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Gelong

La prima volta che vidi sul pavimento la brocca di plastica mi venne in testa un punto
interrogativo..."Ma che ci devo fare io con quell'attrezzo?"...
in un libro sempre di Dominique La Pierre lessi che gli abitanti delle bidonville ogni mattino
facevano la fila alle latrine oltre che per fare i bisogni... per ricevere quel poco d'acqua che gli
spettava...quel misero quantitativo era pari' ad un litro...loro con un litro d'acqua si dovevano
lavare tutto il corpo...una cosa da insegnare in ogni paese pensai se si pensa al risparmio
dell'acqua che dovrebbe esser insito in tutti noi...
per lavarsi, si partiva dal capo...poi si passava al petto...le braccia...fino ad arrivare alle zone piu'
intime ed a quelle piu' sudice... come i piedi o il sedere...
Dovevo fare altrettanto!...riempivo il secchio e con la brocca mi versavo l'acqua addosso...poi
l'acqua andava via...mi insaponavo bene bene...ricaricavo la brocca ...e cosi' via...dopo qualche
giorno ero diventato un maestro ed era pure divertente!
certo che ce ne voleva un po' di piu' di un litro pero'....
Pensai che...in quella ghiaccia Darjeeling pero'...una vasca o una doccia era l'ora che la
inventassero!
Dopo il "bagno" ci avviammo per le vie del paese per vedere dov'eravamo oggettivamente finiti...
il paese era magnifico...era completamente arroccato su di una collina verdeggiante...
le case ricordavano un po' le baite tirolesi...ma molto piu' scalcinate...
attorno alle strade era stracolmo di fili dell'alta tensione abusivi che creavano matasse giganti
attorno ai pali della luce... il clima freddo si contrapponeva all'accoglientissima gente del luogo...si
girava per strada senza lo stress dei mendicanti o di coloro che ti vogliono far una fregatura ed
ovunque spuntavano sorrisi ...si capiva che la cittadina era abituata ad ospitare gente diversa...
c'era la torre dell'orologio,la banca...non mancava nulla...si vedeva che un leggero stampo
europeo aveva posato la qui la propria mano lasciando una chiara impronta...Darjeeling infatti e'
famosissima soprattutto per via del the e dell'ossessione della Regina Elisabetta d'Inghilterra che
solo da qui ...si fa' inviare i suoi infusi preferiti...
il freddo era impressionante al mattino a tal punto che decidemmo di comprarci dei vestiti di lana
pesante...nell'attraversare la strada per arrivare al negozio uno strano individuo molto misterioso
con uno scialle ripiegato sul viso mi venne in contro...una folata di vento alzo' il tessuto per pochi
istanti rivelando il perche' di quella ingombrante fasciatura...l'uomo aveva due volti...
quell'india manteneva sempre qualcosa che la univa in tutto il paese...
l'uomo aveva una protuberanza sulla parte destra del viso...si notava chiaramente l'abbozzo di un
altro naso ed un terzo occhietto semichiuso che evidentemente non funzionava...era una
malformazione piuttosto inusuale...rimasi inpietrito per un istante quando lui con una gincana mi
raggiro'atleticamente...pensavo di averci fatto l'abitudine oramai...l'india per me era proprio
questo...tutti uniti...sani... malati...e Petra era basita come me...punto' serenamente lo sguardo
sulle bancherelle dei vestiti come se noi stessi finalmente stavamo diventando un tuttuno con
l'ambiente e con chi ci circondava...
con poche lire comprammo due bei maglioni e due cappelli...sebravamo proprio due fratellini a
spasso per l'india...

Attorno alla cittadina si estendevano km e km di piantagioni di the, nei quali donne e uomini
erano impiegati nella raccolta con buffe gerle a forma di cono che tenevano sulle spalle.
girovagando per il paesotto ci venne una gran fame e ci imbattemmo in una buffa e buia locanda.
Era un piccolo tugurio,sporco della grandezza di una cantina italiana...saranno stati ad occhio 15
o 20 metri quadri...il pavimento era fatto di assi che si muovevano al nostro passaggio...i tavoli
intrisi di sporcizie erano divisi tra loro da teli bianchi diventati oramai del colore della cenere...ci
sedemmo per ordinare del cibo...ma non c'erano menu' nel locale...solo un buffo ometto
simpatico che ci elenco' le specialita' del giorno che erano poi quelle di tutti i giorni ... non
capendo i nomi delle pietanze ci fidammo di lui...
ci preparo':...dei timomo...una sorta di panino crudo fatto con le sue mani...spaghetti di soja con
pollo...due omlette...ed un po' di ciai (the misto al latte)...
ill mangiare era squisito...
ci presentammo all'ometto che era a suo tempo pure il cuoco e cameriere per fare i nostri
complimenti...
Lui si chiamava Gelong era tibetano...aveva circa 60 anni..un omino esile, simpatico e piuttosto
rassicurante con cui ci trovammo d'accordo fin da subito...
Sui muri scalcinati e dal colore incomprensibile della piccola locanda notai un dipinto piuttosto
vecchio che raffigurava la citta di Lhasa capitale del Tibet con appuntata sotto...una piccola foto
scolorita del Dalai Lama...Quella foto mi incuriosi molto perche' da sempre desideravo visitare
quello stupendo paese...
Da vero credente quel giorno Gelong ci tenne una lezione sulla religione buddista della quale non
ricordo molto...
successivamente nel parlare scoprimmo presto che conosceva 5 lingue oltre alla sua... oltre al
tibetano infatti parlava correttamente l'hindy, il nepali,il bengali,l'inglese ed il cinese...imparate
tutte durante la sua professione di oste...per quanto ho capito il Nepali e l'hindy sono molto
simili...mentre a sentir lui le altre lingue avevano delle differenze notevoli...
La cosa che mi stupi' fu lo scoprire che molte delle persone di Darjeeling capivano o
comprendevano molte lingue...anche i bambini piu' piccoli riuscivano a tirar fuori qualche volta
parole di francese, tedesco o cinese! C'era una quantita' elevatissima di persone
poliglotta...Riflettendoci bene...pensai che campare significava arrangiarsi ...ed arrangiarsi
significava una gran disponibilita' di apprendimento...qui si impara perche' serve!
In Italia imparare l'inglese puo' anche non essere indispensabile...qui invece...e' vita...come nel
resto dell'india...i turisti sono gli unici che portano i soldi nel paese...ed e' bene capirli!
Nei giorni seguenti tornavamo sempre a mangiare da Gelong... c'era qualcosa nella sua persona
che ci faceva sentire a nostro agio...
Un giorno mi racconto' di come lui e la sua famiglia scapparono dal Tibet dopo l'invasione
cinese..seguendo il Dalai Lama che in esilio si rifugiava nel Nord dell'India e della grande
spasmodica voglia un giorno...di poter tornare nel proprio paese da uomo libero...mentre ci
raccontava questi aneddotti si commosse nel ricordare che meta' dei suoi familiari tutt'ora
abitavano in Tibet e che l'unica possibilita' di sentirsi era per telefono o per lettera...dato che per
lui era vietato il rimpatrio perche' ritenuto oramai un rifugiato politico...

Asciugate le lacrime...anche lui mostrava questo affetto reciproco a tal punto di scordarsi ..piu' di
una volta di chiederci i soldi!...Dai Gelong su tieni il conto! gli dicevo... a me questa cosa non mi
sembrava possibile...mangiar da lui infatti costava a noi meno di un euro a pasto compreso le
bevande ... i soldi oggettivamente Gelong non ne aveva ...e da noi li rifutava veramente a
posteriori!...
nel mezzo tra il pasto e la cena ci recavamo a visitare i posti consigliati dall'amico tibetano...
visitammo il Monkey temple...il templio delle scimmie che era arroccato su di una collinetta nella
parte bassa della cittadina...la camminata per salir su al templio sembrava la via dell'amore di
Darjeeling... ovunque si vedevano ragazzi e ragazze a braccetto...ma mai un bacio!...la
religione...sia quella indiana che quella buddista non tollera molto manifestazioni amorose in
pubblico...infatti un amico nepalese che conobbi in un 'altro viaggio mi rivelo' che i giovani non si
possono toccare fino all'eta' del matrimonio...un po' come succedeva in Italia nel primo
novecento...credo...
Il tempio per il resto era carico milioni di bandierine colorate che sventolano nel cielo legate ai pali
del tempio...le scimmie erano ovunque e rispettando la legge di non doverle guardare nel viso se
non si vogliono aver problemi... nessuna fece scherzi...anzi furono tutte talmente calme che
l'unico elemento di disturbo fu solo il rutto di un tibetano che si apprestava alla preghiera...
i colori del buddismo sono magici...il rosso,il giallo l'azzurro..tutti colori caldi che davano buon
uomore...guardando le bandierine che svolazzavano col vento mi venne in mente quello che
avevo letto su questa religione...su di ogni bandiera vi e' su inscritta una preghiera...che solo il
vento con la sua forza portera' in cielo...
le usanze buddiste erano affascinanti...e mi venne in mente quello che mi racconto' il tibetano
capo dell'albergo...per ovviare all'antigenicita' delle fosse comuni in Tibet veniva adoprata un
usanza molto inusuale...i cadaveri venivano sminuzzati come mangime e dato in pasto agli
avvoltoi che avrebbero portato il defunto al cielo...tutto risaliva al cielo dove preghiere e persone
trovavano il loro posto...
Quella sera tornammo da Gelong per raccontargli un po' la giornata...come facevamo
sempre...mentre nel locale era entrato un buffo personaggio che parlava solo hindy...Gelong mi
fece cenno di attendere un attimo...l'amico tibetano fece presente all'uomo di non star molto
bene...l'uomo con uno strano modo di fare poggio' una mano sul capo di Gelong e con mosse
strane e parole ancor piu' bizzarre sembrava eseguire un rito sul nostro amico tibetano...poi
nell'aria seguirono una serie di rumori strani...io lo chiamo gracchiare...quel suono che emettono i
vecchi la mattina prima di sputare i catarri... ed infatti uno sputacchio volo' in mezzo ai i tavoli...
Ma questo e' scemo? pensai...
sputare nel locale?
domandai a Gelong chi fosse quell'uomo...lui mi rispose che era il medico.
"Il medico?"dissi ad alta voce...
rimasi di impietrito..."Alla faccia del medico..chissa quanto ha studiato per sputar cosi
bene?"pensai...
"Gelong ma tu ci cred...?"non sapevo se la domanda l'avrebbe turbato...
lui aggrotto' la fronte...... lui mi disse che quando si hanno pochi soldi non sempre si puo' ricorrere
alla medicina scientifica. Quest'uomo era capace di levare il male da dentro anche se solo
temporaneamente,ma ce la faceva!...lui stesso mi disse che si sentiva gia' meglio... Gelong
aveva dei grossi problemi di schiena a tal punto che in alcuni giorni non muoveva un passo...e
pensava a tutto suo moglie...

presto ci presento' anche alla moglie Tenzing ed ai due figli...con sguardo fiero ed innamorato
della vita mi rivelo' che lui era un uomo felice: aveva una moglie stupenda due figli che
studiavano e che l'unico sogno che aveva era quello che un giorno il Tibet fosse dichiarato stato
libero...questo avrebbe permesso al Dalai Lama di tornare nel suo paese col suo popolo...detto
da un uomo cosi' gracile la forza di quelle parole era ancora piu' forte...un'uomo che mai si
sarebbe dichiarato sconfitto nei suoi principi ed ideali...
Era un partigiano del Tibet!
I giorni a Darjeeling non erano solo tranquilli e piacevoli ma estremamente prolifici... piano piano
Gelong cercava di insegnarmi a scrivere un po' di sanscrito...mentre io insegnavo a lui un po' di
italiano...ma da entrambe le parti i problemi logistici erano molto difficili da superare...nel
chiacchierare poi venivano fuori argomenti futili come quella volta...
Siii Gelong! una casa in italia costa cosi!...lui prendeva un foglio faceva i conti e mi diceva non e'
possibile! Ma io mi ci compro' 20 negozi e 5 case con quei soldi!
ahahahahah e scoppiavamo a ridere!
Per divertirmi lo prendevo un po' in giro...infatti sapevo che se nominavo il nome di sua santita' il
Dalai Lama lui avrebbe fatto un preghiera in quella sua buffa maniera rispettosa...proprio come fa
mia nonna di fronte alle immagini del Cristo o della Madonna...
lui pero' si vendicava subito prendendomi in giro sul mio pessimo inglese...che stranamente solo
lui comprendeva bene...
Si stava formando una bella amicizia...tanto che erano piu' i momenti che eravamo alla locanda
che quelli che eravamo a giro...
ogni giorno parlavamo di tutto confrontando i paesi da dove provenivamo...trovando cose in
comune...e cose radicalmente molto molto diverse...
Quando arrivammo al locale il giorno successivo anche Tenzing non stava affatto bene... infatti
era caduta e si era fatta molto male...
Prima di far richiamare nuovamente "lo stravagante medico" ...intervenne Petra che gli fece una
puntura di antidolorifici...
Tenzing fu' molto grata a Petra e strinse un forte legame con lei...ed ogni mattina che ci vedeva
arrivare ci sorrideva e ci diceva in italiano con quella sua maniera cantilenante...Santiagooooo!
Petra come state? ...e rideva...
La cosa che non mancava mai in loro... era quel magico sorriso sul volto...un sorriso che ti
contagia e non ti abbandona piu'...
Nel bel mezzo di una cenetta strabuona... entro' nel locale un altro strano signore...che chiedeva
qualcosa di insolito...
Gelong levo' un asse di legno dal pavimento... pensai di scoprire qualcosa che potesse farmi
dubitare dell'onesta' del mio amico...dal pavimento mi accorsi che prese una bella bottiglia di
whisky illegale che teneva nascosto....
ahahaha!risi tra me e me...
"Ti ho beccato gli dissi!""tu fai cosa illegali!"
Gelong si mise a ridere...
Mi spiego' che il whisky non era legale a Darjeeling...ma che ci poteva fare ...tanta gente gielo
chiedeva!...e lui per campare aveva bisogno di clienti...
In quella taverna ne succedevano davvero di tutti i colori...mi disse Petra...

La nostra partenza arrivo' come un fulmine a ciel sereno...Arrivo' inaspettata come il momento in
cui incontrammo il nostro amico e la sua famiglia per la prima volta...non facemmo tempo ad
accorgerci che il tempo volava ed era l'ora di ripartire per un altra meta'...tempo tiranno...
La jeep ci aspettava ed avendo perso il calcolo dei giorni...scoprimmo che era domenica e che
Gelong giustamente aveva la locanda chiusa...pensavamo di non rivederlo piu'...
Una processione religiosa si indirizzava verso il rifugio tibetano a fondo vallata...stavamo di fronte
al suo negozio nella speranza di trovarlo...aspettammo 10 minuti mentre sulla soglia mentre
leggevamo per la prima volta il nome del ristorante...si chiamava Tenzing...come la moglie...nel
girarmi un uomo si sgancio' dalla processione...e mi venne incontro...
Era Gelong!...ci abbracciammo calorosamente mentre stava stranamente aprendo il negozio...
Ma che fai ? gli dissi e' domenica?
lui mi fece cenno di star zitto...mentre arrivo' pure la moglie...
Il momento fu molto commovente...
Gelong preparo' una preghiera di saluto e da sotto il balcone tiro' fuori una cosa che da tempo
aveva preparato per noi...
ci mise intorno al collo una sciarpetta bianca di lino...che nella religione buddista viene data molto
raramente a chi fa' del bene alle persone... e significa inoltre ..buona fortuna per chi parte ed un
benvenuto a chi ritorna...
avevo le lacrime agli occhi...perche' del bene melo aveva fatto lui e non certo io..anche Tenzing si
chino' con le mani giunte ringraziandoci...
avevamo con noi molti medicinali e decidemmo insieme di lasciarli a Gelong e alla famiglia...dato
che a Darjeeling come nel resto dell'India le medicine sono molto care...e rare!...
un ultimo saluto e ce ne andammo col cuore pregno d'affetti...
le persone che in seguito ci videro con la sciarpa al collo per le vie del paesino sbarravano gli
occhi e con un sorriso ci trattavano come se fossimo uno di loro...
(Era nata una stupenda amicizia che col tempo si sarebbe consolidata con lettere e email e dalla
speranza di rivedersi specialmente in questo periodo che il Tibet e' massacrato dalla China )...

Darjeeling involontariamente aveva dato un senso al nostro viaggio...


facemmo il percorso fino a Siliguri non in treno ma in jeep stavolta...
ci vollero appena 4 ore per arrivare alla stazione contro le 11 del treno...
nella sala di aspetto dela stazione di Siliguri conoscemmo un simpatico francese di 50 anni di
nome Juan che assieme alla compagna ed una coppia di amici avevano appena finito di visitare il
Bangladesh,ed anche loro come noi si stavano dirigendo nel posto piu' straordinario
dell'India...Varanasi...
Juan mi chiese se anche noi eravamo stati fermati dai contrabbandieri...
"I contrabbandieri ?"gli chiesi...
erano stati derubati nella via per arrivare a Siliguri...avevano trovato un posto di blocco
improvvisato da degli sgangherati rapinatori...
io gli dissi che noi non avevamo avuto problemi di nessun genere... lui mi guardo' in maniera
interrogativa ma mi rassicuro' dicendomi che i banditi si erano accontentati di pochi spiccioli...
era da una vita che Juan voleva visitare l'india...mi disse che ci provo' una volta da giovane ma
dovette scappare per disperazione!
infatti 20 anni prima non riusci' a fare neanche un biglietto di un treno per via delle scadenti
servizi delle ferrovie!...
mi torno' subito in mente i problemi che avevamo avuto noi tempo addietro...e mi misi a ridere
insieme a lui...
Dopo aver capito che Darjeeling era il motivo del nostro viaggio non avrei mai pensato di salire in
treno in attesa della citta' piu' religiosa e mistica dell'India che mi avrebbe fatto decisamente
innamorare di questo immenso paese...e che ci avrebbe permesso inoltre di calarci finalmente
nella nostra vera idea dell' India....
Benares o Varanasi ...il luogo piu' religioso dell'India del nord!
...era quello che ci aspettava ....
Mentre il treno che stava per partire eravamo emozionati di esplorare quella famigerata ed
ancora piu' curiosa "terza classe"...

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