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LA SFIDA PI POTENTE ALLA POSITIVIT DEL REALE


Appunti dallAssemblea di Julin Carrn con gli universitari della Facolt di Scienze dellUniversit degli Studi di Milano in occasione della morte di Giovanni Bizzozero. Facolt di Fisica, Milano, 9 novembre 2011
Michelangelo, Piet. Museo dellOpera del Duomo, Firenze.
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Appunti dallAssemblea di Julin Carrn con gli universitari della Facolt di Scienze dellUniversit degli Studi di Milano in occasione della morte di Giovanni Bizzozero. Facolt di Fisica, Milano, 9 novembre 2011

FEO. Una delle cose che Julin mi ha detto venerd vece accade tante volte - al solito. Per questo la domanda mattina, quando ha saputo di Bizzo, stata questa: diventa ancora pi decisiva: dov la positivit della reCon la sua morte, Bizzo ha compiuto un grande alt davanti a questo fatto? Qual la novit dei vostri interventi? Che cominciate gesto di amicizia per noi, perch ci ha messi tutti davanti alleterno. Posso dire, per lesperienza vissuta in gi a intuire che abbiamo bisogno di un cristianesimo questi giorni, che questa frase vera. Il mio desiderio in grado di rispondere a queste sfide. Davanti a questo oggi che possiamo aiutarci a guardare quello che fatto laffermazione che la realt positiva vera o veramente accaduto, lasciandoci provocare fino in non vera? Ci diciamo che positiva per consolarci? Se riprendiamo la Giornata dinizio, Davide Prosperi fondo: possiamo dire anche oggi, davanti alla morte di un amico caro, che la realt sempre ultimamente terminava il suo intervento con questa domanda: Se positiva? Da quali segni nellesperienza lo possiamo quello di cui abbiamo pi bisogno per vivere (al pari dire? Capite che, di fronte a questa domanda, ci gio- dellaria che respiriamo) una ragione capace di ricochiamo la vita. Sono qui con il desiderio che possiamo noscere il reale in tutta la sua profondit, ti chiediamo: aiutarci a guardare le urgenze che sono emerse. Che dove nasce e come si realizza una ragione cos?. E io rispondevo: una ragione capace di riJulin abbia accettato di venire conoscere il reale in tutta la sua unoccasione enorme, per cui non Davanti alla morte di nelperdiamo tempo. Giovanni, ciascuno di noi - profondit nasce e si realizzaforza lavvenimento cristiano. in volente o nolente - fa la dellavvenimento cristiano che la raIntervento. Non sono riuscito a ridurre la morte di Bizzo. Sono rima- verifica se il cristianesimo gione compie la sua natura di apertura davanti allo svelarsi stesso di sto spiazzato e tuttora faccio fatica a per lui accaduto come Dio. Si capisce perch don Giussani esserne cosciente fino in fondo. avvenimento. Sa se solo afferma che il problema dellintelQuella sera guardavo il corpo e diuna consolazione ligenza tutto dentro lepisodio di cevo: dov la realt positiva? Dov? o se successo qualcosa Giovanni e Andrea. Perch il cristiaIn questi giorni ho la necessit di un nesimo questo? Don Giussani cristianesimo che risponda fino in fondo a ci che successo. Due esempi. Al Rosario sento dice: Il cuore della nostra proposta [...] lannuncio di un pap che dice al figlio piccolo: Guarda che Giovanni un avvenimento accaduto, che sorprende gli uomini non se ne va, rimane qui con noi. A me venuta subito allo stesso modo in cui, duemila anni fa, lannuncio una reazione: che cosa vuol dire? una frase che di- degli angeli a Betlemme sorprese dei poveri pastori. Un ciamo ai bambini per consolarli o vero? Cosa mi dice avvenimento che accade, prima di ogni considerazione realmente che Bizzo non nel nulla? Cosa mi dice che sulluomo religioso o non religioso (Un avvenimento di ora Bizzo compiuto? un salto che la ragione non pu vita, cio una storia, Edit-Il Sabato, Roma-Milano 1993, comprendere? In tutto ci, ho davanti le parole di sua p. 38). Da che cosa si vede che cos? Che cosa accade mamma ai funerali: Ragazzi, non credete a quello che quando succede il cristianesimo? Ci rende pi visionari, vi dicono: la realt davvero positiva. E questo levi- in modo che possiamo consolarci davanti agli urti della denza che esiste un cristianesimo convincente e colmo vita? Ci porta fuori dal reale o ci consente, come mai prima, di fare esperienza di un uso della ragione finaldi ragioni, che io desidero e non conosco. mente vero? Don Giussani diceva che il cristianesimo JULIN CARRN. Non pensavo che avremmo potuto accade come avvenimento. Non quando ne parliamo a fare cos in fretta la verifica della Giornata dinizio anno. vanvera e non succede niente. Non quando il cristianeMa la vita urge. E sono contento, perch gi il modo simo ridotto a una serie di istruzioni per luso, per cui con cui fate le domande dice la ragionevolezza del per- continuiamo a vivere come tutti ma aggiungiamo un corso che stiamo facendo. Perch, come vediamo, non cappello o facciamo qualche attivit per distrarci... siamo riusciti a ridurre questa circostanza - come in- No! Il cristianesimo accade solo come avvenimento. Che
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cosa succede quando ti innamori? Accade qualcosa nel tuo io o no? Se il cristianesimo non accade, se non un avvenimento, allora capisco che davanti a queste cose siamo smarriti come tutti. Ma quando accade, cosa accade? Un sentimentalismo? solo unemozione? soltanto un applicare le istruzioni per luso? Dice Giussani: Questo avvenimento [quando il cristianesimo un avvenimento] resuscita o potenzia il senso elementare di dipendenza e il nucleo di evidenze originarie cui diamo il nome di senso religioso. E cosa vuol dire che resuscita e potenzia lio delluomo? Lavvenimento cristiano rende luomo uomo, cio pi in grado di vivere secondo le sue evidenze originali, pi in grado di essere colpito dal reale, di vivere la realt secondo la sua verit, perch capace di usare la ragione secondo la sua vera natura di apertura alla totalit della realt. Allora, quando stiamo davanti a questo fatto, la morte di Giovanni, ciascuno di noi - volente o nolente - fa la verifica se il cristianesimo per lui accaduto come avvenimento. Sa se solo una consolazione o se successo qualcosa, per cui niente - neanche un fatto cos drammatico - riesce a chiudere la ragione e ad impedirle di riconoscere tutto il reale. Vi sfido! Lo pensavo quando morto mio pap: immaginate Giovanni e Andrea. Hanno vissuto con Lui, Lhanno visto, hanno visto quello che hanno visto, tutti i fatti, tutti i segni, tutta la documentazione di chi era Lui... Fino allultima: Lhanno visto risorto. E immaginate quando morto il primo dei Dodici: si trovavano nella nostra identica situazione, davanti a un amico che morto. Che cosa hanno pensato? Che cosa non potevano togliersi dagli occhi per nulla al mondo? Che avevano visto Uno vivo. Vivo! soltanto per avere visto Uno vivo che potevano usare una ragione aperta e non una ragione chiusa, fermandosi allapparenza della realt. Non potevano pi guardare la bara del loro amico senza avere negli occhi quello che avevano visto. Erano visionari? O era quel fatto che consentiva loro di usare la ragione secondo tutta la sua natura di ragione? Senza questo, senza che il cristianesimo accada in noi come un avvenimento, qualsiasi cosa - non solo un

dramma come la morte di un amico - ci chiude. E guardiamo la realt come tutti. Ma quando Giovanni e Andrea pensavano a Lui era per consolarsi o era un fatto di conoscenza che non potevano togliersi dagli occhi? Era reale o no? Ciascuno deve decidere. Che cos pi complicato? Riconoscere che adesso nessuno di noi d la vita a se stesso (dovete essere visionari per riconoscere questo?) o riconoscere che Colui che ci d la vita ce la pu ridare per sempre? Riconoscere che adesso nessuno di noi d la vita a se stesso non ci rende capaci di riconoscere che Colui che ci d la vita ce la pu ridare per sempre? Siamo dei visionari quando pensiamo che non diamo a noi stessi la vita o luso della ragione che ci consente di non essere cos fuori di testa e presuntuosi da pensare il contrario? E se non ce la diamo noi, lo ripeto, per Dio pi difficile darci la vita adesso o ridarcela dopo, per sempre? Il problema che noi viviamo con la testa nel sacco: non riconosciamo le cose presenti come presenza. Diamo tutto per scontato. E poich non ci sorprendiamo ogni mattina che la vita ci stata data, ci data adesso, facciamo fatica a pensare che Colui che ci d la vita adesso possa darla a Giovanni, ora. Ma come riusciamo a spiegarlo davanti a noi stessi? Che cosa ci consente di usare cos la ragione? Che cosa rende ragione alla ragione? Soltanto unesperienza come quella che viviamo in grado di non chiudere la questione. Senza questo, non riusciamo a non pensare alla fede se non come a una consolazione. Non riusciamo a riconoscere che lavvenimento cristiano rende possibile alla ragione di riconoscere il reale secondo tutti i fattori, tanto diventato nostro, un tuttuno con noi, il razionalismo, cio un uso ridotto della ragione. Questo ci che il cristianesimo come avvenimento continuamente sfida e fa saltare per aria. Quando dal primo momento sperimentiamo che succede qualcosa che fa esplodere la vita, dando unintensit al vivere che non potevamo sognarci, allora inizia a saltare questa misura della ragione e cominciamo a spalancarci. E quando cominciamo a usare cos la ragione, non possiamo guardare il reale senza pensare al Mistero che lo abita. Fino al punto di dire, in qualsiasi circostanza,
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che la realt positiva proprio per questo Mistero che la abita. Non perch la facciamo diventare positiva noi, ma perch non riusciamo - per quello che succede - a ridurla alla nostra misura. La nostra misura salta per aria, per i fatti che accadono. per questo che il cristianesimo sfida, come nientaltro, luso della ragione. E spalanca, resuscita e potenzia non il fatto di essere visionari, ma la ragione! Se fossimo dei visionari, le cose che diciamo non sarebbero fatti di cui abbiamo esperienza. Sarebbe tutto virtuale, ma sappiamo tutti qual la differenza tra virtuale e reale. Se no, la vita ce lo far capire, perch il treno arriva puntuale alla stazione.

Per limponenza del rendermi conto che siamo creature, non potevo non rispondere: tornato al Padre, tra le braccia di suo Padre. Al funerale mi sono commossa, ero totalmente ferita per essere una creatura. Mi veniva in mente quel passo della Bibbia: Ti ho amato di un amore eterno, ho avuto piet del tuo niente (cfr. Ger 31,3). Tremavo nellaccorgermi di essere stata plasmata da un Altro, di essere desiderata io, proprio io, da un Altro. Mi sono riscoperta figlia di Dio, un puntino nella realt toccato e voluto dal Mistero. E mi chiedo: perch a me dato vivere? Qual il mio compito? Ed uscito tutto un desiderio vertiginoso di vivere obbedendo al Padre. Quando al cimitero hanno ricoperto Bizzo di terra, esplosa tutta lesigenza di eternit, tornata la Intervento. Volevo raccontarti che cosa mi successo in domanda che mi accompagna e mi ferisce: cosa per questi giorni. Venerd mattina Riccardo mi ha detto: sempre? Che cosa di me eterno? insopportabile che Questa notte morto Bizzo. Di schianto mi sono resa la mia vita sia una parentesi. Davanti al bisogno grande conto che la vita, lesistenza tutta, potentemente altro del mio cuore e davanti a Bizzo che sepolto, e che rispetto alle mie capacit. Veramente, cio, la mia vita cos altro da ci che posso pensare, vibravo rendendomi non dipende da me. Lesserci mio, di Bizzo o di quelli conto che lamore di Dio per me e per noi, sue creature, eterno. Vedo la sproporzione totale che ho pi cari, per quanto io sia tra questa coscienza di me come grata della loro presenza, non diLa nostra difficolt non pende da me. Neanche il mio desi- nellessere visionari, ma creatura, figlia di Dio, cui il mio derio, cos grande, che ci siano me al contrario nel riconoscere cuore anela, e una concezione di me ridotta. Volevo chiederti: come queli tiene accanto. Mi sono resa conto il reale, nel partire dal sta coscienza, emersa cos chiara in profondamente che io sono una reale come esperienza. questi giorni, pu diventare stabile, creatura, Bizzo una creatura, radicata in me? Vedo che si offusca siamo creati. Sono stata persino una Non abbiamo bisogno in me facilmente, viene coperta da sorpresa per i miei genitori. Mi sono di convincerci: abbiamo mille preoccupazioni. Cos il fatto di accorta che tutti i miei tratti, il mio bisogno di accorgerci vivere non pi una provocazione, carattere e la mia indole sono giunti ma una preoccupazione; e torna il a loro imprevisti. Il mio esserci una sorpresa anche per me, allora esplosa la domanda: timore e lo spavento che in questa obbedienza al Padre ma chi mi ha fatto? Chi mi ha pensato? Mi sono scon- io possa perdere qualcosa. trata col fatto che Uno, prima di chiunque altro, ha desiderato Bizzo, e non per modo di dire, ma al punto di CARRN. Marta, come sei arrivata a questa coscienza? farlo, di tirarlo fuori dal nulla, di farlo essere, di dare vita alle fibre del suo corpo, di pensare per lui un volto Intervento. Dallanno scorso, dal lavoro sugli Esercizi, unico. Continuamente mi viene da pensare che pote- mi trovavo ferita e bisognosa. In tutto questo periodo vamo non esserci, invece ci siamo. E mi sono resa conto non ho trovato niente cos allaltezza del mio bisogno e che il mio esserci, lesserci di Bizzo, il gesto di Uno, della mia ferita come il fatto di Cristo. latto continuo di un Altro. Di fronte a questo, come pensare che Chi pi di chiunque altro ha desiderato CARRN. soltanto questo. Perci non per il fatto Bizzo, a un certo punto, si sia dimenticato di lui, non si che diciamo queste cose che capiamo: solo quando sia pi preso cura di lui? Cos, di fronte a chi sentivo succedono che si capiscono. Che cosa ci rende cos? Una dire: Non ha senso quello che successo, mi usciva ragione capace di riconoscere il reale in tutta la sua prouna ribellione incredibile. Mi veniva da dire: come pu fondit nasce e si realizza nellavvenimento cristiano. essere che Colui che stato fedele a Bizzo pi di tutti Noi partecipiamo a questo avvenimento nella comunoi, pi di tutti i suoi amici, facendolo essere istante nit cristiana, solo se viviamo nella comunit cristiana dopo istante, si sia dimenticato di lui? Di fronte al corpo cos come lei lha descritta: una comunit cristiana che allobitorio mi chiedevo: dov veramente Bizzo ora? costantemente ci sfida, fa accadere delle cose che in conDICEMBRE 2011

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tinuazione ci educano a questo. Neanche un evento cos doloroso, infatti, riesce a mantenere aperta la ferita, perch la ragione decade. Lo abbiamo sentito tante volte a Scuola di comunit, o nella lettera di quel ragazzo di Roma alla Giornata dinizio anno: quando era allospedale tutto era nuovo, niente era scontato, ma quando uscito tutto tornato a essere scontato. Vuol dire che neanche un fatto che ci ferisce cos tanto in grado di tenere aperta la nostra ragione. Lo consente solo lessere dentro la comunit cristiana, il che la dice lunga su che cosa per noi la comunit cristiana. Quando ci rendiamo conto che solo la comunit cristiana che ci fa vivere la realt, come ci ha testimoniato Marta, questo che cosa dice della comunit cristiana? Che cos? Perch un gruppo di uomini poveracci e pieni di limiti - come ognuno sa di essere, se minimamente cosciente - pu dare un contributo cos decisivo a vivere il reale con questa verit? Perch siamo bravi? No, sappiamo tutti di non esserlo: Solo il divino [diceva don Giussani di Cristo, come il segno pi stupefacente di chi era] pu salvare luomo, cio le dimensioni vere ed essenziali dellumana figura (Allorigine della pretesa cristiana, Rizzoli, Milano 2011, p. 104), e farle venire a galla alla coscienza di ciascuno di noi. Allora, quando parliamo cos di una comunit cristiana, questo dice della sua origine: in quei vasi di creta che siamo noi c il divino. Perch nessun altro fatto, pur eclatante, ha la capacit di mantenerci aperti, Marta. Neanche un fatto cos eclatante come la morte di un amico. Quello che mi colpisce della testimonianza di Marta lo sguardo che, quando tutto sembra crollare, le consente di usare la ragione come lei lha usata. Non ci ha detto che ha avuto una visione, per vivere questo. Ha cominciato a brandire la ragione, cio a guardarsi senza darsi per scontata! A guardarsi come creata, come creatura, a vedere il suo esserci come sorpresa, come non scontato. Fino al punto di riconoscere Uno che ha desiderato che Bizzo vivesse, perch la vita un atto continuo di un Altro. Fino al punto di sentire tutta la ribellione dentro di s quando qualcuno cercava di ridurlo. Altro che, come diceva qualcuno allEquipe del Clu, pensare che questo riconoscere un Altro sia una

complicazione! Che ribellione! Tutto lio, ogni fibra dellessere si ribella davanti a questa riduzione della realt. Proprio perch il cristianesimo genera un uomo cos, un uomo in grado di non ridurre, e che si ribella quando sente che uno riduce, allora uno incomincia a capire che Chi ha la forza di generarci, ha anche la forza di darci la vita per sempre. Siamo nati per vivere per sempre. C Uno che ha la potenza, lenergia di generarci dal nulla: figuratevi se ha qualche problema a darci la vita per sempre! Perch posso dire questo? Basta che ciascuno pensi a che cosa successo nella sua vita quando avvenuto Cristo, e non come puro nome! Quellintensit di vita, quella capacit di stare nel reale, quella positivit nellaffrontare tutto, quella coscienza di te, quello stupore davanti a te, questa intensit, questo di pi di umanit te lo dai da te? Neanche una virgola ti dai da te. Allora lunica modalit per spiegare il fatto che siamo i primi a stupirci di questa intensit del vivere, unintensit cos assolutamente sproporzionata a tutti i nostri sforzi e tentativi, arrenderci allevidenza di questo Altro che in mezzo a noi, tanto palese che non possiamo crearcelo noi. Questo vuol dire che Lui allopera, e che perci non siamo soli con il nostro niente. La realt positiva perch c Lui, perch Lui la realt, dice san Paolo (cfr. Col 2,17). La realt positiva perch c, e per questo possiamo riconoscerla. Anche in questo momento. Anzi, questo momento quello che ci sfida pi di qualunque altra cosa: ci desta una domanda cos potente che dobbiamo trovare una risposta allaltezza della domanda. Dobbiamo renderci veramente conto di che cos la vita che ci stata data e ci data, di che cos lintensit di vita che abbiamo incontrato nellavvenimento cristiano: soltanto questo ci impedisce di ridurre la ragione. Perch non stiamo parlando di teorie astratte, ma della vita, ragazzi: se la vita che viviamo qui, ora, non vera, se non vita, se non reale, allora neanche la morte di Bizzo reale. reale la vita? reale lintensit di vita che ci troviamo addosso vivendo la fede, reale o no? La questione, allora, che questa realt ha unorigine reale: Uno reale. Non qualcosa che appare virtual-
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mente. Lorigine deve essere reale cos come la vita che ci stata data, e come lintensit di vita, come questo di pi di vita che introduce Cristo. Reale! Tanto vero che fuori dal cristianesimo non potremmo neanche sognarcelo. Perci, davanti a un fatto come la morte di Giovanni, chi non ha vissuto il cristianesimo come avvenimento reale resta smarrito, in lui prevale la misura razionalistica e cos non capisce niente. Vive il dramma della domanda senza possibilit di una risposta. Ma noi la risposta non ce la inventiamo, non la tiriamo fuori dal taschino, non siamo visionari: la risposta labbiamo addosso perch non possiamo togliercela da ogni fibra dellessere. Non ce la inventiamo ad hoc per rispondere a questa questione. Ed quando arriva una sfida cos potente che ci rendiamo veramente conto di che cosa ci capitato nella vita, di quale grazia ci capitata!

Intervento. Marta mi aveva raccontato queste cose venerd sera. Mi avevano sfidato molIntervento. Io non faccio alcuna fatissimo. Mi prendeva unangoscia Dobbiamo renderci tica a riconoscere che non sono insopportabile ed era il vuoto, daveramente conto di che niente, che sono fragile... Perch vanti agli amici restavo ammutolita, cos la vita che ci data, cos. Ma questo non mi rende certa non sapevo cosa dire, a pranzo, a di che cos lintensit di che Bizzo adesso sia compiuto. cena... Provavo a immedesimarmi totalmente con quello che mi aveva vita che abbiamo incontrato raccontato Marta, ti giuro, ci pro- nellavvenimento cristiano: CARRN. Una cosa per volta. Che cosa ti fa capire il fatto che tu non ti vavo sinceramente. Perch ero nuda questo ci impedisce fai adesso? Non dovete fare tripli e cruda davanti a quello che stava di ridurre la ragione salti mortali, ma iniziare a usare la succedendo. Ma non riuscivo: non ragione. Il fatto che tu non ti dai la ho pace... vita, che cosa ti fa capire? Non che Bizzo compiuto, CARRN. Che cosa impari da questo? Vedete? Se la ma che cosa? Che cosa implica il fatto che tu non ti dai fede non accade, se il cristianesimo non un avveni- la vita? Maria, usa la testa! Non lasciarti bloccare! Vemento, non riusciamo a convincerci con un nostro ten- dete? Ci lasciamo bloccare costantemente dal nostro tativo. Provateci! Siamo noi ad inventarlo? A lei sentimento e diventiamo scemi. Scemi vuol dire che piacerebbe, farebbe di tutto. Ma non ci riesce. Vedete come se la ragione fosse paralizzata. Ma tu non sei come la menzogna emerge? La menzogna non di lei, scema, perch se sei arrivata fino qui, alluniversit... ma la menzogna di dire che questa uninvenzione no- qualcosa hai fatto! Se puoi riconoscere che ci sei adesso, stra: per nulla al mondo lei riuscirebbe a inventarlo! E la cosa pi evidente che c un Altro che ti fa ora. Fai questo duemila anni dopo la Risurrezione di Ges, ca- fatica a riconoscerlo? Questo il primo passo. Allora pite? Duemila anni dopo che qualcuno ha detto che vuol dire che Colui che ti fa adesso, Colui che ha fatto Ges risorto. Neanche dopo duemila anni, in cui lab- Bizzo, allopera nella realt: se non fosse allopera nella biamo sentito e risentito migliaia di volte, riusciamo a realt, non saresti qua. Se cominci a guardare questo che generarlo noi. Allora la fede, come diceva anni fa il Papa ti rende presente ora, comincerai a guardare la realt a Verona, una creazione o un riconoscimento? Solo non solo in base alla tua capacit. Se la guardi solo in uno che sta rinchiuso nella sua stanzetta pu cercare di base alla tua capacit, pensi che quello che succede nella generarla come una sua creazione e accontentarsi. Ma realt sia solo ci che la tua piccolezza riesce a immagiquando la vita urge, lultima cosa che ci viene in mente nare: dato che la tua piccolezza, la tua ragione come mi che la generiamo noi. Le menzogne hanno le gambe sura, non riesce a immaginare come un tuo amico corte: al primo tornante sono gi sconfitte. Dove sta, al- possa vivere per sempre, allora questo per te vuol dire
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lora, il tuo errore? Che non dovevi partire da uno sforzo di immedesimazione (che si riduce facilmente a una tua immaginazione) con ci che ti ha detto Marta, ma da che cosa capitato a te nella vita e che non puoi toglierti di dosso neanche adesso: la morte di Bizzo ti fa rendere conto che tu ci sei adesso. Ti dai la vita da te stessa? Questo vuol dire che la nostra difficolt non nellessere visionari, ma al contrario nel riconoscere il reale, nel partire dal reale come esperienza. E quando proviamo a sostituirlo con un tentativo di creare o di immaginare qualcosa, ci rendiamo ancora pi conto che non lo generiamo noi. Hai qualche difficolt a riconoscere che ci sei? Hai qualche difficolt a riconoscere che in questa aula c la luce? O che siamo qui in tanti? Fai fatica a immedesimarti con questo? cos. Non devi immedesimarti in quello che ti dice Marta come discorso, ma in quello che ti dice per come lei vive il reale. Allora inizi a usare la ragione diversamente. Ma non essendoci abituati, facciamo una fatica enorme.

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che non vero. E se qualcuno ti dicesse altro per te sarebbe sbagliato, perch la tua misura una ragione ridotta. Ma quante volte ti capitato nella vita che sono successe cose che non pensavi? Ci sono pi cose in cielo e in terra, Orazio, che non nella tua filosofia (W. Shakespeare, Amleto, atto I, scena V). Quando diciamo che la ragione per noi una misura, stiamo parlando di un problema per filosofi, per addetti ai lavori, per gente che si complica la vita? Quando arriva una cosa che va al di l della nostra capacit di immaginazione, della nostra capacit di misura, della nostra capacit di vedere come pu succedere, diciamo: impossibile. Neghiamo la categoria della possibilit, cio neghiamo la ragione. Allora siamo bloccati. Ma questo vero o no? Sono successe tante cose nella tua vita che non pensavi sarebbero potute accadere, s o no? Questa misura saltata migliaia di volte nella tua vita, s o no? Allora chi ti dice che non possa saltare ancora? Questo un percorso, come vedete, pi lento, ma che ci aiuta a usare la ragione. Non ci convince di nulla, n ci mangia il cervello: ci fa usare la ragione secondo la sua natura. Se riprendi adesso Il senso religioso, vedrai che il tentativo che stiamo facendo insieme di imparare a usare la ragione senza fare nessun passo che tu gi non veda nella tua esperienza, nel reale. Non abbiamo bisogno di convincerci: abbiamo bisogno di accorgerci. diverso. Perch non hai alcuna difficolt ad accorgerti di ci che ti sto dicendo, nella misura in cui te lo spiego e ti metto davanti i fatti: non sto cercando di convincerti di quello che non c o che non vedi, affinch tu mi dica di s. Non ho bisogno di convincerti che in questa aula c la luce. lo stesso: quella possibilit che adesso non ti viene in mente, la rende possibile soltanto Colui che sta dando la vita a te ora. soltanto se accetti questo, che potrai rispondere allurgenza della tua domanda. Questa la sfida che le circostanze, i fatti della vita, ci lanciano. E tu troverai risposta soltanto se accetti questa sfida, questa provocazione del reale, senza fermarti fino a quando non trovi una ragione adeguata. Se perdiamo questa occasione e se pensiamo che qualcuno ci possa risparmiare questo percorso, diventiamo meno uomini. Deve essere uneducazione. Non a immaginare ci che non c, ma ad accorgerci di ci che c.

Intervento. Volevo dire che cos accaduto a me. Quando ho saputo di Giovanni, mi chiedevo che cosa fare. Poi, arrivato allobitorio, Feo mi ha detto le tue parole: Lultimo gesto di amicizia di Giovanni stato metterci davanti alleterno. Da l, per me iniziato un percorso. Ho iniziato a guardare le cose come date: la sua amicizia, i rapporti che ho, le cose da fare... Fino ad arrivare a dire, in modo non finto: Io sono Tu che mi fai. Mi venuto subito il desiderio di non perdere tempo. E quando sono tornato ad Agraria, mi ha impressionato vedere che tutti studiavano (ed era un venerd: fino alle 19 ci saranno state venti persone). Sono, poi, andato a lezione col volantino, per un desiderio di dire: sto capendo che la realt questo, cio qualcosa che al fondo ha un Mistero buono. E quando sono andato dal professore tutto titubante (perch non viene meno lessere titubante), stato per me corrispondente, perch stato come dire: Io sono questo rapporto con Cristo. In questi giorni il dolore grande, e anche alla mattina, per alzarsi, occorre una decisione. Oggi, per, andare a lezione e dare il volantino ai compagni di corso, stato per dire questo. Venendo qui avevo una domanda: come posso essere come Giovanni, che ha dato tutto? Mi accorgo, per, che c gi tutto: oggi, andando a lezione, non cera bisogno dellamico che con me desse il volantino, di un supplemento di certezza, come abbiamo detto tante volte. Ma io sono questo rapporto e lo dico al mondo. questo che inizia a farmi percepire che davvero tutto un bene. CARRN. Che cosa pu permettere che, dopo la morte di un amico, uno torni in Facolt e trovi tutti che studiano? Sembra banale, assolutamente banale, un fatto semplice che si pu dare per scontato. Ma possibile spiegarlo senza che succeda qualcosa daltro? Allora uno comincia a dire: Io sono Tu che mi fai in modo non finto. Quando uno ha bisogno di dire questo, vuol dire che tante volte lha detto in modo scontato. Incomincia a succedere qualcosa nel modo di vivere le cose. Accade qualcosa per cui tutto comincia a essere diverso, nuovo. Io sono questo rapporto: questo lavvenimento che
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succede. E che mi fa studiare in pace, anche in mezzo certo che tutti questi fatti sono collegati tra loro: il al dolore, mi fa dare il volantino al professore, mi fa en- Signore che mi sta chiedendo qualcosa. Il problema trare in aula, mi fa urgere tutto. Ma, proprio per questo che adesso avverto questa domanda, ma non capisco dolore che mi urge, ho bisogno della memoria di Cri- ancora che cosa mi sta chiedendo. sto per poterci stare davanti. Ho bisogno di usare la raCARRN. Non ti preoccupare: quando Dio vuole gione senza ridurla. Che cosa vuol dire la memoria di Cristo? Usare di qualcosa, te lo fa capire con tutta la chiarezza delluninuovo la ragione secondo la sua natura! Cio non ri- verso. Calma, datti tempo! Aspetta e vedrai che il Sidurre la mia realt, il mio io, allo stato danimo. Se ri- gnore ti dar tutti i segni di cui hai bisogno per capire. Finiamo dicendo questo: non possiamo riempire ducessi tutto allo stato danimo, dopo qualche giorno non ce la farei pi. E qualcuno potrebbe dire: Questo il vuoto davanti alla morte con la nostra immaginas che sente la morte di Giovanni.... Io vi assicuro, in- zione. Che cosa sar di Giovanni adesso? Come lo vece, che se rimaneste a questo livello, tra poco non ce pensate? Per pensarlo, da dove partite? Diceva Ges: la fareste pi: avreste bisogno di dimenticare, per poter Questa la vita eterna: che conoscano te, lunico continuare a vivere. soltanto chi non ha bisogno di vero Dio, e colui che hai mandato, Ges Cristo (Gv dimenticare (anzi: ricordarsi gli urge la memoria di Cri- 17,3). La vita eterna incomincia a essere unespesto) che pu stare davanti alla morte e pu rimanere rienza nellincontro cristiano, nella misura in cui ciascuno ha fatto esperienza amico di Giovanni in unaltra modellincontro cristiano. E se lindalit. Gli altri, volenti o nolenti, lo Giovanni pi amico che tensit di vita che lincontro cricancellerebbero dalla vita. Non per mai. Perch ci fa vivere stiano ha introdotto in ogni fibra cattiveria, ma perch non riuscirebbero a starci davanti e dovrebbero davanti al vero, alleterno. dellessere (diceva don Giussani: Una febbre di vita!), se questo dimenticare. E invece di stare daE questo giudica tutte le il primo sapore di che cos vanti alleterno, dovrebbero ritornostre amicizie. Oggi lui ci Cristo, immaginate come sar il nare alla solita menzogna e ridurre dice: Guardate che la vita compimento! Allora smettete di la realt ad apparenza. pensare a Giovanni se non cos. Invece, ogni volta che fa male, questo! La vita Cristo, ogni volta che sento la ferita, se oc- ed un guadagno il morire Perch, se no, riempiamo con la nostra immaginazione ci che casione di memoria, vediamo come ignoriamo. Il Mistero ignoto, Giovanni rimane amico. Pi amico che mai. Perch niente come la morte di Giovanni ci ha ma noi di questo Mistero ignoto qualcosa sappiamo. fatto vivere davanti al vero, cio davanti alleterno. E Perch Cristo ce lo ha rivelato, e abbiamo cominciato questo giudica tutte le nostre amicizie, che tante volte, a farne esperienza. Per questo, lunica modalit per non riempire queanzich aiutarci a vivere davanti alleterno, ce lo fanno dimenticare, ci fanno distrarre dalleterno. Ma che razza sto ignoto con la nostra immaginazione e poi attridi amicizia la nostra? come se la morte di un amico buirla al Mistero (che, quasi inevitabilmente, il ci mettesse alle strette: che razza di amicizia la nostra, rischio in cui cadiamo se non stiamo attenti), consiste se non per poter guardare questo? Se non siamo amici nellaiutarci a guardare Giovanni a partire dallespenella morte, non siamo amici neanche nella vita. Anche rienza che abbiamo fatto con Cristo. Perch Giovanni, adesso, vive il compimento di quella esperienza: vive se non ci ferisce cos tanto come una morte. pi intensamente quella esperienza, vive il tutto di Intervento. In questultimo periodo ho avuto a che quellesperienza, di quellinizio. Ma il compimento di fare spesso con la morte: un anno e mezzo fa morto ci che lui gi viveva qua! Non altro: il compimento in un incidente un ragazzo che conoscevo dalle supe- di quello. Allora la vita eterna non la noia eterna, per riori. Questo mi aveva gi provocato moltissimo. Circa cui alla fine potremmo pensare: Poveretto, che diun mese fa, poi, in un incidente sul lavoro morto un sgraziato!. Forse Giovanni pi fortunato di noi. altro mio amico, un adulto, che era anche mio maestro Anzi, senza forse: il pi fortunato di noi! Perci oggi in ci che studio, uno che mi ha insegnato molte cose. ci dice: Guardate che la vita questo. Con il suo viE adesso Giovanni, mio grandissimo amico. In que- vere adesso questa pienezza, dice a tutti noi: Guarsto anno e mezzo, soprattutto in questi ultimi giorni, date, amici, che la vita questo! La vita Cristo, ed sto iniziando a capire una cosa, sto iniziando a essere un guadagno il morire.
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