• Il Settecento fu il secolo degli assolutismi. Essi furono protagonisti di una politica di riforme, di modernizzazione giuridica, economica, e razionalizzazione amministrativa. • Da un lato questa politica fu influenzata dall’Illuminismo (vd. Voltaire). • Dall’altro fu calata «dall’alto», senza coinvolgere la società civile. Nessun coinvolgimento politico dei sudditi. • La ragione profonda di questa riforme fu la necessità delle monarchie di ridurre i privilegi («libertà») dei, vecchi ordini (nobiltà, clero), per affermare l’autorità dello stato. • In tal modo, si tentava di imporre a tutti il riconoscimento del potere pubblico, e l’uguaglianza di fronte allo stato. • Restò del tutto esclusa qualsiasi partecipazione dei sudditi alla vita politica delle monarchie assolute. Gli obiettivi generali • Economia: abolizione vincoli giuridici della proprietà, come la manomorta e il fidecommesso • Fisco: abolire privilegi fiscali, rendere più efficiente la riscossione delle imposte e diminuire la corruzione • Istituzioni civili: razionalizzare l’amministrazione, l’apparato burocratico, promuovere l’istruzione, riformare la giustizia (prima in mano ai nobili, arbitraria e spesso crudele) • Religione: laicizzare lo stato, abolire le immunità (giuridica, fiscale e locale) -> Giurisdizionalismo. Scontro con i gesuiti. Le riforme di Federico II il Grande (1740-86) in Prussia • Voltaire ebbe una certa influenza su Federico II di Hohenzollern • F. adotta una politica di totale tolleranza religiosa («Nel mio paese ognuno andrà in cielo come vorrà, e non mi riguarda che santo sceglie») • Attrasse maestranze da altri stati, anche esuli protestanti, per sviluppare la manifattura. • Introdusse l’istruzione elementare obbligatoria (1763), anche per i ceti popolari (98% di alfabetizzazione). • Non danneggiò i privilegi degli Junker (aristocrazia terriera), tuttavia eliminò gli sprechi e l’ostentazione del lusso della nobiltà. • Non abolì la servitù della gleba, ma regolamentò e migliorò le condizioni dei contadini. («Dovete essere i padri, non i carnefici dei vostri contadini»). • Le differenze sociali tra nobili e popolo furono livellate dunque solo dal punto di vista sociale/simbolico, più che materiale. • Tuttavia la sua politica fu un passo fondamentale verso il riconoscimento dell’uguaglianza dei sudditi di fronte allo stato. Le riforme nell’impero asburgico • Maria Teresa (1740-1780) attuò una profonda riforma del fisco: centralizza il prelievo fiscale, impone l’imposta fondiaria ai nobili, istituisce il catasto delle proprietà terriere. • Per rendere più efficiente la burocrazia, istituisce un apposita scuola di formazione, il Theresianum • Nel 1773 Clemente XIV scioglie la Compagnia di Gesù. M. T. ne utilizza i beni per l’istruzione pubblica. • Giuseppe II (1780-90), radicale riforma religiosa. Giurisdizionalismo (in Austria anche «giuseppinismo»). Sopprime un terzo dei conventi e ne incamera i beni per opere assistenziali. • Nel 1781 emana l’Atto di tolleranza, con cui si proclama la libertà religiosa e l’emancipazione degli ebrei. • Nel 1787 elabora il codice penale, che prevedeva pene uniche per tutti i sudditi indipendentemente dal ceto. • Fallimentare però la politica anti-feudale. Abolì solo in parte la servitù della gleba e subì la rivolta dei nobili quando tentò imporre un imposta unica sulle proprietà e di abolire le decime e le corvées. In Italia • In Italia l’Illuminismo si diffuse soprattutto in Lombardia, di cui Milano era un grande centro culturale, attorno ai fratelli Verri e a Cesare Beccaria, e alla rivista milanese «Il Caffè», e a Napoli • Nei territori dell’Impero asburgico (tra cui la Lombardia), viene introdotto il catasto sin dal 1718 e ultimato da Maria Teresa d’Austria. Altre riforme: abolizione del tribunale dell’Inquisizione, delle immunità. Limiti: centralismo, ostilità degli illuministi. • A Napoli i tentativi di riforma si infransero contro lo strapotere del clero e dei nobili. • Nella Toscana di Leopoldo di Asburgo-Lorena: promozione della stampa, della circolazione delle idee e del dibattito pubblico. Da menzionare il codice penale del 1786, in cui per la prima volta si sancì l’abolizione della pena di morte e la tortura.