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['^i
^%^
f'K*'
'j4
VOLGARI
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTE SU
I
TESTI A
PENNA
EDIZIONE PRIMA
VOL. IX.
FIRENZE
PER
I G.
M OU T I E R
UOQCCJOUXl.
Col benigno Sovrano rescritto del d 9 Giugno \^i6yfu conceduta ad Ignazio Moutier
la privativaper anni otto della stampa delle
Pl
V.9
A^
IMPRESSO CON
I
TORCHI
DELIA
STAMPERIA MAGHERI
LA
DI
GIOVANILI BOCCACCIO
NUOVAMEMTE CORRETTA SU
I
TESTI A PENSA
PER
IG.
MOUTIER
i83i.
%
%
'TTiSSi^lSitlS^SI)
N,
el
hiente emendata su
manoscrltli
e con
grandissima
un breve
osser-
cenno per
istruire
il
da
.
me
noto ge-
1'
antiche edizioni di
poema
giacch
un
piccolissimo
numero
di
Da
,
che pochissimo
tica del
Boccaccio
liana
studii
conviene
si
fatti
la
Bench
,
sia
ornai fuori di
del tre-
principio
i
che
,
gli
scrittori
i
cento
e specialmente
toscani
,
siano
veri fonda-
pure
vi
son sempre,
come
sono
stali,
ma
Fra
il
vero ha sempre
delle persone
i
Boccaccio
,
ma non
si
il
suo De-*
camerone
VI
amore per
critica
degli antisottile
una
pi ragionata e
ne
curate edizioni
bench
io sia lungi
affermare
stalo fatto
non
risenta forse di
nuovi
La ma-
stampe
,
le
storpiature e gli
fa
un
singoiar contrasto
con
il
bero che
fossero riprodotte
,
con
sosti-
tuendo cio
d' uso
,
modi
di dire
fuori
le voci e le
forme
dell'
odierna scrittura
bile
chiunque
attenti
riproducen-
modo
mato
ra-
norma
di nostra lingua
unico
.
comun patrimonio
degli antichi classici
E
SI
gli editori
convincano
tenersi nelle
che il pi retto e vero principio da nuove ristampe quello che ha per uni1'
co scopo di riprodurre
consultando sempre a
si
preferenza
manoscritti che pi
,
approssimano
al
tempo
tri
o intralciato, e anche
alcuna a
aggiungere o
.
-variare cosa
proprio capriccio
re nella
Questo
stampa
,
le \oci tutte
ginalmente
non
,
trovano scritte
antichi
non
e
conoscevano
1'
ortografia
e
,
nostri
buoni
scrittori
,
ma
scrivevano male
vediamo
men
di-
eulte
onde
chiaro convenire
tro-
vano erroneamente
scritte
e di soccorrere la scrittu,
quello
V intelligenza
Non mi occuper
amore
di brevit
,
del Boccaccio
per
ma
eseguita in
Milano per
Silvestri nel
8 ig. Questa
un codice
,
gi appartenuto al conte
tratta
Camposampiee confrontatala
ro
il
quale ne aveva
testo a
copia
con altro
Ravenna,
e con
i^^^>
cesconi
bibliotecario dell'
R.
va
1'
editore
,
si
accinse a stamparla
deliberando,
com'
l'
egli dice
edizioni e de'
penna
ma
1'
opera riuscendo
Cam
YIII
posarapier
Ma
disgraziataraente
non
si
avvide che
madre
se
non un aborto
Se
e cosi
appunto
lo stamgli
era-
no
state
comunicate avrebbe
fatto
il
certamente opera
codice
Camposamche
la
plero infedele
bench
io
dubbio
nell'
mano o
,
poco fedele
fatto
Di
an-
sono tante e
alterazioni
che
s'
incontrano
gli
Teselde
che
io oserei credere
che
molti sbagli siano derivati da una troppo ardita pratica dell' editore di variare a
gli
e forse
il
anche
codice, piut.
che
attribuirli tutti
all'
antico
alla
emanuense
di cui
non denigrare
,
fama
gode
codice Camposampiero
1'
che
:
io
per
ma
fatto
quanto di sopra ho
asserito
baster
io
una nota
1'
che
s'
incontrano fra
edi-
tlel
1819
legge
codici leggono:
Forse ver
Greci assai
1.
O. i3. V.
1.
wrf
questo
codici:
questo scotto
0. a6. V.
5,
Non
seide
,
Te*
bisognava ricorrere
ai
pi
auticlii e corretti
29
el Jiaro
edizione milanese
un Impasto
II
di conlrosensl, rlpocl-
confronto.
L'Edlizlone lllanrse
Che morte a
Ched e* non si stimar di qual semenza Che lor nascemmo , ma come da mostri
Da
Cerri y o ver
da grtte partorite
poco gradite
.
Eravamo da
lor
Codici
Ne
vi
Che morte
Che non stimavan che d'' egual semenza Che lor nasce$sim f ma come da mostri
Da
querce
Eravam poco
E L.
Duhilo
I.
O. 5i. V.
che
il
7.
sia chi
che sia,
assai
codice
me
te-
dull leggono;
che un
uom
chi di'
e^ si
sia,
Veggasi l'Ottava 38. del lihro slesso in cui \i sono importanti correzioni.
irar.
E
all'
L.
O. 40- V.
8.
che invece di
si
Leandro
leggeva a?Z'e-
E
i
al riso,
MONTI
iV
di
un
E
4.
O. 5o. V.
6.
le
cho
gni invece
ingegni. O. 55.
povero
Glauco
O. 60.
v.
cangialo in
il
Giove,
yretbo litare
Dante e da
altri antichi,
fra quelli
facilita.
Due
priacipalmente furono da
decimo
me
O. 61.
V.
61.
vi faccian
fuggire?
vi
deve leggersi:
la forza
s*
E uggitevi di qui
E
E
un
Marte non a
donne ^
avviene y
delle vostre
armi
sgrida
vi spogliale^
i
Teseo che
adietlivo
suoi
Sembrer
femminino
ai soldati greci,
Fuggitevi di
,
Marie pi che a
donne
sovviene
e delli
buoni trecentisti,
invece di perveniamo, o
s
pervegnamo
O. 94.
2.
O. 90.
6.
invece di
Emergenti
V. 5.
casi.
v.
dando. O. 96.
Tedine
il
Cerco
in luogo di
v.
confronto. O. 106.
.0.
5.
8.
Chiedendo cornano
mano,
ci
O
,
116.
V. 5.
la
regina delle
Amazoni che
parla.
Non
teo
r.li
giammai passare
)
al nostro porto;
Ma perch:
Come
non
son
(i
nia-
non
ci
ha ascollate.
Come
ci
leggersi:
non sarie
stato ardito
Ma
tisi
ha assaltale.
sediate. L'
O. 123.
Madonna
di
(e
no
che
il
discorso indirizzato
di
Ornai donne. O.
preser pos-
127.
V. 7.
come era
stala
sesto verso
cosa ridicola
il
il
leggere che
che
si fare
Ristorando
era auto.
re che
si
Non
si
fare, e di fatto
le
donne sapea-
no or che
eie.
questo basii
la
sua
milau
se e la
prego
prender
1
di
mira piincip^lmenle
notate. Libro
IL
Oliava
2. 5. 8. il. 17.
20
21. 22.
26 28. 29.
5o. 35. 46. 47. 49. 53. 57. 6i. 65. 70. 73. 74. 75. Sj. 97. 98. 99.
all'
ambidue apparte-
il
cui bibliotecario
goli
amantissimo com'
il
egli di nostra
,
lingua
non
solo ne permette
libero studio
ma
con amichevoli
.
all'
impresa
Il
primo
segnato di N. 10^7
scritto a
un codice cartaceo
con
in foglio
j
due colonne
si
nel principio
legge:
no di Giovanni Tolosini
Giennaio \\i\,
naio \/\\i,
\J
altro
,
Cominciato a d ri di
in fine; Finito
composto di pagine
92 numerate.
N.
,
un codice cartaceo
in foglio segnato di
io56 e bench il suo copiatore non fosse toscano come appare dalle frequenti storpiature delle voci
pure
il
testo proviene
Vi
7.
10. i3. 17. 25. 3i. 52. 33. 40. 5o. 62. 66.
1. 2. 8.
IV Oliava
61. 63. 66. 68. 72. 80. 81. Libro V. Ottava 6. i3. 21. 22. 24. 25.
26. 46. 48. 61. 55. 61. 64. 67. 69. 71.75. 76. 79, 89. 97. 99. io3. Libro VI. Ottava jo. ii. 14. 20. 24. 25. 28. 29. 3o. 32. 34. 40.
47. 54. 56. 57. 62. 69. 79, Libro VII. Oliava
1.
24
3o. 33. 34. 43. 45. 49, 57. 58. 65. 66. 72. 73. 74. 75. 80. 82.
87. 94- ^^' 100' 106. 107. 109. 110. 116, 118
12. i3.
69. 70. 71. 73. 77. 78. 81. 84. 87. 95.96, io6. 114. 120. 127. Libro IX. Ottava 5. 6. 19. 24. 3o. 35.
ione milanese) 5l, cbe
to fino alla fine del
la
(
5o
nell'
nono
X. Ottava
7.
i5. l8.
XL
49. 54. 63. 68. 69. 90. Libro Xll. Oliava 7. 14. 17. 36. 72. 79.
dellai
mano
niedeslnift
che
scrisse
il
:
testo
le
mitologiche
bench
in scarso
E quando
,
Teseo
caccio
seide
, ,
et.
poema
del Boc-
ma
pagina 127
met
perch
alla
intitolato la
Tluffianella
che
Di questa pi che
Boccaccio se ne leggono
soltanto
La
XV
,
poco
codici
inoltrato.
Di molta
N. io58
mi sono
due
ric-
slati altri
MS.
e particolarmente altri di
,
cardiani
uno segnato
cartaceo in foglio
di pagine
149, del
e turchine
secolo
XV
inoltrato,
e l'altro
N. 2733
ziali rosse
scritto
da Fruosino di Cece
Il testo di
da Verrazzano essendo
i48
I
,
come
in fine
si
legge
,
questo
MS.
sufficientemente corretto
poesie di diversi
Tutti
codici da
me
riscontrali
non hanno
,
l'ottava
47
del libro
IX
,
di questa edizione
voluto torre
al
ottava
44
niello stesso
li-
bro
la
Bench
Teseide
abbia impiegato
all'
emendazione della
,
tutta la
non
quali
mi
nostra
sark
lingua
che se
la
Teseide da
me
riprodotta non
autore
se
i
mettevano
ho
fatto
uso
il
iFH^maiisiss
GIOVANNI BOCCACCIO
DA CERTALDO
le felicit trapassaio
nella miseria
vedendomi dove
sono
mi
sleno
non m'
pertanto
discaro
il
del
Donna
*,
la piacevole
immagine
bellezza
la
quale
pi possente che
mento
di s e di
:
Amore, giovane
di anni e di senno,
7iii
mi
fece soggetto
intero
animo contemplando
BOCC. LA TESEIDE
LETTERA
figura essere
umana
che essa
il
suo
effetto
ne porge
gli
ella
con
occhi
nel
mezzo
delle
mie pene
,
ingannando
cuore
,
soavit
1'
afflitto
gli fa
re , e in quello di s
umilissimo
il
quale
mi
dice
questa quella
i
Fiamac-
metta
cese
,
la
nostri
gran parte
quanto
allora
me
me
stati
togliendo di mente pi
,
parendomi
ini merito
.
tem-
li
,
quali
io
non
felici
sento consolazione
certo se
non fossono
le
m' ha
circondato
ma
mille in
ogni piccolo
momento
,
provate mi spronano
io credo
contemplane
do
quasi
gli
mia beatitudine
appena
,
che
quantunque
sia stato
,
lungo lo spazio
io
essere stato
mi pare quale
,
rimanga
Amore
il
che
ansiate
il
pu vedere :
quale
non mi abbandona
,
N
,
possono n po-
tranno
le
cose avverse
nell'
il
spegnere
diante
quale
me-
la vostra
fervente che
com*
fui,
io
Vero
ora
ALLA FL\MMETTA
infelicissimo
3
,
mi
ritrovo
,
di tanto
io
solamente appagato
clie torre
,
ami 5 postoforse
rifiutate
il
:
mio amarvi
e tanto
mi hanno,
la-
a questo
le cose traverse di
conoscimento
sciato,
che
si
io sento
durezza
viace, e merita
me
avverr;
me
de
acciocch
ricorio vi
altra
r opera sia verissimo testimonio alle parole, dandomi che gi ne' di pi felici che lunghi
sentii
e talvolta di leggere e
le
una e
storia, e
massimamente
che
tutta
acciocch
tediosi
di pensieri pi nocevoli );
,
come
il
volonteroso servidore
il
co-
mandamento
maggiore
ma
:
quello
una antichissima
nifesta
,
storia
la
e al
pi delle genti
non ma,
bella
si
per
si
che
d'amore, e
bili
in latino
mente
a voi
che
gi
con
sommo
titolo le
mie rime
esaltaste,
fu
dell' altre
desiderando di piacervi
voi sia compilata
.
,
ho
due
ridotta.
manifestano
L' una
si
che ci
4
che sotto
11
LETTERA
nome
si
dell'
uno
de'
due amanti e
della
giovine amata
e io a voi di
me
e voi a
me
di voi (se
,
non mentiste)
.
e detto in parte
clic
Quale
de'
,
due
si sia
ve ne
avvedrete
ij
vi fossono,
re
'1
ne sono cagione
il
terra
e quale sia
poi
,
la vita
mia
.
vostro
storia
,
discernere
L*
il
non aver
cessata n
altra
guisa
ma
perocch per
intelletto
al-
turba dell'
il
conosco
;
libero
mi
1'
concessi
,
porle a
al-
mio
letta
piacere
e acciocch
,
opera
la
quale
non
sia
prima
rincresciuta
la
che
vo-
stra
1'
mente
vederla*,
,
se
le
gi
dette
cose
non
avessono disposta
sotto brevit
1'
sommariamente
la
opera vi pongo
conte^
nenza
Dico adunque
gioin-
A reit
,
Palemone
lei
come
combattessono,
mi parve da dimostrare
venisse
,
onde
la
donna
,
fosse, e
come ad Atene
come
ALLA FIAMMETTA
laonde
se
,
siccome promesso
v'
bo
,
due
ne pongono 5 e primamente
,
dopo
invocazione
predetta
disegnato
,
il
tempo
cose furono
la battaglia fatta
,
rema
delle
Amazzoni
e la cagione di
procedendo
,
oltre
lei
come
Te-
e con
insieme
:
Emi,
men ad Atene
la
quivi
accioccb onde e
aperto
,
come
sia
della
quale seguita
la cagione
,
fatta
premessa
si
disegna 5 e
,
come appare
due giovani
,
presi in quella in
vennono
,
Alene
in
dove e come da
quel
si
furono
e
^
come
tempo
legge
.
di Emilia
innamorassono
procedendo
alla
^
a'
pregbl
,
di
Perilo
ad Egina
e al suo
dimo-
con Teseo
,
rimanesse
come
si
cambiato nome
di Panfilo
discoprisse
come per
lo
ingegno
mostrando apveduti
,
essi
,
medesimi
1'
una
sacrificii
,
fatti
da loro e da E-
e chi vincesse) e
dopo
6
a tutte queste cose
trionfo
,
LETTERA
V infortunio
di Arcita
,
il
suo
la
liberazione di
Palemone
si
le sponsalizie di
Emilia
te
'y
e la
morte di Arcita
pongono interamened
Teseo e dagli
il
a seppellirlo
ste
e ultimamente
,
come Emilia
fosse
conceduta a
Palemone
finendo
si
trova
Le
e ciascuna per s
il
mia miseria
pure gravi
Ma
se
vi fosso-
no
le dette cose
,
e vincesse
la vostra alterezza la
mia
umilt
in questo
,
una cosa
dando ad
sola
addomando
clie
,
essa luogo
il
presente
,
piccolo libretto
poco presente
alla vostra
,
grandezza
ma
'1
grande
alla piccolezza
mia
tegliate
Questo
se
fate,
cagione
pensando che
in quelle dilicate
,
mani
nelle
una
delle
mie
cose alcu-
na volta pervenga
se quella grazia
,
la
non
se
ne fosse andata
Ma
dubito
di
con ragione
quell'
uno che
,
sopra ho fatto
tenere
,
e che spero
siccome giusto
di ot-
gli altri
nocessero
,
conceduto mi rimanessi
mi
taccio ;
,
ultimamente
vi
diede
allorach io pri-
ALLA FIAMMETTA
miera mente yi vidi
che gik furono
a
,
,
7
sono
cbe se in
raccendendo in voi
la
spenta
fiamma
me
vi
renda,
inimica fortuna
m' ha
ARGOMENTO
GENERALE DI TUTTA V OPEllA
Nel primo vince Teseo le Amazzone Nel secondo Creonte cortamente ; Nel terzo Amore , reit e Pai emone Occupa // quarto mostra la dolente
Da
Di Arcita , e r altro il suo mortai dolore E V undecimo Arcita al rogo mena : ultimo Emilia dona alV amadort
ox
LA TESEIDE
LIBRO PRIMO
ARGOMENTO
La prima parte di questo libretto A cM 7 riguarda mostra apertamente La cagion che Teseo fece fervente A vengiar delle Amazzone il difetto
Mostrando appresso come discendesse Per viva forza ; e come combattendo Con quelle donne poscia le vincesse L' assedio poi alla citt ponendo ; come a patti Ippolita si desse Con pace lui per marito prendendo
Sorelle Castalle
D' intorno
Soltesso
al
F ombra
,
amate
Da Febo
Spero
d'
ornarmi
concediate
,
Le
quegli udite
come
voi dovete
10
LA TESEIDE
a
Rima
Tanto
I
di scriver
una
storia antica
senta
Dunque
si
fate
che
la
mia
fatica
,
fia lettore
.
Siate presenti
o Marte rubicondo
,
E tu Madre d' Amor col tuo giocondo E lieto aspetto e tuo Figliuol veloce
,
'1
mondo ;
E
Di
sostenete la
mano
e la voce
i
me
che intendo
E voi
il
dir presente
Forse verrk
com*
io spero
ancora
,
innamora
;
Che
Ne'
mente
egli scolora
suo seguace
doni pace
.
E come
dopo affanno
e'
LIBRO PRIMO
5
II
E questo
con
Comprenderete
D' Arcila Di
i fatti
udendo raccontare
e del
,
amenduni
Emilia bella
Tebani
,
Parenti essendo
,
vennero
d' essi
Amazzona
la
D' onde
1'
un
perde
persona
Fur donne
altera
E come
fr le nipoti di
Belo
,
Tututti freddi in
modi
libere
dispettosi
si
in colai
modo
fero
,, .
xa
LA l'ESEIDE
8
Recato adunque
co' ferri
,
ad
effetto
Lor mal
voler
voller maestra e
duce
,
Che
Ed N
Ma
donne che
'1
loco produce
d
La quale ancora che femmina
fosse
, ,
misura
Prese
si
rimosse
paura
sue posse
;
,
N
S
si
to
o Traci
Egizi o Sabei
altri
Entrar lasciasson
grazia cara
vita fosse
il
,
s'
elle
avean di
lei
ma
ciascuno spento
accostasse
,
che
vi si
Se subito
terren
non isgombrasse
LIBRO PRIMO
II
Se per ventura
11
fosser venute
si
Femmine
di qual parte
volesse
ricevute
a lor piacesse
,
D'
esser
ritenute
riempiesse
ivi
morieno
li
Di quelle che
d' altronde
venieno
.*
ed
porti furon
ben guardati
,
O da
Che
fosser l,
malmenati
Lor conveniva
<9
1 ^
l(L
Greci
assai sovente
:
.
.
^
^
^
Perch a Teseo
di
il
y\\
\t
'jJ^
.
<
\ Duca
Eran
^^
V c^
jEdiJ[Q]Cjrudeltade a dismisura
Ond^
'V
i4
LA TESEIDE
4
Marte tornava
allora sanguinoso
Dal bosco
dentro
al
Con tristo agurio del re furioso DI Tebe T aspra schiera e si tenea Lo scudo di Tideo 11 qual pomposo
,
,
Della vittoria
siccome potea
1*
Ad una
quercia
,
aveva appiccato
.
a Marte consagrato
iS
Si
f'
sentire al crucciato
Teseo
In lui di s
un
ier
caldo lasciando
,
Dovunque
Poi nelle
inGammando 5
rafQsse
valli del
monte Rifeo
si
,
16
Quinci Teseo magnanimo chiamare
Li baron greci
f',
e a lor propose
1*
opere noiose
,
ed a ci fare
Opere
si
,
fidava
s al
e ciascun tosto
Rispose
LIBRO PRIMO
i5
Commossi adunque
.^^^
,
Qualpex dovere
Tutti in Atene in
e qua! per
am5tatej ^
'
,r
un nomato giorno
^^
/^
apparecchiate
Cavalli ed
Con
i8
quando
Tutta
e'
parve tempo
,
al
buon Teseo
,
Di navicar
Con Che
debito dover
altravolta
il
siccome quello
partito e
'1
buon
reo
fello
, ,
si
trasse
19
Essendo a
tal partito
sopra P onde
,
La
La
Aveva
Onde
alcun dorme
E cosi infino
La qual
s
tosto
com*
ella
appario
.
L' ammiraglio
i6
LA TESEIDE
ao
A riguardare
Tutto
si
il
diede
,
e quindi
:
f'
chiamare
I marinai
dicendo
,
egli levato
Prospero vento
onde mi par
d'
andare
A nostra
Ed
e'
via
suo comandamento
quindi
partir
con
util
vento
ai
Ma
la
corrente fama
che trasporta
Con pi veloce corso eh' altra cosa Qualunque opera fatta dritta o torta
Senza mai dare
alli
difesa
.
22
Ma
poich
l'
ira
alquanto fu affreddata
,
Fece chiamar
ciascuna. di presente
,
Donna che
E
A
LIBRO PRIMO
23
Percioccl voi in questo vostro regno
17
e' s'
appartiene
A me
Per
la salute vostra
si
conviene
il
segno,
:
a4
Non
vede
il
sol
in terra
5
siete
il
da pregiare
Le
qua', se in ci
viril
erra
Per voler
animo mostrare
:
Contro
quel eh'
piace fuggite
ardite
.
Uomini
fatte
non femmine
'
i..'
.6
che questo
sia
Non ha
Non
dimostraste
Allor eh'
Amor n
,
paura n merlo
vi ritenne
compimento
il
Quando da
Neil'
servit vi liberaste
arme sempre
esercitate poi
i8
LA TESEIDE
a6
Ma se
mai
viril
animo
fa
,
teneste
Ora bisogno
intendeste
s'
Che
'1
argomenta
,
contenta
Di quel che P
Agli uomini
,
altre
ci soggiacere
il
facendo
lor volere
27
Al suo inimicarci
altra cagione
Veder non so
Ver
lui
assaltate
Dovessi
essere
e questa ragione
Perocch non
fa
,
s'
aiuta
.
Per aver
libert
ha perduta
28
Ma
qual che
noi
il
siasi la
cagion che
il
mova
,
prova
Laond'
io vi richieggio
,
umilemeate
E
Di
prego
Che
animo
lo
LIBRO PRIMO
19
vi
uomini
vostri
Che morte
Che non stimavan che d' egual semenza Che lor nascessim ma come da mostri Da querce ovver da grotte partorite ,
,
lor gradite
3o
Essi lenevan
Le quali eravam degne di maggiori Che alcun di loro a dir lo vero assai
,
,
Perch
sempre mai
altre
schernendo
Che per
vilt si
van sottomettendo
3i
vi spaventi
il
nome
,
di costoro
Di
Che
Se 6ere
^i sia;
. ,
ao
LA TESEIDE
32
Noa risparmiate qui donne il valore Non risparmiate 1' arme non 1' ardire Non risparmiate il morire ad onore
, , ,
DalP
esser vigorose
o con timore
Voi non
Padre o
figliuol
che
vi faccia pietose
.
Ma
33
Ritorni in voi aval quella fierezza
Che in quella notte fu quando ciascuna Mai non usata us crudele asprezza
Ne' padri e ne'
figlluoi
;
sia
nessuna
Che
qui
apprezza
,
comando
donna accorta
34
Bench
Anzi
forse g' iddii
,
non ne saranno
gran ragione
,
;
:
Contrarii
per
la nostra
Dimenticando quel
se fu ofFensione
,
E se
Il
atarci forse
non vorranno
muove
il
gran torto
Per navicare
in verso
nostro porlo
. ,
LIBRO PRIMO
35
IX
E accioccb
Il
non ponga
,
in pi parole
al
tempo
il
qual ne bisogna
presente
A ciascheduna
Ed a
colei
cos detto
si
tacque costei
36
Grande fu
tra le
donne
il
favellare
Quasi pendendo
Perch senza
morte
37
Ippolita poi le profferte intese
Senza dimora
le
Ed
in tal guisa
arm
il
suo paese
,
oltre pensata
Non
fosse
come
fu
su quello entrata
,,
, .
9a
LA TESEID
38
altrimenti
1
il
Nel bosco
]
can fremire e
,
cacciatori
gli spediti
denti batte
e rugghia
;
e pe' romori
l?i ,
Ch'
egli
in su e in gi uditi
sien migliori
Non
si
Ma
Sino
39
Cosi facea costei per lo suo regno
,
Teseo
tegn?
altre genti
4o
L' allo duca Teseo con tempo eletto
Al suo viaggio
lieto
navicava
Ad Andro
Il
le
sommo
,
,
diletto
Pervenne a Tenedos
e quel lasciava
che
all'
.
abideo
LIBRO PRIMO
oltre quel
cammin
al
clie Frisso
tenne
mare
:
Quivi
fatta
E come
Le
del
,
mar Tanas ad
entrare
Incominci
come
Il
lioncel cui
fier
fame punge
qual pi
la
diventa e pi ardito
,
Come
Vibrando
E
Il
1'
unghie
denti aguzza
in fin
1'
aggiunge
spedito
,
divenne fiero
il
Volonteroso a fare
suo pensiero
43
Esso
mand
solenni avvisatori
,
A
1
Le
mente
inlesa
Tornarono
Dove
Potessero
e al duca
il
racconta ro
,
.
E in
a4
LA TESEIDE
Quindi Teseo per due de' suoi baroni SigniGcare ad Ippolita feo
La
sua venuta
e ancora le cagioni
si le
oltre a questo
concedeo
Termine
Ne'
se per
mea
reo
La pace
45
Ma
dimandava
;
Da
Pur
neuno ne fu accettato
si
Anzi
di lui assai
rammarcava
;
Riprendendol di ci che
impacciava
:
Ma
che
s'
ella potesse
,
ancor peniere
Nel far
tosto
e ci
1'
era in calere
46
Tornaron que' con
si fatta
,
risposta
Qual fu
lor data
E
Il
bau
disposta
ud mal pazientemente
Dicendo
Cosi rispondere
l' la
ma
,
certamente
se
,
'1
Quinci grid
Signori
ogni
uomo
a terra
LIBRO PRIMO
47
a5
A questa voce
Quasi
in sul Ilio
e volendo smontare
3
Gi
le scale
poneano
quando
onde
alzati
calati
Ben
a cavallo armati
'1
e in sulla rena
vedessono appena
48
passi
,
Con
archi in
mano
or qua or l correndo
Traendo
Con
e di gran sassi
provvedendo j
'1
faceva
l'
cui
commesso
Ippolita
aveva
49
Il
alle terre
,
pervenne
Vedendole guemite
Per
savie
per ragione
donne
in
1'
animo
le
tenne
,
Ed
Poi
Fra mar
f'
fermo ritenne^
,
.,
LA tESElDE
So
>
porto
si
tiraro
legni
baron pi degni
ordinato
ingegni
,
in quel
altri
Ma
troppo fu
'1
Che non fu
5s
Egli eran quasi colle poppe in terra
Greci
tutti
quanti
con ogni
artificio utile a
si
guerra
:
Arditamente
traeano avanti
,
Ma
se
non
i
erra
canti
;
La mente mia
Forte
li
a lor da tutti
51
Esse gittavan fuoco spessamente
il
quale acceso
^
Moho
offendeva
Greci
e similmente
,
Con artifizii e pietre di gran peso Che rompevan le navi di presente Dove giugnean se non era difeso :
oltre a questo
pece
olio e sapone
, ..,
LIBRO PRIMO
53
Battaglia
manual
nulla
non
v' era
Prendere
Parie nessuna
'1
conforto e
1*
aiuto
j
gli
era
,
le schiere
.
54
Di dardi
,
di saette e di quadrella
,
Non fo menzion che *1 ciel n' era Ed occupata tutta 1' aria bella
,
coperto
Gittando
Battaglia
in alcuna
mai tanto
sofferto
Bench
morte
55
Grandi eran quivi
le grida e
i
'1
romore
Che
le
donne facieno e
marinari
ncn
l*
aveano
fediti
duoli amari
Ch*
a'
marinar
giano al core
,
Eran caglon
di molto
perch rari
,
Ve
n' eran
o nel costato
O in
altra parte
non
fosse piagato
%B
LA TESEIDE
56
11
1'
onde
Con
trista a'
E
E
male
avviso risponde
:
Poich
cosi si
vcggon malmenare
si
nasconde ,
;
Temendo
Pi eh'
donne
il
saettare
Perciocch
altre
somme
vigorose e fiere
57
Teseo
che d'
altra parte
riguardava
,
La
falsa
Di rabbia
si
consumava
Maladicendo
duro convenente
,
E d' ultima vergogna dubitava E quasi uscia per doglia della mente
Perch sdegnoso
Cosi parl
>
al cielo
il
viso volto
.
58
O fiero
D'
Marte
o dispettoso Iddio
Nimico
alle nostre
arme
il
i'
mi vergogno
disio
:
aprirti
con parole
mio
Non^averai n
Ma
Ad
Far
o
n'
1'
alma sanguinosa
.
Acheronte
andr dolorosa
LIBRO PRIMO
39
Opera
ornai in
male
le
tuoi rossori
fa' forti
i
contro a
me
femmine
Con queir
D' Anteo
successori
vincesti
,
Quanto
Sopra
tu sai
e spargi
tuoi vapori
:
gli
miei
sol
Perocch
mi credo me'
fo
Ched
io
non
con tutto
il
60
tu
Minerva
che
il
sommo
loco
Tra
nostra cittate
Non aspettar da me aitar n foco N eh' io ti liti bestie in quantitate N che per te io adomi alcuno gioco
,
le
qua' sono
lascia in
Teco
d'
un
sesso
me
bandono
61
Poi
si
con
,
vista viva
Con
Ov'
peggior piglio
e incominci a dire
!
Ah vituperio
fuggito
vi faccian fuggire
,
qua
le
donne vengau
rimase
3o.
LA TESEJDE
62
Il
chiaro Apollo
il
cielo
il
salso
mare
Fica testimonii
eterni ed immortali
Del vostro
vile e tristo
i
adoperare
porter la fama
vostri mali
,
e voi mostrare
Dicendo
vedi
cavalier dolenti
Che
amazzonee
genti
63
Fuggitevi di qui
,
vituperati
Or non
Di morte
pene
indietro rinculare
Ed
64
Entri
nell'
n'
degno
,
L' altro le
Ed
Vita
che pregio
non segua
'1
mio segno
:
Ch'
io sar
Cb' essendo da
accompagnato
,,
.,
LIBRO PRIMO
65
3i
fatto se avversi
Vi
fossero
Ed i
Turba dolente
Credo nel mar
uomini scherniti
vi sareste
sommersi
:
siete fuggiti
Or
vi tornate e fate
nuovo duca
Marte
me
66
1'
armi chiuso
lite
Tirar
f* la
E senza scala
Di
tal
mestier
pi
si
mostrava ardito
,
S riparando e
67
Non
I
altrimenti
si
giitano in
mare
marinai
il
Per
la fortuna
sentono affondare
,
E chi pi
pu
senza agli
altri far
;
motto
Che i Greci
si gittar
tutti di
botto
ben n male
al
,,
3ft
LA TESEIDE
68
Ch'
egli
Perch ciascun
com
pi tosto poteo
,
E lai
fediti
,
al
suo duca
1 ito
si
feo
Vicino
e fero in sul
una schiera
.
Subitamente
9
Fatta la schiera
tal
,
quale poteano
ov* essi eran discesi
i
Nel marin
lito
Perciocch bene
N
Al
loro arnesi
donne sosteneano
animi accesi
,
D'
Purch
le
donne
li
faccian dimora
70
Le donne
Givano armate
E que' correan
Facendo spesso
come
i
volanti uccelli
belli
,
Eran
discesi a pie
Or qua
or l correndo
i
e ritornando
.
Ispesso e rado
Greci molestando
LIBRO PRIMO
33
i'
(jiYesa
dimoro
;
Al duca
donne entraro
incominciaro
.
Ed
a combatter
fieri
7a
lo sapien fare
Ed
a' lor
colpi
Di quelle donne il presto riparare E se non fosse eh' eran poca genie
Tosto
morte
73
Ma
il
numero
Ognora
la battaglia rinfrescava
fiero
ed ardito
:
campo lungamente
or qua or
l
sostentava
Ed
Ferendo
correndo andava
,
Ed ammirar di
Che
in quello
s ciascun facea
stormo mirar
lo potea
SOGC. L TESEIDE
34
'
LA TESEIDE
74
Si ficca
Fin eh' ha
saziato
il
Che
facesse
Teseo
fra le
A pie colla
Or
,5
Cosi Teseo fieramente andando
le
donne
ardite
,
morte quali
indi
montando
Per
tal
procaccio sopra
buon
destrieri
tutti in s di ci riconfortati
Ed
esse
lor
vedendo inanimati
Pi oh*
al principio
non erano e
fieri
,
a voltare
tutto a lasciare
LIBRO PRIMO
77
Fuggiensl adunque nel castello tutte
,
35
Armate senza
Fra
Se
alle
fare alcun
:
dimoro j
di costoro
lor dicendo
man pervegnamo
E la sconfitta lor quasi non suta A ben guardar si dier la lor tenuta
78
Era
la terra forte e
ben murata
ben guemita
fiata
:
Da
ogni parte
e dentro
Lunga
staglon
eli' ella
fosse assalita
n fedita
al riparo
intendieno
.
E quasi
79
Come Teseo
In un
le
vidde fuggire
E comand
Poi
f*
che
il
le lasciasser gire
cercare
i
campo prestamente
:
E E le
fece
fedite assai
,
benignamente
,
Lasci andar
, . . ,
.,
36
LA TESEIDE
8
in colai guisa
avendo preso
il
Ilio
,
Dirimpetto
fosse
guemlto
elle
Sicch
resister si potesse
,
ad
Senza battaglia
Fosser le navi
,
in fin
che scaricate
e le genti posate
8i
1
Tutte
aUri in breve
poggetto afforzaro
:
Che forte fu a contastar con loro Ben fer le donne loro ingombro assai Che d' assalirli non rlstetter mai
8t
Poscia che
Si che le
tirati
Per corseggiar
ove potieno
Kd
fediti
furon medicati
'1
LIBRO PRIMO
83
Ed
esso ancor
al
con
sollecita
cura
Ch'
Immagin che
Di quella
terra
se intorno alle
il
mura
,
suo
campo fermava
trapassava
e'
Che
senza utile
,
il
tempo
Perocch
quando pure
fatto
succedesse
Poco avria
84
tornandogli a mente
All' Idra
,
come Alcide
,
Avea
la vita tolta
la
seco vide
Che
perch se
lei
conquide
:
vi
sapea
il
campo mosse
fosse
Per
dove Ippolita
85
Corse
la
fama per
tutto
'1
paese
;
Della sconfitta
fatta
tostamente
Perch ciascuna
s alle difese
:
Si metteva di s velocemente
Ma
quella cui
tal
cosa pi offese
La qual
Vide
,
poich cosi
la
cosa andare
.
38
LA TESEIDE
86
;
:
Non
campo Teseo combattendo Ma nel difender ben le nostre mura Le quali ad assalir vien come intendo
dico in
,
nulla condizione.
87
Noi siam
di ci eh* al vivere mestiere
,
Fornite bene
e la terra
si
forte
,
appressar ci
,
si
possa
che pentere
trista
forse
slati
,
con
e*
morte
vederauno
nostro ardir
88
Dunque
Se
se
vi fu caro
mio onore
,
Ora mostrate vostra nobltade Ora si scuopra V ardire e '1 valore Ver chi s' appressa alla nostra cittade
Per voler noi di quella trarne
fore
,
vi difendete
LIBRO PRIMO
89
39
Ma
Per
mura ponendo
in ogni lato
,
altro apparalo
,
Che
sempre andando
.
Or
90
Gran doni
a'
Quinci adoprando
tutti gli*a
rgomenti
:
Ch'
guernita cosi
come poteo
9
Poich Teseo
Partito
,
si
fu di quel loco
le
onde
Dove
Di non
partirsi
mai
se conquistate
Da
lui
non
o per
patii
Prima
sarebbon
disfatti.
4o
LA TESEIDE
f'
Ed
Ch'
campo
a'
di sleccati
pedoni
;
che di
giammai ragioni
liti
Di ritornare
Se fppolita
Cosi
lasciati
pria
non
si
vinceva
.
come con
93
f'
rizzar trabocchi e
torri
manganelle
alle
E E
per combattere
,
f* far gatti
ed
alle
essi
paura
le
donzelle
;
Ma
Che poco
assalto
o altro
gli
giovava
94
Egli
stette
pi mesi a
v' acquist
tal
,
berzaglio
,
poco
anzi niente
donne dentro
si
Di morte
Cotanto
metteano a repentaglio
:
eran gi assicurate
esser soperchiate
.
. ,
, .
LIBRO PRIMO
Di
ci era
Teseo
assai crucciato
Come
Un
Ch'
di n'
avvenne eh'
,
egli
cavalcando
fu avvisato
:
Cavar
96
Quando la donna del cavare intese Dubbi e tosto di mura novelle
,
Un
11
E colle
mani
dilicate e belle
,
e trovar feo
e mandolle a Teseo
97
Eran
le
donne
Con compagnia
leggiadra e disarmale
j
Le
campo
fur menate
al
signore
Le quali assai da lui prima onorale La lettera gli diero e la risposta Addomandaron graziosa e tosta
,
., ,
LA TESEIDE
Teseo
Ja prese assai
benigna mente
i
innanzi a s chiamati
altra
suoi baroni
,
buona gente
signori
lettera
,
Je
donne amazzoni
Questa
mandan veramente;
e con belle ragioni
;
Per P udite
Lor si risponda
e poi
la fece
aprire
E legger si
99
La
lettera era di cotal tenore
:
te
Teseo
alto
Salute
se a te dir
si
conviene
,
ed ancor meco
Che ho
con teco
100
I*
ho veduta
la
mano
-,
di
morte
Fuor
eh' alle
donne mie
che
al
di guerra scorte
mondo
siano
Le
Delle qua'
meco una
parte ne serbo
LIBRO PRIMO
lOI
43
Come
armi
Alle mie
mura
e ancora potere
Da
Perch
me
la terra fai
cavare
.
102
Certo di ci
cagion non conosco
offesi
ti
la
t'
Ch'
io
non
mai
n son Medea
:
Che per
invidia
Anzi la tua
vlrti s
mi piacea
Quando
si
E E
io3
Ma
di ci veggio contrario
la tua
ci
1'
effetto
Considerando
nuova impresa
Commesso
Senza aver
io di te
alcun sospetto
Di che
nel core
non men
Ch'io
faccia per la
44
LA TESEIDE
io4
Tu
non bai
fallo
come
cavaliere
;
Che
contL'O a
Ma come
disleal
uom
baralliere
terra
,
Subitamente
assalisti
mia
E come vile e
Mai non
cattivo guerriere
,
pensasti
se
'1
erra
Che
'1
Del vincitore
biasmo che
gloria
io5
Ben
ti
dovresti di ci vergognare
Se
figliuol se*
ti
com'
di' del
buono Egeo ;
dovresti
Alle mia
mura
E gi
se ne penteo
Chi ha volute mie forze provare 5 Perocch mal sembiante mai non feo
Nessuna ancora delle mie donzelle,
Che
tutte
06
Ma
poscia che le
il
mie
forze provate
Ma
Che
non
;
,
gi ci preso
rimedio sovrano
E di
Non
buon
LIBRO PRIMO
107
46
Dunque mi
Che Che
ti
lascia in
fatto
m'
,
hai
mi
volessi fare
E se noi fai con forze e con dolore F ti far la mia terra sgombrare
:
qui
mi
io
ti
Perch*
to8
Quando Teseo
Beato a
la lettera
e'
ebbe udita
disse sorridendo
me
,
che campato ho
la vita
Merc
di questa
donna
che ammonendo
fiorita
.
Mi manda
Tra
Poi
si
le genti
dimori
1:13
vivendo
,
rivolse a quelle
fia
donne
e disse
.
Tosto risposto
a chi ne scrisse
109
la colai guisa
f'
scrivere allora
La quale
Salute
tal
il
Teseo duca
Atene e
ti
la sua
gente
,
qual
bisogna ora
Cio
la grazia
mia veracemente
Una
vedemo
Per questa ad
46'^
LA TESEIDE
Ito
Chi
'1
a noi fa villania
Per se adoperiam
In far vendetta
, i
le nostre braccia
ci fla
;
grande onor
nostri cuori
N
Se
Per
vilt nulla
impaccia
sottoterra
Ma
111
Go
prendere vantaggio
salvi sieno
ci
,
acciocch
il
suoi
}
Pi
e vincasi
nimico
E tosto
Della
citt
t'
Se non
Uccidendo e tagliando
ond' io
,
ti
dico
facci
ed avrai pace ;
Che in
altra
112
E poi
Le Le
eh' egli
lettere
,
ebbe
scritte e suggellate
, :
Ed
E tutte le sue forze a lor mostrate E similmente alle cave con elle
Entr
,
Le mura
LIBRO PRIMO
ii3
Poi disse loro
;
47
o messaggere care
:
contro a
io
lei
la
Ch*
ii4
Le damigelle
Dicendo
:
allor preson
commiato
,
signor nostro
volentieri
Si ritornar
sentieri
Ed
Poi
alla
donna
hanno presentate
Le
qua' fur
lette tosto
ed ascoltate
ii5
Poich di quelle Ippolita
il
tenore
,
Ebbe compreso
Nel cor
senti
'1
grandissimo dolore
Ma
Con mano
cominci dicendo
48
LA TESEIDE
116
Chiaro vedete
,
non a
,
torto
Se
'1
marito
,
Fratel
figliuolo
,
o padre
che fu morto
Da
tutte noi
non
Teseo mai
Ma
perch non
vedete
,
sono
e' ci
ha
assaltate
.
Come
e ancora assediate
1 1
Venere giustamente
a noi crucciata
11
favoreggia
donata
:
Se noi non
ci
arreudiam
minaccia morte
118
Per a noi bisogna d pigliare
De' due
partiti
1'
un subitamente
O
Le
campo
vuol
,
virilmente
O a lui
poich
ci
ci
vogliam dare
che
come
voi sapete
.
Le mura
.,
LIBRO PRIMO
49
'J
Mi par che
pensiero
La gente sua
E E
se ancora ben
ricordiamo
con noi
lo
stesse
vogliam dire
,
il
vero
,
Noi
provammo non molto ancora Di che noi ci pentemmo in poca d' ora
1^0
ha seco
1'
aiuto
ni miche
,
Degli
alti iddii
E noi V abbiamo
Che
orazion
,
veduto
,
vigilie
n fatiche
Forza
di corpo o atto
ci
provveduto
,
Campar non
ha potuto
che mendiche
ci
convenga
.
lai
Per
terrei consiglio assai migliore
lui
i'
,
Renderci a
senta
egli
,
ha
il
pregio e l'onore^
;
Ed
a chi
s'
umilia
umile e piano
,
gi
non
ci sar a
disonore
si
sovrano
uom
,
per femmine
ci tiene
Come
noi siamo
BOCC. LA TSEIDE
5o
LA TESEIDE
I
22
Tacquesi qui
ma un
grande mormorio
,
In
fra le
donne surse
lei
udita
1'
altra rio
ma
nessuna ardita
;
Per
le pii
sagge fu
che
mandasse
.
Ippolita
due donne
f' venire
,
Polista e Dinastora
e informata
:
Ebbe
Quanta ne bisognava
Disse
:
ornai
donne
Ma senza
124
Pur
costoro a Teseo
ed
e*
con sse
dopo lungo
d'
una e
che
la terra
per lui
si
reggesse
ed accordarsi
pi patti
,
Con
molti
altri
e ritortarsi
. ,
LIBRO PRIMO
125
Ippolita era a maraviglia bella
mese
di
maggio
,
Giovane
e ancora pulcella
,
e di real legnaggio
,
e per natura
.
arme
126
Ed
Il
molte altre
a tutte
alle
patti raccontaro
,
Recando
che fu
da Teseo salute
pi grazioso e caro
Le donne V armi di botto lasciaro Ed ella comand per 6U0 amore Che a Teseo e a' suoi sia fatto onore
:
,
127
Poscia che furono
i
patti fermati
Teseo
co* suoi
E' pia
A piccol passo
Senza contasto
lieti
cavalieri
in la citt
menati
Umili
5a
LA TKSEIDE
Con
Emilia chiamata
mio parere,
;
D* Ippolita
sorella piccolina
dopo
lor
129
fu guari di
11
lontano
Amore
:
se n'
al
Fin
e quivi dismonlaro
in su quello
Teseo accoropagnaro.
i3o
Egli era bello
e d* ogni parte ornato
Di drappi
Ma
Teseo
gli
A
D'
ci guardar
ma
'1
viso dilicato
,
Ippolita
mirando
;
con accesi
Elena
.
Sospir dicea
costei trapassa
Cui
io furai d'
LIBRO PRIMO
51
La qual Cupido
seco nella
mente
diletta
D'aver per
cotal
;
Fatica sostenuta
D' avere
Parendogli colei
pi degno
altro regno
Le donne
Ponendo
armi rugginose,
Belle
leggiadre
lieti
fresche e graziose
Ed
E'
ora in
Mutate aviea
passi
le
Che
i33
la
vergogna
la
la
qual discacciata
,
Avean
notte orribile
,
uccidendo
I lor mariti
Ne' freschi
visi
gli
uomini vcggendo
La
real corte
a quel
le
Senz' uomini
femmine parea
di loro
il
credea
, ,,
. ,
54
LA l'ESEIDE
i34
Ripresi adunque
i
lasciati
ornamenti
,
Di Ciierea
il
Qui
f*
i
E A
dati
Venere
,
Ippolita
Imeneo
gran baron Teseo
Chiamando
quivi
il
i35
Molte
altre
donne
a*
greci cavalieri
per signor
gli
preson volentieri
avuti
Come
avean
gli altri
primamente.
Con giuramenti
santissimi e veri
Lor promettendo che al lor vivente Nella prima follia non tornrieno
,
che lor
cari
i36
Tra r
altre belle
vedove e donzelle
,
Che Che
una ve
,
n' era
Come
fior di
primavera
La qual Teseo veggendola tra quelle F' prestamente domandar chi era :
Detto
gli
fu
Emilia nominata
LIBRO PRIMO
37
Piacque a Teseo
la bella donzelletta
,
55
Non meno
ancor che
paresse giovinetta
cosa distretta
:
dar
quindi
si
,
mosse
al
Dove pien
ognun trovaro
i38
Le nozze
furon grandi e
il
liete
molto
,
E E
pi tempo dur
festeggiare
Ed
bene
stare
le
si
fare
uom non
era suto
LA TESEIDE
LIBRO SECONDO
ARGOMENTO
Questo secondo mostra
il
ritornare
,
Che f* Teseo di
Sciti a vincente
E delle
Greche
il tristo
lagrimare
;
Col prego insieme d' Evanes dolente Tel qual senza del carro dismontare
,
Persuadendo , si mosse ad andare Contro a Creon di Tebe re possente come in campo vinto , a lui la vita Tolse y ed a* corpi f' dar sepoltura
largita
,
Palemone ed Arcita
in chiusura
.1
sole avea
due
volte dissolute
Le
nevi agli
alti
poggi
ed altrettante
Ed
Poich d* Atene
eran dlpartute
Le greche
navi
Africo spirante
Da
Negli
LIBRO SECONDO
5;
Quand'
lu
lieta vita e
dolce dimorava
,
Ed
appena di Atene
il
si
curava
Ma
Onde
gli f'
fu in calere
il
eie! fa belle
Le
valli e'
le
monti
Fronde
Gantan
sopra le quali
,
loro
amori
gli uccelli
e le gaie donzelle
gli
Di Geterea pi sentono
ardori
distretto
diletto
Per
.
man
Dicendo a
Ghe un
tu ozioso
Con
I
I
'
Ippolita in Scitia
dimorando
il
Sotto
Amore
?
offuscando
tuo famoso
Nome
Non
torni
aksai
58
LA TESEIDE
5
ssi da te quell'
animo
gentile
primea
E stando
La
nella turba
,
femminile
tua prodezza
la
,
qual gi sapea
Ciaschedun regno
dimora
Subito
occhi suoi
si
fu nascosta
:
La immagine
Perch dubbioso
si
scosta
a s
mirando ancora
el
per vedere se
gli
vedea
.
avea
Ma
poich
la
All'
animai virt
,
si
ruppe
il
velo
,
Dell' ignoranza
Che non
li
Peritoo
,
ma
Da
qualche deit
la
qual provvede
caritevol zelo,
:
Era venuto
cotal ragionare
ritoroare
LIBRO SECONDO
8
69
Ad
Ippolita
dunque
il
suo volere
,'
Ond'
Il
egli allor
suo navilio
f'
donne fu a grato
fatto
questo
,
In mare
E
La
tra
bella Emilia
stella
mattutina
Quindi spirando
Ottimo vento
Li
Il
,
tra
Borea e Coro
da quella marina
tolse
Atene
.
io
Ma
Marte
il
quale
popoli lernei
Con
commossi
Sopra
Tebani
e miseri trofei
Pi volte gi
Ritenuti
tal volta
e tal riscossi
Con
una e P
altra gente
6a
LA TESEIDE
li
Perciocch dopo Anfiarao
Stato era ucciso
,
Tideo
,
'1
buono Ippomedone
,
,
il
bel Partenopeo
de' qua*
al fiero
non
fo
menzione
Innanzi e dopo
Capaneo
Morti
la
Onde
il
Voto
Ma Fu
in picciol' ora
,
da Creonte invaso
si f'
,
che di quello
re e signore
Con tristo augurio e 'n doloroso caso Rec insieme il regno suo e l' onore
,
Per
fiera crudelt
da
lui usata
Mai da nulP
i3
Esso con
fiero core
i
Greci odiando
in lor
1*
odio servava
Che a nullo corpo morto quivi stando , Fuoco si desse e imputridir lasciava
,
Lor sozzamente senza sepoltura Qual delle fiere pria non fu pastura
,
. ,
LIBRO SECONDO
4
6i
Onde
le
donne argoliche
le quali
Veoien dolenti a
far lo
stremo ufzio
i
di tutti
,
mali
ebbero indizio
,
e per
tali
,
Quali eran
triste di tal
malefizio
Teseo a
tale ingiuria
vendicare
i5
quindi
passi a
Atene dirizzaro
j
Ed
a quella venute
la
con amaro
:
Segno mostrar
Gli Ateniesi
si
fortuna nimica
maravigliaro
d' ogni
Di quella turba
ben mendica
domandaron
di ci la cagione
.
i6
I
\^
E
Con
Di veder
apparecchiate
in
Alene tornava
si
Che
aspettava.
6a
LA TESEIDE
Ma
solo
il
tempio cercar
di
Clemenza
E in
Stanche e
signore
.
E
Di
le
donne
ateniesi in
compagnia
.
iS
Teseo con vento fresco
al
suo viaggio
,
Con gran
partila del
'J
suo baronaggio
Ippolita reina; e
'1
prima giunto fu
in
alla
la
marina
mattina
Che
Alene
si
seppe
9
Gli Ateniesi
,
che
lui
,
Con gran
Mirabil
disio
per
sua ritornata
,
festa
preparata avieno
Fu
quanta ornata
,
Di drappi ad oro
Con
infiniti canti
ed istromenli
.,
LIBRO SECONDO
ao
Quanto
Ne'
le
63
donne
teatri ne'
le
templi ed
a'
balconi
E
La
per
miei sermoni
E E con somma
si
cantava
Testava
allegrezza
si
!2I
GK
alti
Gli fero
Il
un
-,
qual
gli fr l
altro
ed apprestare
,
significante
Che per
aa
Teseo adunque come fu smontato
Di mare
in terra
il
suo disio
,
Ippolita
un
al
lato
parer mio
Poi
l'
altre
donne
cavalier con
loi"
A cavallo
il
seguir senza
dimoro
. .
64
LA TESEIDE
a3
]n diverse brigate festeggiando
,
A
Di
cantando
Con
E
A
Diritto
and
al
tempio di Pallade
.
4
Quivi con riverenza
offerse
molto
E E
le
carro volto
Alquanto circuendo
la cittate
Con influito d' uomini tuniollo Dovunque gi con grida eran lodate
L' opere sue magnifiche
,
e con gloria
Le
25
mentre
eli'
pietoso
1'
Tempio
pass
achiva
in abito doglioso
quivi veniva
,
Si
si
Con
LIBRO SECONDO
a6
Chi son costor cbe
a' nostri lieti
il
6%
avventi
,
petto
Di squallor piene
Tutte, piangendo
?
in atri vestimenti
come
se 'a dispetto
all' altre
genti
?
Siccome
io
vedo
cagioa di diletto
:
ay
Signor
non ammirar
1'
abito tristo
,
Cbe
innanzi a tutte
ci fa dispettose
N N
Bencb V
pianger pi
28
Dunque
percb
Sole piangete
Allora oltre
si
feo
Evaues
pii
:
che nessun'
altra
mesta
,
Dicendo
qualunque
,
cbe tu vedi
,
in questa
,
Turba
di re fu
,
madre
o moglie
ci
o suora
.
figlia
ed aprirotti che
accora
BOCC. LA TESEIDB
, , ,
66
LA TF:SEIDE
La
Suo unico
Del regno
fratello
,
'1
fiero
1*
inganno
degli Argivi
infelice
,
Che
non
si
dice
Davanti a Tebe
dove
trista sorte
tolto
ha con morte
39
Con
veggiamo
-,
trionfare
in
A
Il
seppellirgli ci
convenne andare
Ma r aspra
ha preso
ci n' ha difeso.
3i
a cui pi dura
Il
perfido Creonte
a'
E di
Di
qua V ombre
alla
;
palude oscura
infinita
Sligia ci ritiene
onde
Doglia
mali
.,
LIBRO SECONDO
32
Pietose
67
Voler donar
VIa
d' Acala ci
movemmo
il
come
tal'
a noi contato fu
,
tenore
,
Di
editto
passi
,
qua -volgemmo
caro signore
,
E
Di
11
porger prego a te
tal*
proponemmo
baroni
.
prima e poi
a' tuoi
33
S* allo valor
In
te
a questo punto
allo
,
sii
pietoso
Tu ne averai E oltre a ci
De'
far farai
merito ancora
ci che
se altri
,
uom
te
virtuoso
da
infuora
Far
lo volesse
,
en dovresti cruccioso
,
Essere
ed impedirlo
acciocch avessi
La
34
Deh se Non
i'
abito nostro e
'1
lagrimarc
ragione
,
ti
muovon j n preghi n
'1
far
che
Muovali almen
condizione
Di que' che
^ik fur re
non
gli lasciare
;
E* furon teco
gi d'
un sangue
nati
come
le
68
LA TESE IDE
35
Ma
sempre
in quantit multiplicale
all'
'1
simil era
dannava
.
La
36
Teseo attento
le
parole dette
,
Ricogliea tutte
V abito mirando
,
Di quelle donne
Vedesse
,
bench
lor neglette
,
La maest
venne quando
Udi
dopo alquanto
.
Cosi rispose
doloroso canto
37
L' abito scuro
e
'1
piangere angoscioso
;
E
Il
'1
ricordarmi
vostro esser
pomposo
Gli agi
regni
e' servitori
E
A'
de' re vostri
regnar glorioso
Hanno
sommi
,
onori
vostri preghi
luogo
e la
mutata
.
Fortuna
LIBRO SECONDO
38
lo vorrei ben nel primo loro stato
69
Ed
in vita
li
vostri re tornare
sia
dato
Gnor
Vi piacer:
Di colui
Per
fia
se al
Porger vendetta
per
me
vi fia
porto
%
Fortificate gli animi dolenti
Con
isperanza buona
io e
i
eh' io vi giuro
Prima che
muro
:
Di
.Ed
/
ci
faremo
interi esperimenti
Non
tanto
avendo
di
in
mia
forza fidanza
.
,/
'
Quanto mi d
Creon
la fnllanza
E detto questo
donna
ci che
han detto
:
reali a noi
ti
piangendo
sia dispetto
;
Se
al
Dlsmonta
e col
mio padre
ti
starai
Finche tornato
me
qui vederai
yo
LA TESEIDE
Caro signor
10
bench
criidel
io sia
,
Amazzona
persona
:
non son
Per vendicarle
si
son dispettose
ragionar
il
sol
eh' io credesse
ti
Che
in ci
piacesse
4a
Per
signor
secondo
,
il
tuo piacere
,
Opera
ornai
elle
fa'
s'
,
QuaP
Va*, e
dicon
non soprassedere
Che
ci
m'
E questo detto
accompagnaro ,
.
43
Poi che Teseo
le
,
\lso fitto
,
Da
trafitto
Sopra
carro
si
Parl
che da
tutti
fu inleso
,,
,,
. ,
LIBRO SECONDO
44
Tarn' nel
mondo
virt
gli
ciascun valoroso
piace adoperare
:
Quanto
Dunque
Si guardi se in
E
In
noi
tra*
mondan potessimo
,
acquistare
Venimmo al mondo e non per esser Come bruti animali in tra lor misti
45 Adunque cari e buon commilitoni Cbe meco in tante perigliose cose
,
tristi
Istati siete
in
dubbie condizioni
Per far
le vostre
memorie famose
opere
,
Ora
glorios,e
Vi prego disponiate
Prender riposo
d'
n vi caglia
.
avuta battaglia
46
Udito avete
tutti
,
siccome
vi
io
:
Ci che
le
donne
dicon presenti
al
Che
aspre nimisth e
il
disio
ed obliar poi
fa a'
1'
uom
eh' morto
.
Ma
Creonte
LA TESEIDE
47
Andiamo a lui adunque il fier Creonte Umil facciam colle spade tornare S eli* egli lasci 1' ombre ad Acheronte
,
,
corpi
,
trapassare
acci eh' a
Demofonle
,
Rimanga regno
,
altrui a
usurpare
,
Ma
Per che
donerau
vittoria
48
E' non fu pi lasciato avanti dire
Che un rumor
D'intorno
a te
5
surse che
'1
cielo toccava:
Che
in ver
E voi
Signor
se ci iie caro
1'
onor vostro
49
Teseo adunque
Il
,
senza rivedere
,
e non
gli
fu in calere
e pudico
,
D' Ippolita
1'
amor dolce
,
per potere
:
come
, ,
LIBRO SECONDO
5o
j3
Non
eran
si
rizza ro prestamente
Ne
givano
e le donne sconsolate
,
Lor procedean
di ci
molto contente
E E
glebe
5f
Senti Teseo
T aere corrotto
:
Onde mand
Ched
Creonte di botto
aver de* morti cura
,
e' lasciasse
E si
apprestasse
A qua' Creon
ha data
5a
Dite a Teseo eh* io sono apparecchiato
Della battaglia
,
Con
non
Siccome
egli errato:
E per venga
Che
i
ed esso
. . ,
74
LA TESEIDE
sa
Il
buon Teseo
Superba
la risposta intese
,
assai
rise
al
piano
campo con
i
suoi discese
,
Ed
suoi divise
5
E fece loro lor afFar palese E poi davanti a tutti egli si mise, E bene acconcio ne gi 'n ver Creonte
Che con
sua gente
gli
54
Allora trombe
,
nacchere e tamburi
Sonaron
forte d'
i
una e
,
-,
Fremivano
Cayalier
cavalli
ed
securi
tutti
gridavano
gli
o Marte
Or si Or si
parranno
le
due
genti
55
I cavalieri insieme si scontrare
Con Che
tal
romore e con
gran tempesta
;
infesta
:
Nel primo
assalto
LIBRO SECONDO
56
'1
alto destriere
pel
campo adava
Ed
avesse
.
rimontando chi
cacJesse
67
E ben
mano
Moveva
Sopra
i
ferri
e chi arditamente
Combattendo mostrava
e chi niente
5
:
Lodando
gli altri
e per
gli
nome chiamando
gi confortando
.
Or
questo or quello
SS
Dall' altra parte
il
simile facea
E quasi
in s del
nimico crcdea
:
Senza alcun
difendea
valore
:
Arditamente e con
sommo
si
,
Ma
si
andando insieme
'1
scontraro
Creonte e
buon Teseo
si
gr.dnro
, .
^6
LA TESEIDE
59
Gorsoiisi addosso
li
duo
,
cavalieri
e valorosamente
1
Si cominciaro a fedire
guerrieri
Com' uomini che s' odlau mortalmente, E come que' che avrebbon volentieri
L' un r altro a morte dato certamente
:
magagnate
S' avevan
V armi
e le carni tagliate.
60
Teseo di cruccio
tutto
quanto ardea
il
Vedendo
di Creonte
gran durare,
:
fra so stesso
fremendo dicea
Demmi
Poi
menare
furioso
lascia
,
andare
il
Addosso a
lui
fere
Che
1 gitt per
61
Teseo allora del cavai discese
Dicendo
Il di
fier
tiranno
or'
venuto
:
che
'1
Ora
Gr Da
or
fia
'1
E le
tue armi
i'
Benigno iddio a
me
in ogni parte
LIBRO SECONDO
62
I
77
corpi contro
a'
,
quai
e
'1
fosti spietato
Arsi saranno
'1
nome
alle
,
tuo di
,
memoria
Ed
Ch'
donne
il
Fosti
sar
esse
ne facciano
superbia
Cosi
la tua
fa
abbattuta
Che
63
Non
spaventar
le
parole Creonte
si
Perch abbattuto
vedesse in terra
N N
Anzi pi
Aspra
A E
petto tier
gli
stava
;
64
Dicendo a
Perch
lui:
fanne
,
il
tuo piacere
io
muoia
gloria
Ne porter
memoria
i
Che
dubbio
che
i
tuoi e
credo
miei hanno
migliore
.^
yS
LA TESEIDE
65
Questo ne porter agP
Iddi quasi contento
Il
infernali
:
e se
e' la
agli
1'
animali
ci
alma
disia
Di qua
La
morti
lo celer
se
non
fia
chi
men
porti
66
Or fa'
Ch'
t'
pi a grato
e tacque
:
ed intrnttanto
:
gi tutto disarmato
E quasi
II
vide
il
Per conobbe
anima dolente
.
67
Il
quale
e* lasci
'1
quivi
e risalio
Sopra
tutto
disio
D' aver vittoria ^ focoso ficcossi Tra gli nimici , e '1 primo che fedio
Alli suoi piedi
morto
pilli
coricossi
'1
;
.
ardiva ad aspettare
.,
,,
LIBRQ SECONDO
68
E' suoi facevan
Coiitra
i
79
neli'
,
nemici
per Io
campo
,
le genti orgogliose
Uccidendo
ferendo e scavallando
alle pietose
;
Andavan
pur pensando
Donne che
Talch non
I
potien pisoft'erire
.
Teban
69
d'
morte dolorosa
;
:
non sapieno
Caonde
seguitarsi
70
miseri cacciati
non fuggir
,
Nella
citt
li
Ma per
Chi per
monti ogigii
ne giro
lo bosco
E qua' su Citeron se
Altri ae' cavi
ne salir
si
;
:
monti
appiattaro
Ed in
tal
, ,
LA TESEIDE
Questo veggendo
clttadin tebani
e' piccoli figliuoli
Le donne
Kimasi
e'
vecchi
Di
E cosi
bielle
tristi
man
di
Teseo
in tanta guerra
'Al
seguitare
ma
tosto se
ne gio
alla
qual
nell' entrare
Nessun incontro con arme gli uscio : Passato adunque dentro ad ammirare
,
Cominci
Le
antiche rocche di
1'
Cadmo
cercando
.
altre cose
mire riguardando
73
Magnifiche
Se ne usc fuori
ed
impose
Che
Fu tosto
tutta e
LIBRO SECONDO
74
Teseo
s
8i
vedendo vincitore
il
Sopra Asopo
suo
campo
il
fece porrei
E
E
romore
f' torre
,
Del campo
corpo di Creon
Li
f' la
cenere riporre
,
e poscia di Lieo
Nel tempio
in
Tebe
collocar la feo
jS
Dicendo
:
i'
voglio eh'
all'
ombre
infernali
Possi di
me
,
miglior testimonianza
eccelsi e
Render
che quegli
gran reali
fuochi funerali
Di
le
la tua fallanza
questo fatto
a s fece
,
chiamare
Le greche donne
7
Donne g* iddii alla vostra ragione Hanno prestata debita vittoria
, ,
E per
Tenuti siam
memoria
pio
.
Date
alli vostri
re
V uGcio
disio
Sa
LA.
TESEIDE
77
questo fatto
la terra
prendete
a' vostri regi
,
Che
cagion fu di morte
si
ne
fate ci
Come
di nido di tutti
in quella
dispregi
Sicuramente
andar potete
Le donne
quasi liete
il
ringraziaro
quindi a fare
lor uficio
andare
78
Esse giron nel
campo
doloroso
Dove
gli argivi re
morti giacienoj
bench
Per lo
rendieno
Non
fu per
a lor
punto gravoso
elle volieno
,
suo ognuna
molli caendo
79
Il
Che
mille volle
,
Non
si resta van si
V avien baciato
,
Usando
Qua'
\
soglion far le
donne
in colai piato
Quindi
Prima
Po*
gli
bagna van
i
tutti
.
ponieno sopra
roghi strutu
LIBRO SECONDO
83
si
confacea
Armi
corone
scettri e
vestimenti
:
dietro a tutti
mettea
assai
Dicendo
versi di
maniere
Appartenenti
tutti a tristi
guai
8i
Con fuochi
Dentro
Che
avien portate
miser Ji presente
le
serbare
e
Ma
prima
giro in
Tebe;
,
non potendo
ardendo
.
la giro
^
Quindi
a
Incominci
valoroso signore
,
e ristoro
,
rendan
g' iddii
e coloro
noi in ci eh' in
,
femmina potere
al
siamo
tuo piacere
84
LA TESEIDE
8i
L' eccelsa gloria de' nostri reali
,
in questo
tristo
loco
trionfali
Avem
tornati in cenere
le
quali
11
84
Cosi sen giro .
Ma
'1
Teseo cercare
,
Fatto avea
campo
,
e ciaschedun fedito
Che
fu trovalo
fatto
medicare
Ed
e quel partito
Secondo
merti
il
Liberamente
diede volentieri
85
Mentre
Greci
lor givan cercando
li
rovistando
il
campo
un
sanguinoso
,
Per avventura
Due
lor
mal
gli
aggravava
LIBRO SECONDO
85
E* non eran da
s guari lontani
tutti
,
Armati ancora
I
ed
a giacere
qua'
come
si
coloro
,
alle cui
il
mani
lor dolere
Pervenner prima
Li vider
,
udendo
Esser dovieno
e ci fecer vedere e
'1
Le
lucenti
,
arme
Che Dio
nell' ira
87
E'
s'
appressaro ad
essi
umilemente
condizione
1'
:
Quasi gi
certi di lor
IV disarmargli
come
,
altra gente
Nimica avien
Aveva n messi
fatto
;
e poi benignamente
,
Recatilisi in braccio
con ragione
88
I
qua' Teseo
come
gli
ebbe veduti
,
D'
stim
lor
dimandando
:
Se del sangue di
Cadmo
1'
un
dimando
e
Rispose
Fummo
quando
,
Creon contro
86
LA TESEIDE
89
Ben conobbe Teseo
Per r
nel dir lo sdegno
,
ma non
degno
seguio
,
divenne pio
che
tutte lur
piaghe guario
prigion
gli
poi con
gli altri in
ritenne
Lor
90
Poich parve a Teseo di ritornare
Distrutta
,
Tebe
e data sepoltura
,
Raccolti
mise ad andare
N prima
Che
mura
mancato
A quel
punto trovaro
ristoralo
91
Gli Ateniesi un carro
gli
'1
menaro
>
Pi ricco
assai
che
primo
e tutti quanti
Generalmente
in verso lui
andaro
,
Con
E E in colai guisa
Entrarono
in
di vittoria doppia
comraendaroj
andandogli davanti
..
LIBRO SECONDO
Esso davanti
al
suo carro
f' gire
,
A reit
Palemon
presi baroni
seguire
E
Il
Di preda onusti
suoi commilitoni
Di donne
che gran
festa facieuo
93
cosi alto e
magnifico onore
il
La quale ei vide con allegro core Ed Emiha con lei rosa di spina
,
Con ahre donne assai e cavalieri I quali ora nomar non fa mestieri
94
cotal festa e
si lieto
sembiante
Fu Da
suoi
e cosi trionfante
Quasi per
tutto
Come
Quivi
il
al
gli
tempio
Marte fu davanie
carro suo
ed
in terra discese
88
LA TESEIDE
si f*
dare
V armi che
l'
Creonte
,
Ed
a Marte
offerse
e dalla fronte
Con man
le frondi di
Penea levate
96
Quindi usci poi
,
e al mastro palagio
dal suo padre
:
Torn accompagnato
prendendosi
festa
giuoco ed agio
Alla reina
le cose
leggiadre
fatte
,
Narrava
che avie
4 suo
disagio
Di quella donna
Perch' esser
gli
che
'1
mirava
fiso ;
pareva in paradiso
97
Riposato pi giorni in
Il Il
lieta vita
buon Teseo
si f'
'1
innanzi venire
bello Arcita
,
teban Palemone e
^
,
ambo morire
gli noiasse
.
Dubbiando che
se
andare
gli lasciasse
Non
forse ancora
molto
,. . ,
LIBRO SECONDO
98
Poi fra s disse
:
89
i
i'
fare'
gran peccalo
:
Ed
Che
ia s stesso fu diliberato
gli terra
E tosto
al prigioniere
gli
ha comandato
:
Che ben
Cosi da lui
A reit
Palemone
99
Li prigion
tutti
furon carcerati
fare
Per
farli
E E
felli
cosi in
Facendo
eia
LA TESEIDE
LIBRO TERZO
ARGOMENTO
Nel
terzo
V autore
,
D* Emilia bella pih fresca che rosa A' duo prigion con gli suo dardi il core Ferendo egli accendesse in amorosa
l'
aspro dolore
all'
animosa
:
gran Teseo
Arcita fa
E mostra i patti che con lui fermaro E poi preso cong da Palemone
Da Atene
il
oich alquanto
il
furor di Giunone
,
Fu
tornato
me
di
Cupido cantato
:
il
quale
i'
prego
Che
,,
LIBRO TERZO
91
Ponga
Quale
Imprigionati
sicch differenza
Non
sia
da
Venir
gli
mani
al?
due Tebani
in
suprema
tristizia
Del
la
,
malizia
e
'1
tempo e V ora
ancora
Che
al
Che
gli
Ed
Presso che
N prima fu
Che
al
g^
LA TESEIDE
5
li
suoi cavalli
Del del teneva V umile animale Che Europa port senza intervalli
L dove
il
nome
Venus
D'
Perch rideva
cielo tutto
quanto
Amon
Da
Prendea
E
E
Di nuove
le
sue braccia
Avean di fronde rivestite e stretti Eran dal tempo gli alberi a fiorire
Ed
a far frutto
'I
mondo
rimbellire.
gli uccelletti
ancora
loro
amori
,
Incominciato avien
lutti
a cantare
fiori j
,
E
E'
gli
Anzi
giovinetti lieti
che ad amare
Eran
disposti
LIBRO TERZO
8
Quando
la bella
Emilia giovinetta
,
Non che
amore alcun
fosse costretta
eh'
camera dimora
diportando
Faceva
Amorose canzon
La
D'
Colla candida
man
talor cogliendo
,
Al biondo capo
questa fantina
IO
Un
si
fu levata
E' biondi
festa
Con
Sempre cantando
amore
.
Con
. ,
94'
LA TESEIDE
1 1
Al suon
Arcita
lev
Alialo allato
al
giardino amoroso
a
Palemone ;
Ed una
Apr
,
finestretta dlsioso
;
E per
la
cantasse
trasse
Tra' ferri
la
Egli era ancora alquanto
di scuretto
il
il
Cbe r orizzonte
in parte
sol tenea
Ma non
Non
La La
s eli'
egli
con che
1'
occhio
facea
ristretto
iscorgesse ci
,
11
giovinetta
con
sommo
si
diletto
:
discernea
,
E rimirando lei
Disse fra s
:
nel viso
questa di paradiso
ritornato dentro
pianamente
,
Disse
o Palemon
vieni a vedere
:
Non r
Punto
1*
odi tu cantar
ti
Deh
se in calere
son,
'n piacere
Qua
V angelica
bellezza
altezza
somma
LIBRO TERZO
gS
Levoss
Palemon, die
insieme
,
gik
1'
udiva
,
Con pi
con
lui
Cheti amenduni
per veder
vide
,
la
Dea
La qual come
Disse
:
la
in
boce viva
;
bella cosa
.
Tanto piacente n
graziosa
i5
Mentre costoro
Gli occhi
,
sospesi
ed
attenti
e gli orecchi
,
pur verso
colei
Fisi tenendo
facevan contenti
lei ;
Forte maravigliandosi di
del perduto
tempo
in lor dolenti
,
Palemon
dlscerni
?
Tu
ci eh'
i'
i6
Che
egli? rispose
;
Palemoue
Arcita disse
i'
Che
Fedi
gi per
,
Dafne
padre di Fetone
,
se
ed in
1'
man
dui
e gi
un pone
altrui
Sopra
la
:
corda
non rimira
Che me
Ch'
i'
non
mi
piace
9t5
LA TESEIDE
Certo
Il
rispose
',
Palemone
allora
veggio
,
ma non
:
so se ha saettato
L* uno
man
ora
Arcita disse
m' ha piagato
In guisa
tal
Se
io
Grid : orn
altro
m' ha
fedito
18
queir
om
la giovinetta bella
Si volse destra in su la
poppa manca
N prima Le corson
Chi
Co'
si
occhi
-,
onde
,
la faccia
bianca
ella
,
non sapend'
fiori colti in
pie
fu levata
,
.
si
fu inviata
Di
quell'
,
om
e bench giovinetta
,
Fosse
Pur seco
D'
che quello
affetta
E parendole pur
esser piaciuta
>
ci saper vero
seco
,
si
diletta
s'
pi se ne tien bella
e pi
adorna
.
Qualora poi
..
LIBRO TERZO
20
Ritornarono dentro
i
97^
duo
scudieri
3
E stati
r non
M' ha
saettato
che
mi
to' la vita
,
sentomi
,
fallire a
^
poco a poco
Acceso
lasso
non so
in che foco
ai
E' non mi
diparte della
si
mente
5
,
N ho
Si
fitta
E
S'
si
m' mi
sta nell'
anima piacente
Che mi
i'
riputerei
somma
ella
ventura
le piacessi
com'
mi
piace
E senza
ci
23
Palemon
disse
:
il
simile
,
m' avviene
Che
tu racconti
Perocch sento
al
sentisson
mai
ci tiene
Quel
che gi
assai
,
cio
Amore
Ladro
sottil di
BOCC. LA TESEIDE
98
LA TESEJDE
23
dcotl
M'
Gi pi
Sento
,
mia
Donar
Quando colei cantava tanto vaga Che gi per lei di morte il cor si smaga
,
i(
lo mi sento di
lei
preso e legato
per
me
Ed ispogliato d' ogni mia possanza Dunque che posso far che le sia grato ?
.
Nulla
ma
Ed
morto
Questo mi fora
sommo e
35
gran conforto
O quanto ne sarieno a
Il
tal fedita
,
Con erbe
lacerali corpi
umani
Ma
sentita
Colai saetta
che
,
succhi mondani
Tutti conobbe
Medela
a s
. .
,. ,
,,
LIBRO TERZO
a6
Cos ragionan
li
m.
r un
sia
1'
san se quella
Dea
Che
O
E
se
le
donna mondana
li
suoi canti
:
ha
si
presi
Molto
si
ofl'esi
Non
si
furenti
Ora
le basse
ed ora
,
le
superne
Parti cercando
Che
Producean fuor
Ma
Era
perch ancora
gli
accora
^
Continovando adunque
Sola
tal volta
,
il
gir costei
e tale a
compagnia
,
a diporto di lei
occhi tuttavia
,
alla finestra
ove
gli
otuei
:
Prima
di
Palemone udito
a via
Non
che a ci
Amor
la costringesse
Ma
per vedere
s' altri la
vedesse
00
LA TESEIDE
se ella
vedeva riguardarsi
di ci
Quasi
non
si
fosse
avveduta
Cantando cominciava
a dilettarsi
:
su per
V erbe
Fra
umilt vestula
,
Donnescamente giva
DI pi piacere a chi
s'
ingegnava
la
riguardava.
3o
Jf la recava a ci pensier d'
amore
,
Che Che
Di
ella avesse
ma
la vanitate
innato alle
femmine
nel core
;
,
Pigliano altrui
s libere
servando
3i
Li due novelli amanti ogni mattino
Levati rimiravau nel giardino
Per vedere
Fosse colei
se in
il
innamora
,
Ne
di quel loco
lei
si
potieu levare
Mentre
LIBRO TERZO
3a
Essi credevan
,
loi
mirandola bene
Saziar
V ardente
strigneano le catene
Ed
S dlmostravan
rimirando quella
lei
,
quanto a lor
ella.
33
'1
membro
all'
'1
Poi r uno
In
fin
altro successivamente
che
D' amor
il
34
Che ad
Ed a
Per
ciascun gi
le vigilie
e'
lunghe
e per lo
,
poco
molto
Cibo ched
prendean
all'
,
ma
di ci
Davan
la
colpa
allegrezza e al giuoco
,o2
LA TESEIDE
E da' sospiri
Che
'1
gi al lagrimare
se
Era a venuti j e
loro
non
fosse stato
amor non
volien palesare
E A
cosi sa
Amore
adoperare
:
Da
lui
e da cotal dolore
oft'eso
a6
Era
a costor della
mem oria
usci ta
a^mIcrTbe^""TToroalto legnaggio
E
L'
lor
,
dannaggio
Che aveano
Ch' era
ricevuto
,
e la lor vita
cattiva
'1
lor
grande retaggio
E dove
Emilia solamente
37
sommo
disire
Che Teseo
In
esilio in
gli traesse
di prigione
Pensando che
11 fior
donne amazzone
li
per
sommo
.
bene
e starsi in Atene
LIBRO TERZO
38
Cosi costor
,
io3
da amore
affaticati
,
il
loro ardore
po' ritornati
,
Partila lei
nel lor
primo furore
Sovente componean
1'
alto valore
Di
lei
cantando
39
ella fosse
un
di
il
lor fante
tai
chiamaro
:
Al quale Arcita
parole mosse
,
Deh dimmi
L'
per
Amore
amico caro
In quel giardino ?
l'
ha' tu
mai veduta
?
'1
valletto rispose
prestamente
alla reina
sia
Pi eh'
altra
,
che nel
mondo
piacente
La quale
Senza
Al giardin
ne vien sicuramente
fallir
Ed
r ho
io4
LA TESEIDE
4i
e dice
11
vero
il
core
5
Ed
Di
lei
di noi albergatore
,
pianti e di sospiri
e di s vero
altro dolore
appare
4a
Cos
gli
sospiri
:
Vivevan
il
giorno discontenti
i
vegnente
mattino
,
lor martiri
Aveano
sosta d'
Vedean
Emilia
che
E cosi
Con
43
Ma
poich al
,
mondo
,
tolse la bellezza
Libra
che avea
donata ad Ariete
la
dolcezza
3
Che quetava
Ci vedere
la
somma vaghezza
:
Che d' amor gli teneva nella rete Donde rimason dolorosi forte Chiamando giorno e notte sempre morte ^
,
LIBRO TERZO
44
Il
o5
r aere piangea
1'
tutto guazzoso
Si eh' erari
'1
Or qua
Lasciati
mondo
si
errante
,
giardin
,
sempre
stava
In camera
e del
45
AUor
tornato
li
noie angosciose
Che
lor piacesson
Si consumavano
in
pene dogliose
si
disperar ciascuno
voleva
.
Ma
pur
in fine se ne riteneva
46
Grandi erano
i
sospiri
-,
ed
il
tormento
a tal
punto
recati
Ed
Che
o quindi
liberati
E per lo
, ,. .
, ,
io6
LA TESEIDR
47
Chiamato Peritoo
venne a vedere
,
e con diletto
:
Un
di
si
ragionando
a
,
Arcita e Palemone
.
48
Allora Peritoo prese a pregare
Che
gli
gli
dimoro
ben parca
la gentilezza loro
49
Era Palemon grande e ben membruto
Brunetto alquanto e
nell' aspetto lieto
Con
dolce sguardo
mansueto
:
operar segreto j
LIBRO TERZO
5o
Arclta era assai grande
,
107
ma
sottile
Non
di sopercliio
e di sembianza
lieta
j
e mansueta
:
Ma
.aii^ava
iSi
Conobbe Peritoo
Arcita
,
e *ncontro
,
fu levato
Ed
abbracciollo
.
e comincigli a dire
se' tu stato
?
caro amico
come
Qui Che
uscir di prigion
n'
t'
avrei impetrato
ti
Malgrado
abbi tu
che
sta
bene
.
52
Poi
si
volse a
;
Dicendo
Nulla
facesti
ti
dico
,
Ti prego
facci
Che
I'
questo Arcita
mio compagno
antico
,
tempo tenuto
te fla
Ed
che per
voluto
, ,,
io8
L TESEIDE
53
Teseo
rispose
Ci che tu
Dii
,
domandi
e
sark fa ito
;
:
Ma
odi
come
non
ti
sia discaro
Il trarr di
Che
nel
N
Ch'
ci
mio regno non faccia riparo venga giammai per nessun atto :
ho
disfatto e tenuto pregion .
i' 1'
Perch a
dritto di lui
ho sospezione
54
S'
i'
ce
V prendessi
La
testa
,
Per
Per
Vada dove
Io tuo
piace di presente
lo
al
amor che
mai
,
mi
fai lasciare
,
Che
Ben
altrimenti
suo vivente
,
55
Peritoo disse
e io voglio che
'1
faccia
.
te ringrazio di cotanto
i
dono
E tosto ferri da' pie gli dislaccia E libero lui lascia in abbandono
.
Arcita
s'
inginocchia
:
lo abbraccia
i'
Dicendo
Peritoo
,
dovunque
sono
Son
tutto tuo
ti
Sol che
piaccia a
me
di
comandare
,.
LIBRO TERZO
56
Poi se n' and davanti
al
109
gran Teseo
,
Ginocchlon disse
nobile signore
a te
si
feo
,
Giammai
Jl
perdona a
me
me
,
nel ver
non
'1
poteo
fatto e
disonore
Io te
perdono
ti
ringrazio assai
Di questa
m'
hai.
57
Ed
in che parte
tutto tuo
me
,
ne debba gire
ti fa
Son
Per
quanto
vita
in piacere
il
Non men
te
,
che
avr caro
il
morire
:
purch
ci sia
tuo volere
disire
cosi
grande e fervente
Ed a
Ch'
le
ed
a' tuoi si
obbligato
io sar
sempre tuo
in ogni lato
58
Teseo
cctal parlar
non intendea
Donde
venisse
le
ma
semplicemente
5
Di puro cor
parole prendea
per
f'
venir subitamente
,
Nobili doni
e disse
gli
piacea
,
Che
oltre a
portasse
si
ricordasse
IO
LA TESEIDE
5.9
Arcita
a grato
,
Piangendo
Pensando
suo
esilio
che
gli
'1
doveva
.
piaceva
60
Ma Palemon
Per
la
che pi noiose
Cose serbava
E pel
compagno suo
al
qual gioiose
comune amore:
in balia
E quasi
61
Esso fu
ri menato alla
prigione
E E
caro amico e
compagnone
1'
La
E'
voglia di Teseo tu
'1
hai udita
la
Bench
si
tempo
pesa
sia
duro e
stagione,
:
della partita
,
Ben me ne
e sappi
ti
s' i'
potessi
Non
vorrei
mai da me
dividessi
, .
LIBRO TERZO
62
iii
s ti
doner arme e
destrieri
ben
fornite
ed anco per
li
tuoi scudieri
:
Tu
nobil sangue e
valenti
fallire
ti
buon
guerrieri
,
Nato di genti
ed ardite
non potrai
ad alto stato
sar donato
.
Dove che
arrivi e'
63
Arcita
gli rispose
lagrimando
E E
poi
gli disse
beli'
amico
al
quando
,
La mia
l' la
partita a
,
grado
signore
far
la
ma sempre
lamentando
Andr
mondo
avea ,
_^
H
E
cerio
servire
Con maggior
minor
fatica
Mi
tolse
Ma
po'
non vuol
conviemmi intorno
,
gire
Non so che farmi e vie men eh' i' mi Or fussi io qui rimaso per servente
Di chi
si
dica
[osse
i'
non
diria niente
, .
LA TESEIDE
65
Non
sai
tu Peritoo
come
l'
andare
mondo M' conceduto ? E' ti dee ricordare Che trapassati ancor non son due anni Che sei gran re per lo nostro operare Fur morti a Tebe e grandissimi danni N'ebbon gli Argivi e popoli altri assai
Attorno per lo
pien d" aflanni
,
66
sono avversi
Come
tu sai
',
antica nimistate
,
e die' perversi
^
E noi ancor
Come
utrema
:
perseguendo ha sommersi
,
tu vedi
in infelicitate
ci aiuta
:
Ercole n Bacco
67
Queste parole facea dire amore
5
Ma Peritoo
non
le
conoscea
Siccome quel che non sapea V ardore Che per Emilia dentro V accendea j
E per pur
Deh non
Che
Lui confortava
e spesso
ti
gli
dicea
pensar che
,.
LIBRO TERZO
68
Molti
altri
ii3
regni ci ha
dove potrai
;
e tu udito
1'
hai
Che
II
di qui
ragionare
,
ed a
me
:
parve assai
Ricever
quando
gi liberamente
sie
Ti
trassi di
prigion
valoroso
a virtudioso
69
Poscia che rcita
,
doppio ragionando
che
'\
Con
Peritoo
sent
,
rimanere
Non
avea loco
in s stette
pensando
essendo in bando
di volere
tale esilio
:
che
in tal Consilio
70
Ma
la ragion
Con
tre
il
tenne
Dicendo
E' non
se tu di'
questo ad altrui
il
ila
detto
amore
ci
ritenne
Ma
non credendo
s*
s valer
per lui
Donato
Prima
BOCC. LA TESEIDE
Il
LA TESEIDE
Ed
olire a questo
se' di
prigon fora
Che
porranno ancora
E se
'n palese
In questa terra
Forse altro
j
,
se
non
in palese
il
almen nascoso
7*
se e* fosse
Che
maritasse
Non
Il
Se tu
in prigione allora
,
trovasse
che se avviene
con
sollecita
cura
:
"Esser potrai
dovunque
Almeno
vedranno
gli
occhi
trisli
73
Questi consigli distolsero Arcita
E confortossi
Da
1*
anima
;
invilita
il
In ci sperando
e preso
guernimento
,
Peritoo profferte
al
,
f' partita
S offerendo
suo comandamento
e s
Dove che
fosse
raccomandando
LIBRO TERZO
ii5
Da
Perltoo partito
se ne gio
Dove
era
Palemone imprigionato y
:
si gli
disse
caro amico
mio
,
Da
le
E eh' io mi parta
E
non
ci
conlra
'1
mio
disio
:
Ond' io morrommi
in dolorosi guai
Io
me
ne vo
o caro compagnone
Che isbandito usar mia liberiate Almen vedrei alla nuova stagione Colei che ha il mio core in potestate : Che mai partito vederla non spero :
, ,
e questo vero
76
Io lascio
dove
cosi
,
l'
adirata
:
Fortuna mi porr
Perch' io
ti
languendo
prego
se alcuna fiala
Vedi
ardo e incendo
, ,
,,
ii6
LA TESEIDE
77
Mentre
Perch non
mia
trista sorte
Che
Rimango
78
Ma
s*
tu
se'
Dei di fortuna
bene sperare
Ed
Tu
Che
79
Ma
io
che
sol
rimango
a poco a poco
;
E
Il
bench
tal fiata
il
mi
dia gioco
riguardare
fia
Tutto mi
un accendere
foco
>
;
Come
Ond'
a
io
me
'1
mi
faccia
.
par che
mi
sfaccia
,.
LIBRO TERZO
80
Cosi plangean con amari sospiri
117
Li duo compagni
forte
innamorati
disiri
;
Di pianger
Perch
,
si
eran bagnati
i
tra lor
crescendo
lor martiri
Da' lor
valletti
furon rilevati
Nel mostrarsi
amor
81
cotanto accesi
Allora
due compagni
si le varo
Per
le
Ed
amenduni
abbracciaro
,
Di buon amore
e di cuor volentieri
,
dissono addio
si
E cosi
Arcita quindi
partio
8a
Nulla restava a far pi ad Arcita
Se non
di girsen via
e gi montato
,
Era
Fra
dicendo
fosse a
o lasso sventurato
la
Tanto
Dio cara
il
mia
vita
viso dilicato
il
anzi
partire
^ *
men dolente me
ne potrei gire
ii8
LA TESEIDE
Pass
cieli allor
quella preghiera
effetto
Che quel giglio nove! di primavera Sopra UQ balcone appoggiata col petto
Sen venne a
star
Mirando
il
grazioso giovinetto
,
Che
compassione alquanto
gli
portava
84
Ma
esso
dopo
il
prego alz
,
il
viso
e vide allora
;
Per che
disse
con seco
fortuna
ornai se fuora
,
Di qui mi
to',
egli
m'
avviso
e quindi ancora
dicendo
te
anima mia
vo via
Piangendo senza
me ne
85
E cosi detto
Fattagli
per fornir
,
la
imposta
da Teseo
-,
a cavalcare
si
Incominci
ma
:
dolente
scosta
Dal suo
Pot
,
disio
il
il
mir
Ma
lo stallo
LA TESEIDE
LIBRO QUARTO
^RGOSIENTO
Dimostra
il
Con
grieve tempo
_,
suo rammaricare
Dove con Menelao con ismarrita Mente si pose per famiglio a stare Quindi ad Egina a Peleo se ne vene ; E con lui non potendo lungamente Durar , non conosciuto entr in Atene
.
E di
Quindi dimostra la
uanto pu fare
11
il
tempo pi guazzoso
poderoso
Cotanto o pi
faceva Orione
,
Molto nel
cielo allora
Ed
Il
Eolo
d* altra parte
pi ventoso
faceva che
mai
quella stagione
il
doloroso Arciia
lao
LA TESEIDE
a
Grand^ era
1*
acqua
il
vento e
'1
balenare
Quel
Atene
,
Dal termiue
Posto che
'1
dove
e'
Ma
non pertanto
(
sol
A Peritoo
Del ritornar )
suo cammino
d'
Atene parluto
:
Quand*
amici cari
se fosse saputo
i'
L dove
fossi
non
,
viverci guari
ma
Penteo
Mi nominate
in questo
tempo
reo.
E poi
col
Lo innamorato
si
voltava
;
,
mirando
E quindi lei
Seco sovente
veduta sospirava
cos
ragionando
!
Deh quanto
puote amor
poich mi grava
,
Se degnamente
volessi operare
,,
, ,.
LIBRO QUARTO
5
lai
'1
traeva
5
,
pi pietosa
:
parlando
misero diceva
,
O nobile donzella
Pi. eh' altra fosse
ed amorosa
mai
esempio degno
5
Dove
partendom'
io contra volere ,
fosti
mia
Essendo
io tuo
ti
lascio
o bel piacere
la prigion te
men
ria
vedere
Ch' avere
Senza
il
mondo
,
tutto in
ma
balia
di te
cui io pi che
me amo
sia
mondo
bramo ?
Deh
se io fossi in la
in
mia
libertate
,
Dimorato
Atene tanto
la
,
eh' io
Un poco
Avessi
,
pur
oim
io
Del quale
ardo
credo
in ventate
Che sentirei il lungo esilio mio Con men dolor sentendo que' sospiri
,
In
te
per
me
eh'
i'
ho per
te
e' disiri
., ,
i^a
L TESEIDE
8
Ma
amore
Non N
che tu m* ami
e per
non
;
ti
cale
Del mio
intollerabile dolore
al
puoi compassione
Portare: e ci che
dammi
il
E con che
asprezza pi
core assale
mi par
vederti maritata
t'
avr pi amata
E cosi
'1
mio
fedele e
buon
servire
Lontan da
te
mi converr morire :
Deh or foss' io pur certo solamente Che per tal morte tu dovessi dire Certo costui mi am ben fedelmente ^ E' me ne incresce poi dove eh' i' gissi
,
IO
O lasso a me
Ne' sospir
or che vo io cercando
dispieiati
ed angosciosi
in
me
multlplicando
O tenebrosi
tormentando
posi
si
se alcun
In voi tenete
dite
i'
che
Poich vivendo
Sol
,
pene pi cbe
o morto
LIBRO QUARTO
li
Poi ad
Amor
le
Con troppo pi
Dolendosi di
lui
poscia dicea
Che
t'
ho
io fatto
trista
che
si
mi
'1
se'
rea?
appella
:
O morte
vien che
cor
t'
Congiungi
me
la
Cosi piangendo con seco Penteo
Pi doloroso
Il
assai
Egeo
poteo
cominci ad entrare
felice assai
;
,
Cio in Beozia
Tebe
fu arrivato
i3
Perch'
egli
cominci
o xVnfione
Se tu
Della tua
monti
circustftTiti
,
ave^si
immaginato questo
il
Forse
ti
sarie stato
suon molesto
ia4
LA TESEIDE
i4
Dove son
dove sono
Semele ,
le a
le
camere piacenti
Per
Go venia
cielo
Tebane mai non meritar perdono Da Giuno ? E quelle dove son d' Alcmena
Che doppia
Ove
Misero a me,
indiani
dove son
gli eccelsi
segni ancora
De' popoli
silvestri lidiani ?
Nessuno qui
al presente
,
ne dimora
Li re son morti
Dispersi gite
,
e voi
tristi
Tebani
e in cenere tornato
Quel che
i6
Ov'
lo spesso
popol
ov' Laio
i
figliuoli?
Ogni cosa
distrutta
li
ha
il
foco graioj
E per multiplicar
Coa
Vi
vergogna
. ,
nostri duoli
il
le
femmine
,
primato
vuoli
accesero
Non
ti
LIBRO QUARTO
iu5
al
tuo furore
:
altri
Rimasi siamo
ed
egli in prigione
;
Ed
io in tristo esilio
u peggiore
Giunone
Fuor
se Cx uccidi
i8
detto ci
con
ira
il
sospirando
Da
quella torse
viso disdegnoso
Fece
ma
,
In essa
quasi fuor di s
,
pensoso
,
Pervenne quivi
e cosi sconosciuto
servir
Menelao fu ricevuto.
^9
Ed
a gran
Ben V avie fatto alquanto palidetto L'amorosa fatica eh' e' portava ^
Ma
non
cosi
. . , ,
ia6
LA TESEIDE
ao
Con Menelao
,
N mai bench
domandato
venne in talento
,
D' andar,
concedendol Menelao
il
feo
ai
Quivi sperava di poter udire
D* Emilia novelle
Questa
Egli avea gi la
tal fiata
forma
mutata
Che
di s cosa
non
sent
mai
dire
cammino
e gissene ad Egina
.
L dove
22
Quivi
in
maniera
di
pover valletto
,
Non
Al
degli suoi
maggior
,
ma compagnone
commessionej
,
servigio del re
senza sospetto
Fu Ed
ricevuto
e messo in
obbedendo a
Si fece a
modo che un
garzone
ivi
durare
lo volesse atare
LIBRO
QUAkTO
1*7
La
trista vita
:
spesse volte
dove solea
:
T' ha concio
il
4
Per liber
esser
,
Se' divenuto
misero
dolente
real
e'
Sed
mi
Ma
Ed
di Creonte la spietata
,
mente
stato
Di questo
lasso a
me, cagione
Cosi
Aver giammai
in doglia
sempre
slava
1'
Vie pi che
danni
il
tormentava
E vorria
Essere stato
e 'n vita
trista
e prava
,
tal fiata
bene
Ed
ia
LA TESEIDE
a6
bench
che di viver
poco
Sopra
Da amor
nel core
E
E E
come
bea nel
viso
il
27
Egli era tutto quanto divenuto
Si
magro
che
assai
si
agevolmente
sarie
veduto
paruto
:
Nel tempo
della sua
fame dolente
pallid' era
,
Ma
28
E nella testa
Di
appena
,
si
vedieno
e le guance lanute
nuovo comparieno j
il
E A
riguardare orribile
Le chiome
tutte rigide
ed irsute
,
si
Che
LIBRO QUARTO
a9
La voce similmeale
era fuggita
,
129
Ed
Perch a
Qua
N
Parca
la
cagion
onde venia
tal
male
,
Nessun da
lui
Ma
ne dicea
3o
Come
d'
Atene
li
,
nessun venia
Onestamente
E domandava
ella fosse
fia
,
;
.
Bench
3i
Ma
li
dolenti fati
d'
qua* tirando
9
Gian
una in
il
Vegnendosi
Con poca
Diversamente
opere menando
Quando
Finch
Dove
si
ruppe
il
tenne
lOCC, LA TESEIDE
rio
LA TESEIDE
3a
Per avventura un di
Penteo solelto
alla
E E
'n verso
Atene col
viso voltato
disio
^
,
Pi eh'
Ei ricevendol
33
mentre che
dimorava
al
Una
barchetta dentro
essa
porto entrare
,
Vide : laonde ad
s*
appressava
d*
Atene
j
e l
crediam tornare
,
Assai di corto
s*
tu vorrai venire
,
Qui
34
Poi
Il
tratto
quel da parte
era di
pianamente
,
domand che
Teseo
E E
di pi cose diligentemente
gli
soddisfeo
,
domandando
suo domando
LIBRO QUARTO
i3i
Qualunque iddea
Nel cospetto di
parrebbe oscura
,
dicesi
Ver
h'
altr' ieri
mori Acate
a cui sposa
.
36
Ed
altre cose
molte pi
gli disse
Le qua' mison Penteo in gran pensiero E '1 tramortito amor quasi rivisse
,
il
disio pi focoso e
pi fiero
^
:
'n s
conobbe che
in tal disiare
f'
Non
potrebbe or come gi
durare
.>37
E'
si
sentiva
si
venuto
si
meno
Che appena
poteva sostenere
Onde se quelle pene che '1 cocieno Non mitigasse d' Emilia il vedere
,
modo
ritornare a
Atene
pene
Ad
i3a
LA TESEiDE
38
Fra
1'
dicendo
i'
son
si
trasmutato
,
Da
che conosciuto
,
non sar
Me ristorando
Vedendo
Il disio
il
male
eh'
ho avuto
s'
al servigio di
,
Teseo potessi
Esser
non
so
39
Se
forse
si
Ch'
i'
sia riconosciuto
e'
m'
il
morire
Pi grazioso che
vita si
dura
:
Com'
io fo
E poi su tal proposta si assicura E si dispon del tutto a ci seguire E niill* anni gli par che quello sia
Tanto vedere Emilia
egli disia
.
40
E' non tard di mettere ad effetto Cotal pensiero anzi commiato prese
,
E E
giunto discese
,
conoscesse
,, ,
i^iBRO
QUARtO
i33
Quando s' avvide ben eh' era del lutto Fuor delle menti di tutte persone E che V angoscia e '1 doloroso lutto
Or
gli
tornava in consolazione
la
fortuna
me
stata
nemica
amica
.
mi
fia forse
Quindi
agli eccelsi
templi se ne gio
,
Volendo quivi
ammemorare
e quel che ora egli era
Quel
eh' e gi fu
Poi cominci in
s fatta
maniera
O luminoso
E E
'1
cielo e
mondo
l'
acque parimente
,
resistente
E si
provvedi
,
Ghed
Volgi ver
me
il
a questa volta
mi
sia grazioso ^
. ,
iS;i
LA TESEIDE
A me
non legn
n fuoco n incenso
,
Non degno armento alla tua deitat Non lauree corone ed or pur censo Mi fosse a soddisfar necessitate^
Non
son da
tei
ti
me
,
le
tu
vedi
che di ci ingannare
'1
Non
potrei perch"* io
volessi fare
45
Di lagrime
,
di affanni e di sospiri
intera
Son
io fornito
,
e ancor di disiri
D' amor
vie pi
te
,
Di questo a
che V universo
Vo
sagrifzio
i'
te
ne priego
Ed
al
46
Siccome
te
alcuna volta
il
Amore
,
Costrinse
armenti guardare
me
al
il
possente signore
fatto ritornare
f*
Qui
in
Atene ha
Contra
mandato che mi
Teseo
mi rendeo
LIBRO
QUARTO
4?
i35
nuovo nome
di ci
cV io
solca
Prego mi serbi
o nuova in
me
mi
,
la crea
Vedendo Emilia
contento
sia
stea
Ed
a servir
Teseo
11
ricevuto
riconosciuto.
48
Se ci mi
fai
,
ed
io sia rivestito
Giammai
del
.
mio
siccome tu
se'
degno
T' onorer
Ed
egli fu esaudito
,
conobbene segno
,
tosto dipartito
V ingegno
Poi
Ch'
esser potesse
U
Com'
egli avea
effetto
-,
s'
domandato
j
Non
Perocch'
N fu dell' esser suo preso sospetto N domandato fu chi fosse o d' onde
,
Cosi le cose
gli
andaron seconde.
i36
LA TESEIDE
So
tal partito
giunto
Che
Si
'l
f',
cosi
compunto
E
l
dipartissi
qual
1'
E le sue membra
Ma
A petto a
quando
e'
vide la fanciulla
5i
Teseo facendo una mirabil
festa
f'
Tra
le altre
donne Emilia
venire
5
,
La
qual pi
,
ed onesta
,
Piacevol
Ornata
assai in
una verde
e
vesta
Tal che
tal
dicea
.
era Citerea
5:
Ma
con disio
,
La rimirava
Sed
e'
pi lieto Penteo
,
sommo
, ,
iddio
mi
fa ornai
morir Teseo
reo,
,
alla fortuna
Se mai
di
. ,, ,
LIBRO QUARTO
53
PoicU' ella
lj
mi ba condotto
il
a cotal porto
Che
veggio
mio conforto
omei
Fuggan da me
Fugga
il
gli sospiri
e gli
disio
Siemi ben
sommo
basti
;
rimirar costei
Questo mi
dicendo
fiso
Sempre mirava
1'
angelico viso
54
Maggior
letizia
non credo
sentisse
gli
fu concesso
gisse
,
Che
or Penteo
ma come
gli
che avvenisse,
,
occhi alzati
Ebbe
li
55
Mirabil cosa a dir quella d' amore
Che rade volte che la cosa amata Quantunque eli' abbia mal abile il
D'
esser per tal oggetto
core
,
innamorata
Pur
nella
mente porta
ella si
,
i*
amadore
quantunque
mostri adirata
Non
le dispiaccia
e se non
ama
altrui
Poco o
assai
38
LA TESEIDE
56
Era , com*
Emilia
,
gi dello
giovinetla
non
sentla
Quanto
amor punge
e dlelia
Lei rimirando
11
come
su
si
detta
Da
57
Ella noi vide prima
,
che ridendo
Con
Il
seco disse
Ah
Che
sua vita
e'
qui
e*
o che va
caendo
Non
La
conosce
che
se fosse sentita
,
morire
?
Gli converrebbe
od
in prigion reddire
58
Ver
Che mai
Ed
a lui fa
Giammai veduto pi
Ma
ben
si
Di bianco
E dimagrato
la
fame
e pien di tutte
brame
.,
,,
LIBRO QUARTO
iSg
Incominci
il
nobile Penleo
Teseo
,
Ed
ciascun degli
egli in tutto
altri
per onore
il
Che
suo segreto
feo
Amando
simile
amava
,
la
regina
la fantina
.
Di buon amore
ed anco
60
bench
la fortuna
1'
aiutasse
fosse a lui
benigna ritornata
Mai
non
trasse
:
'1
una
fiata
E posto
se n' accorse
assai
mai
amore
61
Siccome
i'
dico
saviamente amava
N si Ed a
luogo ed
,
tempo rimirava
ben
lo sapia fare
;
Emilia bella
Ed
andava
fosse
amare
Ma
Ch'
pur
1'
ella di ci
ne conosceva alquanto
i4o.
LA TESE IDE
festa
Faceva prove e
vestia
riccamente
di ghirlande la sua
bionda
testa
,
Ornava e
in fall d'
La sua
virili
che
,
Ma
duol sentiva
in
facea
63
Donde
Ma
Che
per celar
lasciar
E per
facean troppo
anima angosciosa
in
Avie in usanza
talvolta soletto
un boschetto
64
E questo aveva in
Ed era
si
costume di fare
,
il
loco
Di ciaschedun
il
foco
lasciare andare^
:
Ed
Pi
LIBRO QUARTO
65
Egli era bello
,
t4i
Ed
Che
Di chiare
sopra
erb^ facevan
d' ogni
rusciT
:
Freddi e nemici
Conigli
,
gran calura
cervi
lepri e cavriuoli
co' lacciuoli
.
Vi
si
66
Com* io dico in quello assai sovente Quando con arme e quando senza
,
,
gire
Penteo usava
Sotto
e 'n su
si
V erba
recente
;
un
bel pino
ponea a dormire
ci invitato dall'
:
acqua corrente
del suo disire
Che mormorava
Focoso
,
ma
s'
prima che
addormentasse
lamentasse
-,
Con Amor
convenia
si
6j
cosi
cominciava
pensava,
in
egli a parlare
r non
Tanto
Ch'
al
Amor
d'
che tu potessi
,
un cuor
un uomo adoperare
si '1
traessi
Ch' ogni
facessi obliare
E 'n
potenza di
ponessi
il
mio
disio
,.
4d
LA TESEIDE
68
Ma
tu
m* hai
io
fatto In
Perocch' io
amo,
Ond*
Ed hamml
Che
dir
tutto
,
ardir levato
non so
e tu le ne se' accorto
Perch troppo
A quel che
Ch'
io
mia fortuna
conviene
d' altro
che di pene
69 Deh quanto mi saria stata pi cara La morte , che aspettar la sua saetta
Oh quanto dicer
Qualunque
Perocch in
essa
aspetta
,
-,
mi dolgo
n*
ho ragione
me
Ma
caro signore
in pace
,
Facendo
Qual'
eh' ella
me
al
ella
,
dentro
mio
sentir si face
,
Ed
io
TI prego
facci
Amore
se
ti
piace
Deh
chi sar di
me
poi pi contento
lei
Se per
me
sento
LIBRO QUARTO
7
Io viver tutto
i43
tempo
gioioso
N
Io
della vita
mia
sempre
il
Verso da
me
7^
Questo ripete spesso
,
con
,
sospiri
s
Chiamando Emilia
Istanco tutto quivi
e nel dir
contenta
suol martiri
;
addormenta
etemi
mentre
il
giri
,
sempre
si
svegliava allora
Che da Titon
partita vien
P Aurora
73
Allor sentendo cantar Filomena
,
Che
si fa lieta
,
del morto
Tereo
Si drizza
'1
Mirato un pezzo lauda Penteo La man di Giove d* ogni grazia piena Che lavoro si grande e bello feo
;
Poi ad Emilia
il
Vedendo
Cilerea che
levava
44
LA TESEIDE
74
Mostrando InaanzI
Alla qual
gli
al
Assomigliava e
mira bellezza
gli augelletti
Davan cantando
Perch a Penteo
rami dolcezza
pii!i
pensi er
,
cocenti
e pi a quelli
Davan
gli
orecchi
si li
parean
belli
ascoltato
il
cielo
si
dicea
O chiaro Febo
tutto
Del cui
'1
t\i
'1
piacente Iddea
io
non mi credea
,
me
Che
io
76 Deb
date al
mio amor
fine piacente
Si eh' io non
mora per
fedele
amare
Che
Ed
io
non
1'
LIBRO QUARTO
77
i45
dubbiosa
'1
mio adoperare
ti
senza frutto
Perch' io
prego
o Venere amorosa
j
me ,
che
tutto
Son senza
Senta
si
fallo
suo
fa'
che pietosa
:
che si termini il mio lutto Febo la fa' tanto discreta Che la mia voglia in s ritenga cheta
tu
,
,
78
Ad Ed
Per
Atene tornava
alla
assai festante
zambra
,
lui servir
79
Questa maniera teneva Penteo
d' ogni
il
paura
5
,
Ed
a grado servendo
buon Teseo
cura
e questo reo
a vie pi
5
Ma poco
Una
Cosi
ne avanzava
;
cominci a rammarcare
BOCC. LA TESEIDE
IO
46
LA TESEIDE
do
misera Fortana
de' viventi
!
Quanto
sangui e le genti,
ancora graziose
e
non consenti
:
Siccome
uom
vede in
me
Esempio
8i
Di
real
sangue
lasso, generato
,
Nella
Vissi
Bacco
tapinello
,
Senza pensar
La
gioia e
il
regno e
'1
82
fui del
doglioso
,
Ferito
11
tolto e recato a
Teseo
Come
Quivi
Per
V amoroso
Dardo mi entr
la bellezza d'
Emilia piacente
si
Che mai
di
me
non
cur niente
, ,
. .
LIBRO QUARTO
83
il^-j
E cominciai
Per
tal
di
nuovo a
,
sospirare
,
cagione
ed a sostener pene
N mi
Di
sostener di
Teseo
le
catene ;
cacciare
,
mi
f*
Onde convenne
affare migliorato
E di gran
lunga
il
trovai peggiorato
84
Ch' io mi
ritrovai
pover pellegrino
,
e per
amore
)
dove
Servo divenni
Della fortuna
non potendo
il
core
Pi
sofferir
da Peleo
f' partita
85
si
d'
Emilia
strinse la bellezza
Che
alla
sua altezza
somma
cura
,
,,
i/iS
LA TESEIDE
86
Ed
essa
oim
si
del
,
Nulla
cura
vento
:
Ed Ma
Gli'
mi
D' un
tu
crudel Fortuna
mi
ci
nuoci
7
Di
tnnto sol seconda
'1
mi
hai
se* slata
Che
nome mio
m'
Ed
Che
di
Teseo
la grazia
mi
hai prestata
lieto
:
Di che
io son
venuto molto
,
Ma
tutto nulla
io
s'
Emilia non
fai
Che come
lei
tutto
quanto
di n notte
Ma mi
consumo
ed in pianto
,
N mi pu
Se non Emilia
cui io
amo
tanto
Mostrandomi
Riprendo
la
lei
mirando
vita
.
tanto speranza
m'
aita
LIBRO QUARTO
89
Cosi di sopra dall' erbe e da'
fiori
149
Un
eh' era
,
1'
un
de' servidori
Di Palemone
e intanto ascoltava
il
Dello scudiere
gran rammarichio
Di sua fortuna
ed anche del
disio
90
E fra s
Chi
stesso si
fu ricordato
,
fosse Arcita
era chiamato
;
E molto seco
Com
Non
egli
s'
maravigliato
la
,
avea
grazia di Teseo
disse nulla
,
ma
ver
la
prigione
.
Se ne torn
9*
Ma
il
Come
Siccome
si
ritenne
Poi partito da
S' Emilia
sapere
un poco
potesse vedere
LA TESEIDE
LIBRO QUINTO
ARGOMENTO
Marte che troppo 5' era riposato , Entrato in Palemon nuovo sospetto , // suo compagno udendo ritornato , Dimostra il quinto a lui entrar nel petto
,
Quindi dichiara
V ingegno
il
trovato
:
mostra armato
al boschetto
"*/
.
quistionare
,
ly ognun voler Emilia e ^IJiero Marte Pu chiaro assai chi piti legge trovare Quindi venendo Emilia d' una parte
,
f^edendo lor
gi noti sparte
imase Palemoa
partito Arcita
,
Com'
gi detto di sopra
la
ia prigione
,
sua vita
Tanto
Ch'
sentiva pi sconsolazione
5
altro
La qual
'1
LIBRO QUINTO
Lo
amore
,
D' Emilia
Per suo
sollecitar
di pregion fuore
si
sa
Dileguato del
mondo per
,
timore
Di
dargli
s'
egli
giunger lo potea
Amor
pi che V usato
e disiare
Speranza d'
altra parte
li
suoi guai
:
Faceva alquanto pi
Cosi di cose varie
si
,
lieve passare
gravava
e simil
si
Dentro
al
pensiero
allegrava
Che
di pregion
quando che
crede
sia
uscirebbe
,
Senza alcun
fallo
acquisterebbe
quasi
gli
terrebbe^
Ed
menando
Viveva in doglia, e
,,
ifil
LA TESEIDE
5
Venne
in prigione
il
trasse
E
*
Molto
si
sconfortasse
,
poi
gli disse
Come conobbe
Del suo parlare
e ci che trasse
Teseo
faciesi
per
nome
6
Maravigliossi
Palemone
,
assai
disse
io
Panili
guarda non
errassi
Che
tu n altri per
:
qua
lo scontrassi
si
Rispose Panfil
certo
scontrai
stassi
:
Ed
egli
bench molto
pure d' esso
,
sia trasfigurato
tanto
T ho mirato
Palemon
disse allora
grande amore
E poco senno
cel fa
dimorare
Che se venisse all' orecchie al signore Il mondo tutto noi potria campare :
O sommo Giove
Al suo
disio
si
quanto
1*
amadore
lascia tirare
s'
quanti ingegni
All'
amoroso
LIBRO QUINTO
8
Poi disse
Paafl
i53
sia
:
Che
me
,
per gelosia
3
Senza colpa di
mi
sia sospetto
in fede
mia
Se
g' iddii
il
r aman pi che
,
me non
danno
fanno
.
Abbiasi
pr
mio
si sia il
9
Poi cominci a pensar fortemente
Sopra r
innamorato
E E
11 lieto
amore
egli
:
abbia guadagnato:
lasso
,
poscia dice
oim
dolente
mondo
fu' nato
,
Ch'
io
amo
e sto in prigione
e altri face
Quel
IO,
Ed
un poco di speranza Riraasa o mi venisse dell' uscire Di questo loco mi crederrei sanza
or
fosse
, , ,
mi
La
doglia che io
ho
gioia sentire
Ed
ancora
la
Senza alcun
Ma
Ch'
si
i'
m'
a' uscir
quando
star la luna
. , ,. ,
i54
LA TESEIDE
li
s'
Su buon cavallo con forte armadura Quel che tra lui e me esser dovesse Dell* amor della nobil creatura Che mi fa sentir pene cosi spesse E fermamente ella mi rimarrebbe
,
O sopra
il
campo
l'
un
la
di noi
morrebbe
a lui
tentai?
giammai non
Ed
el
non
cura lo star
con colui
,
Non ha
Per
servir lei
Ed
io
,
Ho
speso
il
star nascosto
E siccome Tesifone
Dov'
egli
chiamata
A' due
frate' del
Mise r arsura^
Con quel
velen che
,
dicendo
signoria
N more
sta
bene in compagnia
LIBRO QUINTO
i55
E subito cosi cambi pensiero E chiam Panfl di cui si fidava E disse amico mio sappi per vero
'1
,
lo
dimorar mi grava
disire intero
E per
Venga ,
Prigion
fa'
che
il
mio
mi
parta
e possa conquistare
se e'
si
pu
fare
E
E
senza fallo
il
metter ad
eiFetto
,
Prima che
con
1'
opera perfetto
Da me
si
dica che
:
sia
proceduto
Ci che
farai
ched
e'
mi
tal
fia diletto
tormento
.
di
i6
Panfil rispose
:
caro signor
mio
,
:
me
si
1'
sarebbe vita
per penser
eh' al disio
Di
opera compita
ornai
,
che
s'
io
Ne
dovessi morir
:
darovvi uscita
Di questo luogo
onde
vi confortate
.
i56
LA TESEIDE
Prima
il
volo
;
Che Dedal
Ma
S'
immagin
non
gli
Ma
Per non
se
ne mise in avventura
1:
guardie vegghianli
^
Ma
mal
Quanti di nuovo
venian vicari
stanti
:
in breve
non vedea
di poter fare
trattare
.
19
Ma
pur
gli
venne un
modo
in
pensamento
j
Che
Il si
E dopo
molto dlsaminamento
Pensando che
suo intendimento
,
Al
, . ,
,.
LIBRO QUINTO
20
E' non guar che qui venne Alinrielo
iS;
Uom d' alto senno e di vita quieto E so che desso fu nostro Tebano E puogli uom ben dire ogni segreto E da lui prender buon consiglio e sano
:
l'
Questi
ei
fornir
;
il
nostro fatto
ai
Che
guardie
si
fanno
,
Ed Ed
io avraggio
bene
lui informato
,
E
Ei
panni miei
,
e voi
i
Siccome mastro
vi vestite
suoi
aa
Con
baldanzoso
E me
Essi
pavento
;
In vostro loco
non
vi
fien di tanto
avvedimento
:
Che
Voi
, ,
j58
la TESEIDE
a3
Tu
disse
Palemone
5
.
Per metti ad
effetto
queste cose
Ammalato si fece alla stagione Che Panfilo con lui insieme pose
Panfil senza
Ad
Alimeto
il
far dimostrazione
i'
son presto
ai
Panfilo allor
si
cominci a dolere
Con Con
ed a sedere
pose
f'
vino arrecare
,
A gran
dovizia
e cominciaro a bere
Perocch non
1'
avevano a pagare
s'
bene inebriato
5
Allora Panfil
Il
f*
'1
mastro venire
qual
vi
Palemon fatto medico assai lieto Fuor di prigione usci con Alimeto
LIBRO QUINTO
a6
Le
guardie allora incontro
gli si
iSg
fanno
stava
j
del prigion
e'
domandan come
,
Ed
E'
dell'
inganno
Che
ben
s'
addava
,
disse
certo egli
ha
assai affanno
si
Ma
al presente
il
alquanto
posava
,
Per
Domattina
verr a ricercare.
7
Lasciato adunque
il
Palemon
in prigion
all'
Andossene
ostiere
'1
e di
buon cuore
,
Dimenticato gi
tempo
sinestro
1'
Dormi alquanto
Vicino
al giorno
e gi vegnenti
ore
su
si
lev destro
Fessi dar
arme
buon
cavallo ancora
.
a8
Alimeto sapeva
il
convenente
gli
Siccome Palemon
Perch' egli
'1
avea contato
,
lasci fare
e prestamente
,
Ben
l'
aiut
E quegli usci
Ed
in verso
il
Atene di presente
s'
boschetto
si
avviato
L dove
Sicuro
Arcila allora
dormia
.
si
come
faceva in pria
ifi
LA TESEIDE
Cheto era
il
tempo
e la notte le stelle
:
'1
Che vanno
Conforta
,
pianeta che
le
'1
gelo
quale
E quasi piena ov' Zenit facea E ciel nel mezzo cerchio rilucea
,
'1
3o
Inver la qual
poi
1*
ebbe rimirata
dire
:
Alquanto
Palemon cominci a
,
di
Ch' or meni
come in questo se' ver me pietosa Cosi mi sii nel!' altro graziosa
3i
trasse
Fiuto a innamorarsi
,
iscarsi
alla tua
giovinezza
sparsi
5
Cogliendo
fiori
per
li
campi
Acciocch
y amor di quella
LIBRO QUINTO
16
Guida
Pi
li
passi miei
come
fa'
facesti
i
volte in
col
mar
di
Leandro
che mi
lacerti
E
E
padre tuo
presti
fa gli
uomini
esperti
come
tu del
lume tuo mi
vest
33
Mentre cbed
e' cos
dicendo andava
gli alberi
ombroso
,
E
E
S'
in quel cercava
:
il
portava
prato
ove riposo
Prendeva Arcita
eh' ancora
dormiva
,
E Palemoa
34
E poich
Che aveva
11
prodotte primavera
;
onde
ristette
E si nel
mutalo
Che non
BOCC. L TESBIUE
I I
iGHr
l^A
TESEIDE
35
Ma
Ma
avea
In s
Perch disse
'1
pu
36
E tol
Tanto pareva a
Soavemente
Allato a lui
,
ched
e'
dormisse
ma
pose a stare
.*
O beli* amico
Se
al
molto da lodare
ti
presente tu
risentisse
si
Tosto credo
fra noi
finirebbe
Qaal
di noi
?i?
Iti
questo
il
Ed
han cominciato
,
fu prestamente levato
,
Ver Palemone che venia vers' esso Con maraviglia tosto s' voltato
,
disse: cavalier
armato andando
. ,
LIBRO QUINTO
iG3
A cui
tosto rispose
Palemone
Cosa del
mondo
Se non
di trovar te
,
o compagnone
,
Questo voleva
e questo disiava
prigione
il
;
salutava
tostamente V ha riconosciuto
39
insieme
si
fer festa di
si
buon cuore
narraro
:
E Ma
li
loro accidenti
Palemon
:
d'
amore
,
Disse
or
s
m'
ascolta
Io son
D' Emilia bella col visaggio chiaro Ched io non trovo di n notte loco
Anzi sempre ardo in amoroso foco
E tu SO eh' ancor
Ma
Perch' io
ti
1'
ami similmente
ella esser
;
:
non poria
Che tu consenta che ella sia mia E' mi d il cor di far s fattamente
Se questo
fai
,
Di
lei il
mio cor
Lasciala
dunque
me
sol
per amanza
i64'
LA TESEJDE
4
Quando Penteo
Tutto
si
>
tinse
e divenne fellone
il
:
E d' ira
E
E'
ti
tutto dentro
,
cor
s'
accese
poi rispose
e disse
o Paleoione
pu
i*
Ch*
ho messa mia
condizione
,
eh'
i'
42
Per
ti
prego
se
,
t'
la
mia
vita
Niente cara
Tu
Il
il
conceda
s'
parente Arcita
qual
Per procacciar
compita
,
tu
il
sai
sed
sono ammirandi
Che
Fa' dunque
caro amico
il
mio
disio
43
Palemon
Aver
disse allor
:
veracemente
poi
si
palesemente
il
Un Ma
don mi nieghi
io
ti
quale
i' ti
chiedea
giuro per
cielo
,
V onnipotente
Venere iddea
,
Giove del
Co'
e per
partirem
LIBRO QUINTO
44
Per
t'
i65
acconcia
come me'
,
ti
piace
Che
di tal guerra
io
non
ti
sar
mai pace
prego mi contendi
'1
mi
si
sface
Perch tu peni
Contra di
e del
me
Per
la
45
A cui
Penteo disse
o cavaliere
te e
me
ti
in periglio
:
Forse di morte ?
e'
non
fa mestiere
Deh Che
ciascun
si
Ed
a cui lo
1'
concede
fortuna
Colui se
46
Tu
sai
die
io
prigione
,
Per
Non
ci bisogneria far
pi ragione
,
D'Emilia
Ma saremmo
di
morte a condizione |
,
per piano
amiamo inlramendui
Giove
altro di nui
i(J6
LA TESEIDE
47
Forse
le
cose avranno
mutamento
stato
Ed io Come
e tu esser contento
Teseo
II
ricettato
cosi alleggiarsi
tuo tormento
;
O
E
rimarrebbe
Ch'
essere in (juesto
48
Palemon pi
Anzi
di ci
non
:
volle udire
vedi
Arcita
,
Se
io dovessi
ferire
A
Se
lui
rimanga e
la
donna e
la vita
,
tu
mi
fai
Mai pi non
amer veracemente
49
Deh disse Arcita questo a dir che viene ? Pognam che tu quiritta m' abbi morto Che farai tu? avrai tu minor pene? Che ben te ne verr o che conforto?
, , ,
ti
oonvene
In priglon ritornare
o pel pi corto
:
Caramin che
JilBRO
QUINTO
iGi
E pognam
pur che tu
io
fossi in
,
amore
Teseo com'
sono
tua credenza
?
Che
1'
le volesse te
Tu se' ingannato
egli
ha pi
alla intenza
e sto
sempre
:
in
temenza
Dove che
sia
pur
di rimirarla
tu
come
ardirai di
domandarla
5t
E se
io
qui con f
,
ti
promettessi
Di non amarla
Con
tutto
il
mio ingegno
stessi
amore non
si
:
pu
d'
cosi cacciare
Come
tu credi
e poco
,
ama
chi posa
,
Per impromessa
^
Dunque che
vuoi pur far
?
Combatteremo
le parti
t
colle spade in
man
farem
non avemo
Deh
perch
Al tuo
folle consiglio?
non
ti
parti
,
Prima che
S'
i'
'1
giorno
sia
,
n sicur sono
,
son riconosciuto
di perdono
iCa
LA TESEIDE
53
Di mia
salute
disse
Palemone
Non
Ch*
avanti
mi
;
parta
la nostra
1'
quistione
Si fnirh
sicch
un
de'
due amanti
5
Solo d* amarla
I consigli
fia in
possessione
tutti
cbe desti ho
,
quanti
Esaminati meco
e son contento
vita in
Pi di morir che di
tormento
54
Se tu
In
fai
gelosia
,
S* altro
te
non
me
in
ne segue
,
avendo fede
:
come
amico
di ci
ander via
Se nel tempo
Render
Dunque
appresta
,
che
il
Vittoria aver
se
mi
55
sia
piacente
Oim
cb' io sento
l'
la
fortuna
ci
ha qui lusingando
e pii
Menati con
effetti lieti
non Amor,
le
a voler
,
che
muoiamo
noi sogliamo
Per
man
nostre
come
,,
LIBRO QUINTO
56
169
Oim
che m* era
assai maravigliosa
ci lasciasse
,
come
nostri noi
non stimolasse
a gloriosa
li
commendasse
rammaricare
.
Ond'
io
mi posso
assai
Vedendo
57
I primi nostri
Seminati da
Figliuoi
,
Cadmo
d'
Agenore
Che
can mordenti
Ed
Attamante
Tal Tesifone in
mise
58
Latona uccise
i
figli
,
d' Anfione
A E
E E
Niobe intorno
la spietata
nimica Giunone
f'
:
Arder Semele
Fosse
rabbia
se
'1
sa tutta gente
il
simile d'
,
Edippo
quale
il
padre
.
Uccise
madre
Jjo
LA TESEIDE
59
Qua*
due
fratelli
j
D' Edippo
Il
nati
non
cai raccontare
elli
,
fuoco
f'
testimonianza d'
il
lor
mal
fare
'1
Mollo non
ebbe
di
,
Bacco
a lodare
Or resta
sopra noi
eh* ultimi
ci
siamo
uccidiamo,
60
Ed
in piacere
battaglia sia
;
r slar
presto a fare
il
tuo volere
1*
Ma
pria
mi
lascia
addobbar
arme mia
,
ripigliare lo
mio buon
che
destriere
Quindi farem
La mente
Piangasi
il
folle
consiglia di ci
danno a cui
mal
piglia
61
Isnellamente Penteo
si
fu armato
Se
Ed
ebbe
tosto
il
cavai ripigliato
E E
Palemon
ornai
si
fu voltato
1*
Che
aspettava
ti
E s gli
disse
come
piace
,
o vuo' pace
LIBRO QUINTO
171
Ma
slemi
il
ciel
Ver testimonio
e Apollo surgente
si
Fauni e
le
Driade (e
crede
sia
Che
ne
presente )
le stelle eh' io
Cora.' io
cui prati
63
Non mi
Ch'
si
possa
mai rimproverare
con teco
;
,
Tu
mossa V hai
e tu
pur
la
vuo' fare
:
non porria
il
lasciare
Mai
d'
amar
quella eh' ha
mio cor
seco
Ma
cosi
amando
,
volentier vorrei
Con
teco pace
e presto a ci sarei
64
Dette queste parole
,
nulla cosa
Rispose Palemon
ma
,
innanzi al petto
1' '1
Lo scudo
si
rec
quindi
e
ascosa
viso eretto
trasse
or
si
Avr
d'
amare Emilia
vero
j
a cui Penteo
si
Tu di'
il
e in ver di lui
foo
., .
7a
LA TESEIDE
65
cavalieri
E per insiem giostrare non poter Ma cogli sproni punsero destrieri E colle spade in man presso si fero
i
L' un verso
1'
altro
s si
scontrar
:
fieri
Che
maraviglia fu
de' petti
i
a dir lo vero
si
E si
cavai
fedir
Che rinculando
66
Ma non
per tanto il valoroso A reit Su V elmo colla spada a Palemone Diede un tal colpo eh' appena la vita
,
ben credette
alla
prima
ferita
:
Che
Ma
poich sotto
si
'1
buon
destrier caduto
Si vidde], su
Palemon
Percosse
Il
capo sopra
il
'1
verde prato
che accrebbe
,
fallo
Ch' aveva
per lo colpo a
:
donato
stallo
perch di quello
Non
Di
si
moveva
,
questa vita
ed a giacer
ardito
1'
si
stava
'1
buon Penteo
aspettava
,,.
LIBRO QUINTO
68
178
Ma
il
Disse fra s
E senza indugio lui g a vedere E trovol che non era ancora desto
Dello spasmo profondo
Disse
Il
:
,
mort'
che troppo
fu infesto
:
Di
tempo dolente
69
Egli
'1
Soavemente
1'
elmo
gli
traeva
i
in su
fiori
,
Teneramente a giacere
poneva
E poi
Dal
con
man
E
Se
'1
bagnava
acciocch esso
.
Ma Palemone ancor
Dicendo
:
non
si
sentia
oim
la vita
mia
Morto
il
Ma
Che
di ci testimon
io
Febo mi
sia
,
non
fui di ci volonteroso
:
^4'
LA TESEIDE
S* io questa
donna non
avessi
amata
Com*
io facea di tutto
mio cuore
amore
stata
Ma
Che
per difender
io porto a
il
leale
,
Emilia
incontrata
:
Or
foss' io
morto
,
il
Prima
tornai
nominato Penteo
72
In questo punto torn Pale mone In sua memoria
,
e in pie
si
fu levato
,
Che
Per
altro
lo gran colpo
in s di
il
mal provalo
come
ardito e franco
al petto lo
buon campione
,
Davanti
scudo recalo
buon Penteo
73
Leva su
,
cavalier
,
che
io
non sono
abbattuto
:
Ancora vinto
perch
il
sia
grieve tuono
:
Mi
spavent
in
me
son rivenuto
aver perdono
t'
perch pietoso
ho veduto
Combatter meco
Emilia
1'
amore
LIBRO QUINTO
17!
E dentro al cor nascose la sua ira E disse Palemon gran ragion bai
^
te sospira
:
Ma
d'altra foggia
ti
far ornai
ti
cosi
gira
come
ti
Che
di te vincere
ho fermo coraggio
95
Ciaschedun chiama in suo aiuto Marte
^
Ed imprometton
Ciascun
si
La
nobilt
V ardire
,
e la molta arte
ferir
Delle battaglie
'1
prestamente
come dragoni
y8
Gli scudi in braccio
,
e le spade
1'
impugnate
,
>
Sopra r erbette
1'
un
altro ferendo
Senza aver pi V un
Si gieno
i
due baroni
s'
e ricoprendo
,
Tutte
1'
armi
avevano spezzate
Per
la
poco
Che alcun
176
LA TESEIDE
77
Ma come
d'
Atene
,
E E
alcun cornando
78
E ciascun gi
In qua in
Ih
siccome
gli
piacea
E E in tal
Con un
Emilia
Per pervenire
,
ove per
79
EIP era sopra un bianco palafreno
,
Con can
Aveva
Dietro
,
d' intorno
ed un corno d^
contraria
il
allato
5
ed
alla
man
freno
alle spalle
un arco avea
legato
,
Copriva
LIBRO QUINTO
3o
177
sopravvenne
11
subitamente
i
E s' arrest
Da
vedendo
cavalieri
Ma conosciuta
ciaschedun
fu immantinente
delli
due buon
forti e
guerrieri
,
Ma
S
ne divenner pi
pi
1'
fieri
si
raccese in ciaschedun
,
ardore
,
Della donzella
81
Ella
si
stava quasi
che
stordita
N
Ch'
E s
Ma
invilita
non
si
moveva
non parlava
,
E A
vi feo
gran Teseo,
9%
11
quale
assai di
maraviglia prese
Ed
a mirarli
lungamente
intese
si
voleano
Quando considerava ben 1' offese Che essi insieme tra lor si faceano
Ma
fu appressalo
1 'A
, . , , .
78
LA TESEIDE
83
o oavalier
se
Marte
,
Doni
Ciascun di voi
E s' egli
Mi dite
e chi in
tal
,
parte
Che
fate
V un
84
lii
cavalier
E E
feo
Quella battaglia
ma
il
buon Pcnteo
:
Prima
cos rispose al
domandare
amore
.
85
Disse Teseo
siete
cui Penteo
,
noi
'1
farem volentieri
ne promettete
Se voi
caro signor
vostra
,
La pace
voi
P avete
Perch
E combattete
Che
ancor per
tal
cagione
,,
LIBRO QUINTO
86
lUora que* rispose prestamente
10 sono
11
il
:
179
ed
e'
,
me
similmente
io
accompagnarlo
colui
altrui
e chi
e* sia
ve! dir
che
sallo
me* che
91
stare
Ma non E disse
Chi
io
pertanto
:
e*
cacci la paura
sire
sia
,
io
mi
Vostra virt
La
mia pura
Mente
Uscii
,
vostro
Palemone
88
Teseo udendo nominar costoro
Prima sdegn
Che
s*
eran nominati
,
e disse loro
strai dell'
pari guai
1*
cosa che
un vien da Egina
la
meachina
iSo
LA TESEIDE
89
E se licito
Chi
m*
sia la
donna
prego
il
diciate
Sospir Palemone
e disse allora
Come
le cose tutte
erano andate
ci
Teseo
vie pi
gli
che
1'
altre accora
,
Che prima
E disse: Amor
morire
90
cui
Palemon
disse
alto signore
Ed
a contarlo
m' ha dato
valore
,
finir
l'
aspro dolore
trista
offende la mia
mente
Ed Ho
io
d' esser
servito
9^
Allor Teseo ; non piaccia a Dio che sia
Ci che dimandi
L' aggiate per
bench meritalo
gran
follia
:
la vostra
'1
Che
1'
un contra
mandato
ritornato
:
E P altro
Se
ha rotto
la
mia prigionia
mai biasimato
,
n faria fallanza
antica e
Ma
serverei
1'
buona usanza
LIBRO QUINTO
i8i
Ma
perch gi innamorato
fili
E
M'
perdonare altrui
,
Non
Piet
ma
per colui
:
Per
sicuri di
'1
perdono
state
Vincer
fallo la
mia gran
pietate
93
Ma
non
fia
assoluto
il
perdonare
Ch*
io ci
La qual
Se
io
perdono a vostra
promisero
,
Essi
'1
ed
e' f'
giurare
;
Lor
felli
Poi in questo
modo con
94
lor
si
convenne
cominci
belli pignori
,
io
avea
,
la
,
e donar
credea
al
piacevole Acate
la
ma
fortuna rea
,
Con morte ha
Ed ella s' rimasa senza sposo Come vedete col viso amoroso
,
i3a
LA TESEIDE
Dunque
conviene a
me
Perch V
et di lei ornai
richiede
la
mi dea
Se
s 1'
amate come
la
il
Ma
non
pu
rimanga
all'
uno
96
All'
un
di voi sarh
bene
investita
Perocch
siete di
sangue reale
Ed Ed
Per
similmente
altrettale
Che meco
la
Per moglie
se aver la potete
97
Ma
convien provare
che Palemone
, ,
LIBRO QtHNTO
i8S
Chi V
fuore
fia ^
,
marito le
Ea
stia
al cui
valore
:
E termine
vi sia a ci
donato
D' un anno
intero
e cos fu fermato
99
Siccome per mal
Candida rosa
,
Che
O per la fresca
E
gloriosa in su
aurora levante
li
pruni
stassi
^
Bella
come
talvolta fu
,
davante
raccolto
parlar di Teseo
lor caro
molto
risposono
ft
lui
umilemente
,
Signore
a tanta grazia
,
quanta
fai
nessun possente
Ma
Noi
que' che
ti
*1
cielo e
^
'1
mondo
perdono
ci
parimetit
Governa
contenti
siccome hai
Del nostro
il
qual
Bodim
ctotjd >
i34
LA.
TESEIDE
lOl
Noi slam
disposti
penserem
di mettere
ad
.effetto
Quel che
n' hai
comandato
a tuo volere
Vedendo
La qual
gli
rimirava vergognosa
102
giovin donzella
te faccia
amore
?
Ben
tei
Ed
oltre a ci
Dell'
un
de*
due
ma
cambiossi
io3
Febo
era gi a
mezzo
il
ciel salit
Quando Le piaghe
^
,
Ma '1
Teseo
Medicheratti alla
Penteo
,, ,
, ,
LIBRO QUINTO
io4
i85
poi
gli f'
sopra
1*
cava* salire
,
Con
tutte
armi
,
ed in mezzo di loro
,
Emilia bella
di grazia
f'
gire
Che
poco
Che non
mirasser
celato
in
Atene fu entrato
IO!
Quivi con
festa al palagio
,
maggiore
Disceser lutti
e Teseo disarmare
F'
E E
dolcemente
fece curare
Che
dentro
al
palagio abitare
render
n'
Quante
LA TESEIDE
LIBRO SESTO
jnCOBlENTO
Il sesto libro nel
comnciamento
loro ricco portamento
dilicati
:
Dimostra , e
Appresso a
il
E le feste e i conviti
Tra molti
eletti
arditi e pi pregiati
,
Ed
in die
modo
,
e abiti ciascuno
venuti
ed
oltre
ci siccome
:
ognuno
veduta Emilia
se e'
nessuno
i
Biasima lor
ne son perduti
alta ministra del mondo Fortuna Con volubile modo permutando Di questo in quello pi volte ciascuna
,
Cosa
Or
Secondo
Avea
due Tebani
UBBt SESTO
187
Polche con
lei
,
Ed
allevati
viso
pigliati
ben
diviso
:
Avendo
Di prigon
Poi V un ne trasse
e questi fu Arcita
fuore
,
ancor mise
ella in esso
,
Con matto immaginare , un tal furore Che s al primo quasi ebbe rimesso
D' acquistata
salute in gran dolore
:
ben credendo
ci
com'
ella volse
.
e gli raccolse
solamente
gli
mise speranza
3
,
Ma
oltre a ci
Come
detto
rend
sicch abbondanza
o ver da
ria prigione
.
Condusse loro in
tale esaltazione
i88
LA TESEIDE
5
Deh
chi
fia
mondani
Provvedimenti
moli di
costei
Se non
fosse
mal
detto
tutti
io dicerei
quanti vani
lei
,
Mirando questo
Si legge e ode
,
e ci che ancor di
Bench ne
sia
come
ci fa
coperto
antica raffermaro
1'
un voleva alF
altro piace
;
tace
Fuggito
tempo
gli
,
amaro
Ma
pure amore
tenea ristretti
con
tutti
lor diletti
Perch
essi
spendeano largamente
loro onorata
,
in Atene graziosamente
si
Che sen maravigliava tutta gente : Onde gli amavan tutti i cittadini
Quantunque
egli eran grandi e piccolini
^
LIBRO SESTO
8
Altro che suoni
,
189
canti ed allegrezza
si
sentia
mai
,
Usavano
n giammai
Erano
Conti
,
baroni
donne
e cavalieri
Con gran
destrier
cavalli e palafreni
,
nulla
si
lasciavano a donare
Facendo
giostre
Con
E ciascun
ingegnava di piacere
il
Pi ad Emilia giusto
suo potere
IO
bench
fosse la festa e
'1
diletto
,
Ched
e'
cento
di
Teseo venisse
acciocch di tormento
:
E ciascheduno
Di
vincer
1'
aveva intendimento
,
5i se
perdesse
perdendo morire
tgo
LA TESEIDE
B per non
aspettar
V ultimo giorno
tra loro la battaglia
,
d' attorno
:
E d' invitare amici si travaglia E d' altra parte per essere adorno
,
Per
s ornare
*1
Che
|2|
in breve
tempo
si
futon forniti
forti a
ogni prova
di cavalli feroci
alli
ed
arditi
}
Grandi
greci
E ciascheduno in s
pi spediti
,
In questo mezzo
11
giorno
si
appressava
j
a' cavalieri
Onde Ched
ciascuno
e'
suoi sollecitava
,
venisson
cV egli
tutti
era mestieri
Perch ad Atene
assai gente
i
abbondava
sentieri
,
Palemone
.'
Venia
la lor quistione
, ,
LIBRO SESTO
,g,
(
vestito
,
Il
Di senno grande
e di coraggio ardito
E men
pure
il
pi
fiorito
,
-,
offerse in aiuto
Venned'EginalilorePeleo.
Giovane ancora e
di
sommo
si
,
valore
j(
feo
Men
con
,
pompa grande
e con onore
Bianco
maggio
Yestito era
sopra
un
Era
fra tutti
suoi pi eminente
Ed un
Dal destro
lato
e dal
manco pcndea
e^i avea.
P* arcadia UD arco
forte oh'
iga
LA TESEIDE
I biondi crini e
'1
collo e* bianchegglaDti
Omeri ricoprian cadendo stesi 5 La sella e '1 freno d' oro eran micanli
E sirailmenle
E' suoi
gli
quanti
j
D*
alta
prodezza e
avea
,
sommo
ardire accesi
*n
mano
qual a
lui si
^
convenne
Una
termodonliaca bipenne
18
Cosi
gli
N N
di mirarlo
vi fu
si
potien saziare
il
alcuno
Oh
Ed
Pi
sospirare
,
che ne innamorasse
biltate
Se gentilezza e
fare a
han potere
?9
Cefal d' Eolo figliuoj segui costui
Seguillo Folco
e seguii
g
Telamone
lui
Argeo ed Epidaurlo
Flegias di Pisa
,
con
di Sicionia
,
Alcone
Ed
La
altri
molti nobili
di cui
fa
menzione
Vi furo
quai
si
de' creder
che onore
^
LIBRO SESTO
20
Di Nisa
di gran boschi copiosa
198
Tra
Niso vi venne
valorosa
E con sembianza
Con
Armati
tutti in
lieta e
arme luminosa
si
Con queir
La
convenne
ai
Sopra
d'
tori
Agamennone
pliisori
,
Vi venne
Armato
S
gi
tutto a guisa di
barone
Troia
fatta
Con
nera barba
22
Non armi chiare non mantel lodalo Non pettinati crin non ornamenti D' oro o di pietre aveva ma legato
, ,
, ,
D' Unghioni
orso
un
al collo
1'
il
Ricoprien
armi
'1
tulle rugginenti
,
E qualunque
Que'
vedea
vinceria con
qualunque
messo
I
. , ,
g4
LA TESEIDE
a3
Di
dietro a lui
in abilo dispari
e'
crin
com' oro
chiari
e giuso al petto
oro cadea
vedea
>4
Egli era sopra a
un gran cavai
ferrante
,
Reggendo
Dai
Ch'
il
Con un mantel
circusianti
udiva sonoro
E se Venere
ella
fosse senza
amante
Che
lui
vedean
,
Lodavano
'1
valore e la destrezza
5
Costui seguiva
il
nobile Castore
tutti
E E
I
'1
armati
di gran valore
Gli avesse
dotati
,
per onore
Aveano
come
'1
quando
generati
dalla bella
Leda
,,
LIBRO SESTO
26
Seguian costor pi uomini leraei
,
c)5
Armati
tutti
fieri
ne' sembianti
E qual
In forme
le saprei
:
Ed
palazzo dismontaro
27
Nel cuoio del leon nemeo velluto
Recossi
Cromi
gi al
il
corintio vestito
Cb' era
padre suo
stato
veduto
,
Da
cui
giel
Con un
di tutte
altre
come
si
crede
28
Non
altrimenti la testa
faccia
il
Che
menando ammazzato
,
Giva
di
suon
tal
chente fu ascoltato
1
Talvolta gi
come
cani abbaiando
Mare
Il
Eolo
irato spira
.
igS
LA TESEIDE
Con
ben guernita
Ippodamo
vi fu
similemente
pulita
,
Figliuolo di
Eomonia
Con
mostrar
Di drappi
slrii
3o
Di
Pilos venne
il
giovane Nestore
,
Figliuolo di Neleo
la cui etate
il
primo
fiore
Mostrava
Di crespo
Il
Costui orn
padre in guisa
lui
tale
Che
d'
ornamento a
non
vi fu uguale,
Natura ornato
l'
avea'di bellezza
disiare
e poi di gentilezza
;
Di
real
sangue
n potea celare
,
e la prodezza
:
Con
disio
sommo
di
bene operare
la
Pi
gli
LIBRO SESTO
32
Costui armato
,
197
il
Quant' era
Ma
Di
della
maglia
d'
molto guernimento
,
Tutto fu
P ornamento
;
Che ad
tal si
rchledea
si
lucea
che
oscura
,
Luce
avrie data
come
33
giorno pura
Un
man
tenendo
E siccome
Esce
,
che di cappello
,
si
Da
34
Nella terra de' Cecropi festa ndo
Di che ciascun
Facendo
si
gi maravigliando
il
a lui giusto
potere onore
Ed
e'
Andava
suo
,
sommo
valore
tutti
onor facea
fin
che pervenne
.
Ove Teseo
,,
,.
198
LA TESEIDE
35
Evandro nato su
Cillenio di
Carmenta
e di colui
,
Che r anime
Nella
steril
popoli sui
^
Ma
per mostrar
Con
36
Egli era su tessalico destriere
Ed
un cuoio
,
per mantel
Libistrico
le cui
unghie gi nere
luminoso
E E
dura
37
Altri avean pelli di tori lunati
Nullo
n' aveva
Circuivano Evandro
qual
dall'
come
saette
il
udite
una
man
aveva
Dall' altra
un arco ed
cavai reggeva
LIBRO SESTO
38
199
Uno
Silvestro
Argo ingannar
,
Nuovo strumento
Vi
Per
si
padre
la volont
cheta
39
Eravi ancor ci che per Erse fece
,
Ed
Le
altre
opre di
lui v'
eran distinte
:
Ma
pur
tra
1'
altre
da parte dipinte
o biece
:
gi fatte dritte
Eran
le braccia
,
Di Carmenta
Nel tempo
di cui
Evandro nacque
46
In cotal guisa co' suoi rugginoso
Dell'
arme
E E
valoroso
il
Chiunque
f',
vede veramente
tene
del
modo
,
Ma
Ben
umile
s'
ammiraron
il
della condizione
si
Chiunque
vide a
fatto
barone
a 00
LA TESEIDE
VennevI Perlloo
Ancor Di
le
Bianco vermiglio
biondo
assai vie
pi che
fila d'
,
oro
si
bel fosse
Adone
,
Di
Quanto
era Peritoo
ancor garzone
;
Morbido
Venne ad Atene
Il
e incontro gli
si
feo
43
bench
fosse
molto conosciuto
,
Peritoo in Atene
nondimeno
:
u' era
pieno
3
Del
con
suo palagio
LIBRO SESTO
44
il
20
Ancora molto
vi
mand
Laerte
Da
cui
gli
Le armi lucenti primamente offerte Le quali e' prese con sommo diletto
assai pargli
;
Le abbia
e con seco
men Diomede
45
Poi di Sidonia ancor Pigmaleone
Vi venne
Che
E' da
Seguire
a guisa di
sommo
barone
da Teseo
onorato magnificamente
E ricevuto
molto caramente
46
Quivi neir arme con solenne stuolo
11
Isola
gi d'
,
Europa
figliuolo
Yi venne
Del suo
Discese
beli'
Androgeo
sentito
il
duolo
E in su la
,
riva d'
Atene Lernea
ancore fermare
.
f' coli'
'1
Le
navi che
dovevano aspettare
,, , ,
aoa
LA TESEIDE
47
Di
Radamante
Fra tei
di lui
e Sarpedone appresso
le lor genti
Quivi era un carro orrevole per esso, Sopra del qual mont e messo avante
,
La
gente sua
cammin
tosto
.
Siccome avea
nella
mente disposto
Il
manco
Iato
uno scudo
i
gli
armava
regni di Nereo
j
,
E come
E E
i liti
Giove
Carico di Europa
v' eran
onde nasceo
e' la
dove
posava
49
Erano
i
campi
gli argini
e le strade
la
dignitade
giovani garzoni
.,
LIBRO SESTO
5o
Il
oo'.
E pi
vidde ciascun
,
Vedere
E
N
Di
biasimaron
Scilla
,
il
focoso
amore
la
allor
che ognaltro
,
dicea
Degna
di
morte
aveano viso
A dimostrar della
Con
D' intorno a
lui
Chiara mostrava
sua adornezza
Con
ben ricevuto
liti
d'
Alfeo
,
Non
Ma
Pensando
suo valore
il
quale
il
feo
Che coronalo fu
Gente men
di
e' in
compagnia
.
somjna valenzia
ao4
1-A
TESEIDE
53
Veloce e presto
che nulla
saetta
altro arciere
tal fretta
,
Mandata
fu da nervo con
,
Che
lenta
riere
j
Non
gli fosse
tanto e
si tal
Che
54
Questi saria nel fortunoso mare
Qualora
Istende
i
e'
pi
Correndo con
Non
gli sarie
L'esser trascorso
tremanti
Campi
55
Ed
venne Admeto
Lucendo
di reale
adornamento,
e nel!' aspetto lieto
,
Di mezza
Il
etade
D' oro portava Febo che 1' armento Di lui ne' verdi boschi pasturava
,
Ed
in Anfrisio poi
l'
abbeverava
LIBRO SESTO
56
Questi
fra' suoi
sto
Feresl cavalcando
giva
Gregge
Or qua
or l co' piedi
suol pestando
gli
veniva
Ed
Irin gli
menava
avanti addestro
.
57
venne
:
Fino
in
al
Atene in
atto baldanzoso
si
Quivi
Il
palagio di Teseo
tenne
:
L dove fu siccome si convenne Ben ricevuto assai dal valoroso Teseo il qual V aveva per amico Non or di nuovo ma gi per antico,
,
.8
Di Beozia
vi
Quali ad Arcita
e quali a
Palemone
,
Perocch
li
Onde
ciascuno in
tal
punto fervente
Armati bene e
belli a riguardare
so6
LA TESEIDE
Quivi
e chi a Peuteo
Tra qua'
le genti
Sono
vicini
d'
Elicona abitanti
60
E quelli
quali
Asopo troppo
altero
Veggono
Vi furoQ
'1
Con
61
Avrebbe quivi GeOso mandato
Narciso
,
se
non
Gik
ne'
,
campi
tespiani
mutato
:
Era
bagnato
Siccom'
io
credo
in la sua fanciullezza
, .
, .,
LIBRO SESTO
207
Leandro era
Dalla sua
gi stato raccolto
,
Ero
con
tristo volto
,
Il
non
i
suoi vi gir
11 lor
signor
63
Sarebbevi Erisiton Triopeo
Ma
per
la
lo
quale
Che
Rimase adunque
non
vi
pot gire
Ma
gli
convenne
di
fame morire
Fur
altri assai e
popoli e contrade
gli
saprei contare
nasconde in s
fece bisogno
'I
la
lunga etade
gli vi
menare
Ma
de' signori
voler nobiltade
;
Ciascun
secondo fosse
il
suo valore
ao8
LA TESEIDE
65
Qualunque
Re
duca
si
prence
altri d'
onor degno
,
O qual
Che
di
E per so prima gli onorava Egeo E poi con lieto volto buon Teseo
il
66
Ippolita reina lietamente
Quanti ne venner
tutti ricevette
:
Con
alta festa e
graziosamente
si stette
,
la
giovane Emilia
Ma
Tanto a
tu tutti
si
mostrava
lieta
mansueta
67
furon
folli
Arcita e
Palemone
i
fatti
loro
Se r un
s'
,
altro
mandato
,
a far
dimoro
Per acquistar
s*
ammiraron
uno
all'
se
non
voller loco
Dar
1'
altro all'
amoroso foco
LIBRO SESTO
68
209
E ben
Che
fu giudicalo che
'1
suo amore
,
non fu
di
Tebe
il
esser signore
O di
E
Di
quantunque clgne
verde mare
valore
il
prodi
quanti ragunare
,
Avie
fatti
fortuna
dar sentenza
a tale intenza
69
Se
gli alti regi
furono onorati
Da Palemone e dal gentile Arcita Non cai eh' io narri che uomini nati Non si crede che mai in questa vita
,
Fossono con
a*
qua' fornita
essi
Era ogni
voglia
sol
che
dire
70
Alti convili e doni a' regi degni
S* usavan quivi
e sol d'
amor
parlare
:
E'
vizii si
biasmavano
,
e gli sdegni
Giovenil giuochi
Il
e sovente armeggiare
g'
ingegni
O 'n
E
donne
festeggiare
i
grandi ed
minori
adagiali da fini
amadori
BOCC. L TEAEIDC
l4
aio
LA TESEIDE
nomar
la cittade
n di
vista
gran nobiltade
:
Perch Teseo in
Il si
somma
V
dignitade/
sue cose
teneva
e 'n fra
altre
Dimostra
il
libro settimo
il
parlare
Che f* Teseo
a' principi
adunati
Quali
da
Quindi le cose degV Iddii pregati Disegna appresso lor facendo andare U' di milizia furono adornati
,
Ed al
Per
teatro quindi
vie diverse
tutti
,
li
conduce
e la lor luce
:
Gi eran
Emilia
quanti
mirati
ma
il
I suoi
Ad
aspettare
si
menava
,
In Atene le cose
11
in allegrezza
giorno dato
alli
duo
s'
appressava
Perch con
lieta
,
e gran piacevolezza
quali onorava
tutti
, ,
Teseo
duci
li
Ragun insieme
Del
Tulli
s'
e la grandezza
,
ed appresso
affissono a seder
con esso
ai
LA TESEIDE
Slette
Teseo con
li
venuti regi
,
gli
baroni egregi
Furon
alquanto pi umilemente^
popoli e collegi
,
E tutti
gli altri
Che
Signori
i'
Abbia perch
Tale
sia nata
,
Teban
il
quistione
ed ancora
,
partito
:
Che
io die' loro
me
fallilo
della
mia
menzione
,
Pi non intendo
n di loro amore
1'
Non
ha in core
* *^
Ma
certo
quando
E nelle man di
bramosi
Non mi credetti n lance n spiedi N troppo ferri chiari o rugginosi N gran cavai n grandi uomini a piedi
Dovesson terminar cotanto fuoco
,
Ma
esser ci
com' un
palestral giuoco
LIBRO SETTIMO
S
ai
non
Per
credetti
gli
Sotto
si
regi achivi
:
movesse
poca di cosa
anzi credea
Che ciaschedun
terminar cosi fatta mislca E che con brevi forze gli piacesse
L' un contro
1'
altro questo
amore avere
piacere
.
Lo
qual mostra
Ma
essi forse
credendosi eh' io
Non
Di mostrarlomi
venne
in disio
fio
Per cui
e'
son contro
al
dover ferventi
ci siate
,
Ed
io
Ma
com' dlraggio
,
Qui non ha
Qui non Qui non
Vendetta
ggio
Com*
gi detto
di cotal quistione.
ai4
lA TESEIDE
8
non odiosa
altra cosa
O
1
di chi n'
ha ragion per
si sia
posa
non
tra noi^
l
,
pur
d*
un sangue siam
nati,
come
potre'
il
mai
io sofierire
Veder
r un
Come
al
seme
di
Cadmo
,
piacque fare
n quell'
ire
dimorare
poca cosa
sarie
mal
consiglio,
Ed
agi* Iddii
padre uscire
1'
il
figlio
fedir
1*
un contra
altro parente
Co'
ferri in
mano nimichevolmente
, ,
LIBRO SETTIMO
II
Poich a
tal fine
aii
qui
siete
adunati
sia
,
come ognun
siccome
la
disia
tragga
e cento nominati
.
Per parte
siate
il
mia
pieni assai
Sentenza die'
D' affanno
amor
19
Le
So~roTr4e-padj_o^on mazze
espresse,
Forze
le
Ma altro no E quegli
,
il
vittoria
,
Dar
s'
Questo
Li
Il
sar siccome
un giuoco a Marte
arte
sagrificii del
quel celebriamo
e vederassi
,
giorno dato
1'
l'
Di menar
armi
in
che
ci
esercitiamo
porr mente
ai6
LA^TESEIDE
il
romore
;
Tocc
le stelle
fu alto e forte
tal
signore
Che
morte
D Ed
men
gravosa sorte:
Cento e cento
elessero
e partirsi
i5
Levossi prima adunque in piede Arcila
Ed
si
trasse
Appresso Palemon
altra partita
,
A E
11
sita
5
Con
Se
s'
accostasse
Aveva
n'
e per
immantinente
.
iS
Il
primo fu
il
fiero
,
Agamennone
e poi Pigmaleone
,
Poi Menelao
e Polluce e Castore
,
Con
Il
la lor
gente
,
re
Licurgo
e di Pilo Nestore
11
corintio
Cromio
ed
di valore
vi giro
5
,
Ed Ippodamo
altrui
pi
il
seguir
LIBRO SETTIMO
ai
E dopo lui Ulisse e Diomede E Minos co* fratelli a mano a mano E re Evandro a cui non servar fede
,
'1
Li suo
che
lo
'1
fer del
>
Gir per
Ed
18
Cosi divisi
dalli suoi elesse
li
Arcita dieci,
qua' caramente
Con
Ed
essi
il
scritti
29
siniil fece
ancora Palemone
si
E
E
di
buon omin
e'
trovar
si
pari
Ched
non
v' era
alcuna variazione:
fosser guari
,
credesi the
al
non ne
Rimasi
mondo
1'
di tal condizione
Qual
era quivi
uno
assai
l'
altro cento
.
Di che Teseo fu
contento
., .
ai8
LA TESEIDE
ao
Adunque posto sotto grave pena Lo stare in pace per cosa che avvegna A tutti gli altri Teseo ne gli mena
,
Per
piena
Dove col padre insiemeraente regna : E come prima insieme assai contenti
,
Li re
si
ja^i
posto che
V un
1*
altro conoscea
le
Nulla division
vi si
vedea
:
Per in alcun
allo
,
adoperare
Anzi ciascuno
quanto pi potea
quelli
Con
tutto
cuor di piacer
s*
ingegnava
slava
si
9a
Gi era
il
di al quale
si
il
,
di seguente
Combatter
Giro
dovea
quando gP
Iddi
con
affetti pii
Sopra
Incensi dero
sommi
dsi
gli alasse
Dier preghi a
11 d
tutti
che ciascun
, .
, ,
LIBRO SETTIMO
29
Ma
pure
A reit
ne* templi di
Marte
,
Pi eh'
altri assai
e con pi solenn
arte,
A Marte
^4
O forte Iddio
Ne' luoghi
nemici e tenebrosi
,
D' ardir le fronti furo agli orgogliosi Fi' della Terra, allorch ognun rimase
Di morte freddo
in sul suol
per
le
j
prove
Giove
2S
Se per
alto valor la
mia etade
le
De' tuoi
detto
allor
Fatto palese
umilmente
ti
prego
,
Che
alli
, .
aao
LA TESEIDE
Io son
come
tu vedi
giovinetto
Amore
mi
tien distretto
Con
le
mie forze e
,
tutto
mio valore
core
,
Conviene oprarmi
se io vo* diletto
il ;
E senza
te io
7
Dunque m* aiuta per lo santo fuoco Che t' arse gi siccome me arde ora
,
nel presente
mio
palestral giuoco
mi onora
poco
,
Certo
si fatto
don non mi
:
iia
Ma sommo
Io
il
bene
S* io son di questa
diletto
,
e tu n' abbi
onore
aB
I templi tuoi eterni
s'
orneranno
vinto
mio
compagnone
,
Ed
E E
Di
fievi disegnata la
barba e
miei crin
ti
che ofFensione
,
ferro
non
sentiron',
,
prometto
l'
Se mi
fai vincer
siccom' io
ho
detto
,,
LIBRO SETTIMO
aai
Era
allor forse
Marte
ia esercizio
Di chiara
Quando
Tuttavia
d' Arcita
li
,
orazion pietosa
il
Pervenne
per fare
dato ufizio
:
nell' aspetto
lagrimosa
La
Com'di Marte
ebbe veduta.
3o
Ne' campi
tracii sotto
i
cieli
iberni
Da
tempesta continova
schiere di
agitati
Dove
nembi sempiterni
l
trasmutati
,
Gittati sono
neve tuttavia
Che
'n ghiaccio a
mano
3i
man
s'
indura e cria
steril di
robusti
dov' eran
,
folti
ed
alti
molto
Nodosi ed aspri
rigidi e vetusti
il
Che
Del
d'
ombra
eterna ricuoprono
,
volto
tristo
suolo
Da ben
Vi
si
sentia grandissimo
romore
.
V* era bestia
ancora d pastore
aaa
LA TESEIDE
In questa vide
la ca' dello
,
Iddio
Armipotente
Tutta
e questa edificata
d' acciaio
splendido e pulio
Dal
La
luce
che abborriva
il
luogo rio
,
la stretta entrata
.?i
le
Vide
Veder, che
fier
Ed
il
cieco Peccare
ed ogni
vedieno
Omei
j
,
Similemente quivi
si
la
Paura pallida
in
quel loco.
34
E con
Tradi meati
:
Vide
L Discordia sedeva
Ferri avie in
e sangui nenti
mano
ed' ogni
differenza
tutti
E *n
mezzo
il
,,
LIBRO SETTIMO
35
Videvi ancora V allegro Furore
2^3
oltre a ci
La Morte armata
Ed
Di sangue
De' corpi
fuore
uman
cacciato
e luminoso
Era ciascun
Arse e
disfatte
per
le triste
guerre
36
ci
che pria
le
vi vide disegnato
Eran
Tolte
alle terre
qualunque
isforzato
:
Fu
musorno
,
Vedevansi
incatenale
Videvi ancor
le
,
navi bellatrici
e
li
I vti carri
volti guastati
li
Ed
Ogni
vedea
liei
:
E E
aa4
LA TESEIDE
38
avea
sua arte
,
Mulcibero
sottil colla
'1
Prima che
Sol
gli
avesse Citerea
Colei senti
Perch'
ella
prese e intese
il
suo
all'are
39
Udita quella adunque di lontano
,
Da
L
Senza pi
mano
mano
:
N prima
Sentiron
,
templi
il
porte
.
Di che Arcita
in s temette forte
4o
Li fuochi dieron lume vie pi chiaro
,
tiraro
li
posta ad onore
Di Marte
Tutte in
le cui
armi risonar
Che
la
, ,
LIBRO SETTIMO
4i
aaS
giovinetto stette
vittoria avere:
tempio uscette,
,
pili
Che
gli
aftVrmaron pi
le cose
il
vere
Ma
nuovo giorno,
.
Fecesi armare
giovinetto adorno
4a
Paleninn slmilmente fatto ave
Dio o Dea
:
Che per
non
Ma
Con
sopra
Citerea
pose
43
f*
O bella
Per cui
Dea
s'
del
buon Vulcano
il
sposa
,
allegra
monte Citerone
sii
Deh
i' ti
prego che mi
pietosa
portasti
ad Adone
la
mia
Contenta
e fa' la
mia
,
destra possente
Doman
per
modo
BOCC. LI TESEIDE
'4^6
LA TESEIDE
44
amo ;
disio
)
Nessun conosce
il
mio somnio
io la
bramo,
,
La
bella
Emilia
or'
,
chiamo
Per
lei
martira
me
suo servidore
4
!\>
1*
effetto
io lo sento
ho
Tu
sola lo conosci
ed
al difetto
,
*^l
mio penar
fai ci di
ti
ritornare in diletto
S la
che
,
io
qui attento
Tanto
prego
%
f non
Per
ti
chieggio
iii
arme aver
vittoria
li
Io non
Di que* do man
Mi
memoria
)
la
qual puoi
l
donarmi
Dea
se
donar
mi vaoi\
LIBRO SETTIMO
47
Il
227
modo
trova tu
eh' io
,
non mi curo
sia vincitore
:
o eh* io
Me
poco curo
il
s'
io
Di possedere
Per
,
disio del
mio core
t'
o Dea
,
quel che
men duro
signore
:
Piglia
si fa'
i*
che
io
ne
sia
,
Fallo
eh'
te
ne prego
,
o Gilerea
ci
non mi negare
somma
Iddea
48
Li templi tuoi saran sempre onorati
Da me
di
Ed
Di fuoco
Quali a
tal
il
Dea
si
denno certamente
tuo per eccellenza
^empre
nome
Pi eh'
altro Iddio
avr in reverenza
-,
49
l se
t'
grave ci eh* io
,
ti
dimando
la
Far
fa'
spada
Primaia prendi
ed
al
Con ogni vita il campo insanguinando ; Che colai morte troppo pi m' aggrada Che non farebhe senza lei la vita
,
Vedendola non
tuia
ma
si
d'
Arciu.
228
LA.
TESIDE
5o
Come
Se
d* Arcila
cosi a
Marte P orazione
Ceno
n^
Venere pietosa
il
and
st)pra
monte Citerone
,
Quella di Palemon
dove
la
si
posa
Di
Cilerea
il
tempio e
magione
ombrosa
j
vaghezza
La prima
Si
Colla quale oltre andando vide quello
Ad
A E
un
le
sembrava
5d
Quivi
senti pe' ra
mi dolcemente
,
Quasi
d'
Li vide con
Poscia
fra 1'
nidi fare
ombre
iti
fresche prestamente
Vide
conigli
qlla e in la
andare
Ed
LIBRO SETTIMO
53
SimllementP quivi ogni stromento
ihag
Le parve udire e dilettoso canto ; Onde passando con passo non lento
Ripieno
ilqasi
,
in ogndei
la
viucanto
Di
spiriti
che qua e
volando
Gieno
guardando.
Tra
gli albuscelll
ad una fonte
saette
allato
,
Avendo
V arco posato
elette
Le qua'
sua
figlia
Voluttade
,
ed assettato
,
Con lor s' era Ozio il quale ella vedette Che con Memoria poi 1' aste ferrava
De'
ferri eh' ella
prima temperava
55
Poi vide in quello passo Leggiadria
Con Adornezza ed
AfTabililate
E E
Di
la
vide
Arti eh'
hanno
potestate
,
sfigurale
,
'1
van Diletto
Con
,3o
LA TESEIDE
56
starsi
Giovinezza
;
E d'
il
folle
Ardire
57
*n
mezzo
il
al
Danzando
giovinetti vide e
,
donne
Qual da
s belle
Discinte e scalze
in capelli e gonne
Che
in questo solo
il
dispendeano
il
giorno
Poi sopra
58
Ed
ali*
Vide che
sedeva pianamente
,
Madonna Pace
'Nanzi
e in
mano una
cortina
:
lievemente
tapina
,
Appresso a
D* intorno a
lei
I.IBRO
SETTIMU
59
jjj
Poi dentro
al
tempio entrata
,
di sospira
Vi
senti
un tumulto
che girava
Focoso
Questo
alluminava
di martiri
lagrime grondava
ria
, ,
phe
vide
II
chiamata Gelosia
60
in
tenerci
Pi
sommo
il
loco
Chiunque
animale
che in calere
Non poco
Andava
Di
;
gli
era
vide grillande
61
Quivi molti
nrchi a- cori di
Diana
Vide appiccati
e rotti
Quel
Orsa
;
di Callisto fatta
le
tramontana
della fiera
:
pome v'eran
1'
Ed
ancor
arme
il
di
queir
altra altieri^
phe
partor
bel Partenopeo
Nipote
al calidonio
Oeneo.
23a
LA TESEIDE
6a
Videvi
In
storie
tra le
L' opere
tutte
moro
:
Piramo e Tisbe
e gi le gelse tinte
'1
Tn grembo a Jole
e Bibli dolorosa
pietosa
63
Ma non
vedendo Vener
da cui
si
:
le
fu dello
N conobbe
Se tu
la
in
pi segreta
;
sta a diletto
chela
Te
L
Per
n' entra
ond' essa
ambasciata fare a
lei
commessa
64
Ma
essa
li
nel
Trov Ricchezza
guardare
La qual
le
parve
da riverire:
,
E
Il
lasciata
da
lei
Ma
Vi
lo slare
e vide lei
nuda giacere
vedere
Sopra un gran
LIBRO SETTLMO
65
Ella avea d' oro
i
aii
crini
e rilegali
tal
eh'
e'
pi lodati
:
Hanno a rispetto bellezza nessuna Le braccia e '1 petto e' pomi rilevati
,
Si vedieu tutti
i'
una
Veste tanto
sottil si
ricopria
Che
66
Oliva
il
Dall'
un
de' lati
Bacco
si
sedea
gli
suoi savori
Ed
man
tenea
alle sorori
:
Lasciva
pomo
il
quale
E
Jl
il
priego
.
Di Palemon
Subito
le voci
g la
Era
Diverse cose in
E s
In
ne nacque in
tra
Venere e Marte
ma
trovata
Da
Pi
lor fu via
far contenti
a34
LA TESEIDB
68
Steltesl
adunque
mentre
il
mon^o
chiusq
Tenne Apollo
Conlinovo
di luce,
P^lemoqe
Siccome
forse in quel
tempo
era in usq
Com'
e'
doveva
69
certo
li
predelti innamorati
Per
Da
Animo
Che
gli
ciascheduno in
di lor nullo
modo
si
contentasse
Che
mai
biasimasse.
70
Fra
gli altri
che
Fu
Era
due amanti
il
alla sua
gente
Non
soiFerse
amavan
lei
PI che
gli
uomini
Dei
,, ,
LIBRO SETTIMO
?
^35
le serventi
Fate di Diana
li
templi mondare
E E
m' apparecchiate
l'altre cose
da sagrificare:
Pi molte donne
onesta le seguia
74
Fu mondo
Al quale
il
ella
avea comand.ito,
,
poi
in loco a
poche manifesto
il
Di fontano liquore
dilicato
,
Corpo
lavossi
Di bianchissima porpora
E* biondi crini
73
figura
cui ella pi
la fece
amava
pura,
:
colla bianca
man
vi stava
Sopra
Rorando
tempio riempio
d' odori
36
I.A
TESEIDE
74
Tututto
Poi fallo
il
tempio
')
suo capo
alirettalc
il
grasso pin
,
minutamente
,
Sopra
1'
altare
molto reverente
Due
fs
ebbe V un pi che V
7
Qxilndi con pia
man
v' accese
il
foco,
,
Per
temper un poco
,
E
Di
poi
incenso prese
e seminato
il
loco
:
fummo
'1
assai
'1
fuoco spruzzare
modo
i
antico ed isvenate
tratti
cuori e le curale
Ancor
Sopra
gli accesi
fuochi
1'
ha posate
cominci pietosa
nell' aspetto
fia
Cosi a dir
come
appresso
detto
LIBRO SETTIMO
i35
l)ea
a cui la terta e
di
'1
cielo e
*1
mare
,
E' regni
Qualor
Prendi
ti
gli
fare
Ben
so se'
Ma
qui
al
Supplisca
o Dea
lo
mio buon
volere
78
donzella
^
e da pietade offesa
la faccia bella
,
Di lagrime bagn
La quale
in ver la
Dea
tenea distesa
Quivi chinata
stette assai
pensosa
lagrlmosa^
cominci con
rotta
voce a dire
O
E
casta
Dea
ti
La qual
fai a
vergini seguire
,
tue venglatrice
E siccome
Allora eh' Della tua
ira
,
ma non
I
Percosso
lasso
si
mut
in cervo
a 38
LA TESEID
80
Odi
le voci mife
ne son degna
E A
s'
egli
non
li fia
diOlcultate
,
lor
donare perfezion
ti
l'
ingegna
Se mai
punse
il
Ovver che
grazia a le addimandasse
%l
Io sono ancora delle tue ischiere
Vergine
Ed
La
a'
boschi cercare
:
che a piacere
e se
si
arretra
memoria
Dei quanto
fosse pi
voglia stolta
Perch se
'1
mio migliore
eh' e* tuoi
,
con
Attuta
gli aspri
e focosi vapori
il
Che accendono
De* giovanetti
disio
che
si
m'
affetta
di
me a madori
aspetta
^
:
Di
amor ciascuno
e tu
'1
metti pace
sai
,
mi
dispiace
Libro
SEniMO
B3
^j^
se
fati
riservata
,
Tu
E
S'
quel eh'
piace a
,
me
convieu di fare
5
,
Dunque m'
i'
aita
e
,
li
ne son degna
Dea,
4
'Coloro
,
qua' per
,
me
,
Doman non
Caramente
ti
savi
s'
avvilupperanno
gli aiuti
:
prego che
,
li
merito d'
cessi
amor
,
Ti prego
Volgere
e facci
loro affanno
altra cos
.
in dolce
pace
sia
o in
fama
pi graziosa
u
E
se
gP
Iddi fors*
hanno
gik disposto
e' sia
Con
Da
hanno proposto
Fa' che
Colui a cui
voler
m'
accosto
disia
:
'Che io noi so in
me
stessa
nomare
mi pare
s4o
LA TESEIDE
86
E bfisti
E
,
all'
altro la
vergogna sola
,
d'
avermi perduta
,
mi
,
questa parola
Fa* che da
In queste
me
,
o Dea
,
sia
conosciuta
fiamme
il
da cui tenuta
ci si
Sar
pone
.
L' una
altra poi
per Palemone
87
Almea
s'
raen sospir
per
la
parte perdente
,
Quando
la
mia volont
che ora
mista
Dell'
una parte
si
far parente;
animo
fuggire
,
Vedr
8B
nel
tempio adorno
,
Veder dovesse
ci che disiava
il
Quando
di
Diana
cor
:
1'
apparve intorno
,
Infaretrato, e disse
giovinetta
le si aspetta
,. ,
LIBRO SETTIMO
89
a4i
gi
E
Che
Poco
un
di costoro
Diana ne
ti fia
ma
celalo
,
Se ben da
tempio
fia
mirato
;
Ci che avverr
non fuor
l'
di questo coro
,
aitar rimira
E vedrai ci che
*1
90
questo detto
sonar le saette
V arco per
11
s mossesi
,
stette
Pi nulla
Ciascuna
di quelle
ma
isnella
a*
i
Fremir
Si senti
cani
ed
il
corno di quella
a' segni
mormorar ; laonde
i
91
La
Pi verso
il
fuoco
le luci sospinse
1'
stette
guari che
si
una fu spenta
,
Poi per s
raccese
l'
altra tinse
E tal
e le
punte menando
l gi forte
mormorando
I
BOCG* L TESCIDE
a4a
LA TESEIDE
parean sangue
Daccapo spemi
Lagnine
la*,
tututti
gemendo
i
che spegneano
carboni
,
Le
Gli
non prese n
le condizioni
,
che ardendo
si
prima
e poscia
raccese
Ma
sol di ci <juel
che
le
piacque intese
93
E cosi
nella
camera dubbiosa
,
Si ritorn
com'
Che
le
vita
stella
94
11 ciel tutte le stelle
ancor mostrava
;
Bench Febea
gi palida fosse
E r orizzonte
Neil' oriente
,
tutto biancheggiava
ed eransi
,
gi
mosse
Giungevano
cavai,
vedendo
rosse
,
Le membra
del celeste
bue levalo
accompagnato
LIBRO SETTIMO
95
Perch ne' templi armati
i
a43
due amanti
Ed
fatti
De' templi
96
11
alti
sonni tolto
Ancor
le ricche
camere tenea
,
in la cui corte
si
molto
Di popol
11
cittadin vi
s'
vedea
qual vi
due
vi
il
si
tenea
,
doveano
giorno fare
.
Per Emilia
la bella
conquistare
97
Quivi
destrier grandissimi vediensi
selle ricche d' arienlo e d'
li
Con
oro
,
spumanti
',
Qual per amor qual per odio E r uno in qua e 1' altro in l
,
tra loro
n'
andava
.
Di
tali
a pie
ed alcun cavalcava
,,
44
l-A
TESEIDE
Vedevansi venire
gran baroni
3
Di robe
Ed
Qui
Tra
l quattro
li
sei
adunati
lor
Di qual credevan
Che rimanesse
il
99
L* aula grande d' alti Tutta era piena e
,
cavalieri
di diversa genie
Quivi aveva
giullari e minislrieri
Di
diversi atti
,
copiosamente
,
Girfalchi
astori
falconi
e sparvieri
Bracchi
levrieri, e mastin
veramente.
ji
Su per
Assai
a'
le
cuor gentil
vedere
100
Tra queste
genti magnifico
molto
,
Ed e' con
Tutti
gli
alta vista e
portamento
:
E domand
Eran venuti
se
ancora
duecento
:
No
signor
mio
ma
e'
verranno tosto
LIBRO SETTIMO
lOI
tn questa venner, non per un
45
cammino
Quasi
in
un punto
li
E
La
Di
Fa
dircea plebe
si
s'
ode infno
cbino
Di qua'
voci
s'
romore
Tal
ud quivi allora
non minore
202
Cosi ciascun co* suoi
tratti
da parte
Aspettavan Teseo
che prestamente
Venuto^
in verso del
tempio
di
Marte
Con
Dio
lor n'
and
:
e l pietosamente
sacrificio
,
e con senno e
con
,
arte
Poscia levato
Sopra
il
li
fermato
^68
E senza
E E
star
le
Cinse
spade
due
scudieri
sproni e volentieri
Diomede
e Ulisse di
cuore
e cavalieri
Calzargli a
Palemone
Amendue
GV
.,
46
LA TKSEIDE
io4
gli
piacque
ragun
Gir per
la terra \isti e
apparenti
Febo co' suoi cavai fieri e correnti Quando per loro al teatro fu giunto Quasi che ad uno medesimo punto
o5
vista
Di
so
alcuna
in quel loco
,
pensando
vi
s'
Perch venieno
e ci
che
acquista
1'
un
dell' altro le
,
trombe sonando
or
1'
altro gi favoreggiando
Quasi dubbiando
dentro
al
cor sentir
men
caldo dlsiro.
lot
tale
Qual
A'
Il
il
cacciatore
,
il
quale
Aspetta
ferma
in so
1'
animo eguale j
,
tremore
Premendo
teli
li
. ,
,.
LIBRO SETTIMO
IO'
a47
sa chi vengJ
ni>
qual' e'
si sia
Ma
Di
"Riceve nella
mente
che disia
:
mormorar che
sente tuttavia
5
,
Con
Ed
ancora
tal volta
pi gravando
.108
Poco era
11
teatro ritondo
che girava
Un
miglio
meno un
si
dito
levava
il
cel si alto e
1'
con pulito
si
occhio
stancava
rimirarlo
forti
Con
log
Delle quali una in verso
il
sol
nascente
,
mirava
in verso
V occidente.
:
Come
ogni genT<
;
D' altronde n
festa
,,
,, ,
48
LA TESEIDE
Ilo
si
movieno
giri
E credo in
Con
pi di cinquecento
muro
salieno
;
Sopra
rimirare
O altri che
Senza impedir
un
1'
III
Al qual davanti era venuto Egeo
voler vedere
,
-,
similmente
v'
era gi Teseo
Che
Del
guardar feo
Da
molti
che
la
entro forestiere
;
.
O cittadin
andasse
1 1
A questo tutti
Poscia che
i
popoli lernei
lor maggiori
tanti
ebber
lasciati
Sen venner
Bench
come
,
avien
cosi
1'
li
lor
con
li
dircei
Veduti
s'
eran separati
la
Tenendo
un
oriente
.,
UBRO SETTIMO
ii3
Venner\i
1
lig
cittadini
e tutte quante
Le
belle
qual per
uno
:
e qual per
V
,
altro
amante
Preghi porgeva
e cosi adunate
Dopo
Ippolita vi venne
in ventate
,
Pi eh'
altra bella
ed Emilia con
vaga di
lei
.
lei
rimirar non
men
"4
Venuti adunque
li
due compagnoni
armi
,
Armati
di tutte
in esso entraroj
L' un dopo
altro assai
ben
si
mostrare
,
Seguendo
li
gi detti lor
pennoni
Come
onde Euro
sofifia
.
ii5
Tale a veder qual
tra'
giovenchi glugne
il
i
Non
armati di corna
fier
bone
Libico, ed affamato
Colla sua lingua
,
denti
mugne
,
ed aguzza T unghione
col
capo
alto
si
negli atti
si
mostra rabbioso
fa di s dottoso
aSo
LA TESEIDE
ii6
Quando
attraverso
il
e innanzi
e arriere
:
Gi senza posa
buon
cavallo eletto
Appresso
11 forte
gli
era col
pennone
in
mano
,
Dna
montato di vantaggio
,
Di cuore
Il
ardito
e di poter sovrano
qual seguiva
'1
il
nobil baronaggio
E E
'l
Licurgo
terzo, e
il
Menelao
quinto
iiS
Poi Perltoo e Crorals virilmente,
Ed Ippodamo
e poi
Pigmaleone
Ed
Che giustamente
Ma
Paleraone
,
Fiero ed ardito
Negli
atti
cavallo spronando
bene
il
, ,.
LIBRO SETTIMO
119 Qual per
lo
bosco
il
cingliiar rovinoso
s sentiti
i
cani
Le
setole levate
ed ispumoso
Or qua
Rami rompendo
e schiantando silvani;
man Panto
fiero a
seguia
E E co'
E
dopo
lui
Minos
guardare,
,
Radamanto
appresso
il
qual venia
;
,
Evandro
Encelado ed
Ammeto vi
si
vede
Diomede
121
come
gih
aveva fatto
A reit
si
trasse
una
'1
partita
:
segno sonasse
la
Ma
guardando Teseo
gente ardita
si
trombasse
Ciascun per
so
e tututti lodando
5*
LA TESElDE
Mentre
cosi
,
mansueia
la cosa
,
Si stava
Arcta sotto
elmo V amorosa
Vista lev
e quasi a s davanti
Vide
colei
li
Battaglia
tutti
quanti
sotto
V elmo
sospirando molto
:
ia3
O bella donna
Che
d'
pi degna di Giove
,
uom
terren
se
moglie
ei
non
avesse
d' ogni
mondo
l
facesse
dove
Bisogno fu
rabbia
,
si
abbattesse
eh' agognar
,
d'
onde
venisti
o lume caro
24
Tu
se'
Che
vide simigliarne
credo che
,
ciel n'
A te
E
Di
Di lungo andar
con
lui
insieme
,.
LIBRO SETTIMO
a53
Non
isdegnare
a
adunque
lo
il
mio amore
Che
combatter per
te fiero ra'
induce
,
Ma
Che
con preghiere
sommo
Fattore
,
Tenta per
11 fin del
qual pi
non
si
conduce
,
Che
E me
Jl'
non saprebbe
Cosa che
posto che
,
'1
volesse
Tornar indietro
la tua
bella
donna e cara
gli
bocca
chiedesse
dimandar
:
se io potesse
Senza
fallo verrei
1'
ma
tu
che rara
Savia fra
puoi
se vuoi
Ci eh'
io
domado tacendo
127
E ci che
,
Donna non
soverchio da gradire
.
Adunque poich sai il mio disire Che di te fui pria eh' altro innamorato Senza aprirtel provvedi al mio languire, E fammi lieto di si fatto dono Che vaglio sol perciocch di te sono ^
,
..
54
LA TESEIDE
si
sta\a
^
gli
mirava
favella
,
elmo ragionava
Quasi dea
E cosi stando
Del suon
fuor di so ciascuno
V uno
129
sonno disciolto
'n
qua e
volto
ha sentito
si
fu risentito
il
furore
Per
trombadore
i3o
Levossi allor Teseo
e con la
mano
mormorare
^
,
Che
nel teatro
popoli faciano
E senza
Largo
qui alquanto
,
fermo
in piede
Seco pensando
giudica e provvede
LIBRO SETTIMO
^55
Esso
venire
le lor
condizion
s'
f' riferire
:
Alle qua'
E poi
vi aggiunse
,
cominciando a dire
Signor
E staranno a veder
sed
e'
vorranno
l32
qua]
fosse
di fuori uscisse
d' allora
non
sia
oso
j
Che pi
Avr
la
donna
altro ci
:
che disse
La mia prima
sentenza
adunque andate
.
valorosamente
vi portate
Poi
questo detto
,
il
secondo sonare
che
siete in cosi
,
dubbio
il
affare
,
Per
me
venuti
siccome
presente
Poco conforto
di parole a voi
,,
56
LA TESEIDE
i34
Ma
tuttavia
,
per
uu
antica usanza
,
Servar
me
ascollerete
sta la
se vi piace:
In voi ho ferma e
mia speranza
giace
,
In voi In voi
la vita e la
la
pena e
la
dilettanza
la
In voi
In voi
la
mia guerra e
mia pace
Quanto
di
bene o
di
i35
la vostra virtute
,
,
Oggi
si
Che
il
fin
vi feo
,
E per vostro
comperrete
36
Poi potete veder eh'
i'
ho ragione
il
Di
Il
tal
battaglia
;
,
onde avremo
favore
Del
forte
Marte
dice
cor
mi
i'
sar vincitore,
amando questo amore Con pace ed e' non volle ond' io son Che dagl' iddii n' avr debito merto.
, ,
-,
certo
, ,.
LIBRO
SETTMO
,37
Sy
se
le
calde are
quando a
Ma
Per
se
'1
ira
concreata giustamente
Sopra
la testa
mal
n' aggia
i38
Ma
io
mi promette speranza
,
Insieme con
vittoria
che acquistata
,
Mi
fa
non
che
gi
Ma
per
,
la vostra
grande ed onorata
Fama
in ci
mi da ferma
fidanza
,
i39
bench' io non
sia
per
me
vi
il
sostenere
danno
E qual
Se
sia
il
nome che
vostri
primi hanno
:
alla prisca
E chi voi siate ancora vi pensate E poi come vi piace cosi oprale
COCG. LA TESCIDE
I7
, .
58
LA TESEIDE
i4o
Hanno
g' Iddi in
mezzo
a questo prato
:
Se pur
v'
aggrada
vi
eli* io
ne
sia
levato
j
Che ancor
ben sapete
non
fia
impugnato
;
Da
Ma
ben da
tali
miglior forse
14.
Li qua' se voi vincete
maggior gloria
Ne
fia
che non
Quella che
d* essi
avrem gente
virile
la crescente
a*
Eterna
Da
tai
eh' ancor
142
Dunque
Dio
,
se
ne fu ninno innamorato
il
disio
Marte
,
fio
apparecchiato
e voi
gli
'1
Di numero con
voi
sapete
tatti
a voi davanti
vedete
LIBRO SETTIMO
.43
Pensate ancora quanti riguardanti
v.Sg
Voi
vedete
tutti a
,
voi davanti
,
o molto
o poco
Avr
la
fiamma chente
fuoco;
,
si
convene
144
Egli era tale a veder nell' aspetto
Quando parlava qual nel cielo avverso O da mane o da sera nuvoletto Ha il sole con parlare alto e diverso
, ,
reggea
'1
cavai perverso
,
45
Egli avea detto
:
e
li
,
Palemone ancora
suoi invitava
Con
alte
boci
grandi onori
ed a ben
e molto
1*
far g* incora
Quanto poteva
Laonde
1*
gli
pregava
una parte e
altra allora
,
due incoraggiava
aspettare
LA TESEIDE
LIBRO OTTAVO
ARGOMENTO
L* ottavo libro
il
fiero incominciare
;
Ne
Ed
favellare
:
tacito e dolente
in Teseo trasformato,
In Arcita raccendere il furore, Che per riposo in parte era tirato : Poi come Palemon con gran dolore
di Cromis fu pigliato
.
_ aceva
Il
tutto
il
teatro aspettando
,
In qua
in l
in su
in gi
mirando
E or deir uno
Ci che nel cor ne givano stimando qua' con questi e qua' con que' tenieno
E mentre stavano
Subito udissi
il
attenti costoro
. ,
LIBRO OTTAVO
a6i
Ora
la
Musa
a cui pi^di
me
,
cale
Per
me
versi
componga
il
o per
me
canti
noto faccia
giuoco marziale
Ch* io per
Il
me
non varria a
1'
far sentire
.
duro scontro e
amaro
seguire
Se
il
Da
E quanto
Porto
li
pigliare
dove' fare
Quando
Quanto
Pompeo
,
Cesare assembrato
Si fu In Tassaglia fu quel
,
non fora
s'
d' assai
che non
udi pi mai
saria stato
se giunto vi fosse
f'
o Mongibello
Tonando
Forse eh'
forte
qual' io ho dello
., .
aa
LA TESEIDE
5
D' armi
di corni
nacchere e trombette
strani
s'
*n
Corinto
udette
:
Tanto nel
ciel si dilatar
sovrani
ristette
animai silvani^
quivi
non venuto
caduto
ciel fosse
E qual
Gli
Tronchi
alti
trovan pe^
,
li
venti avversi
marosi
Komponsi
Con pi veloci corsi e pi perversi Che d' alto monte per subita piova
,
Rabbioso
il
rivo
il
gli
sproni
petti focose
:
fedir co'
buon roncioni
nascose
La
polver alta
:
tutti gli
In un nuvoi
di s e degli arcioni
,
Pi a cavai
n quindi
levaro
LIBRO OTTAVO
8
E'
si
2 63
sostenner
n poter passare
,
ma
:
rincularsi indietro
Per
le percosse
Che
E'
riflettendo
raggi fa tornare
Subitamente per
lo
cammin
li
retro
,
vigorosi spronar
destrieri
In s tornando
credo quando pi la fucina arse Di Yulcan nera ne' regni sicani O quando maggior fummo fuori
,
sparse
Tale
il
Vapori
Terre
Premute
IO
Nullo d' intorno alcun di lor vedea
Se non come per nebbia ne' turbati Tempi si vede 5 e 1' un non conoscea
L' altro di loro
,
Erano indarno
Perch Arcita
Pegaso a gridare
,
Cominci
forte
e'
suoi a confortare
, ,
264
LA TESEIDE
11
Ma
E E
voce
suoi a s raccolse
gli
bene operar
gli
confortava
Poi ver
e la spada vibrava
buon
Arcta volse
Avendo
lui
appena conosciuto,
v' era suto
la
con
gli
sproni urtato
il
gran destriere
Li corse addosso
colla spada in
mano
,
come
pr' cavaliere
Corse feroce
Ma tal
de' petti in
mezzo
,
delle schiere
,
eh' al piano
Amendue caddon
Parmeron che
,
1'
onde
d'
Ismene
,
Tutte sapeva
Questo veggendo
incontro di Fegeo
eh' era dismontato
,
E con lui
Per lo
lor
Teumesso Palemon
e Alfelibeo
volere alare
E se
, ,
LIBRO OTTAVO
'4
afiS
si
travaglia
Dando
gran collate
-,
ben mostravan
1'
uno
i5
all'
altro
il
volto
sorte
il il
qual ferio
buon Gremisso
a morte
mentre
lui
il
Volea levar,
gli
forte
Eleno
che orgoglioso
perseguio,
lui uccse
ancor sirailemente
.
i6
innanzi
si
potesser riavere
Perocch
1'
uno
altro ritenere
Voleva
dopo molto
mancato
in ci provati
il
Ed
a ciascuno
potere
Ammenduni
Merc
bene
Oprando
^66
LA TESEIDE
La
la vista
a gire
Dipartendo ove pi
Si combattea
,
gente mista
:
di cui giugneva
.
18
Il gran Minos
Presto uelP
'1
il
fiero
Agamennone
,
arme
g a riscontrare
Ed Evandro
11 fiero
s'
Ma Radamante
Niso
s'
:
venne ad ovviare
e a petto a Castore
Ancelado
9
'nconlro
Menelao
il
contro ad
Admeto
si
buon Ligurgo
,
di correr
tenne
il
And
Gli
ver lui
ma Diomede
Al buon Polluce
altri
feo
LIBRO OTTAVO
uf>7
ed era
La
Ma
N
per lo in qua e in
l ferire
spesso
:
anzi correa
I
E'
s
scontr Arcita in
Almeone
degno veramente
a
El
feria
Palemon con
tal
valore
1'
Che
ebbej
di ci g' increbbe
,
lui riscosse
e Polluce di core
(Tal contra
Ulisse
mal voler
hanno
gli
crebbe)
A forza
1'
tirato
. ,
^68
LA TESEIDE
ma non
giova
Per
lui riavere^
ma Attaman
Pisano
^4
Col quale insieme era
il
buon Argileo
Cuneo
'1
buon Toas
Che
indietro
ognuno
,
si
torn iroso
spessa
Di que'
d' Ulisse
ed
essi della
Turba
lui trasser
25
Quivi
trattegli
V arme
il
a riguardare
Che
il
mandaro a sedere
F' dunque
Polluce
,
di assai di s parlare
Che Che
se e'
si
non
tosto
1'
Giove
il
egli
. ,
LIBRO OTTAVO
26
269
Ma
qual
la leonessa
negP
ircani
BoscM per
gli fgliuoi
,
Non
trova
Messa in oblio
x
,
e per piani
N mai
la fa
se
non affanno
umile
,
Cotal correndo
Diomede andava
si
Vedendo
stava
a7
Niuno aveva
E'
resistenza a lui
,
feri Crisso
e' feri
,
Slcheo
Ed
N
Alcion Sicionio
1'
e con lui
Molto aspramente
Epidaurio Argeo
5
'n quello
andare
,
Preso da Niso
Atati
,
lantco
lui ritenner
per prigione
98
Poi ritornali valorosamente
Alla battaglia
,
Cefalo scontraro
:
E lui
Ma
ferir
f'
maravigliosamente
,
Cefalo
Alcidamas e
mandaron
fuori
',
di pi feditori
, ,
i*jo
LA TESEIDE
Agaiuennooe
d parte lontana
tuit*
Questo vedea
ora combattendo
-,
E E
grid forte
o Diomede appiana
Troppo
ci vai di
,
dannaggio facendo:
in su
'1
questo detto
capo
il
ferio
'1
buon Mefiso
ben
ed eran dismontati
,
Ma
arrivati
,
Li quali a pi
s'
opposono a costoro
:
3i
Avea Niso
ferito
il
buon Castore
l'
E quasi
Ove
gi
che stancato
avea
Che
Yi
assai vicino a s
,
questo vedea
corse
Giva aspramente
qua e
'a i ferendo
LIBRO OTTAVO
371
Peleo
d' Achille
,
degno padre
Ed
Vi
in
mezzo
di
Vie pi
luogo
,
assai
che
se
con mille
Perseo
fosse giunto
lui
e
;
'1
figliuol di
Con
insieme
e'
si
ferventi
le genti
33
si
mise
,
Con un N mai
gli divise
:
E tanto
il
buon Peleo
,
si
in tramise
,
Ferendo
forte
e sostenendo armato
Che mal suo grado ebbe Minos prigione Egli e co* suoi lo buon Mirmidone
.
34
Il
Con
E E
'1 '1
buon Mintore
:
AUi
Deh
riscotiamo
,
il
Pirro
e Cenis
e Tricon sagace
272
L\ TESEIDE
35
Ma Telamone
Aspra
facia
incontro resistenza
fratello
a tale iutenza
,
Tarso Cidon
Parniesso
"1
Gemello
armi a
tal
zimbello
Fu
36
Quivi Rifeo fu da Telamone
Ucciso
,
il
qual
il
gli
Miseramente
11
dolente Arione
tristi
pianti
Ad
quanti
e quivi
V anima
star
rendeo
Perch cacciata
pi non poteo
37
Ma
al
Dopo gran colpi e morti dolorose Dopo molti sudori e molti affanni Menar si Foco e Telamon le cose Che gli uomini Gnossi e g' inganni
,
,
Loro, e
le forze e
V opre marvigliose
Quasi per
11
,,
LIBRO OTTAVO
38
373
Quando
Di
Sol
lai
,
1'
Arcade Evandro
si
il
di lontano
campion
vide rimanere
f'
quasi
ira
tornare insano
,
La
mano
e con potere
Sommo
Come
gli
i9
Ben
si
difese
il
giovinetto accorto
i
E
E
ben Tataro
elle
suoi arditamente
Tal
ben battuta
alla fine
una e
Ma
Gi
Evandro bene
scorto
voleva tirare
40
Tenevasi Sicheo
,
ed abbracciato
Aveva
Givan
lui
,
e in
qua e
*n l correndo
Fu
dal cavallo in
e*
tal
modo
portato
,
Ched
votaron
gli
arcioni
cadendo
Che pi non
fero
il
di n
ben n male
I
BOCC. L TESEIDE
74
LA TESEIDE
4>
D' intorno
Chi per
E s
Che
di gente e d'
arme
ciascun
levarsi
il
Di
ma non
potere
Laonde
meglio che
si
potieno
coprieno.
42
Era
li
'1
Sifil di
Menelao monte
E forte Menfis nato in Cinosura ; E d* Azan v* era fiero Ginodonte E di Partenio con vista sicura
il
V era Bricol
Non
si
Creton vi slava
ed
il
Nifeo
Nurilo
43
Questi volean Sicheo del tutto preso
Ed
in ci
si
,
sforzavan
ma
e' v'
era
:
Ben gente
Vista
fiera
videro
talento
ed Acasto acceso
il
Di mal
Croton
,
quale in
tal
,
maniera
ferlo
,
Che morto
pie tramortito
gli
gio
, ,
LIBRO OTTAVO
44
con
lor fu
Linceo ed Eurizio
figliuol d'
'1
buon Fenice
Amintore
,
Ed
Ciaschedun
uom
di
Ed
armi arma*
Fer
d'
arme
si
45
'1
buon Sicheo
lor
compagno caro
,
Malgrado di Menfs
soavemente
il
Fuor
menaro
Ed
Con
Ed
allo
simigliante
.
Poi
Radamante
46
Non
si
Ma
ed
altri assai
il
dopo
fiere
esso
si d'
Che appena
y6
LA TESEIDE
47
11
quale
il
Del
Dove da Tarso
e da
,
Cidon seguito
che giva dormendo
;
Fu
che
'I
ritenner
Ma
11 re si
fu
ed a cavai credendo
,
Essere ancora
11
voleva tornare
,
48
Ma
nulla fu
al
poi
si
trov smontato
;
Ed
Di combattere
Intollerabil
il
di
,
onde dolore
ebbe
e non provato
tristo
Da
Se
altrui
core
al
suo ostello
.
and disdegnoso e
tutto fello
49
leone
,
Senza trovar n
bestie
n persone
,
De' gi
feriti
sen g polveroso
Rodendosi
s in s tutto fellone
s'
Perch non
Gom'
egli
LIBRO OTTAVO
5o
^77
Telamon
Ma
Da
non eran
lui
,
le
andare
S le sue posse
eran dileguate
,
.
Che
forse
ad
altri avria
data la morte
u
Aramelo sopra Foleone ardito Del buon Sicheo seguit la
schiera
,
Con un baston
Si
f'
'1
conoscer qual
arme
egli era
,
aveva udito
preghiera
Quando
Perch
Si
f' far
porse
V umile
fra tutti
aspramente correndo
5
Esso ferlo d'Amintor Fenice
,
E r abbatt e V ardito Linceo E dopo lui Eurizio infelice E dopo essi dolente Pelopeo E se ci che antica fama dice vero Ditestio feri e buon Tideo E la' cose facea che ammirazione A chi vedeva dava con ragione
,
il
1'
'1
'1
.,
!i78
LA TESEIDE
5o
E 'n poca
Che quasi ia volta parte n' avea Di che Arcita molto si dolea
,
messi
E quasi
Ma
noi sofferse
il
Aspreggiando
fier si
mise ad
i
Ammeto
davanti
Che
giva
54
Quivi
E'
si
ferri
Ammeto
N mica
buon
di Tessaglia
:
55
Era peggio
Ammeto
seguitato
Onde
sapieno
che gridando
d* ogni lato
il
omei
Cadevan sanguinosi
lungo ed aspro
pi
fra loro
ferire
.
Fu
, ,
LIBRO OTTAVO
56
Quivi era Aschiro
al
i-j^
Che
Al qual
quantunque
,
erano in dispetto
,
'1
viver pi.
non
gli
ha luogo
rispetto
del
Era con
e di Pindar Linfele
57
Allo scontro de* qua' Cremisso venne
E E
Nato
'1
li
ritenne
Parnaso Cirreo
Adoperar
Ristette
,
che
la
foga di quelli
elli
se
Ma
mentre in
tal
contasto
si
sudava
Sopra
groppa armato
lui ritener
,
si
gittava
Credendo
fermamente ;
si
faceva el
,
ma
e* fu corto
L' avviso
. .
a8o
LA TESEIDE
59
s'
Di
Per portarnel
ma
nel
,
ci effetto
Non ebbe
Di
lui
,
cb Arcita
montare
e poi ristretto
r un braccio alz
Coli' altra
mano
il
freno
il
buon
destriere
.
Rivolger
f' in
60
S cb' Ida dietro per iscudo
Il
gli era
qual
lui forte
abbracciato strignendo
Volea
tirar colla
ma
non potendo
scendendo
:
lui
veggendo
Per iscampo
di s volle
,
Fuggir di
li
Ma
61
Perocch
1'
un
Del
quando
,
scese
Rimase
e gire
Ma
in terra
cadendo
gli
Ma
suoi
si
,, .
LIBRO OTTAVO
62
Quivi era Archesto con
Li quali
il
=i8i
altri Pisani
,
Ed
a cavai riporlo
il
ma
Tebani
:
Forte
Onde
Altri
co' ferri
vennero
alle
mani
5
Ed
altri forte
63
lai rissa
qual venne
il
Tra
11
il
gioviale uccello ed
i
serpente
:
quale
parvi nati di
lei
tenne
Becco ricerca
Questi solo
aggingnendoli penne
Con
essi
onde
Mentre
il
serpente
presi divora
e^
Cos era fra questi
,
ma Eleno
se voi noi lasciate
:
,
Grid :
signori
Tra
Ma
non eran
egli
le
Ond'
man
recate
si
forte
Ch' ad amenduo
sentir fecer la
morte
.,
a8a
LA TESEIDE
65
Gli
altri
per far di s
slessi difesa
,
e per vengiare
De'lor compagni
la
crudele offesa
Cominciar colpi
spietati a
menare ;
,
Ma
poco valse
lor focosa
impresa
Che pure a Ida ne convenne andare Mal grado suo per prigione a posarsi
L dove
gli altri
l
vedeva
starsi
66
Poscia che
mmeto
la
bandiera fortemente
Tenea
nel
campo
Ma
'1
Non
mut ma
,
stretta
P abbracciava ;
dura
sostenendo
la
battaglia
gli
donava
Che
Era
alasser lui
gli
rincoraggiava
suoi ardito
gli
, ,
LIBRO
OTTAVO
6
^83
El torn
'1
Ammeto
con
lui fu
si
gran Pigmaleone:
l
alcuno
mostr
mansueto
Ma fiero pi che mai alcun dragone j E dieron colpi assai che pien di fleto
,
Furono
si
Per ci che
Ammeto
pur
fare intendea
69
Quivi di spade e di baston
ferrati
,
Era
si
grande
la batosta e tale
Che
campo
a
cotale
questo male
,
fuggio
70
Quivi rimase Anfirils Nemeo
Gi
Campi rimase
misero Nifeo
Ed altri ancora non d* elli men cari Ma non per tanto Ammeto non posava Ma '1 suo proposto di far s' ingegnava
,
2 84
LA TESEIDE
solo abbattere
il
segno volea
Verso Licurgo
Certava
,
che
glel difcndea
alle difese
5
di cui
venne
risconirossi
con Alimedonie
7a
E*
si
Su
Parte di quegli
naa qual
,
si
move Ossa
s'
colai
si
mutaro
ingrossa
^
Di su
L'
ira
destrieri
-,
ma
quivi
si
perch pi volte
gli
toccaro
E fer
maravigliar chi
mirava
.
73
Corsevi ancora Artofl Mirmidonc
Conlra di
Gli
Ammeto
sotto
,
ma
e'
il
manc
altri
onde
fu prigione
;
Dagli
E
31
stallo
Fatto
Da qualunque
LIBRO OTTAVO
74
Questo vedendo Giapeto feroce
,
28 5
Che
aveva
tratta
,
Forza durabil
Poscia
eli'
pessima ed atroce
tutta disfatta
,
Egina fu
di
formiche
a
si rife'
veloce
fatta
,
Com' ebbe
rivo ruinoso
75
E Dromone
il
segui
il
qual solca
cercare
'1
5
Di Calidonia
le grotte
,
E E
buon Finca
fer
Crisippo
il
credendosi fare
Ci che
Ci era
loro poter
non concedea
il
buono
Artifil racquistare
a
Perch incontro
loro Illariseo
76
Aveva lungamente combattuto
Perito e
mmeto
e veramente
Se
e'
non
fosse per la
molta gente
Che venne
Ma
viepii bisognava
Che ad Ammeto
86
LA TESEIDE
77
L venne
il
E E E
1'
Portava
ben per
s ciascun lavora
Amincor
Fizio
di Leleggia a ragione
1*
Di Peritoo
aiTanno ristora
,
Filacido
e Sifero
a Peritoo
render
7?
Cosi per lungo spazio combattendo
Givano alcuni
Maggior
ed
,
altri
per vigore
:
pigliar
si
,
givan ritraendo
il
asciugando
sudore
Che sanguinoso
Gii per lo viso
gli gi
,
trascorrendo
Alquanto
s*
era tratto
,
e riprendea
.
Un
poco lena
siccome potea
79
Ma
tal
riposo
gli
alquanto
il
occhi alzati
viso
amoroso
Vide
d'
Emilia
e'
,
Di luce
tanto lieta
che gioioso
voltati
,
Siccome
LIBRO OTTAVO
80
287
Come
S' era
,
alla
accostato
;
Mirando Emilia
forte
si
facea
Che prima
si e'
lo
spron
il
desire.
81
Esso
feri tra la gente
si
,
pi folta
j
,
e quello l rivolta
,
Costui abbatte
combattendo dimostra
molta
:
Prodezza che
Amor
Ma come
82
Egli abbatt Aschiro
il
e Piragnone
,
Tal
capo
gli
diede
piede
Che
per morto
sei f'
cadere
a'
288
LA TESEIDE
83
Poi sen
g oltre
e costui stordito
11
Kimase
in terra
villanamente
Ma
Con boce
Disse
:
va' oltre
cavalier ardito
cota' baci
Emilia
ti
:
dea spesso
Qual
tu
e gi ricadde adesso
84
Similemente Eurimteo dicea
Il
Ma
pi rotte porgea
ferito nella strozza
si
5
Perocch era
Laonde
Dicendo
forte seco
dolca
la
'ndozza
,
se tuo
padre
t'
aspettasse
ti
vorrei
ritrovasse
85
Maraviglie faceva
il
buono Arcita
In qua in la per lo
campo correndo
sue schiere aita
,
le
Or
Che vede
andar ferendo
il
simigl laute
a tante
*
, ,
LIBRO OTTAVO
86
089
Dopo
Li
il
prima sopra
il
rosso staalto
;
alto
L' opere e
87
Il
Aveva
campo
innaffiato
Onde
era veramente
la
polvere e
fummo
imbragacciato
,
qualunque uomo
vi fosse
caduto
fosse rivenuto
88
Ciascuno aveva
ferri sanguino!
'1
viso rotto e
V armi dispezzate
aspetti rugginosi
E' pi morbidi
Eran
E*
di vero
e le veste squarciate
cavalli
Come
Erano Tanto
solieno
assai
,
e le schiere scemate
scemavano ognora
;
.
di cuore
ognuno
a ci lavora
SOCC. LA TSEID
I9
290
LA TESRIDE
89
Miravagli
ammirando
il
grande Egeo
Con
vista
'1
Tanto
il
disio del
combatter poteo
tenne per poco
;
:
Di che pi
volte
si
Qual
armi sperto
90
similmente
assai chiaro
notava
'1
suo fedire j
,
E chi la morte per onor cercava E chi teneva per gloria morire E chi pi arte alla battaglia usava E chi aveva pi o meno ardire E chi schivava e chi faceva niente
'1
:
, ,
Tutto vedeva in
s tacitamente*
E spesso
Ma
giudicava la dubbiosa
,
Battaglia
'1
di tal cosa
Giudicio dar
si si
,
mutava spesso
che non
men
noiosa
Di lontano
combattenti
LIBRO OTTAVO
291
li
prigon chiamati
j
E de' lor casi eoa lor si dolca E come volle quivi disarmati
Seco ciascuD reverente sedea
Tenendo
Chi questi
Ma tatuiti
Non
vi
vedean
ma
t>3
Ippolita con
animo
virile
La doppia turba
attenta rimirava
Anzi d'
prodezza
il
gli
lodava
-,
s'
egli avesse
,
Voluto
arme
portarvi disiava
di valore
Di quella donna
il
magnifico core
94
Emilia rimirava similmente
Ed
miso
.
il
chiaro viso
aga
LA TESEIDE
95
sempre
in s
dimorava dubbiosa
Non
Paiamone
assai pietosa
Dava
Neil*
orazione
animo
non
le
dava mutazione
Che
avria
1'
uom
detto
96
Questa con seco talora dicea
:
Oim
I
Amor
vidi
,
non
ti
non
ti
conoscea
N N
n data dovea
1'
Esser a loro
non
:
avea pensalo
Teseo giammai
ma
tu e la fortuna
se tu
pur volevi
il
tuo ardore
In
mia
bellezza
Potevil fare
con
far
lieto colore
Addomandarmi
Perocch
io
da sua grandezza
non
si
Che per me
oim amara
.
LIBRO OTTAVO
298
per
,
me mi
,
die natura
Questa bellezza
Orribile battaglia
rea e dura
la faccia
Che qui
si
fa sol
per
mia 5
,
La
ella fosse
oscura
Istata
versasse
parti basse
99
Oim Amore
In camera
di
,
qualunque costoro
Entrer io
se
non
Che
a torto
per
me muoion
non
,
fien
mai
quante madri
padri
amici e
frali
Figliuoli ed altri
me
maladicendo
Davanti
all'
E
Se
fien
gli
da lor con
averanno
,
Essi
g' iddii
infesteranno forte
Che dannata
2^4
LA TESEIDE
101
Oh
Misera
disio
pio
valore
,
Di me, che
1*
sol nel
tuo
sommo
mio male
Pi eh'
se di
me
ti
cale
ioa
s' io dovea
Essere a sposo
vie
minore affanno
,
Andromeda
\
fu solo liberata
Da Ed
Perseo
esso al
quando
s'
e'
mostro
oppose marino
.
io3
Borea
sol n'
and
in Etiopia
,
Ed ebbe Orli gi
Pluto
Ed
Tanto
LIBRO OTTAVO
29
le forze di
,
molti
io
Chiesta da due
mentre eh'
son mia
qui dinanzi a
me
gli
veggio accolti
Ed
L' un verso
altro
,
con colpi
la Jor
disciolti
follia
,
Veggio mostrar
per
gran
mi
deggia
Tanto
mi par
eh'
ognun mi chieggia
o5
Ed
or pur fosse la
mia mente
all'
uno
;
,
Ma
Ch'
non
so qual di loro
m'
eleggesse
Sed
mi
Che qual
Mi
lascia
Amor
perch pi non
gli costa
106
Io sto di ciascun d'
il
essi sospettosa
'1
dannaggio
Qual'
io
,
m'
aiuti
o di qual Io pietosa
Diventi
Se
la
perdesse
1'
uno
1'
nitro
miro
. , ,
%g6
LA TESEIDE
N mi
Ch'
Per
vien
all'
orecchie Pegaseo
,
Alcuna
io
le
il
si
fa
Rifeo
:
Ed
N
gridar
cadere
.
Che non mi
senta
T animo
&q8
dolere
Deh or gli avesse pur Teseo lasciati Quando noi gli trovammo nel boschettjo,
Combatter
soli
:
almen
diliberati
Sariensl in lor di
me
con
diletto
Avrebbe
un
gli
abbracciar disiati
Di me
Senza scoprirsi
ed
io
non
sentiria
Per lor n
ira
n malinconia
109
Cosi
m'
hai fatto
Amore
,
e pi non posso
:
Tu m'
Con
hai
il
disusato e
Ed
L' un d'
due
e sposa
men
portasse
,.
LIBRO OTTAVO
110
Cosi
la giovinetta in s
S97
dicea
Mirando fuor
di s le cose dire
un baron contra 1' altro facea Nel campo acceso di troppo disire :
1'
,
Che
l'
E
E
altro
Chi
gioia
ne sentiva
e chi martire
amava
Ili
La
la
per lo
campo
scorrendo
quasi gi (
1'
s la
gente affannata
Era
un
1'
Che poco
Di
potien pi
si
ma
spessa fiata
:
patto fatto
gien sostenendo
Per 5tauchezza
si
ristava attrito
112
Ma
Marte riguardava
E
11
Venere con
lu
combattenti
il
foco
Che
Pieno d*
ira e di
tali
cruccio
discese
E con parole
Arcita accese
,, . .
agS
LA l'ESEIDE
ii3
Ahi
villan cavalier
falso e fellone
ti
feo
Non
vedi tu corabatier
Palemone
nome Emilia
egli in aperto
possedere,
La quale
crede avere
detto questo
trascorse la schiera
d' ira
, ,
si
focoso
f'
qualunque
v' era
a tutti cosa
mira
Ed
Arcita infiammato
come
,
egli era
si lira
,
man mostrando
si
eh' esso
Non
fosse quel
che
))osava adesso
ii5
Agamennone
il
segui animoso
E E E
il
buon Nestore
,
Ver Panto
lor valore
,, ,
LIBRO OTTAVO
116
%gg
Ma
Palemone
Ammeto
a lato
,
Li qua' seguiva
il
feroce
Almeone
Ed
Ancelado
e Niso trasmutato
:
In ira di riposo
e Alimedone
;
A E
la battaglia s fiera
Che
quell' era
bench fosson
fieri
ed animosi
dati
Ed
al
morir
pii
,
che a vergogna
Tacili alquanto
fur scontrati
avversarii ritornati
la mislea
Ma
nondimen durava
fiera
Crudele e
118
Combattea Palemone arditamente
e Cromis combattea
Ma
fiero Arcita
valorosamente
Vincere
Ammeto
,
ed
e*
3oo
LA TESEIDE
combattieno
Tutti nel
campo
raccesi a battaglia
E lungo
E
mantenieno
si
Ciascun di cacciar
altro
travaglia
mentre
di
Cadde
Foleon quel
di Tessaglia
,
E E
120
Cromis aveva
Cile
si
stanco Alraeone
,
non poteva pi
,
ma
si
si
il
tirava
,
Indietro
ma
di
Cromis
roncione
ricordava
pel braccio
,
Palemone
si
P aggrava
Col duol
che
'1
Mal grado
e rimanere
121
quale
il
drago talora
pulcini
fa la leonessa
leoncini
crini
;
Cui
egli
aveva preso in
tal
maniera
.
Che
, .
LIBRO
OTTAVO
3oi
122
E se
non
fosse
cbed
,
egli fu alato
il
cavai
1'
uccidea
,
A E E
cui di bocca
appena
fu tirato
Per Arcila
Per
offerirle a
Marte
il
se avvenesse
.
Ch' a
lui
il
campo rimanesse
12.
Se Palemone
allora fu cruccioso
per di narrarlo
il
mi
riposo
Ottimamente
pu ciascun pensare
,
Emilia
la
speranza avuta
Gi
credendo veramente
,
Esser
animo suo
,
senza dimoro
lui volt
e divenne fervente
5
Dair amor
Per
d' esso
Palemon
gi le calca
,, ,
3o2
LA TE5EIDE
125
Cosi
le fece
il
subito vedere
,
Di cui
esser credea
si
pensier cangiare
Ciascun
del
non presto
gli
Se non
Chi
gli
amico
;
,
Ora con
sa6
Or
D' Arcita
nobil portamento
la
Or
Di
le
pare pi
,
somma
piii
prodezza
lui
e troppo maggior
T ardimento
un cento ^
Or Or
L
gentilezza
1*
reputa
Or
127
Ora preso
partito
ed appagata
il
DagP
migliore
,
E E
Occultamente, e
Preg
g' iddii
va mirando
.
LIBRO OTTAVO
3o3
Gi
le rincresce
,
il
combatter
quel
clie
fanno
:
Pi lungo
e fine a
tosto disia
il
E
E E
gi
danno
io pria
:
vanno
,
immagine prende
,
E s
lascia pigliar
si
difende
129
L' aspra battaglia
stala infino allora
Ed Ammeto
E E
Agamennone
si
Videro
e gli altri
si
ciascun
discora
:
lievemente
valse a
il
d per prigione
il
Palemone
,
suo gridare
Tenete
campo
che
'1
volesson fare
i3o
Laonde Arcita
in poca d' ora prese
5
si
raccese
gli
Siccome soglion
sempre
amanti
,
gli offese
Quando
Secondo
Il
lor disio
e valoroso
.
campo
circuiva vittorioso
3o4
LA TESEIDE
i3i
lieto
avesse
E colla
spada in
vi fosse
mano ancor
e
si
ferendo
Se alcun
lutto godesse
,
gi volea
il
cavallo ritenere
Avendo
L TESEIDE
LIBRO NONO
ARGOMENTO
Dimostra
Sotto
il
il
Perch e
cavai cadesse
ed
il
dolore
:
Cli ebbe di ci
Ma
In Atene
Contenta
ogni signore
il
era stato
d perdente
,
E alti doni
La
gli
dona ; ed come
in cospetto
Di ciaschedun
notabile barone
,
sposa Arcita
in fine detto
Ik s*
appressava
il
doloroso fato
,
Tanto pi grave
a lui a sostenere
1'
Quanto
in pi gloria gi
avea levato
;
vedere
Ma
mondo
va lo stato
Ch' allora V
uom
,
pi vicino a cadere
,
cade
quando ad
il
alto
sopra
verde smalto.
SO
3o6
LA TESEIDE
a
Sopra
1'
alta arce di
Minerva
attenti
Venere e Marte
Stavan
,
a rimirar costoro
Che
preso fu
per
li
preghi
fra loro
Ma
gi
le genti
ristoro
rivolta a
la
Marte
:
oramai fornita
tua parte
Ben hai
d' Arcita
piena
1*
orazione
Amica
disse
il
ci che dici
'1
vero
.
Fa' oramai
dell'
ardente Dite
Ed
al re
I suol disii
mandati
Ma
ella
Erinni presa
,
Dove
Tutta
vi piace
disse
la voglia
sua
f'
manifesta
LIBRO NONO
5
^07
Tenne
di verdi idre
,
suoi ornamenti
Erano
Riconfortata avea
li
qua' lambenti
Le
Pi
sulfuree
,
fiamme
le
che uscita
,
Di bocca
cadeano puzzolenti
:
fiera la facieno
e questa
Dea
Di
serpi scuriata in
man
tenea
La
A chi nel
N
il
*1
ciel
',
11 teatro
trem
ed ogni porta
n cangi sembiante
tosto se n' andata
:
,
Ma
gi nel
campo
L dove
E orribile
Il
Al corrente
Ed
3o8
LA TESEIDE
Sotto
il
qual cadde
il
gi contento Arcila
E E
il
premette
ferita
il
petto
si il
ruppe
che una
corpo
Tutto pareva
il
al giovinetto
Che
E per
molti
che a
lui
corsono allora
:
I quali
appena
fieri
lui disvilupparo
,
Da'
arcioni
il
Da
Il
dosso
qual
com
Non
parve faticato
tal n'
,
andaro
tanti guai
Le gambe
Sua
sue fuggendo
nocevole e
trista
IO
Emilia del loco
dove stava
il
Chiaro conobbe
caso doloroso
5
1'
Perch
il
core
amava
:
Di
lui
dubbiando
si f'
pauroso
s tutte
chiamava
:
Le
rimase ismorta
rogo
si
Qual
colui
che
al
porta
. ,
LIBRO NONO
II
3o9
Om
dogliosa
la
in s trista dicendo
Quanto
Istata
,
mia
felicitade brieve
5
bench
pensler
mi
fosse grieve
al
cor dicendo
Ch'
Per
i'
fatica lieve
si
soglia
.
la
sua doglia
12
Ora conosco
Oggi m'
ci
Bellona sanguinosa
stata
,
che davanti
senza dipartire
Con
Che
atti fieri
i'
e morte minaccianti
li
Quasi
si
dovessi
danni partire
i
due amanti
la vinse
si
detto questo
s '1
dolor
tinse
i3 El fu subilamenie disarmato
Ed
il
Ma
S gli avea
petto
11
Mentre
il
, ,
3:o
LA TESEIDE
4
venia
Ed
Rimaso quivi
senza villania
,
viocitor sopra
il
campo
si
slava
Dopo che
E E
manifesto a
'1
vincitore
Ed
Le
mandate
,
in onore
E d'
e gi levate
genti varie
i
Trassonsi
Per veder
sembiante
di sua vita
16
L discendendo venne
il
vecchio Egeo
si
E E E E
'n
grembo
lui vi
la
sua testa
il
f'
porre
,
dopo
venne
pio Teseo
la reina Ippolita vi
corre
:
Ed
stropicciando
lui
domandando
LIBRO NONO
3 li
Ma e' non rispondea anzi ascoltava E ci per non potere addivenia E gli occhi erranti in qua e 'n l voltava
,
,
Or
Mirando
Tal era
e quasi s
non
si
mostrava
sentia
,
il
duol che
1'
anima
Ma
il
viso
Di polvere di sangue e di sudore Vide e senti che '1 corpo avie diviso
,
In parte alcuna
appena
il
suo dolore
:
Maladicendo in
'1
soverchio amore
,
Che
lei vie
Ma
si
non seppe
la cosa celare
Che
spesse volte
il
come
,
racconsolare
i
Onest
'1
possa
ed
:
disii ferventi
Pur y invitavano
e cosi sospesa
.
Da
, .
LA TESEIDE
ao
Quivi era
si
dolente
Agamennone
di doglia vie
,
maggior cagione
:
Aver
'n
qua e
givan lamentando
or iddii
di tanta ofTesa
biasimando
ai
Palemoa
tristo d'
una e
Del mal
dolca
Ma
N
Che
sa se isperanza graziosa
,
Si prenda quindi
o se
1'
aspetta rea
,
N pu
non ne
sia
dolente
22
Fece Teseo
il
campo
,
a' vincitori
Raccoglier lutto
e fece
comandare
alle
guardie serrare
In rivocar
LIBRO NONO
3i3
El
f'
chiamar pi medici
,
e venire
il
Nel loco
lavaro
E A
Di
fer reddire
:
parlar
Poi
sue piaghe
fecer coprire
il
fini
unguenti
e tututto
lenzaro
E A seder 11
fu levato
Dimand qual
Amico mio
del
:
campo
tuo
la
l'
onore
Allor diss*egU
adunque
piacente
?
Emilia ho guadagnata e
'1
suo amore
sia
;
Teseo rispose
Ornai n
fa'
si
ecco tua
'1
ci che
a5
cui
e' disse
se io
ne son degno
la
Deh fammi
alquanto
A me pi cara eh' alcun altro regno E fa' eh' io possa in le sue man morire
Perocch ancora ferma opcnion tegno
eh'
e'
Visiter
la
posso vedere
al
O dar
l'
anima mia
suo piacere
, ,
, ,
3i4
LA TESEIDE
Ite
Teseo rispose
colai
,
parlamento
che or non morrai
:
Non ha
Ecco
lei
tuo
comandamento
t'
Con
allegrerai
Ed
a lei disse
deh
fallo contento
:
Di quel
eh' ei chiede
fai ?
Non
Che
27
Emilia pi niente disiava Se non onesta potergli parlare
,
O signor mio
Confortati
,
se vale
'1
il
mio pregare
s
,
che
il
tuo mal
,
mi grava
comportare
Che appena
posso
lassa
Oggi
per
me
vittorioso
a8
Qual
i
tutti
quanti
come
'1
Rider
Dimostrandosi
Colai
si
Poscia che
ebbe
parlare udita
LIBRO NONO
3i5
Passata aveva
il
sol gi
l'
ora ottava
Quando
In su
11
fini lo
,
stormo incominciato
e gi sopra
,
la terza
montava
pincerna di Giove
permutato
s'
In luogo d'
Il
Ebe
e col cel
affrettava
Polo mostrar
D'
indi partire
'1
simile a Teseo
3o
gi Arcita
ne volea pregare
venisse
Un
carro trionfai
fatto a
che apparecchiare
vincisse
:
Aveva
Egli
chiunque
il f'
Ed
Fino
non
gli fosse
noia
Rispose Arcita
3i
certo
quando
Roma
cotal
,
pi onore
Di carro
,
trionfale a Scipione
Fece non fu
n di splendore
,
Passato fu da quello
il
qual Fetone
,
,
Abbandon per
soverchio tremore
Quando Libra
si
cosse e Scorpione
Ed
e'
Cadde
11
P ha V
epiiafEo mostrato
,, , ,
3i6
LA TESEIDE
32
bench
Per
la
fosse ancor
molto stordito
Non
indebolito
Che non
bene su a sedere
,
Di drappi
coronato secondo
alloro
,
dovere
Di verde
e su vi g con esso
La
33
Cosi volle Teseo eh' ella n' andasse
Per pi piacere
al grazioso Arcita
E acciocch' ella
ancora
il
confortasse
mutasse
Di che Arcita
la
penosa vita
,
disioso
Mirando spesso
il
34
Gromis ancora
tutto
quanto armato
i
Vi
gi
fren reggendo
:
gli avversarii,
quello antecedendo.
Girono a pie
ma
ciascun disarmato
,
E certo non costretti ma volendo Come gli avea pregati Palemone Ad Arcita per dar consolazione :
,, , .
LIBRO NONO
35
Bench'
ella fosse assai
3i7
dovuta cosa
.
Ed
ab antico ne'
trionfi usata
la
pomposa
Turba
de' suoi
cosi
O spada
Bipenne
o scudo
o mazza
o scuricella
35
Ed
altri
ne menavano
i
roncioni
D' onde
Coverti
tutti
ma
E
D'
ta'
Chi elmo
altre
e chi barbuta
e chi troncioni
trovali
,
E chi
Ma
pi nobili davante
tutto
,
Giva di Palemon
P arnese
difese
,
A Marte
Quel
Da'
gi botato
e siniigliante
si
;
v' era
lati al
Con
3i8
LA TESEIDE
38
Questo ordinato
Teseo
,
f'
'I
teatro aprire
Arcita trionfando
al cui
venire
:
f'
queir arme
al
ringraziollo
Poi
f'
39
E' circui
la terra
trionfando
,
La sua Emilia
sovente mirando
E pi che mai lodando sua bellezza E bea milP anni ognor gli parca quando
:
E E
4o
Ella
si
Con
occhi bassi
tal
,
da ciascun mirata
In guisa
A tutulti piacente e graziosa E da ciascuno egualmente lodata E simil era ancora buono Arcita
:
il
Bench'
egli avesse
sembianza smarrita
LIBRO NONO
19
Giovane
vecchio
zita
ovvero sposa
,
Che non Onde veniva la coppia gloriosa 5 Le vie e i campi e i tetti e le case
corresse l coli' ale spase
letiziosa
Ed
della
42
mirando
Le
guaste vesti ed
1'
voti destrieri
altro
Li givan
uno
all'
,
dimostrando
Quel fu
dicendo
ed ammirando
Le
11
Recitavan
di
,
com' eran
gite
come
sute
43
Che
Troppo da quel
che
'1
mattin
vidon cavalcare
Appi venieu
330
LA TESEIDE
44
Palemone
el
seco dicesse
ira di
Ben
vve ancora
:
i'
Giunone
io di
Ver me
Operar
,
e certo se
Giove volesse
prigione
^
:
O di
Ed
slesse
ed avvilirmi
perseguirmi
Poich
45
Mollo era ancor mirato disdegnoso
Minos d chi
Parca
'1
vedea
,
ed in dispetto
stizzoso
la vita avesse
si
Andando
mostrava
nell' aspetto;
'1
tessalico
Aramelo
assai doglioso
,
Parie di
Febo
Si raramarcasse
,
perch operato
.
46
Ida ed Evandro ed Alimedonte
Ulisse
,
,
Diomede
e ciascheduno
Degli
altri
Si vedean tutti
e con aspetto
bruno
Pi che
Acheronte
:
vie
pi
tristi gli
facea
il
parlare
Che udieno
a circostanti di s fare.
, .
LIBRO NONO
47
Ne'
colli lor
dai
Le
tolse via
essi
per Atene
andando
Al carro
tristi
di
si
fatte
pene
Quasi scherniti
Per gU
tutti si
temeano
che vedeano
48
In cotal guisa con alto romore
D'
infiniti e'
strumenti
e di gridare
Ch'
popoli facien
per onore
,
Giunsono
al
Ed
Gir nella
pianamente
49
Sovr*
un gran
il
Posalo fu
faticato Arcita
gemma
il
margherita
E di conforto sovente
Con
rincora
:
'1
Con
molte
ciascheduna bella
BOCO. L TESEIDE
ai
. ,
22
LA TESEIDE
5o
tutto ci
Palemone ascoltava
li
Che con
Davanti
e nella trista
mente
niente
con isperanza
.
5i
Teseo
per pace dare agli affannati
si
Re Con
,
lev
1
cenni
mormorii ebbe
Che
del dispetto
-,
il
suo disire
a dire:
52
Signori
e'
non nuova
la
credenza
La quale
Cio che
provvidenza
sincera
Quando
cre
il
mondo con
fin d'
Vista conobbe
il
ogni semenza
:
E con decreto
Quel che
di ci in s veduto avesse
LIBRO
NONO
3a3
53
Se ci ver non so
,
ma
se ver fosse
La
cui potenza
sempre mai
mosse
:
Dunque
contra di lor
,
V umane
posse
In van s'affannano
e sono ingannati
adoperare
54
ci
alta
cagione
la vostra virtute
Ho
ed ogni operazione
1'
offenslone
:
Del gridar
E dico certo
Non
che
al
mio vivente
buona
f;ente
55
tal fortezza
,
n di tanto affanno
,
n di
,
tal fierezza
Meno
infingarda
;
n che
men
e'
di
danno
Mettesse cura
sol
buon fanno
,
Com'
io
ho
324
LA TESEIDE
56
Le prodezze
de* qua* se ad
uno ad uno
e ciascheduno
direi
Ma
dunque
j
Ci che non
fa
bisogno
al
ma ognuno
approverei
terra
,
Per valente
uomo
mondo
mia
5?
Perch
se oggi
non
vi fu
donata
difetto
,
Vittoria, ci
non fu vostro
Ma
Il
58
Non
vi
Che non
Ma
sol
gP
ne dovete incolpare
egli
Se degno ci eh'
bau
diliberato
,
i,
Di potere
altra volta
permutare
Ched
e'
',
Ma
Al
LIBRO
NONO
59
3i5
Questo eh'
Per
stato
assai
,
Cari amici
Che r
abito
cacciate via
,
E
E
tutti festeggiate
60
Liberi siete omai
poich' adempiuto
la
fia
ragione
Ben
11
vo' per
che
fermo tenuto
dissi a
Palemone
,
il
suo volere
iu
poco
assai
come P
piacere
61
Piacque a costoro
il
parlar di Teseo
teacsser quello
:
Bench
Perch
'n parte
lieto
non ver
suo
ostello
,
si
rifeo
e bello;
,
Ed
a cui fu bisogno
tosto fatti
medicare
Fur
medici trovare
3a6
LA TESEIDE
e%
Gli
altri
Tornaro
insieme
,
Aspetto
come
il
Non
fosse
d battaglia, e grazioso
Faceva quivi
per
amor
d' Arcita
vita
Che
si
desse conforto e
buona
63
Andonne adunque preso Palemone Con tristo aspetto molto umilemente
Ad
Emilia davanti
e ginocchione
Con boce
Disse
:
madonna,
Poich' io vi vidi
fate
che
vi piace
.
Di
me
64
Polche m* hanno g? iddii
tolta vittoria
,
voi insieme
in questo di
meschino
Troppo mi fia la morte maggior gloria Che per lo mondo pii viver tapino :
Perch' lo vi prego ( se di voi memoria
e d'
amor
fino )
,
Dannate
Cb'
me
io la disio
forte
LIBRO NONO
65
3^7
Con pietoso occhio Emilia riguardala Ver Palemone e 'q pie il f' drizzare
,
le
parole sue
fiso ascoltava ,
si
N che
Che
risponder
le
sa consigliare
,
'y
Anzi appena
lagrime servava
Ma
Di
in se dispose
e cosi
li
rispose
66
S'io
fossi dagl' iddi! stata
mandata
,
Al mondo
sol
Mi
Mentre
mia
avrei io reputata
non
averti
s
amato; che
t'
amai
assai.
Mentre mi
convenne, pure
67
Ma
il
santo
amore
,
mio
valore
Poteano
-,
ma
ad un solo apertamente
mio onore
;
Mi
Il
ben com' io
3.i8
LA TESEIDE
68
Di
Nt>
te
'1
n
'1
me
si
conviene
N ben
saria se io
citta
volessi fare
Ma
Sou
le
greche
che
tutte piene
di bellezze assai pi
e'
da lodare
potranno
:
Ched
non
la
mia
darti
Giusto ristoro
all'
amoroso danno
69
E te
Che
tu
non
fosti allor
Istesti di
Dunque di te medesmo sie pietoso Che non intendo d' esser crudeP io
Ma
Per
poich
il
se' cavalier
valoroso
Sotto
giudizio di
me
incappato
me
dannato
Per
gire
la
Gih
che spesse
:
fiate
me
,
ti
far sovvenire
pregoti
LIBRO NONO
Non
si
Colale anel
Era
pi che foco
,
simlgllante
si
seppe
il
loco
Dove An6arao
Lieta
gli die',
era latitante,
dicendo
porterai
i
Questa
qualunque
festa tu sarai
71
Quinci
gli
guernimento
Ed un
turcasso
che nobilemente
,
Pien di saette
licie
veramente
,
Ed uno
Di poca
scitico arco
non contento
;
arrecare
ci fu
un
destrier maraviglloso
si
convenia
,
Con armi
bene armalo.
33o
LA TESEIDE
74
Ed
a lui disse
O valoroso
Del
Olio
amore
di
qualunque con
,
S' acquista
Facendo
Che
fatto per
me
che
trista
sono
75
Ma
parte
Avvien che
ti
bisogni
con
effetlo
Adoperar
le
J^on fabbricate
Le puoi
portare
forse
1*
aoprerai
Dove
vie pi
che
me
76
n* acquisterai
disse
donna
i'
tengo
la
mia
vita
,
facev' ora
,
senio gradita
Che con migliore agurio ciascun ora La guarder infino alla finita
,
ciel
fermato
sia
LIBRO NONO
77
33
Quanto pi posso
Ch'
i'
ho per
voi
o mattutina
:
stella
S graziosamente racquistalo
E
M'
ciascheduna
amore
Del vostro
78
Che
io aspetti
Per
altra
donna
hanno per
altrui eletta
;
Ma che io v' ami esser non mi pu N fia mentre sar in vita ^olto
.
tolto
79
Quindi sen
g
pensoso a rivestire
,
Ed
a lavarsi
,
Tutto
bench in
s'
non
trovasse riposo,
,
Pur
E
11
con pi
suo diletto
'1
suo
sommo
piacere
33i
LA TESEIDE
80
La donna
Da*
circustanti re e
gli
da Arcila
ella
E E
Il
bea
piacque eh'
avea donata
:
A Palemone liberta
Di Palemone
qual da
,
spedita
la risposta ardita
tutti accolto
lietamente
Fu ma
pi da Arcita veramente
61
Dopo che
Signore
alquanto
si
fu riposato
:
adempiuto
di
il
tuo mandato
;
me
grieve martire
Emilia
e perdono al
,
mio
t'
fallire
La qual domando
Se
egli
se e'
in piacere,
.
tempo eh'
io la deggia avere
62
Rispose
E A
per in quel
noi
i
nostri primi
quando sposa
pigliaro
sia
,
prima
li
data
.
Ed
LIBRO NONO
83
333
Adunque
11
baroni ragunat
sagrificii fatti
degnamente
Siccome
egli
Quivi spos
Li di
In
fin
veramente
che
fosse forte e
ben guarito
cosi fu
fermato e stabilito
LA TESEIDE
LIBRO DECIMO
ARGOMENTO
Voi Arcita a Teseo racconta quale Dopo la morte sua del suo tesoro
Il testamento sia
;
Quasi con Palemonfa altrettale Poscia presente Emilia seco stesso Del suo morir si duole e poi con
,
lei
Ed ella dopo
Quindi a Mercurio Uta ^ e piagne appresso Poi V alma rende agV immortali iddei
.
.1
Tacitamente
andava
all'
altezza
Dov'
ella
il
Quando da
Greci
si
partir
.
Ed
, ,
LIBRO DECIMO
335
Ed
non
s'
impedisse
,
La
nuova sposa
Anzi che pi
Degna
Piano
pira di far
:
ciaschedun disse
gente
si
A' suoi
mentre
la
riposa
al teatro
grande ve
n' andate,
ci aspettate.
delli nostri
amici
,
D' onor
di sepoltura
laverete
liei
,
Lor
tutti
quanti
e roghi fate
li
metterete,
ma
chetamente
la
gente
4
Mossersi allor co' lumi
il
i
servidori
-,
E 'n verso gran teatro se n' andaro E come avien comandato signori
,
Li morti corpi
tutti ritrovaro
per s a ciascheduno
d' esse poser
Sopra catane
uno
336
LA TESEIDE
5
Vennervi
regi
e la turba dolente
Con
tristo
suono fu apparecchiata
;
Ed
E poi eh' egli ebber ciascuna onorata E d' arme e di grillande e di lucente
Porpora, fu
la
tromba comandata
tristi
sonare
e dier voce ai
,
guai
assai
De' dolenti
Allora
un poco
Dentro
con dolore
il
foco
Fer
Erano
il
I grossi
Consumar
Ne'
messe apparecchiati
,
Con mano
Durante ancora
tempo perso
,.
LIBRO DECIMO
8
337
figli
di
Latona fero
alta
orazione
Ne
port urne
,
ed
ivi in sasso
vero
Si trasmut
cotante openione
Di quivi
al
nome
di quelli
Le
elli
Poi ricercarono
lasciati ostieri
Siccome bisognosi
di riposo
e' cavalieri
,
al
tempo tenebroso
,
Quindi
Dove Teseo
levato gi irovaro
10
Greci
Tutti
li
E E ne'
Talch di morte e
Furono
in
E come
Cos
i
prima
rifecer sani
gli strani
cittadia
come
BOCC. LA TESEID
32
338
LA TESEIDE
1 1
Ma
solo Arcita
Tanto era
Fevvi Teseo
D' Epidauro
Il
ed Arcita vedere
qual
si
Come
la
Perch a Teseo rispose di presente
In cotal guisa
Il
:
nobile signore
vostro Arcita
morto veramente
luogo
ci
ha
di
medico valore
Giove potrebbe
in vita solamente
,
Servarlo, se volesse
eh' maggiore
Che
la
Natura
e puote adoperare
pu
fare.
i3
Ma lasciando
Per
molto ne poco
,
e seppe
,
il
foco
r umido e
'1
calore
e che potrebbe
fesso
UBRO DECIMO
33g
H
Dunque
fatica
Saria perduta
dove noi
di
di dietro a lui
andremo
Quando
Ed
il
simil feo
se
'1
superno Iddeo
il
Vivo
lasciava
farsi
Adunque ciascun giorno peggiorando U buon Arcita in s si fu accorto Che '1 suo valor del lutto gi mancando
,
morto
Ne
potea ragionando
:
Alcun giammai
Perch volle di
Disporre
,
e dandogli conforto
s ci
al
che potesse
piacesse
sol
che
buon Teseo
34o
LA TESEIDE
guisa a parlare:
,
ed a cui
Mille volte
morendo meritare
giammai degno non
fui
L'onor
del qual
polre*
,
mai
il
i'
mi veggio
venire
fuggire
.
Al passo
qual nessun
uom pu
z8
Al qual
vegno
che
vi son
s'
io
,
contento
,
Ne
Il
vado
Per
giovane donna
e te
caro signore
Cui
io appresso lei
,
pi disiava
,
Servir
che Giove
e pi
mi
dilettava
19
Ma
pi non posso
e farlo
,
mi conviene :
,
Perch' io
ti
prego
Se lungamente Iddio
guardi Atene
Che
poi del
mondo
dipartito sono
Quel che
Se tu da Marte sempre
udito
LIBRO DECIMO
20
Signor
tu
sai
34i
11 giusto
Marte
diede vittoria
e certo
non isponte
guardare
.
E Palemone
Esser
ti
dee
li
qua'
festi
Ma
poich quindi
fummo
liberati
cortesia
donde eravam
,
privati
,
Ci fur renduti
e ogni baronia
,
Come
ti
piacque
quali
avemmo
tutta
ed onorati
in pria
Fummo
eravam giammai
mia
appresso
sorte
.
Ti prego doni
la
mia morte
22
Similemente ancor
manifesto
stretto
;
t'
quale
al
Ad
esser venni
n ci che sospetto
-,
Mi dovea
Anzi con
esser
non mi fu molesto
con
diletto
f serviva e
ti
credo mai
di
trovassi ingannato
ti sia
Di cosa che
me
fidato
3if.^
L/.
TSSEIDE
r3
El m'insegn
Esso
a divenire
umile:
:
mi
la
f'
f*
Esso mi Esso
fede mia
santa e pura
Esso mostr a
I'
me
che mai a
:
vile
non
Esso mi
Esso mi
cortese ed ubbidiente
f'
valoroso e potente
4
'auto
mi diede ancor
sotto
di pronto ardire
Che
nome
mani
:
Mi
non mi furon
villani
G' iddii
N mi
Io
ti
sia stato
5 Febo
si
fece servitor di
Ammeto
si
Che
io
,
mi mossi
il
dolce e quieto
Servi
E
Se
certo io
el
non
fosse stato
Palemone
N
M'
s'
io
mi
palesava
LIBRO DECIMO
26
343
Or
cosi va
non
:
si
pu
stornare
tal
Ci che
stato
ond' io sono a
,
punto
Qual
Del
tu
mi
vedi
,
e sentomi scemare
Ognor
la vita
e gi quasi consunto
tutto sou, n
mi posso
aiutare
A A
tal
partito
cui
ho
io servito
tempo mio
disio
Con pura
fede e con
sommo
27
'1
bench mi
sia
dato
,
me
che ciascun
,
fato avea
,
Che
cosi fosse
in s diliberato
Contento
Che
a'
futuri fie
sempre
in
memoria
a8
Ed
io perci
VogUo
buon guiderdone
io
E quel
E
la
che fu
cosi
com'
amante
Di morte
e di periglio slmigliante
A me
Dell'
io dico del
buon Palemone
riceva
La donna
, ,
, ,
344
^^-
TESEIDE
Io
te
Che
me
all'
,
parimente
Donasti gi
Nota
agi' iddi
l'
ed
umana
gente
E E
per
opere tue
che conosciute
eternalmente
,
Sono
e saranno al
la
mondo
ti
i'
per
fede che io
portai
dimorai
3o
Questa mi
fia tra
1'
ombre gran
amorosa
letizia
,
Che Palemone,
Tratto per
cui molt'
amo
sia
,
me
d'
tristizia
Possedendo
egli ci
che pi
egli
,
disia
abbia dovizia
,
Di
ci eh' egli
ama
Almeno Emilia mentre fia in vita Vedendo lui avr a mente Arcita.
,
3i
questo detto
forte sospirando
Tacque ,
Vide eh'
e'
Quasi piangendo
LIBRO DECIMO
3!
345
Tolgan
g' iddi
Arclta
il fil
,
amico caro
tirato
Che Lachesis
Dolor da
poco
Ancora tronchi
e cessi questo
1'
amaro
,
me
si
se io
ho meritato
5
Che non
gi in ci
Alimelo ha pensato
,
si
faranno
Che
ti
renderanno
33
Ma
pur
se
degF
Di
torti a
me
t'
amo
Perocch
non possiamo:
,
Che
poi
li
piace
siccome
e' fie
te
bramo
fornito
Se tu
fatto partilo
34
Ma
tu
come
si
forte
ti
sgomenti
Pensando che
Com'
Emilia
Qualunque
Si fa vedere
iddii, di t tanto
,
amorosa
e'
Pur
te disian
con
:
lagrimosa
Ed
essa tua
Che ancor
346
L TESEIDE
35
Beo
1*
ci
ha da render
allo
guiderdone
,
Del quale a
me domandi
,
la salute:
io
,
ho opinione
per vostra virtute
,
Di porvi
in parte
Dove
Coutenti
che
lieti
viverete
36
A reit
Si lo strigneva
angoscia d'
amore
,
Ed
il
Posto che
Di voto
E
In
gi
r ambascia
appressava
j
al
core
onde
si
volse
ed a Teseo si^olse.
37
poi eh*
e'
fu alquanto dimorato
,
Com' era
in
prima
si
fu rivoltato
sia
chiamato
noiosa
;
Anzi eh'
Il
qual
li
Con
altri
LIBRO DECIMO
38
11
3^7
Con
Pria non
Disse
:
avesse
Palemone
Nel
ciel
che qui pi
il
,
non ne
stia niente:
Per innanzi
mio
tristo partire
.
Veder
ti
volli
toccare ed udire
3
Tanto m* ha sempre avversato Giunone
Che
N'
del
seme
di
Cadmo
,
solo Arcita
conosciuto, e tu
o Palemone
Or mi
Da
Far
te
,
poi le piace
,
che
alla
mia
vita
Stata invidiosa
Pi contentarla
4o
In quella entrata eh' io doveva fare
Ad
Fa
mondo
lieto a
me
lasciare
;
Per congiungermi
a' nostri
primi andati
Or m'
Per
avesse ella
pur
lasciato entrare
Luoghi
Gh'
ella
sofTcrto
.
m*
avesse
morto
ovver diserto
348
LA TESEIDE
4i
Non V piaciuto ed io non posso avanti Dunque tu solo clie a me se' rimaso
, ,
Del sangue
Quando
Ch*
verr
doloroso caso
Gli occhi
e la bocca e
l'
anelante naso
Pregoti che
mi chiudi
d'
e facci eh' io
il
Tosto trapassi
Acheronte
rio
4a
perch tu
siccome
io
amato
,
ho Teseo
la
ti
mo poter pregato
:
Che
me
pietosa
ed a
me
porti
amore
Ch'
ella
ha suo dover
fatto e
suo onore
43
mondo
dolente
Al quale
io
il
Ch' a dire
giammai
t'
al
mio
,
vivente
Di
lei
nluna cosa
ho
levata
Se non
Sicch
j
:
qua! tu te
,
1'
hai amata
,
Onde ti prego per tua cortesia Che tu la prenda e che cara li sia.
.,
LIBRO DECIMO
44
349
lei
mi
dicevi
,
Onora e guarda, e
si
Che
Per
'1
A ricrear
fama oscura
lo dolente
seme
eh' gi spento
S' a rilevarlo
45
Certo quest' manifesta cagione
Che ciaschedun
dell'
operato affanno
:
Dunque sar per merito del danno Che hai gi avuto e desolazione Com' io so ed ancor molti sanno
, ,
,
Ricever
lei
'1
regno
Di Giove r
avrai cara
e senne degno.
46
E s*
ella forse
per
la
morte mia
,
Perocch
Fati'
la
1'
ha
'1
anima mia
suo pi
di lei
si
pia
Che
riso
il
me
che
lei diletta
cosi
pianto suo pi
me
contrista
Onde
io
mi cambio com'
la sua vista
3So
L TESEIDE
47
In questa guisa
se
V anima sente
Po'
la
Di queste qua
tra la
turba dolente
Andr con pi
d' ardire e
,
meu
dogliosa
questo detto
5
pi oltre niente
Allora disse
d'
48
luce eterna
o reverendo onore
,
o poderoso Arcita
il
non
,
in te spento
valore
Usato
Con
Del
conforto
sperando che
'1
signore
:
Atropos ora
49
Cessin gP iddii che io ultimo sia
Di tanto sangue
se tu te
ne vai
:
Tu
acquistasti
ufficio
e tu per tua
l'
avrai
N P
che chiedi
,
fatto fia
Colla mia
man
Ma A me
e sopra
me
vivi sarete
, ,
LIBRO DECIMO
5o
Arcita disse
Il
:
3 Si
e' te
,
com'
ti
io
t'
ho
detto
che s'avvien
il
Che
mio
disio q ci
,
maodi ad
effetto
5
questo
sia
,
Cosi disio
cosi
mi
fie diletto
quinci tacquero
amendue piangendo
.
5i
D' Arcita dubitarono e dolente Ciascuna domand li re lernei Che era ci che i Teban piangieno
,
E tutti loro
fu lor detto
Pi ad Arcita
fecero appresso
9
E A
Ed
Ed
Insieme
egli
che eran
li
venuti adesso
352
LA TESEIDE
53
E poi
cb' Arclia
l'
ebbe rimirata
,
CoQ occhio
attento
siccome potea
Ed ebbe
La
bene in
s considerata
,
parlare in
tal
disiri
54
Piangerai
pu
il
star
n uscire ne pu fuore
Si ch'io
sento in
,
me
rammaricare
Con
pianti
mi
fa pietoso
Ed oim
lasso
oltre
'1
dover noioso
55
Gli
spiriti visivi assai
sovente
,
Mostrano a
Per
lui
1'
angelica figura
core possente
nostra sciagura
,
Dicendo; deh
tal
Che
ci
Abbandonar
Dicendo
nobil creatura
,
s gli
abbraccia
si
che morte
me
ne caccia
..
LIBRO DECIMO
353
Io
me
ne vo
coli'
anima smarrita
La quale io presi col piacer di quella Che da voi nel mondo pi gradita ; Dunque nelle sue man ricevam' ella Quando far la dogliosa partita
Dalla presente vita tapnella
:
57
Queste parole
gli anf:elici aspetti
,
E con
dolore offendevano
,
petti
Dilicati
in
Si parie loro
ben sentieno
detti
,
QuaF
erano
Nel
53
Perch Emilia disse
:
o signor mio
ti
disperi
Deh dimmi
I'
lassa
come
mio
tu la
far Io
,
ne verre' con
teco volentieri
il
gi questo appetisce
io
disio
Perdi'
non
il
so che fuor di te
mi
speri gioia,
.
Tu
solo eri
te
mio ben
mia
E senza
non spero
altro
che noia
BOCC. LA TESEIDE
23
,.
354
LA TESEIDE
bella
amica
Prendi conforto
e del
mio
trapassare
fatica
,
Non
Ma
me
di confortare
eh' io dica
,
Ti piaccia
se
giammai cosa
ho
trovato
assai
a tua consolazione
Modo
60
Palemon caro e
stretto
mio parente
lungamente amata
Non men
di
me t' ha
Che
me
donata
,
Fosse
altr' ier
non
fu gi dirittura
.
Ma
61
Di che
g' iddii
errarono
,
e per certo
me
alaro
Ma
poi che
'1
Ci che avien
E me
recaron a
fatto
merlo
rimanessi ad esso
Com' essi
LIBRO DECIMO
6a
355
Ed
io
che tu
sii
sua
,
me
ne contento
:
Pi che
d' altrui
Ferma
in lui
il
tuo intendimento
5
E
Di
Ed
piacimento
fa
,
. :
Egli gentile
bello e grazioso
CoQ
63
Io muoio, e gi
mi
Con
seco morte
me
sento
mancare
io
dico, per
amore
stare
:
poi
pivi
t'
hanno
,
Me'
sarai sua
non
64
Ma
non pertanto
se
l'
anima dolente
Io tuo
Che
Ti
ne va per
,
amor piangendo
mente
vivendo
, ,
Ti raccomando
sia tutt'
e pregoti che a
ora
mentre eh'
io
Qui
te
Ch'
i'
me
ne vo
sia
,
n so se tu verrai
i' ti
L dove
i'
eh'
riveggia
mai
, ,
356
LA TESEIDE
65
Da
te
o cara sposa
qua' mi dei
sol diletto
ond' io glrei
dispetto
oserei
sommo
,
Se non
gli avessi
mai non
tra'
morti innamorati
Ma
sempre
66
Fatti erano
i
parlare ascoltando:
chiari argomenti
,
Che
com'
egli dicea
venia
mancando
Perch'
ella in
67
caro sposo a
me
pi che
la vita
Non
g' iddi
:
tuoi disii
Quest' vecchia
ira
incontro a
sentii
,
me
nutrita
Ne'
petti lor
siccome gi
Li qua' del
tutto lo
mio matrimonio
.
Negano
ed io ne veggio testimonio
LIBRO DECIMO
68
11
35y
Col
(jiiale io
giovinetta
mi
crescea
,
Che ha
Nel
contro
,
il
tolse
gi al maritar vicina
Bench
69
Questa non
sazia del
primo operare
Contra di
me
or le veggendo
ti
mio
io
Similemente mi
vuol levare:
altri
Adunque non
Io
Il
,
t'
uccide
che
j
:
lassa
mio agurio
,
'1
mio
disio
Ti noccion
lassa
,
ed
io
rimango
si
in
pene
Ed
in tormento
non qual
convene
70
Oim
sopra di
altrui
me
ne andasse V
,
ira
Che Che
Se
nuoce
ci
colpa
ha colui che
me
di.sira
?
la spieiata
Vener mi disprezza
te
diventa dira
?
?
Perch
Maledetta
Ed
a te
..
358
LA TBSEIDE
bello Arcita
mio
senza ragione
d die in questo
Or
foss' io
,
morta
ti
il
mondo
:
Venni
poi
,
Non
credo in
me
ma sempre
la
di
,
profondo
tua partita
72
Ora conosco
dolorosi ardori
Che
oscuri
mi mostr V
1'
altr' ier
Diana
Or
so qual fosser
N* uscir con
vista e
furori
non sana
,
come
stai
tu ora
stessi
73
Io
mi
tuoi passi
tristi
E la
Per
me
ora acquisti
Ma
io
non
'1
gli
Tutto
, ,.
LIBRO DECIMO
SSg
vita angosciosa
5
Istar
per
me
ed in cotante pene
,
Oim
isventurata
vidi
dolorosa
Quanto mal
e tu ancora Atene,
te
E
11
mi
riguardasti
me
t'
innamorasti
Oim che
fiori
,
'1
canto
,
anzi fu pianto
,
eh' io cantava
^
Erinni
lassa
sentii
tutto ci
,
moveva
Ed
io
il
N le future cose immaginava Or le conosco che son nel periglio N posso ad esse porre alcun consiglio
,
76
Ed
ora
caro sposo
mi comandi
i'
Che
tu
mancato
Certo
le tue
parole
Servar, pi che
e venerandi
Non
n'
hanno
>
ed io cosi
ti
le
serveraggio
.
diraggio
36o
LA TESEIDE
77
Io so che Palemon
in'
ha tanto amata
Quaut* uoni
gentil nessuna
gli
donna amasse
,
Di che
io
non
Ed
eziandio se Giove
comandasse
se esso di grazia
"vivente
,
abbondasse
D' ogni
Tanto
gli
78
s'
io a te son
or cagion di morte
fui
,
ad Acate
1'
aver nociuto
Al mondo tanto
M' a pensar^ n quinci spero aiuto Che possa sostener mia vita forte Che poi lo spirto tuo sar partuto Che dietro a te per soperchio dolore
, ,
*1
tuo amore.
79
E se pur fa
Di
la
mia disavventura
,
vivere oltre a te
Palemone
meritato
della
mia sciagura
L dove
amare
Ha
ma
sola
mia cura
,
Ne' boschi
fie
Diana seguitare
LIBRO DECIMO
80
36i
se
io sia
Mi
maFidi
essi
Ad
noccia
Palemon
tal
e'
che
s'
el disia
trover altrui
1'
Che
gli sar
il
pi non sare^
felice
ci
cor nianireslo
mi
dice
81
Gli stremi baci
oiui
li
qua' dolente
,
Mi
cerchi
ti
dar volonterosa
mio poter
fia
dopo
li
Non
Ma
Di
la
te
,
che
le
donerai
Guarder mentre
in vita sar
mai
8^
E quinci
Sopra
una matta
signore
,
Dicendo
caro e dolce
mio
Ecco Ecco
colei
che per
te fie disfatta
colei
li
che per
te trista
,
more
i
Prendi
baci estremi
i
dopo
quali
Credo
finire
362
LA TESEIDE
83
E pose
N
il
A reit
,
Palido gi per
'1
morte vicina
,
tocc prima
la faccia
eli' ella
tramortita
:
In su
cadde risupina
si
Ma
Son
poi appresso
fu risentila
:
Piangendo cominci
questi
,
oim tapina
Da
Arcita
il
quale pi che
me amava
4
Alle nlmiche mie cotal baciare
,
O
II
dispietaii iddii
,
sia riserbato
Arcita
che nel
pare
Dicendo
ornai
Tal
viso al
mio ho
alto
Giove
Di questa
vita
mi tramuti 85
altrove
Quivi era
si
gran pianto e
si
doglioso
,
Di donne
Che
Era
vedean questo
assai
Che non
crede
si fosse
noioso
,
Allor che
Febo
si
mostr dolente
nel
Tornando addietro
Mangiar
i
figli al
,, ,
LIBRO DECIMO
86
363
Ed essa
allora
TC pi u raen
come
il
Menalo
colle
Quando che
Mostr
guazzosa
87
si
posaro
amaro
1'
Quanto potea
esser pi a tutte
ore
E con
1^'milia e Arcita
il
furore
detti
88
Nove
fiate
s'
era dimostrato
Il sole,
D' Esperia s' era col carro tuffato Poi si mutaron le cose gioconde
Per
Quando
nel
tempo che
il
tutto nasconde
i
baci avuti,
;
a' suoi
pi conosciuti
. .
364
LA TESEIDE
89
Amici
cari
io
me
,
ne vo dlcerto
litare
Acci
cie esso
per
fatto
merto
In luogo
ameno
mio
,
piacciagli portare
Lo
spirto
Per vittime
legai ed olocausti
M*
90
Palemon
oh' era a questo dir presente
Come
Che
con venia
sangue e
nuovo
di bidente
Gregge e
il
disio
11
E
Al
questi
viso
,
Febo
s'
acciocch
morire angoscioso
i
tristi
pianti
a'
Raggi celando
nebbie iscure
future
Vedendo chiaro
LIBRO DECIMO
Allora
1^
ara fu apparecchiala
,
E' sacerdoti
versi
ebber cantati
,
Con voce
In guisa
tal
che
si
pot sentire:
93
O caro
A
Iddio di Proserpina
1'
figlio
anime portare
,
De' corpi
e quelle
secondo
il
consiglio
5
Che da
te prendi, le
puoi allogare
Soavemente per
le
Le quali ancora calde per me sono Che a le in su quelle offersi eletto dono
,
94
quinci
V anime pie Le qua' sono in Eliso mi trasporta Che se tu miri ben 1' opere mie
in ira
,
, ,
me
fatto dell'
1'
aura morta
rie
siccome fur
anime
a'
Fece Giunone
Con
,,
36a
LA TESEIDE
Io noa uccsi
il
sagrato serpente
,
Come
f'
Cadmo,
Avol primario; n
baccei
colei
il
fallo
.
96
Mai
operai
come Atamante
:
Contra
la prole
divenni fellone
uccisi
,
,
il
mio padre
n amante
nazione
la
Siccome Edippo
miei
,
frati uccisi
n mal commisi
97
N di Mi
piacque mai
n in altrui
1'
usai
Ed
io
ben
i'
n'
ho
le
pene meritate
prese
Ma
Se
certo
non
le avrei
giammai
;
esso
Perch' era
m'
io
innamorato
LIBRO DECIMO
98
Dunque
ira*
367
neri epiriti
,
non deggio
,
O
E
E'
pio Iddio
del ciel
ci credo
dimorare
,
ed
io noi
:
cheggio
m
ci
Di
Se
prego
e di ci
ti
richeggio
:
esser
pu che
farai
,
So che
*1
Come
suogli esser
venerando Iddio
99
Detto eh* ebbe cosi
,
con pi dogliosa
stava
E
E
greci re e ciascuno
1'
ascoltava
Tanto del
caso
gli
pesava
Ed
100
Or mancher la vita ora il valore A' A reit finir ora avr fine
, ,
Ora vedr
d'
Acheronte vicine
,
Le
triste ripe
ora sapr
il
furore
Ora
se
ne va Arcita innamorato
368
LA TESEIDE
lOl
Ahi
lasso rae
si
che V
,
eia giovinelia
Lascio
tosto
in la quale sperava
di
Ancor mostrar
men
virt perfettvT
:
Cim che
troppo la morte
s'
affretta
E
In
me
prava
me
si
sforza
in ver
me
,
la
sua ira
Mostra quant'
ella
puote
mi martira:
102
Dov', Arcita
tua forza fuggita
?
?
Dove son
1'
Come
non
1'
per
la
dolente vita
o lasso
E per
o3
disio
bella
Emilia
del
,
mio cor
da
me
sola
amata
mio
da
,
me
non
abbandonata
Oim
In ci
lasso
so quale Iddo
voglia turbata
noia
il
morire
..
LIBRO DECIMO
io4
869
Deh
Pi non
donna valorosa ?
Seconda morte
i'
Bench
la cheggia
men
mi
dolorosa:
tenere
:
Debba
dubbiosa
Ma
Non
mi
stessi
o5
Dunque
angoscioso
dovunque
n'
andraggio
:
o donna cara
Come
allora
,
che amara
lontano
,
bella
donna
sovrano
06
Lagrime sempre ed amari
Ornai attende
1'
sospiri
anima dolente
,
Per giunta
Ch'io avr
lasso
alli
nuovi martiri
forse in fra la
,
morta gente;
i
che
miei
:
disiri
Di
le
Ma
sempre
eterna fornace
2^
370
LA TESEIDE
107
qualora
e
1'
pudici
f
aspetto
Ed
Meco
Pi che
la vita
,
Ove li regi e V altra buona gente Che loro a' miei servigi seguitava ? Ove Teseo nobil signor possente Che pi che caro frate m' onorava ?
,
Or dove
Dove
il
lascio
il
reverendo Egeo
e
mio caro
log
Certo io
gli lascio
dove rimanere
,
vorre' volentieri
in festa
Ed
Con
in giuoco
ed
ed in piacere
e cavalieri
:
principi con
donne
Non m'
dolermi
,
ma
e
sol a
mi son
fieri
che
me
ne mostran
tanti
Perder dovere
me
tutti vjuantl
,,
LIBRO DECIMO
I
871
IO
Di cor
gitt
uo profondo sospiro
,
Amaramente
e di parlar ristette
i
in verso
Emilia
,
suoi orchi
s'
aprir
Mirando
lei
,
e mirandola stette
gli rivolse in giro
,
Un
poco
e poscia
Perocch
appressava
la
morte
Ili
La quale
in ciascun in su
,
membro
era venula
'1
Da' piedi
venendo verso
petto
Ed
La
La poca
Eragli
'1
ma
f'
gi
s ristretto
,
tristo
Che
agli
occhi
subitamente velo
Ila
Ma
il
vedere
Con
mormorare,
del suo podere
:
Ognor mancando pi
troppo fece
il
in s
lungo durare;
Ma
mormorio
,
trasportato in vere
,
Parole
con
Addio Emilia
e pi oltre
si
non
disse
.
Che
1'
anima convenne
partisse
Un
Sopra
Le
Che
^n varii giuochi
Un
L dove Arcita
nominando
ne
La qual
Ver
nel
mondo
se
volando
:
Degli elementi
convessi lasciando
Quivi
le stelle
erratiche
la
ammirava
bellezza
somma
, ,
LIBRO UNDEGIMO
873
Quindi
si
volse in gi a rimirare
,
Le
cose abbandonate
,
e vide
il
Globo terreno
poco il mare
,
Girava e V aere
e di sopra
il
foco
Ed
ma
poi al loco
At"<^^^^
L dove aveva
Della turba
lerrtea
la vanitate
umane
nelle
genti
,
Mattamente oscurata
menti
,
la falsa biltate
cielo
e quindi se ne gio
la sortio
.
Nel loco
a cui
Mercurio
4
Alla voce d' Arcta dolorosa
Quanti
x'^
v'
eran
gli
spettando che
j
pili
alcuna cosa
Dovesse dir
ma
,
Ma
sopra
lutti
Emilia e Palemone,
La qual
sermone
, , .,
3yi
LA TESEIDE
5
signor dolce
dove m* abbandoni
perch Don vengo teco
?
Dove ne
vai
Dimmi
Che
con meco
-,
vi verr
:
Dicendo
Giove eh'
e io
'1
seguir morto
e
'1
Colui che
mio bene
mio conforto.
Ma poi che vide lui tacente e muto E 1' alma sua aver mutato ospizio
,
conosciuto
,
il
tristo ufizio
gU occhi
travolti al transuto
Ed
il
naso e la bocca
poi ciascuno
bruno
le
nuore
allor
che morto
,
Fu
lor recato
,
il
comperato Ettore
lor
Lor ben
lor
duca e
f',
,
sommo
diporto
Qual
Ch'
Ippolita
per lo dolore
ella senti
e certo
lei
11
,
non
a torto
Ed
Emilia con
ed
altre
moke
Antiche donne
LIBRO UNDECIMO
6
87 5
Piangeano
re offesi da pietale
,
Piangevan
ogni qualitate
,
:
E di et E come
Erano
Tututte
vecchio
o giovane o garzone
prima
,
in
Alene occupate
in feste
si
ora in desolazione
,
vedeano lagrimose
amore;
E E
Il
buon Peritoo
,
e di Nestore
ed ancora d* Egeo
qual
la
10
Ma come
I
savio
ed
uom
che conoscea
avvenute
,
mcndan
casi e le cose
assai
veduto avea
,
chiunque
:
il
vedea
Di
E
11
poi
s'
assise a
Palemone
allato
,,
^
Ed
Con quel
Ricordando
LA TESEIDE
1
Di voler temperare
tristo
pianto vere
,
le cose anticlie e
Le morti e' mutamenti e '1 duolo e '1 canto L' un dopo 1* altro spesso ognun vedere
:
Ma
la
Anzi
cosi
l'
udivan
come
i
il
mare
naviganti
come
Per nuvoletti
Ma
gli
apre e scinde
quel di e
la notte in
,
duolo amaro
.
continuaro
sollecita
cura
Con
da ci
'1
trasse angoscia
,
n dolore
Ma
ove rancura
Aver sovente
L' ufcio
amore,
,
Faria comporre
si
rogo
dentro al quale
.
compiesse funerale
LIBtlO
UNDECIMO
3-7
E comand eh' una selva che stava A quel bosco vicina vecchia molto
,
Fosse tagliata
e ci
che bisognava
Per
lo solenne
Dentro
al boschetto
s
nel qual
comandava
:
Un' arca
Per
Mossonsi allora
far ci
i5
El
fece poi
un
feretro venire
,
Reale a s davanti
e tosto fello
E
Il
morto
poi
il
A reit
tutto rivestire
Con
nuovo giorno
egli
'1
fece portare
ove
tutta la gtMite
:
popolo a mirare
Quando
AnGone
378
LA TESEIDE
Come'd' Atene
si
s'
udi^fl
la terra
attorno
,
el della
O se n' uscisse
Per rimirar
1'
alla corte
sen giva
esequie dolorose
battaglie
amorose
8
Alta fatica e grande
s'
apparecchia
Cio voler
All' alto
1'
Febo
a tagliare
se
si
puote
ancor
la
vuol maggiore
il
In quanto fu
pili d'
Arcita
valore
'9
Essa toccava colle cime
il
cielo
Aveva molto
ne
pii
,
quiete
Ombre
l'
Acaia avea
,
n giammai telo
ma
la
lunga elade
.
LIBRO UNDECIMO
20
379
La qual non
si
Ma
si
cretlea
che
le
Ninfe sovente
Fauni e
le lor
,
greggi permutati
Fosson da
lei
che coutinovamente
Di
sterpi
nuovameute procreati
,
Si ristorava
in eterno
durando
mancando,
21
del quale
5
,
Ogni
covil
si
Ed
ogni uccello
il
Temendo
mai pi non
male
Ed
alla
as
Quivi
tagliati
i
cadder
tigli
Ed
morbidi
qua' ferrati
i
Sogliono ispaveutare
fier
coraggi
:
Gli escoli ed
caoni
,
ma
tagliati
Furono ancora
e
,
'1
durante cipresso
il
Ad
ogni
bruma
ed
38o
L TESEIDE
23
gli
nutrimenti
,
e gP
ilici
soprani
'1
lasso
li
Soglion donare
Non
senti tarlo n
disgombr
sito
.
fosse unito
a4
Tagliato fuvvi ancor
l'
audace abete
,
E
D
'1
pin similemente
che odore
sapete
,
dalle tagliature
il
com
e
^I
Ed
bicolore
sete
,
Mirto
e d'ogni vincitore
tagliata
Premio
la
palma fu
ancora
l'olmo che
di vili
s'innamora.
25
Donde
la
Ne
diede
parli intanto
E r arbitro dell' ombre Pan che tanto Quel luogo amava e ciascun Semidio
,
ancor piangea
pi.
la selva
Che
forse
li
mai
non
si
riusciva
LIBRO UNDEGIMO
38
Adunque
Un
Poco
furo
monti accumulati
folle
gente
levati
,
,
ciel
mattamente
Che
Il
rogo eminente
27
EI
fu d sotto di strame selvaggio
Agrestemente
fatto
,
e di tronconi
il
D'
alberi grossi
e fu
Tessuto
Avvedimento
e di pi condizioni
di fiori pitturato:
Di ghirlande e
98
Sopra di questi
1'
arabe ricchezze
E
11
tiori
Quivi
il
Non conobbe
'1
cennamo
il
Ed
il
., .
38a
LA TESEIDE
Poi fu
la
sommith
di quella pira
lir'io
D' un drappo
Tinto coperta
in ostro
,
con oro
a
s
,.
S pel valore e
lira
3o
Ogni parte
era gi piena di pianto
gi
1'
Tale che
bene altrettanto
risonava
:
Nelle valli
Eco
trista
E Palemone
Con
di lugubre
si
manto
mostrava
,
3i
E sopra
'1
Non men
E'
Con
che Teseo
gliele dicea
sommo
diporto
LIBRO UNDECIMO
3i
383
Quando
gli
Entraron dentro
Allora
il
aula piangente
Incominci e
Pili forte
una e
dubbioso
,
Mondo
lasci quell'
anima dolente
,
rintegrossi pi volte
le
e ristette
Dentro
33
La
A.
Egeo
s' el
Non
poteo
A lui
Fosse
mostrando
in
mondo
reo
E le cose durissime
occorrenti
a* viventi
a
E bench
Palemon
,
forse tacesse
se
Anzi piangeva
n orazione
il
traesse
. , ,
384
LA.
TESEIDE
35
Quivi
Per
E su
vi fur delle
nati
!
pi sue
36
Ed
Li
le veste
si
Fatte
Lo
Per
scettro
pomo
1'
eccelsa corona
dona
37
Li pi nobili Achivi
i
vasi cari
Di mei
Sopra
si
studiavan
Anzi soavi e
Cambiato andavan
uno
all'
altro appresso
.
Come
1'
LIBRO UNDECIMO
38
Sopra
le spalle
li
385
Greci maggiori
Il feretro levarsi
lagrimando
eoa esso
d'
Con
loro errori
Con
bestemmiando
la pira eletto
E infino
Porlaro
per
duci
il
39
La qual
Ebbero
la lettiera riposata
E E gli
poi
gli
duci indietro
tiraro
altri
4o
L venne Pale mone
al
quale Egeo
lato
,
E dal sinistro
Dagli
gli
venia Teseo
altri regi
vedeo,
Cui pi debole
sesso sconsolato
,
Accompagnava
Feral recava
al
ed essa in
mano
.
il
foco
doloroso loco
BOCC. L TESEIDE
Sa
, ,
386
LA TESEIDE
cominci piangendo ;
,
O dolce Arcita
Da me
Fosser
tai casi
e'
che a
venendo
gli visi
da dolor premuti
,
Con
piagnevoli voci
quali intendo
in questa guisa
mi
credetti entrare
4
Assai m'
,
lassa
duro a sostenere
,
Ci che
io veggio
che
le
prime lede
.
mercede
Or
Che
v' in piacere
,
Dov'
amore
antico
ove
la fede
?
mondani
venti vani.
43
caro Arcita
Prendi
le
Al rogo tuo
Per
la tua
alma
da
in loco di salute.
mentre eh'
,
Stava cosi
fur conosciute
Le
Erano
LIBRO UNDECIMO
.'87
Perch
al
rogo
fatta
pi vicina
Con debol
E per
Tra
le
in quelle guise
,
Che fan talor po' tagliata la spina Le bianche rose per lo sol succise :
E semiviva
Di morte
fece dubitare
46
Ma senza
Le
lungo indugio
,
risentita
si
Si lev in pie
e le anella
tolse
,
E con suoi altri ornamenti gli accolse E 'n su la pira subita e smarrita
Le
gitt presta
:
si
com'
si
altri volse
Dicendo
le',
non
,
conviene ornai
Che
io
mi adorni
poi lasciata
m'
hai.
4^
E quinci rotti li
Muta ricadde
Fuggi del
Perder
tristi
,
lamenti
il
ed
,
chiaro colore
viso
e'
si
la luce
ne giro
i
al
cuore
Subitamente
tutti
sentimenti
gi dal dolore
,
Per
lui soccorrer,
che
L onde
ogai valor
gli
era fuggito.
,,
388
LA TESEIDE
47
s'
avea
tagliati
La barba
quanti
e
si
dicea
Con sommo pianto o iddi spiatati Con altro patto certo mi credea Che questi crin vi Tossono litati
:
Ma
iddi
non
gli volete
gli
prendete.
48
Cos donali
Militari
a s fece venire
altri gioielli
,
arme con
li
tulli
su
vi fece salire
Ed
Caro
fu piangendo di offerire
ricca la pira dolente
il
,
E di far
Dove giaceva
'49
Gi istrepivan per
Io
messo foco
Le prime
froade, e la
fiamma
pigliava
,
Ed
Pi^
E certo
Che
Per
tempo n
si
in
poco
ricca pira
non
ricordava
,
supremo onor
LIBRO UNDECIMO
5o
389
era
Si fondea tutto
ed ogni vestimento
fiera
:
Sudava
d'
E ciascun
maggior lumiera
,
Con
5i
le cratere di vini
spumanti
,
dell'
oscuro sangue
latte, tututti
il
'1
grazioso
Candido
fumanti
.
Sentieno ancora
foco poderoso
tutti
quanti
per lo noioso
,
Rogo
'1
simigliarne
Stavan
Sa
Allor Egeo
f' far di cavalieri
una
Armali
tutti
E ciascheduno aveva
Di
bruna
maggiori
.
Furono
allora
li
conducilori
Sgo
LA TESEIDE
53
a sinistra
man
il
cortando giro
:
Tre
volte
E
Le
la
polvere alzata
salir diro
,
e risonar
si
ferir
,
Che
quivi
i
si
Sopra
54
Dieron quell'armi
Quattro
fiate
,
orribile fragore
ed altrettanto pianto
,
Le donne
colle
suo rettore
Come
1'
\oltaron tutti
lutti.
Con nuovo
giro
e con dolore e
55
E ci che
essi
Forse portato
per covertura
si
traieno
;
Ed
Di
armadura
Per quella.,gente
come
avete udito.
LIBRO UNDECIMO
56
Zgi
Ed
oltre a questo
,
Chi lancia
e altri pieno
Di
saette turcasso
e chi vi
deo
Chi
Tanto
onor di
falli.
57
Il
E
Le
Vulcan
donava j
,
per ci ordinate
si
rogo gi
,
saporava
lasciate
che
Appena
Tanto
F ombre
fur sopravvenute
le fero d'
58
Egeo
vi ritorn
il
di seguente
tutte raccolse
Ed
in un'
,
Le mise
guardare
Fin eh'
3g%
LA TESEIDE
Ed
acci che
l'
Molti giuochi
furono ordinati
5
Ne' quali
Ma
I
Siccome molto
in ci esercitati
Di
ebber segnali.
60
Perciocch fu a ciaschedun donato
Per premio
di valore
un dono caro
mostrar
Di
nobili coverte
d'
u'
si
Da uom
Di Pallade
onor
gli
quando
,
pigliare
Nome
novello
'1
Cecropi
e ancora
V era
f'
dimora*
Vediensi ancor le
fistule
sonare
Le
E E
di
Vulcan
vi si vedie vincente
,
le
qua' contare
al
Non
ben convenevole
presente
LIBRO UNDECIMO
6%
SgS
Ma
Per
propria merit
al
1'
onore
Perocch
tempo uo me'
Elena
l
:
eh' altro
il
feo
ben
lo seppe
gli
e per maggiore
Gloria
fece
recare
Egeo
Un
Nel quale
63
Vedeasi appresso superar Pitone
,
quindi sotto
1'
ombre
le
graziose
all'
Elicone
nove amorose
:
Muse
Ed
oltre a queste
v'
64
Poi
al cesto
giucando
assai
pi degno
Polluce
si
Aveva Ammeto
Da Febo male
Onde per
Il la
Li
venire
Per oro
cari e
, .
394
I^A
TESEIDE
65
In
essi
sottigliezza
Era
cuna
fierezza
Le serpi a lui mandale ed ad ognuna La morte dare, e quindi la fortezza Ch' egli us nella selva nemea bruna
Contra L'
'1
fiero leone
e quindi appresso
altre fatiche
sue
v'
ee
Ebbevi ancora Evandro molto onore
Con Snrpedone
al
A E
Un elmo
Su
venne
:
di in
Egeo
al
comando
forte e bello
forma
,
di pastore
vi sedeva
Pan
iddio
sonando
gli
danno
lo
fanno
67
Molti
altri
raccontare
si
ben
portaro
Agli qua'
tutti
,
Egeo
onde
fece donare
e' si
Solenni doni
Lieti
contentaro
;
,
non poco
di tal operare
Di
contendendo
L' un
difetti
riprendendo
LIBRO UNDEGIMO
68
SqS
giammai
,
Ovver
mai
,
O d' oppio ne' nemei gi ricevuta O di pino negl' istmii che d'assai
,
Fosse
dovuta
Come
6^
Poi
f'
subitamente Palemone
il
L dove
Un
11
qual sacr
Giunone
Ed
in quel volle
che
'1
cener guardato
Fosse d'
A reit
in eterna
memoria
vittoria
.
7*
Era quel tempio grande
,
com' detto
,
Nel qual
Tutti
i
E
Il
Da
che ottimamente
i
il
seppe fare^
,
quale
Con
, ,
,,
396
LA TESEIDE
E'
si
vedeva
11
nel
primo canto
Teseo di
E E
delle
donne achive
tristo
pianto
Quasi
sentia chi le
mirava alquanto
:
Si fu sovrano e
buono operatore
v' era conosciuta
ciascheduna
Da
72
Vedeasi appresso
il
sanguinoso Ismeno
,
Ed
Di
il
superbo Asopo
e ciascun lito
,
similmente
,
si
vedeva
el
il
sito
Di Tebe
quale
fu n pi n
meno
d'
Vi
si
vedea regnare
il
gran Creonte.
73
molto poi
li
gente
Vi
si
vedeva
qual codardo
assai
bene
avvisati
:
Eran da
'1
campo
da Teseo
si
Con quanto
feo,
. ,
LI5R0 UrCDEClMO
897
74
E per li
Le
monti
si
vedien fuggire
:
Parevansi
ancor sentire
dlspetati duoli
j
gire
,
Ebber
corpora in
fiamme messe
75
Poi
v' era
il
campo
tutto ricercato
,
Da
Nel qual
A
E
Palemon ancor
presso pigliato
76
Poi ciascheduno
tristo e
doloroso
Vi
si
vedeva
ed in atto pensoso
I prigion
vedieno
1'
amoroso
,
Giardino ancora
Tutto
vestito pel
tempo novello
Di nuove
.,
398
LA TESEIDE
Nel qual
Gir
si
vedeva in su
gli
nuovi albori
soletta
,
E lietamente cantando
Ed
fiori
:
quivi a finestrella
in guisa
,
amadori
gli
Erano
che cbi
mirava
7?
Vediensi poi
li
E'
rotti
sonui e
V amorosa
vita
E chenti e quali fosson lor martiri E quivi appresso ancora come Arcita
:
disiri
,
Ed
in Corinto in
si
vedea arrivare
,
Quindi
Micena
79
Poscia d' Egina ad Atene tornato
E dipartito dallo
Ed
Vi
il
re Peleo
si
stato
e siccome Penteo
Dir
Se
si
faceva
e siccome soletto
n'
andava
LIBRO UNDFXIMO
80
899
L dove
'1
il
chiaro rivo
il
dilettava
venticel che le frondi Lattea E ciascheduno uccel che cantava E lui dormente tutto vedea
,
li
>
si
come
ascoltava
,
E riportava ci a
Signor di lui
,
Palemone
i
Di
Panfil poscia v' era la malizia
Che
egli
Quivi venire
e simil la letizia
Di Palemon
quando
,
si
vide lieto
,
Fuor
Vie
di prigion
pili
lui
%
Poscia vediesi nel boschetto sceso
Che
Dell'amor
Neil'
della
donna pianamente
arme
si
vedeva parimente
Combatter
fiero
con aspra
si
baltaglia
come ognun
di vincer
travaglia
4^o
LA TESEIDE
83
L dove Emilia si -vedea venuta Che per lo bosco con Teseo cacciando
,
Se
n'
andava
Questa battaglia
e vedevasi
quando
come con
,
lor
ragionando
Li riconobbe
Preso da loro
ed
,
il
dato partito
.
4
Vedevansi
le feste de* Dircei
:
Che
e'
E quivi
Vi
si
ancora
gli
duci ne mei
acciocch colei
Sola ristesse
dell'
uno araadore
E poi le insegne a' suoi da ciascun date E come armati in esse fur mostrate
.
85
Eranvi
i
Ed
il
prima milizia
tutti
quanti
E di diversi stromenti
Vi
si
letizia
vedeva
e tutti
lor sembianti
s'
,
lavoro adorno.
, ,
LIBRO UNDECIMO
86
4oi
la
vi si
parea
E'
'1
chiamato Imeneo
Che
allor
si f'
Teseo
e poi vi
si
vedea
Che
fece
il
valoroso e
buono Arcita
87
"E
il
a'*
regi
Con
pianti
si
vedea portato,
tutti gli
E
E
similmente da
v'
egregi
,
Baron che
'1
Che
Il
Poi sopra
rogo
si
vedeva ardente
.
88
Solo
la
vi fu segnata
Credo eh*
e' fati
*1
Ma
Con
non pot
la gente
ammenticallo
si
era in
amore
Di ciascheduno
BOCC. LA TESEIDE
giovine amadore.
26
4o2
LA TESEIDE
89
Era
Il
in
tal
nobil tempio
sacerdoti
dentro
al
quale
e'"
pose
Di
un numero
distinto
fati estinto
j
,
'n
mezzo
Una
colonna di
,
marmo
la
pulita
Drizzar
sopra
Ed
In guisa
91
Io servo dentro a
me
le
reverende
,
Del buon
Debito
Arcita ceneri
per cui
.
sagrificio
qui
,
si
rende
chiunque ama
,
Pigli
se
amor
di soverchio l'accende
:
Perocch dicer pu
qual
il
se* io fui
mio
valore
.
Morii
dunque
ti
guarda da Amore
, ,
Come
e perch si lasciasse
il
dolore
:
Da
tutti
Quindi
sposare al tebano amadore Chiamato prima Imeneo nel sacello Poi le sue nozze magnifiche pone ,
La fa
Dicendo ,
LI
si
Coloro
pensin
clic si
dolorose
Cose sentir 5
ma
essa vestita
,
Di nero
colle
guance lagriniose
sue Arcita
morto
, . .
4o4
LA TESEIDE
il
vermiglio colore
,
ed era divenula
,
Palida e magra
ed
il
chiaro splendore
6i
poteva in
stata
lei il fier
dolore
:
Che
appena
sarie conosciuta
Ma
Ch'
e* tristi pianti
il
Ed
voler d* Arcita a
,
compimento
1'
Fosse mandato
ci che
amata
Con
Non
Di ner
e cosi tribolato
5
Com*
era
Ed
esso
sedea
la
LIBRO DUODECIMO
5
4o5
Teseo
stette
:
Ma
gi
vedendo
di tututti erette
lui
umilemente
strette
Dentro tenendo
le
lagrime
Ch'
agli
visse
cosi
si
pu vedere
quando piacere
circonscrisse
visse
E noi
mondo
lieti
morremo
adunque sostenere
dobbiamo
Poi oh' ad
essi resister
non possiamo 4
Le querce
eh'
han
si
lungo nutrimnto
vedemo
:
Le dure
calchemo
mancamento
lo
sapemo
-,
Ed
Veggiamo
4o6
LA TESEIDE
8
^v
che
assai
Gli
ed ha
tirati
all'
sempre mai :
uno
o ad oscura
terminata
Giovani ancora
e pi
lieti
vivendo
E certo
11
io
La morte
luogo e
quando
dove V
,
di viver giova
uomo
eh* ha valore
e' si
:
curar
serba
che dovunque
trova
il
'1
nuli' altra
altro
prova
Fa
in
un loco che
n'
in
un
morto ;
diporto
.
N r alma
ha pi pena o
men
10
Del modo
i'
dico ancora
il
simigliante
Che come che alcuno anneghi in mare, O alcun si mora in sul suo letto stante
O alcun per
Maniere
lo suo
,
sangue riversare
>
Nelle battaglie
uom pu
si
morir
pure arrivare
,
Ad
Muoia come
.,
LIBKO DUODECIMO
l
407
Ed
il
E
E
Che
certo questa
Pu luogo
qua* dolenti
:
ift
Anzi pi
morte
il
cui valore
Fu
11
Di fama
che
,
ha
se
ben pensassimo
il
al
postutto
,
Lasciar
dovremmo
msero dolore
Ed
Che
fama
gloriosa
Ver* che
il
In cola* punti
'1
pianto
-,
dee alquanto
ristare
,
:
Ma dopo
quel
si
dee poscia
Che il voler soprabbondare in tanto Pu nuocere a chi '1 fa ed follia N saria per quel eh' uom disia
,
,
,, .
, ,
4o8
LA TESFIDF.
4
certo se
giammai fu
lagriniato
In Grecia nessun
Si debitamente
uomo A reit
valoroso
stalo
Da
E con onor magnifico onoralo E stato ancora al suo rogo pomposo E ben soluto gli ogni dovere
Che morto corpo dee
i5
potere avere
.
Ed
ancora
Durato
Portato n'ha
qual a ci
si
convene
noi
Da
cui agli
prender s'appartiene
Esemplo
Massimamente
nel
bene operare
16
Dunque da
Ci che
e'
more
si
nasce
e sa
'1
pur chi
voglia
Ed
debito onore
5
A colui
che
sia
il
migliore
spoglia
,
si
lascisi
il
dolor
eh' femminile
LIBRO DUODECIMO
409
Se
io credessi
A reit si
potesse
i*
dicerei
lutti
Che dovessimo
pianger
quanti
:
caramente ve ne pregherei
Ma
non
varria
per da
,
mo in
avanti
1*
Ciascun festeggi
Si lasci star
,
'1
piangere e
omei
se piacer
mi
volete
Che
'n
18
E oltre a
Preg
ci
,
si
Perocch Foroneo
che primamente
Ne don
leggi
disse
che
il
detto
esser perfetto
Ed
el
A Palemon che
19
Per deposte queste nere veste
,
Ed
il
pianto lasciato ed
il
dolore
Comincerem
5
,
prima
De* duo
che
gi detti
nozze manifeste
5
,
i'
ve ne priego
4io
LA TESEIDE
sto
confermate
,
Fur
E con pi detti allor fortificate Ma Palemon pur tacilo dimora E fortemente gli sarebber grate
Se pubblica vergogna che
1'
accora
Non
contrastasse
,
Disse cos
\eggendosi aspettare
ari
Caro signor
da
me
il
pii
degnamente
,
Che
la
mia
vita
amato
manifesto
,
Conosco vero
Bench
rado contingente
Con allegrezza e per questo fia Quando a Dio piacer che n' ha
;
balif
tsi
Ma
in
effetto
Da
Cosi vi dico
che
se postergato
Fosse
il
dover da
me
ed
il
diletto
;
Perocch
al
mondo non
fu cosa
assai
mai
Che
io amassi cotanto
od
,,
LIBBO DUODECIMO
a3
Ma
che se m'
tolta
Felicit,
che almeno in
*1
me
ragione
volta
:
Pi che
\oler
in
E bench
Che
Il
Il
'1
me
gran quistione
dover vinca
,
ho speranza molta:
lieta
che se avvien
guarder
a
per
possessione
4
Io son di tante infamie solo erede
che
s'
io posso
si
vede.
mi vo* coli* altre porre addosso La donna bella e credo che si crede Che infin qui nel reame molosso
,
Simile a
lei
non
sia
ben troverete
dar
la potrete,
Che
sol
cuori
Render porrien senza alcuna fallanza Ch' e^ non fur mai tra due ferventi mori
Ched e' non fosser per certo minori Che quel che io ho portato ad Arcita
i'
,
.
nacqui in questa
trista vita
4ia
LA TESEIDE
E se alcuno A questa
Se
ver
me
dicendo
,
amato V avesse
5
Non
mi movesse
ita
;
A tal follia
De'
nostri
che sempre
i
accendendo
primi
cuori
,
ond' io saraggio
Sempre mai
tristo
eh' io ci viveraggio.
Perch
se io
Emilia
pigliassi
:
N per segno
maggior eh'
,
io disiassi
La morte sua potrei altrui mostrare^ La qual quanto mi doglia credo sassi
Per
tutti voi
il
:
fare
Cosa che
contrario se ne veggia
N di
mi
richeggia
!k8
disse
me
non
perci legge a
s'
me
s'
in ci prescrisse
Che
Per
io
la volessi fosse
mia
io vi consentisse
:
E per
Che
a
me
non
si
sia
pur
di lui
LIBRO DUODECIMO
4i5
questo detto
gli
:
occhi lagrimosi
Basso in terra
I
tristi
al
i
pianti e
sospiri angosciosi
Gi molto
Affetti
sconfortati da
Egeo
gli
:
Portasti
n potresti
,
per dolerti
,
Mentre
\ivessi
3o
fia
Infamia alcuna
n
,
lieto mostrarsi
Perocch simil
Dell'
veggiamo
,
un
u eh'
ei
.
contento
mono
sia
per argomento
Qui
si
pu
dir
che
,
tutta
Grecia
alli
sia
davanti
quali
voglia fia
;
Mandato a compimento
e ci son
tali
Siccome consapevoli
Per
te
saranno
scuseranno
.
per tutto
s ti
LA TESEIDE
da
Pon dunque gi
lo stollo
immaginare ,
che so
vivi
ti
,
E E
In
segui
il
mio
voler
,
piace
stare
,
vogli innanzi
lieta vita
mentre
e in contenta pace
tristo
Che
II
te
con
pianto consumare
, :
P uom
si
disface
Cos
mi piace e
,
parola di ci 'ncontro
i3
qual taceva
molto confortato
Ora uno
or* altro
Chente usar
ragione
:
Che da
Al
cielo
lui
non doveva
il
esser negato
Laonde Palemone
,
viso alzando
s'
in guisa tal
udi parlando
34
O Giove pio
La
terra
'1
e doni parimente
A
E
Il
Volgi
occhi ver
il
me
sii
presente
con
giustizia
si
mio
voler discerni
qual ora
fa consenziente
A quel del
Peccator
,
mio
signor
nel che
dii
s'
io
sono
.
prego che mi
perdono
/
LIBRO DUODECIMO
35
4i8
tu
sacra
Diana e Citerea
il
numero minore
,
Far mi convien
bench
io
non volea
Siate presenti
Che ha
E
Di
ho nel cor
che conoscete
36
tu
A reit
s*
Dovunque
perdona
io
t'
offendo
,
N
Se
la
qual tu gi morendo
,
fia
compita
Per
me
il
del gran
Anzi
piacer che
mio contentamento
Che or
3?
voi
alti regi
qua' presenti
Ora
del
mio
signore
:
mandamenti
,
Testiraon siate
pi per ubbidire
i
miei
,
disii ferventi
Fo quel eh' io fo e disposto a servire Te o Teseo : comanda eh' io son presto Ad ogni cosa fare ed anche a questo
,
4i6
LA TESEIDE
38
La quale
in tra le
donne sospirava
,
le
Con animo
1'
ansiava
cui el disse
Emilia
hai lu udito
sia fornito
;
,
Quel che
io vo' farai
che
ag
la testa
,
dicendo
e'
non
,
nulla cosa
non
faccia
te voler
sentendo
Ma
per
V amor
che tu
alla pietosa
,
sedendo
tu vorrai^
^
4o
Siccome aver tu puoi udito dire
Tutte
le
donne
scitiche botate
E E
tu sai
contravvenire
non servare
cose a
fa
,
sua deitate
:
Le
lei
promesse
ch vendetta
.
Subita
,,
LIBRO DUODECIMO
4>
417
Ed
quale
,
,
Per ci che
'1
Ha
ella usato
gi
veduto male
,
a cui
donare
Tu mi
dovevi
e
;
,
1*
Contro ad Arcita
All' abito di noi
come ancor
pare
Di ner
vestiti
e ancora ne piangiamo
4
Se tuo nimico
fosse
,
Palemone
a guai
,
Come
fu gi
volentier lo farei
Ma
Che
non vedendo
nulla ragione
crederei
me',senza
pii
provagione
Che mi
lasciassi a
41
cui Teseo
Che
se
Diana ne
Sopra di
te verria
ira
dolente
se'
Non
sopra quelli
fa*
alli
qua'
donata
per
che
lieta
im mantenente
:
atta a
Diana
27
4 i8
LA TESEJDE
44
Dello cos
e ritornaro
Come
gli
piacque
alle
proprie magioni
'1
bito
vestimento e condizioni
E E
Palemone
il
simigliarne feo
cos ritornarono a
Teseo
45
Teseo similemente avea cambiato
Con
tutti
suoi
vestir dolorosi
Ed
Festa facendo
e gi suoni amorosi
in ogni lato
cauti
ed allegrezza
si
D'
Aliene
Del
Per
lor signor
la
46
Ippolita
1*
il
E altre donne ed anche Emilia A cui a forza ancora ci piacea Ma non poteva pi e per ella
,
bella
allor
la
Teseo volea
Ma dopo
Tanto fu
pochi di
damigella
,
donne confortata
,,
LIBRO DUODECIMO
47
Deliber Teseo con
gli
419
suoi
quando
;
Le
sponsalizie
si
dovesson fare
per Atene
ciascun
mand comandando
s*
Che
apprestasse al festeggiare
Indi venendo
il
giorno approssimando
,
Ciascun
si
il
cominci ad apprestare
proprio stato
,
Secondo
a fare onore
buon cuore
48
mente
si
A
E
Il
ciascLedun
n pi
ricordava
Ognuno
Ad
tempio aprire
voler gire.
49 Ed
in quel simigliantemenle feo
Li sacerdoti andar
li
qua' portare
La immagine
bella d'
Imeneo
Ed
Di
el
con un
dietro seguitando
vecchio Egeo
Con
E Palemon
con loro
si
, ,
420
LA TESEIDE
5g
li
cari
ornamenti
?
Che
si
belli e lucenti
Che
il
Noi crederebbono
pi delle genti
al
Aspeltaron
Ippolita da molte
accompagnata
di sua natura
,
fosse effigiata
vi
potea coltura
O sante donne
Che da
le quali
Anfione
,
Alaste a chiuder
Tebe
il
or fa mestiere
,
mio sermone
le
vere
Emilia
a cui le
,
piacque di vedere
e so che le sapete
;
Voi
le vedeste
Adunque qui
la
LIBRO DUODECIMO
53
lEra la giovinetta di persona
4ai
Grande
e ischietta convenevolmente
1'
se
il
ver
antichit ragiona
Ed
una corona
Lunghi
Si sarien detti
Il
il
54
Dico che
li
Non
per treccia
ma
loro
soluti
un
torto
e cadean sostenuti
,
Sopra
candidi omeri
si
n foro
:
Prima n poi
be'
giammai veduti
stimava
55
Lft fronte sua era
ampia e spaziosa
E bianca
Quasi
di
Eran due
che
altra cosa
Nerissime e
Bianchezza
'1
, ,
4^2
LA TESEIDE
se
Di
pi che
E
E
brun quant'
altri
,
oltre a questo
egli eran
potenti
Non
gli
mir, n fu da
in s
lor miralo,
.
Ch* amore
non
sentisse svegliato
67
Dico a
E lasciogli
Ma
W
Il
chiunque
d'
amor
sente
;
lor chiarezza
ad
essi
poco ancora
si
di bella lunghezza
affila tetto
,
naso
si
vedeva
Qual
voleva
all'
angelico aspetto.
58
N magre
Anzi eran
Bianche e vermiglie
non
Che
ma
non
natura
il
Per ci che
'n ci pi
bisognava
. ,,
,,
LIBRO DUODECIMO
5e
Ella aveva la bocca piccioletta
,
4a3
Ed
Colle labbra
e nel parlare
chi
i
r udia pareva
si
un' angioletta
denti suoi
polian somigliare
Ed
oltre a questo
il
mento piccolino
chiedea
:
tondo quale
al viso si
Nel mezzo ad
esso aveva
un
forelllno
,
Che pi
vezzosa assai ne
la facea
Ed
era vermiglietto
assai
un pocolino
:
Di che
Quindi
pi bella ne parca
la gola
candida e cerchiata
,
Non
di soperchio
e bella e dilicaia
6]
Pieno era
il
collo e lungo
ben sedente
Sopra
gli
sottil
A
Il
sostener
abbracciari giocondi
petto poi
im pochette
,
era eminente
Di pomi vaghi
Sempre puntando
fuor
col vestimento
, ,
Ji^i
LA TESEIDE
62
Eran
le braccia
le
Lunghe
mani
e le dita sottili
Ancor da
E
Le
breveraente
come
lei
Sottile e schietta
63
Neir anche grossa e
tutta
:
ben formata
*1
piede piccolin
La
Colui
ella cosse
:
Immagino che
a dirlo le
mie posse
^
Non
Tal
d' ogni
ben doveva
esser
compiuta
64 Non
era ancor
dopo
'1
suo nascimento
Tre
Bench da molti
sarie altro
,
forse giudicalo
Ne
prendendo argomento
,
che oltre
1'
usato
assai
)',
ne crescesse mai
, ,
LIBRO DUODECIMO
65
4;i^
Quando
Che
costei
,
apparve primamente
noi creder
Ornata
come
dovemo
supremo
,
riccamente
di valor
ciaschedun generalmente
Che
primo
al
postremo
Venere
n saziare
rimirare.
Si potea nullo di
lei
66
I teatri
,
le vie
piazze e balconi
Per
li
Al tempio
dov' erano
,
baroni
,
e ognuno vi correa
,
Femmine
La qual
e maschi
E per
lo
ben
di lei
Giove pregava
67
Ma dopo
Al gran tempio
Vener
ed
con onore
5
valore
:
Lodaron pi che
d' altra
mai veduta
,
Menelao vedendola
in quel!' ore
,
426
LA TESEIDE
68
Ma
Ch' era di
e di frondi adornato.
Fecero
a* preti li sacrificare j
L' aiuto
Imeneo
1'
siccome fare
alla stagione,
E dopo quel
altissima
Giunone
E po' in
Il
Emilia bella a
tutti
re presente
j
,
Ed
Poi
essa
ignara
baci siccome
convenne
sostenne
.
Ed
ella
vergognosa
sei
70
Questo fornito
,
al
palagio tornaro
Con somma
debito e adorno
,
r ora quinta
Quando venuti
Trovar
le
nel palagio
,
messe
ad esse
mense
ed
assisersi
.,
, ,
LIBRO DUODECIMO
<5^7
servidori
il
E quanti
l^
si
dire
porien per
numero
finire
Che Che
1'
altre cose
magnifiche e mire
ben compite.
72
Quivi fur sonatori ed istormenti
Di
Per
varie condizioni
e tai che
Orfeo
gran Museo
Con Con
perduto avrebbe
suoi
*1
tutti i
non
usati
argomenti
:
ben
notali
Di mille medi Vi
si
e di piedi e di
mani
pot
il
di veder ballare
gli strani
,
Giovani
donne
Ciaschedun
vedeva feslegginrc,
in cotal guisa
la citt in
spendevano
il
giorno
Per
qua e
*n l attorno
4a8
LA TESEIDE
Li greci re con
li
lor cavalieri
,
Fer nuovi
giuoclii assai
e cavalcando
,
destrieri
Per
La
dimostrando;
Poi ritornando
palazzo gioioso
Quand' eran
disiosi di riposo
Il
Da Palemon
Ed
essendo gi
Quella dove fu
il
letto
apparecchiato
a cos altiera
invocata
Giunone
76
Qual quella notte fosse all' amadore Qui non si dice quegli il pu sapere
,
Che
gi trafitto da soverchio
volta fu
,
amore
Alcuna
se
mai
piacere
Ne
Il
ricevette
Credomi ben
giammai
Che
pi eh'
, ,
LIBRO DUODECIMO
77
Ver' cbe per Poi
la
4^9
le offerte
a'
mattina
,
templi
s*
argomenta
,
Che Venere
anzi che
'1
di fosse chiaro
ove raro
diventa
,
Buon
El
si
pescator
non
util si
la
lev
venuta
mattina
Pi bello e
78
poi
si
fece
Pan61o chiamare 5
promesso avea
siccora' esso gi
Cosi
don portare
,
Al tempio
onorare
el
Lei ringraziando
per cui
lui
tenea
La
bella
cosi
Emilia da
molto amata
lungo tempo
disiata v
79
Quindi sen venne con
allegro aspetto
,
Dove con
Era
gioia
somma
e con diletto
5
la festa gi
ricominciala
E E
li
re greci
lieti
li
vennero in petto
Con
molto
di ci insieme soIlaz2;ando
43o
LA TESEIDE
80
Dur
baroni
,
Dove
si
Ricchi vi fur
ministrieri e buiToni
I
Gi due
fiate era stata
cornuta
e tante piena
La
sorella di
Febo
Similemente era
Poich
la nobil
stata
veduta
baronia in Atena
:
Onde parve
a ciascun
,
poich
]*
amena
di tornare ornai
quivi
stati assai
8a
Onde ciaschedun
re prese
commiato
.
Dal vecchio Egeo e ancora da Teseo E dalle donne ancor V hanno piglialo
qual rendeo E poi da Palemone A tutti grazie e s disse obbligato A ciaschedun per s e per Penteo
5 il
,
Mentre che
esso nel
mondo
vivesse
LIBRO DUODECIMO
83
Partirsi
43 i
re
il
e ciascun prese
cammiu suo pi
suo paese
2
corto
Per
tosto ritornare in
E
S
in gioia ed in diporto
rimase e con
sommo
conforto
gli
piacea
.
Ed
a cui lutto
il
84
Poich
le
Gi fur
di quelli
qua' P esercitaro
Con
altri in
amoroso
,
le
opera ro
Ma
tu o libro
primo
a lor cantare
,
Di Marte
fai gli
affanni sostenuti
Nel volgar
lazio
85
da nessun
sii
,
altro ingegno
starai
Bench infimo
Forse
In
pure
tra gli
qua' se vieni
onorerai
,
Come maggior
43
LA TESEIDE
86
E perocch
In
si
li
porti disiati
,
Da
Le vaghe
le
ghirlande e
le
doni meritali
,
Con
Qui
Lodando
n'
Orsa
che
,
ha condotti
ALLE MUSE
oE
sacre
Muse
le quali io
,
adoro
,
e vigilando
Di voi
la grazia in tal
guisa cercando
il
grazioso alloro
,
sovente esaminando
<;anto sottile e
Col vostro
sonoro
V ho
mensa
,
:
come
vi
seppi qui
l'
ho compilate
Le quai
le portiate
la
mia salute
pensa
,
Vive,
ma
*1
canto
tanto
'1
BOCC. LI TESEIDE
2B
orlati
abbiam
alunno
tuoi versi e
,
'1
bel lavoro
O caro
E
i
di
,
Teseo cantando
due Teban
1'
un preso
1'
altro in
.
bando^
La pi
tua donna
riletti
Gli altrui
amori
a se
recando
:
Oh
quante
d'
amor
Poi di fiamme
d'
amor
tututta accensa
Le ben
scritte
prodezze e
la biltatf^
Teseda_per
^^^^a Teseo
le
li
num
lor
Note darem
Cosi
gli
abbiam
PQ
Al
1827 V.9
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