Sei sulla pagina 1di 21

Paradisi fiscali e mancato sviluppo dei paesi poveri

Corso di Sociologia delle relazioni internazionali e etica nei rapporti finanziari internazionali Prof.ssa Barbara Bonciani

Come possiamo definire un paradiso fiscale?


Un paradiso fiscale uno Stato la cui normativa riguardante la fiscalit, il settore bancario e/o finanziario consente di attirare grandi masse di capitale grazie a condizioni particolarmente agevolate.

Quali condizioni?
Generalmente, nei paradisi fiscali si riscontra un regime di imposizione fiscale molto basso o assente che rende conveniente stabilire in questi Paesi la sede di unimpresa (es. societ offshore ), oltre a regole particolarmente rigide sul segreto bancario che consentono di compiere transazioni coperte.

I paradisi fiscali

Nel corso degli ultimi trentanni, grazie alla liberalizzazione finanziaria che ha incoraggiato lassenza di controllo sui movimenti di capitale su scala internazionale, il numero dei paradisi fiscali cresciuto in modo vertiginoso. Secondo le stime realizzate da alcuni organismi internazionali, il numero dei Paradisi fiscali oscillerebbe fra i 60 e 90. Questi sono localizzati in tutte le aree del mondo (Asia, Americhe, Europa, Africa).

Caratteristiche principali di un paese offshore

La non presenza di un imposizione fiscale diretta. Se esiste, questa deve mantenersi su livelli molto bassi.

Non ci devono essere restrizioni sulluso della valuta straniera, o sui movimenti di capitali dentro e fuori il paese.
Ci devono essere garanzie sulla riservatezza dei clienti. Deve trattarsi di un Paese caratterizzato da stabilit politica (ci avvantaggia le piccole isole). Devono essere presenti professionisti in grado di prendersi cura degli affari. La forza lavoro deve essere ben istruita e parlare correttamente la lingua inglese.

Caratteristiche principali di un paese offshore

Devono essere presenti infrastrutture adeguate, sia nel campo dei trasporti aerei, sia in quello delle telecomunicazioni, nonch dellaccoglienza alberghieri. Non devono essere presenti scandali che macchierebbero limmagine e la stabilit politica del paese.

Il giro daffari dei paradisi fiscali

Secondo le stime fornite dalle organizzazioni internazionali, il giro daffari annuo dei paradisi fiscali di circa 1.800 miliardi di dollari:

1. Il 40% riguarda capitali provenienti da traffici di criminalit organizzata, traffico darmi e attivit terroristica. 2. Il 45% proviene da capitali di pianificazione fiscale provenienti prevalentemente da societ multinazionali. 3. Il 15% proviene da corruzione e saccheggi politici. LOCSE ha stimato che oltre il 50% del commercio mondiale passa per un paradiso fiscale.

Risparmio fiscale e riciclaggio

Le motivazioni principali per cui i patrimoni approdano nei paradisi fiscali sono principalmente due:

Il risparmio fiscale. Il lavaggio del denaro sporco.

Il risparmio fiscale

Le aziende, per stabilire dove insediare le loro produzioni, attuano un meccanismo che viene definito in termini di pianificazione fiscale. La pianificazione fiscale quel procedimento attraverso il quale le imprese studiano i diversi regimi di imposizione fiscale a livello mondiale, al fine di individuare i pi vantaggiosi.

La pianificazione fiscale

La struttura operativa utilizzata per massimizzare il risparmio fiscale costituita da una societ madre e da alcune societ figlie. La societ madre (societ controllante) ubicata in un paese ad alta tassazione, mentre le figlie (societ controllate) risiedono in qualche paradiso fiscale a tassazione leggera. La societ madre e le figlie operano fra loro in modo che la maggior parte dei costi gravino sulla prima (pi costi, meno base imponibile), mentre i ricavi siano a favore delle seconde (la base imponibile aumenta, ma i tributi pesano poco). In un secondo momento, distribuendo i dividendi ai soci, le societ controllate faranno tornare il reddito alla societ controllante (madre).

Il riciclaggio del denaro sporco

Il riciclaggio del denaro sporco avviene grazie alla presenza dei paradisi fiscali. Questo si articola in tre fasi: In una prima fase, il denaro proveniente da attivit illecite entra nel circuito legale. I sistemi sono diversi, uno dei pi semplici prevede il frazionamento dei capitali in piccole somme, meno sospette, da versare in diversi conti bancari in giro per il mondo. (Questa la fase in cui il denaro pu essere pi facilmente rintracciato dallautorit giudiziaria).

1.

2.

Dai conti aperti, nasceranno altri conti, questa volta aperti in centri off-shore, refrattari a fornire informazioni in caso di indagini giudiziarie.
Attraverso societ di comodo costituite nei paradisi fiscali, il denaro viene reinvestito in modo legittimo, in immobili, catene di ristorazione, partecipazioni azionarie etc

3.

Paradisi fiscali e pvs: Un legame stretto

La comunit internazionale ha iniziato a riconoscere limpatto dei flussi finanziari illeciti sullo sviluppo dei paesi pi poveri.

Una percentuale tra il 30 e il 35% rappresentata dalle attivit criminali, a partire dai traffici di droga e armi.
circa due terzi dei capitali illegali legata alla componente commerciale. La percentuale pi importante di quest ultima quella dovuta allabuso della pratica del transfer pricing.

Paradisi fiscali e pvs: Un legame stretto

Sono in molti ad affermare che i fenomeni di elusione fiscale resi possibili dai paradisi fiscali, rendono vani gli effetti della cooperazione internazionale nei PVS. I Paesi ricchi destinano ai paesi del sud del mondo circa 100 miliardi di dollari lanno per finanziare progetti di cooperazione internazionale. Secondo il rapporto Social Watch, gli stessi paesi del sud, perdono ogni anno una cifra compresa fra i 500 e gli 800 miliardi di dollari a causa della fuga di capitali. La maggior parte di questi soldi finisce nei forzieri delle banche occidentali o in qualche paradiso fiscale.

Un meccanismo di funzionamento dei paradisi fiscali:

Una multinazionale con sede in un Paese occidentale (A) produce scarpe. La produzione di scarpe avviene materialmente in un Paese del sud (C), ad un costo di 10 dollari, mentre il prodotto finito viene venduto ai consumatori del Paese A per 100 dollari. Se il passaggio avvenisse direttamente da C ad A, limpresa dovrebbe pagare le tasse sui profitti previste dalla legge vigente nel Paese occidentale A (in questo caso, semplificando e trascurando gli altri costi, su 100-10= 90 dollari).

Un meccanismo di funzionamento dei paradisi fiscali:

Al fine di non pagare queste tasse, limpresa costituisce una filiale in un paradiso fiscale (B). A questo punto, la ditta del paese C vende alla filiale B le scarpe per 10 dollari. La filiale B rivende a sua volta alla casa madre in A per 100 dollari. Questo significa che il profitto di 90 dollari stato realizzato nel paradiso fiscale B, dove non esiste una tassazione dei profitti. La casa madre A compra dalla filiale in B e rivende le scarpe al consumatore finale sempre a100 dollari, senza alcun utile, quindi senza pagare tasse.

Il transfer pricing
Una definizione per transfer pricing si intende il complesso di

tecniche e procedimenti adottati dalle imprese multinazionali nella formazione dei prezzi relativi alle cessioni di beni ed alle prestazioni di servizi che intervengono tra le diverse entit del gruppo operanti in Stati diversi.
(C.Garbarino.,1999 transfer pricing, in Digesto delle Discipline Privatistiche- Sez Comm.le, Vol. XVI, Torino).

Il transfer pricing

Si tratta di una politica dei prezzi che viene sempre pi utilizzata dalle multinazionali con societ dello stesso gruppo localizzate in paesi diversi. Gonfiando o diminuendo ad arte i prezzi (in maniera fraudolenta) possibile per unimpresa multinazionale aggiustare i propri bilanci in modo da far risultare in perdita le filiali situate nei paesi ad elevata tassazione, mentre i profitti saranno concentrati nei territori a bassa tassazione e nei paradisi fiscali.

Il transfer pricing

In sostanza, la multinazionale, per concentrare il pi possibile lutile nello stato a pi bassa pressione fiscale, pu fissare un pezzo di vendita (anzich lasciarlo determinare dalle condizioni di mercato) del bene o del servizio della societ ubicata nel paese a bassa fiscalit, molto elevato. In questo modo il profitto si concentra nel paese a bassa pressione fiscale e nello stesso modo il prezzo risulta tale che se rivenduto dalla societ ad un paese dove le tasse sono pi alte, il ricavo (prezzo a cui stato venduto prezzo a cui stato acquistato dalla societ del paese a bassa fiscalit) sia piuttosto basso e quindi gli utili ottenuti siano pochi su cui pagare le tasse che di conseguenza saranno di importo basso.

Evasione fiscale e sottosviluppo

Levasione fiscale globale una delle principali cause della povert e del fallimento della spesa per finanziare lo sviluppo. Le responsabilit devono essere ricercate sia nei Paesi del Nord che del Sud del mondo. La rivista The Economist nel 1999 ha affermato che i leader africani detengono nelle banche svizzere fondi per 20 miliardi di dollari: una cifra superiore per il 30% a quanto i Paesi dellAfrica SubSahariana spendono per il servizio sul debito.

In che modo i paradisi fiscali colpiscono le economie dei Paesi pi poveri?

Il segreto bancario e la mancanza di trasparenza sono una causa diretta di povert e miseria. Questi, permettono e facilitano levasione fiscale e la fuga di capitali al di fuori dei Paesi pi poveri. Favoriscono gli interessi delle ristrettissime lite locali che possono sottrarre, per interessi privati, somme rilevanti e fondamentali che dovrebbero essere rivolte ad assicurare la realizzazione di politiche sociali. La stessa segretezza facilita e rende possibile il riciclaggio di denaro e le attivit criminali (corruzione, traffici di armi, droga e materie prime). I paradisi fiscali contribuiscono ad alimentare linstabilit finanziaria e le crisi finanziarie che hanno impatti devastanti sulle economie dei Paesi del sud del mondo.

In che modo i paradisi fiscali colpiscono le economie dei Paesi pi poveri?

Le imprese multinazionali che eludono il fisco, grazie ai paradisi fiscali, esercitano una concorrenza sleale nei confronti delle PMI locali che non sfruttano gli stessi meccanismi. In questo modo, vengono illecitamente favorite le compagnie pi grandi, con maggiore esperienza in ambito fiscale che puntano sullexport, rispetto a quelle pi piccole, la cui produzione destinata ai mercati locali.

Un dato tutto italiano

Nei primi cinque mesi del 2008, la Guardia di Finanza italiana ha scoperto allestero basi imponibili reddituali non dichiarate per 1,2 miliardi di euro, una cifra che corrisponde al 63% di quanto accertato complessivamente nel 2007.

Potrebbero piacerti anche