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Robert L.

Stevenson
Il profanatore di cadaveri
The bodysnatcher
ClaireHennoire 2010-2012
Opera originale nel Pubblico Dominio
Traduzione depositata.
All Rights Reserved Worldwide - Tous droits rservs
Tutti i diritti riservati sulla presente traduzione in italiano.
www.clairehennoire.tk
Tutte le sere dell'anno, in quattro sedevamo insieme nella sala del pub
George, a Debenham: l'imprenditore, il padrone della locanda, Fettes,
ed io.
Qualche volta c'era gente; ma,col tempo bello o brutto, pioggia, neve o
gelo, noi quattro c'eravamo sempre, sprofondati nelle nostre poltrone
riservate.
Fettes era un vecchio scozzese ubriacone ma educato, naturalmente, e
abbastanza agiato, poich viveva senza far nulla.
Era venuto a Debenham parecchi anni prima, quando era ancora giovane
col passare degli anni aveva finito per venir considerato un concittadino.
Il suo cappotto di cammello blu era una vestigia locale, come il campanile
della chiesa.
Il suo posto nel saloncino del George, la sua assenza dalla chiesa, le sue
gozzoviglie e i suoi deprecabili vizi erano tutte cose naturali a Debenham.
E aveva qualche imprecisa opinione radicale, delle passeggere infedelt
che ogni tanto voleva far notare che accentuava con dei colpetti di mano
sulla tavola.
Beveva rum: cinque bicchieri regolarmente ogni sera; durante le visite
notturne al George, stava quasi sempre seduto col bicchiere nella mano
destra, in uno stato di malinconica crisi alcoolica.
Lo chiamavano il Dottore, perch credevano che avesse qualche speciale
conoscenza di medicina; si era saputo che aveva ridotto qualche frattura
o slogature; ma, tranne questi particolari insignificanti, non sapevamo
nulla del suo carattere e dei suoi precedenti.
In una scura notte invernale, erano gi suonate le nove, c'era un malato
al George's : un grande proprietario delle vicinanze colpito all'improvviso
da apoplessia mentre era diretto al Parlamento.
Al capezzale del grand'uomo era stato chiamato per telegrafo un insigne
medico londinese.
Era la prima volta che una cosa simile capitava qui a Debenham, poich la
ferrovia era stata inaugurata da poco, e noi fummo tutti, chi pi chi meno,
colpiti dall'avvenimento.
- Lui venuto, disse il gerente dopo che ebbe riempito e acceso la pipa.
- Lui ? dissi io, chi mai ? forse il dottore ?
- Proprio lui, rispose il nostro ospite.
- Come si chiama?
- Dottor Macfarlane, disse il proprietario.
Fettes era brillo, era giunto al suo terzo bicchiere, la testa gli pendeva in
avanti, era immerso in pensieri vaghi; ma a quelle parole parve svegliar
si, e ripet il nome di Macfarlane due volte: piano la prima volta,
ma con un improvvisa emozione la seconda.
- S, disse il proprietario, proprio Macfarlane.
L'ubriachezza di Fettes pass tosto; gli occhi brillarono, e la voce divent
chiara, forte, ferma, cion un elocuzione energica, e piena di calore.
Eravamo tutti stupiti della trasformazione, come se un altro uomo si fosse
generato da quello che se ne stava, l, solitamente imbelle.
- Chiedo scusa, disse, temo di non aver fatto molta attenzione alle vostre
parole. Chi mai questo Wolf Macfarlane ?
E poi, quando il proprietario ebbe finito di parlare:
- Non pu essere, aggiunse, pure vorrei proprio vederlo in faccia.
- Lo conoscete, dottore ? domand l'imprenditore.
- Dio mi salvi, fu la risposta; pure il nome mi dice qualcosa; ditemi, capo,
vecchio costui ?
- Bene, disse il nostro ospite, non un giovanotto, ed ha i capelli bianchi;
ma sembra pi giovane di voi.
- Eppure pi vecchio; pi vecchio di molti anni...
Batte con la mano sul tavolo.
... il rum che vedete nel mio viso, il rum e il peccato; magari quell'uomo
pu avere una coscienza tranquilla e una buona digestione.
Coscienza ! ascoltatemi bene : forse avrete pensato che sia un qualche
bravo vecchio e decente cristiano, ma non vero.
Ma no, non lo sono; io non sono mai stato un ipocrita.
Voltaire avrebbe ostentato ipocrisia, se fosse stato nei miei panni; ma
il mio cervello, e qui si diede una vigorosa botta sulla testa calva, era
lucido, e io vidi, e non feci nessuna azione.
- Se conoscete quel dottore, osai notare, dopo una pausa, dovrei capire
che non condividete la buona opinione del proprietario.
Fettes non mi guard neppure.
- S ! disse con decisione, devo vederlo in faccia.
Vi fu un'altra pausa, poi una porta si chiuse bruscamente, al primo piano
e si sent un rumore di passi sulle scale.
- Questo il dottore, esclam l'albergatore.
C'erano due gradini dal piccolo salone alla porta della vecchia locanda del
George's; l'ampia scala di quercia finiva quasi in strada; c'era il posto per
un tappeto e niente pi, fra la soglia e l'ultimo giro della discesa; ma quel
poco spazio era ogni sera ben illuminato, non solo dalla luce sulle scale, e
dalla grande lampada sotto l'insegna, ma anche dal riflesso della finestra
del bar.
Il George richiamava cos, l'attenzione del passante nella strada gelida.
Fettes avanz diritto verso il pianerottolo, e noi, che gli stavamo dietro,
vedemmo i due uomini che s'incontravano faccia a faccia.
Il dottor Macfarlane era agile e robusto. I suoi capelli rendevano ancor
pi interessante il suo viso pallido e tranquillo, e pur vigoroso.
Indossava un elegante vestito nero e la camicia bianca con una catena
di orologio d'oro, e gemelli e occhiali dello stesso materiale; la cravatta,
dal nodo grosso, era bianca decorata di lilla, e reggeva sul braccio una
pelliccia.
Indubbiamente portava bene i suoi anni, con quell'aria di ricchezza, e di
buona considerazione che emanava dalla sua persona: era un contrasto
davvero stridente vedere il nostro bevitore, calvo, sporco, foruncoloso,
col suo vecchio cappotto di pelo di cammello che lo fissava dal fondo
delle scale.
- Macfarlane ! egli disse a voce alta.
Il grande medico scese sul quarto gradino con una certa rigidezza, come
se la familiarit di quella voce lo avesse sorpreso, e offeso in qual modo,
la sua dignit.
- Toddy Macfarlane ! ripet il dottor Fettes.
L'uomo di Londra vacill.
Per un attimo fiss l'uomo, poi si guard alle spalle con timore, infine, con
un sussurro sbalordito, fece :
- Fettes ! disse, voi !
- Gi, disse Fettes, son proprio io! credevi che fossi morto ? non mica
tanto facile che le nostre relazioni possano finire.
- Zitto ! esclam il dottore, zitto ! un incontro cos inatteso...
Devo confessare che al primo momento non vi avevo quasi riconosciuto;
ma sono contento... contentissimo di questa coincidenza.
E non posso far altro che chiedervi come state e dirvi addio, dato che la
mia carrozza pronta e non devo perdere il treno; ma voi mi darete...
penso... s, mi darete il vostro indirizzo, e potete star sicuro che avrete
presto mie notizie.
Devo fare qualcosa per voi, Fettes. Temo che siate... sconvolto...
Ma dobbiamo risentirci in ricordo dei bei vecchi tempi passati come dice
la canzone.
- Denaro ! grid Fettes; denaro da voi ! il denaro che ebbi da voi giace
dove lo gettai, sotto la pioggia.
Il dottor Macfarlane si era espresso con una vaga aria di superiorit e di
confidenza, ma l'inaspettata energia di quel rifiuto lo men in confusione.
Un orrenda espressione comparve e scomparve sul suo viso.
- Mio caro ragazzo, disse, come volete.
Non pensavo proprio di offendervi; non voglio mettere i piedi sulla testa
a nessuno; comunque, vi lascer il mio indirizzo...
- Non lo voglio... non voglio conoscerlo, l'interruppe l'altro, soltanto, ho
sentito il vostro nome; e ho temuto che foste voi.
Volevo sapere se, dopo tutto, c'era un Dio.
Adesso so che non ce n'. Andate via !
Rimaneva ancora al centro del tappeto, fra la scala e la porta il luminare
londinese; per tagliare la corda, era costretto a farsi un p da parte.
Era chiaro che esitava davanti al pensiero di quella umiliazione.
Era pallidissimo; ma c'era un pericoloso riflesso dietro ai suoi occhiali.
Mentre stava ancora l, fermo, si accorse che il vetturino osservava dalla
strada quella scena insolita, e nello stesso istante scorse pure noi, che
eravamo nel salone riuniti all'angolo del bar.
La presenza di tanti testimoni lo decise a sparire tosto: si strinse in s
stesso, e fece un guizzo di serpente, per raggiungere la porta.
Ma la sua pena non era finita, perch mentre passava, Fettes lo afferr
per un braccio e si sentirono queste parole, pronunciate sottovoce;
- Lo avete ancora visto ?

Il ricco luminare di Londra grid forte, con un urlo acuto, soffocato; poi
respinse l'importuno con le mani sul capo, e fugg dalla porta, come un
ladro in fuga.
Prima che qualcuno di noi avesse potuto fare un movimento la carrozza
stava gi correndo verso la stazione.
La scena era come un sogno; ma il sogno aveva lasciato tracce del suo
passaggio.
Il giorno dopo il cameriere trov i bei occhiali d'oro rotti sulla soglia, e
quella stessa sera noi eravamo tutti quanti col respiro sospeso accanto
alla finestra del bar; Fettes era tornato, da noi, non pi ubriaco, pallido
e con un'aria risoluta.
- Che Dio ci protegga, Mr Fettes ! disse l'albergatore tornando per primo
in possesso del suo solito buon senso.
- Che mai posson significare quelle bizzarrie che avete detto ?
Fettes si volse verso di noi; ci guard in viso, uno dopo l'altro.
- Cercate di tenere la lingua a posto, se vi possibile, disse.
Quell'uomo, quel Macfarlane meglio non incontrarlo sulla propria strada;
quelli che lo hanno gi incontrato se ne sono pentiti; ma era troppo tardi.
E poi, senza nemmeno finire il suo terzo bicchiere, invece di aspettare gli
altri due, ci salut e usc, sotto la lampada dell'albergo, nella notte nera.
Noi tre tornammo ai nostri posti nel salone, dove c'era il bel fuoco acceso
e quattro candele che brillavano.
Dopo aver studiato l'accaduto, il brivido di sorpresa che avevamo provato
si mut in un'accesa curiosit.
Rimanemmo l seduti fino a tardi; fu la serata pi lunga che io avessi mai
passato al vecchio George's.
Ognuno di noi, prima che ci separassimo, aveva una teoria che s'impegnava
a provare; nessuno di noi aveva un cruccio pi impellente, a questo mondo,
che scoprire il passato del nostro compagno e scoprire il segreto che legava
la sua persona col luminare di Londra.
Non una vanteria, ma credo che fossi il pi adatto, fra gli altri amici del
George, a verificare una storia; e forse, ora, non c' nessun altro uomo,
vivente, che potrebbe narrarvi la storia, terribile e contro natura.
Nei suoi verdi anni, Fettes aveva studiato medicina a Edimburgo.
Aveva un suo talento speciale; il talento che afferra velocemente ci che
ode e prontamente lo fa suo.
Studiava poco a casa; ma era deferente, attento e intelligente in presenza
dei suoi insegnanti ben presto essi lo notarono perch era un giovane che
ascoltava attentamente e teneva bene; gi, e sebbene ci mi sembrasse
strano quando lo seppi la prima volta, a quei tempi egli piaceva per il suo
aspetto.
C'era, allora, un professore aggiunto di anatomia che io qui designer con
l'abbreviazione K.
In seguito, il suo nome fu conosciuto anche troppo.
L'uomo che lo portava si nascondeva nelle strade di Edimburgo, travestito
mentre la folla che applaudiva all'esecuzione di Burke, gridava chiedendo
la testa del suo mandante.
Ma Mr. K. era allora all'apice della sua voga; egli godeva di una popolarit
dovuta in parte al suo talento e alla sua abilit, in parte all'incapacit del
suo rivale, il professore primario.
Ad ogni modo, giuravano su di lui, e Fettes credette di essersi guadagnato
il favore di quell'uomo; le sue qualit convenivano a Fettes, e raggiunse la
carica di assistente ausiliario nella sua classe.
Per questa sua capacit, la sorveglianza dell'aula fu affidata a lui.
Egli doveva rispondere della condotta degli altri studenti, e faceva parte
del suo dovere ricevere e sezionare i cadaveri.
Dove c'erano le aule di dissezione, egli veniva chiamato nelle ore buie
che precedono l'alba invernale; riceveva i contrabbandieri che fornivano
la sezione anatomia, tre uomini infamati in tutto il paese, verificava il
loro carico, pagava loro la sordida mercede.
Quando se ne erano andati, ritornava un'altra ora o due agli eccessi della
notte
Pur schiavo dei propri desideri e delle proprie leggerezze ed egoista all'
estremo, egli possedeva pure una prudenza, a torto chiamata moralit,
che gli impediva di ubriacarsi fino alla sconvenienza.
Inoltre, egli ambiva ad essere considerato dal professore e dagli allievi
suoi compagni, e per guadagnarsi qualche distinzione negli studi seppe
rendere incontestabili servizi a Mr. K.
Si ripagava della sua giornata di lavoro con divertimenti da briccone; e
quando l'organo che egli chiamava la sua coscienza si risvegliava...
L'approvvigionamento dei soggetti era un continuo tormento per lui e per
il suo professore.
In quella classe numerosa e indaffarata, il materiale bruto per le anatomie
era continuamente richiesto e quella necessit non era soltanto spiacevole
per se stessa, ma poteva portare conseguenze pericolose per tutti coloro
che vi erano immischiati.
Era linea di condotta di Mr. K. di non fare domande a proposito di quel
traffico.
Loro portano il corpo, e noi paghiamo il prezzo, era solito dire; quid pro
quo. E ancora, in maniera piuttosto cinica:
- Non fate domande, diceva all'assistente, lasciate stare la coscienza.
Non c'era nessuna prova che i soggetti fossero coinvolti col delitto o
con l'assassinio.
Se quell'idea fosse stata espressa a parole, sarebbe arretrato inorridito,
ma la leggerezza del modo di parlare di una cosa tanto grave era gi di
per se, un'offesa alle giuste regole di vita.
Fettes per esempio, si era spesso meravigliato della singolare freschezza
dei corpi.
E spesso era rimasto colpito dall'espressione bassa, vile, degli scellerati
che andavano da lui prima dell'alba.
Riordinando tutti quei pensieri nella mente, forse attribuiva un significato
troppo immorale e troppo categorico ai consigli del suo capo.
Ma il suo dovere, lo aveva capito; era tre cose: prendere quello che gli
portavano, pagare quello che chiedevano, e distogliere gli occhi da ogni
indizio di delitto.
Una mattina di novembre, la politica del silenzio fu messa a dura prova.
la notte non aveva dormito per un fastidioso mal di denti, andava avanti
e indietro nella stanza come una bestia in gabbia, o gettandosi furibondo
sul letto; poi finalmente era caduto in quel profondo e turbato sonno che
spesso segue una notte di sofferenza, quando fu svegliato dal terzo o
quarto richiamo del segnale convenuto.
C'era un velato, brillante chiaro lunare; faceva molto freddo, e soffiava
un vento gelato.
La citt non era ancora sveglia, ma un'indefinibile agitazione gi preludeva
ai rumori e alle occupazioni della giornata.
Le iene erano arrivate pi tardi del solito e sembrava avessero pi fretta
del solito di andarsene.
Fettes, non ben sveglio, reggeva il lume mentre salivano le scale e udiva
come in un sogno il loro borbottio con accento irlandese; e mentre essi
vuotavano i sacchi della lugubre mercanzia, quasi assopito, stava con
le spalle puntate al muro.
Dovette scuotersi per trovare il denaro da dare a quegli uomini.
Ci facendo, i suoi occhi caddero sul viso della persona morta.
Spalanc gli occhi, avanz di due passi con la candela alzata.
- Buon Dio ! grid. Ma questa Jane Galbraith !
Gli uomini non risposero e subito si avvicinarono alla morta.
- Io la conosco, vi dico, continu. Era viva e vispa, ieri.
E impossibile che possa esser morta; impossibile che possiate avere
ottenuto questo corpo legalmente.
- Il signore si sbaglia, disse uno degli uomini.
Ma l'altro guard Fettes negli occhi, sinistro, e intasco tosto il denaro.
Era impossibile non accorgersi della minaccia o bravare il pericolo.
Il giovane sent un tuffo al cuore.
Balbett delle scuse, vers il denaro e vide uscire i suoi odiosi visitatori.
Appena se ne furono andati, si affrett a confermare i suoi dubbi; da un
segni inconfondibili riconobbe la ragazza con la quale aveva scherzato il
giorno prima; e con orrore vide sul suo corpo delle tracce che potevano
rivelare una violenza.
Fu preso dal panico e si rifugi nella sua camera dove pot finalmente
riflettere sulla scoperta che aveva fatto.
Consider con calma il senso delle istruzioni avute da Mr. K. il pericolo al
quale poteva andare incontro: una faccenda seria; e sentendosi alquanto
perplesso, decise di aspettare l'avviso del suo superiore, l'assistente.
Era il giovane dottor Wolfe Macfarlane, beniamino dei studenti negligenti,
abile, senza scrupoli. Aveva studiato e lavorato all'estero.
Era un tipo dai modi gradevoli e allegri.
Era noto sui palcoscenici, buon pattinatore, giocatore di golf, e si vestiva
con eleganza, e, per dare il tocco finale alla sua gloria, possedeva pure
un carrozzino e un robusto cavallo.
Era amico di Fettes, tanto pi che il lavoro comune implicava una certa
intimit.
Quando i soggetti scarseggiavano, i due amici se ne andavano lontano,
sul carrozzino di Macfarlane, frugavano, profanandolo, qualche solitario
cimitero e ritornavano prima dell'alba col bottino alla porta della sala di
anatomia.
Quella mattina Macfarlane arriv prima del necessario, e Fettes lo sent
arrivare; gli and incontro per le scale, gli raccont la sua storia e gli
spieg la causa della sua ansia.
Macfarlane esamin i segni sul corpo della ragazza.
- S, disse con un cenno, la faccenda sospetta.
- E io, cosa dovrei fare ? domand Fettes.
- Fare ? ripet il dottore. che mai Volete fare ? meno se ne parla prima
la faccenda si aggiusta, dico.
- Ma anche altri possono riconoscerla, obiett Fettes. E' pi conosciuta
del Castle Rock.
Speriamo di no, disse Macfarlane, se qualcuno la vede, tu dici che non
la conosci, capito ? e tutto finisce l.
Questa storia sta andando troppo per le lunghe.
E' un crudele pasticcio; sarai in un macello; e anch'io, se ci sarai tu.
Mi piacerebbe sapere che faccia faremmo o che boia avremmo a nostra
difesa, in un tribunale.
Macfarlane ! grid Fettes,
Via ! ghign l'altro, non lo avessi capito pure tu ! sospettare una cosa.
E provarla un'altra. S, lo so; e dispiace anche a me, come a te, che la
ragazza sia qui.
La miglior cosa che si possa fare ora, di non riconoscerla. E aggiunse,
freddamente, io non la riconoscer.
Fallo tu, se vuoi.
Io non voglio farti pressione, no, ma io credo che un uomo di mondo si
comporterebbe, come posso dire... aggiungerei che credo sia proprio
questo che K. si aspetta da noi.
C' una domanda che ci dovremmo porre: perche hanno scelto proprio
noi due come assistenti? E io rispondo, per levare di torno i vecchi
barbogi.
Questo era il tono giusto per influire sulla mente di un giovane Fettes.
Ed egli decise di imitare Macfarlane.
Il corpo della ragazza fu regolarmente sezionato, e nessuno la riconobbe
o diede a vedere di riconoscerla.
Un pomeriggio, quando il suo lavoro del giorno fu finito, Fettes and in
una taverna e vi trov Macfarlane seduto con uno sconosciuto.
Era questi un ometto pallidissimo e scuro, dal pelo nero come il carbone
e si dimostr, quando Fettes lo conobbe, grossolano, volgare e maligno.
Tuttavia esercitava su Macfarlane un potere notevole; dava ordini come
un pasci, s'infiammava alla minima osservazione o al minimo indugio,
e commentava il servilismo col quale veniva obbedito.
Incredibilmente Macfarlane se lo propizi offrendogli da bere, e lo onor
d'insolite confidenze.
Se una decima parte di quello che confess era vero, si trattava proprio
di un ripugnante briccone, e la vanit fu sollecitata dall'attenzione di un
uomo pi esperto.
- Sono un bel furfante per conto mio, disse lo sconosciuto, Macfarlane
mio allievo...
Toddy Macfarlane, lo chiamo. Toddy, su, ordina un altro bicchiere per
il tuo amico.
Oppure diceva, Toddy, alzati e chiudi la porta.
Tod, mi odi, disse ancora. Oh s, Toddy tu mi odi !
- Non chiamarmi con quel maledetto nome, brontol Macfarlane.
- Sentilo, sentilo ! A lui piacerebbe farlo sul mio corpo, il figuro.
- Noi medici abbiamo un metodo migliore di questo, disse Fettes.
Quando vogliamo del male a un morto, lo sezioniamo.
Macfarlane sollev il capo, impetuosamente, come se quello scherzo non
gli fosse mai passato per la mente.
Il pomeriggio trascorse
Gray, questo era il nome dell'estraneo, invit Fettes ad unirsi a loro per
il pranzo, ordin un pasto sontuoso e quando ebbero finito ordin a
Macfarlane di pagare il conto.
Era tardi, quando si separarono, e quel Gray era incredibilmente ubriaco
Macfarlane, ridivenuto lucido per la rabbia, ripensava al denaro che era
stato costretto a calare, alle offese che era stato costretto a sopportare.
Fettes con vari liquori che gli ronzavano in testa torn a casa con passi
incerti e la mente assolutamente tranquilla.
Il giorno dopo, Macfarlane era assente dalla lezione, e Fettes fra se, lo
immagin occupato ad accompagnare Gray da una taverna all'altra.
Appena fu suonata l'ora, egli si spost da una locanda all'altra, in cerca
dei suoi compagni della notte, ma non li pot trovare in nessun posto e
torn nella sua stanza, and subito a letto, e dorm il sonno dei giusti.
Alle quattro del mattino fu svegliato dal noto segnale.
Sceso alla porta, fu molto sorpreso di trovare Macfarlane col suo calesse,
e sopra uno di quei lugubri involti che conosceva tanto bene.
- Come ! esclam. Sei stato fuori da solo? Come hai fatto
Ma Macfarlane lo fece tacere ordinandogli sgarbatamente di fare quanto
era necessario.
Quando ebbero portato il corpo su per le scale e lo ebbero piazzato sul
tavolo, Macfarlane si mosse come per andarsene.
Ma poi si ferm e sembr che esitasse; poi disse:
- Faresti meglio a guardargli la faccia, disse con un certo imbarazzo.
Poi lo ripet, perch Fettes era rimasto immobile e stupito.
Ma come, e dove, e quando te lo sei procurato ? esclam
Guardagli la faccia, fu la sola risposta.
Fettes esitava; strani dubbi lo assalirono.
Guard il giovane, poi il corpo, e poi di nuovo il giovane.
Finalmente, fece ci che gli veniva ordinato.
Quasi si era aspettato quel che videro i suoi occhi, eppure lo shock fu
crudele.
Vedere, fisso nella morte e nudo, in un grossolano sacco di tela, l'uomo
che aveva lasciato ben messo e rimpinzato di cibi e di vizi sulla porta di
una taverna, risvegli nell'incosciente Fettes il terrore della coscienza.
Due persone che egli aveva conosciute erano arrivate ad essere distese
su quella gelida tavola.
Ma questi erano pensieri secondari.
La sua prima preoccupazione riguardava Wolfe.
Non os incrociare i suoi occhi, e non trov voce che gli obbedisse.
Fu Macfarlane stesso a fare il primo approccio.
Venne da lui, e gli pos con gentilezza una mano sulla spaJla.
Richardson, disse, potr avere la testa.
Richardson era uno studente che da tempo desiderava di avere quella
parte del corpo umano per sezionarla.
Non ci fu risposta, e riprese:
- Parliamo d'affari, tu mi devi pagare; tu lo sai, devi essere in regola.
Fettes trov un filo di voce, lo spettro della sua voce:
- Paga... grid. Pagarti per questo ?
S, certo, devi, ripet l'altro.
Anche questo un caso come quello di Jane Galbraith.
Pi le cose sono complicate, pi dobbiamo sistemarle.
Dove tiene il suo denaro il vecchio K. ?
- L... rispose Fettes con voce rauca, accennando a un angolo.
Dammi la chiave, e una mano.
Fu un attimo d'esitazione, e il dado fu tratto.
Macfarlane represse una contrazione nervosa, segno di gran sollievo,
quando si sent la chiave fra le dita.
Apr, ne trasse penna e inchiostro e un libro di note in uno scomparto,
e prese il denaro nel cassetto.
- Ascolta, disse l'altro con calma.
Il pagamento stato fatto, questa la prima prova della tua buona fede,
il primo passo per la tua sicurezza.
Ora devi rinsaldarla con un secondo passo.
Segna il pagamento nel libro, e dopo, dal tuo canto, potrai sfidare anche
il diavolo.
I secondi che seguirono furono per Fettes un turbinio di pensieri; ma fu
il primo pensiero che trionf.
Ogni futura difficolt gli sembrava potesse essere la benvenuta se poteva
evitare, subito, una lite con Macfarlane
Pos la candela che fino a quell'istante aveva tenuta in mano, e con una
scrittura ferma segn la data e l'ammontare della somma.
- Ed ora, disse Macfarlane, giusto che tu intaschi questa somma.
La mia parte io l'ho gi avuta.
A proposito, quando a un uomo di mondo capita un po' di grana, quando
ha un po' di scellini di pi in tasca... mi spiace di parlare di questo... ma
c' una regola di condotta in questo caso.
Niente divertimenti, niente acquisti di costosi libri scolastici, restituzione
di debiti...
- Macfarlane, cominci Fettes con una voce ancora rauca, mi sono messo
la corda al collo per farti piacere.
- Per farmi piacere ? grid Wolfe. Oh, via !
Tu hai fatto a quanto mi pare, ci che semplicemente dovevi fare per la
tua legittima difesa
Immagina che io possa trovarmi nei pasticci, tu, dove saresti ?
Questa seconda piccola faccenda scaturisce chiaramente dalla prima: Mr
Gray la continuazione di miss Galbraith.
Non puoi mica cominciare e poi fermarti.
Se cominci, devi continuare; questa la verit.
Non ci si ferma, nel delitto.
Una forte sensazione di orrore e di forza del destino s'abbatt sull'anima
dello studente.
- Mio Dio, esclam, ma cosa ho fatto io? E quando mai ho cominciato?
Essere fatto assistente di corso... cosa c' di male in questo ?
L'incarico era necessario: bisognava farlo.
Potrebbe esserci lui ora, dove ci sono io ?
- Mio caro amico, disse Macfarlane, sei proprio una donnetta !
Che ti capitato? che male pu capitarti se stai zitto ?
Dico, ragazzo, sai cos' la vita? Ci sono due specie di uomini: i leoni e
gli agnelli.
Se sei un agnello finirai anche tu su quella tavola, come Gray o la Jane
Galbraith; se sei un leone, vivrai e andrai a cavallo, come me, come K.
come tutti coloro che hanno un tantino di cervello e di coraggio.
All'inizio ti sentirai un po' scosso.
Ma guarda K. ! mio caro amico, tu sei intelligente, tu hai coraggio, tu mi
piaci, e piaci anche a K.
Tu sei nato per andare forte e se ho un'esperienza di vita, ti dico che fra
tre giorni riderai !
Macfarlane se ne and e corse via col suo carrozzella per essere al sicuro
prima che facesse giorno.
Fettes rest dunque solo e corrucciato.
Vedeva il pericolo, era coinvolto, vedeva con indicibile orrore che non era
una sua debolezza e che, a forza di concessioni, era complice del destino
di Macfarlane.
Avrebbe dato il mondo, ora, per esser stato pi coraggioso al momento
giusto; ma non pens affatto di dover essere coraggioso.
Il segreto di Jane Galbraith e la ricevuta nel registro gli avevano chiuso
la bocca.
Passarono le ore; gli studenti cominciarono ad arrivare; le membra del
povero Gray furono distribuite all'uno e all'altro, e ricevute senza alcun
commento.
Richardson fu felice di avere la testa; e prima che suonasse l'ora Fettes
tremava di esultanza vedendo la salvezza.
Per due giorni egli continu a spiare, con gioia sempre crescente, quel
andamento.
Il terzo giorno Macfarlane fece la sua comparsa.
Era stato male; ma si rifece del tempo perduto con energia.
Al Richardson in particolare fu prodigo di consigli, e quello studente,
incoraggiato dall'aiutante, si lasci andare ad ambiziose speranze, e
gi si vedeva una medaglia al merito scolastico fra le mani.
Prima che la settimana fosse finita, la profezia di Macfarlane si fece.
Fettes aveva vinto i suoi terrori e aveva dimenticato tutto.
Il suo complice veniva di rado.
S'incontravano, certamente, per le incombenze, e ricevevano assieme
gli ordini di K.
Di tanto in tanto scambiavano qualche parola in privato, e Macfarlane
era sempre, alla fine, particolarmente gentile e gioviale.
Ma evitava ogni riferimento al loro segreto comune; ed pure Fettes gli
sussurr che anche lui si era messo coi leoni, ma egli si limit a fargli,
sorridendo, un cenno di stai tranquillo
Alla fine si present un'occasione che li un ancora pi strettamente
Mr. K. era di nuovo a corto di soggetti, e faceva parte del suo orgoglio
d'insegnante esserne sempre provvisto.
In quegli stessi giorni si seppe la notizia di una sepoltura nel cimitero
di campagna di Glencorse.
Il tempo ha cambiato poco il luogo: era, come oggi, in una localit un
p appartata, lontana dalle case, nascosto profondamente fra i cedri.
I belati delle pecore sulle colline, i ruscelli e il rumore del vento fra i
castagni, e una volta alla settimana il suono della campana e i salmi
del cappellano erano i soli suoni che rompevano il silenzio attorno alla
cappella di campagna.
L'uomo della Resurrezione, per usare un modo di dire di quel tempo,
non doveva essere disturbato da nessuna cerimonia abituale.
Doveva disprezzare le vecchie tombe, le offerte e le lapidi.
In quei luoghi rustici dove il sentimento pi tenace che altrove e dove
i legami del sangue o dell'amicizia uniscono l'intera popolazione di una
parrocchia, un profanatore, lungi dall'essere timorato, era attratto dalla
semplicit e dalla anonimit del cmpito.
Per i corpi che erano stati posti nella terra nella lieta attesa del risveglio,
giungeva invece, una furtiva e orrenda resurrezione, quella della vanga
alla luce di una lampada,
La bara veniva profanata, gli abiti del lutto tolti e le tristi reliquie chiuse
in una tela, e, dopo aver subito per ore il frastuono di scure strade fuori
mano, venivano infine esposte al ludibrio davanti a una classe di giovani
sbadiglianti.
Come due avvoltoi che piombano su un agnello, Fettes e Macfarlane era
no pronti a gettarsi su una tombadi in quel verde e tranquillo luogo.
La moglie di un contadino, una brava donna che era vissuta sessant'anni
ed era nota solo per il suo burro e per essere timorata di Dio, stava per
essere strappata alla sua tomba a mezzanotte e portata, morta e nuda,
nella lontana citt.
Il suo sepolcro doveva rimanere vuoto fino al giorno del giudizio; e il suo
corpo innocente e venerando esposto al patologo.
Il pomeriggio sul tardi, la coppia si avvi, riparata da mantelli e provvista
d'una buona bottiglia.
Pioveva a catinelle, una pioggia fredda, fitta, sferzante.
Di tanto in tanto si levava un colpo di vento, in una di acqua cadente.
La bottiglia scolata, fu un tragitto mesto e silenzioso fino a Penkik, dove
avrebbero passato la serata.
Si fermarono prima per nascondere i loro arnesi in un fitto cespuglio.
Quando ebbero raggiunto la destinazione, e la carrozzella fu riparata e il
cavallo messo nella stalla, i due giovani dottori fecero onore a quanto di
meglio c'era in fatto di cibi e di vini.
La luce, il fuoco, la pioggia che batteva contro la finestra, aumentarono il
piacere del pasto.
L'allegria aumentava a ogni birra e a un certo punto Macfarlane allung
verso il compagno un pezzo d'oro.
Un regalo, disse. Fra amici...
Fettes si mise in tasca il denaro, e approv.
- Siete un filosofo ! esclam, prima di conoscervi lo ero pure io. Fra voi
e K. gran demonio, di me farete un uomo.
Certo che ci riusciremo, conferm Macfarlane.
E gi, ci voleva proprio un uomo a darmi una mano, l'altra notte.
Ci son certi quarantenni vigliacchi e vanagloriosi, che sarebero svenuti a
vedere quel morto; ma non voi... voi avete la testa giusta.
E perch non dovevo avercela ? si vant Fettes.
Da una parte non ci avrei guadagnato nulla e dall'altra potevo contare su
una riconoscenza, la vostra, no ?
Cosi dicendo batt sulla tasca, e le monete d'oro tintinnarono.
Mcfarlane prov una certa inquietudine a quelle parole.
E si pent di aver dato tanta confidenza a quel giovane, ma non riusc a
interromperlo perch l'altro continuava a vantarsi.
- L'importante di non aver paura.
Ora, detto fra noi... questo chiaro; ma, a ogni modo, Macfarlane per
certe cose ho sempre avuto un certo disprezzo, l'Inferno, Dio, Diavolo,
giusto; ingiusto, peccato, delitto e via dicendo... roba per spaventare i
bambini, ma che gli uomini di mondo, come voi e me, disprezza.
E ora bevo a Gray.
Si stava facendo tardi.
La carrozza, secondo il previsto, fu parcheggiata davanti alla porta, con
i fanali accesi; i due giovani pagarono il conto e si misero in cammino.
Dissero che erano diretti a Feebles, e infatti seguirono quella strada fino
alle ultime case della citt; poi, spensero i fanali e cambiarono percorso,
seguendo una strada secondaria in direzione Glencorse.
Non si udiva altro rumore che quello della pioggia.
Era buio; qualche pietra miliare li guid traverso la notte; ma per lo pi
procedevano a tentoni, in mezzo all'oscurit.
Nei boschi che circondavano il cimitero, l'oscurit era assoluta, necessit
di acendere le lanterne della carrozza.
Erano ambedue esperti in simili faccende.
Erano prossimi alla fine della loro incombenza e giudicarono pi prudente
un intrusione nell'oscurit.
La tomba fu rotta e aperta; il corpo fu cacciato da entrambi sul carrozza;
uno, preso il cavallo per il morso, lo guid finche raggiunsero la strada.
Dopo di che presero l'andatura e cominciarono a correre verso la citt.
Macfarlane pronunci qualche battutaccia di cattivo gusto sulla moglie del
contadino, ma le parole gli suonavano false, e le sent cadere nel silenzio.
Un brivido cominci a vagare nell'anima di Fettes.
Diede un'occhiata all'involto e gli parve pi voluminoso di prima.
I cani delle fattorie accompagnavano il loro viaggio con dei ululati; e
si insinu nella sua testa, il pensiero che i cani latrassero terrorizzati
dal loro empio commercio.
In nome di Dio, disse con grande sforzo, accendiamo le luci ora.
Macfarlane era dello stesso parere, e, senza dire una parola, ferm il
cavallo, pass le redini al compagno e si diede da fare per accendere
la lampada.
Non erano arrivati oltre l'incrocio di Auchenclinny.
La pioggia cadeva come se dovesse tornare il diluvio universale, non
si scorgeva una luce in quel miscuglio d'acqua e d'i tenebre.
Quando la fiammella azzurra cominci a diradare il buio formando un
raggio di vago chiarore attorno alla carrozzella, fu possibile di vedersi
e di vedere la mercanzia che avevano con loro.
La pioggia aveva modellato il sacco attorno al corpo, e la testa era ora
ben distinta dal tronco, si vedeva il contorno delle spalle; qualcosa di
spettrale e al tempo stesso di umano : era il loro lugubre compagno.
Mcfarlane rimase per un po' immobile, reggendo la lampada.
Poco a poco, l'orrore di ci che non poteva essere, cominci ad affluire
verso il cervello.
Stava per dire qualcosa. Ma il suo compagno lo ferm.
Questa non una donna, disse Macfarlane, in un sussurro; eppure era
una donna quando l'abbiamo messa dentro, bisbigli, reggi la lampada.
Voglio vedere il viso.
Quando Fettes afferr la lampada, il suo complice sciolse la corda del
involucro e rivel la testa.
La luce rischiar la testa, e un viso familiare ai due giovani.
Un urlo selvaggio echeggi nella notte; tutti e due si alzarono dal sedile
e finirono dabbasso; la lampada cadde, si spense, e il cavallo, impaurito
dall'accaduto in un balzo, part al galoppo verso Edimburgo, portando il
corpo di Gray, defunto, e sezionato.

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