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1-2/2007

COMMERCIO I produttori agricoli e lattivit di vendita del latte crudo


di Claudio Bresciani *

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La vendita diretta da parte dei produttori agricoli


In questi ultimi anni il settore dellagricoltura attraversa, per vari motivi (alti costi di produzione dovuti alla carenza di innovazioni tecnologiche, eccessivi costi contributivi della manodopera, diminuzione dei prezzi di vendita dovuti alla concorrenza internazionale nonch una sensibile diminuzione dei contributi pac), una profonda crisi rispetto al passato. Ci ha fatto s che molti imprenditori agricoli abbiano ritenuto vantaggioso allargare il proprio campo dazione, affiancando alle principali e tradizionali attivit sancite e previste dallarticolo 2135 del codice civile coltivazione del fondo, selvicoltura e allevamento di animali nuove opportunit di incremento produttivo, sia nellambito della trasformazione e commercializzazione dei prodotti, sia nella fornitura dei servizi (le cosiddette attivit connesse). Anche grazie ad una normativa di favore in materia agricola (d.lgs. 18 maggio 2001, n. 228 Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dellarticolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57) nonch in materia fiscale (vedi, per esempio, la legge 24 dicembre 2003, n. 350 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato che ha modificato il Testo Unico delle imposte sui redditi) tali imprenditori agricoli hanno potuto cogliere loccasione per investire nella cosiddetta filiera corta, vendendo i prodotti alimentari della terra direttamente al consumatore finale, senza passaggi di mercato intermedi (grossisti, commercianti e intermediari vari). A puro titolo esemplificativo tali prodotti alimentari si possono

suddividere in: prodotti freschi (frutta, verdura, ortaggi, carni, latte, latticini e uova), trasformati (formaggi, marmellate, succhi di frutta, vino, olio, salse) ed essiccati (erbe aromatiche e officinali). Evidenti sono i vantaggi economici che tale forma di vendita (diretta) dei prodotti della terra porta al produttore agricolo: la diminuzione dei costi di commercializzazione aziendale, con conseguente miglior redditivit (guadagno), linstaurazione di un duraturo rapporto di fiducia con il consumatore-acquirente, nonch la maggior valorizzazione dei prodotti agricoli commercializzati. In questo contesto, inoltre, la qualit dei prodotti agricoli posti in vendita direttamente dal produttore viene amplificata dalla sempre maggior propensione dei consumatori verso alimenti sani, tipici, salutari e ricchi di sapori antichi.

1-2/2007 2 Inquadramento normativo


Gli articoli di legge in cui trova legittimazione la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli dei propri prodotti (compreso il latte, oggetto della presente trattazione) sono fondamentalmente due: larticolo 2135 del codice civile, cos come modificato dallarticolo 1 del d.lgs. 228/2001 succitato, che recita: imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attivit: coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento di animali e attivit connesse. Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attivit dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine. Si intendono comunque connesse le attivit, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dallallevamento di animali, nonch le attivit dirette alla fornitura di beni o servizi mediante lutilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dellazienda normalmente impiegate nellattivit agricola esercitata, ivi comprese le attivit di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalit come definite dalla legge; larticolo 4, comma 1, del d.lgs. 228/2001 che recita: Gli imprenditori agricoli, singoli o associati, iscritti nel registro delle imprese di cui allarticolo 8 della legge 29.12.1993, n. 580, possono vendere direttamente al dettaglio, in tutto il territorio della Repubblica, i prodotti provenienti in misura prevalente dalle rispettive aziende, osservate le disposizioni vigenti in materia di igiene e sanit. I commi successivi del medesimo articolo individuano invece le varie modalit attraverso le quali gli imprenditori agricoli possono vendere i loro prodotti (su aree pubbliche, anche in forma itinerante, ed in locali privati aperti al pubblico), nonch i requisiti fondamentali di cui devono essere in possesso questi ultimi per la vendita diretta al consumatore, specificando che a tali forme particolari di vendita non si applicano le disposizioni previste dal d.lgs. 114/98 Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dellarticolo 4, comma 4, della legge 15 marzo

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1997, n. 59, comprese quindi le norme sugli orari di vendita e sulle chiusure settimanali.

La vendita diretta di latte crudo


Allinterno del quadro economico pi sopra delineato, molti allevatori di bestiame (qualificati come imprenditori agricoli ai sensi dellarticolo 2135 del codice civile) hanno ritenuto interessante e remunerativo proporre al consumatore finale la vendita diretta del latte crudo (cio latte fresco di giornata che non ha subto alcun tipo di trattamento industriale), vaccino, ovino, caprino o bufalino, da loro prodotto, attraverso linstallazione di appositi distributori automatici (che, in quanto tali, non abbisognano della presenza di personale in maniera continuativa). Questi ultimi sono collocati su aree pubbliche (nelle vie e nelle piazze delle citt, vicino ad edicole, allinterno di chioschi o nei posti pi disparati, purch ben visibili e raggiungibili dalla gente, potenziale acquirente) oppure su area privata, in idonei locali (allinterno di negozi o nelle aree di pertinenza di supermercati o di grossi centri commerciali). Il consumatore arriva con la propria bottiglia (che anche possibile acquistare direttamente dal distributore automatico), inserisce una moneta nellapposita fessura e riempie il recipiente di latte crudo. Attraverso questi lattemat (potrebbero infatti essere chiamati in questo modo, per le analogie di funzionamento con gli apparecchi bancomat utilizzati dalle banche per lerogazione del denaro contante), il consumatore ha la possibilit di acquistare direttamente del buonissimo latte alla spina. Giova ribadire che i soggetti che intendono porre in vendita il latte sfuso, nelle forme sopra citate, sono considerati dalla normativa vigente, a tutti gli effetti, imprenditori agricoli; pertanto sono sottoposti, in linea di principio, alla stessa regolamentazione speciale prevista per tale settore. Dunque, anche per questi ultimi, occorrer far riferimento al d.lgs. 228/2001 pi sopra citato (e non al d.lgs. 114/98).

Adempimenti amministrativi e requisiti necessari per lesercizio della vendita diretta di latte crudo
Gli adempimenti amministrativi che limprenditore-produttore di latte deve porre in essere al fine di vendere direttamente il proprio prodotto (latte)

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sono diversi, a seconda che si intenda svolgere tale attivit in aree private (in negozi, supermercati, ipermercati o simili) o su area pubblica (vie, piazze o altre aree comunque in disponibilit del Comune, avvalendosi di apposite ed idonee strutture tipo chiosco). Nel primo caso, limprenditore agricolo (singolo o associato) deve presentare almeno 30 giorni prima dellinizio dellattivit di vendita del latte , unapposita dichiarazione di inizio attivit al Comune dove intende installare il distributore automatico, dichiarando di possedere i requisiti previsti dalla legge e di osservare la normativa vigente in materia (vedi a tale proposito il facsimile generico per la vendita diretta dei produttori agricoli riportato in calce al presente articolo, predisposto secondo le indicazioni dellAnci, rielaborato ed integrato con lAllegato 1, proprio per la vendita del latte crudo). Nel secondo caso, invece, prima di inoltrare la dichiarazione di inizio attivit nei termini sopra descritti, limprenditore agricolo (singolo o associato) dovr richiedere la concessione di suolo pubblico relativa allarea che intende occupare con il distributore in oggetto al Comune di competenza. Solo dopo che questultimo gli avr rilasciato tale concessione, limprenditore agricolo potr presentare la suddetta dichiarazione al Comune e, decorsi 30 giorni, dare inizio alla propria attivit di vendita. Relativamente allarea o alle zone da adibire allesercizio di tale attivit, vale la pena ricordare che il Comune, qualora lo ritenesse opportuno, potrebbe individuare con proprio atto amministrativo (o inserire nellapposito Regolamento sulle aree pubbliche) ove consentire (e, viceversa, ove interdire) la collocazione di tali distributori automatici, sulla base di proprie valutazioni di carattere tecnico, viabilistico, architettonico o di igiene pubblica. Ci premesso, si ritiene importante analizzare i requisiti che laspirante venditore diretto deve indicare di possedere nella dichiarazione di inizio attivit da presentare al Comune: Requisiti morali: non pu esercitare tale attivit di commercio limprenditore agricolo (singolo o socio di societ di persone) o la persona giuridica i cui amministratori abbiano riportato condanne (con sentenza passata in giudicato e per la durata di 5 anni) per delitti in materia di igiene e sanit, nonch di frode nella preparazione di alimenti. Requisiti igienico sanitari: considerata la

particolare tipologia del prodotto in questione (il latte un alimento facilmente alterabile e deperibile), la normativa igienico-sanitaria molto severa e impone al produttore-venditore losservanza scrupolosa di dettagliate disposizioni atte a salvaguardare lintero ciclo economico, dalla produzione alla commercializzazione finale. Pi precisamente, limprenditore agricolo-produttore di latte (o il legale rappresentante della societ) tenuto a: osservare le prescrizioni previste dal Regolamento dIgiene del Comune di competenza, relativamente ai locali in cui verranno installati i distributori automatici; richiedere allASL-Dipartimento di prevenzione veterinario competente per territorio (almeno sino a quando questultima non avr definitivamente recepito le nuove disposizioni introdotte dal Regolamento (CE) n. 852/2004 che prevedono lintroduzione delle nuove procedure di notifica ai fini della registrazione inerente lattivit), apposita autorizzazione sanitaria, per i locali di mungitura del bestiame e per quelli di stoccaggio del latte, ai sensi dellarticolo 2 della legge 30 aprile 1962, n. 283 Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande; aver predisposto il piano di autocontrollo per garantire la qualit igienica, microbiologica ed organolettica, ai sensi del d.lgs. 155/97; rispettare quanto previsto dal d.P.R. 26 marzo 1980 Regolamento di esecuzione della L. 30 aprile 1962, n. 283 e successive modificazioni, in materia di disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande relativamente ai mezzi ed ai contenitori impiegati per effettuare il trasporto del latte fresco dallAzienda di produzione al luogo di distribuzione. Viste le difficolt interpretative della normativa igienico-sanitaria in materia (anche tenuto conto delleterogeneit degli organismi emananti: Comunit Europea, Stato, Regioni e Comuni), la maggior parte delle Regioni ha provveduto ad emanare appositi atti amministrativi, che fissano le linee guida finalizzate ad uniformare il comportamento dei Dipartimenti di prevenzione veterinari delle ASL sul loro territorio, indicando le modalit di pulizia, di lavaggio nonch di sanificazione dei di-

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stributori automatici e dei locali dove questi ultimi sono installati, le modalit di trasporto del latte dallazienda al luogo di distribuzione, ecc. (vedi Lombardia, con circolare n. 39 del 17.11.2004 e n. 20 del 24.05.2005, Emilia Romagna, con circolare n. 17 del 5.10.2005, Veneto, con D.G.R. n. 2950 del 11.10.2005, Marche con nota Prot. D/4/9342 del 2.5.2005). Requisiti professionali: limpresa agricola (ditta individuale o societ, costituita nelle forme consentite dalla legge) deve: essere iscritta al Registro delle Imprese presso la C.C.I.A.A.; avere ottenuto la registrazione nellapposito registro previsto dallarticolo 11, lettera a) del d.P.R. 14 gennaio 1997, n. 54 Regolamento recante attuazione alla direttive 92/46 e 92/47/ CEE in materia di produzione sul mercato di latte e di prodotti a base di latte, oppure pur non essendo stata registrata nellapposito Registro previsto dallarticolo 11, lettera a) del d.P.R. 14 gennaio 1997, n. 54 Regolamento recante attuazione alla direttive 92/46 e 92/47/CEE in materia di produzione sul mercato di latte e di prodotti a base di latte, deve far s che il competente Servizio Veterinario provveda ad inserirla nellapposito Registro dei produttori autorizzati alla vendita diretta al consumatore di latte crudo. Altri requisiti: un riferimento particolare merita il concetto di prevalenza previsto dallarticolo 4 del d.lgs. 228/2001, secondo cui limprenditore agricolo iscritto nel Registro delle Imprese pu vendere direttamente al dettaglio non solo i propri prodotti, ma anche quelli provenienti da altre aziende (sia pure commerciali), purch i primi siano prevalenti rispetto a questi ultimi. Se, a livello generale, la norma succitata consente allimprenditore agricolo di porre in vendita anche prodotti provenienti da altre aziende (purch lammontare dei ricavi derivanti dalla vendita di tali prodotti non provenienti dallazienda nellanno solare precedente risulti inferiore a euro 41.316,65 per gli imprenditori individuali ovvero euro 1.032.913,80 per le societ, pena lapplicazione delle disposizioni contenute nel d.lgs. 114/98 con tutte le conseguenze del caso), diversa la disciplina applicabile in caso di vendita di latte crudo. In

tal caso, infatti, il latte commercializzato attraverso i distributori automatici dovr provenire unicamente dallAzienda di produzione dellimprenditore agricolo e non potr assolutamente neppure in misura ridotta derivare da altre aziende, sia pure agricole. Per maggiori approfondimenti sul concetto di prevalenza su cui si molto discusso tra gli esperti della materia si rimanda alla nota Anci del 24 ottobre 2005. Infine, per assolvere lobbligo delletichettatura degli alimenti, secondo le normative vigenti, il produttore dovr provvedere ad affiggere al distributore automatico (in maniera visibile e ben leggibile dallacquirente) le seguenti principali indicazioni: la denominazione latte crudo; la temperatura e la modalit di conservazione del latte; gli estremi della DIA di notifica effettuata alla competente ASL-Dipartimento servizio veterinario, (oppure copia dellautorizzazione sanitaria rilasciata dalla stessa, nel caso in cui questultima non si sia ancora definitivamente adeguata alla nuove disposizioni previste dal Regolamento (CE) n. 852/2004); la ragione sociale dellImpresa di produzione, con indicazione completa della sede dellazienda stessa. A conclusione di questa breve disamina si ritiene opportuno evidenziare che, nonostante la vendita del latte attraverso distributori automatici esuli dal campo di applicazione dalla normativa sul commercio (d.lgs. 114/98), sono comunque sempre salvi tutti gli obblighi posti in capo al produttore sia dalla normativa in materia di quote latte sia in materia di contabilizzazione aziendale, nonch gli adempimenti di natura fiscale (apertura partita IVA e iscrizione al relativo registro).
* Funzionario coordinatore sportello unico attivit produttive del Comune di Mantova

A pagina seguente, il modello di dichiarazione di inizio attivit di vendita diretta.

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