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Esperienze

1- Slow Food. Intervista a Carlo Petrini In questa intervista tratta dal settimanale francese Le Point e curata da Dominique Dunglas Carlo Petrini ci mette in guardia dalle storture del nostro tempo sul cibo e sulle abitudini alimentari e ci racconta come nascono i principi di Slow Food, ormai presente in 163 Paesi. di (*) - 13 Gennaio 2011 slow food petrini carlo cibo Lindustrializzazione ha fatto precipitare la qualit dei prodotti e non rispetta n la biodiversit n gli ecosistemi Che cosa non va nel nostro modo di alimentarci? Lindustrializzazione ha fatto precipitare la qualit dei prodotti e non rispetta n la biodiversit n gli ecosistemi. Lagricoltura consuma troppa acqua e noi mangiamo troppa carne. Ma il problema pi grande la perdita del valore simbolico dei cibi. Sono diventati commodities, beni di consumo senza anima. Come Slow Food agisce sul territorio? I tre princpi di Slow Food e Terra Madre, la nostra rete presente in 163 Paesi, sono buono, pulito e giusto. Il buono... va da s. Il pulito: rispettare gli equilibri della Terra. Il giusto: giustizia sociale per gli agricoltori che stanno per scomparire ovunque. Se lottimo riso che stiamo mangiando stato raccolto da lavoratori in nero sfruttati come schiavi, questo mi disgusta. Non era Slow Food agli inizi un club di gastronomi? Slow Food nato nel 1989 nel foyer dellOpra-Comique di Parigi, non lontano da dove vissuto BrillantSavarin. Allora si chiamava il Movimento internazionale per la tutela del diritto al piacere. vero che noi eravamo sulla gastronomia pura. Ma oggi il solo ritorno ostentato alla tradizione culinaria non altro che il lato opulento e autoreferenziale della mercificazione del cibo. Una pornografia alimentare. Questo mi rappresenta solo una mortificazione dei sensi! Chef come Marc Haeberlin o Michel Bras sono daccordo con noi. Siete pi vicini a Jos Bov o a un movimento come Caccia, pesca, natura e tradizioni (Cnpt)? Bov segue la sua logica, ma pensa che il piacere alimentare sia una faccenda da snob. La Cnpt ha spesso ragione, ma deve comprendere che bisogna difendere tutti i contadini, compresi quelli del Guatemala o del Burkina Faso. La globalizzazione lorigine di tutti i mali? Dipende da come viene utilizzata. Fa paura quando si mette al servizio dei forti per strangolare i deboli. Ma Slow Food frutto della globalizzazione. Noi non siamo contro lindustria alimentare, se essa virtuosa. Lavazza, che ha una linea di caff facente parte del commercio equo, presente al Salone del Gusto. Detto questo, lindustria alimentare non ha bisogno di difensori. Io sono dalla parte dei deboli, dei piccoli. Pro o contro gli Ogm? Contro. Ci sono le incognite scientifiche. Ricordiamoci la vicenda della mucca pazza. Le culture Ogm necessitano di enormi quantit dacqua e pongono il problema della propriet delle sementi. E perch sacrificare laglio dAlbi, le lenticchie di Saint-Flour o il bue charolais a vantaggio di produzioni standardizzate e insipide? Mangiare bene non un lusso osceno quando 1.8 miliardi di persone sono sottoalimentate o muoiono di fame? Bisogna uscire da questa schizofrenia. Il buono non genera carestia. Produciamo sulla Terra abbastanza per nutrire 12 miliardi di persone, ma ne sprechiamo la met. A causa di una distribuzione pessima. A causa della sovrapproduzione, spesso dopata dai sussidi che fanno precipitare i prezzi portano alla distruzione degli stocks o, peggio, alla distribuzione gratuita per il terzo mondo. Questo meccanismo perverso uccide gli agricoltori locali. Basta aprire i nostri frigo: sono diventati delle tombe alimentari, delle anticamere di discariche pubbliche.

Quale abitudine alimentare individuale propone? Mangiare un atto agricolo. Il consumatore non deve essere pi passivo. Deve sapere da dove vengono i prodotti, evitare quelli che provengono da lontano, rispettare le stagioni e saper pagare il giusto prezzo. Diventare una sorta di coproduttore. Come siete percepiti in Francia? La Francia gastronomica sorda ai nostri messaggi. Non comprende che il nostro discorso politico. La nostra critica del sistema gastronomica, economica e sociale. Ma non si pu ridurre del mondo per essere pi comprensibili. (*) Intervista a Carlo Petrini sul settimanale francese Le Point a cura di Dominique Dunglas. Traduzione di Luca Bernardini

2- Casa Acmos, tratto da Cittadini si diventa L'esperienza della riappropriazione di spazi degradati attraverso la vita in comunit ha permesso di comprendere come questo tipo di scelte porti con s un alto valore educativo e rappresenti un impegno concreto di compromissione nelle difficolt e incoerenze della nostra societ. Queste riflessioni si sono concretizzate quando stato proposto ad Acmos di vivere e occupare alcuni locali di una ex fabbrica a Torino: si riproponeva nuovamente la possibilit di riappropriarsi di spazi abbandonati per costruire percorsi di cittadinanza in ottica comunitaria. Casa Acmos rispondeva all'esigenza di individuare spazi in cui i ragazzi dei Gec potessero provare a vivere selezionando e riducendo i consumi, ritagliando tempo per la riflessione, per l'accoglienza e per la risoluzione non violenta dei conflitti. In questo senso, l'esperienza di formazione dei Gec si arricchiva della possibilit di vivere un'esperienza di vita in comunit, in cui convivere per due settimane per dare slancio alla dimensione collettiva, condividendo la quotidianit e le fatiche dei propri compagni, per ragionare, pur continuando la normale vita di studio e di lavoro. I giovani che vivono questa esperienza si immergono in un percorso di approfondimento, che si addensa nelle serate, nelle quali toccare i temi importanti della societ: la riduzione dei consumi, la mediazione dei conflitti, il senso dell'accoglienza, l'impegno civile e l'antimafia. La vita di comunit facilita il lavoro di condivisione e riflessione perch rende possibile unimmediata sperimentazione di uno stile di vita sobrio e condiviso. Nel 2001 stata fondata Casa Acmos, situata all'interno della Circoscrizione VI presso via Leoncavallo 27, all'interno di un edificio che, quindici anni fa, ospitava la Ceat Gomme. Dieci anni fa all'interno di questa fabbrica abbandonata divenuta rifugio per i senza fissa dimora e tossicodipendenti il Gruppo Abele apr un Centro Crisi e un Drop In, dove dal 2001 viene accolta anche Acmos (nata un paio di anni prima), che era alla ricerca di uno spazio in cui aprire un centro al servizio della citt e in cui approfondire i percorsi di educazione alla cittadinanza in forma comunitaria iniziati nelle scuole superiori di Torino e Provincia. Una comunit educativa in cui giovani studenti, insieme agli educatori, vivono insieme due settimane di confronto, riflessione e studio. Ad oggi l' edificio ospita, accanto a casa Acmos e ai centri del Gruppo Abele, gli uffici dell'Anagrafe, la Polizia Municipale e la Biblioteca Civica Primo Levi. Le parole chiave - Comunit: dalla sua nascita nel 2001, Casa Acmos si sempre caratterizzata come luogo in cui sperimentare la convivenza tra le persone partendo, prima di tutto, dalla condivisione della vita quotidiana. Il valore di questa proposta l'obiettivo strategico di creare le condizioni per rendere possibile una riflessione comune tra i giovani e la condivisione di un percorso di impegno. La comunit una dimensione in cui il singolo riesce a mettersi in gioco convivendo, con le persone che vivono il suo stesso contesto, uno stile di vita. Dal manifesto di casa Acmos:
Nasce cos casa Acmos: una comunit educativa che attraverso la condivisione, la sobriet, l'accoglienza, il prendersi cura gli uni degli altri ci aiuta a trovare quella sovranit indispensabile per abitare la pancia della storia.

- Attenzione ai consumi: la societ occidentale propone uno stile di vita frenetico, fondato su un modello economico irresponsabile e basato sulla capacit di accumulare pi in fretta possibile denaro e beni. Il percorso di comunit vuole tendere a uno stile ispirato a un possesso limitato e responsabile, convinti che il vivere meglio sia una condizione alla quale tendere e per la quale non la quantit di cose possedute la discriminante importante, ma la qualit della vita di tutti gli esseri e dell'equilibrio con la natura. Il tempo libero cos inteso come una dimensione dove poter vivere i valori del divertimento e del protagonismo. In casa Acmos prassi il confronto in gruppi, che partendo dal vissuto quotidiano e dal racconto delle esperienze personali fa emergere come ci si pone rispetto ai consumi, all'uso del denaro e quale posto occupano nella vita, ma anche come si trascorrono le giornate e come sono vissuti i rapporti con le altre persone. - Risoluzione non violenta dei conflitti: questo un periodo storico fortemente caratterizzato da guerre dettate da interessi economici, ma mascherate e giustificate da scopi umanitari. I micro conflitti, soprattutto tra i giovani, rischiano di diventare esplosivi e le soluzioni sono affidate spesso a una repressione che fa leva sul bisogno di sicurezza. Attraverso la condivisione di spazi e del tempo, i ragazzi residenti comprendono che il conflitto semplicemente una situazione di fatto, nella quale due o pi soggetti vengono a trovarsi in posizioni divergenti. Al conflitto si pu reagire in modo violento, vedendo nell'altro un nemico da sopraffare, o in un modo non violento, vedendo nell'altro un avversario col quale rapportarsi. - Accoglienza: la solidariet e l'accoglienza dovrebbero essere le basi che regolano i rapporti nel mondo del terzo millennio e il percorso educativo si pone in tal senso tutti i giorni, perch diventino prassi di vita. La comunit anche accoglienza di chi fa pi fatica, di chi cerca un punto di riferimento e d'appoggio momentanei, nei quali ritrovare la fiducia di s. L'impegno (b) La permanenza dei Gec in Casa Acmos unesperienza fondamentale per il gruppo sia ad intra, sia ad extra: da un punto di vista delle relazioni interne e dellidentit del gruppo utile perch vivere insieme nella quotidianit avvicina i ragazzi, li mette alla prova nelle scelte di organizzazione del tempo e dello spazio, li costringe a sperimentare occasioni di responsabilit individuali e collettive. Il percorso di crescita che i ragazzi possono intraprendere nelle due settimane un itinerario molto incisivo per le loro vite, che ha delle ripercussioni profonde anche nella vita di tutti i giorni. Imparare a vivere insieme, a condividere il ritmo di una giornata normale, a trovare i giusti compromessi tra i propri desideri, le proprie abitudini e quelle degli altri una palestra di vita che fa assaporare loro la bellezza delle scelte, come anche i doveri dellessere adulti. Da un punto di vista dellidentit del gruppo, chiaro che unesperienza di cos grande condivisione trasforma anche il modo che il gruppo ha di porsi come tale, in primo luogo dentro la comunit di Acmos. Il gruppo influenzato dalla comunit e, a sua volta, influenza e cambia dallinterno la comunit, in un rapporto di reciproco scambio. Anzitutto, ogni Gec lascia un segno nel luogo fisico di Casa Acmos, che viene trasformata da ogni passaggio dei gruppi: ciascuno di loro lascia una traccia, come un quadro, unimmagine, un testo, un pezzo di arredo, contribuendo alla stratificazione delle memorie che sedimentano in via Leoncavallo 27; ogni spazio fisico denso di significati, di storie e di memorie; casa Acmos lo delle storie e delle memorie dei Gec che negli anni passano di l. Il gruppo cresce, si trasforma e diventa capace di trasformare la comunit di Acmos, non soltanto fisicamente, contribuendo alla costruzione della sua identit; il gruppo si forma, prende delle decisioni che coinvolgono tutti i suoi membri e spesso assume incarichi e si dedica a impegni particolari che sono ispirati proprio dallesperienza, pur breve, della vita di comunit. Questo impegno di gruppo si riversa anzitutto nella vita della comunit di Acmos, che ne rinnovata di continuo.

3- Cos' un Gas
Quando un gruppo di persone decide di incontrarsi per riflettere sui propri consumi e per acquistare prodotti di uso comune, utilizzando come criterio guida il concetto di giustizia e solidarieta, da vita a un GAS. Finalita di un GAS e provvedere all'acquisto di beni e servizi cercando di realizzare una concezione piu umana dell'economia, cioe piu vicina alle esigenze reali dell'uomo e dell'ambiente, formulando un'etica del consumare in modo critico che unisce le persone invece di dividerle, che mette in comune tempo e risorse invece di tenerli separati, che porta alla condivisione invece di rinchiudere ciascuno in un proprio mondo (di consumi). Essere un GAS percio non vuole dire soltanto risparmiare acquistando in grandi quantitativi, ma soprat- tutto chiedersi che cosa c'e dietro a un determinato bene di consumo: se chi lo ha prodotto ha rispettato le ri- sorse naturali e le persone che le hanno trasformate; quanto del costo finale serve a pagare il lavoro e quanto invece la pubblicita e la distribuzione; qual e l'impatto sull'ambiente in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto... fino a mettere in discussione il concetto stesso di consumo ed il modello di sviluppo che lo sorregge. Per costituire un GAS o per entrare a farne parte non bisogna essere dei "duri e puri" ma prendere coscienza della necessita di cambiare nel piccolo e voler riflettere sull'approccio da avere quando si fa la spesa. I GAS nascono dall'esigenza di cercare una alternativa ad un modo di consumare poco attento; l'obiettivo che va ben oltre i GAS sarebbe in futuro poter fare a meno di questo strumento, quando vi saranno le condizioni per creare un mercato diverso. I GAS sono una possibile risposta alla situazione attuale in cui l'unico dovere e consumare per essere felici. SVILUPPARE E CREARE SOLIDARIETA' E CONSAPEVOLEZZA E' una solidarieta lata che si estende, a partire dai membri del gruppo stesso, ai piccoli produttori che forniscono i prodotti biologici, fino a comprendere, nel rispetto dell'ambiente, i popoli del Sud del mondo, e tutti coloro che, a causa dello spreco e della ingiusta ripartizione delle ricchezze, subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo. Interessandoci alle problematiche dell'ambiente, del suo sfruttamento e delle condizioni di lavoro, acquisiamo una maggiore consapevolezza del mondo che ci circonda e delle sue contraddizioni. L'occupazione: i produttori piccoli sono in generale ad elevata intensita di mano d'opera (ore di lavoro utilizzate per un prodotto), rispetto alle aziende grandi che sono per lo piu ad elevata intensita di capitale (quota di finan- ziamenti utilizzata per un prodotto). La scelta dei primi rispetto ai secondi e quindi uno strumento impor- tante per creare occupazione, ovvero per fare in modo che i soldi che spendiamo servano a pagare in mi- sura maggiore chi ha lavorato rispetto alle banche o agli azionisti. Le condizioni di lavoro: l'economia mondiale, nell'era della globalizzazione, sta portando ad una corsa verso il fondo nelle condi- zioni di lavoro: le multinazionali spostano la loro produzione dove i costi sono piu bassi, ovvero dove la manodopera e pagata meno ed i diritti dei lavoratori sono meno rispettati. Il prezzo basso a cui possiamo comprare un giocattolo in plastica proveniente dall'Asia e una magra consolazione se pensiamo che i posti di lavoro in Italia si trovano a competere con paghe enormemente inferiori in qualche angolo del mondo. L'unico modo per uscire da questa corsa che danneggia tutti e richiedere un livello minimo accettabile nelle condizioni di lavoro, che venga rispettato in qualsiasi parte del mondo. L'UNIONE FA LA FORZA Acquisto da piccoli produttori, possibilmente locali: Ci consente di evitare l'intermediazione della multinazionale in modo da realizzare un vantaggio economico, equo sia per il produttore che per il consumatore. Il risultato finale e inoltre quello di favorire la nascita e la crescita di piccole aziende e cooperative di lavoro con maggiore attenzione a quelle sociali. Lo scambio attivo di idee ed informazioni tra consumatori del GAS e produttori e un aspetto di ulteriore interesse, che pu portare a risultati innovativi. Per esemplificare, nel settore alimentare il consumatore pu stimolare la produzione di prodotti biologici, garantendone il successivo acquisto. Ridurre il prezzo di acquisto dei prodotti etici e biologici: Trattandosi spesso di prodotti di nicchia, con

uno scarso mercato ed una scarsa capacita distributiva da parte dei produttori, i prezzi sono alti e disincentivanti per le molte famiglie a basso reddito. Il GAS, oltre ad aumentare gli sbocchi di mercato di questi prodotti, consente di far accostare al consumo critico anche chi sarebbe altrimenti tagliato fuori per motivi di reddito. Consentire una riduzione dei tempi necessari a fare la spesa, sfruttando i vantaggi organizzativi. Cultura e coltura: i prodotti locali spesso si accompagnano a colture e culture tradizionali della propria zona; entrambe rischiano di scomparire sotto le spinte di uniformit del mercato globale. Mangiare prodotti tradizionali e un modo per allungare la loro vita e proteggere la biodiversit, oltre che conservare un mondo di sapori, ricette e tradizioni.

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