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N.

4 anno LXVI Ottobre - Dicembre 2011

LA PATRONA DITALIA E DEUROPA S. CATERINA DA SIENA


ANNO LXVI - N. 4 OTTOBRE-DICEMBRE 2011 CONVENTO DI SAN DOMENICO - SIENA Tel. 0577 280893 Fax 0577 219676 SPED. IN A. P. COMMA 20/C - ART. 2 LEGGE 662 - FILIALE DI SIENA

Direttore responsabile: P. Ottavio Sassu o.p. Direttore esecutivo: P. Lorenzo Fatichi o.p. Capo redattore: Franca Piccini Redazione: P. Michele Corvelli, o. p. P. Giuseppe Di Ciaccia, o. p. P. Reinaldo Sanchez, o.p. P. Alfredo Scarciglia, o.p. P. Alfred White, o.p. Prof.ssa Nara Coradossi

Impaginazione: Paolo Pepi Stampa: Edizioni Cantagalli Copertina:


Giacomo Franci

II e III di copertina:
Veduta di Siena, foto di F. Muzzi

Abbonamento annuo 15,50 C.C.P. 11247533


Registrazione Tribunale di Firenze n. 4719 del 20/8/97

Sommario
Appello di S. Caterina allamore per lItalia La santit, chiamata di Dio (4) Lamore di Santa Caterina per la Chiesa (5) 550 Anniversario della canonizzazione. Un convegno e una mostra per sancire levento Concerto in onore di S. Caterina Le tre virt teologali: la Fede Sei patroni dEuropa per la Cappella della Comece La medicina ai tempi di S. Caterina Santa Caterina da Siena e il mondo dei desideri (2) pag. 4 6 9 12 17 18 22 23 24

Greccio - (Rieti) Santuario francescano

La redazione augura Buone Feste

Editoriale
APPELLO DI SANTA CATERINA ALLAMORE PER LITALIA

ari lettori e affezionati a Santa Caterina da Siena Madre e Maestra di vita cristiana. Lunit dItalia, tenuto conto della sua lunga attesa, dellassunzione stessa del nome Italia dalle Alpi alla Calabria nel 42 A.C., un fatto piuttosto recente, perch bisogner arrivare al 17 marzo 1861 perch sia proclamata ed eretta a Monarchia con la dinastia Sabauda. LItalia aveva conosciuto una sua individualit territoriale durante limpero romano, che rimanda fino alle origini di Roma nel 753 A. C., ma con il suo futuro crollo in occidente nel V secolo D.C., su quel grande territorio si formarono e col tempo via via si trasformarono numerosi Stati che frantumarono la penisola italiana e lEuropa. Anche il territorio senese risent di questa frantumazione, il governo era svolto da Gastaldi (Ufficiali regi) durante il periodo longobardo (512-774), e da Conti durante il periodo carolingio (768-888). Nel 1147 inizi ad essere libero Comune, allargatosi in Repubblica, e cos era organizzato al tempo di Santa Caterina, durato fino al 1559 quando fu assoggettato al mediceo Stato della Toscana.

Santa Caterina nei primi mesi del 1379 scrisse una risentita lettera ai tre soli cardinali italiani del sacro Collegio richiamandoli, proprio perch italiani a sostenere benevolmente il nuovo Papa italiano Urbano VI (cfr. Lettera, 310). I tre cardinali erano Pietro Corsini, fiorentino (costituito nel 1370 da Urbano V), Simone di Brossano, milanese (creato nel 1375 da Gregorio XI), e Giacomo Orsini, romano, (nominato nel 1371 da Gregorio XI). Un quarto cardinale italiano era Francesco Tebaldeschi, romano, ma era deceduto nel settembre 1378. Provenivano dunque tutti da varie parti, dal nord al sud, della penisola italiana. Essi dapprima aderirono liberamente ad Urbano, ma in seguito, per ambizione, se ne allontanarono perch i numerosi cardinali francesi, di tradizione avignonese, contrari a Urbano VI, promisero a ciascuno di loro il papato. Irritati poi per lelezione con la quale scelsero il cardinale Roberto di Ginevra che divenne lantipapa Clemente VII in Avignone (13781394), si allontanarono dai francesi ma, per timore, non tornarono nellobbedienza a Urbano VI e Caterina scrisse loro questa sferzante lettera di disappunto. La santa in essa si appella proprio al sentimento della loro comune appartenenza allItalia, rimprovera la loro ostilit a Papa Urbano, vero unico Papa e facendo leva sul loro essere italiani, almeno per questa naturale solidariet nazio-

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nale, dice loro, dovrebbero avvertire il bisogno di sostenere il vero Papa, essendo anchegli italiano come loro per le sue origini napoletane. Il loro sostegno doveva essere offerto al Papa considerando la situazione anche da questo punto di vista puramente umano, cio tenendo conto dei sentimenti e delle ragioni di connazionalit, certamente inferiori alle motivazioni soprannaturali ma non prive di una loro validit. Voi italiani, dice ai tre cardinali, non potevate essere mossi dallorgoglio nazionale per la Patria parteggiando per un Papa non italiano, come invece facevano i Cardinali ultramontani che costituivano la maggioranza con undici francesi e uno spagnolo, tutti di nomina avignonese. Per questo Caterina, onde limitare leccessiva influenza dei Cardinali francesi che avevano la meglio entro il Sacro Collegio, aveva gi consigliato al Papa di circondarsi di buoni Cardinali a lui devoti (sottinteso non stranieri ma italiani), che lassistessero e lo sostenessero (cfr. Lettera, 291), ma Urbano lasci passare quel favorevole momento e soltanto in seguito, con poca accortezza, annunci ai Cardinali francesi di voler loro associare altri colleghi romani e italiani per cui sarebbero risultati in minoranza. Questa decisione suscit in loro un risentito scontento tanto che li indusse a riunirsi ad Anagni (9 agosto 1378), per dichiarare invalida lelezione di Urbano VI perch sarebbe stata loro estorta per timore del popolo romano che minaccioso gridava: vogliamo un romano o almeno un italiano, cos giunsero ad eleggere a Fondi, il 20 settembre 1378, lantipapa Clemente VII che ripristin la sede pontificia ad Avignone, in Francia, seguito dai suoi elettori (cfr. L. Pastor, Storia dei Papi vol. I, pp. 118-130). Dopo questi avvenimenti Santa Caterina fu chiamata a Roma dallo stesso Papa e lei, sollecita, vi giunse verso la fine del mese di novembre (28 novembre 1378) per sostenerlo contro la rivolta che stava subendo. Caterina fu tutta ardore nel sostenere lautenticit del pontefice italiano per il quale comp una specie di mobilitazione spirituale generale tra i suoi seguaci e inviando numerose e appassionate lettere a vari sovrani, a reggitori di citt ecc., in ogni parte della cristianit perch stessero col Papa romano. Resistette impavida fino alla morte (29 aprile 1380), ma gi prevedeva la tribolazione della Chiesa per il funesto scisma ormai consumato. Ma intanto, pur in mezzo a questa bufera che la faceva spasimare, ancorch indirettamente e in un tempo lontanissimo dallunit dItalia, bisogna riconoscere il sentimento e la considerazione che Santa Caterina nutriva per litalianit. Tutto questo non pu non essere avvertito come un atto di amorevole considerazione per lItalia della quale nel 1939, un altro Pontefice, Pio XII, lha voluta proclamare Patrona e ricordarlo questanno 2011 nel 150 anniversario dellunit dItalia. P. Lorenzo Fatichi O.P.

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LA SANTIT, CHIAMATA DI DIO (4)

ccettate come fondamentali premesse le nozioni offerte dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione, autenticamente interpretate dal Magistero della Chiesa, secondo le quali la santit viene descritta e definita come unione con Dio, considerando e esaminando pi da vicino questa verit, si viene a scoprire la necessit di una sua specificazione. Non sar inutile far presente al lettore la seguente premessa allo scopo di chiarire la nostra terminologia: non stiamo infatti parlando della beatificazione o della canonizzazione, cio del riconoscimento da parte dellAutorit della Chiesa della santit di un suo figlio, ma parliamo della santificazione, opera dello Spirito Santo che si attua nellincontro tra le due libert, quella di Dio e quella delluomo. Parliamo di santit ontologica, per la quale possono essere chiamati santi solo quegli esseri personali che, dotati di intelletto e volont, consapevolmente e liberamente vengono a conoscere il fine ultimo delloperazione morale la propria unione con Dio che attuano nellesercizio della loro libert, e attuandola la realizzano, cos da conoscere in modo nuovo, cio nellesperienza della vita, la stessa loro unione con Dio. Il concetto di santit dal piano onto-

logico si estende quindi al piano morale. Si rivela attuandosi nella sua autentica ricchezza come una realt conosciuta e voluta, deliberatamente vissuta, che permea lesistenza stessa dellessere personale, proprio perch questi, con il suo essere e la sua libert operativa, si unisce a Dio amandolo e donandosi a lui, che primariamente ama e si dona, nella totalitariet dellamore, nel dono di s. Per questo, essendo la santit realt personale, reca necessariamente con s le caratteristiche tipiche di ogni persona in questione. Questa, essendo uomo storico, ha un continuo dinamismo, un processo di crescita, mosso, sostenuto e guidato dalla grazia dello Spirito Santo: infatti, come luomo sviluppandosi si arricchisce, cos anche lunirsi delluomo a Dio, perch legato allo sviluppo della personalit stessa, mosso, sostenuto e guidato dalla grazia dello Spirito Santo, in continua fase di progresso e arricchimento (cf. Mc. 4, 27; Ef. 4, 15; Col. 1, 10; 1 Pt. 2, 2). doveroso considerarci quali siamo, persone esistenti in un ordine storico concreto; e quali dobbiamo essere per essere, persone umane che vivono nellordine soprannaturale, dotate ed arricchite della vita divina che ci viene comunicata dallo Spirito Santo in Cristo, il quale venuto tra noi perch avessimo la

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vita e lavessimo in abbondanza (cf. Gv. 10, 10). Ora, dato che il processo di santificazione delluomo in Cristo avviene nel tessuto umano delle persone in questione, lelevazione delluomo nellordine soprannaturale non sopprime la personalit delluomo in questione, ma la grazia dello Spirito Santo, purificando ed inverando la personalit stessa, illumina lintelletto e rende forte la volont, perch il credente veda la via da percorrere e abbia la forza di percorrerla: la via Cristo stesso che nellIncarnazione si fatto per noi via (cf. Gv. 14, 6). E proprio perch nessuno viene al Padre dice Ges - se non per mezzo di me (Gv. 14, 6), ascoltiamo in proposito il commento di santAgostino: Tu cerchi la via? Ascolta il Signore che ti dice in primo luogo: Io sono la via. Prima di dirti dove devi andare, ha premesso per dove devi passare: Io sono la via! La via per arrivare dove? Alla verit e alla vita. Prima ti indica la via da prendere, poi il termine dove vuoi arrivare. Io sono la via, Io sono la verit, Io sono la vita. Rimanendo presso il Padre, verit e vita; rivestendosi della nostra carne, diventato la via (1). Ne segue che percorrendo detta via, il credente permette allo Spirito Santo di correggere e purificare luomo medesimo con la sua personalit, per questo inverata ed elevata nellunione con Cristo. LApostolo Paolo, a cui caro chiamare semplicemente santi coloro che sono battezzati (cf. Rm. 1, 7; 1 Cor. 1, 2; 2 Cor. 1, 1; Ef. 1, 1; Fil. 1, 1; Col. 1, 2), perch uniti a Cristo, non cessa di esortare i cristiani a vivere consapevolmente e con vero senso di responsabilit la vita divina di cui sono stati fatti partecipi, invitandoli quindi a fare propri i sentimenti stessi di Cristo (cf. Rm. 15, 5; Fil. 2, 5), e a rivestirsi di lui (cf. Rm. 13, 14; Gal. 3, 27). Gli fa eco lApostolo Giovanni: Chi osserva la parola di Dio, in lui lamore di Dio veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si comportato (1 Gv. 2, 5-6). la vocazione sacramentalmente scritta nel sacramento del Battesimo. Ogni credente in Cristo chiamato alla santificazione, cio alla perfezione della carit, dellamore di Dio in noi presente ed operante, allintima unione con Dio in Cristo. Unione alla quale il credente in Cristo pu giungere con il suo s, necessariamente personale, alla chiamata a lui rivolta da Dio stesso. questo un s che, pur mosso, sostenuto e guidato dalla grazia dello Spirito Santo, tuttavia si attua nella libert di quanti cos rispondono nel proprio vissuto. Proprio perch la vocazione dello essere in Cristo vocazione alla santit - e ci non come qualcosa di straordinario, ma di ordinario, di normativo - ne segue che ogni essere in Cristo, ciascuno nelle proprie circostanze di vita e nel proprio stato di

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vita, chiamato ad attuare la totalitariet del dono di s a Dio in Cristo e nel suo corpo, la Chiesa. Per quanto detto, esclusa ogni forma di minimalismo ed ogni logica e comportamento di mediocrit, che induce ad accontentarsi di ci che strettamente necessario o prescritto. Non solo. anche da escludere ogni concezione che porta a ritenere che i santi, ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa con la beatificazione o canonizzazione, siano tali a motivo di carismi straordinari, quali ad esempio il dono dei miracoli o della profezia, o per opere letterarie o missionarie compiute: infatti, altro la straordinariet, la superiorit di un carisma, altro la perfezione della persona che risiede nella santit. A conclusione, credo di esempio proporre alla contemplazione del lettore la santit di Maria, Vergine e Madre di Dio. A commento dello stesso vangelo (cf. Mt. 12, 48-50; Mc. 3, 33-35; Lc. 8, 21), santAgostino afferma: Maria fece la volont del Padre. Questo Dio lod in lei. Non cio il fatto di aver generato dalla sua carne la carne del Figlio, quanto laver fatto la volont del Padre. E di seguito, a commento di Lc. 11, 2728, aggiunge: Anche Maria beata, non perch in lei il Verbo si fece carne, ma perch osserv la parola di Dio (2). Come dire che, sia per Dio che per Maria, pi importante essere stata discepola, la prima, di Ges che la sua madre! P. Giuseppe Di Ciaccia O.P.
(1) Trattati su Giovanni, 34, 8-9 (2) Commento al Vangelo di san Giovanni, 10, 3

Cronaca
Il 6 ottobre scorso un gruppo di persone proveniente dalla Danimarca ha visitato la Basilica di San Domenico e si intrattenuto con il Priore Padre Alfredo. Il gruppo era composto da persone che fanno parte della Societ Joannes Jorgensen, autore di una biografia di Santa Caterina.

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LAMORE DI S. CATERINA PER LA CHIESA (5)

ur vivendo di una intensa e singolare vita mistica, Caterina non sradicata dal reale e non prescinde dal momento storico in cui si trova ad essere protagonista e dalle opportunit che esso presenta, perci non pretende che il Pontefice interrompa subito la guerra in atto con la lega antipapale, n che faccia comunque la pace rinunciando a tutto accontentando le voglie dei Fiorentini e dei Toscani, infatti gli scrive pure: Fate quello che si pu e fatto ci che potete siete scusato davanti a Dio e davanti agli uomini del mondo (Lett. 206)Quindi non spetta solo al Papa dimpegnarsi per la pace, per quanto possibile davanti a Dio, perch non vengano diminuite n la sua autorit, n i suoi poteri, anche temporali. Caterina non esige da lui neppure che ignori completamente gli uomini del mondo, intendendo con questa espressione forse gli stessi Cardinali, che non la pensavano come lei. Il Pontefice faccia pure ci che pu giustificarlo ai loro occhi, purch ricordi che la vita di Cristo benevolenza e perdono e che, tra i due possibili mali: quello di perdere le citt e quello di perdere le anime, non vi sono dubbi sulla scelta che deve fare, convinta che il di pi gli verr come ricompensa da Dio, perci lo incalza: Voi li batterete di pi con il bastone della benignit, dellamore e della pace, che con il bastone della guerra, e verravvi riavuto il vostro spiritualmente e temporalmente Aprite, aprite bene loc-

chio dellintelletto con fame e desiderio della salvezza dellanima a considerare due mali: cio il male della grandezza, signoria e sostanza temporale, che vi sembra di essere tenuto di riacquistare e il male di veder perdere la grazia nelle anime e lobbedienza, la quale debbono avere alla Santit vostra Voi, dunque, santissimo Padre, che siete in mezzo a questi due cos grandi mali, dovete scegliere il minore, e, eleggendo il miniore per fuggire il maggiore, perderete luno e laltro male, e ambedue torneranno in bene: cio avrete riacquistato in pace i figlioli, e avrete il debito vostro (cio quanto vi spetta) (id) Caterina non una diplomatica, calcolatrice dinteressi, o una politicante guidata da timori o prudenze terrene, unanima grande che crede nella Provvidenza, di cui ha percorso le vie, sperimentandone la smisurata munificenza verso chi non si lascia guidare da gretti calcoli terreni. Ella vorrebbe che tutti, soprattutto il pontefice, percorressero fiduciosi questo suo stesso cammino, convinta com che Dio non delude mai le aspettative di chi confida in lui quando sono orientate ai beni che valgono davvero: riacquistati i figliuoli avrete il debito vostro. I nemici in realt sono figliuoli e come tali vanno considerati e trattati, imparando dal Padre dei cieli che perdona. Illuminante circa la politica di Caterina quanto il papa Paolo VI ha affermato nella omelia di conferimento del dot-

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torato. Dopo essersi chiesto: Fu anche politica la nostra devotissima vergine? cos rispondeva: s, indubbiamente, ed in forma eccezionale, ma in un senso tutto spirituale della parola. Ella infatti respinse sdegnosamente laccusa di politicante, che le muovevano i suoi concittadini, scrivendo ad uno di loro: i miei concittadino credono che per me o per la mia compagnia che ho meco, si facciano i trattati; essi dicono la verit, ma non la conoscono e profetizzano, perch altro non voglio fare e non voglio che faccia chi con me se non sconfiggere il demonio e togliergli la signoria che egli aveva sulluomo a causa del peccato mortale, e togliergli dal cuore lodio e pacificarlo con Cristo crocifisso e con il suo prossimo (Lett.122). Forse per questo suo dare la precedenza al bene delle anime, anzich agli interessi mondani, qualcuno potrebbe considerare Caterina una pericolosa illusa, che svia lazione umana da quello che dovrebbe essere il suo naturale orientamento politico, in realt per capire che non cos sarebbe sufficiente considerare la rettitudine e la saggezza delle sue idee anche politiche, ma una conferma della bont delle sue intuizioni ci viene anche dai frutti del suo operato, frutti di pacificazione tra famiglie e fazioni in lotta prima in quella bellicosissima e indipendente citt che era Siena, poi anche al di fuori di essa, in una cerchia cos vasta, di cui ci sfugge forse perfino lestensione, ma che, anche a questo titolo, le ha ottenuto il riconoscimento di compatrona dellEuropa. Caterina non ha esitato ad indicare come causa della ribellione dei fedeli alla Chiesa il puzzo della vita di molti rettori, i quali sono demoni incarnati. Se pochi santi, come lei, hanno esigito verso i ministri di Dio il pi assoluto rispetto, pochi pure, come lei, hanno avuto il coraggio di denunciare con tanta chiarezza, ma con altrettanto struggente amore, i loro difetti con lunico scopo di indurli a correggersi, giacch su di essi, per il dono ricevuto, incombe maggiormente il giudizio di Dio Nel Dialogo, a colloquio con Dio Padre, Caterina d questo orrendo quadro dei difetti dei cattivi ministri: Essi cercano la grandi prelazioni come gonfi di superbia non si saziano di rodere la terra delle ricchezze e delizie del mondo, stretti, cupidi, avari verso i poveri essi tengono laltrui per simonia e per appetito di denaro e vendono la grazia dello Spirito Santo Di tanti amano i loro sudditi di quanto ne ritraggono, e pi no. Tutto il bene della Chiesa non lo spendono in altro che in vestiti corporali e nellandare vestiti delicatamente, non come chierici e religiosi, ma come signori e donzelli di corte. E si studiano di avere i grossi cavalli e tutto il loro desiderio nel cibo, facendosi del loro ventre dio, mangiando e bevendo disordinatamente (CXXI) Lavidit di denaro e di beni terreni allorigine d molti peccati dempiet e di simonia, di numerose ingiustizie sociali, infatti questi prelati conducono una vita comoda e lussuriosa non solo a confronto dei numerosi poveri che dovrebbero

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sostenere con le loro elemosine, ma proprio a loro spese; al punto che Caterina con unespressione molto rude e realistica osa dire che succhiano il sangue alla Sposa di Cristo che per colpa loro tutta impallidita. Ella li vede come vermi striscianti che rodono la terra mentre sarebbero chiamati al dignit superiore a quella degli angeli. Lamore e la bramosia di cose terrene impedisce loro il vero amore del prossimo ed il rispetto dei tesori celesti, che sono venduti a prezzo di simonia. Degradati in tal modo di abbassano sempre di pi E per caggiono nella immondizia vivendo lascivamente quello, che il dolce Verbo unigenito mio Figliuolo acquist con tanta pena sul legno della santissima croce, essi lo spendono con le pubbliche meretrici. Sono divoratori delle anime ricomprate dal sangue di Cristo e con ci che dei poveri pascono i loro figli (CXXI) Caterina non esita a chiamarli divoratori delle anime, templi del demonio, demoni che hanno preso lufficio dei demoni, giacch come i demoni sollecitano le loro pecorelle al male anzich al bene, offrendo loro il cattivo esempio di una vita peccaminosa, perci non le distolgono dai loro vizi e come potrebbero se la loro vita ancora pi scellerata di quella dei semplici fedeli? (cfr. CXXV) In questo modo i mali della Chiesa aumentano e si estendono; Caterina se ne sente il cuore straziato, si sente scoppiare e morire (Lett. 223) a causa di un danno spirituale cos grande, per rimediarvi vorrebbe mettere il sangue e la vita e distillare le midolla delle ossa nella santa Chiesa (Lett.306). Dinanzi a questa visione catastrofica, noi che abbiamo vari esempi molto luminosi di pastori santi, non possiamo che ringraziare Dio e trarre buon frutto dal loro esempio, con una gratitudine fattiva che si traduca in comprensione, sostegno, collaborazione, fiducia verso coloro che il Signore ha preposto a capo della sua Chiesa nelle varie comunit diocesane. Purtroppo non mancano anche adesso in alcuni ministri di Dio defezioni e peccati volutamente propagandate ai quattro venti da chi vuole demolire la Chiesa e da una stampa malsana che ama pascersi di scandali e di condanne, anzich porsi al servizio della verit e del bene. Caterina ci insegna a mettere da parte un corrosivo spirito di critica, perch ci che la muove a parlare non certo il gusto scandalistico, ma lo zelo ardente per il bene nella disponibilit pi totale ad offrire per questo il proprio contributo personale costi quel che costi, fino ad accettare il ruolo di vittima volontaria per il riscatto dei fratelli in Cristo.

Gabriella Anodal

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550 Anniversario della canonizzazione


UN CONVEGNO E UNA MOSTRA PER SANCIRE LEVENTO

inaugurazione della mostra Caterina e la sua famiglia la devozione e la santit, ha segnato linizio di un importante evento culturale in occasione del 550 anniversario della canonizzazione della mantellata senese. Il pubblico stato quello delle grandi occasioni, numeroso e qualificato: la sala dellArchivio di Stato di Siena era gremita, difficilmente per una manifestazione culturale si riesce a radunare cos tante persone. Levento iniziato con il saluto della dottoressa Carla Zarrilli, direttrice dellArchivio di Stato di Siena che ha illustrato la mostra, ringraziando sia gli organizzatori che tutto il personale dellArchivio di Stato. La mostra documentaria che oggi andiamo ad inaugurare ha sottolineato Zarrilli corregge anche alcune schedature errate fatte in

passato; inoltre, i documenti ritrovati dal professor Nardi aggiornano sulla vita della Santa e testimoniano come il culto verso questa grande figlia di Siena si sia sviluppato nel corso dei secoli. Larcivescovo monsignor Antonio Buoncristiani ha sottolineato che linaugurazione della mostra si inserisce nel terzo giorno del convegno di studi Virgo digna coelo. Caterina e la sua eredit apertosi a Roma il 27 ottobre. Questo convegno lo sentiamo in continuit con quello dellanno scorso dal titolo Beata civitas pubblica piet e devozione privata nella Siena del 300 , ha detto larcivescovo, il quale ha sottolineato limportanza di continuare a fare questi convegni di alto livello culturale, in quanto approfondiscono la conoscenza e arricchiscono anche gli stessi studiosi che in questi convegni trovano loccasione per un fruttuoso scambio di idee. Attraverso gli atti sar possibile conoscere ancora meglio questa figura di donna, vissuta per soli trentatr anni, ma che tanto fece da essere ancora oggi moderna e attuale. I santi non nascono dal nulla ha sottolineato ancora monsignor Buoncristiani le loro virt sono opera della Da sn. Padre Bruno Cador, Maestro Generale dellOrdine dei PredicaGrazia, ma anche il materiatori, Padre Bernard Ardura O. Praem Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, lArcivescovo di Siena Mons. Antonio Buoncristiani, le umano importante: non la dott.ssa Carla Zarrilli, Direttrice dellArchivio di Stato di Siena, casuale che alla radice ci lAssessore alla Cultura del Comune di Siena Lucia Cresti e il Prof. Paosiano una famiglia, una citt lo Nardi Priore Generale dellAssociazione Internazionale dei Caterinati

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550 Anniversario della canonizzazione


e una comunit ecclesiale. Anche se nella bolla di canonizzazione, Papa Pio II dice che la sua scienza non fu acquisita, ma infusa, interessante capire quale fu il contesto in cui Caterina visse e oper. In occasione del 550 anniversario della canonizzazione di Santa Caterina larcivescovo ha voluto coniare una medaglia commemorativa in bronzo disegnata da suor Elena Manganelli della comunit delle monache agostiniane di Lecceto che ha interpretato nel disegno la scena descritta nel Dialogo, quando la mantellata di Fontebranda chiede a Nostro Signore Ges di non essere salvata da sola, ma chiede la salvezza eterna per tutti gli uomini. Padre Bruno Cador, Maestro generale dellOrdine dei Predicatori, ha posto laccento sulla compassione che Caterina provava verso i malati e i poveri del suo tempo. Attraverso questa compassione Caterina ha potuto percepire lintensit e la profondit del legame con il quale lunigenito Figlio di Dio venuto a farsi uomo diventando uno di noi. Per Caterina il predicatore deve essere un innamorato della Parola, il predicatore diventa innamorato del mondo. Possiamo immaginare Caterina che impegna tutte le proprie forze in una predicazione che ha come fine il bene del mondo e della Chiesa. Agire nel mondo alla scuola di Caterina, vuol dire far prendere forma alla carit in armonia con Dio ha concluso padre Cador. Padre Bernard Ardura O. Paem., segretario del Pontificio Consiglio di Scienze Storiche, ha sottolineato come

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attraverso i documenti esposti in questa mostra, possiamo toccare la vita di Caterina, della sua citt, e i segni della devozione anche a lei coeva. Questa mattina un prezioso scrigno ci si apre davanti ha detto padre Ardura. Lassessore alla cultura del Comune di Siena Lucia Cresti ha portato il saluto dellAmministrazione comunale e del sindaco. Mentre il professor Paolo Nardi ha detto che era da tempo che lAssociazione internazionale dei Caterinati aveva in programma una iniziativa cos importante. La mostra offre una panoramica di grande valore qualitativo che va dallambiente privato allambiente cittadino della Santa senese. Il professor Nardi, nel suo intervento, ha tracciato un itinerario delle varie sezioni della mostra. Ha ringraziato la casa editrice Il Leccio che ha pubblicato il catalogo ed ha espresso la gratitudine per limpegno economico profuso dallArcidiocesi, dallOpera Metropolitana, senza i quali non sarebbe stato possibile lallestimento di una manifestazione cos importante per la cultura senese e non solo. Crediamo di aver contribuito a rendere un servizio alla cultura ad un livello che va oltre le mura di questa citt ha concluso il professor Nardi. Ricordiamo che la mostra visitabile gratuitamente tutte le mattine dei giorni feriali in orari programmati 9,30; 10,30; 11,30 fino all8 gennaio 2012. Per informazioni, Archivio di Stato tel. 0577/247145. Franca Piccini

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550 Anniversario della canonizzazione

Padre Alfredo Scarciglia O.P. Priore di San Domenico di Siena consegna la medaglia commemorativa del 550 Anniversario della Canonizzazione di S. Caterina al Maestro Generale dellOrdine dei Predicatori Padre Bruno Cador

La medaglia commemorativa del 550 Anniversario Padre Bernardino Prella Assistente del Maestro Genedella Canonizzazione di S. Caterina, opera della Suora rale per lItalia e Malta e Padre Daniele Cara Priore Agostiniana Elena Manganelli della provincia domenicana di Santa Caterina e sullo sfondo Padre Antonio Cocolicchio

Il Prof. P. Nardi illustra agli ospiti una sezione della mostra

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550 Anniversario della canonizzazione

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CONVEGNO VIRGO DIGNA COELO


Nel pomeriggio di sabato 29 ottobre, nella sala del capitolo del chiostro di San Domenico, si concluso il convegno Virgo digna coelo. Caterina e la sua eredit. Questa ultima sessione del convegno era dedicata a Santa Caterina e larte. Hanno esposto le relazioni la professoressa Diega Giunta, presidente del Centro Internazionale di Studi Cateriniani, il professor Raffaele Argenziano, la professoressa Martine Boiteaux e Vitaliano Tiberia Presidente della Pontificia Accade-

Gli insigniti del titolo di Caterinato donore, Padre Bruno Cador, Maetro Generale dellOrdine dei Predicatori

Padre Luciano Cinelli O.P. Direttore di Memorie domenicane ... La Preofessoressa Alessandra Bartolomei Romagnoli docente allUniversit Gregoriana

La platea degli intervenuti a Roma

... Lattore Vincenzo Bocciarelli

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mia dei virtuosi al Pantheon. Nel corso della serata sono stati insigniti del titolo di Caterinato donore, Padre Bruno Cador, Maestro Generale dei Domenicani, la professoressa Alessandra Bartolomei Romagnoli e lattore Vincenzo Bocciarelli. Il Convegno era iniziato a Roma il 27 ottobre nella sala del Senato, presso il chiostro di S. Maria sopra Minerva. Era poi proseguito sempre a Roma il giorno 28 ottobre.

La platea degli intervenuti a Siena

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Nelle foto alcuni gruppi in visita alla mostra: Caterina da Siena e la sua famiglia, la devozione e la santit

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550 Anniversario della canonizzazione CONCERTO IN ONORE DI S. CATERINA

ella chiesa di San Vigilio, sede della Cappella Universitaria, in occassione del 550 anniversario della canonizzazione di S. Caterina da Siena, la Compagnia di Carla (a memoria del Dies Natalis) ha organizzato il 5 novembre 2011, alle ore 21, un bellissimo concerto che ha visto esibirsi le ottime voci dei Polifonici Senesi accompagnate dalla tradizionale Orchestra a Plettro Senese A. Bocci, con la direzione dei Maestri Giuseppe Baldesi e Raffaele Puccianti. Interessante la prima esecuzione assoluta della Messa Et Vitam di don Orlando Raffanelli, nella trascrizione per coro e orchestra a Plettro di Alberto Bocci, come notevole stata lespressivit compositiva ed il gioco tonale dimostrato nelle armonie del The song of Japanese Autumn, letto attraverso i suoni dei plettri. NellAve Maria e nel O Magnum Mysterium, Tomas Luis de Victoria cinsegna la bellezza della polifonia. Questo

autore, che ha composto unicamente musica sacra, considerato il Palestrina della Spagna della fine del 500. Egli costituisce una delle pi significative espressioni della musica spagnola del Rinascimento, anche se luso dellantico canto gregoriano mozarabico possiede un lirismo e un colore intensamente mistici, tipicamente spagnoli, assai lontani dallimpronta di profonda serenit che caratterizza lopera di Palestrina, suo Maestro di forma, del quale apprese la perfezione stilistica della polifonia tipicamente italiana. E non potevano essere altri che gli strumenti a plettro, lontani parenti dei liuti che dallIslam passarono in Europa attraverso la Spagna del XII e XIII sec., a potenziare e far rivivere la dolcezza emotiva e le armonie lontane del grande maestro iberico. Le musiche di Mozart e Kuwahara cinvitano a ricercare la verit, al pari di S. Caterina, perch ...ricercarla, vivere la verit una musica ancor pi grande delle sinfonie di Beethoven e anche dei mottetti di Palestrina e De Victoria: a questo siamo chiamati!, come diceva don Giussani. Lorganizzazione del concerto, curata dalla Compagnia di Carla, devolve le offerte raccolte alla Missione in Terra Santa della Fraternit sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo. Monika von Zeschau Marchetti

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Spiritualit LE TRE VIRT TEOLOGALI: LA FEDE


Il lume della santissima fede fonte della vera conoscenza (Lettera 113) Ci proponiamo, con S. Caterina da Siena, dottore della Chiesa, di meditare sulle tre virt teologali: fede, speranza e carit; e prima di argomentare, sulla prima, la fede, dobbiamo esprimerci sulle tre come si espresse la nostra Mistica senese: Di queste virt luna tiene dietro laltra:lamore infatti non senza la fede, n la fede senza la speranza. Sono queste virt tre colonne che sostengono la rocca dellanima nostra cos saldamente che nessun vento di tentazione, nessuna parola ingiuriosa, nessuna lusinga delle creature o amore terreno pu far cadere. La prima virt il lume della santissima fede fonte della vera conoscenza. Il carattere fondamentale di s. Caterina da Siena e della spiritualit domenicana direi, dunque, che il predominio della vita intellettuale, cio dellamore a Dio Verit, del culto alla verit per attuare la pienezza dellamore. San Domenico e cos Caterina amavano la verit, amavano lintelligenza. Quante volte abbiamo sentito dire che: La vita cristiana a base dintelligenza, che prima di tutto Dio la Verit. Dunque, la dottrina cateriniana, che quella domenicana, ci propone di andare verso Dio amandolo specialmente sotto questo aspetto: Dio, prima di tutto Verit. La conoscenza intellettuale (filosofica) o di ricerca della Verit certamente necessaria giacch ha un suo scopo quotidiano, indispensabile e salvifico. Infatti, lanima razionale in qualche modo tutto. Nellatto del conoscere, il conoscente e il conosciuto sono la stessa cosa. In questo modo lintelletto il luogo in cui si affaccia lintero universo [...]. Lanima razionale lo scenario del mondo, come il mondo lo specchio del

Convento agostiniano di Santa Felicita, (Firenze) La Fede

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Logos di Dio: perci lanima razionale lo scenario speculare di Dio. E Dio lo scenario universale nel quale tutti gli scenari si riflettono come nel proprio retroscena misterioso. Questo il bisbiglio di Dio. Il sussurro segreto in ogni cosa che si affaccia nel mondo. Ma occorre sentirlo. Occorre una facolt capace di scoprirlo; omogenea al Logos divino nascosto. Il simile conosce il simile. E questa facolt il logos, la ragione dellanima. La ragione! S. Caterina ha vissuto una vita intensamente spirituale. Ha fatto s che la sua vita spirituale partisse dalla luce dellintelletto, perch la volont illuminata potesse agire secondo giustizia. Desiderava ardentemente, per lei come per tutti i suoi figli spirituali, il trionfo della dote pi nobile dellanima, lintelletto. Il fine della nostra natura si attua nellesercizio pieno dellintelletto: la beatitudine, si legge in san Tommaso dAquino, deriver dal possesso di Dio, che possesso spirituale, dunque intellettuale. La Visio Beatifica del paradiso non altro che apoteosi di conoscenza, che ci porter a conoscerLo, secondo i meriti, come Dio Carit, come il Dio misericordioso, il Dio Amore. Luce intellettual piena damore, cos si esprime nel cantico del Paradiso Dante. Dunque lintelligenza, pur essendo menomata, sfregiata dal peccato, ha la capacit di affacciarsi al puro desiderio di conoscere la Verit per essere da questa sollevata per mezzo della luce della fede, che porta luomo a immergersi nel tempo in un vortice dAmore nella sua stessa salita ascetica, che avviene percorrendo il Cristo-Ponte. Insomma, lo sforzo intellettuale costante verso il Vero, cio Dio, viene premiato: una luce soprannaturale allarga lintelletto umano innalzandolo verso le alte vette dello spirito. Questa luce trascendente il dono della virt della fede. Quindi il primo posto del nostro essere lha per creazione e per finalit lintelletto, questa capacit per cui noi, che pur nasciamo nellignoranza, diventiamo continuamente pi ricchi e possediamo in noi in qualche modo tutto, nei nostri limiti anche Dio. Quando poi allintelletto si aggiungono i doni della Grazia, e come direbbe Caterina il lume della santissima fede, lanima arriva al possesso soprannaturale di Dio per cui Dio abita nellanima e questa pregusta le gioie del Paradiso. Tutta la vita di Caterina dipende da questo possesso intellettuale della verit, tanto amato dal nostro Ordine da divenirne il carisma principe; ma Caterina santa perch ne ha saputo vivere tutte le conseguenze mettendo a base della sua vita la fede. La fede la virt base, com vero che la carit la virt massima in quanto mai finir; ma rimane fermo che la carit dipende dalla fede, cio dallintelletto illuminato dallalto, questo perch la stessa Mistica senese, gi nel capitolo I del Dialogo ci

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insegna i tre punti fondamentali della sua dottrina: 1) la cosa che non si vede non si pu conoscere, 2) non si ama ci che non si conosce, 3) dalla conoscenza segue lamore. Per arrivare alla Verit dellAmore cosa dobbiamo fare? Dobbiamo lasciare veramente fiorire in noi lintelletto, perch se vero che questo dono labbiamo ed principio di tanto bene, ugualmente vero che noi possiamo tradirlo, andando cos contro natura, conoscendo e desiderando il male. Il male tutto ci che svilisce la natura umana. Facciamo dunque parlare la Patrona dItalia e dEuropa. Nella Lettera 113 la Santa si chiede come possiamo amare in modo puro, e cos scrive: Ogni amore si acquista col lume, perch la cosa che non si vede non si conosce, e non conoscendola non si ama. Occorre dunque avere il lume, in modo da vedere e conoscere quello che si deve amare. E poich il lume era a noi necessario, Dio ha provvisto alla nostra necessit dandoci il lume dellintelletto, che la pi nobile parte dellanima, con dentro la pupilla della santissima fede. La virt della fede , dunque, un interiore e soprannaturale pontenziamento della naturale forza intellettuale. (San Paolo parla a proposito di una super-conoscenza). Ma attenzione, la vera luce dellanima, la forza che permette allanima di congiungersi pi perfettamente alla verit, non la luce naturale dellintelligenza ma questa, potenziata dalla fede; allo stesso modo lintelligenza naturale la via ordinaria per acquistare la luce soprannaturale della fede. Insomma, se desideri amare Dio e seguire la sua volont, devi prima di tutto desiderare di volerlo conoscere. Non si pu amare ci che non si conosce; e in questo sforzo metafisico, intellettuale continuo e che dura tutta una vita, il cristiano viene premiato con una maggiore conoscenza del Dio amore data dalla luce della fede. Sono chiare allora, le conclusioni cateriniane come: Il lume della santissima fede fonte del vero conoscimento; oppure: Senza la luce della fede luomo camminerebbe nelle tenebre e sarebbe ingannato dalle tenebre: il bianco gli parrebbe nero e il nero bianco, e le cose dolci gli parrebbero amare e le amare dolci. Privato di questa luce si scandalizzerebbe di tutti i misteri di Dio, come il dolore, le disparit e le ingiustizie della vita, giudicando dato per odio quello che dato per amore, e causa di morte quello che dato come sorgente di vita. Sarete come il cieco a cui il giorno diventato notte. Cos accade allanima senza questa luce. Quello che Dio fa per amore, amore che come un giorno lucente sopra ogni luce, lanima lo prende per notte, cio per notte dodio, ritenendo che per odio Dio permetta le tribolazioni e le fatiche. La tenebra, infatti, non lascia discernere quello che noci-

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vo allanima e al corpo e quello che invece utile. Essa guasta il gusto dellanima facendole parere cattive le cose buone e buone le cattive: cio il vizio e quelle cose che conducono al peccato le paiono buone e dilettevoli, mentre le virt e quello che induce alle virt, le paiono amare e di grande difficolt. Ma chi ha la luce conosce bene la verit: e perci ama le virt e Dio, che causa di ogni virt. Ma santa Caterina ci mette in guardia da un pericolo. Chi ci toglie questa vera e dolce luce della fede? Lamor proprio, il quale come una nuvola che offusca locchio dellintelletto e ricopre la pupilla della luce della santissima fede. Sicch luomo va innanzi come cieco e ignorante, seguendo la propria fragile sensualit e tutto dominato dalla passione, senza alcun lume della ragione. Diviene come lanimale che, avendo la ragione, si lascia guidare dal proprio istinto. Ma grande miseria per luomo, creato da Dio a sua immagine e somiglianza, farsi volontariamente e colpevolmente peggiore di un animale bruto. Dunque, il lume naturale cio lintelligenza, il primo lume, dice Caterina, imperfetto nel perseguire il bene, quindi ha bisogno di esercitarsi per acquistare il secondo lume soprannaturale pi perfetto cio la fede, infusa per grazia nellanima gi col battesimo (ma che si perde col peccato grave). Questo secondo lume o secondo occhio, predica a noi s. Caterina, ci terr avvinti saldamente alle virt in ogni luogo, in ogni tempo e in ogni stato in cui Dio ci condurr, rendendo lanima sempre accordata con la dolce volont di Dio e disponendoci alle opere, perch la carit senza le opere, dice san Paolo, vana. La fede induce lanima ad entrare nella casa del cognoscimento di s e, attraverso la continua e fedele orazione, le d la forza di sottomettere la perversa volont riconoscendo la propria imperfezione con la contrizione perfetta dei propri peccati. La rende docile alla grazia di Dio che nella sua carit laiuta a non farsi travolgere dal vento della superbia, ma a confidare in Cristo crocifisso che la far passare dal mare tempestoso della terra, al mare pacifico della vita eterna dove pace e nessuna guerra, con la compagnia dei veri gustatori cittadini della vita beata. P. Alberto Vigan O.P.

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Cronaca

SEI PATRONI DEUROPA


pour la chapelle de la COMECE Bruxelles
Cyrille et Mthode, Brigitte et Catherine1, Benot et dith Stein (Ici en photo encadre), ces quatre icnes ont dsormais pris place sur les murs latraux dans la chapelle de la Commission des piscopats de la Communaut Europenne, 19 Sq. de Mees Bruxelles. Elles entourent labside dj orne de la croix et dune icne de la Vierge prs du tabernacle. Liconographe, Sr Mateusha, des Fraternits Monastiques de Jrusalem, nous les a prsentes dans son atelier bruxellois o elle a bnfici des prcieux conseils dune iconographe russe orthodoxe. Tout un symbole !
1 Cartouche : Jai dcid denvoyer des

La cappella della COMECE (Conferenza Episcopale della Comunit Europea) di Bruxelles si arricchita delle immagini raffiguranti i 6 patroni dEuropa: S. Benedetto da Norcia, S. Cirillo, S. Metodio, S. Brigida di Svezia, S. Caterina da Siena, S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein). Le immagini sono state realizzate da suor Mateusha della Fraternit Monastica di Gerusalemme.

femmes ignorantes, faibles et fragiles par nature, mais riches de ma sagesse divine, confusion de leur superbe et tmrit (Thomas de Sienne (Caffarini), Vita, P.II, c.I.)

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Caterinati di Bologna LA MEDICINA AI TEMPI DI S. CATERINA

ellambito della Festa internazionale della Storia (Bologna 15-23 ottobre 2011), sabato 15 ottobre si tenuta nellOratorio di Santa Maria della Vita, a Bologna una conferenza dal titolo: La medicina ai tempi di S. Caterina: lassistenza sanitaria a Bologna e a Siena nel 1300. Dopo i saluti del professor Rolando Dondarini e lintroduzione del dottor Alberto Becca, presidente del gruppo dei Caterinati di Bologna, hanno tenuto i loro interventi, la professoressa Francesca Vannozzi docente di Storia della medicina allUniversit di Siena ed il dottor Graziano Campanini, direttore del Museo della Sanit e dellAssistenza di Bologna. Levento stato unoccasione per porre a confronto il mondo sanitario di Bologna

e di Siena allepoca di Santa Caterina, citt accumunate sia da gloriose istituzioni assistenziali, come lo Spedale Santa Maria della Scala a Siena e lo Spedale della Vita e della Morte a Bologna, sia dai medesimi gravi problemi, come la peste, che decimarono le popolazioni delle due citt. Alla conferenza, a cui hanno assistito medici, infermieri e anche semplici cittadini, stato messo in luce che Santa Caterina stata proclamata anche patrona delle infermiere della Croce Rossa, aspetto questo poco conosciuto, e che si prodig in attivit assistenziali a favore degli ammalati allinterno degli ospedali senesi, attivit perfettamente armonizzata con la sua vita di preghiera e di ascesi interiore. Allincontro era presente anche il pro vicario generale della Diocesi di Bologna, monsignor Gabriele Cavina, che ha ricordato ai presenti come nella sanit moderna si privilegino gli aspetti tecnici e si metta da parte il fatto che al centro dellassistenza ci deve essere la persona umana e la Da sn. il Prof. Rolando Dondarini, Dott. Graziano Campanini la Prof.ssa Francesca sua dignit. Vannozzi e il Dott. Alberto Becca

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S. CATERINA DA SIENA E IL MONDO DEI DESIDERI
Per questo, secondo San Tommaso, Dio ritiene il desiderio come un fatto compiuto.4 O, come afferma Francesco di Sales: non possiamo sapere se amiamo il Signore sopra ogni cosa, ma possiamo sapere se desideriamo di amarlo. Non appena abbiamo formulato il desiderio damare, subito incominciamo ad avere un po damore: e man mano che questo desiderio va crescendo, anche va aumentando lamore. Chi ardentemente desidera damare, ben presto amer ardentissimamente5. O, come dice ancora Agostino circa la preghiera e il desiderio di pregare: il tuo desiderio la tua preghiera; se continuo il tuo desiderio, continua la tua preghiera. Il desiderio la preghiera interiore che non conosce le interruzioni6. Questo per quanto riguarda la modalit dinamica del desiderare. Dal punto di vista dei contenuti, i desideri del credente sono e dovrebbero essere sempre pi gli stessi desideri di Dio, ovvero, ci che il creatore desidera per la creatura o addirittura il suo stesso modo divino di desiderare. Soltanto Dio, da un lato, pu indicare alluomo ci che degno di essere desiderato. Daltro canto, il desiderio di Dio nascosto in ogni coscienza. Per questo si pu dire che il desiderio e la capacit di desiderare sono lorgano o il luogo per eccellenza dellesperienza umana di Dio. Il desiderio in S. Caterina Vediamo allora, poste queste premesse, come educare i desideri: in quale senso e secondo quale percorso pedagogico e spirituale. Diciamo subito che intendiamo il termine educazione secondo il suo significato etimologico, come tentativo di educere, di tirar fuori, al livello di coscienza, i veri desideri di una persona. chiaro che questo diventa il primo obiettivo di un qualsiasi cammino spirituale. Non sempre unoperazione cos semplice, ne pu essere pensata come scontata. Molte volte, infatti, noi non siamo consapevoli di ci che realmente desideriamo; crediamo di desiderare qualcosa, e lo vogliamo anche, ma a livello soltanto intellettuale o volontaristico, perch in effetti il cuore abitato da un altro desiderio. Non basta, dunque, esprimere quel che si sente dentro, accontentandosi di essere sinceri. La sincerit, in questo campo, immediata e molto soggettiva, si limita a registrare quel che uno avverte a livello conscio, o a sottolineare lobiettivo immediato delle proprie brame, del proprio desiderio. La verit del desiderio altra cosa: quel particolare desiderio che realmente attira cuore-mente-volont, e che a volte non subito evidente, ma funziona come motivazione nascosta e addirittura inconscia che spinge ad agire in una ben precisa direzione. Molte volte, infatti, vi sono desideri autentici nel pi profondo del cuore, ma

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n noi li sappiamo individuare n il nostro direttore spirituale o il nostro confessore li sa tirare fuori. Di conseguenza non viene mai a galla la verit della persona. La norma preliminare o la condizione basilare per compiere efficacemente questo servizio la guida. Per poter svolgere questo compito di educazione al desiderio necessario che la guida si conosca, che in particolare conosca quel cammino che conduce alla scoperta dei propri desideri. Un buon educatore deve conoscere mura e sotterranei del cuore umano, a partire da quelli del proprio, se vuole condurre altri lungo questo misterioso viaggio. A volte questo viaggio sembra assumere caratteristiche e contorni di una discesa agli inferi, poich espone alla visione dei propri mostri e di quanto forse non si pensava di trovare dentro di s; altre volte, invece, sar come un ritorno a casa, alle proprie radici, a quel santuario che c nel nostro cuore e in cui Dio presente con il suo Spirito che suscita in lui lessere e lagire, il desiderare e il volere. in ogni caso indispensabile che la guida abbia fatto questa esperienza. Che sappia che cosa davvero vuole, che cosa gli sta veramente a cuore. Ma che conosca anche come discernere i desideri apparenti da quelli reali. Nessuno pu presumere di accompagnare un altro dove lui non gi stato. In questo caso sarebbe molto pericoloso e, come minimo, inconcludente. per questo motivo che la guida di questo cammino spirituale non lo scrivente ma Caterina in persona. Caterina di desideri ne aveva una infinit, anche se in sostanza si trattava di un unico desiderio di fondo, che era Dio stesso e la sua gloria. Luso che Caterina fa del termine desiderio ci porta lontano dalla nostra esperienza quotidiana che lo assume per esprimere, prevalentemente anche se non esclusivamente, le attese e le sollecitudini collegate allamore possessivo, al bisogno, al piacere, alla passione. In Caterina, invece, il desiderio prerogativa della mente, dellanima, frutto di innamoramento, di conoscenza dellaltezza della carit di Dio e delle necessit del mondo; fonte di continua orazione, legame che costringe il Padre a fare misericordia al mondo. descritto con vari e bellissimi qualificativi: crociato, ansietato, santo, affocato, infuocato e soprattutto infinito. Lo esprime con immagini ispirate dallesperienza quotidiana, quale per esempio quella relativa al nutrimento: fame, sete, mangiatore. Lo paragona agli elementi primordiali per vivere: fuoco che brucia, che arde, sangue; vestirsi e spogliarsi; alla vita contadina: innesto, piantare nel giardino. noto come essa iniziasse quasi sempre le sue lettere con la formula: vi scrivo nel desiderio.... Pu sembrare unespressione convenzionale e retorica fatta propria da Caterina tanto per dare inizio in qualche maniera alle sue lettere. Chi la pensasse co-

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s si sbaglierebbe di grosso e non comprenderebbe il significato, lintenzione in senso forte di Caterina. Essa non scrive per informare, per erudire, per rimproverare: ma solo per esprimere un desiderio. Essa scrive unicamente per trasmettere al destinatario una fiamma del suo desiderio. Essa vuole operare questa unione da anima ad anima delle sue pi ardenti aspirazioni. Ogni qualvolta scrive una lettera il suo intento di comunicare una scintilla del suo fuoco interiore nel cuore del destinatario. Ogni lettera un grido di desideri, pi o meno prolungato, pi o meno disperato, ma sempre un grido, una implorazione di una donna affamata delle anime da mangiare sulla mensa della croce. Ecco perch le sue lettere sono cos appassionate, cos vibranti! Quel desiderio iniziale veramente il principio animatore e non un comodo ritrovato stilistico o una semplice frase introduttiva. E quando le sembra che loperazione dellaccensione del suo desiderio nellanima del destinatario sia riuscita, vittoriosa grida: perci vi dicevo che vi scrivevo nel desiderio... Lepistolario il suo immenso braciere messo a disposizione delle anime di ogni categoria; il mondo vivente dei desideri di Caterina in continua espansione attraverso i secoli. Quei desideri scoccati con le frecce delle sue lettere si conficcano ancora nel cuore degli uomini incendiandoli damore per Dio e per le creature. Basta leggere, del resto, i primi capitoli del Dialogo per comprendere leccezionale funzione che la santa attribuisce al desiderio nel dinamismo della vita soprannaturale. Questa la tesi fondamentale: non le singole concrete, esterne, opere di virt possono veramente glorificare e soddisfare Dio per i nostri peccati, essendo esse intrinsecamente limitate e finite, ma solo il desiderio che per sua natura infinito e quindi in qualche maniera proporzionale al bene infinito che Dio. Luomo di infinito ha solo il desiderio, ed questo che piace al Dio infinito, come egli stesso nel Dialogo decisamente dice a Caterina: (cap. 92 pag. 214): S che il desiderio vostro infinito, ch altrimenti non varrebbe n avarebbe vita alcuna virt se Io fossi servito solamente con cosa finita; perch Io, che so Dio infinito, voglio essere servito da voi con cosa infinita, e infinito altro non avete se non laffetto e il desiderio vostro dellanima. {DialIII/17ss.} (S, il vostro desiderio infinito, perch altrimenti non servirebbe n la virt avrebbe vita se Io fossi servito solamente con qualcosa di finito; perch Io, che sono Dio infinito, voglio essere servito da voi con cosa infinit, e voi di infinito altro non avete se non laffetto e il vostro desiderio dellanima). Ci si verifica particolarmente nel settore della riparazione dei nostri peccati (cap. III pag. 5): Non sai tu figliuola mia, che tutte le pene che sostiene, o pu sostenere lanima in questa vita, non sono sofficienti a

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punire una minima colpa? Per che loffesa che fatta a me, che so Bene infinito, richiede satisfazione infinita. E per Io voglio che tu sappi, che non tutte le pene che si dnno in questa vita son date per punizione, ma per correzione, per gastigare il figliuolo quando egli offende. Ma vero questo: che col desiderio dellanima si satisfa, cio con la vera contrizione e dispiacimento del peccato. La vera contrizione satisfa alla colpa e alla pena, non per pena finita che sostenga, ma per lo desiderio infinito; perch Dio, che infinito, infinito amore e infinito dolore vuole. (Figliuola mia, non sai che tutte le pene che lanima sostiene o pu sostenere in questa vita non sono sufficienti a riparare una minima colpa? Perch loffesa che fatta a me, che sono Bene infinito, richiede riparazione infinita Ma vero anche questo: il desiderio dellanima ripara con la vera contrizione e il dispiacere del peccato. Infatti, la vera contrizione soddisfa alla colpa e alla pena non per la pena che sopporta, ma per il desiderio infinito; perch Dio, che infinito, infinito amore e infinito dolore vuole). Il desiderio, dunque, non si esaurisce in esse (nelle virt), in nessuna di esse; ma tutte le trascende nella sua bramosia infinita di raggiungere il bene infinito. linfinit del desiderio, mai esaurito, anzi, potenziato ci che forma la dignit, la grandezza dellanima amante, operante, penitente. Il vertice dottrinale pi alto raggiunto dalla senese parlando del desiderio infinito di amare Dio e soffrire per riparare i peccati consiste in un arditissimo e originalissimo parallelo: come la divinit, appunto perch infinita, ci che d valore infinito alle azioni di Cristo, cos il desiderio santo dellanima, proprio perch di suo intrinsecamente illimitato, sconfinato, infinito, ci che valorizza le sue singole buone azioni, di per s circoscritte e limitate. Questo sublime pensiero espresso nella preghiera 12: vero che lo tuo Figliuolo non per venire pi se non in maiestate, a giudicare, come detto . Ma, come vedo, tu chiami cristi li tuoi servi, e con questo mezzo vuoi togliere la morte e rendere la vita al mondo. E in che modo? Che essi camminino virilmente per la via del Verbo, con sollicitudine e con affocato desiderio, procurando lo tuo onore e la salute dellanime, per questo sostenendo pazientemente pene tormenti obbrobrii e rimproverii da qualunque gli siano fatti; con le quali pene finite, allinfinito desiderio loro tu li vuoi dare refrigerio, cio esaudire i prieghi ed impire i desiderii loro. Ma se patesseno solamente corporalmente, senza il desiderio sopradetto, non gli bastarebbe, n a essi n a gli altri, s come la passione nel Verbo, senza la virt della deit, non arebbe satisfatto alla salute della generatione umana {DialIII}. (Se [i tuoi figli] patissero solamen-

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te nel corpo, senza il desiderio, non sarebbe sufficiente n ad essi n agli altri, cos come la passione del Verbo, senza la virt della divinit, non avrebbe soddisfatto alla salvezza dellumanit). Un altro punto, meno originale, ma molto pi insistente nella dottrina cateriniana sul desiderio, quello relativo al suo valore davanti ad Dio come opere realmente compiute, quando esso sincero, efficace, reale, anche se non tradotto in pratica per circostanze indipendenti dalla nostra volont. Caterina continuamente inculca questa consolante e stimolante verit di cui spesso ci dimentichiamo nella vita concreta. Infatti troppo spesso non si pensa che se vero che i desideri cattivi acconsentiti mentalmente sono veri e propri peccati, altrettanto, ma a rovescio, si deve dire dei desideri buoni: essi sono davanti a Dio come delle autentiche azioni meritorie, come Caterina ricorda ai destinatari delle sue lettere. Linfinito desiderio. Tra gli aggettivi di cui Caterina si serve per caratterizzare il desiderio quello di infinito affascina e interpella pi profondamente. In che senso si pu ritenere infinite la creatura e le opere umane, quando Caterina stessa le considera finite? Nessuna azione finita, particolare, limitata, esaurisce e finisce la capacit di agire dellessere umano. Il desiderio falsato quando lessere umano con questa sua prerogativa che espressione e segno dellorigine da Dio e della possibilit di vivere con lui, desidera realt finite per opporle a Dio da cui derivano o per prescindere da lui. Si placa solo quando la persona si congiunge con Dio e lo desidera pienamente per sempre. lespressione pi alta e pregnante dellinfinit del desiderio: hanno desiderio infinito, cio sono uniti per affetto damore in me (Dialogo 3, p.6) Linfinito solo dallinfinito pu derivare e solo nellinfinito si perfeziona: il desiderio non pone il proprio oggetto, dinamicizzato da esso; loggetto plasma, attua, appaga il desiderio: Dio origine, via, fine della pienezza umana. A lui ordinato il desiderio infinito che lessere finito ha in s e perci solo quando si unisce a lui diventa autentico,appagato, libero nel suo dinamismo. vivo e cresce in e con la sua sorgente. Quanto pi il rapporto con Dio autentica, tanto pi il desiderio cresce. Fuori di questunica condizione le sue virtualit restano paralizzate, imprigionate, impedite. Anche il finito pu e deve essere desiderato e lo pienamente quando colto nella verit di Dio. Il desiderio si autentica quando la persona si converte alla propria condizione, non rifiuta le proprie responsabilit. Lessere della creatura da Dio ed per Dio e solo in Dio raggiunge la pienezza. La pi alta e piena espressione dellinfinit del desiderio, nel tempo finito, si ha quando la creatura accoglie linfinito Dio e si dona a lui; quando essa per sempre, pienamente e in modo irreversi-

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bile unita a Lui. Lunione con Dio frutto dellalleanza tra Dio e lumanit e si attua quando Dio in Ges Cristo ci adotta nella sua vita. Questo suppone che la creatura rinunzi a cercare la propria pienezza nelle cose limitate e si spogli dellamore perverso di s (amor proprio) e, cosicch il suo illimitato e indefinito desiderio si impasti con lessere di Dio, e accolga quella trasformazione che conferisce valore e portata infinita alle opere umane, rende Dio innamorato dellanima e lanima di Dio: la condizione di chi in e da Dio desidera nel e col desiderio di Dio. Il problema per Caterina non solo quello di desiderare o meno, di desiderare una cosa pi che unaltra, ma innestare il proprio desiderio in quello di Dio, divenire creatura che desidera nel e con il desiderio di Dio in Ges Cristo. La sua preoccupazione esclusiva di lasciarsi attirare, conformare e trasformare da Dio. Perch tutto questo non sembri il mio personale pensiero, ascoltate cosa dice Caterina a Sr Eugenia, domenicana, del monastero di Montepulciano: Nel nome di Ges Cristo crocifisso e della dolce Maria. Carissima figlia in Cristo, dolce Ges. Io, Caterina, serva dei servi di Ges Cristo, ti scrivo nel suo sangue prezioso, desiderosa che tu gusti il cibo degli angeli: infatti, per altre cose non sei fatto. Perch tu possa gustare, Dio ti riscatt con il sangue del suo unigenito Figlio. Ma sappi, carissima figlia, che questo cibo non si mangia in terra, ma in alto: e per questo il Figlio di Dio ha voluto essere elevato in alto, sul legno della santissima croce, affinch in alto, a questa mensa, prendessimo questo cibo. Ma tu mi chiederai: qual il cibo degli angeli?; e io ti rispondo: il desiderio di Dio, che nellaffetto della tua anima, con il quale Dio ti attrae a s, e fa con te una cosa sola. (lettera 26) Approfondimento Tutta la nostra esperienza e vita spirituale determinata da questo tipo di relazione con Dio: se accetto e mi incammino a lasciarmi conformare a Lui, a identificarmi con Lui. Secondo se scelgo o rifiuto questo, avremo una religiosit oppure unaltra.: avremo una religiosit funzionale oppure personale. La religiosit funzionale un insieme di credenze, preghiere, comportamenti rituali o morali che sono al servizio di bisogni o di desideri umani, individuali o collettivi. La religiosit personale, invece, riguarda una divinit personale, un Dio che si rivela, che parla, che annuncia dei desideri differenziati dai desideri umani tipici della religiosit funzionale. In questa religiosit Dio stesso che comunica i suoi desideri e chiede alluomo di desiderare secondo i desideri che sono propri di Dio, lasciare che poco a poco Dio desideri nelluomo. Pensare a un Dio che soddisfa i desideri umani e pensare a un Dio che comunica invece i suoi propri desideri cos

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diverso da trattarsi di due esperienze qualitativamente opposte. Sono due religiosit diverse. La prima appaga, quella personale sconcerta. La prima parla in termini di bisogni soddisfatti, consolazioni da ricevere, diritti riconosciuti, esaudimento garantito, desiderio di essere amati. La seconda chiede alluomo di acconsentire a un Dio che si auto-giustifica solo perch lui Dio. Ecco qualche esempio: il desiderio di un Dio potente e che interviene, nato dai bisogni della nostra condizione umana, non coincide con il Padre che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e lascia crescere il grano buono con la zizzania; il desiderio di un Padre giusto e moralizzatore che rende a ciascuno secondo le opere, non coincide con il Padre del patrimonio gi diviso in due parti che aspetta il ritorno del figlio prodigo per rifarlo erede di tutti i suoi beni; lappartenenza ad una societ religiosa la cui identit si fonda sullesclusione delle altre nazioni pagane non coincide con la comunit di coloro che annunciano la salvezza per tutti, compresi i peccatori. La religiosit personale scuote profondamente la logica dei desideri religiosi spontanei. La religiosit funzionale si sviluppa in un contesto di pace; quella personale in un contesto di tensione. Pensiamo come esempio alla banalizzazione sentimentale a cui abbiamo ridotto la verit che Dio amore. Lamore di cui parla il Vangelo non si stabilisce nellappagamento da parte di Dio dei desideri religiosi, bens per rivelazione dei desideri che sono propri di Dio. Dio amore significa lofferta damore da parte di Dio fatta di desideri di tuttaltra specie, distinguibili dai desideri umani che sono allopera nella religiosit funzionale. Invece si tende a infiacchire questa verit in una relazione affettuosa che Dio vuole intrattenere con luomo: Dio mi ama, mi perdona, mi accoglie, mi guida... Qui il riferimento il beneficio o leffetto in me dellamore ricevuto. Certo, lessere amati e accolti fa parte dellesperienza religiosa, ma un elemento di qualsiasi amore vero. Anche un padre o una madre amorosa, un amico sincero, una comunit premurosa esprimono questa capacit di accoglienza; forse sar meno profonda e meno incondizionata di quella possibile a Dio, ma, vista cos, la logica sempre quella: Dio si pone nellestremo pi intenso di una relazione caratteristicamente umana. Dio semplicemente ridotto a uno che - fra gli altri - ama di pi. (2 - continua) P. Vincenzo Caprara O.P.

NOTE
4. Tommaso dAquino, ST, III, 68,2 ad illum 5. Francesco di Sales, Teotimo,XII,2 6. Agostino, Enarrationes in Psalmos, PL XXXVI, Ps 37,14

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