue
giovani erano partite assieme da Venezia per Costantinopoli
nell'agosto 1420. Nell'agosto 1425 Sofia (+1434) scappa da
Costantinopoli. La madre di Amadea di Monferrato Giovanna di
Savoia(13921460)figliadiAmedeoVIIilConteRosso(13601391).
SichiamaCarlottalaprimogenitadiElenaPaleologaeGiovanniIII.
Carlotta(14421487)andranozzedapprima(1456)conGiovannidi
Portogallo (14331457) e poi (1459) con Luigi di Savoia conte di
Genova(14361482).IltitolodirediCipropassaaiSavoiachelo
conservano (puramente onorifico) sino al 1946. Luigi di Savoia
figliodiLudovico(14131465)ediAnnadiLusingnano,sorelladi
GiovanniIII.AncheLuigiallesecondenozze,dopoquelle(1444)
non consumate ed annullate (1458) con Annabella Stuart, figlia di
GiacomoIdiScozia.
LasecondogenitadiElenarinnovailnomedellanonnaCleofeedha
brevevita.Carlottaregnatra1458e1460,primadiGiacomoIIil
Bastardo(natonel1418daMariettadiPatrasso)cheperlegarsia
Venezia nel 1468 sposa Caterina Cornaro. Giacomo II uccide il
ciambellano di Elena, Tommaso di Morea. Contro Carlotta nel 1459
cerca al Cairo l'aiuto del sultano AlAchraf Sad adDin Inal.
Giacomo II muore il 7 luglio 1473. Il 28 agosto nasce l'erede
GiacomoIIIchescompareil26agosto1474.CaterinaCornaro(1454
1510) regna dal 1473 sino al 1489. Nel 1463 Carlotta fuggita a
Roma.Quiscomparenel1487(edsepoltainSanPietro).
Riprendiamo le due notizie relative ad altrettante fughe di spose
italiane:SofiadaCostantinopoli(1425)eCarlottadaCipro(1463).
Anche per Cleofe stato accreditato un inesistente ritorno in
patria,associandoloaquellodelfratelloarcivescovodiPatrasso
nel 1430, quando al dominio veneziano subentra il bizantino.
Saltiamoal1794:aRiminiappareunvolumededicatoagliscrittidi
Basinio Parmense (142557), curato da due eruditi, i fratelli
FrancescoGaetanoedAngeloBattaglini.Angelobibliotecarioalla
Vaticana. L'opera comprende nel primo tomo le "Notizie intorno la
vitaeleoperediBasinioBasini"(pp.142)delpadreIreneoAff
deiMinoriOsservanti(174197,dal1785allamorteprefettodella
BibliotecaPalatinadiParma);untestodiAngeloBattaglinisulla
"corte letteraria" di Sigismondo (pp. 43255: esso riguarda i
letterati forestieri alle pp. 43160, e quelli riminesi, pp. 161
255).Nelsecondotomoc' illavorodiFrancescoGaetano,"Della
vitaefattidiSigismondoPandolfoMalatesta"(pp.257698).
Battaglini spiega che tra le tante altre notizie che non avrebbe
potuto elencare, c' quella che Cleofe "infine tornasse a casa".
Lasciatoilmodoverbaledellacertezzausatoinprecedenza,ricorre
al congiuntivo per indicare un'ipotesi. Battaglini non aggiunge
altro,confidandonellacapacitdeilettoridicogliereilsensodi
quello scarto stilistico, tanto discreto da poter passare anche
inosservato. Sembra essersene accorto invece Luigi Tonini con
l'acribiacheglierapropria.AnchesenoncitaBattaglini,Tonini
in una breve scheda su Cleofe annota: "Mor nel 1433, dicono in
Pesaro". Questo si legge a p. 334 del quarto volume, tomo primo

49

della sua storia di Rimini. A p. 335, Tonini per aggiunge che


Cleofe fu condotta in Italia dal fratello Pandolfo arcivescovo di
Patrasso.
Tonini tralascia la drammatica situazione vissuta da Cleofe, e
testimoniatanel1427daBattistadiMontefeltroconlaletteraa
papaMartinoV.Tonini(mortonel1874)nonpotevaignorarequella
letteraindifesadiCleofe,oltretuttoripropostaaLondranel1851
dalloscozzeseJamesDennistoun(18031855)edaFilippoUgoliniin
untestoeditoadUrbinonel1859.DaquesteomissionidiTonini,
nascelaleggendadelritornodiCleofeinItalia,duratasinoal
librodiSilviaRoncheydacuisiamopartiti("L'enigmadiPiero",
2006).
1433,visital'Italial'imperatoreSigismondo,ilprotagonistadel
concilio di Costanza. A Roma incoronato da papa Eugenio IV.
DirettoalconciliodiBasilea,sostail30agostoadUrbinoeda
Rimini il 3 settembre. Ad Urbino gli rende omaggio un messo di
Elisabetta Malatesti moglie di Piergentile Da Varano e figlia di
GaleazzodiPesaroediBattistadeiMontefeltrosignoridiUrbino.
Piergentile stato arrestato agli inizi di quell'agosto, e suo
fratello Giovanni II ucciso poco dopo dai fratellastri Gentile IV
PandolfoeBerardoIII(ammazzatipoinel1434),figlidellaprima
moglie Elisabetta Malatesti sorella di Malatesta I di Pesaro.
Elisabetta nel 1441, alla morte dell'arcivescovo Pandolfo,
nominatasuaerede.
Battista pronuncia davanti all'imperatore Sigismondo una commossa
orazione latina per chiedere quanto anche sua figlia Elisabetta
implorava per Piergentile, ovvero grazia e liberazione. Tutto
inutile,Sigismondosenelavalemaniavendoricevutounadiffida
dal papa. Piergentile decapitato il 6 settembre 1433. Battista
aveva ricordato all'imperatore anche le sventure dei Malatesti.
Ovvero,immaginabile,purelasortediCleofeoltreallarecente
cacciatadaPesaro.Doveessipossonotornarenellostessosettembre
1433 grazie ad estensi e veneziani, e ad una rivolta popolare,
quandoCarlodevastailcontadoedassedialacitt.
LasostaaRiminidell'imperatoreserveaSigismondoPandolfoedal
fratello Novello per fortificarsi, ricevendo un'investitura laica
contrapposta a quella papale "in temporalibus". Ispirati da una
rigidaRealpolitik,essinonhannotempoperpensareaCleofeeda
Mistra.DoveSigismondovaperlacrociatainMoreadel14641466al
soldo di Venezia. Francesco Gaetano Battaglini nel riproporre il
poema"Hesperis"diBasinioParmenseinlodediSigismondo(peri
trionfisuAlfonsod'Aragona,1448),annota:"quellocheforseprima
non si sapeva, s'intende" da certi suoi versi dove racconta di
"quell'ElenafigliuoladiCleofe"reginadiCiprocheaveva"recato
secosfortunatamentel'erroneacredenzadelpadre[...]coningiuria
dellaChiesalatina".
Battaglini rimanda al brano di Basinio riassumibile con il titolo
dellibrosettimoincuicontenuto:"AdCyprireginamagnatamsuam
navigare se velle simulat" (il titolo inizia: "Dum Sigismundus
meditaturNeapolimne,anIberiaminvadat...").Battaglinispiega:
"quello che forse prima non si sapeva, s'intende da' versi di
Basinio in quel luogo del libro settimo, dove fa che Sigismondo
imbarcandosi,fingecheilsuonavigareabbiaadessereaCiproper
visitare quella reina. La quale egualmente sarebbe piacciuto di
ricordare,sendoquell'ElenafigliuoladiCleofe".
DiElenanel1647GiovanniFrancescoLoredano,ricorderlavendetta
consumata contro Marietta di Patrasso, amante del marito Giovanni
III,coniltagliodelnasoedelleorecchie,neltentativoforsedi
farla abortire della creatura che aveva in seno, il futuro re
Giacomo II il Bastardo. Anche Elena era allora incinta. Della
primogenitaCarlotta.
SigismondononpotevaessersidimenticatodiCleofe,vissuta"perlo
pi"(Clementini)allacortediRimini,doveluistessoerastato
portato fanciullo da Brescia nel 1421, l'anno delle nozze della
giovane pesarese. Di lei certamente aveva sentito parlare dai

50

famigliari,connarrazionicherisalivanoalconciliodiCostanza.
Navigando verso la Morea nel 1464, Sigismondo non poteva non
avvertireilpesodiunastoriaormailontananeltempoerimossa
nellamemoriapolitica,tuttaviasemprepresenteallasuacoscienza
diprincipeindocilemasapiente.Ilsuosguardoerasenzaisereni
accenti immaginati dalla poesia di Basinio: la bella Cleofe aveva
generato Elena "alle spiagge dolci di graziosa luce". Anche Elena
eragiscomparsa,atrent'anni,nel1458.
BasinioaggiungecheilgloriosoMalatestiavevaconcessoaCleofe
d'andare ad uno sposo greco, essendosi degnato d'imparentarsi con
gliantichiAchei.Nonungrecoqualsiasi,per,bensungrandere.
Chelacondusseallepatrierive.Sottolaretoricaencomiasticadi
Basinio,c'unaveritstorica:ilricordodiCleofeerapresente
nellacorteriminese,ancheseilpoetanulladicedellasuasorte.
Con Sigismondo Pandolfo i Malatesti svolgono un ruolo politico
europeochehasalderadici.IlnonnodiCleofe,PandolfoII,nel
1357aPragaedaLondra,nonsoltantopersparlaredeiVisconti
daiqualierastatoumiliato,mapersvolgereunamissionedaagente
segretoalserviziodellaChiesa.Conlaqualelasuafamigliasi
erarappacificatal'8luglio1355.
["ilPonte",4.7.2010/39]

51

Malatesti,PetrarcaeVisconti.
1357,intrighipoliticifraMilanoePraga.
Amico del Petrarca, detto Pandolfo II nonno di Cleofe. Si
conoscono nel 1356. Il poeta arriva a Milano presso i fratelli
GaleazzoeBernabViscontichel'invianocomeambasciatoreaPraga
dall'imperatoreCarloIV.PandolfoingaggiatodaiViscontiquale
comandante dell'esercito. La situazione nei loro territori
inquieta,conunarivoltaaBolognaelaminacciadelmarchesedel
MonferratodiconquistarelecittdelPiemonte.PetrarcavaaPraga
verso la fine di maggio, passando per Basilea. Ritorna dopo tre
mesi.InautunnoPandolfosiammalaseriamente.Petrarcasirecada
lui quasi ogni giorno. Quando sta meglio Pandolfo restituisce le
visite.Nonpucamminare,esifatrasportaredaiservi.
Ilvicarioimperiale,vescovodiAugusta,MarkwardvonRandeckche
staaPisa,capeggial'opposizioneitalianaaiViscontiperidanni
arrecatiallaChiesaedall'imperatore.Intimalorodidiscolparsi
davanti a lui l'11 ottobre 1356. Galeazzo gli risponde con una
letteraingiuriosa.L'hacompostaPetrarca.Ilvicariosimettein
marciacontroMilano:fermatosoltantoaCasorateil14novembre.
IViscontifannoprigionieroMarkwardtrattandolo"decorosamente"e
rispedendolo in Germania (P. Verri, "Storia di Milano", I, 1783).
Novara conquistata dal marchese del Monferrato, mentre a Genova
scoppiaunarivoltaantiviscontea.
Secondo il cronista trecentesco Matteo Villani (VII, 48), Bernab
temechePandolfofacciatroppomontaresuofratelloGaleazzonella
comune signoria. Per questo lo aggredisce, minacciandolo di
un'esecuzionecapitale.Bernabhalafamaditirannosfrenato,al
cui nome "tutti tremavano n alcuno ardiva far parola. Due frati
minoricheosaronofarealuistessolagnanzaditanteestorsionili
fece bruciar vivi". Per giustificarsi Bernab accusa Pandolfo di
avercorteggiatounasuaconcubina,GiovannoladiMontebretto,che
glihadatounabimba(Bernarda)nel1353,quandonascepureMarco,
suoterzofigliolegittimo.
Bernab un "sovrano truce e ignorante" secondo Verri. Nel 1361
accoglieduenunzipapaliadunpontesulLambro,imponendolorola
scelta "o mangiare o bere", cio essere buttati nel fiume. Essi
masticano tutta intera, compreso il bollo di piombo, la pergamena
pontificiachegliavevanorecato.Unodeiduenunzi,Guillaumede
Grimoard,nel1362diventapapaconilnomediUrbanoV.
Nel1367PandolfoIIunodeisignoricheaccompagnanodaNapolia
Roma Urbano V, per difenderlo dai cardinali contrari al suo
progetto,realizzatosoltantoperuntriennio,diriportareacasa
da Avignone la sede di Pietro. Urbano V scomunica Bernab,
dichiarandolo eretico e comandando "che alcuno non osasse pi
trattare con lui". Nello stesso 1362 i messi di Padova, Verona,
Ferrara e Rovigo sono fatti vilipendere dalla ciurmaglia, vestiti
con tuniche bianche e mandati a cavallo in giro per Milano. Il
vicario arcivescovile Tommaso Brivio torturato. L'abate di San
Barnaba,impiccatoperaverpresodellelepri.
Bernabsiaccontentadisbattereincarcereilpresuntorivalein
amore. Galeazzo fa poi liberare Pandolfo che scappa da Milano e
prepara la sua vendetta. La quale coinvolge il vecchio amico
Petrarca, costretto a scrivere cose turche contro Pandolfo. Nel
primosemestredel1357PetrarcasirivolgeaLudovico(Luigi)di
Taranto re di Gerusalemme e Sicilia, secondo marito della regina
GiovannaIdiNapolienipotedeldefuntoreRobertod'Angi.
Giovanna,donnabellaegentile,dicuorteneroedappassionato,era
rimasta vedova del cugino Andrea d'Ungheria, un tipo selvaggio e
duro,fattolesposarequandoentrambinonavevanoancoraottoanni.
La morte di Andrea attribuita ad uno strangolamento deciso da
GiovannaedaLudovicopercoronareillorosognod'amore(racconta
A.Levati,17701841).LachiamavanolaCleopatranapoletana.

52

Il titolo dell'epistola di Petrarca dice tutto, "Contro Pandolfo


Malatesti". Allo stesso 1357 appartiene la lettera inviata da
PetrarcaadAldobrandinoIIId'EsteanomediBernabVisconti,in
cuisiparladellaperfidiadiPandolfoversoilsignorediMilano
cheinveceloavevaamatocomeunfratello.Bernabnonsiriferisce
soltanto alla storia della presunta relazione con Giovannola. Si
basa su fatti veri. Pandolfo liberato da Galeazzo e fuggito da
Milano, partecipa ad un intrigo internazionale in cui agisce da
provetto politico, ma non per il solo scopo di togliersi la
soddisfazionedisparlaredeiViscontiedidanneggiarli.
Un testimone del tempo, il dotto cronista (e notaio delle truppe
viscontee)PietroAzario,scrivecheilMalatestifuaMilano,su
ordinediBernab,talmenteoffesoche,pervergognaedaltreazioni
commesse contro di lui, prov dolore in perpetuo. L'esperienza
personalediPandolfovacollegataalcontestopolitico.IMalatesti
sonoinpaceconlaChiesadall'8luglio1355,datadeldocumento
scoperto dal cardinal Giuseppe Garampi nell'Archivio segreto
apostolicovaticano,concuisiconcedonoaiMalatestiinvicariato
le citt di Rimini, Pesaro, Fano e Fossombrone ed i loro contadi
(Tonini,IV,2,doc.CXVIII,pp.209224).Mentre del14luglio
1356unaltrodocumento"garampiano"conlelodidipapaInnocenzo
VIversoMalatestaMalatesti(ivi,doc.CXX,pp.225226).
Matteo Villani (V, 46, p. 174) attribuisce la resa dei Malatesti
allamancanzadidenaroerendite.Dalluglio1355,comunqueessi
rientrano nel gran gioco della politica. La loro sottomissione al
papa "si traduce ben presto in un fattivo e duraturo rapporto di
collaborazione militare" (A. Vasina), quando la Chiesa cerca di
evitarecheisignoricittadini"potesserofarbloccofradiloroe
costituireunostacoloinsormontabileall'eserciziodellasovranit
papale"(G.Fasoli).Nel1362PandolfoIIsposaPaolaOrsiniilcui
nonnoOrsofigliodiunfratellodipapaNiccolIII(12771280).
Con il quale un suo altro nipote, Bertoldo fratello di Orso, nel
1278contediRomagna.
PrimaaPragaepoiaLondra,Pandolfononoperaperproprioconto,
o in difesa di Galeazzo Visconti. Lo dimostra un altro documento
scopertodaGarampi(Tonini,IV,1,p.156).Pandolfoil2giugno
1357invitatodalpapaarecarsiadAvignone.Alsuoposto(perch
impeditodagliimpegnimilitariconifiorentini),vailpadreche
due anni prima aveva gi incontrato il cardinal Egidio Albornoz
legatodiRomagnaconilqualeviaggiaversoAvignone.Dovearriva
il24ottobreesifermaperoltretremesi,tornandoaRiminiil16
febbraio1358.
LapaceconiMalatesti,sileggeinCarloTonini(I,391),libera
illegatodaunaguerrachepotevaesserelungaedifficile,egli
fornisceunalleatocontroglialtrisignoriromagnoliperprendere
Cesena, Forl e Faenza. Albornoz rappresenta la linea dura con i
Visconti,cheilpapavolevainvecefavorireperusarlicontrogli
Ordelaffi. Nel 1360 i Malatesti sono al fianco della Chiesa
avversandoBernabVisconti.Il29luglio1361allabattagliadiSan
Ruffillo a Bologna, Bernab sconfitto dalle truppe del legato
guidate da Galeotto I Malatesti, figlio di Pandolfo I che era il
nonno del nostro Pandolfo II. Da Galeotto I discende il ramo
riminese(suonipoteSigismondoPandolfo).
Icommentatorialla"StoriadiMilano"(1856,p.247)diBernardino
Corio(14591519)scrivonochelasconfittadeiViscontiavvienead
"operadelvecchioMalatestidiRimini",uomoche"cometirannoe
comeRomagnolo,doveva essereinconcettodiconsumatomaestrodi
perfidia:chediquestitempilamalvagiafededegliabitantidella
Romagnaerainogniparted'Italiapassatainproverbio".Perfidia
la parola usata, come si visto, da Petrarca contro Pandolfo
nell'epistolascrittaadAldobrandinoIIId'EsteanomediBernab
Visconti.
Nessuna perfidia invece dimostra Pandolfo II verso Petrarca.
Nell'ottobre1364ilpoetaesprimealuiedalfratelloMalatesta
UngaroilsuodoloreperlamortedelloropadreMalatestaAntico,

53

dicuiattestailgrandissimoricordolasciatoconlasuavitapiena
di gloria. Nel 1372 il Malatesti invita il poeta a Pesaro. La
risposta (negativa) del 4 gennaio successivo contiene le
condoglianzeperlamortedellamoglieedelfratellodiPandolfo,e
l'annuncio dell'invio delle proprie rime volgari, ovverosia il
"Canzoniere",chedefinisce"cosucce"(nugellae).
PandolfoePetrarcasannochelavitapolitica(dicuientrambisono
testimoni e protagonisti), richiede sottomissioni, umiliazioni ed
astuzie. Nel 1366 i Malatesti congiurano con il papa per far
sconfiggereiVisconti.Conloros'incontranoaPavia(dovetrovano
Petrarca) e Milano, mentre sono diretti ad Avignone. Non una
riconciliazione,comescriveunoscurocronistabolognesedeltempo,
ilcartolaioFlorianoVillolarilanciatonel1949daRobertoWeiss.
Ma una manovra di aggiramento, ben descritta da Muratori (Annali,
VIII, 1763). Alla fine i Visconti si dimostrano i pi abili e
danarosi, e possono assoldare truppe inglesi e tedesche. La loro
penetrazioneinEmiliairresistibile(Fasoli).
Circa Pandolfo II, Lorenzo MascettaCaracci ("Zeitschrift fr
romanischePhilologie",1907,vol.31)osservandochesiaccettache
a soli sei anni, nel 1331, egli cominciasse una vita politica di
capitanoedominatore,proponevadianticiparnelanascitadal1325
al 131015. Di ci s'accorge nel 2004 soltanto la danese Gunilla
Svborg, concordando con i dubbi dello studioso italiano. Circa
Malatesta Ungaro, MascettaCaracci parla di caso ancor pi
miracoloso, perch a soli quattro anno nel 1331 figura nei libri
come capitano di Santa Chiesa. Misteri degli storici, non della
Storia.Neriparleremo.
["ilPonte",31.10.2010/52]

54

Umanesimoriminese.Parliamone.
Apropositodell'UmanesimotragicodicuihatrattatoaRiminiil
prof.MassimoCacciari,riferendosialla"ResurrezionediCristo"di
PierodellaFrancesca,unapiccolaricercasuInternetpermettedi
ricostruirelafortunadellaformula.
Nel 1994 appare nell'annuario del Centro mondiale di Studi
"umanisti"(nonumanistici),chehaunvagosaporeesotericopiche
dianalisidellaculturadell'Umanesimoinsensostretto.
Nel 2004, a proposito del proprio libro "Della cosa ultima", il
prof. Cacciari dichiara al "Mattino" di Padova: "Da tempo vado
pensando che occorrerebbe, anche sulla traccia dell'autentica
storiografiafilosoficaitalianadaGentileaGarin,rivalutarela
nostra tradizione. un umanesimo tragico, ma appunto di una
tragediachesiconcludeconunMa'vittorioso'...".
Nel2005,ilprof.CacciariaCasertatrattadell'Umanesimotragico
parlandodiquattrotestiletterari:ilcantoXXVIdell'Inferno;il
DevitasolitariadiPetrarca;laLetteraalVettoridiMachiavelli;
l'Infinito di Leopardi. Ricorda anche il vero testimone
dell'Umanesimotragico,LeonBattistaAlberti,consapevolecheuna
stupidapretesaquelladiessere"fabbrodelpropriodestino".
Nel 2007 a Milano, all'Universit San Raffaele, si laurea
brillantementeSilviaCrupano(Roma,1983),conunatesidedicataal
pensierotragicodiLeonBattistaAlberti:"Virtuscontrafatum.La
dialetticadell'Umanesimotragico.PerunaFilosofiadellaStoria"
(relatore Andrea Tagliapietra, correlatore Ernesto Galli della
Loggia).
Nel 2010 il prof. Cacciari tiene una lezione magistrale a Napoli
intitolata"L'umanesimotragicodiLeopardi".
Pertornareall'iniziodelnostrodiscorso,sarebbemoltoimportante
che nella nostra citt ci si decidesse a ricordare l'Umanesimo
riminese,incuiconfluisconotuttiitemidell'Umanesimoitaliano.
Come dice il prof. Cacciari, "occorrerebbe rivalutare la nostra
tradizione".
Un'annotazioneconclusiva.Cacciaricollegailconcettodi"tragico"
al 1453, ovvero alla caduta di Costantinopoli. Forse si potrebbe
andareunpochinopiindietro,sinoal1415,annoincuiculminala
tragedia dell'Europa cristiana. Durante il Grande Scisma (1378
1417),GiovanniHussassiemeall'allievoGirolamodaPragamandato
al rogo, dopo essere stato invitato con salvacondotto imperiale a
Costanza, dove si trovavano i padri conciliari. Inizia allora una
fasedrammaticainBoemia,chedurasinoal1433.Sonofiammechene
preannunciano altre: nel 1553 per Miguel Serveto a Ginevra su
decisionedeicalvinisti,edil17febbraio1600aRomaperGiordano
Bruno.
Giustamente, Franco Cardini (come si legge sul "Ponte" del 5
febbraio scorso) smorza i toni dello "scontro di civilt", che
alcuni vorrebbero far iniziare appunto nel 1453 e culminare nel
1683, anno dell'assedio di Vienna. Cardini osserva: non fu un
conflitto di civilt, ma soltanto "storico". Da questa differenza
Cardini arriva alla conclusione che non si debbono "incentivare
pericolosi contrasti religiosi", partendo da episodi militari o
politicichehannoprovocatosrotturemaspessopureaccordi.
Nelsuolibrorecentededicatoall'argomento(pp.38),introducendo
iltemaCardiniosservachetrequattrosecolisonostati"dominati,
sul piano della politica e dei rapporti interstatuali, da una
tensionechesitraduceinunaretecomplessaemutevoledialleanze
edirivalit".
PurequestoaspettoriguardaRiminidavicino.SigismondoMalatesti
failcondottieroalsoldodiVenezianellacrociatainMoreadal
1464 al 1466. La sua condotta non approda a nulla, anzi
consideratagrandementedannosa.Il25gennaio1466eglifaritorno
acasa.Sembra,comeineffetti,unuomosconfitto.Mailbottino
cherecacons,leossadelfilosofoGiorgioGemistoPletone(nato

55

aCostantinopolinel1355circaemortoaMistra,Spartanel1452),
gligarantisconounprestigioperenne.Conlatombacheleaccoglie
nel Tempio, Sigismondo offre l'immagine di Rimini quale faro di
sapienzachepotevailluminareRoma,l'anticaelontanaBisanzioe
lavicinaRavenna.
E con Pletone, oggi, si torna da dove si era partiti, a
quell'Umanesimoriminesedastudiarenellasuaveraportata,aldi
ldellesuggestioniesoterichechenel2001portaronoaproclamare
(ilpovero)Sigismondo"massoneadhonorem".
["ilPonte",26.6.2012]

Tama1066,"ilPonte"n.4/2012
Peressereliberi.
S'intitola "Breviario" la nota rubrica che appare la domenica nel
supplemento culturale del "Sole 24 Ore", firmata dal card.
GianfrancoRavasi.Il15gennaioscorsoiltemaera"lalibert":
"L'educazioneaessereliberi,nonsolodaun'imposizionesottile,
com'quelladelladerivamediatica,maancheperunasceltaeun
impegnopersonale,un'operaseveraefaticosa".
Diquest'operaseveraefaticosaabbiamoun'illustrazioneproprioa
Rimini nel Tempio malatestiano, nella cappella detta delle sette
artiliberali,ovverolemateriedistudiopergliuominiliberi(ai
servitoccavanoleartimanuali):Grammatica,Dialettica,Retorica
(il "Trivio"), Aritmetica, Geometria, Musica, Astronomia (il
"Quadrivio"). Nella cappella le immagini sono per diciotto. Per
questomotivounostudiosocomeCorradoRicciscrissecheinessavi
"altroancora",conun'incertaespressionesimbolicadellefigure.
Noi vi proponiamo una veloce lettura delle diciotto immagini
suddivisenelleduecolonnelateraliedintrestriscepercolonna,
partendodall'altoversoilbassoperognistrisciacheindichiamo
conletteradell'alfabeto.StrisciaA:laNaturaispiral'Educazione
che opera attraverso la Filosofia. Strisce B e C, le materie di
studio: Letteratura, Storia, Retorica (Arte del discorso),
Metafisica (o Teologia), Fisica, Musica. Nelle due strisce
successive(D,E),simostracomeconoscerelaNaturaattraversole
Scienze che sono: Geografia, Astronomia, Logica, Matematica,
Mitologia e Botanica. L'ultima striscia (F) rivela lo scopo della
cultura, ovvero educare ad una vita tra cittadini tutti uguali e
quindi liberi: qui le tre immagini rappresentano la Concordia, la
Cittgiusta,elaScuola.
Il tema della Concordia ha una doppia lettura. Esso riguarda non
soltanto la vita della citt (opponendosi ai governi dei prncipi
comeSigismondo),mapurel'UnionefraledueChiese(proclamatail
6.7.1439conundecretodestinatoabrevedurata).Perquellaunione
iMalatestihannosvoltoungranderuoloinnomedellaChiesa.Nella
tavoladellaConcordiasiraffiguraun'unionematrimoniale:ladonna
potrebbeessereCleofeMalatesti,sceltadalpapacomesposa(1421)
diTeodoro,figliodell'imperatorediCostantinopoli,epoifinita
uccisa.
Nellasceltadelleimmaginic'lamanodellostessoarchitetto(ed
ottimo scrittore) Leon Battista Alberti, seguace di un umanesimo
civilechevuoleunasocietnuovadiversadaiprincipati.[1066]

Tama1071,"ilPonte"n.9/2012.
Grecia,anziEuropa.
L'inedito e cospicuo piano di salvataggio dell'economia ellenica
(130 miliardi), adottato a Bruxelles all'alba del 21 febbraio,
significa qualcosa non soltanto sul piano politico. C' un suo
aspetto culturale che lo stesso giorno stato ben spiegato,
nell'editoriale dei lettori sulla "Stampa", da Mauro Artibani,

56

studiosod'Economiadeiconsumi.Eglisostienechetuttinoieuropei
abbiamo un debito verso la cultura ellenica: "L'alfabeto greco ci
consente di scrivere, noi stessi pensiamo attraverso le parole
greche; con la filosofia, che proprio l nasce, articoliamo quel
pensiero", per non parlare della fondazione della democrazia che
oggicigoverna.L'articoloterminaconunabattutachecontieneuna
grandeverit:traimaggioriindebitaticonlaGrecia,c'l'intera
"filosofiatedesca".
AncheaRiminiabbiamofortilegamieconsistentiobblighiconla
cultura ellenica. Nel Tempio Malatestiano ci sono le due epigrafi
scrittenellalinguagreca,consideratedaAugustoCampanacomele
primetestimonianzedelRinascimentosiaitalianosiaeuropeo.Nella
cappella dei Pianeti del Tempio, c' l'immagine del "rematore",
lettadisolitocomeraffigurazionedell'animadiSigismondo,scesa
agliInferierisalitainCielo.
Essa ci sembra per riassumere la storia dell'Ulisse dantesco
("Inferno",c.26,vv.90142)cheaicompagnid'avventuraconla
sua "orazion picciola" ("fatti non foste a viver come bruti"),
lancia un "manifesto preumanistico", come lo definisce un noto
studiosodell'Alighieri,FrancoFerrucci.
Ulisse insegna che la nostra dignit sta nel "seguir virtute e
canoscenza",anchesecipucostarciunnaufragioincuipersi
salval'uomo.L'uomodiognitempo,enonsoltantoquellodell'ete
dellepaginediDante.Lasmorfiadelvoltodel"rematore",richiama
l'Ulissedantesco.Idueisolottirimandanoallecolonned'Ercole.I
ventiricordanoil"turbo"cheaffondala"compagnapicciola"(vv.
101102).
Alla corte di Rimini nel 1441 prima dell'edificazione del Tempio,
era giunto Ciriaco de Pizzecolli d'Ancona (13901455). Ciriaco ha
frequentato i circoli umanistici di Firenze, ed un "lettore di
Dante" che per la sua ansia di sapere ama presentarsi nei panni
d'Ulisse, come leggiamo in Eugenio Garin. A Ciriaco potrebbe
attribuirsi il suggerimento del tema di Ulisse da inserire nel
Tempio,qualepartedeldiscorsoumanisticogiaccennatoqui(nella
rubrican.1066)perlacappelladelleArtiliberali.[1071]

57

TempioMalatestiano,culturasenzasegreti.
LepolemichedelteologoirlandeseWaddingrisalgonoal
1628.
Lebuoneragioniperdiffidaredicerteinterpretazioni,illustrate
daFrancoBacchellispiegandol'Umanesimoriminese

Nel1628l'irlandesepadreLucasWadding(15881657),professoredi
Teologiaecensoredell'Inquisizioneromana,scrivecheSigismondo
dedica il Tempio di Rimini alla memoria di san Francesco, ma con
immaginidimitipaganiesimboliprofani.
GlirispondedallastessaRimininel1718GiuseppeMalatestaGaruffi
conla"Letteraapologetica[...]indifesadelTempiofamosissimo
di san Francesco", sostenendo che il testo di Wadding contiene
alcuniperiodipienidicalunniacontroilsacroedificio.Garuffi
esamina dottamente le singole cappelle del Tempio: ha fatto studi
teologici ( sacerdote) ed stato direttore della Biblioteca
AlessandroGambalungadiRimini(16781694).
A Garuffi risponde immediatamente un anonimo riminese con una
pedante requisitoria in difesa di padre Wadding. La replica di
Garuffi arriva nel 1727 con un ritardo che significa soltanto
indifferenzaversoargomentiritenutigiustamentedeboli.
Ildiscorsodeimitipaganiedeisimboliprofani, unacostante
del dibattito culturale sul Tempio riminese, da cui sono derivate
pureletentazionidifarneunluogopienodimisteriosevelleit
esoteriche. Contro le quali metteva in guardia nel 2002 Franco
Bacchelliinunsaggioprezioso.
Bacchelli osserva che "vi sono certo buone ragioni per diffidare"
delleinterpretazionimassonichesuggeritedaunacitazionedel"De
re militari" di Roberto Valturio. In essa si accenna alla
suggestioneesercitatasopraSigismondodalle"partipiripostee
recondite della filosofia". Bacchelli ricorda un passo di Carlo
Dionisotti: quando si trattava di fede cristiana, "Valturio era
intransigente:nonpotevafareamenodiregistrarelapraticadella
divinazione,maladeploravaelainterdivanelpresentecomearte
diabolica".
PerlacappelladeiPianetinelTempioriminese,Bacchelliconclude
cheibassorilievidimostranolaconvinzionedelcommittente"che
neicielichebisognaricercarelacausa,senonditutti,almeno
dei pi rilevanti accadimenti terrestri". Questo principio
"pacificamenteaccettato"nellecortipostetraVenezia,Ferrarae
Rimini, prima che, sul finire del XV secolo, Giovanni Pico della
Mirandola proceda "ad una radicale negazione dell'esistenza degli
influssiastrali".
Bacchelli illustra le contraddizioni del Tempio Malatestiano che
rispecchianoquelledellementidiSigismondoedelsuoambiente,in
cuiconvivonoelementicristianiepagani.
Il testo di Bacchelli fondamentale per comprendere il senso
dell'Umanesimo riminese: un grande progetto culturale che si
realizzasianelTempiosianellascomparsaBibliotecadeiMalatesti
inSanFrancesco.
IldatolocalediRiminivainseritonelcontesto"padano"descritto
daGianMarioAnselmiconunavviso: necessarioridisegnareuna
nuovageografia,nonpersemplificarelecose,mapercomprenderee
valorizzare"unacomplessitirriducibileatradizionaliformuledi
comodo".
Nel convento di San Francesco a fianco del Tempio, a met
QuattrocentosorgelaprimaBibliotecapubblicainItalia,modello
di quella gloriosa (e sopravvissuta) di Cesena. Ideata da Carlo
Malatesti(13681429),progettatanel1430daGaleottoRobertoad
comunemusumpauperumetaliorumstudentium,nascenel1432.

58

AccogliemoltissimivolumidonatidaSigismondoeprocuratidaisuoi
uominidicorte,fracuic'RobertoValturio.Sonotestilatini,
greci,ebraici,caldeiedarabi,traccedelprogettoumanisticodi
Sigismondoperdiffondereunaconoscenzadituttelevociclassiche.
Nel1475Valturiolascialapropriabibliotecaaquellamalatestiana
in San Francesco, ad uso degli studenti e dei cittadini, con la
clausola che i frati facciano edificare un locale nel sovrastante
solaio, dato che quello al piano terra era "pregiudicevole a
materialisfatti",comescriveAngeloBattaglini(1792).
Iltrasportoalpianosuperioreavvienenel1490.Lotestimoniauna
lapide trascritta non correttamente: non c' il verbo "sum" (io
sono) ma l'aggettivo "summa" da legare alla parola "cura".
L'abbagliosintetizzaildisinteresseversoiltemadell'Umanesimo
riminese.
Il saggio di Franco Bacchelli si trova nel volume dedicato alla
"Cultura letteraria nelle corti dei Malatesti", a cura di Antonio
Piromalli,conscrittipurediAugustoCampanaediAldoFrancesco
Massra.ilXIVdella"StoriadelleSignorieMalatestiane",edita
daBrunoGhigi.
["ilPonte,11.3.2012]

59

Recensioni.

Sigismondo,ilsognodiBisanzio.
I Malatesti di Pesaro e Rimini sono la trama sulla quale Silvia
Ronchey, docente di Civilt bizantina all'Universit di Siena,
compone un affascinante e colorito arazzo letterario che ha per
centrologicolaFlagellazionediPieroDellaFrancescaedisuoi
significatiallegorici.
L'autricecollocaSigismondoedilnostroTempioinuncontestodi
politicainternazionale(lacontrapposizionetraRomaeBisanzio),
nel quale il signore di Rimini considerato protagonista del
tentativo(fallito)disalvareCostantinopoli,conlaspedizionein
Moreadel14641466.
Sigismondosisarebberappacificatoconilpapainvistadiquesta
spedizione che aveva come scopo quello di occupare il trono di
Bisanzio. Dove invano si era atteso un erede proprio da una
Malatesti, Cleofe (o Cleopa), cugina pesarese di Sigismondo e dal
1421sposadiTeodoroIIPaleologodespotadiMoreaesecondogenito
dell'imperatorediCostantinopoliManueleII.
Cleofe scompare nel 1433. La sua una morte oscura secondo la
Ronchey. Cleofe era stata minacciata di ripudio per non volere
abiurarelafedecattolica.Altrefontiraccontanodiversamente(ed
erroneamente) la fine di Cleofe, e la dicono fuggita da Bisanzio
assiemealfratelloPandolfo,gobboesfortunatovescovodiPatrasso
dal1424.
Inquestolibrosiaccennaall'ipotesichesiadiCleofelamummia
ritrovatanel1955inunachiestadiMistral'anticaSpartacapitale
della Morea. Se Cleofe fosse stata assassinata, Sigismondo
Malatesta avrebbe avuto da parte sua anche un motivo in pi per
teneretantoacondurrelacrociatainMorea.
Anna Falcioni dell'Universit di Urbino ha spiegato (1999), in
maniera infondata, che Cleofe e Pandolfo nel 1430 fuggirono da
Mistra.DueanniprimaCleofesieradettasagurata(sciagurata)
scrivendo alla sorella Paola, e si era raccomandata alle di lei
preghiere.
La Ronchey mette in guardia contro le elucubrazioni fantastiche
degli ambienti esotericomassonici, ma finisce per accettarne
pienamente una che, con il francese Charles Yriarte [18321898],
conclude appunto sulla via esotericomassonica del Tempio pagano,
comeconfermerebbeiltrasferimentoinessodapartediSigismondo,
delle ossa di Pletone definito da qualcuno capo supremo della
massoneriaeuropea...
Yriartenel1882(UncondottiereauXVsicle)avevasottolineato
come nelle allegorie e nei simboli del nostro Tempio ritornassero
miti, credenze e spirito dei greci, scartando in tal modo
sbrigativamente ogni influsso cristiano (Non Dio che qui si
adora, Isotta; per lei che bruciano l'incenso e la mirra).
Corrado Ricci nel suo celeberrimo studio sul Tempio parla di
facilitirriflessivadiYriarte.
Per la Ronchey le ossa di Pletone trasferite a Rimini sono un
messaggiopolitico,testimonianzadellapretesadiSigismondodi
accamparedirittisultronobizantino.Suquest'ipotesisielabora
tuttoildiscorsodellibro,essereciolaFlagellazioneun'opera
di propaganda per una crociata diretta a liberare Costantinopoli
caduta nel 1453 in mano ai mussulmani. Il volume (L'enigma di
Piero.L'ultimobizantinoelacrociatafantasmanellarivelazione
di un grande quadro, Rizzoli, pp. 540), ha un'appendice di
completamentosuInternetliberamenteconsultabile.
La Ronchey nel 2003 a Montefiore ha partecipato con Mary de
Rachewiltz (figlia di Ezra Pound) e Giuseppe Scaraffia alla

60

presentazione dell'opera di Yriarte su Sigismondo, tradotta da


Moreno Neri (del Rito simbolico italiano) e pubblicata
dall'editoreWalterRaffaellidiRimini.
["ilPonte,7.5.2006/17]

61

LeSignoriedeiMalatesti.
Ammettiamolo, senza timori di smentite. Per molti, troppi, quasi
tutti, i Malatesti voglion dire soltanto la fosca historia di un
cavalier perduto dietro ad una donna, e di un conseguente amore
tragicamente finito. Paolo e Francesca. Punto e basta. Di l si
parte,lsiarriva.
Invece. Invece che cosa? Padre Dante parla ancora dei Malatesti:
questovolevamoaggiungere?Neriparleremo.Perora,accantoniamoil
discorsosullaDivinaCommedia.
Dunque: che cosa si sa dei Malatesti? Ah, s: il Castello. Oh,
perbacco,ilTempio.Epoi?
Unafrasedelprof.PiergiorgioPasini,finitarecentementeinuna
paginaspecialedel"CorrieredellaSera"suRimini:sefuroreggia
ilferragostoalmare,"illuogopi tranquillo"restaproprioil
Tempiomalatestiano.Lagenteloignora.(EseilTempiofossein
qualchealtroPaesed'Europa,scuole,circoli,associazionietrib
vacanziere, organizzerebbero gite istruttive, con colazioni al
sacco).
Allora,perconcluderelapremessa:checosasignificanopernoii
Malatesti?
Unaiuto,frescoequindiaggiornato,pernullapolveroso,looffre
allacitt(enonsoloadessa,maancheallaculturanazionaleed
oltre), l'iniziativa del Centro Studi Malatestiani, presieduto da
BrunoGhigicheeditasottolasuaormainotasigla,unacollanadi
libri.
Sono gli atti delle giornate di studio che s'intitolano alle
"SignoredeiMalatesti",echeunificanounosforzodiricercadi
grandesignificato.
Siamoalivellocolto,dispecializzazione.Cosenonimpossibili,ma
talora difficili. L'augurio (e la necessit), che presto questa
scienza si traduca in una sintesi agile per divulgare notizie e
nozioniinmodofacileedorganico.
Gli ultimi tre volumi, freschi di stampa, sono dedicati a Santa
MariadiScolcainRimini,CesenaeCivitanovaMarche.Dedicati,nel
sensocheinquestiluoghisisonosvoltelegiornatedistudio,e
cheaqueiluoghisonoriservatiquasituttigliargomentitrattati.
ACesena,adesempio,siancheparlatodelcommerciodipietredi
GiorgiodaSebenicoconiMalatesti,edeirapportitraiMalatesti
elaBosnia.
A Civitanova, si detto di Spalato e delle sue relazioni con
Romagna e Marche in epoca malatestiana; di slavi ed albanesi a
Maceratanelsec.XV,dipresenzaslavaaLoreto,ditracceslavea
Recanati,ediArbenelQuattrocento.
IlvolumesuSantaMariadiScolcainRiminicontieneanchel'albero
genealogicomalatestianodelleorigini,cherimandainevitabilmente
aDante.
Equifacciamounaprimadivagazione.Nell'ultimoquadernodi"Studi
sammarinesi" (1989), pubblicato il discorso che Giuseppe
Pochettinotenneilprimoaprile19O7inoccasionedell'insediamento
dei Capitani Reggenti, su "La Repubblica di San Marino durante
l'esiliodell'Alighieri":visiricordacheDantenonfumaiaSan
MarinoechemaineparlnellasuaDivinaCommedia.
Queldiscorsodel1907ricostruisceperclimiedeventidiRomagna
cheritroviamoinDantestesso:siamotra1283e1285.
Seconda divagazione. Gianciotto Malatesta, intorno al 1275, ha
sposatoFrancescadaPolenta,figliadelSignorediRavenna.Nasce
Concordia,lafigliachenelsuonomeripetequellodellanonna,ma
soprattuttorappresentalapacificazionetraduefamiglie,avvenuta
colmatrimoniodeisuoigenitori.
Francescamuoreversoil1283/1285.Gianciottosirisposerconla
faentinaZambrasina,figliadiquelTebaldellocheDantesprofonda
all'Inferno(XXXII,122123),traitraditori,peraver apertole

62

portedellasuacitt,luighibellino,aiguelfibolognesichel'
assediavano,dinotte,mentre"sidorma".
Ah, questi romagnoli. Se Malaparte avesse scritto a quei tempi i
suoi "Maledetti toscani", Dante avrebbe rovesciata l'"accusa" in
"Maledettiromagnoli".Leprove?Sbito,esufficientementenote,da
Inferno,XXVII:"Romagnatuanon,enonfumai,sanzaguerrane'
cuorde'suoitiranni".
Epoi,inquestocanto,ilrichiamoriminese:"E'lmastinvecchio
e'lnuovodaVerrucchio,chefecerdiMontagnailmalgoverno...":
sono versi che sintetizzano non solo la condizione del dominio
riminesedeiMalatesta,maanchelalorocrudeltdeiduetiranni,
definitiappunto"mastini".IqualisonoMalatestailVecchioesuo
figlio Malatestino, che uccise Montagna de' Parcitadi, ghibellino
dellanostracitt.
Come scrive Currado Curradi nel vol. 6 (Santa Maria di Scolca),
MalatestadaVerucchio"vienegiustamenteconsideratoilprincipale
artefice della fortuna dei Malatesti, realizzata per merito delle
sueeccezionalicapacitpoliticheedigoverno,maancheattraverso
unaseriemoltoaccortadimatrimonisuoiedeisuoifigli"(pag.
77). Due o tre mogli, comunque una (Concordia) ricchissima, con
denarieproprietrecatiindote.Hannoquattrofigli:Rambertosi
fa prete; per gli altri tre (Gianciotto, Paolo e Malatestino
'mastino'),ilpadreorganizzaricchimatrimoni.Curradiraccontala
lungapreparazionediquellotraPaoloelacontessadiGhiaggiolo.
Insomma,gentecheaisoldiciteneva,esapevaanchecomefarli.
Cose che Dante conosceva, lui che non sopportava il "maladetto
fiorino"della"gentenova"diFirenze!
Giriamo pagina. Nello stesso volume sesto, G.F.Fiori tratta di
"CarloMalatestaegliOlivetani"diScolca(14211430),illustrando
anni tormentati per la storia della Chiesa: 1406, eletto papa
GregorioXII,loscontroconloscismaavignonese(13781417),ma
ancheagitazioneinternaallaCuriaromanaedallaterraitaliana:
"PapaGregorioXII,nonpotendotornareaRomaoccupatadaLadislao
reiNapoli,deciseditrasferirsiinRomagna,mavenneavvisatoda
CarloMalatesta,signorediRimini,cheilcard.Cossatentavadi
impadronirsidellasuapersona"(pag.9).
PrimadivenireaRimini,nellavillacastellodiScolca,ilpapaa
Sienanominanovenuovicardinali,tracuiBandello,vescovodella
nostracitt.
Nel frattempo, a Pisa (1409) eletto il terzo papa
contemporaneamente: quello di Roma Gregorio XII, quello di
AvignoneBenedettoXIII,equestonuovoAlessandroV,chemuore
pocodopo.
Carlo Malatesta si adopra per far conoscere ai cardinali ribelli
residentiaBologna,le"nuovepropostediGregorioXIIpertogliere
lo scisma" (pag. 10), ma non viene ascoltato: anzi, i cardinali
eleggonoedincoronanol'antipapaGiovanniXXIII.Poi,dalConcilio
di Costanza, voluto dall'imperatore tedesco Sigismondo, esce
pontefice Martino V (1417): Carlo Malatesta presente, quale
portavocediGregorioXIIcheavevadecisodiritirarsi(1415)dalla
competizione,primadimorire(1417).BenedettoXIIIdeposto(26
luglio1417).Loscismafinito.
Nelsuosaggio,FioriparlaanchedelmonasterodiSanLorenzoin
MonteaRimini,edell'abbaziadiSanGregorioinConcaaMorciano,
legata al nome di San Pier Damiani e del riminese Bennone:
quest'ultimo un personaggio importante della nostra storia
cittadina,vittimadilotteprecomunalidicuiparlammosuiqueste
colonne,madicuinonc'traccianinquestoninaltrivolumi
successiviallanostranota.(Nessunocihaletto!).
Giriamoancorapagina.AntonioG.Lucianitrattadelle"Iscrizioni
grechegemelledelTempiomalatestiano",proponendolasuaversione
dell'epigrafe:"ADioimmortale/SigismondoPandolfoMalatesta/di
Pandolfo,scampatoamoltissimiegrandissimi/pericolidurantela
guerra d'Italia,/ vincitore per le imprese da lui/ compiute con
valoreeconfortuna,aDio/immortaleeallacittinnalzquesto

63

Tempio, come in/ quel frangente aveva fatto voto,/ splendidamente


sostenendonelespese,e/lasciunmonumentogloriosoesacro".
OresteDeluccaoffrei"primiappunti"sui"RapportifraRiminiela
Dalmaziainetmalatestiana".Sonostoriediemigrazione:"Legenti
slave(edanchealbanesi)pervarisecolieparticolarmentenelXV
sono emigrate numerose sulla costa italiana, premute
dall'espansionismo turco che tendeva a comprimerle verso il mare,
sollecitatedallaprecarietdellelorocondizionieconomicosociali
su cui influiva non poco la natura sfavorevole di tanto suolo
dalmata, incentivate... da alcune scelte politiche malatestiane.
(...) Anche a Rimini la loro presenza era piuttosto numerosa. La
comunitslavaealbanese,nelXVsecolo,contavaqualchecentinaio
di persone: un numero significativo, in rapporto alla ridotta
popolazionediqueltempo"(pagg.9091).
IvanPederini,nelvolumeottavosuCesena,trattandodel"Commercio
dellepietrediGiorgiodaSebenicoconiMalatesti",raccontadi
questocelebrearchitettoche"sieraobbligatoafornirepietreda
costruzioneperilTempiomalatestianoaRimini,manonmantennela
promessafattaaSigismondoMalatestipercuiquestiseleprocur,
nel1554,aVerona"(pag.38).
Nello stesso volume ottavo, Stefania De Biase discute
dell'"EpitaffiodiGaleottoMalatesti":mortoaCesenanel1385,"il
suo corpo venne trasportato con gran pompa a Rimini", per essere
sepolto nella chiesa di San Francesco, che diventa cos (secondo
quantoscrissenel1951AugustoCampana),Tempiomalatestianoancora
primadeilavorivoluti(nel1447)daSigismondo.CorpodiGaleotto
che, per quei lavori, fu forse spostato nell'arca degli antenati,
ancheseandperdutal'epigrafedellavecchiasepoltura.Epigrafe
che,passatatravariecarte,vienequiricostruitaeriproposta.E
che celebra il personaggio, guerriero famoso, il pi grande di
tutti.
Perch l'epigrafe and perduta? Non si sa. E se Sigismondo,
invidioso di cos alti elogi per un suo antenato, fosse stato
proprioluiafarlasparire?

64

PierGiovanniFabbri,
CesenatraQuattroeCinquecento.
MalatestaNovello,signorediCesena,muoresenzalasciareerediil
20novembre1465.L'annoprima,decedutoPioIIchenel1463aveva
mandato campo a Cesena, per convincere quei cittadini a passare
sottoildirettodominiodellaChiesa,unavoltascomparsoilloro
signorecheeramalato.Icesenatiseobbligaronoconilpapa.E
nel'65,infatti,CesenacapitolaaPaoloII.
Nellostessoanno,RobertoMalatesta,nipotedeldefuntoNovello,e
figliolo de Sismondo da Rimino, magniffico nell'arme... prese la
signoriadeCesena,eldominiodeognecosasuaeprestolasollo.
Robertoconfidavanell'aiutodiFrancescoSforza,concuiscambiava
letterecifrate.All'indomanidellamortedellozioNovello,Roberto
scrive:Questisignoripretifannoadunateassaidigente...,ed
agita lo spauracchio di un intervento di Venezia. Mentre Roberto
confidainvanoinunaiutodelloSforza,ilmilanese rassicurail
papadellaproprianeutralit.
Gli altri signori romagnoli si schierano contro Roberto. Il 7
dicembre 1465, Roberto si arrende. L'8, entra in Cesena il
governatore pontificio. La resa giudicata una mossa saggia da
Federico di Montefeltro. Abbandonato da tutti, Roberto era stato
ingannatodaognihomo,compresii500fantiallesuedipendenze.
Ipattifirmatilostesso7dicembre,lascianoaRobertoMalatesta,
Meldola,leCaminate,Polentaconquatroocinquealtrebrichole.
Robertoil13scrivedaMeldolaalloSforzachelacolpadellasua
sconfittadeipatrizicesenatiiqualiavevanoconvintocitadini
econtadinietuttoelpopulominutoagridarevivalachiesa,el
populoelelibert.Icontadinisieranomossiperfarcessarele
razzeelescorreriedell'esercitoecclesiastico.
IlpapafasapereaRobertochenonvuolelasuarovina,eloinvita
aRomaperdiscuterelasituazione.Maquattroannidopo,quandola
Chiesa muoveall'assaltodiRimini,Cesenafuunabuonabaseper
farpartiregliattacchiaifianchidiRobertoMalatesta....
Non aiutato quando poteva vincere, Roberto viene rimpianto dai
cesenati dopo la sua sconfitta: il governatore pontificio Lorenzo
Zane,arcivescovodiSpoleto,faimpiccareottofilomalatestiani.Il
terroredovevaeliminareogniavversario.
Ricaviamoquestenotiziedal1capitolodiuninteressantesaggio
diPierGiovanniFabbri,CesenatraQuattroeCinquecento,Longo
editore,lire25mila.
Nelle pagine successive, seguendo una cronaca stesa da Giuliano
Fantaguzzi, ritornano i contrasti tra Rimini e Cesena. Alcuni
cesenativengonoesuliaRimini,sottolaprotezionedeiMalatesta.
Traquestiesuli,c'unaFrancescaMartinellicheimpazzisce:essa
gettavaipanninelfuoco"cagandonelepignatte",poiinforcava
il cavallo nella stalla, speronandolo a sangue e gridando
"ghingari"(zingari)aisignoridiCesena,iTiberti.
I Tiberti compiono scorrerie nei territori riminesi. Pandolfo,
quando nel 1498 sventa una congiura contro di lui, cominci a
sospettarecheiriminesiesuliaCesenaavesserotrovatounabase
nellacitt,percomplottarglicontro.
Sul finire del secolo, in Romagna si affaccia la figura del duca
Valentino:icesenatisperanocheCesareBorgiaeliminilesignorie
di Forl e di Rimini. Il 12 gennaio 1500, Forl cade. Ma il 2
agosto, il duca Valentino viene proclamato Vicario della citt di
Cesena, in base ad un "breve" papale giunto il 27 luglio. Nella
nottetra27e28luglio,moltinobilifugironocommoputanefora
daCesenaabandonandolecoseelerobbesue.
Poi toccher a Rimini, di cui Cesare Borgia diventa duca nel
novembre. Narra Guicciardini (Storia d'Italia, V, II): con 700
uomini d'arme e 6.000 fanti, il Valentino prese senza resistenza
alcunalecittdiPeseroediRimini,fuggendoseneisuoisignori.

65

Pandolfo Malatesta scapp travestito a Bologna, dove aveva gi


mandatolamoglieconibenicheavevapotutoraccogliere.
0
Malatesta Novello, il cui vero nome era Domenico, fu fratello di
SigismondoPandolfo.Ilpadre,PandolfosignorediBrescia,liaveva
generaticonAntoniaBarignani.Unterzofiglio,GaleottoRoberto,
eranatodallacesenateAllegradeiMori.
PandolfodiBresciamuorenel1427,quandoilnostroSigismondoha
10anni.CarloMalatesta,signorediRimini,senzafigli,ottieneda
Martino V che i tre nipoti Domenico, Sigismondo e Galeotto siano
legittimati nella successione. Carlo muore nel '29, ed i nipoti
restanopertreannisottolatuteladellasuavedova,Elisabetta
Gonzaga.
Galeotto,chesidedicaadunavitadisacrificiepenitenza,assume
ilgoverno,immaginiamocontrovoglia.
Quando contro i tre fratelli nel 1431 viene organizzata una
sollevazione popolare, Sigismondo a soli 14 anni blocca ogni
tumulto, e ferma Carlo Malatesta signore di Pesaro che mirava al
possessodiRimini.
Sigismondo, nel 1432, alla morte di Galeotto (che, lasciati il
governo e la moglie Margherita d'Este, si era ritirato in un
monasteroaSantarcangelo),ebbeRiminieFano.AMalatestaNovello,
andaronoCesenaeCervia.
Nel1789,scrivevaFrancescoGaetanoBattaglini chelamemoriadi
Malatesta Novello a' Cesenati particolarmente grata riesce ancor
oggi, perch aveva fatto costruire la rinomata Biblioteca, i
MolinipubblicieloSpedaledegl'Infermi.
IlPonte1990.

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SeDanterassomigliaaFrancesca.
Unepisodio"inventato"eriscrittodaBoccaccio.
LaRomagnaterradi"tiranni"e"bastardi",secondoilsuoospite
Dante(chevilascialeproprieossa),generalapicelebredelle
eroinedituttalaletteraturamondiale.LaravennateFrancesca"da
Rimini"protagonistadiunavicendainventatadall'autore,secondo
ilfilologoGuglielmoGorni("Dante.Storiadiunvisionario",2008)
che"dopoannidistudiodelpoemaedellealtreopere",nonvuole
accreditare "pie leggende" sull'Alighieri. Lorenzo Renzi ("Le
conseguenze di un bacio", 2007) invece suggerisce di cercarne la
fonte"nonnellavita(nellastoria),manellaletteratura".Iltipo
dianalisidiRenzidaluistessocosdichiarato:"Infaticabili
violatori di tombe, abbiamo cercato di portare nello studio delle
fonti lo spirito dei formalisti russi, distruttori di orologi per
vederecomesonofattidentro".
Gornidelineaunaspeciedi"ritrattoinpiedi"delgrandepoeta,
partendodaunprincipio:"pochecertezzeemoltidubbi"nesegnano
la vita sin dalla nascita. Gorni ricorda che "non si pu dire
neppure quando cominci, per Dante, il periodo ravennate del suo
esilio. I pareri dei dantisti sono al riguardo molto divisi.
Soprattutto per carit di patria, ad esempio, Giovanni Pascoli
opinava che tutta quanta la 'Commedia' fosse stata composta in
Romagna,soprattuttoperchlaselvaoscuradelprimocantosarebbe
ispirata dalla pineta di Classe, allora estesissima rispetto
all'attuale,dicuiadognibuoncontomenzionenelcelebriversi"
del "Purgatorio" (c. 28). Quelli della "divina foresta spessa e
viva",lecuifrondetremolavanoperl'auradolcecheDanteavverte.
Gorni conclude: "Bisognerebbe dire agli amici di Ravenna" che la
pineta di Classe "non pu ispirare due selve diversamente
connotate", quella "aspra e forte" del primo canto e questa
amenissimadell'Eden.
Francesca non ha nome nel poema n si precisa il suo casato nel
testamentodelsuocero,MalatestadaVerucchio.Soltantogliantichi
commentatoriledannounaprecisaidentit.Dantenoncitainomin
delmaritodiFrancescandell'assassinodientrambi.ScriveGorni:
l'episodio di Paolo e Francesca "ignorato dalle cronache
contemporanee", "inventato dal nostro autore" che aveva dovuto
conoscerePaolonel1282aFirenzequandofucapitanodelpopoloe
conservatoredellapace.
Lecronachemalatestianechenetrattano,sonodietsuccessivae
medianola'verit'daiprimicommentatori:iduefiglidiDante,
Jacopo e Pietro, Jacopo della Lana, l'Ottimo ed altri ancora che
precedono Boccaccio. Al quale si deve la leggenda romanzesca
"dell'ingannopercuiFrancescacrederdiesseredestinataaPaolo,
per scoprire solo pi tardi che il vero marito sar il fratello"
Giovanni,dettoGianciottoperch"sozodellapersonaesciancato".
Cos spiega Renzi, che si chiede: ma "sar vera anche la storia
dell'uxoricidio?". Renzi suggerisce di cercare una fonte per la
vicenda di Francesca "non nella vita (nella storia), ma nella
letteratura". Qui sta il paradosso di Francesca: la sua tragedia
diventarealeattraversolacreazionepoetica.
L'uccisione di Paolo e Francesca si colloca tra il febbraio 1283
(ritornodiPaolodaFirenzeaRimini)edil1284.Nel1286c'il
nuovo matrimonio di Giovanni con Zambrasina che gli dar almeno
altri cinque figli. Zambrasina figlia di Tebaldello di Garatone
Zambrasi, ghibellino faentino, morto nel "sanguinoso mucchio" di
Forl(1282)assiemealprimomaritodilei,UgolinodeiFantolini.
(Ilprimomaggio1282,GuidodaMontefeltrocapitanodelcomunedi
Forl infligge una durissima sconfitta ai mercenari francesi al
servizio dei papi, per domare la ribellione dei Romagnoli alla
Chiesa.) Tebaldello raccontato da Dante all'"Inferno" fra i
traditori(c.32)peraverapertodinotteleportedellasuacitt
ai Geremei, guelfi bolognesi. Zambrasina ha avuto da Ugolino una

67

figlia, Caterina Fantolini, che sposa Alessandro Guidi da Romena,


ziodiObertomaritodiMargheritafigliadiPaoloMalatesti.
Delittod'onore,delittod'amore,raccontaDante.Maseinvecefosse
stato un omicidio politico? La vicenda sentimentale rispondeva
all'economiadella"Commedia"megliodiuneventolegatoarivalit
di famiglia, tipiche dei tiranni deprecati come rovina generale
dell'Italia. La figura di Pia de' Tolomei, simmetrica a Francesca
per collocazione ("Purgatorio", c. 5), pu illuminare l'episodio
grazieallecorrispondenzeinternedell'opera.AnchePiamuoreper
una violenza coniugale. Suo marito Nello de' Pannocchieschi la fa
rinchiudere nel proprio castello e poi uccidere: "Siena mi f,
disfecemiMaremma".Sitrattadiunuxoricidiocheattestailsenso
di arroganza del tiranno e dell'amoralit della sua visione del
mondo,tuttaincentratasullaviolenzacomestrumentoemisticadel
potere, esercitata pure nella vita matrimoniale. Ovviamente al
lettoredella"Commedia"noninteressanolecausedellatragicafine
diPia,mal'immagineidealecheDanteneoffre.
Seesportiamodaquestavicendamaremmanalaricercadelsuosenso
nascostoperestenderlaall'analogofattoromagnolo,ciaccorgiamo
che Dante neppure per Francesca dice molto, aldil della scena
letteraria. Sulla quale giustamente sono stati versati, e si
versano, fiumi di nobile inchiostro, sino alla fulminante
definizione di Gianfranco Contini, di Francesca "intellettuale di
provincia". Poco interessano di solito le basse ragioni della
cronacanerachestannoallabasedeldiscorsostorico.Ancheper
Pia,comeosservavaUmbertoBosco,idocumenti"tacciono":ese"non
possibile fabbricare sulla rena di testi extrapoetici", si deve
soltantoconstatarecheDantenonspiegaleragionipercuiPiafu
uccisa, "forse anche perch non le sapeva, semplicemente le
sospettava".
PureperFrancescapossibilesospettarecheDantenonconoscesse
"laragione"percuifeceunafinecosletterariamenteseducente.
In lei Teodolinda Barolini (2000) ha visto come la "figura" di
Dante, al punto che il poeta le appare quale doppio della sposa
malatestiana: "the male pilgrim faints [...] because he is like",
"ilpellegrinouomosviene[...]perchcomeFrancesca".ERenzi
aggiunge: Dante avrebbe potuto gridare alla Flaubert: "Francesca
c'est moi!". Secondo Franco Ferrucci (2007) nella vicenda di
Francesca "Dante proietta tanto di s e della sua storia
intellettualeoltrechesentimentale".
Se il poeta non conosceva la ragione del duplice omicidio, poi
Boccaccio l'ha costruita, con "una personale, molto boccacciana,
versione cortese dei fatti", chiudendo perfettamente il cerchio
dell'invenzione poetica (Renzi). La quale si alimenta delle sue
stesse creature, fingendo di sottrarle pietosamente all'orrore
autoptico del giudizio della Storia, ma in realt per tutelare
soltanto se stessa. Come l'antico dio greco Crono che mangiava i
figliappenanatineltimored'esseredaloroevirato.
Lo Sciancato aveva i suoi buoni motivi per odiare il Bello. Il
primogenito Giovanni per invidia avrebbe potuto progettare
l'eliminazione fisica del fratello minore Paolo, stimato
protagonista della scena nazionale, come attesta l'incarico
fiorentinoaffidatoglidalpapa.Inquestocaso,latrescaamorosa
sarebbe stata soltanto una messinscena diabolica, un alibi che
avrebbetravoltopurel'innocenzadisuamoglie.
QuantoaccadefraGiovanniePaolosiripeterconiloroeredi.Il
figliodiGiovanni,Ramberto,il21gennaio1323uccideaCiolail
cuginoUbertojr.figliodiPaoloediOrabileBeatrice.Ubertojr.
erastatoghibellino,poiguelfoedancoraghibellino.Asuavolta
RambertouccisoaPoggioBerniil28gennaio1330daiparentidi
Rimini,comepunizionediunsuotentativodiconquistarelacitt.
Lamancanzaditestimonianzesuldelitto picompatibileconun
fattopoliticopiuttostochepassionale.Dal1295iMalatestihanno
ilpotereaRimini.Chicomandacontrollaidocumentimegliodelle
situazioni concrete. Il silenzio calato sulla vicenda avrebbe

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oscurato un episodio compromettente per la buona fama dei signori


della citt, ed allontanato un marchio d'infamia rispetto
all'autoritreligiosaetemporaledellaChiesa.
Quandocomponeilcantoquintodell'"Inferno"Dantelontanodalla
Romagna. Ma vi gi stato nel 1302. A Ravenna giunge (forse)
soltantonel1318restandovisinoallamorte(1321).Potrebbeaver
appresodellavicenda,odapprofonditolasuaconoscenza,secondola
"suggestiva" ipotesi avanzata da Ignazio Baldelli ("Dante e
Francesca", 1999), nei primi anni dell'esilio in Casentino
nell'ambienteincuivivevaMargheritafigliadiPaoloMalatesti.
Se non se ne fosse occupato Dante, oggi nessuno si ricorderebbe
dellavicendadiPaoloeFrancesca,avvertitadalui"comeunfatto
non di cronaca privata" ma di una "vicissitudine pubblica" (G.
Petrocchi). La memoria universale non significa una conseguente
veritdellanarrazionepoetica.Nullapermettedifarlucecircai
misteri sulla morte dei due cognati. La verit della poesia sta
soltantoinessastessa.Comesostengonoglistudipirecentiche
considerano "letterari" i moventi di questa storia d'adulterio,
facendo giocare a Francesca il ruolo di "peccatrice perch
letterata".Conlei,comesostieneRenzi,Danterappresenterebbeil
proprio "abbandono degli errori giovanili, del mondo dell'amore
terrenoedellasuapoesia(loStilnovo)".
["ilPonte,30.5.2010]

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