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CONFINDUSTRIA

Taranto
Il Presidente

Egr.
Matteo Renzi
Presidente
Consiglio dei Ministri
Taranto, 12 novembre 2014

Egregio Presidente,
non sono abituato, per scelta personale e propensione
caratteriale, a drammatizzare le situazioni con cui mi rapporto nei
miei percorsi di vita.
Le condizioni che riguardano Taranto in questo momento
particolarissimo della sua storia sociale ed industriale, tuttavia,
non mi consentono di utilizzare inutili giri di parole: ci troviamo di
fronte ad un dramma che, pur annunciato, avevamo sperato di
evitare.
Cos non stato.
Pur ostinandomi a credere che non sia cos, la parabola Ilva
sembra essere arrivata al capolinea e con essa tutte le gi nel
tempo ridotte certezze ancora in piedi.
Come lei sicuramente sapr, al momento sono in discussione gli
stipendi di dicembre dei dipendenti dello stabilimento, che poi il
polso reale dellattuale stato di salute del sistema siderurgico
jonico.
Alla luce di questo, potr intuire la situazione-limite che vivono le
aziende dellindotto: fra crediti pregressi non riscossi dalla prima
tranche del cosiddetto prestito ponte e quelli maturati
successivamente, la stima complessiva dei fondi ancora da
esigere arriva a quasi 50 milioni di euro.
Alcune di queste aziende hanno gi deciso di fermarsi perch non
ce la fanno pi. E non parliamo, purtroppo, di una resa
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incondizionata alla situazione Ilva, che le induce a sospendere le


attivit ancora in essere, ma ad una resa pi complessiva rispetto
ai mercati ed allimmediato futuro, che non riescono pi ad
affrontare perch travolte da un indebitamento senza ritorno.

Abbiamo apprezzato limpegno che il management Ilva ha profuso


affinch quella prima tranche di risorse arrivasse in tempi certi
alle aziende del nostro indotto, sfiancate da mesi di attesa, cos
come abbiamo apprezzato, ancor prima, limpegno del Governo
affinch si producesse il prestito; tutto questo, tuttavia, non
bastato perch inficiato da una situazione che man mano si fatta
sempre pi paralizzante; da un flusso positivo che sembra aver
improvvisamente
interrotto
la
sua
continuit
aprendo
inevitabilmente a scenari di grande incertezza e di fortissima
apprensione per tutto il complesso sistema che da sempre ruota
attorno allacciaio: persone, aziende, forniture, commesse,
sopravvivenze.
Come le noto, la seconda tranche di risorse infatti fortemente
condizionata alla definizione di un acquirente, che al momento
salvo notizie dellultimora rimane ancora tutta da definire;
altrettanto indefinito e complesso appare lutilizzo se mai
dovesse realizzarsi derivante dallo sblocco disposto dalla
magistratura degli 1,2 miliardi sequestrati alla famiglia Riva.
Ci troviamo, insomma, davanti alla cosiddetta coperta troppo
corta e soprattutto a tempi oramai ridotti al lumicino, che ci
impongono scelte n facili n indolori.
La situazione di impasse coinvolge oramai tutti: non sarebbero
solo gli operai, a breve, a poter scendere in piazza, ma come
gi successo ad agosto con il nostro corteo nelle vie della citt, in
cui a manifestare erano gli imprenditori - potrebbero mobilitarsi
da un momento allaltro le aziende e le loro famiglie, portando le
loro recriminazioni a Palazzo Chigi e dando inevitabilmente la
stura ad una protesta pesante e senza soluzione di continuit.
Certo non potremo essere noi, Confindustria, a poter gestire e
controllare il corso di tali eventi, laddove dovessero manifestarsi.

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Potremmo, per, come gi accaduto in passato, evitare che la


logica del confronto salti a favore di approcci pi aggressivi ed
esasperati.
Contiamo, per far questo, anche e soprattutto nel suo
sostegno.
Nella sua ultima visita a Taranto, in Prefettura, dove ho avuto il
piacere di conoscerla, ha promesso che nella citt dellacciaio,
paradigma di unItalia produttiva capace di rialzarsi a testa alta, ci
sarebbe tornato, prima di Natale.

Ebbene, io noi - crediamo che quel momento sia arrivato, e per


questo contiamo su un suo autorevole intervento, che
accoglieremo con grande ed estremo favore.
Le risposte che questo territorio attende investono il presente ma
guardano soprattutto al futuro: oggi Taranto continua ancora a
chiedersi se il suo stabilimento siderurgico realmente
determinante per il Paese e se lo quali saranno le azioni da
porre in essere in un orizzonte temporale di medio-lungo termine,
quali le strategie da adottare affinch esca dalle secche di un
passato difficile, complesso e ancora fortemente vincolante.
In attesa di una sua risposta, che auspico vivamente possa essere
di segno positivo, le auguro buon lavoro e la saluto cordialmente.

Vincenzo Cesareo

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