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PRIMA STESURA

ATTO PRIMO
Scena prima
Pantea, Delia
PANTEA
Ecco il suo giardino. Nell'ombra
misteriosa ove la sorgente scaturisce
stava recentemente, quando passai di l.
Tu non l'hai veduto mai?
DE!A
"h, Pantea# $olo da ieri con mio padre
sono giunta in $icilia. %a un tempo,
quand'ero ancora bambina, l'ho visto
ai giochi d'"limpia
in gara sopra un cocchio.
Di lui si parl& molto, allora,
e sempre mi ' rimasto il suo nome.
PANTEA
Dovresti vederlo ora# "ra#
$i dice che le piante al suo passaggio
lo scrutino attente, e le acque sotterranee
scaturiscano dove il suo bastone tocca il suolo.
Pu& darsi che tutto ci& sia vero#
E se durante i temporali leva lo sguardo al cielo,
le nuvole si squarciano e subito appare
il giorno sereno.
%a che importa? Devi vederlo, un solo istante,
e poi allontanarti# !o stessa lo evito poich(,
tremendo, ha in s( il potere di tras)ormare tutto.
DE!A
E come vive in me**o agli altri?
Non riesco a comprendere un essere simile.
+a, come tutti noi, quei giorni vuoti
in cui ci sembra di essere vecchi e miserabili?
E anch'egli conosce qualche pena umana?
PANTEA
'ultima volta che lo vidi, all'ombra
dei suoi alberi aveva certo , lui, divino ,
toccato il )ondo del suo dolore.
-on grande struggimento, cercando, triste,
come se molto avesse perduto,
chinava gli occhi al suolo o li innal*ava
verso la penombra del boschetto, quasi la sua vita
avesse preso il volo verso a**urre lontanan*e,
e l'umilt. del suo aspetto regale
mi commosse , Anche tu tramonterai,
splendida stella, e tra non molto. ,
/u il mio presentimento.
DE!A
+ai gi. parlato
con lui, Pantea?
PANTEA
0uali memorie ridesti# Non molto tempo )a
giacevo malata, moribonda. 1i. mi si annebbiava
il giorno chiaro e, intorno al sole,
come un )antasma inanimato il mondo vacillava.
Allora mio padre, sebbene ostile e avverso
a questo grande, quando vide perduta ogni speran*a,
a lui ricorse, al con)idente della Natura2
e quando il %agni)ico mi porse la po*ione,
la vita agoni**ante si ricompose
in armonica magia, e quasi ritornata
all'eterea dolce**a dell'in)an*ia,
pur essendo desta, dormii per molti giorni
quasi sen*a bisogno del respiro.
E quando con rinnovata gioia l'essere mio
si dischiuse al mondo da lungo tempo assente,
quando con giovanile curiosit. il mio sguardo si riapri
al giorno, lui era l, Empedocle, divino,
e quanto a me presente# Nel sorriso
dei suoi occhi mi ri)ior la vita,
come una nuvola mattutina il mio cuore
vol& incontro alla sublime e dolce luce
e ne )ui il tenero ri)lesso.
DE!A
" Pantea#
PANTEA
0uella voce dal suo petto# !n ogni sillaba
risuonavano tutte le melodie e nelle sue parole
lo spirito. 3orrei rimanere ai suoi piedi
per ore, discepola e )iglia,
contemplare il suo cielo ed esultare
in lui, )inch( la mia mente
si perdesse nelle sue celesti alte**e.
DE!A
$e lo sapesse, cara, cosa direbbe?
PANTEA
Non lo sa. ibero da bisogno vive in un mondo
unicamente suo4 sereno come un dio
passeggia silen*ioso tra i suoi )iori,
neppure l'aria osa disturbare la sua )elicit.
e da lui stesso
con piacere crescente nasce e sale l'entusiasmo,
)inch( dalla )econda estasi notturna
come una scintilla scaturisce il pensiero
o le serene immagini di )uture imprese
gli si a))ollano nel cuore,
e il mondo, la vita )ermentante
dei mortali, e la pi5 grande Natura
si presentano a lui2 allora si sente
come un dio nel suo elemento e la sua gioia
' canto celeste poi tra gli uomini
ritorna, quando sono in movimento
e nel tumulto irresoluto ' necessario
un dominatore4 e qui governa il grande
pilota e reca aiuto4 e quando in)ine
l'hanno guardato bene e alla sua presen*a,
comunque estranea, vorrebbero abituarsi,
prima che se ne accorgano, dilegua2
lo attrae tra le sue ombre il quieto mondo vegetale,
ove meglio si ritrova, quella vita misteriosa
che a lui ' presente in tutte le sue )or*e.
DE!A
"racolo, come conosci tutto questo?
PANTEA
-ostantemente penso a lui... oh, quanto mi rimane
da ri)lettere ancora su di lui? E se anche l'avessi capito
a che mi gioverebbe? Essere come lui2 questa
' la vita, e noi non ne siamo che il sogno.
A lungo mi ha parlato di lui Pausania, il suo amico
che non passa giorno sen*a incontrarlo,
e l'aquila di 1iove , io credo ,
non ' pi5 orgogliosa di lui#
DE!A
Non posso biasimare ci& che dici, cara,
ma ne sono stranamente rattristata2
vorrei e nello stesso tempo non vorrei
essere come te. $iete dunque tutti uguali
in quest'isola? Anche noi proviamo gioia
nel possedere uomini illustri, come colui
che ora ' lo splendore delle ateniesi
quel $o)ocle che primo )ra i mortali
intu la natura luminosa delle vergini
e nel cuore per pura memoria
l'accolse...
e ognuna vorrebbe
vivere nel pensiero di quel grande e,
prima di s)iorire, poter serbare la giovine**a
eternamente bella nel cuore del poeta,
e cerca e chiede quale delle vergini di Atene
sia la severa e tenera eroina
a cui si ispir& nel ritrarre Antigone4
e la nostra )ronte s'illumina
quando l'amico degli d'i appare
nel teatro in un giorno di )esta, e siamo
sen*a pena e il nostro cuore non si perde
in cos doloroso e travolgente omaggio. ,
Tu ti sacri)ichi , s, egli ' troppo grande
perch( tu possa mantenere la tua pace,
' illimitato e tu sen*a limiti2
lo ami, ma giova a lui? Anima cara,
tu stessa hai presagito la sua )ine2
vuoi )orse morire insieme a lui?
PANTEA
Non )armi
inorgoglire e non temere
per me come per lui# Non sono lui,
n( il suo tramonto potrebbe mai essere il mio,
poich( dei grandi anche la morte ' grande...
ci& che accade a quest'uomo
accade, credimi, soltanto a lui
e se anche avesse o))eso tutti gli dei
s)idando il peso della loro collera
e volessi peccare quanto lui
per condividerne la sorte, sarei simile
a chi s'immischia, estraneo,
in una lite )ra amanti. 6-osa pretendi?7,
direbbero gli d'i, 6Non puoi
o))enderci come )ece lui7.
DE!A
/orse sei simile
a lui pi5 di quanto tu non creda,
perch( altrimenti lo ameresti tanto?
PANTEA
Anima cara,
neppure io so perch( gli appartengo.
$e tu lo vedessi# Pensavo che )orse
sarebbe uscito
tu allora l'avresti visto
allontanarsi. 8n desiderio, vero?
%a non dovrei desiderare ancora,
poich( sembra che gli d'i non amino
le preghiere impa*ienti dei mortali.
+anno ragione. Ed io mai pi5... %a, benigni
d'i, devo pur sperare e altro non conosco
se non lui...
3orrei implorare anch'io, come tutti
soltanto sole e pioggia, se potessi#
%istero eterno2 ci& che siamo
e cerchiamo, non possiamo trovare2
ci& che troviamo, non siamo.
Delia, che ora sar.?
DE!A
Non so se dobbiamo restare o andar via...
3edo venir tuo padre.
PANTEA
%io padre, dici? Andiamo. 3ieni#
Scena seconda
-ri*ia 9arconte:, Ermocrate 9sacerdote:
E;%"-;ATE
-hi ' mai laggi5?
-;!<!A
= mia )iglia, se non erro,
e Delia, la )iglia di quell'ospite
che ieri ho accolto in casa mia.
E;%"-;ATE
= un caso o anch'esse lo cercano credendo,
come il popolo, che sia scomparso?
-;!<!A
Non credo che la strana diceria sia giunta
)inora alle orecchie di mia )iglia.
%a anch'ella, come tutti, ' legata a lui.
"h, )osse andato tra i boschi o nei deserti
oltre il mare o sotto terra, ovunque
lo spirito esaltato possa averlo spinto#
E;%"-;ATE
Niente a))atto. o devono vedere
a))inch( crolli la loro )olle illusione.
-;!<!A
Dove sar.?
E;%"-;ATE
-erto non lontano
'anima assente, seduto al buio
gli d'i gli hanno tolto ogni energia
dal giorno in cui, nella sua ebbre**a,
davanti a tutti s'' proclamato dio.
-;!<!A
!l popolo ' ebbro, come lui.
Non hanno pi5 leggi, n( giudici,
n( doveri, i loro costumi
come placidi arenili sono sommersi
da )rastuoni oscuri.
"gni giorno ' una )esta s)renata,
' sempre )esta, e le modeste ricorren*e
consacrate agli d'i si sono tutte
)use insieme4 ricoprendo tutto di tenebre
il mago avvolge cielo e terra
nella tempesta che ha scatenato
e lui guarda e gioisce del suo spirito
nel silen*io della sua dimora.
E;%"-;ATE
8n potere immenso
ha esercitato su di voi l'anima di quest'uomo.
-;!<!A
Ti dico2 non conoscono che lui,
e solo da lui vogliono ricevere tutto.
= lui che vogliono come dio e re.
Davanti a lui io stesso mi prostrai umiliato
quando salv& mia )iglia dalla morte.
Ermocrate, che pensi di lui?
E;%"-;ATE
1li d'i lo hanno molto amato.
%a non ' il primo che abbiano respinto,
pi5 tardi, nelle tenebre dell'incoscien*a
dalle alte**e del loro )avore,
perch( nell'eccesso della sua )ortuna
troppo dimentic& le distan*e
e si ritenne unico, cos ' stato punito
con una solitudine in)inita.
%a per lui non ' ancora suonata l'ora estrema2
a lungo vi*iato non pu& pi5 tollerare,
io temo, l'ignominia, e il suo
spirito assopito si riaccende
nuovamente per la vendetta,
e in dormiveglia, pericoloso sognatore,
a))erma, come i vecchi tracotanti
che trasmigrano per le vie dell'Asia,
che dalla sua parola un tempo ebbero origine
gli dei. Allora il mondo immenso, vivo,
opulento, sta di )ronte a lui come una sua
perduta propriet., e immense voglie
gli ardono nel petto, e questa )iamma,
dovunque si abbatta, apre un varco.
Egli rovescia tutto ci& che il tempo
ha maturato prima di lui , leggi,
costumi e arti e nobili leggende ,
e non pu& tollerare tra i viventi
n( pace n( serenit.. Non sar. mai in pace.
$e per lui tutto and& perduto,
tutto vorr. riprendere, e nessun mortale
arrester. la )uria di questo )olle.
-;!<!A
3ecchio, tu vedi cose sen*a nome.
= giusto quanto dici, e se accadesse,
guai a te, $icilia, cos bella
nei tuoi giardini e nei tuoi templi#
E;%"-;ATE
a senten*a degli d'i lo colpir.
prima che ini*i l'opera. ;aduna il popolo
a))inch( gli mostri il volto dell'uomo
che, a quanto dicono, ' gi. salito in cielo.
3oglio che siano testimoni
dell'anatema che sto per scagliargli contro.
3err. scacciato nel deserto selvaggio
da cui non potr. pi5 )are ritorno
e l'espier. l'ora )atale in cui
si )ece dio.
-;!<!A
%a se l'audace
domina il popolo debole, non temi
per noi e per i tuoi dei?
E;%"-;ATE
a parola del sacerdote stronca lo spirito d'audacia.
-;!<!A
E tu credi che dopo averlo amato
per cos gran tempo, vedendolo patire
l'onta della maledi*ione, lo scacceranno dai giardini
in cui amava vivere, e dalla citt. natale?
E;%"-;ATE
-hi potr. tollerare nella sua patria
un mortale colpito da un giusto anatema?
-;!<!A
E se il popolo che lo considera un dio
ti accusasse di essere blas)emo?
E;%"-;ATE
!l deliro passer. non appena
avranno rivisto con i loro occhi
colui che credono asceso tra gli dei.
E gi. si sono ravveduti2 percorrendo
ieri questa stessa strada, li ho visti
aggirarsi in preda a smarrimento,
rattristati, parlando a lungo di lui.
Allora dissi loro che oggi li avrei
guidati da lui, e che nell'attesa
rimanessero tranquilli in casa.
Per questo ti ho pregato di venire con me
per vedere se mi avessero obbedito.
Non c'' nessuno qui. $u, vieni#
-;!<!A
Ermocrate#
E;%"-;ATE
-he c''?
-;!<!A
aggi5, lo vedo
chiaramente.
E;%"-;ATE
Andiamo, -ri*ia,
che non ci irretisca in qualche suo discorso.
Scena terza
E%PED"-E
Nel mio silen*io sei giunto con passo
lieve, giorno splendido, e mi hai trovato,
amico, nel buio della grotta, ma non venivi
inatteso, e da lontano, da lass5,
sopra la terra sentii con chiare**a
il tuo ritorno, e il vostro, miei con)identi,
agili e operose )or*e dell'alte**a,
e voi, vicini come un tempo,
alberi )elici del mio bosco#
$iete ancora cresciuti, e giorno dopo giorno
umili, la )onte del cielo vi abbeverava
di luce e l'etere ha versato gocce
di vita a )econdare i vostri )iori.
" intima Natura che mi stai dinnan*i
pi5 non riconosci l'amico, il prediletto,
non riconosci in me quel sacerdote
che ti o))riva il suo canto di vita
come sangue immolato con gioia in sacri)icio?
"h, alle sacre )onti ove si raccolgono
le acque tranquille che nei giorni torridi
danno re)rigerio a chi ha sete, un tempo
in me con)luivate, sorgenti di vita,
dalle viscere del mondo, e a me venivano
gli assetati... "ra sono inaridito,
e gioia di me pi5 non hanno i mortali.
$ono solo? E anche di giorno quass5 ' notte?
Ahim', colui che pi5 di ogni altro spinse
lo sguardo in alto, ora brancola accecato...
%iei numi, dove siete? %i abbandonate
come un mendicante? E avete ripudiato
questo cuore che amoroso vi aveva presagiti,
l'avete stretto in ceppi ignobili,
lui che era nato libero, che esisteva per
se stesso e non era soggetto ad alcuno?
E dovrei sopportare tutto questo,
come i deboli che nello spaventoso Tartaro
stanno inchiodati, giorno dopo giorno, alla pena antica?
!o so chi sono4 io lo voglio# 3oglio )armi
largo, e che spunti il giorno# argo#
Per il mio orgoglio# Non bacer& la polvere
di questa strada ove gi. camminai perduto
in un bel sogno. = )inita. " d'i )ui amato da voi.
3i conoscevo bene, agivo insieme a voi, secondo
quanto il mio spirito, da voi guidato, mi dettava,
tali vi conoscevo, tali in me vivevate... "h no#
Non era un sogno4 con il cuore ti sentivo
etere silen*ioso, quando l'errore umano
mi stringeva l'anima e tu, grande conciliatore,
mi guarivi con il tuo respiro,
quando bagnavi il mio petto )erito dall'amore
e i miei occhi, luce che tutto evolvi,
contemplarono la tua divina a*ione,
e tutte voi, poten*e eterne...
"mbre, nient'altro# = )inita
e tu, non lo nascondere,
la colpa ' tua, misero Tantalo.
Tu hai pro)anato il santuario,
con tracotante orgoglio hai rotto l'allean*a.
0uando i geni del mondo, o sciagurato,
in te si )usero amorosi, solo a te pensasti
e ti illudesti, )olle meschino, che i -elesti,
i >enigni, si )ossero venduti a te
per servirti come stolidi schiavi.
Non c'' un vendicatore in qualche luogo,
e dovr& attirare da solo sulla mia anima
maledi*ione e vergogna? -'' qualcuno
migliore di me che strappi dalla mia )ronte
la corona del)ica e strappi i miei capelli
come si conviene al vate calvo?...
Scena quarta
Empedocle, Pausania
PA8$AN!A
E voi tutti,
potenti d'i del cielo, cosa vedo?
E%PED"-E
3a' via#
-hi t'ha mandato? Per completare
l'opera a mio danno? Ti dir&
tutto, se non sai2 ti sia di insegnamento,
Pausania4 non cercare l'uomo che
amavi, perch( non esiste pi5.
E vattene, caro giovane# !l tuo volto
m'in)iamma l'anima2 e, sia un bene o un male,
eccessiva ' per me, una cosa e l'altra.
%a sia come tu vuoi.
PA8$AN!A
-he cosa accade? A lungo ti ho atteso, e quando da lontano
ti ho visto, resi gra*ie alla luce del giorno
%a qui ti trovo, ahim', come la quercia
percossa da <eus, squarciato
dalla testa ai piedi. %a non eri solo.
Non ho a))errato le tue parole,
ma ancora ne odo l'estraneo tono )unebre.
E%PED"-E
Era la voce di colui che si era vantato di essere
pi5 che un mortale, perch( l'amorosa Natura
l'aveva colmato di eccessiva )elicit..
PA8$AN!A
Per chi, come te,
' amico di tutto ci& che al mondo esiste
di divino, non ' mai eccessiva.
E%PED"-E
Parlavo cos anch'io
caro, quando il sacro incanto
non m'aveva ancora lasciato,
quando i geni del mondo
rispondevano al mio pro)ondo amore.
"h grande uce# , E sono stati gli uomini
a insegnarmelo,. 1i. da tempo,
da quando il cuore anelante
non riusciva a trovar la Tuttaviva
mi volsi a te, )idando in te ciecamente,
seguendo te, non essendo )acile
per un mortale riconoscere i puri.
%a quando
il mio spirito )ior come tu )iorisci
ed esclamai2 Tu vivi, e come
tra gli uomini ti aggiri serenamente,
come, in divina giovine**a, irraggi
su tutti il tuo splendore pieno di gra*ia,
e tutti assumono il colore del tuo spirito,
cos anche la mia vita divenne
poesia. 3iveva in me la tua anima
e al pari tuo, il mio cuore apertamente
si don& alla Terra so))erente e solenne, e spesso,
nella notte sacra, )eci il voto di amare sempre lei,
la /atale, sen*a timore e in )ede, e di non dispre**are
nessuno dei suoi misteri. Allora nel bosco
si udiva uno stormire diverso e teneri
mormoravano i ruscelli dei suoi monti.
E tutte le tue gioie, Terra, escluse
quelle che sorridendo porgi ai deboli,
stupende come sono, e calde e vere,
maturate d'amore e di )atica, tutte mi donasti,
e spesso, stando su monti lontani, stupito
meditavo sul sacro )luire della vita,
in preda a commo*ione per le tue metamor)osi,
e presagendo il mio stesso destino, l'etere
bagnava con il suo respiro me come te
per medicare il mio petto )erito d'amore
e come per magia nel suo pro)ondo
si scioglievano i miei enigmi...
PA8$AN!A
"h, te )elice#
E%PED"-E
o )ui. "h, potessi dire come )u, nominare
il maturare e l'operare delle )or*e geniali,
portentose, mie compagne, o Natura#
Poterle )ar rivivere ancora una volta
a))inch( il mio cuore, muto e devastato
nuovamente vibrasse di tutte le tue voci#
a mia vita? Per me hanno risonato
tutti i suoi canti alati e ho sentito,
grande Natura, i tuoi remoti accordi?
Abbandonato da tutti, non sono )orse
vissuto con questa Terra sacra, con questa luce,
con te, paterno cielo, da cui mai
si separa l'anima mia, e con tutti i viventi
in un presente e riuni)icato "limpo?
-ome un reietto ora piango,
e in nessun luogo posso sostare
e anche tu mi sei strappato... Non dire nulla#
'amore si estingue quando gli d'i ci abbandonano,
tu lo sai bene, e ora lasciami, io non sar&
pi5 me stesso e tu non sei pi5 nulla per me.
PA8$AN!A
Tu lo sei ancora, come lo sei stato sempre.
Non comprendo perch( tu voglia
distruggere a tal punto te stesso.
-redo che talvolta anche la tua anima
si assopisca, quando troppo si ' aperta
al mondo, nello stesso modo in cui la terra,
che tu ami, si chiude in un pro)ondo sonno.
a chiami morta, tu, quando riposa?
E%PED"-E
-on quanto a))etto mi vuoi consolare#
PA8$AN!A
Tu deridi l'inesperto e pensi
che, non avendo conosciuto come te
la tua )elicit., ora che so))ri
io venga a dirti solo cose assurde?
Dalle tue a*ioni ti conobbi, quando
allo stato barbaro con)eristi )orma e senso,
e sperimentai la poten*a del tuo spirito
e del tuo mondo quando una tua parola nell'istante
consacrato )aceva sorgere in me molti anni di vita,
e allora si apriva alla mia giovine**a un'era nuova
e bella, e come ai cervi mansueti che pensano
alla terra natale quando stormisce lontana la )oresta,
cos spesso mi palpitava il cuore se parlavi
della )elicit. del mondo primitivo, e innan*i a me
non disegnavi )orse a grandi linee gli anni )uturi,
come )a l'artista che nel suo quadro
inserisce un elemento e colma una lacuna?
Non ' )orse chiaro per te il destino umano?
E non conosci con esatte**a le )or*e naturali
che in con)iden*a, come nessun altro mortale,
sai condurre e governare a tuo piacimento?
E%PED"-E
>asta# Non comprendi che ogni tua parola
detta ' una spina per me?
PA8$AN!A
Nella tua irrita*ione devi dunque odiare tutto?
E%PED"-E
;ispetta ci& che non comprendi#
PA8$AN!A
E tu, perch(
me lo tieni celato? Perch( rendi la tua pena
un enigma irrisolto? -redimi, non esiste stra*io maggiore.
E%PED"-E
E nulla ' pi5 stra*iante, mio Pausania,
che deci)rare il dolore. Non comprendi?
-ome pre)erirei che tu non sapessi
nulla di me e della mia triste**a#
No, sacra Natura, non dovrei dirlo#
Tu )uggi, vergine, le menti ro**e.
!o ti ho dispre**ata, io
mi proclamai signore, alte**oso
barbaro# $eguii la vostra semplicit.,
poten*e pure, in eterno giovani, voi che m'educaste
nella gioia, che mi nutriste di deli*ie,
e poich( sempre uguali a me ritornavate,
non onorai, benigni, il vostro spirito.
!o ho conosciuto pro)ondamente l'esisten*a
della Natura2 non potevo amarla
come un tempo. 1li d'i s'erano posti
al mio servi*io, io solo ero dio,
e nel mio arrogante orgoglio lo proclamai.
$arebbe stato meglio che non )ossi
nato.
PA8$AN!A
-ome? Per una sola parola?
Tu sei eroico2 perch( ti perdi d'animo?
E%PED"-E
$, per un'unica parola. Possano gli dei
annientarmi cos come mi hanno
amato#
PA8$AN!A
1li altri non parlano cos?
E%PED"-E
1li altri# -ome potrebbero?
PA8$AN!A
-erto,
uomo prodigioso# Nessuno come te
vide cos intimamente e am& il mondo
immortale e i geni e le sue )or*e
e, per questo, solo a te )u concesso pronunciare
quella parola audace, per questo tu soltanto
senti come una sillaba orgogliosa
pot( strapparti al cuore degli dei
e per amore verso loro ti sacri)ichi.
Ah# Empedocle#
E%PED"-E
1uarda# -hi sta arrivando?
Ermocrate, il prete, e insieme a lui
la )olla del popolo, e -ri*ia, l'arconte.
-osa vorranno da me?
PA8$AN!A
A lungo
ti hanno cercato.
Scena quinta
Empedocle, Pausania, Ermocrate, -ri*ia, Agrigentini
E;%"-;ATE
Ecco l'uomo che voi dite
asceso vivo all'"limpo.
-;!<!A
E appare triste, come un mortale.
E%PED"-E
%iserabili schernitori# godete )orse
vedendo so))rire uno che v'era apparso grande?
E ritenete che sia una preda )acile da catturare
il )orte che ' divenuto debole? $oltanto
il )rutto che maturo cade al suolo vi tenta
ma, datemi ascolto, non tutte le cose maturano per voi..
8N A1;!1ENT!N"
-he ha detto?
E%PED"-E
Andate via, ve ne prego#
Allontanatevi per la vostra strada, sen*a inter)erire
con quella che ' solo mia...
E;%"-;ATE
%a il prete
non ha )orse il diritto di parlarti?
E%PED"-E
Ahim'#
divinit. viventi e pure#
proprio lui, quest'ipocrita, dovr.
avvelenare la mia triste**a? 3a' via,
ti ho risparmiato molte volte2 ' giusto
che tu risparmi me. Te l'ho gi. detto,
conosco te e tutta la tua congrega,
e a lungo mi sono chiesto come possa
tollerarvi la Natura. $in da giovane
il mio animo pio ri)uggiva da voi,
corruttori di tutto, e con amore
incrollabile seguiva il sole, il cielo
e tutti i messaggeri della grande
Natura, ed era un presagio ancora lontano,
poich( nel mio timore capivo per)ettamente
che il mio libero amore per gli dei
volevate snaturare in servi*io ignobile,
)acendo di me un vostro pari.
3ia di qui# via# non posso tollerare di aver di )ronte
chi delle cose sacre )a un mestiere.
!l suo volto ' )also, ' )reddo e morto
come lo sono i suoi dei. Perch( restate
qui, perplessi? Andate via#
-;!<!A
Non prima
che l'anatema ti sia impresso in )ronte,
tristo e vile bestemmiatore.
E;%"-;ATE
$tai calmo, amico.
Ti avevo ben detto che sen*a dubbio
si sarebbe incollerito. Avete udito,
popolo di Agrigento, mi deride
ma io non voglio, in lite )uribonda,
scambiare con lui parole dure e aspre,
questo non si addice a un vecchio come me.
$iate voi a chiedergli chi a))erma di essere.
E%PED"-E
Tacete#
A nessuno, lo vedete bene, giova
inasprire un cuore )erito. asciate
che io percorra serenamente il mio cammino
sacro e quieto verso la morte. $e al sacri)icio
conducete la vittima, dopo averla liberata
dall'aratro, non la pungolate pi52
nello stesso modo, lasciatemi in pace. Non pro)anate
con parole amare il mio dolore2
' sacro, e appartiene agli dei. E a me,
risparmiate le vostre miserie.
P;!%" A1;!1ENT!N"
-he ' accaduto, Ermocrate, a costui
per )argli dire parole cos strane?
$E-"ND" A1;!1ENT!N"
-i respinge quasi ci temesse.
E;%"-;ATE
-he volete? +a la mente ottenebrata,
essendosi dinnan*i a voi proclamato dio.
%a poich( non credete mai alle mie parole
domandatelo a lui. $ia lui a dirvelo.
TE;<" A1;!1ENT!N"
%a noi ti crediamo.
PA8$AN!A
A lui credete,
svergognati# "ggi non vi ' pi5 gradito
il vostro 1iove2 si ' rannuvolato.
!l vostro idolo si ' )atto scomodo,
)orse per questo credete a lui? "sservatelo2
si a))ligge e vi cela quello spirito suo
che, quando non sar. pi5, gli adolescenti
di un'era sen*a eroi ricercheranno4
e ora gli strisciate intorno sibilando.
3i sembra giusto? o siete cos ottusi
da non sentirvi ammoniti dal suo sguardo?
ui che, essendo mite, ' bersaglio dei codardi...
$acra Natura, come puoi tollerare
un simile vermicaio nel tuo mondo?
E voi mi )issate sen*a sapere bene
cosa )are di me, ' al prete che dovete
chiederlo, a lui che sa tutto.
E;%"-;ATE
Avete udito come c'insulta in )accia
il giovane insolente? -osa non )arebbe?
o pu& )are, perch( il suo maestro
)a ci& che vuole. -hi conquista il popolo
so che parla a piacere. Non mi oppongo
per puntiglio se gli d'i lasciano )are.
E molto ' quello che tollerano
e tacciono )inch( all'estremo eccesso
giunge il )olle ardire. %a allora il sacrilego
dovr. precipitare nella tenebra dell'abisso.
TE;<" A1;!1ENT!N"
-ittadini, in )uturo non voglio
avere pi5 nulla a che )are con costoro.
P;!%" A1;!1ENT!N"
Dite,
come pot( costui incantarci?
$E-"ND" A1;!1ENT!N"
3ia, via di qui, discepolo e maestro#
E;%"-;ATE
= dunque l'ora. !nvoco voi, tremende
divinit. della vendetta# 1iove
governa le tempeste e Poseidone doma
i marosi, ma voi dal passo lieve,
voi dominate le ragioni occulte
e quando un arrogante esce dalla culla
voi siete presenti, e mentre lui
cresce e procede superbo verso il crimine,
ascoltate il suo cuore che, )arneticante,
a voi si rivela nemico di ogni dio.
Anche costui vi ' noto, il seduttore
che, subdolo, travi& il popolo
e si )ece be))a delle leggi patrie.
E mai rispett& gli antichi dei
di Agrigento e i loro sacerdoti.
N( ignoravate, voi tremendi numi,
mentre taceva, il suo pensiero spaventoso.
-redevi, scellerato, che dovessero
esultare perch( al loro cospetto
recentemente ti proclamasti dio?
Avresti poi regnato in Agrigento,
come unico tiranno onnipotente,
e tuo sarebbe stato, tuo soltanto,
il popolo buono e questo paese bello.
Tacquero, essi, e rimasero allibiti4
tu invece impallidisti, so))ocato
dalla maligna rabbia nella buia
grotta dove scendesti per s)uggire
la luce del giorno. E ora vieni qui,
e mi vomiti contro la tua ira
e bestemmi i nostri dei.
P;!%" A1;!1ENT!N"
"rmai ' chiaro, bisogna giudicarlo#
-;!<!A
3e lo dissi, io non ebbi mai )iducia
in questo sognatore.
E%PED"-E
"h, dissennati#
E;%"-;ATE
E ancora osi parlare
ignori che tra noi non esiste pi5 rapporto,
sei divenuto straniero, ignoto
a tutti i viventi. a )onte che disseta
non ti appartiene, n( quella viva )iamma
che ci riscalda, e ci& che allieta il cuore
dei mortali ti ' negato dai sacri
dei vendicatori. Non ti appartiene
questa luce, n( la verdeggiante terra,
n( i suoi )rutti, e a te non concede l'aria
il suo ristoro quando il tuo petto
sospira e ha sete di )rescura. = vana
la tua speran*a di tornare a ci& che ' nostro4
appartieni agli d'i della vendetta
e della morte. , E d'ora innan*i guai
a chi ascolter. da amico una tua )rase,
a chi ti rivolger. il saluto e ti porger. la mano,
a chi al meriggio ti o))rir. da bere,
o alla sua mensa ti ospiter.,
a chi ti conceder. di riposare sotto il suo tetto
se busserai di notte alla sua porta,
a chi ti apprester. il rogo )unebre quando
sarai morto2 guai a lui e a te#
3attene# gli d'i della patria,
qui dove sorgono i loro sacrari,
non tollerano pi5 colui che tutto dispre**a.
A1;!1ENT!N!
3ia# vada via# che la maledi*ione non ci contamini.
PA8$AN!A
3ieni con me# Non andrai via solo. 8no ' rimasto
che ti rispetta, bench( sia vietato.
-aro, tu sai come l'a))etto dell'amico conti
molto di pi5 della maledi*ione
di questo prete. Anche laggi5, in una lontana terra,
potremo trovare il cielo a**urro,
io pregher& che illumini il tuo cuore.
Anche laggi5, nella 1recia
superba e gloriosa, verdeggiano colline
e l'ombra dell'acero ' larga, e i miti
venti donano )rescura al viandante,
e quando in giorni torridi sosterai
sul ciglio della strada, con queste mie stesse mani
per te coglier& il cibo e attinger& acqua
dalla sorgente gelida, e curver& i rami
sopra il tuo capo, raccoglier& muschio e )oglie
per il giaciglio, e mentre dormirai, veglier&
sul tuo sonno, e innal*er&, se necessario,
il rogo che questi in)ami
ora ti negano#
E%PED"-E
" cuore )edele# , Per me,
cittadini, non vi chiedo nulla2
come volete, sia. 3'imploro
soltanto per questo giovane.
"h, non guardate altrove# /orse
non vi riunivate intorno a me, amici?
Non osavate stringermi la mano,
venire ad accalcarvi convulsamente intorno a me
vi sembrava scortese2 mandavate
perci& i )anciulli a stringermi la mano,
e portavate i bambini in spalla
o sulle braccia. "ra non sono pi5 quello?
Pi5 non riconoscete l'uomo a cui dicevate
che, a un suo cenno, eravate pronti
a mendicare con lui di terra in terra
e per)ino a seguirlo gi5, sino al Tartaro?
>ambini# avreste voluto darmi tutto
e spesso ero costretto ad accettare
quanto sostentava o rallegrava
la vostra vita4 poi vi rendevo del mio
che voi stimavate maggiore di ogni vostro bene.
"ra vi lascio4 e non mi sia negata
quest'unica preghiera2 risparmiate
questo giovane. Non vi ha )atto del male,
mi ama, ecco tutto, come anche voi
mi amaste. E dite2 non ' )orse
nobile e bello? Ascoltatemi2 un giorno
lo ricercherete. 0uante volte dissi
che cadrebbero notte e gelo sulla terra
e che le anime miseramente perirebbero
se periodicamente le divinit. benigne,
per donare nuova lin)a al vivere avvi**ito,
non ci inviassero giovani simili a questo.
$acri, dicevo, vi dovrebbero essere
simili geni. Proprio per questo
non vogliate condannarlo# Promettetelo#
TE;<" A1;!1ENT!N"
3a' via# via# Non vogliamo ascoltare nulla
di ci& che tu dici.
E;%"-;ATE
-ostui avr. la sorte che si ' scelta.
Paghi per la sua )olle insolen*a.
3enga con te, e condivida la tua maledi*ione.
E%PED"-E
-ri*ia, tu taci? Anche tu, non negarlo,
sei turbato. o conoscevi, vero?
/iumi di sangue di animali sacri)icati
non laveranno questa colpa. Ti prego, amico, parla,
sono come ebbri, pronuncia una parola calma
a))inch( a questa povera gente ritorni il senno.
TE;<" A1;!1ENT!N"
Ecco, c'insulta nuovamente# Pensa alla tua
maledi*ione, e non parlare. 3a' via
altrimenti potremmo usarti violen*a.
-;!<!A
>en detto,
cittadini.
E%PED"-E
Ah s? 3iolen*a?
$ono ancora vivo e gi. mi bramano le Arpie
)ameliche? Non potete attendere il momento
in cui la vita m'abbia abbandonato per pro)anare
la mia salma? $u, venite, sbranatemi
e spartitevi la preda, e il prete brandisca
la vostra esultan*a, inviti a mensa
i vendicatori in)ernali, a lui cos
)amiliari. +ai paura, scellerato?
Non mi conosci? Devo rovinarti l'ignobile scher*o che mi )ai?
Per i tuoi capelli grigi dovresti
divenire )ango, e onore eccessivo per te
sarebbe servire come schiavo le /urie.
$ei in)ame# E tu hai osato )arti mio
padrone? %a ' misero mestiere dare
la caccia a una )iera sanguinante.
Ero )erito2 lui lo seppe e al codardo
crebbe il coraggio4 mi ha catturato
e ai**a contro di me le *anne della plebe.
-hi laver. l'oltraggio? chi accoglier.
quel sen*apatria che con i segni dell'onta
passa tra le case altrui e implora dagli dei
silvestri un nascondiglio? 3ieni, )iglio mio#
e loro o))ese avrei dimenticate.
-ome per& dimenticare te? , "h, gente sen*a nome
precipita verso la tua rovina,
soccombi di una morte lenta
e ti accompagni il prete con la sua nenia
di corvo# E poich( ci sono lupi
dove ci sono cadaveri, se ne trovi
uno per voi, che beva il vostro sangue
e la $icilia liberi da voi. !naridisca
questa terra ove il grappolo purpureo prosperava
per un popolo migliore, e i )rutti d'oro tra le )ronde
e il nobile )rumento4 e lo straniero
appoggiando un giorno il piede sopra i ruderi
dei vostri templi, chieder.2 era qui edi)icata
la citt.? Adesso andate# Tra un'ora
qui non mi troverete pi5. 9mentre si allontanano:
-ri*ia,
vorrei dirti ancora una parola.
PA8$AN!A 9quando Crizia tornato indietro:
ascia
che io vada dal mio vecchio padre
a prendere congedo.
E%PED"-E
%a perch(?
" d'i, in cosa mai vi ha o))eso questo giovane?
3a' pure. Ti aspetter& sulla strada
per $iracusa. Partiremo insieme.
9Pausania esce dalla parte opposta.:
Scena sesta
Empedocle, -ri*ia
-;!<!A
-he c''?
E%PED"-E
Anche tu mi perseguiti?
-;!<!A
-he idea,
io perseguitarti?
E%PED"-E
o so bene. Tu vorresti
odiarmi, eppure non mi odi. +ai solo
paura, ma non avevi nulla da temere.
-;!<!A
Tutto questo ' passato. -'' dell'altro?
E%PED"-E
%ai avresti pensato
una cosa simile da solo, ma ' stato il prete
a importi il suo volere4 io non ti accuso.
$e almeno tu avessi detto una parola
sincera in suo )avore, ma tu temevi
il popolo.
-;!<!A
= solo questo
che avevi da dirmi? Ti sono sempre piaciuti
i discorsi inutili.
E%PED"-E
%odera le parole,
io salvai tua )iglia.
-;!<!A
= vero, l'hai )atto.
E%PED"-E
Ti ripugna e ti vergogni
di parlare con chi ' stato maledetto dalla patria.
Ti comprendo. !mmagina allora che sia
la mia ombra a parlarti, onorata e risorta
dal sereno soggiorno della pace.
-;!<!A
Non sarei venuto al tuo richiamo
se il popolo non avesse richiesto di sapere
cosa tu avessi ancora da dirmi.
E%PED"-E
-i& che ho da dirti
non riguarda il popolo.
-;!<!A
E cos'hai da dirmi.
E%PED"-E
Tu devi abbandonare questo paese4 lo dico
per amore di tua )iglia.
-;!<!A
Pensa a te stesso
e degli altri non curarti.
E%PED"-E
Non la conosci?
Non ti rendi conto di quanto sia pre)eribile
che spro)ondi totalmente una citt. di stolti
an*ich( una sola giovane eletta?
-;!<!A
Di che cosa si pu& dire
che sia priva?
E%PED"-E
Non la conosci?
E tratti come un cieco il dono
degli dei? Nella tua casa
risplende invano la dolce luce?
Ascolta2 l'anima pia non trover. pace
tra questa gente, e rimarr. sola,
lei cos bella, e morir. sen*a gioia.
ei, la )iglia degli d'i, cos severa
e tenera, non potr. mai accettare
di stringere al suo seno uno di questi barbari?
"h, credimi# -hi sta per congedarsi dice il vero.
E non stupirti del consiglio#
-;!<!A
-osa vuoi
che ti risponda?
E%PED"-E
Parti con lei
verso qualche terra sacra, va' nell'Ellade
o a Delo, tra coloro che lei cerca,
dove tra i lauri sorgono, in silen*iosa
assemblea, le statue degli eroi. 0ui trover.
pace, tra le mute immagini la sua anima bella
e delicata si sentir. appagata4
tra le nobili ombre svanir.
il dolore che in segreto la tormenta.
0uando in un giorno )estivo e sereno
la giovent5 dell'Ellade si riunir.
e quegli ignoti le si )aranno intorno
a salutarla e, come nube d'oro,
la vita lieta di speran*e splender.
in tutti i cuori ecco che quest'aurora
ridester. il desiderio nella schiva sognatrice
e tra valorosi conquistatori d'inni e lauri
nelle nobili gare, ella sceglier.
uno che la strappi alle ombre
a cui troppo precocemente si ' accompagnata.
$e questo ti piace...
-;!<!A
Ancora ti restano tante parole d'oro
nel tuo a))anno?
E%PED"-E
ascia lo scherno#
-hi prende congedo aspira ad essere giovane
ancora una volta. = come il lampo estremo
della luce che un giorno risplendette tra di noi
gioiosamente in tutto il suo )ulgore. ascia che si spenga
serenamente, e se anche vi ho maledetti, a tua )iglia
dono, se mi ' lecito, la mia benedi*ione.
-;!<!A
>asta, taci, e non trattarmi da )anciullo.
E%PED"-E
Prometti che )arai come ti dico,
e lascia questa terra. $e ri)iuti,
che preghi e implori la desolata un'aquila
che la salvi da questi schiavi, in cielo.
= questo il mio consiglio migliore.
-;!<!A
"h, dimmi, )orse non abbiamo agito giustamente
nei tuoi con)ronti?
E%PED"-E
E me lo domandi? !o ti ho gi.
perdonato. %a )arai ci& che ti ho detto?
-;!<!A
Non posso
decidere cos ripidamente.
E%PED"-E
Decidi bene.
-he lei non rimanga dove soccomberebbe.
E che ricordi, dille, colui che un giorno
)u caro agli dei. o )arai?
-;!<!A
E me lo chiedi? o )ar&, certo.
E ora, in)elice, va' per la tua strada. 9Esce.:
Scena settima
E%PED"-E
$#
3ado per il mio cammino, -ri*ia,
e so dove conduce. E mi prende vergogna
per avere esitato cos a lungo.
Perch( attendere tanto, sino a perdere
)elicit. e giovine**a e spirito, e che
pi5 nulla mi rimanesse se non )ollia e miseria.
0uante volte, quante volte una voce mi ammon#
$arebbe stato bello allora. %a ora ' necessario.
" d'i misericordiosi# Dei del silen*io#
a parola inso))erente precorre l'uomo
e non lascia che maturi in pace l'ora
della riuscita. %olte cose sono consumate
e ora tutto ' pi5 )acile. A tutto
si aggrappa il vecchio stolto# E quando
un giorno, )anciullo spensierato,
giocava sulla terra verdeggiante,
era pi5 libero di quanto lo sia oggi.
"h, distacco# Non mi si lascia neppure la dimora
che mi ospit&... Anche questo, o d'i#
Scena ottava
Empedocle, tre suoi schiavi
P;!%" $-+!A3"
Tu parti, %aestro?
E%PED"-E
$, parto, mio caro...
3a' a prepararmi il bagaglio, quel tanto
che possano reggere le mie spalle,
e portalo l. )uori sulla strada4 questo
sar. il tuo ultimo servi*io.
$E-"ND" $-+!A3"
" d'i#
E%PED"-E
3oi
siete stati al mio servi*io
volentieri sin dalla cara in)an*ia,
e crescemmo insieme in questa casa
di mio padre e mia, ed estranea al mio cuore
' la )redda parola del comando.
0ui non avete patito mai il destino
d'essere schiavi. iberamente, ne sono certo,
con me verreste l. dove ' necessario che io vada.
%a non posso tollerare che vi tormenti
la maledi*ione del prete. !l mondo si apre
dinnan*i a voi e a me, lo sapete bene,
e spetta a ognuno scegliere la propria sorte.
TE;<" $-+!A3"
"h, no#
Non ti lasceremo. Non lo possiamo.
$E-"ND" $-+!A3"
-he ne sa il prete di quanto tu ci sia caro?
'anatema colpisca altri, non noi.
P;!%" $-+!A3"
$e noi ti apparteniamo, lasciaci
stare con te. Non ' da ieri, in)atti,
che viviamo insieme, anche tu l'hai detto.
E%PED"-E
" d'i, io non ho avuto )igli e vissi
solo con costoro, e nonostante questo
mi sento ancora legato a questo asilo
ove dormivo, e lotto come in un sogno.
"rs5, miei cari, ' necessario#
>asta parlarne, ve ne prego,
)ate come se non )ossimo pi5 vivi.
Non voglio che quell'uomo maledica
tutti coloro che m'amano... Per questo
non potete seguirmi, ve l'ho detto.
Entrate in casa, prendete ci& che vi serve
e sen*a indugio )uggite, a))inch(
nuovi padroni non vi catturino2 diventereste
in tal caso schiavi di un vigliacco.
$E-"ND" $-+!A3"
-on parole cos aspre tu ci scacci?
E%PED"-E
o )accio per voi e per me. "rmai siete liberi#
Assumete ora la vostra vita virilmente,
chiedete agli d'i che vi diano con)orto4
siete solo all'ini*io. ! mortali sorgono
e tramontano. Non indugiate pi5 a lungo#
/ate come ho detto.
P;!%" $-+!A3"
Padrone del mio cuore,
vivi, non perire#
TE;<" $-+!A3"
Non ti rivedremo
Dunque pi5?
E%PED"-E 9in tono imperioso:
Non domandate,
' vano#
$E-"ND" $-+!A3" 9mentre si allontanano:
-ome un mendico dovr. dunque vagare,
sempre incerto della propria vita?
E%PED"-E 9seguendoli con lo sguardo:
Addio, vilmente vi ho allontanati,
o miei )edeli. Addio, casa paterna,
dove sono vissuto. E voi, alberi,
che con un canto di gioia io, l'amico degli d'i,
ho consacrato2 voi, custodi
della mia pace, morite e rendete
ai venti il vostro spirito, poich( all'ombra
la ro**a plebe si trastulla e dove
)ui )elice, mi si dileggia.
Ahi, messo al bando, o dei? e questo prete
ha )orse imitato, sen*'anima e sen*a voca*ione,
quello che voi, celesti, m'in)liggete? 3oi avete
abbandonato me che vi oltraggiai, o elementi#
E ora costui mi scaccia dalla patria#
'anatema che contro di me lanciai
si rivolge contro me stesso per bocca della plebe?
Ahim', colui che un giorno intimamente
visse con voi, beati, e per la gioia
proclam& suo il mondo, dove potr. riposare
non sa, n( trova pace nel suo cuore.
Dove conducete, strade dei mortali? $iete
molteplici, ma qual ' la mia? quale
la pi5 veloce? la pi5 breve? !ndugiare ' vergognoso.
%iti numi, nello stadio guidavo, spensierato, il cocchio
su )umanti ruote e voglio cos rapidamente riuni)icarmi
a voi, bench( l'impa*ien*a sia pericolosa.
9Esce.:
Scena nona
Pantea, Delia
DE!A
Taci, cara )anciulla,
)rena il tuo dolore# -he nessuno ci senta.
Entrer& nella sua casa. Pu& darsi che ci sia,
e ancora una volta potrai vederlo.
%a nell'attesa taci... Devo )orse
entrare?
PANTEA
$, entra, cara Delia.
!o cercher& di calmarmi, a))inch( il cuore
non mi si schianti, se mi apparir. quel grande
in quest'amara ora )atale.
DE!A
" Pantea#
PANTEA 9sola, dopo una breve pausa:
Non posso )arlo... D'altronde sarebbe
una vergogna, come entrare l. sen*a passione.
'hanno maledetto? No, non ' possibile.
" nero enigma, alla )ine mi schianterai#
-ome sar.?
9Pausa. Angosciata, a Delia che ritorna:
-osa hai trovato?
DE!A
Ahim', tutto ' morto
e deserto.
PANTEA
= partito?
DE!A
Temo di s. e porte
sono aperte, ma dentro non c'' nessuno.
+o chiamato, ma solo l'eco ha risposto.
Non ho voluto indugiare...
"h# a poverina ' muta e pallida, mi guarda
come )ossi un'estranea. Non mi riconosci?
Anima cara, il tuo dolore ' il mio.
PANTEA
Andiamo, vieni#
DE!A
%a dove?
PANTEA
Dove? !o stessa
l'ignoro, d'i buoni. $ciagura#
Nessuna speran*a# E tu, luce d'oro,
invano splendi, lass5 in alto.
Egli ' partito. -ome posso sapere, desolata,
se i miei occhi sono ancora limpidi?
No, non ' possibile# = troppo temerario,
questo gesto, troppo mostruoso. E tuttavia
voi l'avete compiuto. Dovrei ancora vivere
tra uomini simili, e tacere? E piangere,
poich( non mi resta altro?
DE!A
Piangi, mia cara# = pre)eribile piangere
piuttosto che tacere o parlare.
PANTEA
Delia,
qui passeggiava, e questo giardino m'era tanto caro
solo perch( a lui piaceva tanto.
0uando mi sentivo insoddis)atta della vita e triste
e con altri mi aggiravo, schiva, per questi colli,
quante volte il mio sguardo cercava queste vette
di alberi e pensavo2 l. lui vive#
-os mi rasserenavo. %entalmente
vivevo con gioia al suo )ianco.
-onoscevo le sue ore. !l mio pensiero
si accompagnava a lui pi5 )iducioso
e con lui, cos caro, dividevo
i miei puerili crucci... Ah, crudelmente
hanno in)ranto, gettata nella strada,
l'e))igie del mio eroe2 chi l'avrebbe pensato?
"h, cento primavere numerose volte augurai,
stolta, a lui e ai suoi giardini.
DE!A
>uoni d'i, perch( privarla di questo
caro con)orto e di questa dolce gioia?
PANTEA
-osa dici?
A noi veniva come un nuovo sole
splendido e gentilmente attraeva a s(
con )iori d'oro i giovani immaturi.
Da tempo la $icilia era in attesa di lui.
$ull'isola non regn& mai mortale
che )osse pari a lui. !ntuivano
che dei geni del mondo era alleato.
E tu con grande a))etto li stringesti tutti
al petto. Per questo devi vagare oltraggiato
di terra in terra, con il veleno in cuore
che ti hanno dato come viatico?
0uesto gli avete )atto, giudici sapienti#
%a non lasciate che io mi allontani impunita#
1iacch( io lo venero, voglio dirvelo
in )accia se voi non lo sapevate, e allora
esiliate anche me dalla vostra citt..
E se mio padre, il )olle, ha maledetto
lui, che maledica anche me#
E voi
)iori del cielo, splendide stelle,
appassirete anche voi? E caler. la notte,
o padre Etere, sulla tua anima
quando i tuoi chiari )igli innan*i a te
si spegneranno? o so, ' necessario
che cada tutto ci& che ' divino.
%a la sua caduta mi ha resa veggente,
e quando incontro un genio splendido,
si dichiari uomo o dio,
so presagire l'ora per lui in)austa...
DE!A
" Pantea, l'alte**a dei tuoi lamenti
mi atterrisce. = simile a te anche lui?
Nutre lo spirito orgoglioso
di dolore, e si esalta so))rendo?
Non voglio crederlo, ne avrei paura.
0uale sar. mai la sua sorte?
PANTEA
Tu vuoi
tormentarmi? -osa ho dunque detto?
Non vorr& mai pi5... voglio essere pa*iente,
pi5 non voglio, o d'i, vanamente aspirare
a quanto mi vietaste, e accetter&
tutto quello che vorrete donarmi.
Tu sei sacro# e se anche non mi )osse dato
incontrarti, potr& gioire poich( qui
tu hai vissuto. 3oglio rimanere calma, a))inch( da me,
sconvolta, non si allontani la sua nobile immagine
e il )rastuono del giorno non scacci
l'ombra )raterna che, se il mio passo sar. lieve,
rester. al mio )ianco.
DE!A
" sognatrice, cara# %a lui vive ancora#
PANTEA
3ive? = vero, vive# Notte e giorno
vaga nel vasto mondo. "scure nubi
gli )anno da tetto e la dura terra
' il suo giaciglio. !l vento gli scompiglia
i capelli e la pioggia e il pianto
gli rigano le guance e il sole
asciuga le sue vesti nell'ardente meriggio
quando attraversa deserti privi d'ombra.
Evita le strade )requentate, cammina tra dirupi
con i predoni che, stranieri come lui,
sono sospetti a tutti, ma non sanno
del suo bando4 dimora presso di loro
che dividono con lui il rustico cibo
con cui ristorare il corpo nel cammino.
Ecco come vive, e neppure questo ' certo#
DE!A
= spaventoso, Pantea.
PANTEA
$paventoso?
= cos che sai dare con)orto?
E tra non molto loro verranno
e diranno, parlottando tra loro,
che giace, )erito a morte, su una strada.
o tollereranno gli dei2 non hanno )orse
taciuto quando con vergogna e in)amia
)u scacciato dalla patria in esilio?
E tu come )inirai? Esausto e prostrato
a terra segnerai il cammino con tuo sangue
mentre il vile cacciatore ti a))erra
e sbatte la tua testa morente contro la roccia
non smetterai la lotta, aquila )iera#
E lo chiamaste beniamino di 1iove#
DE!A
Non cos, anima cara#
Non dire parole simili. $e tu sapessi
quanto mi )ai pena# T'implorerei
in ginocchio, se servisse.
-almati, e allontaniamoci da qui.
%olto pu& ancora mutare, Pantea.
Potrebbe anche darsi che il popolo si penta.
Tu sai come l'amava. Andiamo. 3ieni#
!o pregher& tuo padre e tu mi aiuterai.
-hi pu& dirlo? /orse riusciremo a conquistarlo.
PANTEA
" d'i# s, dovremmo riuscire#
ATTO SECONDO
<ona dell'Etna. -apanna rustica
Scena prima
Empedocle, Pausania
E%PED"-E
Perch( mai sei qui?
PA8$AN!A
0uanto )a bene,
caro, sentire )inalmente una tua parola#
Anche per te ' cos? 0uass5 non ha valore
l'anatema, e la nostra terra ' lontana.
$u queste alture si respira pi5 liberamente
e l'occhio pu& nuovamente contemplare
il giorno, e l'a))anno non turba pi5
il nostro sonno4 )orse troveremo mani umane
che ci o))riranno il cibo abituale.
+ai bisogno di cure, mio diletto. E il monte
sacro, paterno accoglier. e conceder.
riposo ai suoi ospiti erranti.
$e lo desideri, per qualche tempo resteremo
in questa capanna... o vuoi che domandi
se per caso qualcuno ci o))re un asilo?
E%PED"-E
$i pu& tentare, ma qualcuno sta gi. uscendo.
Scena seconda
! precedenti, un contadino
-"NTAD!N"
-osa volete? a strada
scende di l..
PA8$AN!A
"spitaci a casa tua
buon uomo, e non badare al nostro aspetto.
Aspro ' il cammino e spesso chi so))re
sembra sospetto... che gli d'i ti dicano,
se lo vogliono, chi siamo.
-"NTAD!N"
$en*a dubbio un tempo dovete aver vissuto
meglio di ora. 0uesto credo. %a la citt.
non ' lontana da qui. Di certo l. avrete
un amico che possa ospitarvi. = pre)eribile
andare da lui che da un estraneo.
PA8$AN!A
Ahim'#
'ospite potrebbe vergognarsi di noi
se ci vedesse giungere in questo stato.
%a non gratuitamente l'estraneo ci darebbe
quel poco che gli abbiamo chiesto.
-"NTAD!N"
Di dove siete?
PA8$AN!A
A che serve saperlo?
$e ci ospiterai noi ti daremo dell'oro.
-"NTAD!N"
All'oro si schiudono molte porte,
ma non la mia.
PA8$AN!A
-he signi)ica? Portaci
pane e vino, ed esigi il tuo compenso.
-"NTAD!N"
3i sar. pi5 )acile trovarli altrove.
PA8$AN!A
Parole dure# %a potrai almeno darmi
del lino per )asciare i piedi
sanguinanti di quest'uomo, stra*iati
dalle pietre del sentiero... 1uardalo
Egli ' il bene)attore di $icilia
' pi5 dei vostri principi, e ora ' qui
davanti alla tua porta, pallido e so))erente,
e mendica pane e l'ombra della tua capanna
e tu glieli neghi? %ortalmente stanco
e assetato tu lo lasci qui, )uori,
in questo giorno in cui il sole ardente
spinge nelle loro tane persino gli animali?
-"NTAD!N"
3i riconosco. $ciagura# -ostui ' il maledetto
di Agrigento. Ne avevo gi. il sospetto.
Andate via#
PA8$AN!A
Per il Tonante, non andremo via#
3oglio, amico diletto, che costui sia garante
di te, mentre vado in cerca di cibo. ;iposa
sotto quest'albero... e tu, ascolta2 se dovesse
accadergli una disgra*ia, da parte di chiunque,
verr& di notte, e prima che te ne renda conto,
dar& alle )iamme la tua casa di paglia.
Pensaci bene#
Scena terza
Empedocle, Pausania
E%PED"-E
Non angustiarti, )iglio mio#
PA8$AN!A
Perch( parli cos? -he io mi preoccupi
per la tua salve**a mi sembra giusto.
E costui pensa che nulla valga la salve**a
dell'uomo cui )u in)litta la condanna
e pu& darsi che gli prenda la voglia
di ucciderlo, non )osse altro che per il mantello,
perch( a loro sembra assurdo
che lui si trovi ancora tra i viventi.
Non lo sai?
E%PED"-E
$, lo so.
PA8$AN!A
o dici
sorridendo, Empedocle?
E%PED"-E
-uore )edele#
Ti ho )erito. Non lo
volevo.
PA8$AN!A
$ono solo inso))erente, ecco tutto.
E%PED"-E
Non preoccuparti per me, amico caro. Presto
sar. tutto )inito.
PA8$AN!A
-osa intendi dire?
E%PED"-E
Presto
lo vedrai.
PA8$AN!A
-ome stai? 3uoi che vada in cerca di cibo
nei campi? %a se non ne hai bisogno
pre)erirei restare qui, oppure, ancor meglio,
andiamo alla ricerca di un ri)ugio
su per il monte.
E%PED"-E
1uarda# 0ui vicino risplende
l'acqua di una )onte, che certo ' anche nostra.
Prendi il tuo recipiente, la *ucca svuotata,
a))inch( il mio spirito possa ristorarsi.
PA8$AN!A 9alla fonte:
impida e )resca
e viva sgorga, padre, dalla terra scura#
E%PED"-E
>evi. Poi attingi dell'acqua e portamela.
PA8$AN!A 9porgendo da bere:
1li d'i ti siano propi*i.
E%PED"-E
!o libo a voi,
miei numi, per la vostra lunga benevolen*a#
E a te, Natura, per il mio ritorno.
"rmai tutto ' mutato. E voi, geni benigni,
prima che vi raggiunga, siete l.? Deve )iorire
prima che maturi#... /iglio mio, sii sereno e ascoltami2
non si parli pi5 di ci& che ' stato.
PA8$AN!A
Tu sei mutato e il tuo sguardo risplende
come quello di un vincitore. Non comprendo.
E%PED"-E
"ggi potremo rimanere ancora insieme,
come giovani, a parlare di molte cose.
= )acile trovare un'ombra amica
ove intimi e )edeli con)identi
si uniscano sereni in un dialogo d'amore4
o mio diletto, non abbiamo )orse, come
buoni )anciulli con un grappolo,
sa*iato il cuore in un istante bello,
e tu non hai voluto accompagnarmi
perch( nessuna delle nostre ore solenni,
neppure questa, si perdesse sen*a nulla in cambio?
-on pena l'hai conquistata, ' vero, ma neppure
a me gli d'i )anno doni gratuiti.
PA8$AN!A
"h, parla# $piegami ogni cosa a))inch( anch'io
possa essere lieto come tu lo sei.
E%PED"-E
%a non vedi? "ggi ritorna
il tempo splendido della mia esisten*a,
ancora pi5 grande ' quello che verr..
$u, )iglio, saliremo )ino alla cima
dell'Etna antico e sacro, giacch( gli dei
sono pi5 che altrove presenti sulle alte**e.
-on questi occhi, oggi stesso
voglio vedere dall'alto )iumi, isole e il mare4
e mentre indugiano sopra le acque d'oro,
mi benedica il sole declinante,
stupendo e giovane, che io amai per primo.
Ed ecco splendere intorno a noi
silenti le immortali stelle, e dalle
pro)onde voragini salire il )uoco
della terra, e lo spirito che tutto
muove accare**arci in volto. Allora...
PA8$AN!A
Tu mi spaventi,
perch( ti esprimi per enigmi.
Appari sereno e dici grandi cose,
ma pre)erirei vederti triste.
Non ti brucia l'a))ronto
che ti )ecero, e stimi cos poco
tutto ci& che sei?
E%PED"-E
" d'i, anche costui deve
tormentarmi e turbarmi con parole ro**e?
$e questo vuoi, va' pure# Per la vita
e per la morte, non ' pi5 il tempo
di commentare ci& che so))ro
e ci& che sono. = tutto lontano2
non voglio pi5 saperne. Non sono dolori
che, sorridenti e ben nutriti,
s'attaccano ad un seno triste e gioioso2
sono morsi di vipere, e non sono
il primo cui gli d'i abbiano messo
in cuore queste Erinni velenose.
'ho meritato? Posso perdonarti
l'inopportuno monito4 hai davanti
agli occhi il sacerdote e nelle orecchie
i clamori di scherno della plebe e
la nenia che ci )u )raternamente
compagna quando uscimmo dalla nostra cara citt..
-on me , per tutti i numi che mi guardano ,
non avrebbero osato agire come hanno )atto
se )ossi stato l'uomo di un tempo
0uale vergogna# 8no solo dei miei giorni
mi ha dato in pasto a questi vili... Taci#
3oglio che svanisca, voglio che sia sepolto pro)ondamente,
pi5 pro)ondamente di quanto un mortale sia mai stato sepolto.
PA8$AN!A
Ah# 0uanto ho )atto male a turbargli
il cuore sereno, l'anima sublime4
pi5 angosciante di prima ' ora l'a))anno.
E%PED"-E
$metti di piangere
e non turbarmi pi54 col tempo
tutto si risolve in bene. Presto con i mortali
e gli d'i mi sar& riconciliato, e gi. lo sono.
PA8$AN!A
Possibile? 1uarisce la tua tremenda triste**a
e pi5 non ti senti solo e misero?
E tu consideri le a*ioni umane
innocenti come la )iamma accesa sul )ocolare?
o dicevi spesso, ora s'' nuovamente avverato?
Allora benedico la sorgente
da cui ' ri)iorita la tua nuova esisten*a.
Domani scenderemo lieti verso il mare
che ci trasporter. verso una riva sicura.
-he importan*a avranno le )atiche e gli a))anni
del viaggio, se lo spirito ' sereno?
E%PED"-E
$ei proprio un )anciullo. Non ricordi
che nulla ' dato gratuitamente ai mortali?
%a esiste un rimedio. Tu, giovane eroico,
no, non impallidire# $e l'antica
mia )ortuna, sia pur inconcepibile,
riporta a me, gi. appassito, la divina giovine**a
che m'imporpora le guance, non sar. certo un male#
3a', )iglio# Non vorrei rivelare interamente
il mio disegno, il mio desiderio.
Non ti si addice, non te ne appropriare,
lascialo a me, come io lascio a te il tuo.
-he c''?
PA8$AN!A
8na grande )olla. 1iungono
dal basso.
E%PED"-E
i riconosci?
PA8$AN!A
Non credo
ai miei occhi.
E%PED"-E
-ome? vogliono che diventi pa**o )urioso,
e con immenso cordoglio e rabbia dovr& scendere
l. dove speravo di giungere in pace.
$ono Agrigentini.
PA8$AN!A
Non ' possibile.
E%PED"-E
$ogno )orse?
= lui, il mio nobile avversario,
il prete col suo seguito... 3ergogna#
-os meschina ' dunque la battaglia
in cui ho ricevuto )erite, e per combattermi
non si sono trovate )or*e pi5 degne?
= terribile battersi con gente dispre**abile.
Ahim', in quest'ora sacra, mentre l'anima
si prepara e si armoni**a con la Natura,
sempre pronta al perdono, la plebaglia
nuovamente mi assale e mescola grida )eroci
e insensate al mio canto
di cigno. E sia# 3enite# 3e ne )ar&
pentire. Troppo ho risparmiato sempre
la maligna plebaglia e a su))icien*a
ospitato nella mia casa i )alsi mendicanti.
Ancora non mi avete perdonato
il bene che vi )eci? "ra non voglio io.
3enite, sciagurati# $e necessario,
anche )urente posso raggiungere i numi.
PA8$AN!A
Ah, come )inir. tutto questo?
Scena quarta
Detti, Ermocrate, -ri*ia, Popolo
E;%"-;ATE
Non temere#
N( ti spaventi il rumoreggiare di coloro
che ti espulsero. Ti hanno perdonato.
E%PED"-E
!mpudenti# Non pensate ad altro?
-osa volete? Eppure dovreste conoscermi#
%i ha marchiato, ma vuole la rissa,
questa plebe sen*a cuore, per sentirsi viva?
E dopo aver scacciato e ripudiato l'uomo
che temevano, tornano a cercarlo a))inch(
la sua so))eren*a stimoli il loro spirito?
Aprite gli occhi e vedrete a qual punto
siete vili, e che il dolore possa parali**are
le vostre lingue grottesche ed esecrande.
$ciagurati, non sapete arrossire? a Natura
pietosa priva della vergogna il malvagio,
a))inch( la paura della grande**a non l'uccida.
-ome potrebbe diversamente sostenerla?
E;%"-;ATE
Espiasti tutto il male commesso.
a miseria ti ha segnato a su))icien*a4
guarisci e poi ritorna2 il popolo buono
nuovamente ti accoglie nella patria.
E%PED"-E
!n verit., mi annuncia gran ventura
il pio messaggero di pace. 1iorno
per giorno dovrei assistere al ballo
macabro in cui vi rincorrete l'un l'altro,
in cui vi scimmiottate, sen*a posa, inquieti,
vagabondi, come ombre d'insepolti,
acco**aglia meschina, abbandonata
dagli dei4 grande onore ' l'essere vicino
alle vostre ridicole arti di miserabili#
Non mi )osse data miglior sorte, vorrei vivere
muto, straniero, )ra gli animali dei monti,
sotto la pioggia e il )uoco del sole,
spartire il pasto con le bestie, pur di
non tornare alla vostra miseria.
E;%"-;ATE
= cos che ci ringra*i?
E%PED"-E
$e osi )arlo,
dillo nuovamente e solleva gli occhi verso questa
luce che tutto vede4 ma perch(
non rimanesti a casa e venisti qui,
s)rontato, a strapparmi l'estrema parola
che ti accompagner. )ino all'Acheronte?
$ai cosa hai )atto? E che t'ho )atto, io?
%i limitai ad ammonirti, e t'incaten&
le mani la paura e a lungo in ceppi
ti esasper& la rabbia, che il mio spirito
imprigionava. Non avevi pace,
a tal punto ti tormentava la mia vita.
"h, pi5 che sete o )ame la pi5 alta
nobilt. reca a))anno ai vigliacchi.
Era proprio necessario che tu osassi venirmi
dinnan*i? %ostro, hai potuto illuderti
di rendermi simile a te, solo imponendomi
sul volto la maschera della tua grave ignominia.
$tupida idea, codesta# $e anche il tuo tossico
mi porgessi, il mio guardingo genio
non si unirebbe a te, e con il mio sangue
da te avvelenato, ti rigetterebbe.
!nutile2 seguiamo vie diverse.
%uori di morte vile, com'' giusto,
con il sentimento vuoto dello schiavo.
Destino diverso ' il mio, diverso cammino,
o d'i che, presenti alla mia nascita,
mi prometteste un giorno...
$e ne stupisce l'uomo esperto in ogni cosa?
!l tuo disegno ' compiuto, e i tuoi intrighi
non raggiungono la mia )elicit.. o comprendi?
E;%"-;ATE
= certo che non comprendo chi delira.
-;!<!A
Ermocrate, ora basta# Non )ai che esasperare
la sua collera di oltraggiato.
PA8$AN!A
$e le vostre inten*ioni erano buone,
perch(, stolti, prendeste con voi
il )reddo sacerdote e sceglieste come conciliatore
lui che ' abbandonato dagli d'i, che non sa amare2
per il dissidio e la morte, non per la pace,
lui e i suoi pari )urono disseminati tra i viventi.
"ra lo capite, ma se l'aveste inteso allora#
Non poco si sarebbe risparmiato
ad Agrigento. +ai )atto molto, Ermocrate
da quando vivi2 hai sottratto agli uomini
molteplici gioie, le hai uccise con il terrore,
numerosi )igli di eroi hai strangolato in )asce,
e, come il )iore del prato, cadde giovane
e )orte la Natura sotto i colpi della
tua )alce. %olto io stesso potei vedere,
altro mi )u narrato. 0uando un popolo deve perire,
basta che le /urie mandino un uomo
che sparga l'illusione e convinca del mis)atto
ogni uomo che sia esuberante di vita.
!n)ine, appresa l'arte, lo strangolatore
attacca, deridendo il sacro, l'uomo unico
e riesce, )atto rivoltante, nell'intento
che il pi5 divino cada per mano del pi5 volgare.
Procedi, Empedocle, lungo il cammino che hai scelto#
Non posso impedirlo, anche se il sangue
mi brucia nelle vene. %a costui,
che ha ricoperto d'in)amia la tua vita,
questo pervertitore, io lo sapr& stanare
quando mi lascerai, e se anche si ri)ugiasse
sull'altare, a nulla gli servir.,
dovr. seguirmi perch( conosco il suo elemento,
lo trasciner& alla palude morta, e se implorer. gemendo
avr& piet. dei suoi capelli bianchi
come egli la ebbe di quelli altrui2
che spro)ondi#
9a Ermocrate:
o capisci? !o mantengo la parola data.
P;!%" -!TTAD!N"
Pausania, non ' necessario che tu attenda#
E;%"-;ATE
-ittadini#
$E-"ND" -!TTAD!N"
!ntendi usare ancora la lingua?
-on le tue men*ogne tu ci traviasti,
ci rendesti malvagi, )osti tu a rapirci l'amore
del semidio. Non ' pi5 lui. Non ci riconosce.
-on occhi pieni di dolce**a ci guardava
un tempo l'uomo regale4 ora il suo sguardo
mi sconvolge il cuore.
TE;<" -!TTAD!N"
Eppure eravamo
simili agli antichi al tempo di $aturno
quando il sublime viveva tra noi da amico,
ognuno aveva gioia in casa propria
e non chiedeva di pi5. Perch( addossasti
a noi la sua maledi*ione, quando
la scagli&, peso indimenticabile?
Non pot( )arne a meno, e i nostri )igli,
divenuti grandi, ci diranno2 Avete
ucciso il messaggero degli d'i#
$E-"ND" -!TTAD!N"
Piange# "ggi mi sembra ancora pi5 grande e caro.
E tu continui a opporti a lui )ingendo
di non vedere, mentre le tue ginocchia
non si piegano dinnan*i a lui.
A terra# gi5#
P;!%" -!TTAD!N"
E tu
vorresti ancora atteggiarti a idolo, cos
ti piacerebbe continuare? Piega la )ronte, gi5#
Ti premer& il piede sulla nuca sin quando
non avrai annunciato che al Tartaro
sei sceso spinto dalle tue men*ogne.
TE;<" -!TTAD!N"
$ai cos'hai )atto? $arebbe pre)eribile
per te aver commesso un sacrilegio#
Noi l'adoravamo ed era giusto2 lui
ci avrebbe resi liberi come dei.
%a come una peste inattesa la tua malvagit.
ci assal, e cos perdemmo e cuore e voce,
in un delirio odioso, e ogni gioia
che da lui avevamo avuto in dono.
" in)amia# !n)amia. -ome )orsennati
esultammo quando oltraggiasti mortalmente
l'uomo amatissimo. Tutto questo ' irreparabile.
E se anche tu morissi sette volte non potresti
mutare ci& che hai )atto a lui e a noi.
E%PED"-E
!l sole volge al tramonto,
)igli, e questa stessa notte
devo riprendere il cammino. Troppo
si ' gi. discusso. !l passato
si dilegua totalmente e per il )uturo
ci lasceremo in pace a vicenda.
PA8$AN!A
Tutto ' dunque indi))erente?
TE;<" -!TTAD!N"
;itorna e amaci ancora#
$E-"ND" -!TTAD!N"
;itorna a vivere
in Agrigento# Da un romano
ho saputo che la loro grande**a
era dovuta a Numa, il re. 3ieni, o divino#
$ii il nostro Numa# 1i. si pensava
che avresti dovuto essere re. $ii il nostro re#
Per primo cos ti saluto, e tutti lo desiderano.
E%PED"-E
a nostra non ' pi5 un'epoca di re.
! -!TTAD!N! 9allibiti:
E tu chi sei?
PA8$AN!A
'esempio di come si sappia ri)iutare
una corona, cittadini.
P;!%" -!TTAD!N"
Non riusciamo a comprendere
le tue parole, Empedocle.
E%PED"-E
'aquila
custodisce )orse i nati nel nido
inde)initamente? $, provvede a loro
quando sono ciechi, e sotto le sue ali
dormono gli implumi la loro esisten*a dolce,
crepuscolare. %a quando vedono la luce
del sole e sono maturate le loro ali
essa li lancia )uori dal nido
a))inch( ini*ino a volare.
= vergognoso volere ancora un re.
$iete troppo invecchiati4 diverso era il tempo
dei vostri padri. Non ' possibile aiutarvi,
se non vi aiutate da voi stessi.
-;!<!A
Per tutti gli d'i celesti, perdona# 1rande
tu sei, e tradito#
E%PED"-E
/u ben triste il giorno,
che ci divise, arconte.
$E-"ND" -!TTAD!N"
Perdona e rimani con noi# !l sole
della nostra terra risplender. pi5 amico
per te qui che in ogni altro luogo
e se ri)iuti il potere tuo di diritto
abbiamo per te doni e altri onori,
corone verdi e splendidi nomi e bron*o
imperituro, per la tua erma.
3ieni# Avrai i nostri adolescenti,
i puri che non t'hanno o))eso mai4
purch( tu rimanga vicino a noi, siamo pronti
ad accettare che tu ri)ugga da noi
e che tu viva nei tuoi giardini solitari
)ino a dimenticare il torto che hai subto.
E%PED"-E
Per una volta ancora, luce originaria
che mi nutristi, e voi, giardini della
mia giovine**a e della gioia, che io vi ricordi
nei giorni della gloria, quando tra questo popolo
vivevo sereno e sen*a subire o))esa.
-ari, siamo riconciliati, e ora vi lascio#
= pre)eribile per voi non vedere pi5
quel volto che o))endeste, maggiore gioia
vi dar. il ricordo dell'uomo
che amaste, e avrete saldo il cuore.
!n giovine**a eterna vivr. tra voi la mia immagine
E molto pi5 belli, quando sar& lontano, risuoneranno
i canti di esultan*a che mi avete promesso.
$epariamoci prima che stolte**a
e vecchiaia ci separino4 gi. lo sperimentammo,
e restiamo uniti, noi che, nell'istante voluto,
sapremo liberamente scegliere l'ora del distacco.
TE;<" -!TTAD!N"
-os ci vuoi lasciare disperati?
E%PED"-E
%i o))riste, cittadini,
una corona# !n cambio prendete
ci& che ho di sacro. Da tempo lo tenevo in serbo.
%olte volte nelle notti serene, quando in alto
si apriva il mondo bello, e l'aria con tutto
il )irmamento mi circondava come un nembo
di pensieri gloriosi, in me sentivo
urgere pi5 che mai la vita4
con il nascere del giorno vi avrei detto
la parola, severa, contenuta.
E con lieta impa*ien*a gi. evocavo
dall'"riente la prima nube d'oro
per la nuova )esta, quando il mio canto
solitario si )osse unito a voi in un coro di gioia.
%a il mio cuore sempre si richiudeva
e attendevo che l'ora maturasse.
"ggi ' il mio giorno autunnale e il )rutto
cade da solo.
PA8$AN!A
"h, avesse parlato prima# /orse
non avrebbe patito tutto questo.
E%PED"-E
-ari, non vi lascio disperati.
Non temete# $olitamente i mortali
ri)uggono da quanto ' nuovo e a loro estraneo,
ma aspirano a rimanere immobili nella loro sede
solo le piante e gli animali )elici.
-ostretti nel loro breve cerchio
sono unicamente tesi a sopravvivere,
e altro non sanno. Eppure alla )ine, trepidi,
devono uscirne e riuni)icarsi,
morendo, agli elementi, per rinnovarsi,
come in un bagno, in una giovine**a nuova.
All'uomo invece ' data la grande gioia
di ritrovare la giovent5 da se stesso.
E dalla morte puri)icatrice che essi
hanno scelto nel tempo adatto, rinascono,
come Achille dallo $tige, i popoli.
Assecondate la Natura prima che s'impadronisca di voi#
Da tempo avete sete dell'insolito, come da un corpo
gravemente in)ermo l'anima di Agrigento
vuole abbandonare gli antichi schemi.
-oraggio, osate# -i& che avete ereditato, le vostre
conquiste, ci& che i padri vi hanno detto e insegnato,
leggi e costumi, nomi di antichi d'i,
tutto dimenticate con ardimento, e rinascendo
al*ate gli occhi alla Natura divina.
E quando alla luce del cielo lo spirito
s'in)iamma, e un tenero so))io di vita
vi gon)ia il petto come al primo giorno, e le selve, cariche
d'aurei )rutti, stormiscono e sgorgano
sorgenti dalla roccia2 quando la vita universale,
spirito di pace, vi conquista e come sacra
cantilena culla la vostra anima4
allora, trasparendo le deli*ie come da un bel velo,
splender. pi5 luminosa la terra verdeggiante,
e il monte, il mare, e stelle e nubi, e nobili
energie, come essen*e eroiche, sorgeranno
dinnan*i a voi, e il vostro petto
come di chi si prepara alla battaglia,
palpiter., con bramosia di agire,
in un mondo bello e vostro.
Allora stringetevi le mani, stipulate un patto, i beni dividete
tra voi, come Dioscuri )edeli, a*ioni e gloria.
$iano tutti uguali. $opra giuste norme
come agili colonne, riposi nuova vita
e sia la vostra unione saldamente cementata dalla egge.
E allora, o geni della Natura
e delle sue metamor)osi, voi che,
cos sereni in abissi e alte**e
scoprite la gioia, e sotto )orma di pena
e di )elicit., di pioggia e di sole,
la recate da un mondo in)initamente lontano
alla mente degli umili mortali , il popolo libero
vi invita alle sue )este, ospitale e devoto,
poich(, quando ama, l'uomo dona il suo meglio,
se la schiavit5 non gli serra e imprigiona il petto...
PA8$AN!A
Padre#
E%PED"-E
Allora, o Terra, i cuori umani ti riameranno4
e come il )iore sboccia dalle tue tenebre,
cos vedrai )iorire per te di gratitudine il roseo
delle guance dall'intima vita e dal sorriso )elice.
E
!nghirlandato con amore, scende il ruscello
scrosciante, cresce tra benedi*ioni,
diviene )iume, e con l'eco di spiagge
vibrando, viene ripetuto, di te degno,
oceano paterno, l'inno in lode della gioia.
$i sente rinnovato vicino a te, divino sole,
in comunione celeste il genio umano, e ci& che plasma
appartiene a te come a lui. Piacere, coraggio,
vitalit. gli rendono agevoli,
come i tuoi raggi, le sue gesta.
E pi5 non muoiono le cose belle nel petto
tristemente muto. %olte volte il cuore dei mortali
dorme, come nobile grano, dentro un guscio morto,
)inch( giunge il suo tempo4 e con amore
intorno ad essi alita sempre l'etere,
e con le aquile il loro sguardo
beve la luce dell'alba, ma non dona, questa,
la sua benedi*ione ai trasognati,
e il loro sopore si alimenta dello scarso
nettare che gli d'i porgono giornalmente
alla Natura, )inch( si stancano di questo vivere
angusto, e il petto nel remoto gelo
si sente prigioniero come Niobe,
lo spirito si sente pi5 robusto
di ogni leggenda e, memore del suo principio,
ricerca la vita e la vivente belle**a
e gioiosamente si sviluppa in presen*a
dei puri. Allora sorge un nuovo giorno
diverso da ogni altro, la Natura
e stupito,
incredulo, come a un nuovo incontro
dopo un periodo disperato, l'amato
abbraccia l'essere caro che credeva morto,
cos il cuore
sono loro#
gli d'i da cos lungo tempo assenti, i vivi,
i buoni,
tramontare con l'astro della vita#
Addio# 0ueste )urono le parole del mortale
che con amore esita ancora
)ra voi e gli d'i che lo hanno chiamato.
Nel giorno del distacco il nostro spirito
pro)eti**a, e dice il vero chi non torna.
-;!<!A
Dove vai? Per l'"limpo vivente
che alla )ine hai dischiuso a me che sono
vecchio e cieco, non partire# $olo
se sei vicino, l'anima rinnovata di questo popolo
prospera e si riproduce in rami e )rutti.
E%PED"-E
0uando sar& lontano parleranno per me
i )iori del cielo, le costella*ioni )iorenti,
e quelli che dalla terra germinano a migliaia.
a divina Natura non richiede discorsi4
e una volta presente non vi lascia
mai soli e il suo attimo rimane
incancellabile4 e vittoriosa agisce in eterno
la sua )iamma celeste, rendendovi )elici.
0uando poi giungeranno gli splendidi giorni di $aturno,
rinnovati e pi5 virili, ricordate
il tempo perduto ed al tepore del genio
si rinnovi la leggenda dei padri#
$alga alla luce della primavera
come una musica e alla )esta venga
dal regno delle ombre l'immenso
mondo dimenticato degli eroi e insieme all'aurea
nube della triste**a vi circondino,
nella vostra leti*ia, le memorie#
PA8$AN!A
E tu? e tu? ahim', non voglio annunciarlo
a questa gente )elice...
che non immagini ci& che accadr.#
No# tu non puoi.
E%PED"-E
! desideri# $iete )anciulli, eppure
cercate di sapere, e questo ' giusto
e comprensibile. Tu sbagli# dite
al potere che pu& molto pi5 di voi.
%a invano, o stolti# 1iacch( la vita, come
le stelle, prosegue la sua corsa verso la per)e*ione.
Non vi ' nota la voce degli dei?
Prima ancora d'apprendere, ascoltando,
la lingua dei miei antenati, al primo sguardo,
al mio primo respiro, gi. la intesi, e sempre
la considerai superiore alla parola umana.
%'incitavano2 in alto# e ogni spirare di vento eccita
la mia ansiosa nostalgia, e se anche volessi
indugiare qui, sarebbe come se
l'adolescente si dilettasse, go))o,
con i suoi giochi d'in)an*ia. Ah, sen*'anima
vivrei come schiavo in tenebra e vergogna
davanti a voi ed ai miei numi.
+o vissuto4 e come dalle vette
degli alberi si stacca il )iore e il )rutto
d'oro, come dal suolo buio spunta il )iore e il
nello stesso modo da )atiche e da pene matur&
per me la gioia e scesero dal cielo )or*e amiche.
Nelle pro)onde valli, o Natura,
si riuni)icano le )onti delle alture,
e vennero tutte le tue gioie nel mio petto
per trovar pace, un'unica )elicit..
E quando consideravo la belle**a della vita,
una sola preghiera rivolgevo agli dei2
che se un giorno non avessi sopportato
pi5 la )elicit. della mia giovane )or*a, sen*a vertigine,
e se la ricche**a della mente, come accade ai vecchi
beniamini dei numi, si )osse tras)ormata
in stolte**a, mi ammonissero )ulmineamente,
mi mandassero nel cuore un destino inatteso,
a))inch( potessi intendere che era
giunta l'ora della mia pure**a,
e avessi ancora il tempo di salvarmi in una giovine**a rinnovata
e, amico dei celesti, non divenissi tra la mia gente
una vergogna, uno scandalo o uno *imbello.
%i hanno esaudito. 8n potente monito
mi )u inviato, unico ' vero, ma
bastante. $e non lo intendessi, sarei
come il ron*ino che non avverte lo sprone
e attende di essere costretto
dalla s)er*a. E allora non chiedete
che a voi ritorni l'uomo che vi am&,
per breve tempo nato, e tra di voi
)u come straniero4 ors5, non esigete
che per i mortali arrischi ci& che a lui ' sacro
e l'anima# 8n commiato bello in)atti
ci )u dato, e ci& che possiedo di pi5 caro
ho potuto in)ine donarvi dal mio cuore.
Perci& lasciatemi. -he potrei )are ancora tra voi?
P;!%" -!TTAD!N"
-i serve il tuo consiglio.
E%PED"-E
!nterrogate questo giovane, sen*a vergogna#
a sagge**a pi5 alta nascer. dal suo spirito nuovo,
se a lui porrete quesiti grandi e solenni.
'antica Pi*ia, la sacerdotessa, da )onte giovane
attingeva i responsi degli dei.
1iovani sono i vostri stessi dei.
%io caro, volentieri vado via4 dopo di me tu vivrai4
io )ui soltanto la nube del mattino
inattiva e )uggevole, e sono )iorito
solitario, quando il mondo era immerso nel sonno,
mentre tu sei nato nel giorno luminoso.
PA8$AN!A
"h, dover tacere#
-;!<!A
Tu non tentare, caro,
di persuadere te stesso e noi# Tutto ' buio
ai miei occhi e non riesco a vedere cosa intendi )are,
n( posso dire2 resta# Aspetta ancora un giorno#
$pesso l'attimo ci a))erra meravigliosamente
e siamo trascinati via con la )uggente vita.
a belle**a di un'ora spesso sembra
predisposta da tempo, eppure
' solo l'ora che ci abbaglia, e cos solo
questa noi distinguiamo nel passato.
Perdona# Non intendo schernire
lo spirito del pi5 potente, n(
questo giorno4 comprendo che ' necessario
lasciarti, posso solamente assistere,
anche se l'anima ' triste...
TE;<" -!TTAD!N"
No, no#
Non andr. )ra stranieri, n( oltre il mare,
alle rive dell'Ellade o in Egitto,
dai suoi )ratelli che da tanto tempo
non hanno visto pi5 il sublime saggio...
pregatelo, pregatelo che resti#
Presentimenti e brividi mi vengono
da quest'uomo paci)ico, ma terribile
e sacro, che attraversa la mia vita,
e dentro a me si )a pi5 luce e anche
tenebra2 un gran destino vedi e
dentro di te, lo porti volentieri4
stupendo ' il tuo pensiero. %a ricorda
anche coloro che ti vogliono bene,
i puri, e quelli che hanno errato per poi
pentirsi. Tu, benigno, hai donato generosamente4
ma che sar. sen*a di te? Non puoi
restar con noi ancora un po' di tempo?
E%PED"-E
" cara ingratitudine# Eppure io, a su))icien*a,
vi diedi di che vivere. = destino vostro
di vivere )in tanto che avete )iato4 non mio. Per tempo
deve congedarsi colui dalla cui bocca lo spirito
ha parlato. a Natura divina si rivela
spesso in questo modo e cos la stirpe umana
nelle sue ricerche pu& riconoscerla. %a una volta
che il mortale, a cui di deli*ia ha colmato
il cuore, l'abbia proclamata, )ate
che in)ranga il vaso, a))inch( a usi diversi
non serva e il divino non si tras)ormi
in opera umana. asciate
che questi eletti muoiano, lasciate
che gli spiriti liberi, al tempo stabilito
e con amore, agli d'i si sacri)ichino, prima
che in prepoten*a e superbia e vergogna si spengano.
E questa ' la mia sorte, ne sono cosciente
e da tempo, dai giorni della giovine**a, l'ho predetta
a me stesso. ;ispettatela# Domani,
non trovandomi pi5, potrete dire2
6Non doveva invecchiare, n( contare i giorni,
n( essere schiavo di a))anni e malattie,
non visto si ' congedato4 mano umana
non l'ha sepolto, e nessun occhio sa
delle sue ceneri, perch( niente altro
a lui si addice4 in)atti innan*i a lui
nell'ora lieta e sacra della morte
gli d'i sono apparsi sen*a velo...
Alla luce e alla terra egli era caro, e lo spirito,
lo spirito del mondo destava in lui il suo stesso spirito,
in cui esse vivevano, e al quale morendo )a ritorno7.
-;!<!A
= inesorabile, purtroppo, e il cuore
si vergogna di dirgli altre parole.
E%PED"-E
3ieni -ri*ia, e porgimi le mani.
E cos voi, voi tutti. , Tu, diletto
rimarrai )ino a sera con l'amico,
tu, giovane e )edele. Non piangete,
poich( sacra ' la mia morte e gi.... oh, aria,
aria che circondi chi ' rinato,
quando cammina per sentieri nuovi,
io gi. ti sento, come il navigante
che, giunto presso i boschetti in )iore
dell'isola natia, sente il suo cuore
palpitare pi5 )orte e il volto segnato dal tempo
si tras)igura nel ricordo dell'aurea giovent5 beata.
"blio# ;iconcilia*ione#...
'animo mio vi benedica4 andate
e salutate la citt. paterna
e le campagne4 quando un giorno andrete
nel sacro bosco a venerare i numi
della Natura, a puri)icare gli occhi
dagli a))anni quotidiani, e l. sarete
ricevuti con canti amici, scesi
da serene altitudini, allora
un mio suono alegger. in quel canto
e, nell'amoroso coro del mondo bello,
ascolterete ancora la mia parola , tanto pi5 stupenda.
-i& che vi ho detto, mentre ancora vivo,
non ' molto, ma )orse un raggio luminoso lo porter. gi5
attraverso i banchi di nuvole del crepuscolo,
)ino alla )onte quieta che vorrebbe
darvi la sua benedi*ione. Allora
ripenserete a me.
-;!<!A
" uomo sacro,
s, sacro# $ono dominato da te,
riconosco con venera*ione il tuo destino,
ma non intendo dargli un nome.
Era proprio necessario? Tutto accadde
con estrema rapidit.. 0uando vivevi ancora
in Agrigento, nel tuo quieto regno,
non ci badavamo, ed ora ci sei tolto
all'improvviso. a gioia viene e ci lascia,
ma non appartiene a noi mortali,
e lo spirito s)ugge alle domande
e prosegue per la sua via. -hi potr.
mai dire che hai vissuto con noi?
Scena quinta
Empedocle, Pausania
PA8$AN!A
= )atto. "ra allontana anche me.
Ti sar. )acile.
E%PED"-E
No, no#
PA8$AN!A
o so, non dovrei parlare cos al sacro
straniero, ma io non intendo reprimere
il mio cuore. Tu stesso l'hai vi*iato,
l'hai allevato alla tua scuola...
e )inch( )ui solo un raga**o incolto,
considerai un mio pari quel sublime maestro
che si degnava di conversare con me da amico2
le sue parole mi sembravano )amiliari
da molto tempo. Tutto ormai
' passato, Empedocle. Ti chiamo ancora
per nome, ancora stringo la tua mano
)iduciosa, prima che mi lasci, e ho l'impressione,
mi sembra, che tu non possa abbandonarmi.
$pirito della mia giovine**a
)elice, mi abbracciavi dunque invano,
ti aprii il mio cuore invano nel piacere
di una vittoria e con grandi speran*e?
Non ti riconosco pi5. = stato un sogno.
Non posso crederci.
E%PED"-E
Non hai dunque compreso?
PA8$AN!A
-omprendo il mio cuore
che, )edele e orgoglioso, batte e )reme per il tuo.
E%PED"-E
E allora concedi almeno l'onore al mio.
PA8$AN!A
$olo nella morte c'' onore?
E%PED"-E
%i hai inteso.
E l'anima tua lo con)erma2 non esiste
altro per me.
PA8$AN!A
Ahim', ' dunque vero?
E%PED"-E
-hi
riconosci in me?
PA8$AN!A 9affettuoso:
/iglio d'8rania,
come puoi dubitarne?
E%PED"-E 9con amore:
E tu vuoi che sopravviva,
come uno schiavo, al giorno del mio disonore?
PA8$AN!A
No.
Non voglio, per il tuo magico spirito,
)are oltraggio, neppure se l'amore
me l'ordinasse. %uori dunque, caro, e rendi
testimonian*a di te stesso# $e ' necessario.
E%PED"-E
o sapevo,
anima eroica, che non mi avresti lasciato
sen*a donarmi gioia.
PA8$AN!A
Dov'' il dolore ormai? 8n chiarore
di aurora ti circon)onde il capo, e il tuo sguardo mi dona,
per una volta ancora, i suoi possenti raggi.
E%PED"-E
E sulle tue labbra, baciandole, io imprimo
le promesse2 tu diverrai grande,
come giovane )iamma brillerai, saprai
trasmutare tutto ci& che ' mortale
in )uoco e anima che con te s'innal*i
nel sacro etere. Non invano, caro,
con te sono vissuto, e sotto un cielo
clemente, )in dal primo aureo istante,
molteplici gioie inconsuete a noi si aprirono,
e il mio giardino quieto e la mia casa
te le riporteranno alla memoria, in primavera,
quando passerai per quei luoghi e sentirai
rivivere intorno a te quello spirito che ci un2
tu gli renderai gra*ie, e rendigli gra*ie ora,
o )iglio, )iglio della mia anima.
PA8$AN!A
Padre
ringra*ier&, ma solo quando mi sar. tolta
questa estrema amare**a.
E%PED"-E
%a ' anche bello, caro,
ringra*iare )inch( la gioia indugia,
prossima a lasciarli, tra coloro che si stanno separando.
PA8$AN!A
Dovr. dunque svanire? Non lo comprendo,
e a te che servirebbe
E%PED"-E
-os da mortale, impavido in tutto il mio vigore
discendo ora per la via che ho scelto io stesso.
0uesta ' la mia )elicit., ' il mio
privilegio.
PA8$AN!A
"h taci# Non ripetermi
la cosa spaventevole# Tu respiri ancora,
ascolti la parola dell'amico,
e vivace )luisce il tuo pre*ioso
sangue dal cuore, eretto guardi il mondo
chiaro, e limpido ' il tuo sguardo al cospetto degli d'i,
il cielo splende sulla tua )ronte libera,
e per la gioia universale il tuo genio
magni)ico risplende sulla terra,
e tutto ci& dovrebbe ora perire#
E%PED"-E
Perire? %a
quello che si )erma ' simile al )iume,
incatenato dal gelo. /iglio stolto# Dorme )orse
e si arresta il sacro, puro spirito della vita
in qualche luogo a))inch( tu possa legarlo?
$empre gioioso, mai lo vedrai languire entro prigioni
n( indugiare in un luogo sen*a speran*a.
3uoi sapere dove vada? e deli*ie
di un mondo lui deve assaporare sen*a
)inire mai... 1iove iberatore#...
Entra e prepara per me la mensa a))inch(
ancora una volta possa assaporare il )rutto
dello stelo e il vigore della vite,
e grato e lieto sia il mio commiato,
ed alle dolci %use che mi amarono
il nostro canto nuovamente s'innal*i... /allo )iglio#
PA8$AN!A
%eravigliosamente mi soggioga la tua parola,
a te devo cedere, devo ubbidirti. 3oglio e al tempo stesso
non voglio.
9Esce.:
Scena sesta
E%PED"-E 9solo:
Ah, 1iove iberatore? $empre pi5
si avvicina la mia ora e dai dirupi
giunge sino a me il )ido araldo della notte,
il vento della sera, messaggero
d'amore. = maturato il tempo. Palpita,
o cuore mio, muovi le tue onde
giacch( lo spirito sta sopra di te
come astro luminoso, mentre in cielo
trasmigrano le nubi sen*a patria,
sempre in )uga. -he sento? %i stupisco
come se la mia vita cominciasse,
perch( tutto ' diverso e solamente ora
io sono. $ono... e per questo dunque un desiderio ardente
ti assaliva mentre riposavi nella tua quiete religiosa?
Per questo la vita ti )u cos lieve,
perch( tu sperimentassi le gioie del trion)atore
in un'unica, ma per)etta a*ione?
3engo. %orire? 8n solo passo mi separa dalle tenebre,
ma tu, occhio mio, vorresti ancora vedere.
-oncluso ' il tuo servi*io solerte#
"ra ' necessario che la Notte per qualche tempo
copra di ombre la mia )ronte.
%a gioiosa ora si liberi la )iamma
dal mio coraggio. 8n brivido di desiderio?
-ome? a morte in)ine in)iamma
la mia vita? e tu, Natura, mi porgi
il calice tremendo e spumeggiante,
a))inch( il tuo cantore possa bere
l'entusiasmo supremo# $ono )elice,
non cerco altrove il luogo della )ine.
Arco d'!ride che sovrasti cascate,
dove l'onda si dissolve in nebbia
d'argento, a te somiglia la mia gioia...
Scena settima
Pantea, Delia
DE!A
%i hanno detto2 diversamente pensano
gli d'i e i mortali. 0uanto sembra solenne agli uni,
appare scher*o agli altri. Per gli dei
spirito e virt5 sono realt. solenni, ma ' gioco
per loro il lungo tempo e l'a))annarsi umano.
%i sembra che pi5 da dio che da uomo
pensi il vostro amico.
PANTEA
Non mi stupisce
che arda per il desiderio di raggiungere
i suoi dei. -osa gli hanno dato gli uomini?
!l suo popolo ha )orse alimentato
quello spirito sublime, o la loro vita inconcludente
gli ha corrotto il cuore?
Prendilo, portalo via, Natura, tu che
tutto hai donato a lui, e lui a noi#
Pi5 caduchi sono i tuoi prediletti,
lo so bene, diventano possenti
e nessuno sa dire come
e poi a loro volta scompaiono,
i )ortunati.
DE!A
3edi, credo dia pi5 )elicit.
dimorare lietamente tra gli uomini.
%e lo perdoni, lui, l'!ncomprensibile.
E il mondo qui ' cos bello.
PANTEA
$, ' bello,
e ora pi5 che mai bello. Non pu& lasciare
che quell'audace si separi da lui privo di doni.
eva lo sguardo ancora verso te, luce celeste?
E tu lo vedi, Delia, mentre io )orse
non potr& pi5 rivederlo? -on lo stesso amore si guardano
i )ratelli eroici prima di separarsi
per raggiungere il luogo del riposo,
ma al mattino non si vedranno )orse nuovamente?
Parole# -erto, buona )anciulla, il mio cuore
rabbrividisce come il tuo, e vorrei
che quello non accadesse, ma ne ho vergogna.
ui )ar. quel gesto2 non sar. )orse sacro?
DE!A
-hi ' quel giovane straniero che scende
dal monte?
PANTEA
= Pausania. Dunque cos dobbiamo
ritrovarci, or)ano del padre?
Scena ottava
Pausania, Pantea, Delia
PA8$AN!A
/orse Empedocle ' qui? " Pantea,
tu gli sei devota, vieni quass5,
puoi ancora vederlo, il viandante solenne,
sul suo cammino di tenebre.
PANTEA
%a dove si trova?
PA8$AN!A
o ignoro. %i ha )atto allontanare
e quando non l'ho pi5 visto.
'ho chiamato lungo tutta la montagna, ma
sen*a trovarlo. Torner., ne sono certo.
%i promise, da amico, di rimanere sino a notte.
Almeno venisse# 'ora a me pi5 cara
)ugge pi5 rapida di una )reccia.
Ancora una volta sarei )elice con lui,
e anche tu, Pantea, e anche lei, la nobile
straniera che una sola volta pot( contemplare
questa stupenda immagine di sogno.
3i spaventa la sua )ine, mani)esta,
che per& nessuno osa nominare4 lo credo,
ma la ri)iutereste se aveste
veduto quale vita abita e )iorisce in lui.
Poich( in sua presen*a straordinariamente si dissolve
ci& che ai mortali sembra triste e spaventoso.
E tutto ' luminoso per il suo sguardo beato.
DE!A
0uanto lo ami# Eppure invano
lo pregasti, e molto l'hai pregato,
l'austero, di rimanere e di vivere
ancora a lungo tra i mortali.
PA8$AN!A
Avrei )orse potuto?
Egli domina la mia anima quando
mi espone il suo volere. "h, ' bene tutto questo#
Non dispensa che gioia anche quando si ri)iuta,
e pi5 pro)ondo risuona l'eco e l'accordo
del cuore che vibra con lui quanto pi5
l'imperscrutabile insiste nel suo volere.
Non ' soltanto vana persuasione, puoi
credermi, perch( egli sa essere maestro di vita4
numerose volte, quando orgoglioso e modesto
taceva nel suo mondo, io lo contemplavo
con un presentimento oscuro e incomprensibile
che colmava la mia anima, turbandola.
a presen*a del puro, dell'intangibile
mi angosciava4 ma quando la parola
gli scoccava decisiva dalle labbra,
era come se un cielo di deli*ie risuonasse
in lui, in me, e io ero vinto sen*a riserve,
e mi sentivo pi5 pro)ondamente libero.
"h, se almeno potesse sbagliare# ;iconoscerei
pi5 pro)ondamente la sua verit. inesauribile,
e se morisse vedrei dalle sue ceneri
divampare pi5 luminoso il suo genio.
DE!A
Anima grande# a morte dell'uomo grande
ti esalta, ma a me procura solo stra*io.
'essere mortale, bimbo estraneo, perch( ricordarlo,
non appena si ' dischiuso al mondo,
non appena si ' animato e ha trovato il con)orto )amiliare,
' subito respinto da un )reddo destino,
lui, nato innocente, un tempo,
e neppure agli eletti ' dato riposare
tranquilli nella loro gioia4 anche i migliori
passano sulla sponda degli d'i della morte,
e partono lieti suscitando in noi
la vergogna di rimanere tra i mortali.
PA8$AN!A
"h, per i supremamente /elici# Non condannare
il $ublime a cui la gloria
procur& cos grande sventura,
che deve morire perch( la sua vita )u troppo bella,
perch( troppo )u amato dagli dei.
$e si oltraggia un altro che non sia lui,
' perdonabile, ma lui, se a lui
cosa pu& il )iglio degli d'i?
$opra di lui, in)inito, il colpo ' sen*a )ine.
%ai volto pi5 nobile sub un'o))esa
pi5 rivoltante# Avrei dovuto
assistere,
SECONDA STESURA
Personaggi
E%PED"-E
PA8$AN!A
PANTEA
DE!A
E;%"-;ATE
%E-ADE
AN/A;E
DE%"-E, Agrigentini
!A
a scena in parte in Agrigento, in parte sulle pendici dell!Etna.
ATTO PRIMO
Scena prima
-oro di Agrigentini in lontananza %ecade, Ermocrate
%E-ADE
"di il popolo ebbro?
E;%"-;ATE
-ercano lui.
%E-ADE
o spirito di quell'uomo
' possente tra di loro.
E;%"-;ATE
o so, com'erba secca
la gente prende )uoco.
%E-ADE
0uando esagita cos la )olla
' come il )ulmine di 1iove quando ghermisce
la )oresta, e anche pi5 spaventevole.
E;%"-;ATE
Per questo agli uomini noi bendiamo
gli occhi, a))inch( non si nutrano
di eccessiva luce.
!l divino non deve
mostrarsi a loro.
N( al loro cuore ' dato
trovare cosa viva.
Non conosci gli antichi
che sono chiamati prediletti d'i celesti?
Nutrivano se stessi
con energie del mondo
e, al*ando gli occhi luminosi verso l'alto,
sentivano presente
quanto ' immortale4
e per questo, superbi,
non chinavano mai la )ronte.
E nulla poteva sostenere la loro poten*a,
e tutto si tras)ormava dinnan*i a loro.
%E-ADE
E lui?
E;%"-;ATE
a )amiliare intimit.
con i numi lo ha reso
troppo potente.
a sua parola risuona al popolo
come venisse dall'"limpo.
1li sono grati
perch( rapisce al cielo
la )iamma della vita
e la rivela ai mortali.
%E-ADE
Non conoscono che lui,
' il loro dio,
' il loro re.
Dicono che Apollo
edi)ic& la citt. ai troiani,
ma ' pre)eribile, aggiungono,
godere l'aiuto di un uomo grande.
A))ermano di lui molte cose oscure
e non rispettano leggi
n( doveri n( costumi.
8na cometa ' divenuto
il nostro popolo
e )ortemente temo che questo segno
esprima un presagio minaccioso
che egli cova in silen*io.
E;%"-;ATE
-almati, %ecade#
Non lo )ar..
%E-ADE
Ti senti pi5 potente?
E;%"-;ATE
-hi comprende,
' pi5 )orte dei )orti.
E per)ettamente conosco quest'uomo straordinario.
-rebbe troppo )ortunato4
sin dalla sua giovine**a )u vi*iato2
basta un nonnulla per sviarlo.
Espier. il suo amore eccessivo
per i mortali.
%E-ADE
+o l'impressione
che non durer. a lungo.
%a sar. durato pur sempre troppo
se cadr. solo dopo la riuscita.
E;%"-;ATE
= gi. caduto.
%E-ADE
-he dici?
E;%"-;ATE
Non te n'accorgi? ! poveri di spirito
hanno traviato il suo grande spirito,
i ciechi il seduttore.
Egli gett& al popolo la propria anima4
e rivel& magnanimamente al volgo il )avore degli d'i,
ma per vendetta l'eco vuota di un cuore inerte
si prese gioco del )olle.
$opport& per un poco4
se ne accor& pa*iente,
non trov& spiega*ione all'errore4 e intanto crebbe
l'ebbre**a popolare4 rabbrividivano
osservando che il petto gli tremava
parlando, e dicevano2
Non ' cos che gli d'i parlano#
E all'orgoglioso rattristato quegli schiavi
diedero nomi che non voglio ri)erirti.
!n)ine l'assetato prende il tossico2
l'in)elice entra in disaccordo
con se stesso e non trova chi gli sia simile,
si con)orta con la )uribonda adora*ione,
accecato, diviene simile a quei supersti*iosi4
perduta la sua )or*a,
brancola nelle tenebre,
non sa uscirne,
ma noi lo aiuteremo.
%E-ADE
Ne sei cos certo?
E;%"-;ATE
o conosco.
%E-ADE
;icordo un suo discorso superbo
che ultimamente pronunci& nell'.gora.
Non so cosa il popolo prima gli avesse
detto4 giungevo in quel momento,
ero lontano... 63oi mi onorate7
rispondeva 6e questo ' giusto,
essendo muta la Natura, estranei vivono
l'uno all'altro il sole e l'aria e la terra
e i loro )igli, in solitudine,
quasi non si appartenessero.
-on energia perpetua nello spirito
divino le immortali e libere )or*e
del cosmo ruotano intorno
all'altrui vita )ugace,
ma, come piante selvagge
su selvaggio suolo,
tutti i mortali, nutriti scarsamente,
sono seminati nel grembo degli d'i,
e morto apparirebbe
il suolo se uno non lo curasse
suscitando vita.
E questo campo ' mio. a )or*a e l'anima
in me scambiando, insieme )ondono
i mortali e i numi.
E con calore pi5 intenso le poten*e
eterne il cuore abbracciano anelante,
e pi5 )orti nella libert.
prosperano i sensibili mortali,
e tutto si ridesta# 1iacch( io
concilio quanto ' diverso,
la mia parola d. nome all'ignoto4
io governo l'amore dei viventi2
ci& che a uno manca,
io prendo da un altro,
uni)ico animando e tras)ormo
ringiovanendo il mondo titubante,
e a nessuno somiglio e nello stesso tempo a tutti7.
-os parlava l'arrogante.
E;%"-;ATE
= ancora poco. !n lui c'' anche di peggio.
-onosco lui, come conosco i )igli del cielo
vi*iati, che non sentono nulla
tranne la loro stessa anima.
0uando l'attimo li scuote
, e sono )ragili, esposti a perire )acilmente ,
nulla pi5 li placa, una bruciante
)erita li tormenta, un inguaribile )ermento
hanno nel petto. Anche lui# per quanto
sembri tranquillo, da quando ha in odio
il popolo, gli ardono nel cuore brame da tiranno.
" lui o noi# Non ' un danno
se lo sacri)ichiamo. !l suo tramonto
' necessario.
%E-ADE
Non irritarlo# Non alimentare la )iamma
che cova in lui, lascia che si estingua#
ascialo# Non o))rirgli un pretesto#
$e non lo trova per compiere un atto audace
se pu& sbagliare solo a parole,
morir. da stolto e irrilevante per noi sar. il danno.
8n valido nemico lo rende tremendo.
$oltanto allora avverte il suo potere.
E;%"-;ATE
Tu temi lui e tutto, misero uomo.
%E-ADE
3orrei solo risparmiarmi il rimorso,
vorrei salvare quanto ' possibile salvare.
%a questo non serve al prete, che sa tutto,
n( al santo, che rende sacra ogni cosa.
E;%"-;ATE
"h, inesperto, cerca di capire prima
di o))endermi. ui deve cadere4
se si potesse risparmiarlo, credi,
lo )arei pi5 di te. Essendo lui pi5 vicino
a me che a te. %a dammi ascolto2
pi5 rovinoso che la spada e il )uoco
' lo spirito dell'uomo, il simile agli d'i,
quando non sa tacere
o custodire celato il suo segreto.
$e silen*ioso rimane nel pro)ondo
e svela quanto occorre, ' propi*io,
ma ' )uoco divorante se oltrepassa i limiti.
Perisca dunque perch( mette a nudo
e l'anima e gli d'i e, temerario,
vuole esprimere l'inesprimibile,
e versa e sperpera come se )osse acqua
la ricche**a pericolosa che possiede.
= peggio di un omicida4 e tu vorresti
di)enderlo? ;assegnati2 ' il suo destino.
ui se l'' scelto e vivere come lui
e come lui perire, in pena e )ollia,
possa chiunque il divino tradisca
e, sconvolgendo misteriosi arcani,
nelle mani del volgo lo trasmette.
Deve cadere#
%E-ADE
Tanto grave sar. dunque la pena per chi ha donato
il meglio della sua anima ai mortali?
E;%"-;ATE
o )accia pure, interverr. la Nemesi.
Dica parole grandi ed avvilisca
la vita pudicamente celata,
porti alla luce l'oro degli abissi,
usi ci& che agli uomini
non ' dato in uso,
il primo a spro)ondare sar. lui.
Non gli hanno gi. con)uso la mente? a sua anima
traboccante e tenera non si ' ormai
inselvatichita per il suo popolo?
-ome ha potuto tras)ormarsi in despota costui
che divideva tutto con tutti?
'uomo buono# $i ' )atto cos insolente
che mortali e d'i per lui contano quanto
un gesto delle mani.
%E-ADE
Dici cose tremende, sacerdote, ma
le tue parole oscure sembrano vere. E sia#
$ar& al tuo )ianco. %a non so
da che parte prenderlo. Per quanto uno
sia grande, non ' arduo giudicarlo.
%a essere pi5 potente del prepotente
che come un mago il popolo trascina,
mi sembra cosa ben diversa, Ermocrate.
E;%"-;ATE
= )ragile la sua magia, e pi5
del necessario ci ha spianato la strada.
!l suo malumore nell'ora adatta
si mut&, a suo segreto sdegno contro
se stesso incrudelisce, se anche avesse
il potere, non saprebbe appre**arlo4 l'a))ligge
il suo tramonto e ritornando indietro
cerca la vita di un tempo, il dio,
che con le chiacchiere
ha smarrito.
;aduna il popolo# !o lo accuso,
invoco su di lui la maledi*ione, voglio
che siano presi da orrore per il loro idolo,
che lo scaccino nel )ondo di un deserto
e l., sen*a ritorno,
espier. per aver svelato
ai mortali pi5 del necessario.
%E-ADE
%a di quale delitto intendi accusarlo?
E;%"-;ATE
e parole che mi hai ri)erito
bastano.
%E-ADE
-on accuse cos )ragili pensi
di strapparlo dal cuore del popolo?
E;%"-;ATE
0ualunque accusa ha )or*a, nel momento opportuno,
e questa non ' lieve.
%E-ADE
0uand'anche lo accusassi di omicidio dinnan*i a loro,
sarebbe inutile.
E;%"-;ATE
Appunto# $ono disposti a perdonare
una colpa evidente, i supersti*iosi,
ma l'invisibile deve essere inquietante
per loro, deve accecarli, e solo allora
li commuove, tanto sono ottusi.
%E-ADE
'hanno nel cuore2 )renarli e dirigerli
non ti sar. )acile# o amano#
E;%"-;ATE
o amano? $, )in quando )iorisce
e splende
ne sono bramosi.
%a che se ne )aranno, ora che ' triste
e desolato? Non c'' pi5 nulla che possa
giovare loro e abbreviare la loro noia.
!l campo ' mietuto e abbandonato.
"ra a piacimento v'imperversano
le tempeste e i nostri passi.
%E-ADE
Provoca la sua collera# Provocalo e vedrai#
E;%"-;ATE
o spero, %ecade# ui ' pa*iente.
%E-ADE
$, la sua pa*ien*a li conquister..
E;%"-;ATE
Tutt'altro.
%E-ADE
Tu non rispetti nulla e perderai
te stesso e me e lui e tutto.
E;%"-;ATE
$timo scarsamente, in verit.,
le bi**arrie e i sogni degli umani.
3orrebbero essere d'i e come tali
venerare se stessi,
e per un poco dura.
Temi che il so))erente, che il pa*iente
li conquisti? 1li si rivolteranno contro,
quegli stolti, del suo dolore
intenderanno il caro inganno,
sen*a piet. rin)acceranno all'uomo
adorato d'essere anch'egli un debole2
e ben gli sta, poich( si mescola
con loro.
%E-ADE
3orrei restarmene )uori da questa storia, sacerdote.
E;%"-;ATE
-on)ida in me e non temere quanto ' necessario.
%E-ADE
Eccolo. -erca te stesso, spirito
smarrito, tu che stai perdendo tutto.
E;%"-;ATE
Andiamo via# asciamolo#
Scena seconda
E%PED"-E 9solo:
Nel mio silen*io sei giunto con passo
lieve, o giorno bello, e mi trovasti
o amabile, nel buio della grotta,
ma non venivi inaspettato, e da lontano
da lass5, sopra la terra, sentii con chiare**a
il tuo ritorno4 ed anche voi, mie )or*e
)amiliari e operose dell'alte**a4
e voi, vicini ancora come sempre,
alberi )elici del mio bosco#
$iete cresciuti ancora nel )rattempo,
ogni giorno su voi pioveva luce
dal cielo e l'etere versava gocce
di vita a )econdare i vostri )iori.
$chietta Natura che mi stai dinnan*i,
pi5 non conosci l'amico, il prediletto?
non riconosci in me
quel sacerdote che ti dedicava un canto vivo come
sangue sparso con gioia sull'altare?
"h, per le sacre )onti,
l. dove le acque dalle vene della terra
si raccolgono
e nel giorno torrido
ristorano chi ha sete# in me,
in me, sorgenti di vita,
sgorgando dalle viscere del mondo
con)luivate un giorno, e a me venivano
gli assetati... ma ora?
Addolorato? sono proprio solo?
E anche durante il giorno qui )uori ' notte?
-olui che pi5 d'ogni altro spinse lo sguardo
in alto, ora brancola accecato di qua e di l....
di qua e di l....
%iei numi dove siete?
Ahim', mi abbandonate
come un mendicante,
e questo cuore,
che amoroso vi aveva presagito,
voi lo ripudiate
e lo serrate in miserevoli catene
lui ch'era nato per vivere libero,
e non soggetto a nessun altro? E dovrebbe
continuare a vivere cos colui
che a lungo )u vi*iato
e con tutti i viventi, nel bel tempo sacro,
sent beato la loro vita e li ritenne
cuore di un mondo e delle sue regali )or*e divine,
cos dannato nell'animo dovrebbe andarsene,
ripudiato, sen*a amici,
l'amico degli dei?
Pascersi del suo nulla e della notte,
tollerare l'intollerabile,
come i deboli che nel tenebroso Tartaro
stanno inchiodati allo s)or*o quotidiano.
A tal punto sono caduto? Non per niente2
una cosa, una, hanno dovuto lasciarmela,
stolto, sei pur lo stesso e t'immagini
d'essere debole. 8na volta ancora
voglio esser vivo. 3oglio# a salve**a
o la maledi*ione# Non pensare
umilmente che non ci siano )or*e nel tuo petto#
3oglio )ar largo intorno a me,
con la mia stessa )iamma illuminarmi#
-os sarai contento, povero spirito prigioniero,
e in un mondo tuo ti sentirai
libero e grande e ricco... e ancora solo, ahim', ancora solo?
Ah# $olo# $olo# $olo#
Non pi5, miei d'i,
io vi ritrovo,
non pi5, Natura,
torno alla tua vita.
%i hai messo al bando# = vero,
non ti rispettai,
sopra di te mi sollevai superbo, ma non )osti tu
ad abbracciarmi un giorno con le tue ali tiepide,
o tenera, a salvarmi dal sonno?
!l )olle che ri)iutava il nutrimento
tu, pietosa, ammaliante, l'hai attirato
al tuo nettare a))inch( crescesse e )iorisse
e, divenuto ebbro e potente,
ti schernisse in )accia? " $pirito,
$pirito, tu che mi crescesti grande,
' il tuo signore che allevasti2
vecchio $aturno, allevasti un nuovo 1iove ,
ma pi5 debole e insolente.
Poich(, lingua ingiuriosa egli non sa che insultarti,
non esiste un vendicatore in qualche luogo, e devo da me stesso
invocare sulla mia anima scherno e maledi*ione?
Devo essere solo anche in questo?
Scena terza
Pausania, Empedocle
E%PED"-E
$ento che il giorno volge al tramonto, amico.
E presto sar. buio per me, e )reddo.
= come un ritorno, o caro, ma non verso il riposo,
come per l'uccello quando, rallegrato dalla preda,
nasconde il capo in un sonno beato e ristoratore,
sino al risveglio. Diverso ' il mio destino.
;isparmiami i lamenti. asciali a me#
PA8$AN!A
-ome mi sei divenuto estraneo,
Empedocle# Pi5 non mi riconosci?
E io non so pi5 riconoscerti, o magni)ico?
-ome hai potuto mutare cos, nobile volto,
come hai potuto divenire un enigma,
e come pu& il dolore prostrare a tal punto
i beniamini della terra? E tu non sei uno di loro,
)orse? 1uarda, tutti ti sono grati
e in aurea gioia non ci )u un altro
potente come te )ra i suoi concittadini.
E%PED"-E
%i onorano? "h, di' loro
che desistano... gli ornamenti
non mi si addicono, e seccano
anche le verdi )oglie
sull'albero divelto.
PA8$AN!A
%a stai ancora ritto e acque sorgive
irrorano le tue radici e tra le tue vette spira
dolcemente il vento, di cibo non e))imero
si alimenta il tuo cuore2 al di sopra di te s'impongono
energie ben pi5 immortali.
E%PED"-E
a giovine**a, caro, mi riporti alla memoria.
PA8$AN!A
Ancora pi5 bella mi sembra l'et. matura.
E%PED"-E
E quando essa declina, volentieri
gli occhi dei morituri guardano indietro
ancora una volta con gratitudine. -he tempi erano quelli#
" volutt. d'amore, quando l'anima,
spro)ondata nel sonno degli in)anti,
mi )u destata da d'i come Endimione,
si schiuse e li sent viventi, i sempre
giovani grandi 1eni della vita2
e tu, o sole splendido#
Non )urono uomini a insegnarmelo4
ma il cuore, dominato da immortale amore,
mi spinse verso gli immortali,
verso di te, verso di te, luce silente,
e nulla di pi5 divino m'apparve.
E come tu la vita non risparmi
nel tuo giorno e, serena, spensierata,
prodighi l'aurea tua ricche**a, cos io, che ti appartengo,
donavo con gioia il meglio del mio cuore
ai mortali4 e il mio cuore libero
sen*a paura si donava totalmente, come te,
alla Terra severa, al destino che porta,
e spesso in con)iden*a le promisi
di dedicarle, in gioia giovanile,
l'intera mia vita sino alla )ine4
cos strinsi con lei il patto mortale.
Da allora )u diverso lo stormire degli alberi nel bosco
e teneri mormorarono le sorgenti dei suoi monti...
Tutte le gioie, Terra, vere, calde, piene, )rutto d'amore
e di )atica, tutte mi donasti. E molteplici volte,
quando sulle tacite alture con stupore
meditavo sull'eterno errare umano,
turbato dal tuo mutare,
nel presentire il mio stesso declino,
per me, come per te, spirava l'etere
e medicava il mio petto )erito dall'amore4
come i )umi di un )uoco i miei a))anni
svanivano nel sublime a**urro.
PA8$AN!A
/iglio del cielo#
E%PED"-E
$, io lo )ui e vorrei narrare,
evocare, o Natura, ancora una volta
l'operare delle )or*e del tuo genio,
stupende, che mi )urono compagne,
a))inch( il mio petto, muto e desolato,
risuonasse di tutte le tue voci.
o sono ancora? " vita# +anno risuonato per me, grande
Natura, tutte le tue melodie?
e ho udito la tua armonia antica?
!o, solitario, non ho )orse vissuto
con questa sacra Terra e questa uce,
con te, Etere paterno,
da cui l'anima mia non pu& separarsi,
e con tutti i viventi, io, l'amico
dei numi, nel presente "limpo? $ono
reietto, sono solo, e il dolore
mi ' compagno di giorno e condivide
il giaciglio con me nelle mie notti.
a buona sorte non ' con me... 3a'#
non domandare# !mmagini ch'io sogni?
1uardami# e non stupirti
se sono precipitato cos in basso, o caro4
una strana maledi*ione, quando
la loro )elicit. trabocca,
' riservata ai )igli del cielo.
PA8$AN!A
Non posso tollerare un simile discorso#
Tu? No, non posso tollerarlo.
Non devi angosciare cos la tua
anima e la mia. = segno in)austo
quando lo spirito dei potenti,
il sempre sereno, comincia ad o))uscarsi.
E%PED"-E
'hai notato? $igni)ica che presto
si abbatter. a terra tra tempeste.
PA8$AN!A
Non ti crucciare, caro# -he vi )ece,
o d'i della morte, questo puro,
per ottenebrargli a tal punto
l'anima? Non hanno dunque nulla
di proprio i mortali in alcun luogo, e )ino
al loro cuore sale il tormento
e il /ato eterno regna anche nel petto
dei pi5 )orti? 3ia, domina l'angoscia,
esercita il potere, tu che pi5
di ogni altro sei potente. ;iconosci chi sei
da questo mio amore2 pensa
a te stesso, e vivi#
E%PED"-E
Tu non conosci te stesso n( me, morte n( vita.
PA8$AN!A
-onosco poco la morte
a cui raramente ho pensato.
E%PED"-E
3ivere in solitudine
e sen*a d'i, questa ' la morte.
PA8$AN!A
asciala, io ti conosco, dalle tue a*ioni
ti riconobbi4 del tuo spirito
sperimentai la poten*a e il suo mondo,
quando una tua parola
in sacri istanti )aceva nascere
una vita di molti anni, e per me,
adolescente, si apriva
un'era nuova e grande. -ome al cervo mansueto,
quando sente stormire la selva in lontanan*a
e pensa al luogo in cui ' nato, cos spesso
a me palpitava il cuore quando tu, che conosci i giorni puri,
mi parlavi della )elicit. originaria e innan*i a te
si apriva nella sua intere**a il destino umano.
Non disegnavi )orse davanti a me le grandi linee
del )uturo con lo sguardo sicuro dell'artista che inserisce
l'elemento mancante? E non conosci
pi5 di ogni altro le )or*e della Natura,
al punto che segretamente e )amiliarmente
le guidi e le governi a tuo piacimento?
E%PED"-E
Proprio cos. Tutto, tutto io conosco
e domino, come opera mia
io riconosco e guido a piacimento,
signore degli spiriti, la vita
di tutti# !l mondo mi appartiene e ogni )or*a
mi ' soggetta e serva,
la Natura, bisognosa
di un signore, si ' posta al mio servi*io.
E se ancora accoglie onori lo deve a me.
-he mai sarebbe il mare e il cielo,
e le isole e le stelle, e quanto all'occhio umano
si o))re, che mai sarebbe questo spento suono
di cetra se io non gli in)ondessi
suono e anima e parola? -osa
sarebbero gli d'i e il loro spirito
se io non li a))ermassi? Dimmi, chi sono io?
PA8$AN!A
Deridi pure insieme a te, nel malumore,
ci& che rende splendidi i mortali,
la loro attivit., la loro parola, amareggiami
l'animo, e spaventami come )ossi ancora bambino4
ma dillo chiaro2 in odio tu hai te stesso
e chi ti ama e chi vorrebbe emularti.
3orresti esser diverso da chi sei,
del tuo onor non ti appaghi e ti sacri)ichi
ad altri. Tu non vuoi restare, e vuoi
andare a )ondo. Ahim', dentro al tuo petto
alberga meno pace che nel mio.
E%PED"-E
"h, innocente#
PA8$AN!A
E tu accusi te stesso?
Di che cosa? Non )ar che il tuo dolore
mi sia sempre un enigma# %i stra*ia.
E%PED"-E
-on calma deve agire colui che pensa,
deve )ar evolvere la vita
intorno a s(, )avorirla, e renderla serena
poich(, con alto signi)icato,
con tacita energia la grande Natura
accoglie colui che presagisce, a))inch(
plasmi il mondo e ne evochi lo spirito4
da pro)onde radici
s'eleva in lui l'aspira*ione possente.
%olto egli pu& e magni)ica
' la sua parola
che il mondo tras)orma
e tra le sue mani
Fine del secondo atto
9della seconda stesura:
PANTEA
Errore umano, tu, cos vano
non gli avrai vi*iato il cuore?
Tu, cos misero, che cosa
gli hai donato? E ora che lui desidera
riuni)icarsi ai suoi d'i,
si stupiscono, gli stolti, come
se avessero creato loro la sua anima sublime.
Non per nulla, Natura,
tu che tutto donasti a lui,
sono pi5 caduchi di ogni altro
i tuoi prediletti. o so bene2
vengono, diventano possenti
e nessuno sa dire come, e a loro volta poi
scompaiono, i )elici# "h, lasciateli#
DE!A
Non ' dunque bello
dimorare tra gli uomini?
!l mio cuore altro non conosce,
si placa in questo, ma ai miei occhi
appare tristemente cupa e minacciosa
la )ine dell'!ncomprensibile, e anche tu,
Pantea, lo esorti a partire?
PANTEA
Devo. -hi potrebbe tenerlo?
Dirgli2 sei mio?
se egli della sua vita ' l'unico padrone
e ha come legge solo il suo spirito,
per salvare l'onore d'i mortali
che gli hanno )atto oltraggio
dovrebbe rimanere
quando il padre, l'Etere,
gli apre le braccia?
DE!A
Per& splendida
e amica ' la terra.
PANTEA
$, splendida ed ora pi5 che mai.
Non la deve lasciare un audace
sen*a ricevere i doni.
/orse egli indugia ancora
sulle tue verdi alture,
o Terra, sempre mutevole,
e oltre le onde dei tuoi colli
contempla, laggi5, il libero mare
e gode l'estrema gioia. /orse non lo vedremo
pi5. >uona )anciulla, il mio cuore
rabbrividisce come il tuo, e vorrei
che ci& non )osse, ma me ne vergogno.
ui )ar. quel gesto2 non sar. dunque sacro?
DE!A
-hi ' quel giovane
che scende dal monte?
PANTEA
= Pausania. -os dunque dobbiamo
ritrovarci, or)ano del padre tuo?
Ultima scena del secondo atto
Pausania, Pantea, Delia
PA8$AN!A
Dove si trova lui? " Pantea#
1li sei devota, tu, lo cerchi,
vuoi rivederlo, ancora una volta,
il tremendo viandante, cui solo ' dato
percorrere gloriosamente quel cammino
che nessun altro segue sen*a maledi*ione.
PANTEA
E pio secondo lui e grande
' ci& che tutti temono?
Dove si trova lui?
PA8$AN!A.
%i ha )atto allontanare, e da allora
non l'ho pi5 rivisto. 'ho cercato
per tutto il monte, l. in alto, sen*a trovarlo.
;itorner., ne sono certo. %i promise
da amico di rimanere )ino a notte.
Almeno venisse# 'ora a me pi5 cara
)ugge pi5 rapida di un dardo.
$aremo ancora )elici insieme a lui,
tu, Pantea, e anche lei,
la nobile straniera che solo una volta
l'avr. veduto, meteora stupenda.
Della sua morte, voi che piangete,
avete avuto noti*ia?
" dolenti, guardatelo,
il sublime, nel suo )iorire,
se mai la triste**a
e ci& che ai mortali sembra spaventoso
non abbia a mitigarsi al suo sguardo beato.
DE!A
0uanto lo ami# Eppure invano
l'hai pregato, l'austero? Pi5 potente di lui
' la preghiera, o giovane, e avresti riportato
una splendida vittoria#
PA8$AN!A
Avrei )orse potuto?
Egli a))erra la mia anima quando
mi mani)esta il suo volere,
al punto che anche il suo ri)iuto dona solo gioia.
E il cuore gli risuona pi5 pro)ondo
quanto pi5 quell'essere mirabile
si tiene )ermo a se stesso.
Non ' soltanto vana persuasione,
credimi, quando della vita
sa essere dominatore.
0uando, cos grande nella sua modestia,
taceva nel suo mondo,
io lo guardavo
con un presentimento oscuro,
la mia anima era sveglia e pregna
ma non riuscivo a sentirla, e mi angosciava
quasi la presen*a dell'intangibile.
%a la parola risolutiva usciva dalle sue labbra
e un cielo di gioia vibrava in lui
e in me e, sen*a che vi resistessi
mi a))errava, ma io mi sentivo pi5 libero.
Potrebbe sbagliare, ancora pi5 pro)ondamente
riconoscerei in lui sempre il vero4
e se muore, la )iamma del suo 1enio si al*er.
pi5 chiara per me dalle sue ceneri.
DE!A
Ti esalta, anima generosa, la morte
dei grandi, ma i cuori
dei mortali amano scaldarsi anche
a una tiepida luce e )issano
lo sguardo su ci& che non muore. "h, dimmi,
cosa pu& ancora vivere e durare? !l destino
sradica gli uomini pi5 quieti, e se, cari a lui,
si spingono lontano, pieni di presagi,
subito li respinge, e muore
insieme alle loro speran*e la giovine**a.
Nel suo )iore non rimane
niente di mortale , e, anche i migliori,
passano dalla parte degli dei
della morte, anche loro, e vanno
con gioia, e ci )anno vergognare
di restare mortali.
PA8$AN!A
-ondanni
DE!A
Perch(, Natura,
ai tuoi eroi rendi
cos )acile il morire?
Troppo volentieri,
Empedocle, tu ti sacri)ichi.
!l destino rovescia i deboli, e agli altri,
ai )orti, poco importa reggere o soccombere,
e alla )ine come i deboli diventano.
-i& che hai so))erto tu, $ublime,
nessun servo lo potr. so))rire,
e pi5 povero di ogni altro mendicante
hai percorso questa terra.
= proprio vero che i miseri
non sono miserabili
quanto i vostri prediletti, o numi,
se l'ignominia si abbatte su di loro.
%a lui rest& sereno.
PANTEA
$, non ' )orse vero?
Poteva non )arlo?
Anche al potere che lo abbatte,
sempre sopravvive il genio. Pensavate
che una spina potesse )ermarlo?
! dolori )anno pi5 rapido il suo volo
come l'auriga nello stadio, minacciato dal pericolo
quando la ruota comincia a )umare,
corre tanto pi5 rapidamente
a conquistare la corona.
DE!A
$ei a tal punto )elice?
PANTEA
Non solo nel )iore e nell'uva purpurea
si mani)esta la sacra energia4 la vita
si nutre di dolore e beve,
al pari del mio eroe,
la gioia anche dal calice mortale.
DE!A
Ahi, )anciulla, '
cos che cerchi con)orto?
PANTEA
No certo# %a sono )elice
che quanto temiamo, se proprio deve accadere,
sia sacro, sia magni)ico.
Altri eroi non )urono, come lui,
assunti )ra gli dei?
A))ranto scendeva con gran pianti
il popolo dal monte4 non ho visto
uno che imprecasse contro lui,
poich( non )ugg in segreto, disperando,
ma tutti avevano potuto ascoltarlo,
e anche nel dolore i loro volti
risplendevano per ci& che aveva detto...
PA8$AN!A
-os )estoso scende
l'astro ed ebbre splendono
le valli della sua luce?
PANTEA
"h, s, )estoso scende
l'austero, il tuo prediletto, o Natura#
il tuo )edele, la tua vittima#
"h, coloro che temono la morte
non ti amano, l'a))anno
ingannevole copre i loro occhi,
il loro cuore non batte contro il tuo,
separati da te, inaridiscono... "h, sacro Tutto
)ervido, vivente, per dirti gra*ie,
per testimoniare di te che sei immortale,
sorridendo l'audace getta le sue perle
nel mare da cui vennero.
-os doveva accadere.
-os esigono lo spirito
e il tempo che matura.
Poich( almeno, ciechi, una volta
avevamo necessit. del prodigio.
TERZA STESURA
Personaggi
E%PED"-E
PA8$AN!A, suo amico
%ANE$, un egizio
$T;AT"NE, signore di Agrigento, fratello di Empedocle
PANTEA, sua sorella
$E18!T"
-";" di Agrigentini
ATTO PRIMO
Scena prima
E%PED"-E 9uscendo dal sonno:
3i chiamo a me, al di sopra dei campi,
da lente nubi, voi, cocenti raggi
del meriggio, per)ettamente maturi,
per sapere da voi che il nuovo giorno ' nato.
"ggi tutto ' diverso e sono svaniti
gli a))anni umani# quasi mi crescessero
le ali, qui in alto mi sento bene e lieve
e ricco, in questa splendida dimora
dove il padre Etna mi ospita e mi porge
il calice di )uoco, colmo )ino all'orlo
di spirito, e cinto di )iori
che egli stesso per s( )a prosperare.
E quando la bu)era sotterranea
si ridesta )estosa e gioiosamente si lancia,
verso le nubi, ove risiede il mio simile,
il Tonante, anche il mio cuore s'innal*a.
-on le aquile levo un canto alla Natura.
Non pensavo che in terra straniera
per me )iorisse una vita nuova, quando
oltraggiosamente mi scacci& dalla citt.,
il mio regale )ratello. Non sapeva,
il sapiente, quale dono mi )acesse
sciogliendomi dai patti umani, quando mi dichiar&
)uori dalla legge, libero come un'ala nel cielo.
-os si volle e cos tutto )u compiuto.
Per questo con scherno ed esecra*ione il popolo,
che pure mi apparteneva, si arm& contro il mio spirito,
mi espulse e non vanamente le risa stridenti
cento volte ripetute risuonano nelle mie orecchie,
mentre il sognatore, quello stolto,
gi. si allontanava e si scioglieva in pianto.
Per %inosse, l'ho sen*a alcun dubbio meritato#
E )u salutare4 il veleno sana
i malati e un peccato punisce l'altro.
%olto ho peccato sin dalla giovine**a,
nessuno d'amore umano amai, servii
come possono servire acqua e )uoco, ciecamente,
nessuno quindi con me )u umano,
il volto mi in)angarono
e trattarono me come te,
o Natura, che tolleri ogni cosa4
anche me tieni, e )ra te e me un barlume
del nostro antico amore gi. ri)iorisce.
Tu chiami e pi5 vicino mi attiri.
"blio2 come una vela )ortunata
salpai dalla riva, l'onda della vita
da me stesso
e quando l'onda cresce ed il suo abbraccio
materno mi circonda dimmi, che mai
dovrei temere? Altri, ' certo, possono
sbigottirsi. = questa la loro morte.
"h, da me per)ettamente conosciuta, e spaventevole,
e magica )iamma# -ome stai silen*iosa,
ora qui ora l., come eviti te stessa
e come )uggi, anima, tutto ci& che vive#
Per me viva diventi e ti mostri,
a me pi5 non ti celi, per me sei anima avvinta,
chiara, poich( non ho paura.
= morire che voglio. = mio diritto.
" d'i, come un'aurora intorno e al di sotto
passa mugghiando l'antica rabbia#
1i5, nell'abisso, ogni lutto precipiti#
-uore in pena, di te non ho bisogno.
Non ' pi5 possibile esitare. Anche il dio
mi chiama ,
9scorge Pausania:
ma quest'anima troppo )edele debbo
salvare. !l mio cammino non ' il suo.
Scena seconda
Pausania, Empedocle
PA8$AN!A
$embra che ti sia destato in leti*ia, caro viandante.
E%PED"-E
+o gi. esplorato, caro, e non invano,
la nuova patria4 mi ' dolce
il deserto, anche tu amerai
il nobile ostello,
questo nostro Etna.
PA8$AN!A
-i hanno esiliati, oltraggiando te,
la tua bont., ma da tempo, devi credermi,
eri divenuto intollerabile per loro4
nel pro)ondo delle loro rovine, nella loro notte
disperata, splendeva una luce eccessiva.
"ra, per completare l'opera, indisturbati
nella tempesta sen*a sponde, mentre una nube
copre gli astri, )acciano girare la loro nave in cerchio.
"h, lo so, divino, ti evita la )reccia
che colpisce e abbatte gli altri.
E sen*a danno, come al caduceo
la domestica serpe, intorno a te
si accalcava da sempre il volgo in)ido
che tu istruivi e stringevi al tuo petto.
asciali# -he barcollino, de)ormi,
)uggendo la luce, ebbri sulla terra che li regge,
e in in)initi desideri e angosce
che si s)ianchino correndo... e l'incendio bruci
)in quando non si spenga... 0ui sosteremo tranquilli#
E%PED"-E
$, sostiamo in pace4 s'aprono immensi
dinnan*i a noi i sacri elementi.
$i muovono immutabili e incessanti,
lieti nella loro )or*a, intorno a noi.
-ontro le salde sponde il mare antico
ondeggia e si placa, e la montagna sale
con il risuonare dei suoi )iumi, e )luttua e )ruscia
la verde selva di valle in valle.
E in alto )iammeggia la luce, il cielo placa
lo spirito e il desiderio pi5 segreto.
0ui sostiamo tranquilli#
PA8$AN!A
Ecco, tu rimarrai
su queste alture, vivendo nel tuo mondo,
io ti servir&, provvedendo a ci& che occorre.
E%PED"-E
+o bisogno di poco, e volentieri da oggi
quel poco io stesso voglio procurarmi.
PA8$AN!A
%a, caro, ho gi. pensato a qualcosa
di cui certamente avrai subito bisogno.
E%PED"-E
-he cosa?
PA8$AN!A
-ome non sapessi
cosa basta alla tua ascetica grande**a.
E il minimo vitale, so))erto
e gi. reso tua intima natura,
anche se povera cosa, ' gi. molto.
%entre eri immerso nel sonno sotto il sole ardente,
qui sulla nuda terra, pensavo
che un suolo pi5 morbido e la )resca notte
in un asilo sicuro sarebbero pre)eribili.
E inoltre noi, sospetti a tutti,
siamo troppo vicini alle dimore degli uomini.
Non volendo rimanere lontano da te lungo tempo,
corsi pi5 su ed ebbi la ventura di scoprire
un luogo tranquillo.
8na gran rupe, cinta dalle querce,
s'innal*a in me**o alla montagna, e nei pressi
sgorga una )onte, in gran numero verdeggiano
utili piante, e come giaciglio sono disponibili
)ogliame ed erbe in abbondan*a.
. nessuno potr. oltraggiarti, e un silen*io pro)ondo
circonder. le tue medita*ioni e il tuo sonno.
-on te vicino la grotta sar. per me un sacrario.
3ieni, vedrai tu stesso, e non dirmi che sono incapace
di servirti. A chi altro potrei essere utile?
E%PED"-E
$ei )in troppo utile.
PA8$AN!A
-ome potrei?
E%PED"-E
$ei
troppo )edele2 un bimbo stolto.
PA8$AN!A
o dici tu. %a a me sembra molto saggio
appartenere a colui per cui nacqui.
E%PED"-E
Nei sei sicuro?
PA8$AN!A
Perch( non dovrei? Perch(
mi avresti o))erto le tue mani
buone quando, errando su questa riva
povera di eroi, cercavo
un dio che mi salvasse?
Perch( con sguardo )ermo nella quiete
della tua orbita, nobile luce,
saresti sorto nella mia penombra?
Da allora sono diverso, e tuo, pi5 vicino
a te e con te pi5 solitario, sola
l'anima mia cresce pi5 libera e lieta.
E%PED"-E
Taci, taci#
PA8$AN!A
Perch(? -he c''? A tal punto
ti turba, caro, una parola amica?
E%PED"-E
3ieni con me, ma taci, porta rispetto,
e non mettere in ansia anche il mio cuore.
Non avete )orse reso i miei ricordi
un pugnale? ancora vi stupite
e venite al mio cospetto per inquisirmi.
No, tu sei sen*a colpa2 io per&, )iglio mio,
non riesco a tollerare ci& che mi ' troppo vicino.
PA8$AN!A
E me, tu respingi proprio me? "h, pensa a te,
sii chi tu sei, guardami in )accia e dimmi
quello di cui pi5 che mai ho bisogno2
una parola buona e generosa.
E%PED"-E
-i& che ami, sii tu a dirlo a te stesso,
per me quello che ' passato, pi5 non esiste.
PA8$AN!A
-erto, conosco bene il tuo passato,
ma noi due siamo rimasti, l'uno all'altro.
E%PED"-E
Parliamo d'altro, ' pre)eribile, )iglio mio#
PA8$AN!A
Possiedo dell'altro?
E%PED"-E
Non mi comprendi?
3attene# Te l'ho detto e ora lo ripeto,
non ' bello che, non richiesto,
tu rimanga qui ad assediare la mia anima,
sempre al mio )ianco, quasi non sapessi
)are diversamente, con triste angoscia.
A te non appartengo, tu lo sai,
n( tu appartieni a me, e le tue strade
non sono le mie2 il mio mondo )iorisce
altrove. E il mio pensiero non ' di oggi,
' conchiuso )in da quando sono nato.
$olleva la )ronte e osa# "gni unit.
si spe**a, non muore l'amore )in quando ' in boccio
e l'albero svettante della vita
si )ende e si scinde gioiosamente e liberamente.
Nessun legame dura com'', )iglio.
= necessario separarci.
Non ostacolare, indugiando, il mio destino#
"h ammira# !nebriata e divina splende la super)icie
della terra, rivolta verso di te.
e ovunque corre un )remito, un )ruscio,
quella dan*a giovane e lieve
con cui le )olle solenni e pie )esteggiano
lo $pirito, l'antico nostro padre.
Anche tu vai e sen*a barcollare
resta con loro e di sera pensa a me.
!o ho necessit. di una sala silen*iosa,
a grandi alte**e, vasta, poich( ho bisogno
di pace, troppo pigre per il giuoco
convulso e a))annato dei mortali
sono le mie membra, e se una volta anch'io
levavo il canto con gioia giovanile,
oggi la mite cetra ' in pe**i.
" melodia che mi sovrasta# Era un gioco.
E puerilmente osavo anche imitarvi,
in me risuonava un'eco insensibile,
ed anche incomprensibile... ma ora
pi5 seriamente ascolto voi, voci divine.
PA8$AN!A
Pi5 non ti conosco, e triste
' ci& che dici, ma tutto ' enigma.
%a io, proprio io, che mai ti ho )atto,
perch( a tuo piacimento tu mi a))ligga
ed il tuo cuore si rallegri e desideri
liberarsi anche di me, dell'ultimo.
Non lo temevo, perch( noi esiliati,
evitando tristemente le dimore umane,
)uggiamo insieme nel notturno orrore,
e pertanto non c'ero, caro, quando
insieme con le lacrime la pioggia
del cielo rigava il tuo volto,
guardavo quando a me**od asciugavi
sorridendo la tua ro**a veste da schiavo
al sole sulla rena priva d'ombra,
quando per ore come una bestia )erita
lasciavi l'impronta del tuo piede sanguinante
sopra le pietre del sentiero.
Non per questo abbandonai la casa e accettai
gli insulti di mio padre e della gente2
perch( dalla tua sede e dal ritiro
tu mi gettassi via come un utensile usato.
E vuoi andare lontano? ma dove? dove?
3oglio accompagnarti, sebbene non sia, come te,
in intimo legame con la Natura,
sebbene non come a te s'apre il )uturo,
ma la mia mente nel divino buio
batte gioconda le ali, e non ancora
si sgomenta per gli sguardi pi5 potenti.
/ossi anche un debole, diverrei pari a te
che sei )orte, poich( tanto ti amo.
Per Eracle divino, anche se tu scendessi
a colpire i Titani per placare
i potenti laggi5, dall'alta vetta
)in nella valle sen*a )ondo, e se tu osassi
entrare nel sacrario dell'abisso
dove si cela il cuore della terra
prima che si levi il giorno,
e l'oscura madre ti rivela le sue pene, )iglio della Notte
e dell'Etere, ' certo, )ino a laggi5 ti seguirei.
E%PED"-E
;esta dunque#
PA8$AN!A
-he intendi?
E%PED"-E
Ti sei consegnato
a me, sei mio, e dunque non chiedere#
PA8$AN!A
E sia#
E%PED"-E
Nuovamente ripetilo, )iglio, eternamente
mi doni il tuo sangue e la tua mente?
PA8$AN!A
-ome se avessi lanciato una parola nell'aria,
una promessa )ra sonno e veglia?
!ncredulo# lo dico e lo ripeto2
anche questo, anche questo non risale a oggi,
dal giorno in cui nacqui )u stabilito.
E%PED"-E
!o non sono pi5 me stesso, Pausania,
e non ho pi5 da sopravvivere per altri anni,
semplice bagliore che presto sar. spento,
suono di cetra...
PA8$AN!A
-os risuonano le note,
cos insieme svaniscono nell'aria.
E l'eco amica le ripete.
Non volere tentarmi ancora e lasciami,
non ri)iutarmi l'onore che mi appartiene#
" )orse non ho, al pari di te, su))icienti dolori?
Possibile che tu voglia ancora amareggiarmi?
E%PED"-E
" cuore disponibile a tutti i sacri)ici# Per me
costui getta via la giovine**a dorata.
E io? Per la terra e il cielo# E mentre
l'ora )ugge, tu mi resti vicino
e )iorisci per me, gioia dei miei occhi#
Ti tengo in braccio come sempre,
come se tu )ossi mio, la preda mia,
e ancora il dolce sogno mi seduce.
$arebbe magni)ico se sul rogo )unebre
non uno solo, ma una coppia )estante
salisse, unita, sul declinare del giorno4
volentieri trascinerei con me chi mi )u caro
come nobile )iume ogni suo ruscello,
per libare alla sacra Notte.
%a ' pre)eribile che ognuno percorra la strada
che un dio gli ha destinato.
= pi5 innocente e non nuoce in nulla.
= giusto ed equo
che ogni uomo appartenga a se stesso.
E poi pi5 lieve e pi5 sicuro
sembra il carico all'uomo, quando ' solo.
-os crescono nel bosco anche le querce
e, pur essendo antiche, una ignora l'altra.
PA8$AN!A
-ome tu vuoi# Non mi oppongo.
Tu me lo dici, e vere, care e giuste
sono queste tue ultime parole.
Dunque ti lascio# e non disturber&
pi5 la tua pace4 hai ragione,
non sono )atto per vivere in silen*io
E%PED"-E
%a non sei in collera?
PA8$AN!A
-on te? con te?
E%PED"-E
-he vuoi dire, allora? %a sai gi. dove andare?
PA8$AN!A
$ii tu a comandarmi.
E%PED"-E
+o gi. dato l'ordine estremo.
Pausania, il mio governo ' concluso.
PA8$AN!A
Dammi un consiglio, padre mio#
E%PED"-E
$en*a dubbio molte cose
dovrei dire, ma taccio, la mia lingua
quasi non vuol servire pi5 al colloquio
mortale e a pronun*iare vane parole.
3edi, carissimo, ' diverso, e presto
respirer& pi5 libero e pi5 lieve4
come la neve l. sull'Etna eccelso
alla luce solare si riscalda
e si scioglie e splende, e dal monte precipita
a ondate e l'arco d'!ride )iorente
s'incurva alla caduta delle onde,
cos dal mio cuore si stacca e scorre e ondeggia,
cos per me muore ci& che il tempo ha riunito,
i pesi cadono, e rischiarata
la vita eterea )iorisce sopra ogni cosa.
"ra procedi con coraggio, o )iglio,
imprimo, baciandoti, promesse sulla tua )ronte,
nella lontanan*a appaiono i monti dell'!talia,
' la terra operosa dei romani
l. potrai condurre vita prospera, l. ove lieti
lottano i combattenti nell'arena ,
citt. di eroi# e anche tu, Taranto#
e voi, )raterni portici, ove spesso,
ebbro di luce, passeggiavo con il mio Platone
e ogni anno, ogni giorno erano nuovi per noi,
giovani alunni di quella sacra scuola.
3a' a trovarlo, salutalo per me il mio vecchio amico
in riva al suo )iume, il )iorito !lisso,
ove dimora. E se il tuo cuore
non trover. riposo, raggiungi l'Egitto e interroga
i )ratelli. . potrai udire la grave
cetra di 8rania e i suoi mutevoli suoni.
. ti apriranno il libro del destino.
3a', non temere# Tutto ritorna.
E ci& che deve accadere, ' gi. compiuto.
9Pausania esce.:
Scena terza
%anes, Empedocle
%ANE$
Non indugiare# Non esitare pi5 a lungo.
3a' via, va' via, a))inch( presto ritornino
calma e luce, o )antasma#
E%PED"-E
%a cosa dici? Da dove vieni?
8omo, chi sei?
%ANE$
8n miserabile,
della tua stessa stirpe, un mortale come te.
!nviato per tempo a te che ti consideri
prediletto del cielo, ad annunciarti la collera
del cielo, di quel dio che non resta inoperoso.
E%PED"-E
Tu lo conosci?
%ANE$
A lungo te ne parlai
sulle rive del Nilo lontano.
E%PED"-E
$ei tu? Tu qui?
Non mi stupisco. Da quando sono morto
ai vivi, per me risorgono i morti.
%ANE$
Non rispondono i morti se li interroghi.
%a se pu& servirti una parola, ascolta.
E%PED"-E
1i. sento la voce che mi chiama.
%ANE$
-os con te si parla?
E%PED"-E
Perch( parlare, straniero?
%ANE$
$, sono straniero come tra i )anciulli.
Perch( siete come )anciulli, voi greci. 'ho detto
in)inite volte. %a non vorresti narrarmi
come hai vissuto tra la tua gente?
E%PED"-E
-osa mi riporti alla memoria? A cosa mi chiami ancora?
3issi come dovevo.
%ANE$
Ed io da tempo
lo sapevo, gi. allora te lo predissi.
E%PED"-E
Ebbene, che aspetti? Perch( mi minacci
la )iamma di quel dio che conosco cos bene,
cui servo come docile trastullo4
e perch(, cieco, il mio diritto sacro giudichi#
%ANE$
!o non modi)ico quanto dovrai vivere.
E%PED"-E
$ei qui per veri)icare a qual punto siamo giunti?
%ANE$
"h, non schernire e onora la tua )esta,
incorona il tuo capo e orna di )iori
la vittima che non si abbatte vanamente.
a morte, la )ulminea, lo sai,
dall'ini*io ' decretata
per i dissennati tuoi pari. -os tu vuoi,
e cos sia# %a non devi spro)ondare
con l'anima ottenebrata come hai ora. Possiedo
una parola per te, meditala bene nella tua ebbre**a#
A uno solo conviene questo tempo
nobilita uno solo il tuo peccato.
= uno pi5 grande di me2 come la vite
vive di terra e cielo quando pregna
del sole alto sorge dal suolo buio,
cos lui, che da uce e Notte ' nato.
/ermenta il mondo intorno a lui, qualunque
sommovimento o rovina si consumi nel petto
dei mortali, lui ' l'unico a non esserne stravolto nel pro)ondo.
Per il regno in ansia, il dominatore del tempo
domina bieco sopra la rivolta.
$i spegne il suo giorno, gui**ano i lampi,
ma quella )iamma che scende dall'alto,
con ci& che preme dal basso, crea discordia.
0uell'uno, il nuovo salvatore, riunisce
sereno i raggi celesti, e amoroso
stringe quanto ' mortale al proprio petto,
e in lui si placa il dissidio del mondo.
E riconcilia gli uomini e gli dei
che vivono nuovamente uniti come un tempo.
Ed a))inch(, una volta apparso, il )iglio
non sia pi5 potente dei genitori, e il sacro
spirito della vita non rimanga
prigioniero e obliato a causa di lui, che ' l'unico,
si getta, idolo del suo tempo, allo sbaraglio,
e lui stesso spe**a, a))inch( una mano pura
compia ci& che per lui, puro, ' necessario,
quella )elicit. che ritiene eccessiva,
e restituisce, puri)icato, il suo possesso
all'elemento che l'ha dato alla luce.
$ei tu costui? lo stesso? lo sei tu?
E%PED"-E
Ti riconosco dal parlare oscuro
e anche tu, onnisciente, mi riconosci.
%ANE$
"rs5, dimmi chi sei, e chi sono io.
E%PED"-E
%i tenti ancora, ancora, e in questo giorno
vieni da me, mio spirito malvagio?
Perch( non mi lasci, o vecchio, allontanare in pace?
E osi avvicinarti e provocarmi
a))inch( m'inoltri adirato lungo le vie sacre?
Ero un )anciullo ignaro del mondo,
che si muoveva estraneo dinnan*i ai miei occhi,
e le sue )orme grandiose
meravigliosamente blandivano
il mio cuore assopito e inesperto.
E con stupore udivo )luire le acque.
3edevo il sole che )ioriva, e la quieta terra
accendersi di una luce di giovine**a.
Nacque in me un canto e luminoso mi divenne
il cuore o))uscato, quando pregai con inni,
quando i presenti, stranieri dei
della Natura, chiamai per nome,
e lo spirito mio si )ondeva nella parola,
nella )elice immagine l'enigma
della vita trovava solu*ione.
-os crebbi sereno e gi. un destino diverso
si preparava. Pi5 violenta
di )lutti, la selvaggia ondata umana
mi colp il petto, e dal tumulto mi saliva
la voce di un popolo miserabile all'orecchio.
E quando udii, silen*ioso sotto un porticato,
esplodere nella notte il lamento del popolo in rivolta
che, stanco di vivere, invase la campagna,
distruggendo di sua mano la propria casa
e i templi abbandonati per il disgusto,
quando vidi che i )ratelli si evitavano l'un l'altro,
che gli amanti passavano sen*a vedersi, e il padre
non conosceva il )iglio, e incomprensibili
erano divenute le leggi e le parole umane,
colsi con orrore il senso di tutto questo2
il dio si separava dal mio popolo#
'udii allontanarsi e al*ai lo sguardo all'astro silen*ioso
da cui era disceso. Andai allora per o))rirmi a lui in espia*ione.
Dopo si ebbero ancora molti giorni splendidi.
Parve alla )ine un rinnovamento, e ricordando
l'et. dell'oro, in cui regnava sovrana
la )iducia, mattino chiaro e )orte,
il mio risentimento svan e anche quello del popolo.
E stringemmo legami saldi e liberi
e invocammo i nostri d'i viventi.
%a, se per gratitudine m'incoronava il popolo,
se a me si univa sempre pi5 tenacemente,
e solo a me, spesso provavo turbamento2
quando un paese deve morire, alla )ine
lo spirito si sceglie un estremo detto
in cui si levi il suo canto di cigno,
l'estrema vita. 0uesto presagivo, ma
volli servirlo. E ora tutto ' compiuto. "rmai
non appartengo pi5 ai mortali. "h, consuma*ione
del mio tempo# Tu, $pirito, che ci nutristi,
che regni in segreto alla luce del giorno e nella nube,
e tu, uce, e tu, tu, madre Terra#
0ui rimango, sereno, giacch( mi si prepara
la nuova ora, da lungo tempo stabilita.
Non pi5 in immagine, non come sempre,
nella )ortuna )ugace dei mortali,
ma nella morte, io scopro il vivente,
e oggi stesso lo incontrer&, oggi
in cui il signore del Tempo per me e per s(,
come segno di )esta, prepara un uragano.
-onosci questa calma? e il silen*io
del dio insonne? Attendilo qui#
A me**anotte tutto sar. compiuto.
$e, come dici, sei il con)idente
del Tonante e se la tua anima vive in armonia
con quella di lui che di ogni cammino ' esperto,
vieni con me ora che, troppo solo
il mio cuore si lamenta di questa terra e,
memore dell'antica unit., l'oscura madre
tende le sue braccia di )uoco all'etere
e il sovrano giunge nel suo raggio,
seguiamolo indi*io che gli siamo
parenti, qui nelle sue sacre )iamme.
%a se resterai in disparte
perch( vuoi negarlo a me? $e non ' dato
a te in possesso, perch( togliermelo
e ostacolarmi? A voi, geni, che mi )oste
vicini nei miei primi passi, a voi
che progettate il )uturo, dico
gra*ie d'avermi concesso di )inire
la lunga serie delle mie so))eren*e
con una libera morte e secondo la legge divina.
/rutto proibito per te# asciami andare
e se non puoi seguirmi, non giudicare#
%ANE$
%isero, il dolore ti ha esaltato.
E%PED"-E
Perch( non mi guarisci tu, impotente?
%ANE$
Tu sai chi siamo? E ne sei certo?
E%PED"-E
Devi essere tu a dirmelo, tu che tutto vedi#
%ANE$
>isogna restare calmi, )iglio, e imparare sempre.
E%PED"-E
Tu )osti il mio maestro, sii oggi il mio discepolo#
%ANE$
Non mi hai gi. detto tutto?
E%PED"-E
No, di certo#
%ANE$
Ed ora vai?
E%PED"-E
Non ancora, vecchio#
Da questa generosa terra verdeggiante,
i miei occhi non devono separarsi sen*a gioia.
3orrei pensare ancora al tempo perduto,
ai cari amici della giovine**a
che vivono nelle liete citt. dell'Ellade,
anche al )ratello che mi ha maledetto2 doveva
essere cos4 ora lasciami, e quando laggi5
il giorno sar. tramontato, tu mi rivedrai.
-oro )inale del primo atto
9Progetto:
%ondo nuovo
e pende , volta di bron*o ,
il cielo sopra a noi, la maledi*ione parali**a
le membra degli uomini e i rigeneranti, allietanti
doni della terra sono come pula,
si be))a di noi, con i suoi doni, la madre
e tutto ' apparen*a ,
"h quando, quando
gi. si aprono
i )lutti sopra la siccit..
%a dov'' lui?
A))inch( scongiuri lo spirito vivente
APPENDICI
PIANO DI FRANCOFORTE
Empedocle
9"ragedia in cinque atti:
Atto primo
Empedocle, il cui carattere e la cui )iloso)ia da molto tempo l'hanno indotto all'odio per la cultura, al dispre**o
di ogni occupa*ione troppo speci)ica, di ogni interesse rivolto a oggetti estranei, nemico mortale di ogni esisten*a
univoca e perci& insoddis)atto, indeciso, so))erente, anche in situa*ioni di vita realmente belle, semplicemente perch( si
tratta di situa*ioni particolari, che potrebbero soddis)arlo )ino in )ondo solo se vissute in una grande accordo con il tutto
vivente4 semplicemente perch( egli non pu&, con il cuore che si accorda a ogni cosa, vivere e amare in tali situa*ioni
con il pro)ondo )ervore di un dio, libero e aperto come un dio4 semplicemente perch( ' vincolato alla legge della
successione dal momento che il suo cuore e il suo pensiero abbracciano il presente ,
Empedocle ' particolarmente esasperato da una )esta degli Agrigentini, per la quale ' abbastan*a
vivamente e sarcasticamente biasimato dalla moglie, che molto aveva sperato nell'in)luen*a di questa )esta e l'aveva
benevolmente persuaso a prendervi parte4 egli coglie l'occasione di questo dispetto e di questa lite domestica per seguire
il proprio segreto proposito abbandonare la citt. e la casa e ri)ugiarsi in una regione solitaria dell'Etna.
Scena prima
Discepoli di Empedocle con gente di popolo. ! primi vogliono persuadere gli altri a entrare anch'essi nella
scuola di Empedocle. 8no dei discepoli, il prediletto di Empedocle giunge in quel momento, rimprovera agli altri il loro
proselitismo e gli ordina di andarsene perch( ' l'ora in cui il maestro ama raccogliersi da solo nel giardino.
Scena seconda
%onologo di Empedocle.
Preghiera alla Natura.
Scena terza
Empedocle con la moglie e i bambini.
Teneri pianti della moglie a causa dell'umore cupo di Empedocle. $cuse a))ettuose di quest'ultimo. a moglie
gli chiede di partecipare alla grande )esta e di divertirsi.
Scena quarta
/esta degli Agrigentini. Esaspera*ione di Empedocle.
Scena quinta
ite domestica. Addio di Empedocle, che parte sen*a dire dove ha inten*ione di andare.
Atto secondo
Empedocle riceve sull'Etna la visita dei propri discepoli dapprima quella del suo prediletto, che lo emo*iona
non poco e quasi lo strappa alla solitudine del suo cuore, poi quella degli altri, che ancora una volta lo riempiono
d'indigna*ione contro l'indigen*a umana, bench( egli li rimandi tutti in modo solenne e in)ine consigli anche al suo
prediletto di abbandonarlo.
Scena prima
Empedocle sull'Etna
%onologo. "ra*ione pi5 )ervida di Empedocle che si vota alla Natura.
Scena seconda
Empedocle e il suo prediletto.
Scena terza
Empedocle e i suoi discepoli.
Scena quarta
Empedocle e il suo prediletto.
Atto ter*o
Empedocle riceve sull'Etna la visita della moglie e dei )igli. Alle loro tenere preghiere, la moglie aggiunge la
noti*ia che gli Agrigentini gli erigono quello stesso giorno una statua. 'onore e l'amore, i soli legami che ancora lo
uniscono al reale, lo riconducono alla ragione. ! discepoli giungono pieni di gioia, il prediletto gli si getta al collo. 3ede
la propria statua eretta, ringra*ia pubblicamente il popolo, che gli tributa un'ova*ione.
Atto quarto
1li invidiosi di lui apprendono da alcuni dei suoi discepoli le dure parole che egli ha pro)erito sull'Etna davanti
a loro contro il popolo4 intendono appro)ittare di questa circostan*a per ai**are contro di lui il popolo, che in)atti
abbatte la sua statua e lo caccia dalla citt.. Proprio allora egli matura la decisione, che covava in s( da molto tempo, di
unirsi per me**o della morte volontaria alla Natura in)inita. -on questo intendimento, prende una seconda volta, pi5
pro)ondamente pi5 dolorosamente, congedo dalla moglie e dai )igli e ritorna sull'Etna. Evita il suo giovane amico,
stimandolo abbastan*a per credere che egli non si lascer. ingannare dalle parole consolatorie con cui ha rassicurato la
propria moglie, e che potrebbe capire le sue vere inten*ioni.
Atto quinto
Empedocle si prepara alla morte. ! motivi contingenti della sua decisione ora si cancellano completamente in
lui, ed egli la considera come una necessit. che scaturisce dal suo essere pi5 pro)ondo. Nelle brevi scene in cui appare
ancora qua e l. con gli abitanti della regione, egli trova ovunque con)erma del suo modo di pensare, della sua decisione.
Avendo intuito la verit., il suo prediletto ritorna, ma egli subisce a tal punto l'ascendente dello spirito e dei grandi moti
dell'anima del maestro, che obbedisce ciecamente al suo ordine e si allontana. Poco dopo, Empedocle si precipita nelle
)iamme dell'Etna. !l suo prediletto, che vaga nella *ona, inquieto e ansioso, trova poco pi5 tardi i sandali di )erro del
maestro, che il )uoco dell'abisso, eruttando, aveva restituito, li riconosce, li mostra alla )amiglia di Empedocle, ai suoi
seguaci )ra il popolo, e si unisce a costoro sui )ianchi del vulcano per portare il cordoglio e celebrare la morte del
grand'uomo.
PROGETTO DELLA TERZA STESURA
Etna
?
E%PED"-E
@
E%PED"-E, PA8$AN!A
-ommiato
A
E%PED"-E, ! 3E1!A;D"
Narra la sua storia.
$aggio. !o temo l'uomo che agli d'i
Perch( ti adiri col tempo che mi partor,
con l'elemento che mi educ&
Empedocle esce.
impara a comprenderle, le vie che percorro
Pausania. 'avversario. -i& che ha indotto costui alla decisione estrema di indurre il popolo a bandirlo, ' in primo luogo
il suo desiderio di conquistare un punto di parten*a per le sue imprese e l'incerte**a della situa*ione dopo lo scoppio
della discordia tra il popolo ed Empedocle, ma sen*a dubbio anche l'odio verso la sua superiorit., e poich( sembra che il
popolo ora rimpianga la sua assen*a e lui stesso so))re per la lontanan*a di quello, il pi5 grande, che gli piacerebbe
avere, in qualit. di in)eriore, presso di s(, e anche il legame segreto che lo unisce ad Empedocle, il sentimento di
un'originaria non comune attitudine e di un reciproco destino tragico, lo induce a un sincero rimpianto4 al primo grido di
malcontento che il popolo al*a contro l'esilio di Empedocle, egli stesso propone di richiamarlo. Nulla, dice, dev'essere
accaduto per sempre, non sempre ' giorno e neppure notte, e poich( il superbo tenta la sorte dei mortali, riprenda pure a
vivere. Pausania.
! 3E1!A;D", ! ;E
3egliardo,
di ri)lessione ideale
;e, di ri)lessione eroica.
%esso.
3egliardo.
!l re prega suo )ratello...
;e sopra))atto acconsente.
%a non vuole essere pi5 consigliato, non vuole mediatore alcuno )ra s( e suo )ratello, e il vecchio deve andarsene.
"ra, va, non ho bisogno di mediatori.
E si allontana, in)atti,
%onologo del ;e. Entusiasmo del )iglio del destino.
E%PED"-E E ! ;E
E%PED"-E
mia ' questa regione,...
lasciate il )olle....
uomo intelligente
E%PED"-E
%a una madre comune ci ha nutriti
;E
0uanto tempo ' gi. passato?
E%PED"-E
-hi pu& contare gli anni... ma
Passaggio dal soggettivo all!oggettivo
%entre sta per partire, il ;e incontra un messo che annuncia l'avvicinarsi del popolo. Nella sua emo*ione recita il canto
della beatitudine, passa poi all'indigna*ione e ordina che gli armati si nascondano a))inch(, al suo primo segnale, ... Alla
)ine gli si annuncia che la sorella e Pausania stanno per giungere.
A $";EA, PA8$AN!A
$orella ingenua ideale
-erca Empedocle
Pausania
E%PED"-E
ingenuo, ideale
$orella interroga il ;e
vuol riconciliare entrambi
parla del popolo.
Prega Empedocle di ritornare.
/erite. "blio.
Empedocle
eroico ideale
Perdonare ' tutto.
Pausania vede i delegati del popolo che si avvicinano.
$orella teme l'esito2 la )olla ambigua, il dissidio tra questa ed Empedocle, quello tra l'altro )ratello e lei, il dissidio che
solo ora sembra aprirsi tra i due )ratelli.
E%PED"-E
resta calmo, la con)orta4 paci)ica, dice, dev'essere questa sera, )reschi venti, e messaggeri d'amore, e disceso
amichevolmente dalle celesti alture, il giovane solare canta il suo inno alla sera, e piena d'aurei suoni ' la sua lira.
DEE1AT! DE P"P""
o incontrano nella loro )igura pi5 vera, come egli stesso li ha veduti, come si specchiavano in lui, tutti intorno a lui, la
cui morte ' il suo amore, ' il desiderio pro)ondo, di incatenarli a s( cos saldamente come ogni altra volta, ma quanto
pi5 gli si avvicinano col loro spirito, quanto pi5 vede se stesso in loro, tanto pi5 si ra))or*a quella decisione che ormai '
divenuta dominante in lui.
ABBOZZO PER LA CONTINUAZIONE DELLA TERZA STESURA
B -oro. Avvenire
Atto !!
Scena #
PA8$AN!A, PANTEA
Scena ##
$T;AT"NE, $E18!T"
Scena ###
$T;AT"NE, solo
-oro ?
Atto !!!
E%PED"-E, PA8$AN!A, PANTEA, $T;AT"NE
%ANE$
$eguito di $tratone.
Agrigentini.
-oro? ?
Atto !3
Scena #
E%PED"-E, PA8$AN!A, PANTEA
irica o
Epica?
Scena ##
Elegiaca eroica
er. el.E%PED"-E
Scena ###
irica er %ANE$, E%PED"-E
Scena #$
E%PED"-E
Atto 3
%ANE$, PA8$AN!A, PANTEA, $T;AT"NE,
B A1;!1ENT!N!, $E18!T" D! $T;AT"NE
B %anes, l'esperto universale, il veggente stupe)atto dai discorsi di Empedocle e dal suo spirito, a))erma che egli '
l'eletto che uccide e rianima, in cui e mediante cui un mondo si dissolve e al tempo stesso si rinnova4 che anche l'uomo,
il quale ha patito cos mortalmente il tramonto del suo paese, potrebbe presagire cos la sua nuova vita. !l giorno
seguente, alla )esta di $aturno, andrebbe annunciata loro l'ultima volont. di Empedocle.

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