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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15809 CAMERA

Camera dei Deputati

Legislatura 16 ATTO CAMERA

Sindacato Ispettivo

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA : 4/15809 presentata da MESSINA IGNAZIO il 20/04/2012 nella seduta numero 625 Stato iter : IN CORSO Ministero destinatario : MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Attuale Delegato a rispondere : MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE , data delega 20/04/2012

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TESTO ATTO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-15809 presentata da IGNAZIO MESSINA venerd 20 aprile 2012, seduta n.625 MESSINA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che: l'11 gennaio 2006 la ditta Tre Tigli s.r.l. ha presentato istanza all'assessorato regionale territorio e ambiente della regione siciliana per ottenere l'autorizzazione integrata ambientale (AIA) ai sensi del decreto legislativo n. 59 del 2005 per la realizzazione di un impianto da 15 Mw per la produzione di energia elettrica tramite la combustione di biomasse nel territorio del comune di Menfi (contrada Genovese) senza avere preventivamente, come previsto dalle procedure relative alla realizzazione di impianti industriale e alla convenzione di Aarhus, informato la cittadinanza di Menfi dell'idea del progetto. Il sito su cui dovrebbe sorgere l'impianto si trova a poche centinaia di metri dai pozzi di acqua potabile utilizzati per l'approvvigionamento idrico del comune e ad una distanza di soli chilometri 2,800 dal centro urbano, in violazione della prescrizione di cui alla legge regionale n. 9/2010 (articolo 17) che prevede una distanza minima di chilometri 5,000 dal perimetro urbano; l'impianto andr ad incidere sull'economia dei comuni di Menfi, Santa Margherita di Belice e Montevago stravolgendone la loro prevalente vocazione turistica e agricola. In particolare, il comune di Menfi, grazie ad una costiera sabbiosa, bagnata da un mare pulito premiato per pi anni con il riconoscimento della Bandiera Blu, della FEE e della Bandiera Verde delle spiagge a misura di bambino, ha investito nella realizzazione di un polo turistico, dando impulso alla realizzazione di nuove strutture recettive e apprezzati ristoranti che esaltano i sapori della terra e del mare, nel rispetto della tradizione agricola; l'agricoltura, inoltre, contribuisce in maniera rilevante allo sviluppo dell'economia locale con la coltivazione della vite e la presenza di numerose cantine che rendono il territorio di Menfi uno dei pi importanti distretti vitivinicoli della Sicilia e dell'Italia. I vini prodotti, che vantano il riconoscimento della DOC Menfi, sono rinomati ed apprezzati, sia a livello nazionale che internazionale, e permettono a numerose famiglie di avere un reddito soddisfacente. Nel territorio di Menfi si realizzano, accanto ai vini, anche altri prodotti come l'olio extravergine di oliva, che vanta il riconoscimento di qualit DOP Val di Mazara e altre produzioni ortofrutticole tra cui il carciofo e il melone d'inverno; anche l'attivit zootecnica un elemento importante dell'economia locale. Gli allevamenti ovini Valle del Belice (Razza autoctona) e i maestri caseari del territorio, nel rispetto della tradizione secolare, hanno tramandato sino ad oggi la produzione dell'unico formaggio a pasta filata di alta qualit che viene riconosciuto e tutelato dal Governo e dall'Unione europea con la DOP Vastedda della Valle del Belice; questa economia agropastorale di qualit rischia dunque di essere danneggiata dalle emissioni inquinanti (soprattutto particolato secondario e COT) che causeranno significative conseguenze sul ciclo vitale soprattutto di ulivi e vigneti confinanti con tali impianti e sulla capacit e qualit produttiva
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dei terreni agricoli limitrofi. Secondo le associazioni di cittadini resterebbe inoltre da verificare l'approvvigionamento della biomassa e lo smaltimento delle ceneri. Per quanto riguarda la biomassa, considerato il rispetto del criterio della filiera corta (legge 29 novembre 2007, n. n. 222) che prevede che il reperimento della materia prima non avvenga a una distanza superiore ai 70 chilometri dal sito, non esisterebbe nei territori dei comuni interessati dal progetto della societ Tre Tigli la quantit di biomassa vegetale occorrente per alimentare, a regime, l'impianto. I dati sulle superfici del bacino di approvvigionamento della biomassa, come riportati nella relazione della societ Tre Tigli, sono infatti errati per sovrastima ed inoltre non tengono conto della necessit di biomassa di un sistema gi esistente ossia del centro di compostaggio di Sciacca gestito dalla SO.GE.I.R, spa. Il problema dello smaltimento delle ceneri deve essere definito in maniera chiara in quanto queste vanno smaltite in discariche per rifiuti tossici, con gravi conseguenze ambientali e con elevati costi di smaltimento. A questo proposito da sottolineare la tossicit delle ceneri prodotte. Il contenuto di cadmio, cromo, rame, piombo e mercurio delle ceneri volanti derivanti dalla combustione di legname (quercia, faggio, abete) superiore a quella riscontrabile nelle ceneri volanti prodotte dalla combustione di carbone; stanti dunque numerose criticit inerenti alla realizzazione dell'impianto, il 30 maggio 2007 l'assessorato regionale territorio e ambiente ha rilasciato l'autorizzazione integrata ambientale (AIA) con n. 41 prescrizioni fondamentali da far ritenere inopportuno il suddetto rilascio; created with an evaluation copy of Ibex PDF Creator from http://www.xmlpdf.com/ibex.html il 10 luglio 2007 la commissione provinciale per la tutela ambientale di Agrigento (regione siciliana) ha inviato nota alla ditta proponente il progetto, chiedendo delucidazioni riguardo al fatto che l'impianto proposto, indicato come impianto a biomasse, presenta caratteristiche tecniche, indicate dalle linee guida regionali, del tutto simili a quelle di un inceneritore. All'interrogante sembrerebbe dunque evidente l'uso improprio del termine di centrale a biomassa, in quanto si tratterebbe di fatto di un inceneritore; il 12 gennaio 2008 l'associazione Menfi Vive, le cantine Settesoli, il WWF Italia, l'Unione agricoltori e diversi cittadini hanno presentato ricorso al TAR della Sicilia avverso il decreto dell'assessorato col quale ha rilasciato l'autorizzazione integrata ambientale. Il ricorso risulta ad oggi pendente; il 12 gennaio 2008 il consiglio comunale di Menfi, in seduta straordinaria aperta, si impegnato con delibera, affinch nessun impianto venga realizzato sul territorio; il 14 febbraio 2008 il sindaco di Menfi, dando seguito a diverse delibere del consiglio comunale, ha presentato ricorso straordinario presso il presidente della regione siciliana avverso l'autorizzazione integrata ambientale per violazione degli obblighi di annuncio pubblico del progetto ai fini della consultazione e della partecipazione della popolazione e dei soggetti interessati all'iter autorizzativo; il 6 marzo 2012 si celebrato un ulteriore consiglio comunale aperto per ribadire la netta ed unanime contrariet alla realizzazione del suddetto impianto a biomasse che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e di cinquanta associazioni variamente rappresentative della maggioranza dei cittadini di Menfi che hanno inviato una lettera alla societ Tre Tigli s.r.l. per invitarla ad abbandonare definitivamente il progetto; il comune di Menfi uno dei primi comuni italiani che, con grande consapevolezza civica, sta provvedendo all'adozione del piano energetico ambientale comunale (PEAC) previsto dalla legge n. 10 del 1991, articolo 5, comma 5, obbligatorio solo per i comuni sopra i 50.000 abitanti. Il PEAC, una sorta di piano regolatore delle energie alternative necessario per dare un contributo all'abbattimento delle emissioni clima-alteranti, costituisce un atto di programmazione di politica energetica che esalta la consapevolezza del ruolo di soggetto attivo nella pianificazione e gestione territoriale delle
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amministrazioni comunali e dell'organo di indirizzo. Il 17 gennaio 2012 il comune di Menfi ha approvato gli indirizzi per la redazione del piano energetico ambientale che prevedono l'esclusione di tutti gli impianti a biomasse e degli impianti industriali di energia. Al contrario, il comune di Menfi promuove il fotovoltaico, il minieolico, con il fine di coprire il fabbisogno energetico del comune di Menfi e gli impianti di 200 chilowatt, con scambio sul posto, finalizzati alla chiusura del ciclo produttivo, per un massimo di megawatt totale rispettando le zone agricole di pregio; il ruolo delle amministrazioni comunali in termini di pianificazione energetica viene per completamente mortificato dalle linee guida nazionali per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili (pubblicate sulla Gazzetta ufficiale del 18 settembre 2010) che, con l'intento di snellire le procedure autorizzatorie, privano per del tutto di poteri le amministrazioni comunali sulla gestione energetica del territorio, lasciando ai grandi produttori, futuri padroni dei biodigestori, una libert d'azione priva di vincoli rispetto alla comunit locale; il Ministero dello sviluppo economico, con bando pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha promosso incentivi per gli impianti a biomasse in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria, per agevolazioni per progetti di attivazione, rafforzamento e sostegno della filiere delle biomasse, per un totale di 100 milioni di euro. In quella occasione l'Associazione dei medici per l'ambiente ha evidenziato che le regioni che dovrebbero beneficiare degli incentivi ministeriali sono ai primi posti per emissione di inquinanti atmosferici da impianti industriali. Tale situazione sarebbe peggiorata dall'elevato numero di nuove centrali a biomasse e a biogas, che emetteranno gas serra e numerosi altri inquinanti (polveri sottili, ossidi di azoto, formaldeide, idrocarburi, benzene, persino diossine) con gravi conseguenze sanitarie nel breve termine (malattie cardiorespiratorie, specie in gruppi a rischio come bambini, anziani e affetti da patologie croniche) e nel lungo termine (tumori maligni, malformazioni fetali, disturbi dell'accrescimento e dello sviluppo in et infantile). Nonostante i sistemi di abbattimento degli inquinanti atmosferici utilizzati dalle centrali a biomasse, per questi impianti prevista infatti dalla legge la possibilit di emettere almeno sino a 450mg/Nm3 di diossido di azoto (NO2), un valore circa doppio rispetto a quello concesso ad un inceneritore di grossa taglia (200 mg/Nm3 decreto legislativo 11 maggio 2005, n. 133) e circa 11 volte superiore a quello di solito concesso alle centrali termoelettriche a metano (40mg/Nm3). I limiti per il monossido di carbonio (almeno sino a 500 mg/Nm3) sono invece circa 16 volte superiori a quelli previsti per una centrale termoelettrica alimentata a metano (30 mg/Nm3). Per gli altri inquinanti vengono concesse concentrazioni simili a quelle degli inceneritori di grossa taglia. A questo si aggiunga che i progetti di questo tipo di centrali in genere non prevedono alcun monitoraggio delle emissioni di diossine -: se il Ministro non intenda modificare il bando al fine di escludere incentivi alla realizzazione di impianti a biomasse di grandi dimensioni nelle regioni meridionali anche al fine di evitare di promuovere di fatto iniziative imprenditoriali quale quella descritta in premessa che per altro, riscontrando la forte avversione delle comunit locali, generano inevitabilmente costosi contenziosi.(4-15809)

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